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Ambiente e Sostenibilità Brindisi In Primo Piano News

Nell’argento l’antidoto alla Xylella: al via la sperimentazione nel brindisino

Per divorare la Xylella può servire l’argento. È l’ultima scoperta scientifica e ancora sperimentale che sta facendo l’unione Coltivatori Italiani nel brindisino.

Milioni di alberi di ulivi “divorati” dalla xylella, sono lì ancora con le radici dentro la terra del Salento. Non ci sono neanche i fondi per estirparli. Oggi per evitare che il batterio si diffonda c’è una speranza: un battericida, così in Puglia la collaborazione tra il mondo accademico e quello istituzionale ha reso possibile l’avvio della sperimentazione nella zona del Brindisino, dove verrà testato un nanomateriale battericida e funghicida a base d’argento: l’Argirium SUNc che agisce sulla Xylella ed altri batteri patogeni del pomodoro e del tabacco.

La scoperta

A dare notizia della scoperta qualche giorno fa è stata la pubblicazione di un articolo sulla rivista Applied Microbiology and Biotechnology, a firmarlo alcuni ricercatori italiani (Università di Chieti, Perugia e Crea- Consiglio Ricerca in Agricoltura).
I primi alberi ad avere il portentoso (si spera) antidoto contro il batterio sono gli ulivi delle campagne tra Carovigno e Ostuni, provincia di Brindisi. Il lavoro è condotto dalla Società Agrin, sotto la guida del ministero dell’Agricoltura e del direttore scientifico Stefano Convertini, in collaborazione con l’Università di Bari.

Le varie fasi

Al momento il fungicida è stato sperimentato in vitro e funziona appunto anche sui vegetali (da tempo l’argento è usato come battericida), ma bisogna capire adesso sul campo che cosa accade, sia per l’afflusso del nanomateriale fino alla chioma dell’albero, sia per comprendere come modulare il dosaggio, la tempistica, i tempi di efficacia quelli per il monitoraggio. Ma pare insomma che ci siamo. E per gli agricoltori questo significa tirare un sospiro di sollievo.

Si parte da 15

Intanto per adesso si partirà con una quindicina di ulivi, per eliminare alcune variabili relative alla modalità applicativa, ci si concentrerà su esemplari di circa 40 anni, in questa prima fase, dopo con le piante secolari.

Al momento i trattamenti su piante adulte sono stati svolti in maniera endoterapica (o idroponica per assorbimento radicale), cioè iniettando nello xilema della pianta al massimo 1 litro di prodotto, per creare un suo biofilm.

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Attualità Bari In Primo Piano News

Architettura green: un bosco verticale e il giardino in terrazza. Il modello a Bari

Immaginate un grande complesso residenziale, nel cuore della città di Bari (quartiere Picone), ma che è anche un’isola verde, a 21 metri d’altezza. L’architettura in Puglia si fa green.

Il giardino pensile

Ed eccolo l’enorme giardino pensile che ha come tetto il cielo, lontano dallo smog, dai rumori, con una pista da jogging e un parco giochi servirà gli ottantotto appartamenti, che saranno realizzati per la fine dell’anno prossimo, in un palazzo storico. I palazzi sono suddivisi su quattro vani scala e su 7 piani, più due piani interrati dove verranno realizzati cantinole, box e posti auto e, oltre alla terrazza attrezzata, un bosco verticale per combattere i cambiamenti climatici.

Si tratta di un unico palazzo che riprenderà le forme e le distanze dal punto di vista urbanistico del precedente edificio: non è previsto nessun aumento in pianta, ma solo un incremento del 15% in altezza. L’edificio storico, che andrà a sostituire il complesso, sarà quello della Gazzetta del Mezzogiorno, giornale storico della Puglia. Ma ne conserverà la memoria. «Stiamo realizzando anche un bosco verticale che ricoprirà due vani scala: all’esterno di questi ci sarà un vero e proprio giardino verde che si estenderà in altezza per circa 500 metri quadri. Anche sul prospetto abbiamo previsto vasconi nei quali inseriremo altro verde – afferma Sandro Scarongella, architetto e coordinatore del progetto – ma oltre ai servizi più innovatici teniamo a conservare la storia di ciò che ha singificato quella struttura». Già l’elemento “storico” , ovvero delle teche che ricorderanno i 42 anni della redazione di Gazzetta trascorsi tra quelle mura.

Unico in Puglia

Oltre a tutti i comfort negli appartamenti, tra cui parcheggi, domotica, riscaldamento a terra e pannelli solari, c’è il Green Rooftop condominiale che rappresenta in tal senso il cuore del complesso, un luogo in cui incontrarsi, star bene insieme, svagarsi, divertirsi. Un unicum nella città di Bari con tutto ciò che serve per il tempo libero, dalla pista da running, al parco giochi per bimbi, fino a un luogo verde dove rilassarsi, tutto sospeso.

Tutto questo significa che, un pezzo per volta, sempre più l’esigenza di creare spazi outdoor dove non c’è solo cemento e asfalto, ma aree verdi, libere, condominiali. «Ciò che ci preme – afferma Scarongella – è sottolineare che per tutto questo abbiamo fatto anche un bussines plan per le spese di chi ci andrà a vivere, insomma non c’è alcuna incognita ed è in assoluto un’idea innovativa di vivere la città».

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Ambiente e Sostenibilità Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, Urso: «Valutiamo anche lo stop». Turco: «E i fondi per la decarbonizzazione?»

«La sentenza della Corte Ue per l’ex Ilva si basa su dati superati», dice così il ministro Adolfo Urso in una intervista a Sussidiario.it anticipando il suo discorso al meeting Cl di Rimini e scoppia la bomba. Il rappresentante del governo non ha dubbi e ricorda che sì il governo è pronto ad affrontare l’eventuale chiusura, ma ricorda pure, tranquillo, le decisioni prese: «Sei mesi fa siamo riusciti a prendere il controllo dell’azienda. Abbiamo attivato tutte le procedure per la messa in sicurezza dello stabilimento e la ripresa produttiva e attivato già le procedure per l’assegnazione a nuovi player produttivi», afferma sicuro. Come dire tutto è fatto, dopo la pubblicazione del bando per poter andare avanti e continuare con la produzione. Tutto qua?

La polemica

A questo punto scoppia la polemica. Al senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco l’affermazione del ministro non piace e si chiede perché «sprecare denaro pubblico con i prestiti concessi per oltre mezzo miliardo di euro destinandoli al rifacimento di altiforni nefasti a carbone e alla trasformazione di Afo 2 a inceneritore dove bruciare tonnellate di plastiche?». Per il parlamentare il ministro non fa altro che sponsorizzare un bando di vendita che, al suo interno, non prevede alcuna riconversione industriale, ma solo la continuità dell’attività della fabbrica. E quel bando a suo dire va annullato.

«Chi decarbonizza?»

«La decarbonizzazione di cui parla il ministro non esiste perche’ non finanziata e non programmata. – attacca Turco – Non si comprende chi dovrebbe realizzarla, né tantomeno come, quando e con quali soldi». E ancora il senatore aggiunge: «La verità è che si continuerà a produrre a carbone così come previsto nella nuova richiesta di Autorizzazione integrata ambientale, scaduta a febbraio 2023 e non ancora approvata», continua l’esponente del M5s.

Da qui la richiesta alla Commissione Europea di approfondire dove saranno «destinati gli ingenti prestiti che il governo ha concesso all’Ex Ilva, se sono compatibili con il Next generation EU, se violano la norma sugli aiuti di Stato e se saranno trasferiti sui futuri acquirenti», dice Turco. E in una stoccata finale, difficile da ignorare aggiunge: «Non vorremmo trovarci al termine di questo lungo processo così oneroso per le casse pubbliche con un pugno di mosche in mano e le tante promesse del ministro Urso evaporate al sole d’autunno». La posizione del M5S è chiara, il bando va annullato, prima di ogni altra cosa vanno cercate e annullate le fonti inquinanti e va avviata una riconversione economica.

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News Puglia Salute

Medici aggrediti in Puglia, Anelli: «La sanità va rifinanziata. Non lavoriamo armati» – L’INTERVISTA

«In questo mese quattro medici hanno denunciato aggressioni in Puglia, noi a lavoro non possiamo andare armati», a parlare è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici.

Presidente ma perchè questa escalation, che cosa sta accadendo?

«Le persone hanno fiducia nei medici è la figura professionale a cui si affidano di più, lo dice una indagine di demoskopica e si aspettano giustamente delle prestazioni di un certo livello, poi per la tempistica, per i mezzi (sempre più scarsi) restano delusi da un servizio. Diciamo la verità il sistema sanitario è al collasso. Siamo in piena emergenza».

Troppi gli episodi di violenza.

«Guardi sono tantissimi, va rivista l’organizzazione in se’ anche per i Pronto Soccorso, per le guardie mediche. Non dimentichiamo a Bari la morte della Labriola, qualche anno fa, uccisa con 57 coltellate. Ma noi che dobbiamo fare? Dobbiamo andare a lavoro armati? E’ stato costituito un osservatorio che dovrebbe registrare un monitoraggio sul fenomeno, ma mi creda qui abbiamo bisogno di fatti concreti, basta parole. Non è più il tempo».

Ma non ci sono dei presidi di sorveglianza?

«Mica ovunque. Pensi a che cosa è accaduto alla collega a Maruggio, in un posto periferico. Lasciata sola. Di notte. Che cosa poteva fare? Forse neanche chiedere aiuto. Va cambiata la logistica, l’organizzazione. Ma subito».

Quando si riferiva che necessitano fatti concreti si riferiva a questo, alla sicurezza?

«Non solo. Vede col governo Draghi sono stati stanziati 15 miliardi, mi riferisco al Pnrr, per ospedali, strutture, tutto perfetto, ma le assunzioni? Chi ci mettiamo dentro? Manca il personale, che non è solo medico, ma anche infermieristico. Abbiamo turni massacranti e medici che vanno via. Ma le ripeto non mi riferisco solo al caso di Manduria, dove la giovane dottoressa ha deciso di gettare la spugna. Sono tanti i casi e attraversano tutta l’Italia, l’altro giorno a Castellammare, subito dopo Manduria».

Che cosa serve?

«Intanto rendersi conto che oramai le parole sono finite, non servono più, non sappiamo che farcene. O c’è un’inversione reale del sistema, oppure ci sarà una grande mobilitazione della sanità perché i cittadini non vogliono perdere questo Sistema sanitario nazionale, che è un diritto di tutti. Invece oggi andiamo sempre di più verso una sanità a pagamento: se i medici vanno via, vanno a lavorare nel privato. La presidente Giorgia Meloni deve intervenire il fatto che i medici pubblici si dimettano è il sintomo che il sistema non regge più. Bisogna intervenire, finanziare di più la sanità. Serve rendere il servizio pubblico più attrattivo perché i medici tornino a volerci lavorare».

Ma in Puglia non stiamo bene?

«Guardi dico solo che in Europa per posti letto l’Italia è tra le nazioni peggiori con un indice di 3.1, in Puglia per posti letto siamo ad un indice del 2.8, 2.7. Non credo proprio che stiamo messi bene».

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Attualità News Taranto

Pulsano, vacanzieri in fuga: paura per l’amianto nell’aria

Fuga di turisti da Pulsano. Chi ha preso casa o alloggia in hotel, dopo gli esami dell’Arpa che rilevano la presenza di amianto nell’aria, ha paura. Prenotazioni annullate e, ciò che è peggio, persone che vanno via in anticipo chi dalle proprie case di villeggiatura, chi dai villaggi turistici.

Gli esami

L’amianto c’è, non c’è alcun dubbio. Ed è stato sprigionato dalle fiamme, dopo l’incendio del 30 luglio scorso al lido Silvana.

La mappa del veleni

Dopo il fuoco che ha divorato tutto, ricordiamolo, l’Arpa ha disposto un’ispezione con tanto di campionamenti e ha prodotto una relazione in cui si conferma la presenza di fibre di asbesto lungo la strada di viale delle Rose e nell’area Eden Park, così come polveri di amianto sono in prossimità di bungalow e nei pressi dell’hotel parco verde.

«Bonificate le strade»

Non c’è storia per l’Arpa si deve provvedere al risanamento anche delle strade pubbliche aperte al traffico veicolare e pedonale. «Pertanto – scrive Arpa Puglia nel documento – è opportuno che si provveda in tempi brevi alla bonifica dell’area mediante rimozione di tutti i materiali pericolosi presenti, attività che dovrà essere svolta da una Ditta di Bonifica Specializzata. Bisogna inoltre prevedere una messa in Sicurezza di Emergenza al fine di ridurre l’eventuale dispersione di fibre di amianto nella matrice aria. Si ritiene necessario procedere con sollecitudine alla bonifica delle strade pubbliche aperte al traffico veicolare e pedonale in prossimità del sito in oggetto dove sono stati rinvenuti alcuni frammenti».

E’ scritto nell’ordinanza. Non è una previsione allarmistica, ma un dato scientifico. Sia chiaro le fibre di amianto se non si “sfladano” non sono pericolose, ma se si disperdono nell’aria sì.
In fondo il risanamento completo dall’amianto nelle strutture non è mai avvenuto, ma se appunto messe in sicurezza non c’è alcun tipo di problema.

L’ordinanza del sindaco

Intanto il sindaco di Pulsano Pietro D’Alfonso, ha convocato un consiglio comunale il 30 di agosto che ha come tema proprio l’incendio e la bonifica. E ha ordinato l’immediato risanamento con tanto di ordinanza, ad horas, poche ore dopo la relazione dell’Arpa. Di più il Comune non poteva fare. Ma chi ha preso casa in questi giorni di agosto, chi è nei bungalow o in hotel sta andando via, anche perchè è proprio l’area della marina ad essere interessata alla dispersione di amianto nella zona, quella appunto andata a fuoco e che ha protato alla morte di una anziana villeggiante, praticamente rimasta bruciata perchè non ha fatto in tempo a scappare.
Oggi però è davvero il caso di dire che per Pulsano non c’è pace. I turisti non reggono allo stress e alla paura. E la bonifica ha comunque bisogno di sessanta giorni di tempo, prima che sia compiuta. Non è cosa semplice. Ad oggi il paesaggio nella zona è spettrale.
E si fa avanti da parte dei residenti l’idea di costituirsi in comitato. «E’ una tragedia per noi che viviamo qui, non solo per i rischi alla nostra salute, ma anche per tutto ciò che a livello economico comporta questo disastro», dice Lucia D’Ettorre, una delle persone che vivono la marina per tutto l’anno.

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News Politica Taranto

Taranto, Delmastro in visita al carcere: «Più assunzioni e investimenti»

Nel carcere di Taranto ci sono oltre 900 detenuti, ma la struttura penitenziaria è fatta per accoglierne la metà. Chiusi, col caldo, in tre metri quadrati di cella sono in tanti. Ieri il sottosegretario Andrea Delmastro è arrivato qui in uno dei carceri affollati d’Italia e non ha avuto dubbi a raccontare il piano del governo.

Le promesse

«Ho raccontato a uomini e donne della Polizia penitenziaria dello sforzo che abbiamo fatto sulle dotazioni: 10.250 scudi antisommossa, 10.250 caschi antisommossa, 25mila guanti antitaglio operativi, interventi degni di una forza di polizia. – dice Delmastro – Ancora, il gruppo di pronto intervento operativo che garantira’ un intervento entro un’ora in tutti gli istituti che entrano in difficolta’ affiancando uomini e donne della Polizia penitenziaria».
E ancora il sottosegretario specifica tutto ciò che prevede il futuro per le carceri, addestramento, ma anche educatori, perchè la pena sia sì punitiva, ma anche un modo per imparare poi a vivere: «Abbiamo saturato, per la prima volta nella storia della Repubblica – ha proseguito Delmastro -, le piante organiche degli educatori» e poi una stoccata al centrosinistra: «Gli altri parlavano di educazione e trattamento in termini retorici in qualche salotto televisivo, io ne parlo poco ma ho saturato le piante organiche. Un investimento recentissimo con una indennita’ specifica di funzione per chi sta all’interno di un istituto, si chiama indennita’ di disagio». E non solo, pensando al futuro il sottosegretario promette.

Vantaggi per chi assume

«Lavoreremo sulla legge Smuraglia – ha poi sostenuto il sottosegretario – per raccontare agli imprenditori con un dossier particolare quali sono i grandi e tanti vantaggi fiscali nell’assunzione di detenuti che possono essere gia’ formati all’interno degli istituti per i bisogni delle aziende per poi uscire formati e godere dei privilegi fiscali che assicura la legge. – e aggiunge – Molto spesso gli imprenditori non li conoscono. Ne approfitto – ha detto il sottosegretario alla Giustizia – per fare un appello alle Unioni industriali e alle associazioni datoriali di tutta Italia e quindi anche della Puglia: fate conoscere i vantaggi della legge Smuraglia».

I suicidi

Non dimentica nulla il sottosegretario, neanche ciò che è accaduto negli ultimi mesi, perchè d’estate tra il caldo e le celle affollate, c’è anche una percentuale molto alta di suicidi, come fare, la parola che usa il politico è «umanizzare», aggiungendo:«E’ un tema drammatico quello dei suicidi, che pero’ rimangono misteriosi nelle loro motivazioni. E’ evidente che noi, in ogni caso, dobbiamo dare una risposta. La prima e’ umanizzare la pena per il tramite di spazi detentivi congrui, normali, corretti. E qui i 255 milioni di edilizia penitenziaria consentiranno di recuperare 7mila su 10mila posti detentivi», ha affermato.

La custodia cautelare

Inoltre il sottosegretario ritinee che troppo è stato l’uso della custodia cautelare.
«Basti pensare – ha sostenuto Delmastro – che su 60mila detenuti, ne abbiamo 15mila in custodia cautelare, cioe’ persone presunte innocenti o comunque non colpevoli. C’e’ bisogno di bilanciare due interessi: quello del principio di non colpevolezza e quello di arrestare il crimine prima che possa nuovamente delinquere. Bilanceremo questi due criteri – ha annunciato Delmastro – senza privare la Magistratura di uno strumento importante di contrasto alla criminalita’, in particolar modo quella organizzata, che sono le misure cautelari». Il sottosegretario Delmastro e’ stato accompagnato nella visita al carcere di Taranto dai parlamentari di FdI Dario Iaia e Giovanni Maiorano.

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Attualità Basilicata News Puglia

Emergenza caldo in Puglia e Basilicata, in città l’estate si allunga e di notte è come essere ai Tropici

Le città sono le zone che ancor di più risentono del cambiamento climatico e che fanno in modo che si formino “isole di calore”, ovvero zone ancor più calde rispetto all’area a causa del cemento e dell’asfalto. Che accade? C’è caldissimo per mesi e poi temporali improvvisi, con grandinate, anche catastrofiche. Tutto questo crea difficoltà all’ambiente, ma anche all’erogazione dei servizi primari. Per quanto riguarda l’Italia, Istat rileva che la temperatura media nel 2020 è pari a 16,3°C con 0,3°C di aumento rispetto al valore medio del decennio 2006-2015. Se invece si vanno a considerare i capoluoghi di regione, la temperatura media si assesta a 15,8°C.

Notti tropicali

E questo porta, nelle città, a giornate con picchi di calore estremo, complice anche la mancanza di verde e a notti bollenti, tropicali, il cambiamento climatico addirittura aumenta, rispetto al 2020 i giorni estivi (si considerano giorni estivi quelli che hanno una temperatura superiore ai 25 gradi) risultano sempre di più (oltre 90). A Mantova per esempio nel 2020 ci sono state 36 giornate d’estate in più. E se Napoli ha il record di notti tropicali (quando la temperatura non si abbassa), non è da meno Bari che in tre mesi, conta 20 notti in cui il caldo non si è placato e l’umidità ha fatto da padrona.

Puglia e Basilicata

La variazione dei giorni estivi tra 2020 e il valore medio registrato tra 2006 e 2015 nei capoluoghi italiani mostra che in Puglia, per la precisione a Brindisi, la differenza tra il 2020 e la media calcolata tra il 2006 e il 2015 porta a contare 6 giorni di estate in più. E nel 2020 il numero di giorni caldi è in aumento rispetto agli anni che vanno dal 2006 e il 2015. A Potenza, capoluogo della Basilicata la differenza tra il 2020 e la media calcolata tra il 2006 e il 2015 porta a due giorni d’estate in più, nel 2020 dunque il numero di giorni caldi è in aumento.

Ai mantengono invece stabili o comunque non in eccessivo aumento le temperature di altre città pugliesi, come Taranto dove la differenza dei giorni di caldo tra il 2020 e la media tra il 2006-2015 è di sei giorni e dunque i giorni di caldo record nel 2020 sono comunque in calo.

Il caldo è chiaramente percepito sempre più dove nelle città non c’è altro che asfalto e cemento e pochi giardini.

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Attualità Italia

“Mini serrata” nei lidi, ombrelloni chiusi per due ore: scioperano i balneari

Balneari in sciopero, in tutta Italia, ma per metà. Contro l’applicazione della direttiva europea Bolkenstein che richiede non più concessioni tramandate da padre in figlio, non più proroghe per i beni demaniali, ma gare pubbliche che garantiscano equa concorrenza, scende in campo Sib e Fiba (i sindacati dei balneari), pronti a scioperare contro il governo. Per due ore oggi gli ombrelloni daranno chiusi fino alle 9.30.

La spaccatura

Assobalneari però non aderisce. E anche all’interno dei sindacati che promuovono la “serrata” degli ombrelloni, c’è chi dice no.

Il caso Brindisi

Basti pensare che Fabrizio Santarsola, aderente al Fiba Confesercenti e titolare di un lido, lungo il litorale di Fasano, in provincia di Brindisi dice che non aderirà, nonostante sia la sua associazione a promuoverlo: «Lo sciopero non è una buona mossa, la mia proposta – spiega l’imprenditore – era di fare già da maggio una campagna d’informazione entrando nel cuore delle persone sulla storia della balneazione attrezzata in Italia». E pi guardano all’Europa aggiunge: «La situazione – prosegue – andava gestita a monte diversamente. Hanno risolto al 100% in Spagna e Portogallo con 75 anni di proroga, in Francia l’ultima parola è del sindaco che decide a chi dare la concessione a chi offre maggiori garanzie: e chi ne offre di più se non un concessionario che conosci da decenni? In Italia c’è un interesse sulla balneazione attrezzata fortissimo. Grossi gruppi industriali stanno comprando alberghi bellissimi, anche in Puglia, ed hanno bisogno dello sbocco a mare».

Locandine e slogan

Intanto chi aderisce allo sciopero ha tappezzato i lidi di manifesti e locandine, l’obiettivo è essere ascoltati dal governo che dovrebbe fare una legge per “superare” la direttiva europea, in quanto è stata fatta una mappatura che dimostra che in Italia la fascia costiera è così lunga che, oltre ai lidi attrezzati e dati in concessioni decennali e più, ci sono anche spiagge libere che possono essere messe a gara. Insomma una norma che non annulli chi ha messo su 30, 40 anni fa lidi attrezzati di tutto punto, certo impiegando risorse economiche, ma anche usufrendo di beni demaniali.

«La posizione dell’Europa sul tema è netta, riteniamo però necessario trovare una mediazione tra i principi europei e i diritti dgli imprenditori italiani, che hanno affrontato importanti investimenti contando sulla continuità, su un patto fiduciario che è venuto meno. Speriamo – dice Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti – che il dossier torni sul tavolo del governo al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa».

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Ambiente e Sostenibilità News Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, il ministro ai sindacati: «Spero nel 2025». L’Ispra denuncia: «Nei test troppi veleni»

«Nessuna risposta concreta sulle numerose vertenze aperte, che interessano da anni migliaia di lavoratori, e sulla gestione degli effetti della transizione ecologica», lo dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm , all’uscita dell’incontro al Mimit con il ministro delle Imprese Adolfo Urso che invece snocciola dati e si dice soddisfatto per le oltre tre ore di incontro con i segretari confederali e i segretari dei metalmeccanici sulla politica industriale «che stiamo realizzando finalmente nel nostro paese e che ha già segnato dei dati estremamente positivi, oltre 800mila occupati in più dall’inizio della legislatura, oltre 66mila in più nell’industria manifatturiera e quasi tutti a tempo indeterminato, tra l’altro con una politica per il lavoro che è stata contraddistinta dal taglio del cuneo fiscale», dice il ministro.

L’auspicio

Il piano Made in Italy però non è ancora chiaro sull’ex Ilva di Taranto, il ministro si augura che entro la fine dell’anno o nella prima parte del 2025 «ci saranno dei player industriali di valore che possano rilanciare con noi quello che può tornare ad essere il principale sito siderurgico green d’Europa». L’Usb lo dice a gran voce a quella riunione è stato chiesto che sia lo Stato il regista e il garante, è della stessa idea la Cgil: «Per dare un futuro al nostro Paese fondato sul lavoro e sulla giustizia sociale, abbiamo chiesto quindi che il confronto e la discussione avvengano a palazzo Chigi, con la presidenza del Consiglio e tutti i ministeri coinvolti, con le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali», dicono il segretario generale della Cgil Michele Landini e il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma.

La negoziazione

Il bando alla ricerca dei player è stato pubblicato ieri e, entro il 20 settembre inizieranno le procedure di negoziazione per il ministro. Ma i sindacati chiedono un incontro a Palazzo Chigi. Non basta un ministro solo per trasformare una azienda e decarbonizzarla.

La denuncia dell’Ispra

E mentre si parla di industria green e di decarbonizzazione a Roma ecco che arrivano i dati dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ebbene il 20 e il 22 luglio dalle acque analizzate, per quanto riguarda i controlli per gli impianti statali soggetti ad Aia, ci sono superamenti di cromo, azoto, ferro, fenoli. Tutti che superano la media concessa. I dati sono stati trasmessi in Procura, al ministero dell’Ambiente e all’Arpa Puglia. Pare che ad oggi nulla sia cambiato, anche con i commissari: l’ex Ilva continua ad avvelenare Taranto, in fondo quei canali sfociano nel mar Grande.

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