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Attualità Bari News

Bitonto sommersa dai rifiuti, il consigliere Natilla: «Sconvolto dagli abbandoni». Chieste misure drastiche

Il consigliere comunale di minoranza Franco Natilla ha lanciato nuovamente un grido d’allarme sulla grave situazione di abbandono di rifiuti che sta interessando il territorio bitontino. Dopo aver ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini, Natilla ha effettuato un sopralluogo in diverse zone della città, documentando con foto e video la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto.

Le strade invase

«È inaccettabile che un pugno di incivili deturpino il nostro territorio e inquinino l’ambiente – ha dichiarato Natilla – Ho visitato strade come via Megra, via Traiana e la Poligonale e sono rimasto sconvolto dalla quantità di rifiuti abbandonati».

Le richieste

Il consigliere ha inviato una nota al sindaco Ricci, chiedendo un intervento immediato e deciso. Tra le proposte avanzate con urgenza, Natilla ha chiesto di incrementare le attività di controllo del territorio, utilizzando fototrappole, droni e pattuglie. Il consigliere ha anche proposto di pubblicare con cadenza mensile un resoconto delle sanzioni ai trasgressori, diffondendo le immagini dei responsabili, nel rispetto della privacy.

Le denunce

Natilla ha invitato il sindaco a denunciare i colpevoli alle autorità competenti, ricordando che l’abbandono di rifiuti è un reato punibile con l’arresto e una salata multa: inoltre ha proposto di coinvolgere la Polizia Provinciale in azioni di contrasto al fenomeno. «Non possiamo più tollerare questa situazione – ha affermato Natilla – È necessario un intervento deciso e coordinato di tutte le istituzioni coinvolte per ripulire il nostro territorio e punire i responsabili». Infine l’appello a un’azione urgente: «Non è più tempo di indugiare – ha concluso Natilla – Bisogna passare all’azione con grande decisione e determinazione».

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Brindisi News Salute

San Raffaele a Ceglie, l’Asl pronta a subentrare ma il Tar sospende la delibera

Continua con colpi di scena quotidiani la vicenda del passaggio del centro di riabilitazione di Ceglie Messapica dalla Fondazione San Raffaele alla regione Puglia. Ultima novità in ordine di tempo è la decisione di sabato scorso del Presidente del TAR Lecce, Antonio Pasca, di sospendere la delibera della ASL di Brindisi che estrometteva la Fondazione San Raffaele dalla gestione del Centro a partire dalla data odierna.

La posizione di Amati

Secondo Amati, questa decisione è «un’assurdità logica oltre che giuridica», in quanto permette la continuità di un servizio sanitario con medici privi dei requisiti professionali necessari. «Non penso che il Presidente Pasca avrebbe fatto la stessa cosa se ad aver bisogno di cura fosse stato un suo parente», ha affermato il consigliere regionale.

«Dopo aver appreso – prosegue caustico Amati – l’insufficienza di tutti i requisiti clinico-organizzativi, cosa avrebbero dovuto fare, secondo il Presidente del Tar, la Regione e la ASL? Fare un applauso? Attendere l’udienza del 4 settembre? E nel frattempo magari pregare il buon Dio per tenere i pazienti indenni dalla malattia o magari dalla morte?»

Le perplessità

Il consigliere regionale ha inoltre sollevato dubbi sulla possibilità che un tribunale autorizzi la continuità di un’attività sanitaria condotta da medici non specializzati. «Se in un TAR non vi può essere un Presidente privo della laurea in giurisprudenza, com’è possibile che in un ospedale possano esserci medici privi del diploma di specializzazione nella disciplina specifica richiesta dalla legge?», ha affermato.

Amati ha chiesto all’avvocatura regionale di richiedere la revoca del decreto emesso dal Presidente Pasca, sottolineando come sia in gioco la salute dei pazienti e non l’orgoglio di un singolo magistrato.

Inoltre ha sollevato una questione di responsabilità: «Dovesse succedere qualcosa sino al 4 settembre, chi risponderà delle cure inappropriate ai pazienti? Il TAR di Lecce?»

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Brindisi News Salute

Amati denuncia: «Al San Raffaele di Ceglie medici senza titolo curavano malati gravi»

Il consigliere regionale Fabiano Amati ha lanciato un allarme gravissimo sulla gestione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Secondo una recente relazione del Dipartimento di prevenzione della ASL di Brindisi, all’interno della struttura sarebbero stati impiegati medici privi dei titoli necessari per svolgere le proprie funzioni.

«Medici che dichiarano di essere specialisti in odontostomatologia e che solo per anzianità di servizio, ma è cosa da dover verificare, potrebbero svolgere le relative funzioni. Medici non idonei alle funzioni di riabilitazione perché con specializzazioni in psicoterapia, medicina dello sport, cardiologia con contratto libero-professionale, anestesia e rianimazione con contatto di consulenza a chiamata, medicina fisica e riabilitazione destinati a guardia attiva pomeridiana o notturna, odontostomatologia, ginecologia e ostetricia, nonché privi di specializzazione», ha denunciato Amati.

Anni di inadempienze

La situazione, secondo il consigliere regionale, sarebbe perdurata per anni, con i pazienti affidati a professionisti non specificamente qualificati. «Certo, si tratta di professionisti che meritano rispetto – chiosa Amati – per tutto ciò che hanno fatto negli anni e depistati da un’attività assunzionale della Fondazione San Raffaele non aderente alla legge. Ed infatti bisognerà capire come e in che modo si potrà salvaguardare il loro apporto nella nuova stagione del servizio pubblico».

Il dito di Amati è puntato contro la Fondazione San Raffaele: il consigliere ha infine annunciato l’intenzione di portare la questione all’attenzione delle autorità, tra cui il Governo, la Procura della Repubblica e il TAR, presso cui a breve si discuterà il futuro del centro.

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Brindisi News Salute

Ospedale “Perrino”, pazienti trasferite in Chirurgia generale: Asl Brindisi nella bufera

Non accennano a placarsi le polemiche in merito alla decisione della direzione generale della Asl Brindisi di chiudere temporaneamente il reparto di chirurgia plastica dell’ospedale “Perrino”, ma soprattutto di allocare i posti letto di chirurgia senologica e ricostruttiva presso la chirurgia generale. É proprio questa l’origine della polemica innescata da Raffaella Argentieri, presidente della fondazione Tonino Di Giulio, associazione brindisina molto attiva su problematiche legate alla salute e all’ambiente: «Mi verrebbe da dire – dice Argentieri – che siamo passati dalle stelle alle stalle: è davvero grave che le pazienti della Breast unit siano state spostate nella chirurgia generale. La cosa che più ci addolora è la mancanza di chiarezza da parte dell’Asl: per quanto tempo si andrà avanti così? È davvero temporanea oppure è una di quelle temporaneità a lungo termine?».

Programmazione sanitaria

Argentieri riprende il tema che già la segretaria provinciale della Cgil Chiara Cleopazzo aveva affrontato qualche giorno fa: la mancanza di programmazione sanitaria porta a questi problemi, come sottolineava la sindacalista, perché a fronte dell’irrinunciabile diritto alle ferie del personale medico e ausiliario, l’unica soluzione che si riesce a trovare è quella della chiusura dei reparti. E ormai niente sembra più “definitivo” di alcune chiusure temporanee.

«La Breast unit di Brindisi – incalza la presidente della Fondazione – è un’eccellenza a livello italiano, nazionale: è un fiore all’occhiello della Asl, tanto che vi si rivolgono donne dalle province viciniori, quindi Lecce e Taranto, ma anche dal sud barese e a volte perfino dalla Bat. Il personale ha ricevuto premi dalla fondazione Veronesi, e non solo, a testimonianza dell’altissimo valore delle prestazioni fornite a un’utenza purtroppo sempre più ampia. Addirittura un mese fa era stata diffusa la notizia che la Breast unit sarebbe diventata un’unità complessa: tanto complessa da chiudere?».

Tagli insopportabili

Sembra proprio un paradosso: nonostante il continuo aumento di casi di patologie tumorali al seno e la necessità di potenziare sempre di più i servizi offerti a pazienti di sesso femminile e anche maschile, ci si ritrova ad assistere impotenti a tagli sempre più pesanti in tutta la sanità.

«Noi non siamo più disposti a sacrificare l’assistenza – prosegue Argentieri -, anzi direi proprio il diritto alla salute che la costituzione sancisce, in nome di meri obiettivi economici. Accanto a noi, in questa nostra lotta, ci sono anche altre fondazioni e associazioni: d’altro canto il dottor Tonino Di Giulio è stato un pioniere dell’oncologia in territorio brindisino, tra i primi a introdurre le mammografie e i pap-test quando ancora di queste tecniche non si parlava. Per noi è un dovere continuare a batterci per mantenere alto lo standard di cura: quando dovrebbe terminare questa allocazione tra virgolette temporanea? Se la Asl ci risponderà che il 1° settembre, per esempio, tutto ritornerà come prima, ci troverà alle porte del “Perrino” nella prima mattinata di quel giorno a verificare che effettivamente tutto sia stato ripristinato».

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Tragedia nel Tarantino: 30enne morto sulla spiaggia di Chiatona

Una serata al mare si è trasformata in tragedia sulla spiaggia di Chiatona. Il corpo senza vita di un 30enne, originario di Palagiano, è stato rinvenuto questa mattina da alcuni bagnanti.

Le prime ipotesi degli inquirenti parlano di un malore improvviso che potrebbe aver stroncato la vita del giovane. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e le forze dell’ordine, che hanno avviato le indagini per chiarire la dinamica dell’accaduto. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia sul corpo per stabilire con certezza le cause del decesso.

Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni e cercando eventuali video che possano fornire indizi utili. La spiaggia di Chiatona, in questo periodo dell’anno, è molto frequentata, e non è escluso che qualcuno possa aver assistito a momenti cruciali.

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Cronaca

Brindisi, festeggia il Ferragosto in spiaggia e viene colpito da un proiettile vagante: ferito un giovane

Una “bravata” che poteva finire in tragedia nella notte di Ferragosto a Campo di Mare. Mentre un gruppo di ragazzi festeggiava in spiaggia, un proiettile vagante ha colpito di striscio uno di loro al polpaccio.

L’episodio, avvenuto nei pressi di un lido, è ora al centro delle indagini dei carabinieri. Secondo le prime ricostruzioni, alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi da una zona sopraelevata rispetto alla spiaggia, colpendo il giovane mentre si trovava con i suoi amici.

Fortunatamente, le condizioni del ragazzo non destano preoccupazione, ma l’accaduto ha scosso la comunità locale. L’ipotesi più accreditata è che i colpi siano stati esplosi durante i festeggiamenti di Ferragosto, un’usanza purtroppo ancora diffusa in alcune zone.
Le forze dell’ordine stanno lavorando per identificare il responsabile del gesto e chiarire la dinamica dell’accaduto.

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Brindisi News Salute

Brindisi, chiude la chirurgia plastica al Perrino. La segretaria Fp Cgil Cleopazzo: «Inizia la sanità differenziata»

Un grave deterioramento del sistema sanitario pubblico a Brindisi: è quello che denuncia Chiara Cleopazzo, segretaria provinciale della Fp Cgil, deterioramento che ha portato alla chiusura “temporanea” della chirurgia plastica del Perrino a far data da ieri. «A causa di un’atavica mancata programmazione sanitaria e insufficienti investimenti economici nel nostro territorio, ovvero nella ASL BR, la sanità è già differenziata anche in relazione alle altre aziende sanitarie della Puglia. Il dato più rilevante è rappresentato dal rapporto posti letto/abitanti che ci vede ultimi in Puglia con numeri da “terzo mondo”».

La questione della chirurgia

Poi l’affondo diretto su una questione appena creatasi: la situazione della chirurgia. «La mancata programmazione sanitaria – come sopra evidenziato – avvenuta in questi anni passati sta determinando, quindi, un ulteriore smantellamento del sistema sanitario Brindisino. Questo è accaduto, nella giornata di oggi, con provvedimento aziendale urgente, si è deciso, in sostanza, di chiudere chirurgia plastica con una serie di articolazioni organizzative da adottare; di allocare i posti letto di Chirurgia Senologica e Ricostruttiva presso

La Chirurgia Generale.

Tali provvedimenti – accusa ancora Cleopazzo – vengono definiti urgenti, così come avvenuto tempo fa nel P.O. Camberlingo di Francavilla Fontana dove fu chiuso “temporaneamente” il punto nascita. Perché poi, tra l’altro, sulle temporanee chiusure di servizi e reparti occorre constatare che nulla sta diventando di più definitivo delle chiusure temporanee».

La “sanità differenziata”

«La situazione denunciata merita, oggi e non domani, risposte straordinarie – conclude la segretaria -, perché il rischio concreto è di avere meno cure e più morti, ma soprattutto non è accettabile anticipare a Brindisi la “sanità differenziata” anche per dare coerenza alla battaglia politico/istituzionale di opporsi alla scellerata scelta del governo nazionale di attuare l’autonomia differenziata».

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Brindisi Cronaca News Puglia

Morte Lorys Bellapianta, l’amico alla guida positivo all’alcol test: disposta l’autopsia

Novità emergono dalle prime indagini sulla tragedia a Torre Santa Sabina, dove un giovane di 19 anni, Lorys Bellapianta, ha perso la vita in un incidente stradale. Il fatto è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 3:30, in via Basento.
Il conducente dell’auto, un 19enne anch’egli di Busto Arsizio, è stato iscritto nel registro degli indagati. Il ragazzo sarebbe stato trovato positivo all’alcool test e negativo ai drug test.

L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto, finalizzato a garantire una completa e approfondita indagine da parte del pm Francesco Carluccio.

L’autopsia farà chiarezza

Per fare piena luce sulla tragedia, è stata disposta l’autopsia sul corpo del giovane. L’esame autoptico, che sarà eseguito oggi alle 15 dal medico legale Domenico Urso, dovrebbe fornire elementi decisivi per stabilire le cause del decesso e chiarire se vi siano state eventuali responsabilità.

Un mistero da risolvere

L’incidente presenta alcuni aspetti ancora da chiarire. L’auto non è entrata in collisione con altri veicoli e il conducente non sembra aver perso il controllo del mezzo. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, non si esclude quella di un gesto involontario o di un tragico scherzo finito male.

Anche per questo motivo la fattispecie dell’ipotesi di reato sarebbe quella di “omicidio stradale”, anche se in questo caso ci sono diverse anomalie: infatti il giovane alla guida non avrebbe posto in atto le condotte tipiche contemplate nella descrizione del reato di cui all’articolo 589 bis del codice penale.

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Ambiente e Sostenibilità Brindisi News

Brindisi, il canale Patri a rischio idrogeologico: «È urgente ripristinare la sicurezza»

L’Amministrazione comunale ha lanciato l’allarme sulle condizioni del canale Patri, che rischia di diventare una seria minaccia per la città in caso di maltempo. L’assessore ai Lavori Pubblici, Cosimo Elmo, e l’assessora all’Ambiente, Livia Antonucci, hanno effettuato ieri un sopralluogo lungo il corso d’acqua e hanno constatato di persona la presenza di una copiosa vegetazione spontanea che ostruisce il letto e le pareti del canale.

Rischio esondazioni

Questa situazione, già verificatasi in passato, potrebbe aggravare il rischio idrogeologico in caso di piogge abbondanti. Le radici delle piante, infatti, erodono le sponde e riducono la capacità di deflusso delle acque, aumentando la probabilità di allagamenti e smottamenti.

Intervenire con urgenza

L’Amministrazione comunale ha quindi inviato una nota urgente al Consorzio dell’Arneo, ente responsabile della manutenzione del canale, chiedendo un intervento immediato per rimuovere la vegetazione e ripristinare le condizioni di sicurezza.

Misure drastiche in caso di inerzia

Gli assessori Elmo e Antonucci hanno sottolineato la gravità della situazione e hanno avvertito che, in caso di mancato intervento da parte del Consorzio, l’Amministrazione comunale sarà costretta a prendere provvedimenti drastici: «L’ente locale agirà in danno, a tutela della incolumità dei cittadini di Brindisi».

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Brindisi News Sviluppo e Lavoro

Ceglie Messapica, sindacati contro “San Raffaele”: «Nessuna apertura sulla vertenza»

È battaglia aperta tra lavoratori, sigle sindacali, esponenti politici e amministratori della Fondazione San Raffaele sul centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Tra atti regionali, provvedimenti governativi e ricorsi al Tar, la polemica non accenna a placarsi: dopo l’incontro che si è svolto in prefettura a Brindisi sulla vertenza dei lavoratori del centro di riabilitazione sanitaria, le segreterie territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciano la chiusura della struttura nel tentativo di mediare nella vertenza in atto.

«Nonostante le ampie garanzie – attaccano le sigle – la vera nota stonata è stata caratterizzata dal management del San Raffaele che non ha mostrato alcun segnale di apertura e collaborazione in merito alle istanze rappresentate dalle organizzazioni sindacali, le quali ovviamente si sono dichiarate insoddisfatte e pronte ad intraprendere tutte le azioni di mobilitazioni necessarie a tutela dei lavoratori, fino ad arrivare allo sciopero».

Richieste inascoltate

Diverse le questioni sollevate dai segretari territoriali «in merito al mancato adeguamento contrattuale e al ritardato pagamento delle spettanze stipendiali del personale a partita Iva fermo al mese di aprile, nonostante la Asl Brindisi versi puntualmente al San Raffaele quanto dovuto».

Dall’altro capo del tavolo, la Asl, che «ha mostrato grande interesse sull’intera vicenda poiché – evidenziano i sindacati – non solo si è trovata a fronteggiare i pignoramenti verso terzi pervenuti a seguito dei decreti ingiuntivi attivati dai lavoratori, ma si sta operando in vista della definizione del piano attuativo regionale con una ricognizione del personale esistente avviando le necessarie interlocuzioni con la regione, per il riconoscimento della copertura finanziaria».

La solidarietà di Amati

Dal consigliere regionale Fabiano Amati arrivano parole di solidarietà: «Una vertenza semplice, con i lavoratori impegnati a collaborare per garantire il futuro pubblico del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, viene complicata dalla prepotenza della Fondazione San Raffaele, incapace di riconoscere che da 24 anni svolge senza alcuna gara una funzione pubblica, che negli anni è stata costantemente remunerata attraverso artifizi e raggiri sui numeri di posti letti, relativa distribuzione dei codici e illegittima compensazione del canone di locazione.

E il tutto in condizioni di assistenza sanitaria decisamente inadeguate e condizioni di lavoro inconcepibili in qualsiasi azienda, figurarsi in una struttura pubblica e pienamente inserita nella rete ospedaliera pubblica. Sono solidale con tutti i lavoratori e le loro ottime rappresentanze sindacali, per l’iniziativa di mobilitazione in atto e per la resistenza a ogni atto subdolo d’intimidazione psicologica».

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