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Maratea, l’ex ministro Fioramonti: «Un porto indecente». La replica: «È un gioiello»

«Al porto di Maratea hanno da sempre attraccato panfili di tutto rispetto e la struttura presenta servizi ottimali. Le dichiarazioni di Fioramonti sono discriminanti e non rispettose dei lavoratori», così, Biagio Salerno, presidente del Consorzio turistico di Maratea risponde all’ex ministro dell’Istruzione che in un post su Facebook ha definito «vergognoso» e «indecente» il Porto di Maratea, invitando gli utenti a non andarci. Non si è fatta attendere nemmeno la risposta di Pasquale Pepe, vice presidente della Regione Basilicata e assessore alle Infrastrutture, Reti Idriche, Trasporti e Protezione civile.

Le accuse

L’ex ministro, arrivato avant’ieri a Maratea, avrebbe ormeggiato nei posti riservati alle barche più grandi e lussuose. «Maratea – si legge nel post pubblicato da Fioramonti – è una cittadina carina e curata, anche se spesso sopravvalutata. Ma devo dire che il porto è davvero indecente, vergognoso: fanno pagare un posto barca 250 euro al giorno, il doppio di Procida e sei volte il porto di Trani. C’è un traffico continuo di barchette che urtano altre barche e non ci sono servizi igienici. Raccomando a chi ama la navigazione di evitare il porto di Maratea. Ci sono tanti posti belli in Italia, dove ti trattano con qualità e professionalità e lo fanno a prezzi decenti».

La risposta di Salerno

È un «comportamento non adeguato a un uomo delle istituzioni, che è stato titolare del dicastero dell’Istruzione», non ha dubbi Biagio Salerno nel commentare il post dell’ex ministro. «Ovvio che le parole di Fioramonti – continua – non sono state prese bene dagli operatori turistici e dai marateoti. Al porto di Maratea hanno da sempre attraccato panfili di tutto rispetto. La struttura offre servizi ottimali, compresi quelli igienici che sono ben tenuti». «Vogliamo discutere di come migliorarli ancora? Facciamolo, siamo aperti al confronto, a giudizi e messaggi costruttivi e non penalizzanti. Forse l’ex ministro non è abituato a pagare i servizi», conclude Salerno. Immediata la risposta di Pepe. A suo avviso, i commenti di Fioramonti su Maratea sono «ingenerosi e fuorvianti».

Qualità e turismo

«La qualità ricettiva di Maratea – evidenzia Pepe – soddisfa gli standard più elevati ed è ogni anno meta di turisti e star internazionali estasiate dal mix di bellezza e accoglienza, unitamente a una pregevole offerta enogastronomica. Il porto è un piccolo gioiellino e non mi risultano criticità per usufruire dei servizi igienici». «Ha ragione Fioramonti – conclude Pepe – quando afferma che in Italia ci sono tanti posti belli, ma tra questi si inserisce anche Maratea e lo straordinario capitale umano di imprenditori, lavoratori e lavoratrici che meritano rispetto».

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Potenza, rotte e rubate le sdraio in piazza Prefettura: la denuncia del sindaco Telesca

Atti vandalici a Potenza, rubate e rotte le sedie sdraio posizionate dall’amministrazione comunale nella centralissima piazza Prefettura per offrire ai cittadini uno spazio comune di discussione. A denunciare l’accaduto è il sindaco Vincenzo Telesca, che in un post su Facebook ha espresso tutto il suo disappunto. «Le autorità competenti sono già al lavoro per individuare i responsabili. «I vandali non resteranno impuniti, continueremo a lavorare per il bene e la bellezza della nostra città», ha detto il primo cittadino.

L’iniziativa

Non erano delle semplici sedie sdraio. Erano state messe in piazza Prefettura circa una settimana fa, con l’obiettivo di invitare i potentini ad accomodarsi e discutere insieme. L’idea di partenza: creare un luogo di aggregazione, partecipazione e condivisione dove poter esprimere le proprie idee sul ruolo della città e dei suoi spazi pubblici anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici come i codici QR. L’iniziativa è stata lanciata dal Comune in collaborazione con il Cluster «Basilicata Creativa». Quanto alle risorse economiche per avviarla, il sindaco di Potenza ha spiegato che «non ha comportato alcun costo per le casse comunali». «“Basilicata creativa” – ha detto Vincenzo Telesca – ha deciso di farsi carico di tutte le spese, rinunciando persino alle poche decine di euro che erano inizialmente state stanziate dal Comune per la stampa».

La denuncia

«È stato meraviglioso vedere i tanti cittadini – ha aggiunto il sindaco Telesca – usufruire di questi spazi e manifestare le loro opinioni, in un modo simile a quanto avviene da sempre a Londra con lo Speakers’ Corner a Hyde Park e in molte altre città del mondo con iniziative similari, vedi Time Square a New York. Non posso tuttavia non nascondere il mio disappunto per quella piccola minoranza che ha dimostrato inciviltà, rompendo e/o rubando le sdraio. Questo atto non rappresenta la civiltà, l’educazione e il buon senso della nostra comunità». «Potenza – ha continuato il sindaco – è una città di sani principi e le iniziative a suo favore non saranno mai compromesse da un manipolo di malintenzionati» «Continuiamo – ha concluso Telesca – con la determinazione di sempre per il bene della nostra città, insieme». Non si conoscono ancora i responsabili. L’amministrazione comunale ha, tuttavia, fatto sapere di aver chiesto la collaborazione delle autorità competenti affinché si faccia luce sul caso anche attraverso le registrazioni delle videocamere di sorveglianza presenti in città.

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Poveri ristoratori, il reddito medio diminuisce del 30%: Potenza ultima in classifica su 21 capoluoghi di regione italiani

I ristoratori di Potenza all’ultimo posto della classifica dei redditi per l’anno d’imposta 2022. È quanto emerge da un’analisi del quotidiano Il Sole 24 ore. Per chi opera nel settore, il calo registrato rispetto al periodo pre pandemia Covid-19 è stato del 30 per cento. Non va bene nemmeno ai ristoratori delle Marche e dell’Abruzzo. In cima alla graduatoria c’è Bolzano, seguito da Trento e Venez

La media

Secondo lo studio, la media reddituale dei ristoratori che gestiscono un’attività nel capoluogo di regione è la metà rispetto a quella nazionale. In particolare, nella città di Potenza sono stati dichiarati 7.615 euro a fronte dei 15.152 medi italiani. Un dato quest’ultimo, è evidenziato nello studio, che riscuote una lieve flessione in positivo rispetto al 2019 e dunque ai valori pre pandemia. Su 21 capoluoghi di regione italiani, Potenza mostra numeri al di sotto dei livelli precedenti al periodo della pandemia Covid-19. In generale, le perdite per chi gestisce un’attività di ristorazione nel Centro-Sud (oltre Potenza, anche Ancona e L’Aquila) nel 2022 sono pesanti: i redditi sono ancora un quarto inferiori all’anno 2019.

La maglia nera

Spetta a Potenza, con un calo di circa il 30 per cento, passando dai 10.390 ai 7.615 euro. In cima alla classifica dei redditi dei ristoratori italiani, un tessuto imprenditoriale costituito da 330 mila imprese, di cui la metà a conduzione individuale, è Bolzano.

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Basilicata, dall’agricoltura alla sanità la Giunta Bardi ha designato i nuovi direttori generali

Regione Basilicata, arrivano i nuovi direttori generali. La Giunta regionale ha designato le persone a capo dei vari settori, dall’agricoltura alle attività produttive e alla Sanità. I nomi, proposti dal governatore Vito Bardi, sono stati resi noti ieri. Recepite le indicazioni dei singoli assessori, la Giunta ha condiviso la nomina dopo aver esaminato le candidature in relazione alle professionalità e al rapporto fiduciario.

I nomi

Ecco di chi si tratta: Antonio Altomonte alle Infrastrutture Mobilità, Michele Busciolano all’Ambiente, Territorio ed Energia (ad interim Risorse umane e gli uffici speciali di Presidente politiche culturali, agenda digitale, sicurezza integrata e autonomia locale), Domenico Tripaldi alla Sanità, Antonio Bernardo alle Attività produttive, Alfonso Morvillo alla programmazione (prorogato al 17 ottobre) e Vittorio Restaino all’Agricoltura. Altomonte ha svolto per più di dieci anni attività di gestione di aziende private e di enti pubblici. «Ha evidenziato – si legge nel testo della motivazione che ha portato alla sua nomina – esperienza specifica, in ruoli apicali, nel settore delle dighe (EIPLI), dei lavori pubblici, della progettazione e costruzione di infrastrutture complesse, obiettivo specifico strategico delle politiche regionali». Tripaldi «ha evidenziato una lunga e concreta esperienza sia di amministratore locale che di dirigente del Ministero per l’Economia e le Finanze, ruoli che hanno definito un profilo professionale atto all’assunzione della Direzione Generale di una struttura amministrativa regionale la cui principale criticità è quella del controllo contabile di gestione della Aziende sanitarie locali».

Per Busciolano «le attività di dirigenza, di coordinamento dei Direttori Generali nonché delle complesse e molteplici funzioni connesse finora all’incarico di Capo di Gabinetto del Presidente, di Capo Ufficio Affari Legislativi e Segretario di Giunta nonché di dirigente ad interim di numerosi e importanti uffici regionali svolti fino ad oggi hanno consentito di evidenziare le qualità necessarie alla riassunzione dell’incarico di Direttore generale». Bernardo, dieci anni a capo dell’Autorità di gestione regionale ha consolidato una comprovata ed esclusiva esperienza di programmazione economica e finanziaria, con l’approfondita conoscenza dei complessi sistemi afferenti i Fondi comunitari». Restaino «ha dimostrato competenza nel corso degli incarichi finora svolti con una prolungata esperienza e conoscenza delle strutture della Regione Basilicata e del sistema legato ai fondi comunitari in qualità di Autorità di gestione del Psr Basilicata». Prorogato il contratto a Morvillo che resta alla guida della Programmazione.

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Attualità Matera News

Ferragosto in Basilicata, spopola l’agriturismo a chilometro zero

L’agriturismo si conferma la meta più gettonata per il pranzo di ferragosto in Basilicata. Turismo verde, agenzia agrituristica della Cia evidenzia il buon andamento della ricettività con il «tutto esaurito già da settimane». Il settore vede a capo delle strutture quasi il 50 per cento di donne. In cantiere c’è anche la candidatura a patrimonio Unesco.

I dati

«Con circa 15mila posti ai tavoli, le 130 strutture agrituristiche lucane, con un giro di affari tra i 600 e i 700 mila euro, si preparano all’assalto di Ferragosto», così, Turismo Verde, agenzia agrituristica della Cia, sottolinea il quadro positivo della ricettività nel settore. L’agenzia agrituristica spiega che: «i costi, leggermente ritoccati rispetto all’anno scorso, variano da 40 a 65 euro con il numero maggiore di aziende a 40 euro per il menù fisso». Tra le pietanze numerosi gli antipasti. Tra i primi primeggia la pasta fatta in casa, come strascinati e fusilli al ragù. Non mancherà la tradizionale grigliata di carne mista, a cui seguiranno contorni, frutta e dolce della casa. La cucina a chilometro zero resta la qualità più apprezzata.
L’agenzia evidenzia che a far scegliere l’agriturismo è «la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture a incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness». Le strutture agrituristiche, guidate per «quasi il 50 per cento da donne», secondo Turismo Verde «contribuiscono in modo determinante al turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori».

Il patrimonio Unesco

«L’agriturismo italiano è una eccellenza che va tutelata e che intendiamo candidare come patrimonio immateriale Unesco, non a caso è il format più copiato nel mondo», non ha dubbi l’agenzia agrituristica. «Stiamo lavorando su questa candidatura – afferma il suo presidente Mario Grillo – vista la grande attenzione del mondo riguardo la cucina sana, le tradizioni, il rispetto della terra e della sostenibilità. La cucina contadina oggi porta con sé la sostenibilità, il rispetto della natura è innato nel nostro lavoro di agricoltori. L’economia circolare nelle aziende agricole è insita nel concetto di uso e riuso delle risorse che è propria della cultura dei contadini». Inoltre, Grillo evidenzia l’importanza di accelerare la spesa e realizzare i progetti del Pnrr nel settore agrituristico. Importante, inoltre, a suo avviso è «rinnovare la legge nazionale dedicata al settore e continuare a investire in formazione, coinvolgendo scuole e istituti professionali, considerata anche la carenza cronica di personale, e rafforzare l’impegno in comunicazione e fiere di settore».

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Ambiente e Sostenibilità Matera News

Policoro, vietato coltivare ortaggi per uso umano e animale: l’area è troppo inquinata

Inquinamento nell’area mineraria Pozzo Masseria Morano 01 nell’agro di Policoro, un’ordinanza del sindaco, avvocato Enrico Bianco, del 7 agosto scorso, vieta la coltivazione all’aperto di ortaggi destinati al consumo umano e animale. Nell’area, nel mese di aprile scorso, è stata rilevata la presenza delle seguenti sostanze: Cromo VI, Clomoformio, idrocarburi C>12 e Vanadio. Sono state adottate, pertanto, delle misure cautelative urgenti a protezione della salute pubblica.

L’intervento

Le nuove disposizioni arrivano a integrazioni delle precedenti. Il sindaco della città di Policoro, Enrico Bianco, nei giorni scorsi giorni ha integrato l’ordinanza n. 10390 del 18 aprile 2024 emanata per vietare il prelievo, la captazione, l’attingimento e l’utilizzo di acque nell’area mineraria in questione. Con la stessa ordinanza si vietava: «nel raggio di duecento metri dall’area interessata, l’escavazione di nuovi pozzi e le perforazioni nel sottosuolo, al di sotto del livello statico della falda idrica, al fine di limitare il propagarsi dell’inquinamento rilevato, salvo in situazioni di particolari necessità che dovranno essere oggetto di specifici studi, atti a escludere il rischio di interferenze dell’opera stessa rispetto alla contaminazione dell’acquifero». Erano escluse dal divieto le attività di indagine necessarie per approfondire la problematica.

Il divieto

La nuova ordinanza, del 7 agosto scorso, che va a integrare quella del 18 aprile scorso e che tiene conto anche di una nota dell’Azienda sanitaria locale di Matera, vieta «la coltivazione all’aperto di ortaggi destinati al consumo umano e animale». «È consentita – è scritto nell’ordinanza in questione – la coltivazione solo in serra per tutto il periodo di coltivazione, fino alla raccolta». Altre disposizioni riguardano i prodotti frutticoli. «Potranno essere coltivati anche all’aperto, ma con l’obbligo di lavaggio accurato prima del loro consumo». Si prescrive, inoltre, di adottare per il consumo dei prodotti ortofrutticoli «la buona pratica igienico-sanitaria del lavaggio dopo la raccolta». A tal fine, si invita ad adottare le procedure consigliate dal Ministero della Salute. «Un urgente, sistematico e puntuale monitoraggio – si legge sempre nell’ordinanza – su matrici alimentari di origine vegetale e animale rispetto soprattutto all’inquinamento da metalli pesanti, in particolare Vanadio, e Idrocarburi C>12». L’ordinanza esplica la sua efficacia fino all’avvenuta realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell’area e, a bonifica effettuata, fino alla dimostrazione della conformità delle aree agricole ai parametri di legge.

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Basilicata News Politica

Autonomia differenziata, il “no” di 70 sindaci lucani in una lettera al governatore Bardi

Autonomia differenziata, 70 sindaci lucani scrivono una lettera al governatore della Basilicata Vito Bardi affinché riveda la sua posizione sulla legge Calderoli. L’esito del voto in Consiglio regionale, il 2 agosto scorso, ha respinto la richiesta di impugnativa dinnanzi alla Corte Costituzionale. «Impoverisce i nostri territori», scrivono i primi cittadini.

La mobilitazione

Nella lista degli amministratori firmatari ci sono anche i due Presidenti di Provincia. «Siamo il 54 per cento e sfioriamo il 60 per cento della popolazione, Bardi ne prenda atto», dice il sindaco di San Paolo Albanese, Mosé Antonio Troiano, promotore dell’iniziativa. Ci sono i sindaci di Potenza e Matera, Vincenzo Telesca e Domenico Bennardi, dei comuni del Metapontino, Salvatore Cosma (Tursi) e Gianluca Palazzo (Rotondella) e quelli di Latronico, Alberto Fausto De Maria, e Lauria, Gianni Pittella, ex europarlamentare europeo e presidente dell’Unione Lucana del Lagonegrese. Sono solo alcuni. All’iniziativa hanno aderito anche il Presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano, e quello della Provincia di Matera, Emanuele Pilato (facente funzioni fino alle prossime elezioni), successo a Piero Marrese dopo la sua elezione in Consiglio regionale. Il numero non lascia indifferenti: sono 131 i comuni lucani. Un dato che non sfugge al sindaco di San Paolo Albanese, comune meno popoloso della Basilicata (200 abitanti) in provincia di Potenza.

Lo spopolamento

«L’autonomia differenziata impoverisce i nostri territori e aumenterà lo spopolamento, già è difficile adesso. Che fine faremo?», dice Troiano. «Come può un giovane – continua il sindaco – decidere di restare al Sud quando al Nord avrà uno stipendio più alto, migliori opportunità? L’orientamento della cosiddetta legge Calderoli, dal ministro della Lega, è chiaro. La Meloni pur di avere il premierato ha appoggiato la Lega, che ha sempre voluto la secessione è c’è arrivata. Noi, da imbecilli, ci siamo cascati tutti, compresi molti parlamentari del Sud che, al di là del colore politico, avrebbero dovuto opporsi». Cosa vi aspettate dopo questa lettera? «Ormai Bardi e la sua maggioranza – dice Troiano – non credo abbiano la forza di dire sì, accettiamo questa posizione dei sindaci. Comunque siamo il 54 per cento. Se togliamo i due comuni commissariati, Atella e Senise, la percentuale supera il 60 per cento della popolazione perché le città di Potenza e Matera hanno aderito. Io credo che Bardi si debba rendere conto di questo dato. Considerando che lui, alla fine, se togliamo gli astenuti, ha vinto con il 30 per cento». «Dimostri – scrivono nella lettera a Bardi i sindaci lucani – amore verso la sua regione e l’Italia, difendendo il principio dei padri costituenti: “La Repubblica, una e indivisibile”».

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Ambiente e Sostenibilità Basilicata News

Siccità e caldo fanno crollare la produzione di olio lucano: «Chiediamo lo stato di calamità»

Siccità e caldo, crolla del 95 per cento la produzione di olio evo lucano rispetto alla passata campagna olearia. La stima è dell’Organizzazione dei produttori olivicoli lucani (Oprol). Il suo presidente Paolo Colonna chiede: «il riconoscimento dello stato di calamità naturale e una visione condivisa per il settore agricolo nel suo complesso».

Il quadro

«Dopo la cerealicoltura, con la campagna del pomodoro in affanno, è l’olivicoltura lucana in ginocchio», affermano i dirigenti di Oprol. Secondo la fotografia scattata dall’Organizzazione dei produttori olivicoli lucani «tranne qualche isola felice nella parte settentrionale della regione Basilicata la produzione è pressoché azzerata». Per l’Oprol «il periodo prolungato di siccità è stato il colpo di grazia, al punto che non solo è saltata la produzione nella sua totalità per la campagna del prossimo autunno, ma se dovessero perdurare le attuali condizioni climatiche si metterebbe una pesante ipoteca sulla campagna 2025-2026».

La richiesta

Da qui la richiesta dello stato di calamità per il settore agricolo nel suo complesso e nello specifico per quello olivicolo. Accanto ad interventi emergenziali servono, però, per l’Oprol, azioni per il sostegno del settore che puntino all’obiettivo della crescita della produzione con una visione condivisa. «L’olivicoltura lucana – ha evidenziato il presidente di Oprol Olivicoltori lucani Paolo Colonna – è fatta non dai grandi numeri, di aziende familiari, ma da eccellenze legate ai territori». Per questo, serve a suo avviso «mettere in un quadro di visione comune tutta una serie di proposte» che vanno dal «sostegno alle organizzazioni professionali e all’aggregazione al ricambio generazionale» passando per il «contrasto dell’abbandono del territorio e la ricerca nel settore». «Proposte che – continua Paolo Colonna – vanno condivise e sostenute da una politica regionale che dia supporti certi come l’equa distribuzione delle risorse idriche. E una politica a sostegno di una manodopera che nell’agricoltura da frutto non c’è più». Infine, per Paolo Colonna, altro elemento importante nel settore, da non trascurare, in quanto può «fornire risposte a tanti piccoli agricoltori».

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Smaldone s’insedia a Potenza, polemiche per il suo vice: Saponara si dimette

Trovata la quadra su Smaldone presidente del consiglio, bisognerà ricominciare per il vice. Pierluigi Smaldone, leader del movimento civico Potenza Ritorna, è stato eletto ieri mattina al secondo scrutinio (quorum richiesto di due terzi) con 23 voti favorevoli su 31. Le schede bianche sono state 7 mentre 1 voto è andato alla consigliera dem Angela Blasi. Soddisfatto il sindaco di Potenza Vincenzo Telesca (centrosinistra): «l’elezione di Smaldone è motivo di orgoglio». Eletto anche l’ufficio di presidenza, ma l’elezione del vice presidente, il consigliere Bruno Saponara (Iv-Orgoglio Lucano-La vera Basilicata), fa insorgere l’opposizione e nel pomeriggio lo stesso Saponara comunica le sue dimissioni.

L’accordo

L’avvocato Pierluigi Smaldone era tra i candidati sindaci al primo turno nelle elezioni comunali di giugno scorso. Per il ballottaggio, Smaldone, insieme all’altro candidato sindaco Giuseppe Giuzio (La Basilicata Possibile), ha stretto un accordo programmatico con Telesca contro lo sfidante Francesco Fanelli (Lega), candidato del centrodestra. «Avrei potuto arroccarmi sull’Aventino dell’opposizione e forse in prospettiva sarebbe stata la scelta più vantaggiosa per me dal punto di vista elettorale. Non avrei però fatto il bene di una città che ha invece bisogno di una maggioranza compatta per risolvere i problemi», queste le parole di Smaldone.

Ufficio presidenza

Il consigliere Bruno Saponara è stato eletto vicepresidente con 12 voti, mentre Antonella Vaccaro (Fi), consigliera scelta dall’opposizione, ha ricevuto 8 voti. Infine, segretaria (11 voti) è stata eletta la consigliera Claudia Marone. Sulla scelta di Bruno Saponara sono arrivate dure critiche dall’opposizione, in particolare dai consiglieri Gianmarco Blasi (Lega) e Antonio Vigilante (Fdi). «Una maggioranza arrogante ha sottratto all’opposizione la possibilità di nominare un vice presidente indicato dalla stessa. Mai accaduto nella storia dell’ente. Per questo abbiamo deciso di abbandonare l’aula», ha detto Blasi. Replica Telesca «Abbiamo votato un rappresentante dell’opposizione come vice presidente del consiglio, dimostrando che, anche di fronte a porte sbattute in faccia, riteniamo fondamentale mantenere la dignità delle opposizioni». Per Telesca l’opposizione «ha preferito alimentare un clima di astio e conflittualità». Sono però arrivate le dimissioni di Saponara, «non posso accettare indicazioni che non provengono dai colleghi della minoranza a cui appartengo. Con le forze di minoranza abbiamo designato e intendiamo sostenere Antonella Vaccaro».

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