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News Taranto

Servizio di ristorazione nella Asl di Taranto, il Consiglio di Stato conferma: «Corretto l’appalto alla Ladisa»

La Ladisa Ristorazione si è correttamente aggiudicata il servizio di ristorazione nella Asl di Taranto. Lo hanno stabilito i giudici del Consiglio di stato (terza sezione), respingendo il ricorso della Vivenda spa (in raggruppamento temporaneo di imprese con la Cooperativa di Lavoro Solidarietà e Lavoro Soc. Coop) e confermando la stessa decisione presa mesi fa dal Tar Puglia. Hanno messo così la parola ‘fine’ al contenzioso e dato il via all’esecuzione dell’appalto.

Il ricorso

Il ricorso di Vivenda era finalizzato ad ottenere l’annullamento dell’aggiudicazione e di tutti gli atti di gara e il subentro nell’appalto. La procedura, suddivisa in sei lotti, ha un importo complessivo di 372 milioni 398mila euro, più Iva. Per il lotto 6 si era classificata al primo posto in graduatoria la Ladisa con 99,87 punti e, al secondo posto, Vivenda e Solidarietà e Lavoro con 99,40 punti. Per i giudici romani, “l’appello di Vivenda deve essere dichiarato in parte inammissibile e per il resto respinto”. Per numerosi motivi.

I motivi

Innanzitutto la questione della distribuzione delle colazioni, correttamente eseguita dalla Ladisa (assistita dagli avvocati Angelo Clarizia, Luigi D’Ambrosio, Aldo Loiodice e Saverio Sticchi Damiani, Michelangelo Pinto, Pasquale Procacci): i giudici apprezzano “il trasporto delle derrate attraverso appositi carrelli, senza richiedere che i vassoi, trasportati mediante i carrelli, siano recapitati al letto dei pazienti già completamente assemblati: ciò si spiega – aggiungono – con l’esigenza di modularne il contenuto alle specifiche richieste dei destinatari del servizio”.

C’è poi la questione dei mezzi di trasporto, e in particolare di un furgone e-Ducato, che per la Vivenda non sarebbe adeguato perché non ha la possibilità di refrigerare. I giudici rispondono che, come già aveva sottolineato il Tar, non si esclude che possa essere appositamente modificato per consentire l’alimentazione dei carrelli “termorefrigerati”, durante il trasporto.

Le conclusioni

Un altro punto contestato era la parte dell’offerta relativa al costo del personale: “i rilievi formulati risultano fondarsi su ipotesi valutative, alquanto generiche e parcellizzate di singole voci di costo e su dati non sostenuti in realtà da alcuna prova. Il giudice amministrativo – concludono – non può procedere ad alcuna autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle singole voci, che rappresenterebbe un’inammissibile invasione della sfera propria della Pubblica amministrazione, può solo verificare il giudizio sotto i profili della logicità, della ragionevolezza e dell’adeguatezza dell’istruttoria”.
Per tutte queste ragioni, il Consiglio di Stato respinge il ricorso e conferma la sentenza di primo grado.

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Attualità Brindisi Cronaca News

Esplosione trullo a Cisternino, l’autopsia sulla vittima: schiacciato dalle macerie

Quella mattina, appena in piedi, Nico Salatino è rimasto schiacciato dalle macerie di un trullo crollato, disintegrato, andato in pezzi per quella fuga di gas che aveva preceduto l’esplosione. È il primo risultato dell’esame autoptico eseguito ieri nell’istituto di Medicina legale di Brindisi dal dottor Domenico Urso, incaricato dal pm di Lecce Francesco Carluccio di determinare le cause della morte.

I primi esiti

L’autopsia, iniziata alle 15 e durata alcune ore, ha consentito di confermare i traumi da schiacciamento sul corpo del 55enne ingegnere barese, Nico Salatino, che domenica scorsa ha perso la vita in un trullo a Cisternino, dove si trovava con sua moglie, ospite da alcuni amici. L’esito però va approfondito con esami istologici, sui polmoni ad esempio, per capire se quel gas lo abbia inalato e se si possa ipotizzare l’asfissia. I risultati poi saranno messi assieme a quanto emerso dal sopralluogo su quanto rimasto del trullo. Il medico legale ha in ogni caso 60 giorni per completare la consulenza, mentre la salma è stata già restituita alla famiglia perché celebrino a Bari le esequie, fissate per lunedì alle 17 nella chiesa di Don Guanella.

La moglie

Sta meglio sua moglie, Anna Petruzzelli, anche lei investita dall’esplosione e che subito dopo era stata ricoverata nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. La 53enne ha subito un intervento chirurgico ad un polmone e ha ancora tre costole rotte, gambe e braccia ustionate, ma fortunatamente risponde bene alle terapie. Anche per lei, inizialmente, si era temuto il peggio. Sono illesi, invece, i due proprietari della struttura, una coppia di amici di Barletta, che avevano ristrutturato da poco il complesso di trulli, e avevano invitato i coniugi baresi per trascorrere una vacanza insieme e festeggiare anche il compleanno di Nico, che sarebbe stato il 13 agosto.

L’allarme

Quella domenica mattina, svegliandosi, Nico e sua moglie avevano avvertito una forte puzza di gas ma non avevano dato particolare peso al fatto, decidendo quindi di alzarsi e andare a fare colazione in cucina. E proprio lì si colloca il punto dell’esplosione che ha coinvolto più da vicino l’uomo, risparmiando sua moglie forse più distante, e la coppia di amici che si trovavano in un altro trullo della stessa struttura, e per questo non hanno riportato danni fisici. Per loro, sicuramente, tanta paura e lo choc di quanto avvenuto.

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Basilicata Cronaca Matera News

Policoro, operaio cade da una gru: «Serve personale ispettivo e maggiore prevenzione»

Ennesimo infortunio sul lavoro, nel Materano. È accaduto a Policoro, in un cantiere, dove un uomo di 51 anni era impegnato nelle operazioni di smontaggio del braccio di una grossa gru, quando all’improvviso si sarebbe staccato il cavo che lo sosteneva. L’incidente si è verificato nella zona lido nei pressi della ferrovia. Soccorso dal personale del 118 è stato trasferito con l’eliambulanza in codice rosso all’ospedale San Carlo di Potenza. Sulle cause dell’incidente sono adesso in corso le indagini per ricostruire la dinamica.

Le reazioni

«L’ennesimo infortunio sul lavoro accaduto a Policoro in provincia di Matera, ripropone l’urgenza di alzare l’asticella delle politiche per la salute e la sicurezza sul lavoro – commenta il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano – In attesa degli accertamenti sulla dinamica di quest’altro incidente il tema resta quello del potenziamento del personale ispettivo nella nostra regione, ampiamente sottodimensionato rispetto alle esigenze».

La prevenzione

«Allo stesso tempo – prosegue Giordano – vanno intraprese azioni più incisive sul piano della prevenzione e della cultura della sicurezza, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. In tal senso, va messo a sistema operativo lo sblocco del bando nazionale da oltre 300 milioni dell’Inail che prevede incentivi a sostegno delle aziende che investono in salute e sicurezza. È una misura che come Ugl Matera – dichiara Giordano – abbiamo riferito di preferirlo nella direzione di responsabilizzare le imprese e che deve essere accompagnata da un più organico piano su formazione e prevenzione e sulla promozione del lavoro di qualità».

Il ruolo della Regione

«Su questi temi siamo sicuri che anche la Regione Basilicata svolgerà un ruolo importante – afferma il sindacalista – collegando, ad esempio, l’erogazione di finanziamenti e sovvenzioni a percorsi partecipati di certificazione della qualità del lavoro con il coinvolgimento delle parti sociali sul modello di quanto si sta facendo nel comparto agricolo e non solo. Allora, massima fiducia alle forze di polizia affinché sulle cause dell’incidente adesso in corso, facciano piena luce con le indagini per ricostruire l’accaduto e le relative responsabilità e – conclude Giordano – tutta l’Ugl Matera si stringe intorno all’operaio augurando una pronta e veloce guarigione».

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Bari Cronaca News

Corso Italia, terra di nessuno. E i giardinieri restano spazzini a Bari – FOTO

Qualche centinaio di metri più su del quadrilatero oggetto della già tanto discussa “ordinanza Leccese, tre-quattro isolati a nord e le “regole” vanno a farsi benedire. Corso Italia, terra di nessuno quando cala il sole: nella striscia di marciapiede tra la strada e la ferrovia, si mangia, si beve, ci si droga e si calpestano le norme del vivere civile.

I rifiuti

Ammassati nelle piccole aiuole, sparpagliati sotto il marciapiede, rifiuti di ogni genere (dalle cartacce, alle buste di plastica, cartoni, quaderni e persino zaini) mettono in difficoltà la tabella di marcia della squadra della Multiservizi a cui è toccata la manutenzione quotidiana di quella zona. Esattamente come accaduto nelle scorse settimane per piazza Umberto, i quattro giardinieri vestono i panni degli spazzini che, evidentemente, latitano. Puliscono, spazzano, raccolgono, riempiono i mezzi di spazzatura di ogni tipo, piuttosto che di foglie e rami secchi.

I pericoli

Tra le foglie cadute, ci sono anche le siringhe usate. La squadra sa bene che deve fare attenzione, per essersi già sostituita all’Amiu nelle altre zone più “frequentate” da extracomunitari: piazza Umberto in particolare. Ma gli strumenti in dotazione non sono certo gli stessi di chi quel servizio deve svolgerlo per contratto e che, per questo, viene “risarcito” con un’indennità di di rischio della quale, ovviamente, non sono destinatari i giardinieri. Si usano guanti e rastrello, con molta prudenza.
Ma i pericoli, ovviamente, riguardano anche i passanti. Non solo siringhe ma incuria estesa, potenzialmente dannosa, come un cestino portapacchi da bicicletta appeso a un ramo. Se cadesse, potrebbe ferire un bambino che ci passa sotto.

Le bottiglie

Quello stesso vetro che il sindaco Vito Leccese ha cercato di inibire, vietando vendita e consumo di bevande in bottiglie nel quadrilatero sotto osservazione (piazza Moro, piazza Umberto e strade limitrofe), abbonda sotto i marciapiedi di corso Italia, residuo di nottate e schiamazzi, a discapito dei residenti che in decine di occasioni hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale. Finora senza grandi risultati.
Chi abita in corso Italia, con vista sulla ferrovia, ha anche un’ampia visuale sul degrado e la sera ha paura di tornare a casa.

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Brindisi Cronaca News Puglia

Cisternino, puzza di gas prima dell’esplosione del trullo: la testimonianza dei sopravvissuti

Lo aveva sentito Anna il puzzo di gas, appena svegli nel trullo di Cisternino, quella maledetta domenica. Ma era sembrata solo una sensazione, alla quale poi non si era dato peso. E invece quel gas, evidentemente fuoriuscito da una bombola malfunzionante, potrebbe essere stato il killer di suo marito.

La morte di Nico Salatino

Anche grazie alla testimonianza di sua moglie Anna Petruzzelli, sembra ricomporsi il quadro delle cause che hanno portato all’esplosione nel trullo di Cisternino, domenica mattina alle 8.15, e alla morte di Nico Salatino, 55enne ingegnere barese, tanto amato anche dal suo storico gruppo di amici, che ieri hanno ricordato quello che sarebbe stato il suo compleanno. Le indagini dei carabinieri di Fasano partono proprio dal racconto dei testimoni, e da quello di sua moglie che è ora ricoverata in gravi condizioni al reparto Grandi Ustionati del “Perrino” di Brindisi. La donna, 53enne, è stata operata a un polmone, che nell’esplosione aveva subito uno spostamento. Il suo corpo è ricoperto di ustioni per il 50 per cento.

Lo scoppio

Alle 8.15 il boato ha svegliato chi ancora sonnecchiava nella calda domenica di Cisternino. Il fumo subito dopo e le urla di chi ha allertato i soccorsi. Sul posto, immediatamente, i vigili del fuoco, ambulanze del 118 e i volontari di Protezione civile e Croce rossa, tutti impegnati nel tentativo disperato di estrarre il corpo di Nico Salatino dalle macerie di quel trullo crollato su di lui. Illesi, fortunatamente, i proprietari della villa, una coppia di amici di Barletta, che li aveva invitati per trascorrere un fine settimana insieme.

L’autopsia

L’esame autoptico sul corpo del 55enne sarà eseguito venerdì prossimo dal medico legale di Brindisi, Domenico Urso. L’incarico gli è stato conferito ieri dal sostituto procuratore del tribunale di Brindisi, Francesco Carluccio, che ha richiesto una serie di esami supplementari per fare luce in maniera definitiva sulle cause del decesso. Si vuole in sostanza capire se sia avvenuto in seguito all’esplosione della bombola di gas o se invece sia stato provocato dal crollo della struttura e di conseguenza dallo schiacciamento. Per l’autopsia sono stati nominati anche i consulenti di parte.

Il sequestro

Il trullo, in contrada Caranna e l’intera area sono state posti sotto sequestro, sia per dare modo agli investigatori di acquisire tutto il materiale utile alle indagini, sia perché l’accesso potrebbe essere pericoloso. L’immagine che oggi rimanda è di una inquietante devastazione, mentre si cercano responsabilità per quanto accaduto. Il reato con il quale è stato aperto il fascicolo d’inchiesta è di omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.

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Brindisi Cronaca News Puglia

Esplosione nel trullo a Cisternino, è omicidio colposo: bombola del gas “osservata speciale”

È il momento delle indagini, della ricerca dei perché che spieghino come e per quale causa, a monte, è morto il 55enne ingegnere barese Nico Salatino.

L’inchiesta

A 24 ore dall’esplosione del trullo, in contrada Caranna a Cisternino, il sostituto procuratore di Brindisi, Francesco Carluccio è al lavoro per dare concretezza ad una delle diverse ipotesi formulate subito dopo la tragedia. Il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti, è omicidio colposo. In queste ore, il pm dovrebbe conferire l’incarico per l’autopsia sul corpo, proprio allo scopo di definire le cause del decesso. Si dovrà preliminarmente capire se l’uomo è morto in seguito all’esplosione di una bombola di gas o per il crollo del trullo.

La ricostruzione

Sono le 8.15 di domenica mattina quando il boato, seguito da una scura colonna di fumo, sveglia i residenti della zona. La scena che si presenta a chi arriva sul posto è terribile: uno dei trulli, quei trulli appena ristrutturati, era sbriciolato, lasciando nuda una parete, e seppellendo sotto le macerie Nico Salatino.

I soccorsi

Sua moglie, la 53enne Anna Petruzzelli, era ferita, devastata anche lei dallo scoppio, ed è stata ricoverata nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale Perrino di Brindisi, con il 50 per cento della superficie corporea bruciato. Ieri il bollettino medico della Asl non ha riportato aggiornamenti sostanziali sul suo stato di salute, «è stabile», hanno comunicato. Appena possibile, la donna sarà poi sottoposta ad intervento chirurgico. I proprietari della struttura, una coppia di amici che avevano invitato Nico e Anna a trascorrere un po’ di tempo con loro a Cisternino, fortunatamente non sono rimasti feriti nell’esplosione.

L’ipotesi bombola di gas

Le immagini del luogo, dopo l’esplosione, immortalano la presenza di una grossa bombola di gas che, secondo l’ipotesi più accreditata potrebbe essere stata la causa della deflagrazione. Di certo si sa che è avvenuta in cucina dove, probabilmente, si trovavano i coniugi baresi, mentre l’altra coppia era distante. Si concentrano allora su quella bombola, principalmente, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Fasano, ma non solo.

Il sequestro

Dopo aver estratto il corpo di Salatino, quattro ore dopo l’esplosione, i vigili del fuoco, coadiuvati dai volontari della Protezione civile e della Croce Rossa, hanno messo in sicurezza l’area e apposto i sigilli a quel che resta della struttura. Non si esclude che il pm possa disporre una consulenza tecnica che certifichi quello che è accaduto. A Bari, intanto, il figlio, fratelli e sorelle attendono la salma, per celebrare i funerali, dopo che saranno terminati gli accertamenti autoptici e gli altri esami richiesti dalla Procura.

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Attualità News Puglia

Desertificazione in Puglia, perse 663 imprese nei primi tre mesi dell’anno: boom per gli acquisti online

Giù le saracinesche, giù i prezzi delle case, i servizi che si trasferiscono. Come un cancro che si mangia il territorio, la chiusura delle imprese commerciali è solo l’inizio di un processo devastante, in particolare nei piccoli Comuni. Accade anche in Puglia.

La perdita di imprese

Nei primi tre mesi del 2024 il comparto del commercio al dettaglio ha registrato in tutto il Paese la scomparsa di 9.828 imprese, circa mille unità in più dello stesso periodo dello scorso anno. Lo evidenzia il report di Confesercenti, che ha anche scorporato i dati regionali. E la Puglia si allinea al nazionale, evidenziando un saldo negativo: se, infatti, nei primi tre mesi del 2024 sono nate 637 imprese, altre 1.300 hanno dichiarato la cessazione dell’attività, portando il dato in negativo di 663 e collocando la regione al settimo posto in Italia, dopo Campania, Lombardia, Lazio, Sicilia, Piemonte e Veneto. In negativo anche la Basilicata, dove 68 sono state le nuove iscrizioni, 187 le cessazioni, con un saldo di -119.

Il mercato dell’online

Se le vetrine scompaiono, le consegne di acquisti online, invece, fanno boom. Secondo le stime, di Confesercenti, in poco più dieci anni, sono cresciute di quasi dieci volte: erano 75 milioni circa nel 2013, quest’anno dovrebbero arrivare a 734 milioni. E anche in questa classifica, la Puglia si posiziona tra le prime 10 regioni, all’ottavo posto, con una stima di acquisti di 48.439 beni on line.

«Una tendenza sulla quale abbiamo sollecitato il ministro – spiega il presidente regionale pugliese di Confesercenti, Benny Campobasso -Al di là della tutela del ‘made in Italy’, abbiamo chiesto un intervento sull’online selvaggio, che ora è causa della desertificazione di attività in Puglia. In principio furono i grandi centri commerciali, poi sono arrivati gli acquisti sul web, la web tax che non supera il 15 per cento, e i negozi non riescono a stare al passo».

L’effetto a cascata

La chiusura delle attività commerciali provoca, a catena, altre conseguenze, che portano poi a quell’effetto desertificazione nel quale si impoveriscono numerosi Comuni, interi quartieri cittadini. «Quando vanno giù le saracinesche – spiega il presidente Campobasso – il territorio diventa poco appetibile dal punto di vista immobiliare, e quindi di conseguenza si riducono i servizi». Sportelli bancari, distributori di carburante, che preferiscono insediarsi in zone più “frequentate”.

Ad oggi, un comune pugliese su quattro non ha sportelli bancari sul proprio territorio. La regione è al di sotto della media nazionale anche per numero totale degli sportelli bancari, 24 ogni 100mila abitanti, mentre in Italia, in Italia la media è di 34 sportelli ogni 100mila abitanti. Una circostanza che, abbinata alla “morte” delle oltre mille imprese nel primo trimestre 2024, prospetta una fotografia del territorio a grave rischio desertificazione.

Le politiche necessarie

Per il presidente Confesercenti Puglia, «servono politiche serie, di recupero, che puntino a rivitalizzare Comuni e quartieri, non bandi a fondo perduto che non garantiscono la tenuta a lungo termine dell’attività. non eventi di street food o sagre. Occorre articolare norme e sostegni concreti».

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Attualità Lecce News

«Potenziare la sede Rai a Lecce è una decisione politica». Dopo la denuncia di Palese intervengono Usigrai, Cdr Tgr Puglia e Coordinamento Cdr Tgr

L’esistenza a Lecce di una sede Rai, sotto utilizzata, che l’Edicola del Sud ha portato invece alla luce con un’intervista al segretario di Unirai, Francesco Palese, incassando l’appoggio della sindaca della città, Adriana Poli Bortone, accende ora nuove reazioni e prese di posizione. Quelle di Usigrai, Cdr Tgr Puglia e Coordinamento Cdr Tgr.

Le controindicazioni

«La copertura informativa del territorio è una delle caratteristiche peculiari della testata giornalistica regionale della Rai. Per questo – si legge in una nota congiunta – ogni scelta che risponda a nuova presenza Rai nelle province di ciascuna regione è sempre una buona notizia. L’ipotesi di un potenziamento della presenza Rai a Lecce, di cui si parla da giorni su un giornale locale, non è però priva di controindicazioni».

Le altre province

«Sorprende – prosegue la nota di Usigrai e Cdr – che nelle dichiarazioni del caporedattore della Tgr Puglia e del direttore della testata, Casarin, nulla si dica sul fatto che la regione sconta una totale assenza della Rai nella BAT, dove manca da tempo la presenza di un redattore (peraltro richiesto dallo stesso caporedattore nel suo piano territoriale e mai realizzato), ma anche la provincia di Foggia, territorio molto vasto, dove i servizi sono assicurati solamente da un collega in trasferta. Stupisce anche che non si prenda in considerazione il potenziamento della presenza Rai a Taranto che come è noto sarà anche sede dei giochi del Mediterraneo nel 2026. Ma non solo. Il caporedattore nel piano territoriale definiva “efficace” la copertura della provincia di Lecce».

L’ipotesi “pressioni”

Per il sindacato, la questione si sarebbe trasformata in interesse politico. «Cos’è cambiato da allora? Le pressioni di questi giorni per un potenziamento della presenza Rai a Lecce, che purtroppo rispondono non tanto all’interesse dei cittadini pugliesi – accusano – quanto a quelli di una parte politica che in questo momento tenta di condizionare le scelte di una azienda che di tutto avrebbe bisogno, tranne che rispondere ai desiderata di partiti e politici di ogni schieramento». Per Usigrai, Cdr Tgr Puglia e Coordinamento Cdr Tgr, «sorprende infine che la Rai, pur di risparmiare poche centinaia di euro mensili di affitto, possa accettare la proposta di comodato gratuito di un Comune. Una soluzione che rischia di svilire la dignità del servizio pubblico, mettendo a repentaglio il diritto di critica nei confronti dello stesso Comune, esponendosi al rischio di conflitto di interessi».

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Attualità News Potenza

L’acqua che si perde per strada: a Potenza non arriva il 71% di quanto messo in rete

Nel Comune di Potenza non arriva nei rubinetti delle abitazioni il 71 per cento di quanto immesso in rete. Non tutto il Sud, comunque, versa in condizioni “disastrose”; fortunatamente ci sono delle situazioni virtuose che vanno doverosamente segnalate. A Brindisi se ne perde il 15,7 per cento e a Lecce il 12 per cento. L’allarme arriva dalla Cgia di Mestre che ha raccolto in un report le differenze della distribuzione nei territori.

Il gap

Per l’associazione, le differenze a livello territoriale «sono evidentissime». A Chieti, ad esempio, si tocca il 70,4 per cento, a L’Aquila il 68,9 per cento a Latina il 67,7 per cento e a Cosenza il 66,5 per cento. Per contro a Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4 per cento, a Pordenone il 12,1 per cento a Monza l’11 per cento, a Pavia il 9,4 per cento e a Como, la città più virtuosa d’Italia, il 9,2 per cento.

Il “delitto”

Per la Cgia, «in un periodo in cui nel Mezzogiorno non piove dallo scorso inverno e le temperature in questi mesi estivi hanno raggiunto livelli spaventosamente elevati – evidenzia – avere in questa ripartizione geografica una dispersione superiore al 50 per cento dell’acqua potenzialmente utilizzabile è un vero e proprio “delitto”. E la dispersione ha più cause: rotture nelle condotte, l’età avanzata degli impianti, errori di misurazione dei contatori e allacci abusivi.

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Attualità Bari News

Bari, piazza Umberto invasa da siringhe, ventilatori e falò di rifiuti. Le pulizie? Toccano ai giardinieri

Ore 11.45, mancano solo gli ultimi quattro rettangoli di terreno, nemmeno i peggiori dopo i quattro furgoni carichi di rifiuti già portati via. C’è un ventilatore, uno zaino impilato, bottiglie di Peroni e di acqua, una di limonata.
Cumuli di carte, escrementi umani, una rastrelliera di plastica sulla quale prende sole un paio di scarpe e una borsetta, monticelli di quel che resta dei falò notturni. È piazza Umberto, terra di nessuno e di tutti, dei turisti che “entrano” nel salotto buono della città, via Sparano, dopo aver attraversato piazza Roma, altro buco nero di degrado e paura, dove gli homeless frugano nella spazzatura. Terra, soprattutto di gruppi di extracomunitari che spacciano, si drogano e ci fanno nottata.

I giardinieri spazzini

Sono le 11.45 e la squadra della Multiservizi, incaricata di manutenere i giardini, di sfoltire aiuole, decespugliare, ripulire bordi dalle erbe infestanti, curare le panchine, sta invece ultimando le pulizie della terra di nessuno. Poco lontano “vigila” un’auto della polizia municipale, che poi si allontana. Sono in quattro e tra le mani non hanno cesoie, ma rastrelli che usano per raccogliere quei rifiuti che, evidentemente, chi doveva ripulire ha invece dimenticato, ha omesso. A ognuno il suo, si immagina. E cioè: Amiu pulisce, Multiservizi cura il decoro urbano, come stabilisce la convenzione con il Comune di Bari. E invece no. Perché ieri, come molte altre volte, per sette ore, dalle 5 del mattino a mezzogiorno, i quattro dipendenti della Multiservizi hanno raccolto rifiuti, riuscendo anche a sistemare qualche aiuola. Piazza Umberto, se ti guardi attorno, per qualche ora è un bel posto.

La sicurezza

Nell’andirivieni di turisti appena arrivati a Bari, con le valigie colorate al seguito e gruppi di ragazzi che si spostano con i bus in partenza da piazza Moro, durante le ore del giorno piazza Umberto sembra meno pericolosa. Ma quando il via vai si affievolisce, quando si fa sera, torna ad essere terra di nessuno, o di tossicodipendenti. E allora, chi ci vive, chi la deve attraversare, ha paura. Sono anni che i residenti chiedono un intervento risolutivo, di poter tornare a casa senza accelerare il passo e rischiare di essere accoltellati per pochi euro. Gli extracomunitari, quelli che la notte accendono i falò, bevono e urlano, sono sempre lì. La mattina passano i giardinieri a pulire.

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