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Bari Cronaca News

Gravina, il dolore per la scomparsa di Irene: «Voleva fare la dentista come il papà»

Stava studiando odontoiatria Irene Agostinacchio, la ragazza di 23anni che è scomparsa ieri dopo essere sopravvissuta all’esplosione di una bombola del gas nella casa estiva di Porto Cesareo, nel Salento. Dopo il decesso del papà Giuseppe, a 58 anni, che era con lei al momento dell’esplosione, l’intera comunità di Gravina stava pregando affinché la giovane potesse sopravvivere. Ma le sue condizioni erano parse subito gravi.

Il ricordo

Tutta la città è in lutto per questa famiglia. Il dolore per la tragica fine di Irene ha avvolto tutta la comunità, ma chi la conosceva la ricorda per il suo dolce sorriso e la gentilezza.

«Era amica di mia figlia quando erano piccole – ricorda con affetto una mamma – da qualche anno si era trasferita a Roma per studiare odontoiatria, ma scendeva spesso per le vacanze». Aveva modi gentili, un sorriso contagioso che non esitava a regalare a tutti e tanta sensibilità.

«Era una ragazza dolcissima – continua la mamma – e con un sorriso che ti riempiva il cuore. Aveva la passione per gli animali, ne ha sempre avuto almeno uno in casa. Irene aveva sempre una parola gentile e modi educati ed affabili. Aveva anche un portamento da favola. L’intera famiglia è così, com’era Irene».

Il sindaco

Sgomento anche il primo cittadino Fedele Lagreca, che conosceva il papà di Irene, dentista affermato del paese.

«Abbiamo pregato tanto – afferma – la notizia ci ha lasciato attoniti e increduli. Non ci sono parole per esprimere il dolore che tutti stiamo provando in questo momento. Ci stringiamo attorno alla famiglia in questo momento di enorme tristezza».

Ora il pensiero si rivolge al giovane fidanzato di Irene, anche lui coinvolto nell’esplosione, che sta ancora combattendo per la sua vita. «Sicuramente proclameremo il lutto cittadino – fa sapere Lagreca – ma ora dobbiamo pregare per il giovane fidanzato di Irene. Ci sentiamo smarriti e increduli, ma la speranza deve guidarci nell’affrontare questo terribile momento che ha paralizzato l’intera comunità».

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Attualità News Puglia

Turisti pugliesi bloccati per tre giorni a Madeira. Vito Pagone racconta l’odissea del ritorno – FOTO

Bloccati per tre giorni all’aeroporto di Madeira, sono finalmente riusciti a tornare a casa. Ancora un rientro da incubo per dei turisti pugliesi che sarebbero dovuti ritornare in Puglia a ferragosto dopo una vacanza a Madeira. Il volo era stato programmato per il 15, alle 19.40, ma non è mai arrivato. Lo racconta Vito Pagone, uno dei baresi che sono stati costretti a dormire in aeroporto.

«Siamo arrivati in aeroporto sapendo che il volo sarebbe stato in ritardo. – racconta – Abbiamo atteso ma poi ci hanno comunicato che era stato proprio cancellato e riprogrammato per il giorno dopo, ma anche l’indomani non siamo riusciti a partire».

Il disservizio è stato causato dal maltempo e dall’eccessivo traffico aereo che si era creato attorno al piccolo aeroporto dell’isola, tanto che il mezzo destinato al ritorno è stato anche dirottato sul Portogallo. Essendo il maltempo una delle cause, i passeggeri non hanno avuto il diritto all’alloggio e ai circa 100 passeggeri in attesa sono stati distribuiti dei materassi per dormire per terra nell’attesa di un volo di ritorno.

«Ci siamo rivolti all’ambasciata italiana – spiega – che ha spisto la compagnia Wizz air a programmare un volo di emergenza per farci tornare. Ma il bello è stato che l’hanno reso disponibile sul sito e, a causa delle tante tratte cancellate, è subito andato in overbooking».

Solo alcuni dei passeggeri sono riusciti a prenotare il volo d’emergenza, non avendo goduto della priorità. Molti sono rimasti in aeroporto, nell’attesa di poter salire su un qualsiasi mezzo per l’Italia.

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Attualità Bari News

Bari, weekend da incubo per i viaggiatori: dopo Ryanair 24h di attesa per i passeggeri in arrivo da Rodi

Ancora un disservizio sui trasporti aerei. Questa volta ad essere interessata è stata la tratta Rodi – Bari. La compagnia Volotea ha lasciato, per 24 ore, i passeggeri bloccati in aeroporto dopo la cancellazione del volo che sarebbe dovuto arrivare a Bari ieri pomeriggio.

Le motivazioni non sono state ancora accertate, probabilmente anche questa volta, così come accaduto per la cancellazione del volo Ryanair sulla tratta Malaga – Bari, potrebbe riguardare un guasto tecnico. Il volo è stato riprogrammato alla stessa ora per oggi e, grazie a questo, le decine di turisti, italiani e stranieri, sono riusciti ad atterrare nel capoluogo.

Anche in questo caso i passeggeri richiederanno il rimborso del disservizio, con la compagnia che si è comunque adoperata a trovare una soluzione per la notte in più sull’isola.

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Attualità Bari News

Bari, famiglie a rischio sfratto: l’odissea di parco Gentile a Santo Spirito

Una situazione più che mai al limite quella di parco Gentile a Santo Spirito. Più di 180 famiglie vivono ormai in un limbo senza nessuna possibilità di vedere l’uscita ne fondo di un tunnel che si chiama sfratto. Una zona abbandonata a se stessa, quella delle case di Santo Spirito, che sarebbero dovute essere un approdo sicuro per famiglie che hanno creduto alla promessa del Social Housing.

Il social Housing

Si tratta di un contratto con affitto calmierato, dedicato ad edilizia popolare e sovvenzionata. Dopo un primo momento in cui le famiglie hanno gioito nell’avere finalmente un tetto sulla testa da potersi permettere, sono iniziati i problemi.
«Sto qui da 4 anni – racconta il papà di una bambina disabile – avevo fatto un concorso per fitti calmierati e social housing, siamo in tanti ad averlo fatto. Quando abbiamo avuto la casa eravamo felicissimi. Poi l’affitto è iniziato a salire. Abbiamo fatto riunioni, chiesto spiegazioni, ma non ci ha mai risposto nessuno».

Il problema

La quota di locazione ha raggiunto ormai cifre improponibili, ben 727 euro al mese, esorbitante per una zona abbandonata a se stessa, senza servizi, periferica e che sicuramente non è sostenibile per una famiglia che aveva stipulato un canone in Social Housing.

«La situazione è complicata – spiega – l’amministratore di condominio ci ha voltato le spalle, l’azienda di Roma ha già notificato lo sfratto a 20 famiglie, tra le quali la mia. Ho una bambina disabile, sono senza lavoro, se nessuno ci aiuta il 25 settembre sarò in mezzo ad una strada, senza sapere dove andare. Abbiamo fatto domanda di morosità incolpevole, ma non stiamo avendo aiuti dal Comune, anche perchè la Giunta non si è ancora composta».

Il movimento

In aiuto a queste famiglie l’associazione “Lotta per la casa”, che sta organizzando una protesta e un sit-in, per puntare i riflettori su questi nuclei totalmente dimenticati. L’obiettivo è sollecitare un intervento del Comune, che possa intervenire per calmierare gli affitti, magari con fondi Pnrr, e mettere le famiglie nuovamente in grado di poter pagare.

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Attualità Bari Cultura e Spettacoli News

Franco De Giglio, il “Nonno Ciccio” della tv «lo ricorderemo attraverso le sue commedie»

Bari ha perso un altro importante tassello del suo teatro vernacolare. È scomparso ieri, all’età di 79 anni, Franco De Giglio. Conosciuto come il famoso “Nonno Ciccio” nella serie Very Strong family, con la sua celebre frase “Chicca a papà, ma quando si mangia”? interpretava la caratterizzazione dei nonni di tutti noi.

La carriera

Ha saputo spaziare nel mondo della comicità, interpretando nella serie parodia “Er, medici al capolinea”, la parte di Lucia, un infermiere gay che veniva preso di mira dal grandissimo e in egual misura compianto Gianni Colajemma, il malavitoso “Picciafuoco”. Ma la carriera di Franco De Giglio ha origini consolidate fin dagli anni ‘70, quando con l’Anonima Gr, Nicola Pignataro e Teodossio Barresi hanno dato il via al Teatro popolare pugliese. Con Mariolina De Fano e Nicola Pignataro, circa 50 anni fa ha co-fondato il teatro “Purgatorio di Bari”.

Il ricordo di Lia Cellamare

La sua morte ha suscitato un grande cordoglio nel mondo del teatro barese e nel pubblico. Un simbolo del teatro dialettale, contribuendo a mantenere viva la tradizione culturale della sua regione, dedicando gran parte della sua vita artistica al palcoscenico. Tra chi lo ricorda con affetto l’attrice Lia Cellamare, che ha lavorato al suo fianco nel mondo del teatro, ma anche nella sit “Er medici al capolinea” interpretando l’infermiera Jennifer. «Ho un suo vocale di poco prima che ci lasciasse – racconta Lia Cellamare – nel quale mi diceva che mi aveva visto a Forum e, dal letto di ospedale, gli ho fatto fare tantissime risate. Ci eravamo ripromessi di vederci per una pizza, continuerò a dovergliela». Tanti i ricordi che l’attrice ha condiviso con Franco De Giglio, ma quelli più cari sono quelli dietro le quinte. «Ci divertivamo tanto – ricorda – era in grado di darti calma con quella sua voce inconfondibile. Mi ha insegnato la fiducia in me stessa. La prima volta che andai a radio “Made in Italy” ero molto tesa, lui mi ha detto di stare calma, mi suggeriva e mi ha fatto divertire. L’ho sempre visto come un genitore che insegna al figlio a camminare. Non tutti gli attori sono anche insegnanti, ma lui sicuramente lo era». Franco De Giglio non era sono un attore, ma scriveva battute e collaborava nella scrittura delle sceneggiature. «Franco sapeva fare squadra – dichiara -aiutava tutti e sosteneva chi ne aveva bisogno. Noi siamo come i dinosauri, se lasci una bella impronta, quella rimane per sempre. E la sua impronta sarà indelebile».

Il ricordo di Donata Frisini

Donata Frisini, che interpretava la figlia di “Nonno Ciccio”, lo ricorda come una figura paterna, sempre presente, un punto di riferimento. «Il momento più bello con Franco – fa sapere – è quando ha presenziato al matrimonio di mia figlia. Era morto mio padre e mi sembrava di averlo ancora con me tramite lui. Mi ha insegnato la caparbietà, la determinazione e la volontà. Sul set eravamo una famiglia, c’era tutto, anche le liti, ma ci volevamo sempre bene. Nella “Very Strong” io e Manuel facevamo i testi ma lasciavamo a tutti la libertà di costruire il personaggio. Abbiamo pensato subito a Franco per la figura di nonno Ciccio, andammo a vedere una sua commedia e ci è piaciuto tanto nel ruolo. Una persona splendida, disponibilissima, dalla grande professionalità». L’attrice lo omaggerà mettendo in scena, rivisitandola, una delle sue più famose commedie “Non è per l sond, je per l terris”. «L’ultima volta che l’ho incontrato – afferma – ci sedemmo a tavolino e mi disse che voleva fare una nuova commedia ispirata a “Non è per i soldi, ma je per l terris”. In virtù di questo, ho deciso che ne farò una sola rappresentazione, in ricordo di Franco. Il grande dilemma è dove farlo, vista la mancanza di teatri. Devo trovare il luogo giusto, vorrei fare una cosa fatta bene in memoria di Franco».

L’ultimo saluto all’attore sarà oggi. Le esequie si celebreranno questa mattina a Japigia, nella parrocchia di San Marco.

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Attualità Bari News

Cannabis light, associazioni protestano a Bari: «Sbagliato equipararla a quella con Thc»

Si inizia scendendo in piazza Diaz a Bari, ma il flash mob organizzato da Più Europa, Generazione urbana e Sinistra italiana è solo la punta dell’iceberg di un’azione di protesta contro l’equiparazione della cannabis light con quella con Thc. Un dissenso contro il decreto legge Sicurezza, che ha inserito nel tabellario, tra le sostanze stupefacenti, il Cbd che, se la legge passasse, potrebbe essere acquistato solo in farmacia e con prescrizione. «Come Più Europa Bari – fa sapere Claudio Altini – insieme ai ragazzi di Generazione urbana e Sinistra italiana Bari abbiamo voluto manifestare contro il decreto Sicurezza che distruggerà un intero sistema produttivo, mandando a casa (a spese dello Stato) più di 15mila famiglie. Solo per un capriccio dell’attuale governo».

Il settore

L’inclusione del Cbd (cannabidiolo) nella tabella delle sostanze stupefacenti ha suscitato preoccupazioni significative tra i produttori e i lavoratori del settore della canapa, che conta circa 11mila lavoratori e 3mila imprese in Italia. La protesta si basa sull’argomento che la canapa non è una sostanza stupefacente e che il divieto di produzione e commercializzazione danneggerà un settore in crescita, che spazia dalla cosmesi alla bioedilizia.

«Non si tratta solo di cannabis – spiega Altini- ma di tutti quei prodotti che verranno messi al bando per una presa di posizione ideologica. Parliamo di prodotti gastronomici, del comparto del benessere e della bellezza, ma anche dell’edilizia. La canapa infatti è utilizzata anche per produrre mattoni nella bioedilizia, per l’alto valore isolante»

Le mafie

La preoccupazione delle associazioni è che il mercato, se non regolarizzato dallo Stato, possa andare ancor più a foraggiare la criminalità organizzata. «Il mercato della cannabis light – dice Altini – che comprende prodotti a basso contenuto di Thc attualmente è sotto il controllo delle mafie, con un fatturato di circa 7 miliardi di euro. Legalizzare e regolare questo mercato potrebbe portare benefici economici e ridurre l’influenza criminale. L’argomento è sostenuto da studi che dimostrano che il proibizionismo ha solo avvantaggiato le organizzazioni mafiose, mentre l’uso di cannabis tra gli adolescenti è in calo, suggerendo una diminuzione dell’attrattiva dell’illegalità».

Legislazione europea

La protesta si oppone anche a quello che viene visto come un provvedimento isolato rispetto al contesto europeo, dove la commercializzazione del Cbd non può essere vietata. «Questo provvedimento – dichiara Altini – porta a una situazione in cui i produttori italiani potrebbero essere costretti a importare prodotti dall’estero, mentre non potranno vendere i loro prodotti sul mercato nazionale». A settembre, il decreto sarà discusso nuovamente in entrambe le Camere del Parlamento, e gli organizzatori della protesta intendono promuovere un dibattito con esperti e politici.

«Prossimo appuntamento a settembre – conclude -quando verrà discusso da entrambe le Camere il decreto. Organizzeremo un evento con dibattito con Antonella Soldo di “Meglio legale”, un rappresentante di “Cannabis medical center”, l’ospedale privato che riguarda la cannabis medica per spiegare gli effetti benefici sulla salute e Riccardo Maggi, segretario nazionale di Più Europa. Vogliamo interpellare un parlamentare tedesco, per spiegare l’iter per arrivare all’approvazione della legalizzazione intrapreso in Germania».

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Bari Cultura e Spettacoli

Altamura ne “La fanciulla degli ori”, Marinaro: «I miei romanzi tra cronaca e storia» – L’INTERVISTA

Un intreccio tra mito, leggenda, storia e giallo, percorrendo l’asse Milano Altamura. Il nuovo romanzo di Laura Marinaro “La fanciulla degli ori”, pubblicato con la casa editrice Mursia, questa volta si cala nel profondo della città che ha dato i natali alla scrittrice. Come ci ha abituato con il romanzo precedente “Maremoto a Varigotti”, si tratta di un intreccio tra vero e verosimile, in uno stile scrittorio fluido, attento ai particolari e pieno di sorprese. La protagonista è Caterina Ferrari, un’archeologa. Non a caso la scrittrice ha scelto per questa sua nuova eroina un lavoro un po’ diverso dal personaggio precedente. Non ha direttamente a che fare con il mondo della polizia, ma non ne è neanche completamente estranea, essendo nipote di Alina Ferrari, l’ex colonnello dei Carabinieri. Appena assunta come ricercatrice nel nuovo Museo delle Scienze Antropologiche di Milano, si trasferisce temporaneamente ad Altamura per la vendita di una casa di famiglia nel centro storico. Milano e Altamura incarnano i due amori di Caterina, Marco e Luca, due uomini tanto diversi da confondere la ragazza, un po’ come le due città in cui si muove. Nella cittadina famosa per il pane, Caterina si trova suo malgrado a fare una sensazionale scoperta archeologica, ma anche a dovere «indagare» su due omicidi legati in qualche modo al museo e all’antica maledizione seguita alla scoperta della “Fanciulla degli ori”.

Il secondo libro è ambientato nella sua città. Come mai ha scelto Altamura? Che ruolo ha la città per la trama?

«L’ho scelta perché lo spunto è arrivato proprio da La Fanciulla degli ori, una scoperta archeologica conservata nel Museo archeologico cittadino e dalla sua storia affascinante. La città è uno dei protagonisti, ha un ruolo importantissimo così come Milano, dove vive e lavora Caterina Ferrari la protagonista».

Un’archeologa, contrariamente alla protagonista di “Maremoto a Varigotti”. Cosa l’ha spinta a scegliere questo mestiere?

«Proprio lo spunto della fanciulla e poi lei è un’archeologa ma specializzata in antropologia forense, una delle scienze forensi più affascinanti che ho studiato e che si occupa di scheletri».

Chi è la fanciulla degli ori e come è venuta a conoscenza di questa leggenda?

«Dal Museo. i tratta di uno scheletro del II secolo dopo Cristo, contenuto in una tomba affrescata con un corredo di ori importante e bellissimo. La leggenda è una mia invenzione ma non si discosterebbe da storie di quell’epoca».

Quanto della sua esperienza crime c’è nei suoi romanzi? Come la aiuta a sviluppare le trame?

«L’esperienza c’è. Anche i giornalisti di nera ci sono sempre nei miei romanzi e poi ci sono le conoscenze delle tecniche d’indagine e delle scienze forensi».

Quando scrive un nuovo libro il finale è già presente nella sua idea o lo scopre strada facendo?

«C’è già subito. In genere si fa un canovaccio prima con la descrizione dei personaggi principali poi gli altri vengono man mano a sceglierti. Luoghi cibi e situazioni si sviluppano man mano che si narra. Sono i personaggi che entrano nel processo e mi aiutano a completare l’idea del finale».

Nel testo lei nomina Yara Gambirasio. Un caso del quale ha avuto esperienza in prima persona. Che collegamenti ha tracciato tra il suo personaggio e la ragazza di Brembate?

«Il collegamento è proprio riferito all’antropologia forense e al fatto che Cristina Cattaneo, l’anatomopatogoa più nota d’Italia che lavorò al caso, è la datrice di lavoro di Caterina ed è nel libro».

Da dove parte per costruire i tratti del serial killer?

«La realtà offre numerosi spunti. Le mie idee si sviluppano sempre su fatti veri. Sono i giornali e le cronache che mi ispirano. La vita vera e la Storia, come in questo caso, sono protagoniste. Non amo né il fantasy né la fantascienza o il soprannaturale. Le mie storie sono tutte verosimili, qualcosa che permetta l’immedesimazione del lettore, che si cala interamente nella vicenda e la sente vicina».

Mette mai qualcosa di personale nei sui romanzi?

«Si molto, non solo qualcosa di autobiografico, ma anchecaratteriale. Non sono fatti o situazioni, ma sicuramente lati del carattere, sentimenti di Caterina sono anche miei. Le mie protagoniste mi assomigliano sempre per qualche lato della loro personalità. Forse Alina era meno simile, ma qualche tormento o situazioni erano reali».

Ha già un altro romanzo nel cassetto? Sarà ambientato ancora in Puglia?

«Ho qualche idea. Sto pensando ad un’ambientazione in Brianza ma con qualche incursione in Puglia, magari al mare».

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Attualità News Puglia

Prima casa, cresce il mercato di mutui: in media i pugliesi chiedono 117mila euro

Il mercato dei mutui in Puglia mostra segnali di ripresa nel primo semestre del 2024, con un incremento del 4% nelle richieste di finanziamenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato emerge dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it, che evidenzia una crescita anche dell’importo medio richiesto, e del valore medio degli immobili oggetto di mutuo, salito del 3,8%. Sebbene il tasso di crescita pugliese sia inferiore rispetto al 15% registrato a livello nazionale, rappresenta comunque un segnale positivo per il settore.

Il dato

Il 2024 è iniziato con una nota positiva, grazie al miglioramento delle condizioni offerte dalle banche, in particolare per i mutui a tasso fisso. Questo ha generato una maggiore fiducia tra i consumatori, incentivando un aumento delle richieste. Nonostante la ripresa della domanda, il mercato dei mutui è ancora lontano dai livelli pre-pandemia. Le erogazioni di mutui sono ancora sottotono, con un calo del 13% nei flussi finanziati nel primo trimestre del 2024, secondo Assofin. Tuttavia, la crescita delle richieste fa ben sperare per un secondo semestre con valori in aumento anche per i finanziamenti concessi alle famiglie.

Profilo del Richiedente

Analizzando un campione di oltre 20mila richieste di mutuo in Puglia, emerge che l’importo medio richiesto è di 117.827 euro, con un incremento del 4% rispetto al 2023. Il valore medio degli immobili oggetto di mutuo raggiunge i 180mila euro, con una durata media del mutuo di 23 anni e mezzo, in lieve calo rispetto all’anno precedente. L’età media dei richiedenti, per prima e seconda casa, è di quasi 41 anni, mentre gli acquirenti della prima casa hanno in media poco più di 37 anni e mezzo. Per prima casa, si osserva che l’importo medio richiesto è di 123mila euro, con un aumento del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Andamento provinciale

A livello provinciale, Bari si distingue con l’importo medio più alto, pari a 128mila euro, seguita da Barletta-Andria-Trani con 124mila euro. Lecce si colloca al terzo posto con 111mila euro, mentre Brindisi e Taranto registrano rispettivamente 109mila e 107mila euro. Foggia presenta l’importo medio più basso, con 106mila euro.

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Bari Cultura e Spettacoli

Con le orecchiette la Puglia alla conquista del mondo, Nunzia: «È lo scudetto che ci contraddistingue»

Se si parla di Puglia a qualcuno dell’altra parte del mondo, che non c’è mai stato, sicuramente verrà di abbinarla a uno dei suoi prodotti principe: l’orecchietta. Un prodotto che piace perchè semplice, genuino, fatto solo con due ingredienti e che si sposa benissimo con tutti i tipi di cottura, al forno, in bianco con le rape e col classico sugo domenicale. Ma l’orecchietta sta diventando qualcosa di più, è un’icona, un must e un trend che sta spopolando sempre più sui social. E qui il prodotto si abbina a un volto che è divenuto famoso come simbolo di baresità, Nunzia Caputo, conosciuta come la “regina delle orecchiette”.

Un personaggio emblematico di Bari, che ha saputo portare la tradizione culinaria pugliese a un pubblico internazionale. La sua storia è un racconto di passione, tradizione e innovazione, che si intreccia con esperienze personali e professionali significative.

Una tradizione familiare

Fin da piccola, Nunzia è stata immersa nella tradizione della pasta fatta in casa. A soli sei anni, sua nonna le insegnò a fare le orecchiette, un momento che segnò l’inizio del suo legame con la cucina. Nonostante le resistenze iniziali, Nunzia oggi riconosce il valore di quell’insegnamento, che non solo le ha trasmesso una tecnica, ma anche un amore profondo per la cucina e la condivisione. Le sue orecchiette, fatte con semola di grano duro e acqua, sono il simbolo di Bari e rappresentano un piatto semplice ma ricco di sapore e salute.

La carriera

La carriera di Nunzia è decollata grazie a una serie di incontri fortunati e collaborazioni. La sua apertura verso gli altri le ha permesso di stringere legami con personaggi noti, come Stefano Gabbana, e di partecipare a eventi di grande rilevanza, inclusi matrimoni di alto profilo in India. La sua partecipazione a questi eventi non è solo un riconoscimento del suo talento, ma anche un’opportunità per promuovere la cultura gastronomica pugliese a livello globale.

L’impatto sociale

Nunzia non si limita a preparare orecchiette; è attivamente coinvolta in iniziative di volontariato, lavorando con anziani e giovani in difficoltà. Ha avviato corsi nelle scuole per insegnare l’arte della pasta, sottolineando l’importanza della manualità e della tradizione. Tuttavia, esprime preoccupazione per la perdita di queste competenze tra le nuove generazioni, spesso distratte dai dispositivi tecnologici. Credere fermamente nel potenziale delle orecchiette. La sua missione è quella di preservarle e promuoverle, lavorando per migliorare l’immagine della Puglia nel mondo. «L’Orecchietta è simbolo di Bari perchè è semplice ma è anche un piatto di salute e sapori, come siamo noi. Questo è lo scudetto barese che ci contraddistingue».

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Attualità Foggia News

Case al mare, un italiano su tre sceglie la Puglia: Rodi Garganico è tra le mete preferite

La Puglia si classifica al quarto posto tra i luoghi del cuore degli italiani che sognano, e poi acquistano, seconde case. Lo fa con una percentuale del 30,3%, secondo l’analisi di Abitare Co. -società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata in nuove costruzioni, che ha analizzato 105 tra le località costiere italiane più rinomate, a livello regionale.

La classifica

Al primo posto si classifica la Sardegna, che ha nettamente staccato le altre regioni (in media +64,5% di compravendite tra il 2019 e il 2023). Seguono la Basilicata (+59,2%), la Sicilia (+34,7%) e appunto la Puglia (+30,3%). Ma, a sorpresa, ci sono delle regioni, che del turismo e della bellezza delle loro coste fondano buona parte della loro produzione economica, che sono nettamente scese in classifica, come l’Emilia-Romagna (+20,7%), la Liguria (+17,6%), la Toscana (+15,5%) o il Veneto (+14,8%). Tra i primi dieci comuni costieri che, in media, hanno raddoppiato le compravendite rispetto al 2019 c’è Rodi Garganico, che registra un +112,8% di compravendite, seguita dalla lucana Maratea, con +108,0%. Al primo posto troviamo Castiadas in Sardegna, con +264,5% di compravendite, seguita dall’isola di Pantelleria in Sicilia +142,5% e dalla ligure Portofino +130%.

Le compravendite

Nel 2023, le compravendite di immobili residenziali nelle principali località marittime, tra cui molte seconde case, sono cresciute in media del +26,3% rispetto al 2019, un dato positivo e in controtendenza a quello registrato nelle otto Città metropolitane (-9,2%). Una spinta che ha fatto volare i prezzi nei Comuni marittimi, aumentati in media dal primo semestre 2019 al primo semestre 2024 di ben il +26,7%.

I mutui

Arrivano segnali positivi dal mercato dei mutui in Puglia. Secondo l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, nei primi sei mesi del 2024, la richiesta di finanziamenti è aumentata del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sebbene questo incremento sia inferiore al 15% registrato a livello nazionale, rappresenta comunque un segnale di ripresa per il settore.

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