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Brindisi, niente gestore a Cala Materdomini: ora si attende il nuovo bando per la prossima stagione estiva

Un nuovo bando sarà pubblicato per la gestione di strutture per servizi di ristorazione ed intrattenimento delle aree facenti parte del compendio Cala Materdomini-Bocche di Puglia, in tempo utile per la prossima stagione estiva.

La decisione della Giunta

L’atto di indirizzo è stato dato dalla giunta comunale ai dirigenti dei settori Gestione patrimonio immobiliare e Contratti e appalti. Ma, intanto, quest’anno, i bagnanti brindisini non hanno potuto usufruire di alcun servizio nella prima spiaggia pubblica cittadina di Cala Materdomini, tra i tanti disagi che ne conseguono.

La vicenda

Il vecchio operatore è stato inadempiente nei confronti del Comune, non versando il canone mensile per tre anni, arrecando un danno economico di oltre 100mila euro. Così, l’ente ha proceduto alla revoca del contratto, contattando il secondo in graduatoria del bando, in quanto non c’erano i tempi per stilarne un nuovo. Ma durante il sopralluogo la struttura ha presentato evidenti problemi strutturali, anche a causa dei danni procurati da diversi raid vandalici. Per questo motivo, il secondo classificato, non potendo garantire i servizi adeguati ai fruitori della spiaggia, ha rinunciato alla gestione.

L’estate 2025

Preso atto di ciò, la giunta ha dato mandato agli uffici comunali di formulare una nuova gara per la gestione dei servizi di Cala Materdomini, in tempi utili per l’avvio della stagione estiva 2025. Nel frattempo, però, quest’estate migliaia di bagnanti sono stati costretti a non godere dei benefici di ristorazione e docce del bar, con tutti i disagi che ciò ha comportato, a causa di una mala gestio da parte dell’ente comunale.
Un disagio che, negli auspici di tutti, non si deve ripetere nel prossimo anno solare per la spiaggia pubblica della città.

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Niente eventi in estate a Brindisi, il sindaco: «Qui ci pensa il mare». È polemica

«A luglio ed agosto, a Brindisi ci pensa il mare». É questa la frase pronunciata dal sindaco Marchionna, in occasione della presentazione degli eventi legati alla festa patronale, sulla quale il Partito Democratico si è scagliato.

«Secondo il sindaco e la maggioranza di centrodestra – commenta il Pd – nei mesi clou della bella stagione, i cittadini non dovrebbero aspettarsi concerti o eventi serali, ma accontentarsi di una semplice giornata in spiaggia. Questa frase, che potrebbe sembrare innocua, è invece gravemente lesiva della dignità, degli interessi e dei diritti delle centinaia di attività commerciali e turistiche».

La giustificazione

Per i Dem, il primo cittadino deve chiarire «se è davvero questa la giustificazione della completa assenza di un cartellone estivo nella nostra città e che nei prossimi anni il fatto che ogni estate sia triste e vuota, tranne che a giugno e nella prima settimana di settembre, sia il risultato di una ponderata decisione della sua amministrazione.

Anche la scelta di disincentivare e “spegnere” la musica di quei pochi esercenti volenterosi, omettendo l’emissione dell’ordinanza di deroga alle emissioni sonore, appare chiaramente una decisione politica».

Il Partito Democratico, poi, sposta l’attenzione sulla candidatura di Brindisi a Capitale Italiana della Cultura 2027: «Per una città che ambisce, secondo le stesse parole del sindaco, a diventare un centro culturale e turistico di rilievo nazionale, candidandosi a Capitale Italiana della Cultura, tutto questo appare francamente come una beffa».

Dunque, per il secondo anno la città non avrà un cartellone estivo, complice una situazione finanziaria non florida.

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Brindisi, carcere sovraffollato: ci sono 83 detenuti in più rispetto ai posti previsti

Nel carcere di Brindisi ci sarebbero 83 unità in più rispetto ai posti previsti. Una discrepanza tra i dati forniti dal Dap e la situazione reale. Si registra, dunque, un tasso di sovraffollamento, in linea, però, con la media nazionale.

L’ispezione

É il dato che emerge dall’ispezione nella casa circondariale di via Appia da parte di una delegazione di Forza Italia, composta dai parlamentari Mauro D’Attis e Andrea Caroppo e dal consigliere regionale Paride Mazzotta. La struttura è costituita da otto sezioni detentive, tre sezioni giudiziarie, una sezione di infermeria, due sezioni di definitivi, una per semi liberi e una sezione per nuovi giunti. Il carcere, però, ospita circa 200 detenuti, a fronte di una capienza dichiarata dal Dap di 152. Capienza che comprende anche i 33 posti liberi non utilizzati nella nuova area, per un totale di oltre 80 unità in più.

Le dichiarazioni

«Abbiamo riscontrato una discrepanza nei dati forniti dall’ufficio centrale dell’amministrazione penitenziaria – ha spiegato D’Attis – risulterebbe una capienza di 152 detenuti. Una capienza che comprende anche una parte del carcere che è stata costruita, quasi terminata, ma che non contiene ancora nulla. Parliamo di 33 posti liberi non utilizzati. Se quell’area dovesse ospitare nuovi detenuti, dovremmo registrare un dato importante di sovraffollamento».

Il personale

Il deputato forzista si è poi soffermato sul personale di polizia penitenziaria: «Abbiamo verificato un dato sorprendente – ha concluso D’Attis – l’amministrazione della polizia penitenziaria ci racconta di una voglia, da parte del personale di altre carceri, di trasferirsi a Brindisi. Evidentemente, vedono qui una situazione lavorativa migliore. C’è un problema di sottorganico di circa il 10%. Verificheremo se ci saranno le possibilità di aumentare il personale. A tal proposito, nei prossimi giorni incontreremo le sigle sindacali». L’istituto brindisino, però, presenta anche altre criticità, come quella dell’ubicazione, in pieno centro urbano. Va ricordato che nel Documento programmatico preliminare del Piano urbanistico generale della precedente amministrazione, vi era la volontà di delocalizzare il carcere di via Appia, in un’area urbana più idonea del centro cittadino, esattamente come prevedeva il Pug varato dal sindaco Mennitti. La casa circondariale rientrerebbe in uno di quei casi di intervento pubblico-privato, cercando di fornire una struttura moderna, rigenerando una zona centrale quale quella di via Appia. Ma ci vorrà tempo.

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