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Via Appia patrimonio Unesco, i sindaci della Murgia appulo-lucana: «I nostri Comuni esclusi»

I sindaci di cinque Comuni della Murgia appulo-lucana scrivono al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, lamentando l’esclusione dal percorso che ha portato la via Appia a essere riconosciuta come patrimonio Unesco.

La missiva è firmata da Domenico Bennardi, primo cittadino di Matera, Vitantonio Petronella di Altamura, Vincenzo Casone di Santeramo in Colle, Francesco Frigiola di Laterza e Giambattista Di Pippa di Castellaneta.

I sindaci chiedono la rapida revisione della procedura e un incontro urgente per conoscere i motivi dell’esclusione dei rispettivi tratti di competenza dal percorso dell’antica via Appia.

I tratti del comprensorio murgiano, del quale Matera e gli altri comuni fanno parte, sono stati esclusi dagli organismi consultivi e decisionali, insieme ad altri due tratti della via Appia del Lazio.

«Chiediamo – hanno scritto i primi cittadini dei comuni murgiani – una riunione urgente con il ministero e i responsabili dell’Ufficio Unesco, per conoscere le motivazioni di esclusione e individuare le attività da porre in atto per avviare l’iter di revisione della decisione del Comitato del luglio 2024, secondo le procedure della minor boundary modification, codificate dall’Unesco. Siamo pronti – hanno concluso – a lavorare con gli uffici ministeriali, per raggiungere il comune obiettivo di ottenere il riconoscimento delle componenti a oggi escluse».

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Delon, addio alla leggenda. Fu “lucano” con Visconti e “pugliese” con Cardinale

Se n’è andato il più grande, se n’è andato Alain Delon. L’eterno ragazzo malinconico non c’è più. Aveva 88 anni e, alle spalle, una carriera che l’ha visto sbancare a mani basse il mondo del cinema: Alain il sex symbol, Alain l’enfant terrible. La bellezza imbronciata e magnetica, i silenzi ombrosi, gli sguardi accigliati, lunghissimi: così sul grande schermo, così nella vita privata.

L’esperienza in Basilicata

Negli anni ‘60, a lanciarlo nel giro che conta fu Luchino Visconti con “Rocco e i suoi fratelli”. Un cast di grandi attori – da Annie Girardot a Renato Salvatori e Paolo Stoppa – per il film che si sarebbe dovuto girare in Basilicata, dove il regista soggiornò tra Matera e Pisticci, spinto dalle poesie attraenti di Rocco Scotellaro. Non se ne fece poi nulla, e fu scelta Milano, riprendendo però nel plot le vicende di Rocco Mazzola, pugile potentino dei pesi massimi. Qualche anno dopo lo sceglie Jean-Pierre Melville per “Le Samouraï” (1967) – “Frank Costello faccia d’angelo” in italiano – segnando l’ascesa di uno dei precursori della Nouvelle Vague. Una amicizia lunga la loro, coppia d’assi fascinosa del cinema d’oltralpe, perfezionisti e taciturni, un’intesa inscalfibile suggellata dalla doppietta noir “I senza nome” (1970) e “Notte sulla città” (1972). “E Melville creò Delon”, scrisse “Le Monde”. Il trench e il Borsalino la divisa d’ordinanza di Costello/Delon, diventa icona dell’uomo tragico nell’immaginario popolare, un uomo che si riassume nella sua gestualità.

La presenza in Puglia

Di passaggio anche in Puglia in quegli anni, monsieur Delon. A Lecce gli consegnarono il prestigioso premio cinematografico “Rodolfo Valentino”, ospitato al Teatro Politeama “Greco” dal ‘73 al ‘81. Un’apparizione fugace, avvolto in un lungo cappotto in pelle nera, un caffè consumato in fretta allo storico bar Martinica, a due passi da piazza Sant’Oronzo, e poco più.

Gli amori

Amori tanti, donne, tantissime. Romy Schneider, l’indimenticabile. «Perché è stato il mio primo amore», gli si sentì dire in un video d’epoca. Si incontrarono all’aeroporto di Orly nel 1958, poco prima di iniziare le riprese del loro primo film insieme, “Christine”. Furono l’incarnazione della favola perfetta: giovani, stupendi, talentuosi, ricchi e felici. Un amore folle, senza lieto fine, vittime di un sentimento che li bruciò in fretta, legandoli per sempre. E poi il flirt con Brigitte Bardot, Nathalie Delon che diventò sua moglie, la cantante Dalidà e Mireille Darc, tanto per ricordarne alcune.

Gli ultimi anni

Una filmografia infinita la sua, fino alle luci che diventano ombre negli ultimi anni. Nel luglio 2023 confidò al suo medico, in visita nella casa di campagna a Douchy, tra i vigneti della Valle della Loira: «Voglio morire, la vita è finita». “Le Figaro”, cattivello, ha scritto che «la parte migliore della sua recitazione è quando non apre bocca». Eppure Alain Delon è stato tanto di più di una sigaretta che pende dalle labbra e l’aria da viveur che per decenni lo hanno accompagnato. Un attore formidabile, che si vantava di «vivere, non recitare i suoi ruoli». Indimenticabile. Il più bello del mondo.

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Presenze dei parlamentari, qualcuno ha visto Conte? Due meloniani i più stakanovisti

Nel pieno delle ferie è normale vedere il Parlamento chiuso con deputati e senatori in vacanza. Molti di loro, però, spesso e volentieri disertano l’Aula anche quando ci sono i lavori. Pugliesi e lucani? Alcuni sono autentici stakanovisti, come i senatori Ignazio Zullo e Gianni Rosa, entrambi presenza fissa a Palazzo Madama; discorso diverso per il leader pentastellato Giuseppe Conte che alla Camera è finora risultato assente in oltre il 73% dei casi.

A Montecitorio

Per misurare l’assiduità dei parlamentari basta analizzare le statistiche pubblicate sul sito di Montecitorio e su quello di Palazzo Madama. Le note dolenti riguardano innanzitutto l’ex premier Conte che, da ottobre 2022 a oggi, è risultato presente nel 26,68% dei casi e assente nel restante 73,32 (giustificato, però, nel 54,62). Anche altri esponenti del Movimento Cinque Stelle non brillano per assiduità. Si tratta del lucano Arnaldo Lomuti e del salentino Leonardo Donno, che hanno finora totalizzato rispettivamente il 60,26 e il 67,54% di presenze. Discorso simile per la foggiana Carla Giuliano che non va oltre il 68,74. Performance solo leggermente migliori per la tarantina Patty L’Abbate del M5s, il lucano Salvatore Caiata di Fratelli d’Italia e di Rita Dalla Chiesa (nata in Campania ma eletta in Puglia): tutti oscillano intorno al 72% di presenze.

Un autentico stakanovista, invece, è Giandonato La Salandra, deputato di Fratelli d’Italia, in prima linea nel 97,96% dei casi. È nativo di Milano ma eletto in Puglia Alessandro Colucci, onorevole di Noi Moderati, che fa segnare il 97,74% di presenze. Sul terzo gradino del podio dei più assidui, infine, c’è l’altra meloniana Mariangela Matera, originaria di Andria, assente in appena il 2,77% delle circostanze. Buone performance anche per altri volti noti della politica pugliese e lucana come il berlusconiano Andrea Caroppo col 96,13% di presenze, il meloniano Saverio Congedo col 93,77, il democratico Ubaldo Pagano col 92,02.

Qui Senato

Al Senato come alla Camera, è un esponente di Fratelli d’Italia a occupare il vertice della classifica dei parlamentari più “sul pezzo”. Si tratta di Gianni Rosa, lucano di Avigliano, capace di totalizzare il 99,98% di presenze. A tallonarlo sono quattro compagni di partito: il cassanese Ignazio Zullo (99,92%), il barese Filippo Melchiorre (99,49), la tarantina Vita Maria Nocco (99,37) e la foggiana Anna Maria Fallucchi (99,21). Bene anche l’azzurro Dario Damiani, nativo di Barletta, che a Palazzo Madama si è finora visto nel 99,53% dei casi.

A far segnare le peggiori performance tra i senatori pugliesi e lucani sono tre esponenti di diversi partiti. In fondo alla classifica c’è Mario Turco, senatore del Movimento Cinque Stelle che molti danno come candidato alla presidenza della Regione Puglia, che ha finora accumulato l’81,82% di presenze totali; penultimo il leghista salentino Rossano Marti, che si ferma all’86,46%; terzultimo Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama con un passato da ministro per gli Affari regionali e le Autonomie nel secondo governo Conte, che si ferma all’87,95%.

Mancano, invece, i dati sulle performance di Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia e senatore di Forza Italia, al pari di quelli dei ministri Matteo Salvini e Maria Elisabetta Alberti Casellati, originari rispettivamente di Milano e di Rovigo ma eletti in Puglia e in Basilicata.

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Policoro, operaio cade da una gru: «Serve personale ispettivo e maggiore prevenzione»

Ennesimo infortunio sul lavoro, nel Materano. È accaduto a Policoro, in un cantiere, dove un uomo di 51 anni era impegnato nelle operazioni di smontaggio del braccio di una grossa gru, quando all’improvviso si sarebbe staccato il cavo che lo sosteneva. L’incidente si è verificato nella zona lido nei pressi della ferrovia. Soccorso dal personale del 118 è stato trasferito con l’eliambulanza in codice rosso all’ospedale San Carlo di Potenza. Sulle cause dell’incidente sono adesso in corso le indagini per ricostruire la dinamica.

Le reazioni

«L’ennesimo infortunio sul lavoro accaduto a Policoro in provincia di Matera, ripropone l’urgenza di alzare l’asticella delle politiche per la salute e la sicurezza sul lavoro – commenta il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano – In attesa degli accertamenti sulla dinamica di quest’altro incidente il tema resta quello del potenziamento del personale ispettivo nella nostra regione, ampiamente sottodimensionato rispetto alle esigenze».

La prevenzione

«Allo stesso tempo – prosegue Giordano – vanno intraprese azioni più incisive sul piano della prevenzione e della cultura della sicurezza, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. In tal senso, va messo a sistema operativo lo sblocco del bando nazionale da oltre 300 milioni dell’Inail che prevede incentivi a sostegno delle aziende che investono in salute e sicurezza. È una misura che come Ugl Matera – dichiara Giordano – abbiamo riferito di preferirlo nella direzione di responsabilizzare le imprese e che deve essere accompagnata da un più organico piano su formazione e prevenzione e sulla promozione del lavoro di qualità».

Il ruolo della Regione

«Su questi temi siamo sicuri che anche la Regione Basilicata svolgerà un ruolo importante – afferma il sindacalista – collegando, ad esempio, l’erogazione di finanziamenti e sovvenzioni a percorsi partecipati di certificazione della qualità del lavoro con il coinvolgimento delle parti sociali sul modello di quanto si sta facendo nel comparto agricolo e non solo. Allora, massima fiducia alle forze di polizia affinché sulle cause dell’incidente adesso in corso, facciano piena luce con le indagini per ricostruire l’accaduto e le relative responsabilità e – conclude Giordano – tutta l’Ugl Matera si stringe intorno all’operaio augurando una pronta e veloce guarigione».

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Emergenza caldo in Puglia e Basilicata, in città l’estate si allunga e di notte è come essere ai Tropici

Le città sono le zone che ancor di più risentono del cambiamento climatico e che fanno in modo che si formino “isole di calore”, ovvero zone ancor più calde rispetto all’area a causa del cemento e dell’asfalto. Che accade? C’è caldissimo per mesi e poi temporali improvvisi, con grandinate, anche catastrofiche. Tutto questo crea difficoltà all’ambiente, ma anche all’erogazione dei servizi primari. Per quanto riguarda l’Italia, Istat rileva che la temperatura media nel 2020 è pari a 16,3°C con 0,3°C di aumento rispetto al valore medio del decennio 2006-2015. Se invece si vanno a considerare i capoluoghi di regione, la temperatura media si assesta a 15,8°C.

Notti tropicali

E questo porta, nelle città, a giornate con picchi di calore estremo, complice anche la mancanza di verde e a notti bollenti, tropicali, il cambiamento climatico addirittura aumenta, rispetto al 2020 i giorni estivi (si considerano giorni estivi quelli che hanno una temperatura superiore ai 25 gradi) risultano sempre di più (oltre 90). A Mantova per esempio nel 2020 ci sono state 36 giornate d’estate in più. E se Napoli ha il record di notti tropicali (quando la temperatura non si abbassa), non è da meno Bari che in tre mesi, conta 20 notti in cui il caldo non si è placato e l’umidità ha fatto da padrona.

Puglia e Basilicata

La variazione dei giorni estivi tra 2020 e il valore medio registrato tra 2006 e 2015 nei capoluoghi italiani mostra che in Puglia, per la precisione a Brindisi, la differenza tra il 2020 e la media calcolata tra il 2006 e il 2015 porta a contare 6 giorni di estate in più. E nel 2020 il numero di giorni caldi è in aumento rispetto agli anni che vanno dal 2006 e il 2015. A Potenza, capoluogo della Basilicata la differenza tra il 2020 e la media calcolata tra il 2006 e il 2015 porta a due giorni d’estate in più, nel 2020 dunque il numero di giorni caldi è in aumento.

Ai mantengono invece stabili o comunque non in eccessivo aumento le temperature di altre città pugliesi, come Taranto dove la differenza dei giorni di caldo tra il 2020 e la media tra il 2006-2015 è di sei giorni e dunque i giorni di caldo record nel 2020 sono comunque in calo.

Il caldo è chiaramente percepito sempre più dove nelle città non c’è altro che asfalto e cemento e pochi giardini.

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Ferragosto all’insegna dell’agriturismo: tutto esaurito per le attività lucane

La Basilicata si prepara a vivere un Ferragosto all’insegna del gusto e della tradizione. Le 130 strutture agrituristiche della regione, con oltre 15mila posti a tavola, registrano il tutto esaurito già da settimane. Un successo che si traduce in un giro d’affari stimato tra i 600 e i 700mila euro.

I menù proposti dalle aziende agricole sono un vero e proprio viaggio nei sapori autentici della Basilicata: antipasti ricchi e variegati, primi piatti con pasta fatta in casa, grigliate miste e dolci della tradizione. Tra i piatti più richiesti, i fusilli e gli strascinati al ragù di carne, la pasta al forno del contadino e la grigliata mista con verdure di stagione.

«Il successo dell’agriturismo in Basilicata – spiega Turismo Verde-Cia – è dovuto alla qualità dei prodotti a chilometro zero e alla possibilità di vivere un’esperienza turistica più sostenibile e a contatto con la natura». Sempre più strutture, infatti, offrono ai propri ospiti una vasta gamma di attività, dallo sport al benessere, passando per visite a siti archeologici e naturalistici.

I prezzi dei menù per Ferragosto sono leggermente aumentati rispetto all’anno scorso, ma si mantengono comunque competitivi, con un costo medio di 40 euro a persona.

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Ferragosto 2024: “No water day”. La siccità mette in ginocchio i campi al Centro – Sud

Dando l’occhiata quotidiana alle previsioni meteo è ormai assodato che, per ampi territori, il Ferragosto 2024 sarà il primo “No Water Day”, vale a dire il primo giorno senza acqua per l’agricoltura. Il Centro-Sud continua infatti a soffrire per una siccità ormai consolidata, mentre la calura agostana, unitamente ai numerosi eventi meteorologici estremi, sta mettendo a dura prova l’economia agricola delle regioni alpine: questa è la sintesi del settimanale report dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche.

La crisi

«Ovunque i Consorzi di bonifica stanno lavorando per rendere la rete idraulica più ricettiva possibile, ma è nota la sua inadeguatezza di fronte alla violenza degli eventi meteo; non è allarmismo, ma solo buon senso quindi, consigliare a tutti di non lasciare oggetti di valore economico od affettivo nei piani bassi o sotterranei. L’adattamento alla nuova situazione climatica inizia anche dall’autonoma consapevolezza di prevenzione civile, che ciascuno di noi deve assumere», è l’invito lanciato da Francesco Vincenzi, Presidente Anbi. In Basilicata, il trend dei rilasci dagli invasi si mantiene nell’ordine di 2 milioni di metri cubi al giorno. Tale fabbisogno è dimezzato nel Tavoliere delle Puglie, le cui riserve idriche, però, sono ormai destinate solo al potabile: restano 66,67 milioni di metri cubi, cioè solo il 30% di quanto invasato l’anno scorso.

L’agricoltura

Se questo è un dramma per aree vaste ma circoscritte, la siccità è comunque un grave pericolo per tutto il territorio, perché un suolo arso si indurisce, diventando poco permeabile ed accentuando così il rischio idrogeologico, soprattutto ora, in una Penisola circondata da un mar Mediterraneo caldo come non mai (da qui alla prossima settimana, la temperatura dell’acqua di Tirreno e Ionio, dal Lazio alla Libia, non scenderà al di sotto dei 30 gradi nemmeno nelle ore notturne, raggiungendo altresì picchi di 31 gradi (fonte: E.C.M.W.F. – European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) e quindi fautore di eventi atmosferici estremi, quantificati nell’arco temporale di 14 giorni in 173 fra tornado, raffiche di vento forte, nubifragi e grandinate anomale, che sono state 73, di cui 63 nelle regioni settentrionali, ma i chicchi più grossi (con diametro di almeno 5 centimetri) sono caduti su Molise e Maceratese. Il caldo torrido di questi giorni favorisce anche il proliferare di incendi distruttivi, che nelle ultime settimane si sono purtroppo intensificati. Secondo l’Ispra, nei primi 8 mesi di quest’anno, le fiamme hanno attaccato il 18% dei boschi italiani per una superficie pari a ben 40 chilometri quadrati, comprese zone di inestimabile pregio naturalistico come quelle del Parco Nazionale del Gargano, che ha visto andare in fumo 3 ettari della foresta di conifere. E poi le sabbie del deserto sulle montagne, chicchi di grandine grossi come sassi, scioglimento del permafrost, uragani marini «sono fenomeni da guardare con grande preoccupazione e verso i quali siamo anche culturalmente impreparati», ribadisce Gargano, direttore Generale Anbi.

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Basilicata, pronti nove milioni per ricollegare le dighe di Acerenza e Genzano

Consegnati «in via d’urgenza» i lavori per il ripristino del collegamento idrico tra la diga di Acerenza e quella di Genzano di Lucania, per un importo complessivo di 9 milioni di euro. Lo ha disposto la commissaria straordinaria dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, Vera Corbelli.

L’opera

«È il primo intervento per riconnettere fisicamente i due invasi e completare lo scherma idrico Basento-Bradano, di cui si è discusso anche nella riunione di coordinamento del 30 luglio scorso presso il Dipartimento Infrastrutture. Si tratta di un impianto di vitale importanza per l’agricoltura dell’area Alto Bradano, che da molti anni è rimasto incompiuto e che deve essere messo nelle condizioni di funzionare correttamente, nella maniera in cui era stato progettato». È il commento di Pasquale Pepe, vicepresidente e assessore alle Infrastrutture, Reti idriche, Trasporti e Protezione civile della Regione Basilicata. Con questo appalto, sarà ripristinato il primo tratto del collegamento idrico, che era stato danneggiato dal tempo e da alcuni smottamenti. Con un altro finanziamento di 11,5 milioni di euro, già concesso, sarà poi completato anche il secondo tratto tramite il “riefficientamento” della galleria che connette gli invasi.

La soluzione

«Parte dei problemi legati al deficit irriguo che si presenta quando le stagioni calde sono povere di precipitazioni – spiega Pepe – sono dovuti a una non ottimale capacità di raccogliere le acque durante l’autunno e l’inverno. Con il completamento dello schema Basento-Bradano si potrà colmare questa lacuna e consentire ai nostri agricoltori di poter far affidamento su risorse idriche permanenti. La diga di Acerenza ha una capacità di 38 milioni di metri cubi d’acqua. Quella di Genzano, di 53 milioni di metri cubi. Se entrambe verranno portate a pieno regime, in quell’area le coltivazioni non andranno facilmente in sofferenza».

La scarsità idrica

Nel frattempo nelle dighe della Basilicata continua a calare il lavello di acqua presente. Attualmente sono contenuti circa 205 milioni di mc, 200 milioni in meno rispetto ad un anno fa. I dati forniti dall’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, segnalano il calo maggiore nell’invaso di Montecotugno, in territorio di Senise (Potenza). Qui attualmente sono invasati 111 milioni di metri cubi, 142 in meno rispetto ad un anno fa. Nella diga del Pertusillo sono contenuti 70 milioni di metri cubi di acqua, quasi 38 in meno rispetto a dodici mesi fa. Poco piu’ dui 15 milioni di metri cubi, invece, quelli presenti nell’invaso di San Giuliano, rispetto ai 56 dello stesso periodo del 2023.

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Notte di San Lorenzo, pugliesi e lucani pronti ad un cielo limpido e stellato

Stasera, e fino a lunedì, lo spettacolo è tutto lassù, tra le stelle. La notte di San Lorenzo, da sempre legata alla tradizione delle stelle cadenti, torna a incantare grandi e piccoli. In Puglia e Basilicata, come in tutta Italia, migliaia di persone alzeranno gli occhi al cielo per ammirare le “lacrime di San Lorenzo”, un fenomeno astronomico affascinante che da secoli accende la fantasia e la speranza.

Le Perseidi, questo il nome scientifico delle stelle cadenti di agosto, sono frammenti della cometa Swift-Tuttle che, entrando nell’atmosfera terrestre, bruciano creando quelle suggestive scie luminose. Il picco massimo è atteso per lunedì 12 agosto, quando si potranno osservare fino a un centinaio di meteore all’ora. La buona notizia è che quest’anno la Luna non disturberà lo spettacolo, regalandoci un cielo più scuro e favorendo così l’osservazione.

In Puglia e Basilicata, numerose sono le iniziative organizzate per l’occasione, e diversi sono i luoghi che offrono un ampio panorama senza le luci della città. Tanti gli eventi che combinano l’osservazione astronomica con degustazioni di prodotti tipici locali, passeggiate notturne e visite guidate. Un modo unico per vivere la magia di questa notte speciale.

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Puglia e Basilicata si preparano all’esodo estivo: weekend da bollino nero

La Puglia e la Basilicata si preparano ad accogliere un flusso turistico senza precedenti. Il terzo weekend di agosto, infatti, si preannuncia come il più trafficato di tutta l’estate, con un intenso esodo verso le località di mare e di montagna. Anas prevede bollino nero per la mattinata di sabato 10 agosto e per tutta la giornata di domenica 11 agosto.

Le principali direttrici interessate sono la statale 16 “Adriatica”, che collega le principali città pugliesi e le località balneari, l’autostrada A2 “del Mediterraneo” e la statale 106 “Jonica”, che collegano la regione con il resto d’Italia. Si prevede un aumento significativo del traffico anche sulle altre arterie stradali della regione, con possibili rallentamenti e congestioni, soprattutto nelle ore di punta.

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