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Lilly Love porta il suo show ad Andria: «Fare la “drag”? È un atto politico» – L’INTERVISTA

Direttamente da Milano, passando per cabaret, videoclip musicali e Vogue, arriva all’Officina San Domenico di Andria. Ballerina di burlesque, dama dell’erotismo, Lilly Love si è esibita sul palco del centro culturale andriese Officina San Domenico arrivando direttamente dal Plastic e La Boum di Milano, passando per Vogue Italia e i videoclip di grandi artisti pop come Myss Keta, Achille Lauro e Power Frances.

Lilly con il suo drag show apre le danze di una nuova stagione del centro culturale e di un percorso curato dal collettivo transfemminista SVERGOGNAT*. Una grande valigia nera aperta sul pavimento. Accanto, un paio di tacchi dorati e un paio rossi. Su una sedia, i jeans e una maglietta nera stropicciata lasciano la scena alle paillettes, alle piume e ai velluti ordinatamente appesi sulle grucce. Una sagoma vestita di una vestaglia di seta giapponese mi dà le spalle. Nello specchio dai bordi illuminati Lilly Love compare e scompare. Un occhio, la bocca, il naso. Lilly Love rinasce ogni notte, disegnata con un pennello sotto le luci a led di un camerino buio e viene alla luce, ma quella stroboscopica, di un palco che acclama il suo drag show.

Come è nata Lilly Love?

Travestirmi è sempre stato il mio modo di esprimermi in totale genuinità. Lo facevo sin da bambino, utilizzando coperte o addirittura buste della spazzatura. Il gioco si è trasformato in folgorazione quando ho visto il primo spettacolo drag a quattordici anni. Ricordo le note di Lady Marmalade e un pensiero che esplodeva in me: “Questo è tutto ciò che voglio fare”. Ho capito che il drag era la mia forma d’arte, perché rendeva reali le fantasie della mia parte femminile. Poi è cominciata la sperimentazione sul make-up, la ricerca di stile, la fascinazione per le showgirl dagli anni Venti agli Cinquanta. Così è nata Lilly Love.

Lilly, il mondo drag è fatto di rituali, sperimentazioni e ricerca di sè. In quindici anni di show sei cambiata molto, basti pensare che sei nata a Cagliari ma adesso vivi a Milano, due realtà completamente differenti. C’è una figura che ha influito più delle altre sulla tua crescita artistica e ti ha accompagnata in questo percorso? Hai una tua “madre drag”?

Mi ritengo anche fortunata perché in Sardegna esiste una scena drag sin dalla fine degli anni Ottanta. La prima drag queen sarda famosissima, in scena dall’89, si chiama Velena ed è pazzesca: lei è stata la madre di tante ed anche la mia. Mi ha fatto capire che avrei dovuto trovare il mio modo di truccarmi e i miei vestiti. In occasione della festa celebrativa del mio decennale di drag nel 2018, l’abbiamo invitata come ospite speciale: è stato un onore averla sul palco con me e scoprire l’evoluzione che c’è stata in questi anni da entrambe le parti.

Lilly, essere una drag queen non è solo una scelta artistica. Significa fare attivismo, rivendicare uno spazio di espressione di sé non convenzionale. Immagino non sia un percorso sempre semplice e lineare. Cosa c’è dietro i sorrisi che porti in scena?

La verità è che all’inizio non è semplice, non è per niente semplice. Devi fare i conti con la scoperta di una parte molto intima che hai paura di mostrare al mondo. Agli inizi, in Sardegna, arrivavo nei locali tante ore prima per prepararmi lontana da occhi indiscreti e tornavo a casa con i miei abiti quotidiani. Lilly Love viveva “chiusa” in un locale. Ma la mia ambizione era far vivere la mia fantasia dall’inizio alla fine. Ricordo la prima volta che è successo: era Halloween, la macchina era parcheggiata sotto casa e dovevo solo scendere le scale ma l’idea che qualcuno potesse vedermi così vestita mi terrorizzava. Quel giorno ho rotto il ghiaccio ed è stata un’emozione fortissima, quasi eccitante. Oggi esco e rientro a casa in full drag a qualsiasi ora del giorno e della notte, prendo i mezzi senza problemi. Vivere a Milano mi ha aiutata, ma per me questo resta un atto politico.

Cosa ti spinge a continuare a farlo, dopo quindici anni?

Salire sul palco significa far esplodere la tua vitalità anche quando sei in una giornata “no”, quando non ti va. Ma a Lilly io devo tanto. Se non fosse per lei non sarei dove sono ora, con il bagaglio di emozioni e relazioni che ho. Lilly mi ha aiutato sia economicamente che psicologicamente, è letteralmente la mia terapia: mi ha permesso di superare i momenti più difficili, come la fine di una relazione o eventi spiacevoli. Insomma, a volte i dubbi non mancano, ma credo facciano parte di ogni percorso che possa dirsi vivo. Quando mi chiedo “perché lo faccio?” ripenso all’entusiamo e all’autenticità di quando, da bambino, ho cominciato a giocare con le bambole.

So che recentemente sei stata ospitata da una quinta elementare di Milano per un corso di makeup creativo. Com’è stato incontrare bambine e bambini?

E’ stata la cosa migliore che abbia fatto in tutta la mia carriera. Sono stata invitata in una scuola privata, nell’ambito di un corso di teatro in cui abbiamo giocato col genere sperimentando con colori, parrucche, glitter e tessuti. A fine anno la classe ha portato in scena questa rappresentazione teatrale e io sono passata a trovarli a sorpresa. Ma la vera sorpresa l’hanno fatta loro a me: mi sono arrivate quindici letterine e in ognuna c’era scritto quanto fosse stato bello per loro sperimentare, fare qualcosa che non avevano mai fatto prima, e che l’avevano raccontato ai loro coetanei ma che questi “non possono capire perché non l’hanno mai fatto”. Mi ha commosso vedere la spontaneità e l’autenticità con cui si sono messi in gioco senza stereotipi, in un luogo sicuro e lontano dai giudizi. E’ quello che da piccolo avevo sempre sognato.

Cosa leggi nello sguardo di chi ti incontra?

Avere una maschera ti dà il potere di vivere la tua fantasia come mai potresti fare nella tua quotidianità e il coraggio di affrontare gli sguardi più perplessi. Mi capita di leggere dissenso ma la maggior parte delle volte ricevo complimenti e occhiolini dai padri di famiglia (ride ndr). C’è un episodio che più degli altri mi fa sorridere: in occasione del pride ero ad Aosta, una realtà non grandissima. Passeggiavo per la strada principale in full drag e ho incrociato lo sguardo di una signora di novant’anni: all’inizio ha sgranato gli occhi, ma poi mi ha sorriso e mi ha fatto l’ok con la mano. Le ho sorriso anche io. Chissà se le ricordavo i suoi tempi, se ha rivisto in me qualcosa della sua giovinezza…

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BAT Cultura e Spettacoli Video

Barletta, bufera al concerto di Venditti: il cantante zittisce una ragazza disabile poi si scusa – VIDEO

È bufera, sui social, dopo la gaffe di Antonello Venditti che durante il concerto di ieri a Barletta ha zittito una ragazza affetta da disabilità che lo invitava a cantare mentre l’artista romano stava raccontando un episodio della sua vita.

Venditti inizialmente non si è accorto della diversabilità della giovane e l’ha “sfidata”: «Vieni qui, vediamo se c’hai il coraggio», ha affermato. Qualche “buuu” dal pubblico e uno steward sale sul palco per avvisare Venditti che si trattava di una «ragazza speciale». Piccata la replica del cantante: «Ho capito, è un ragazzo speciale, che però deve imparare l’educazione. Non esistono ragazzi speciali. L’educazione è una cosa».

La scena è stata ripresa da molti dei presenti al concerto e diffusa sui canali social scatenando l’ira di tante persone. «Barletta oggi è arrabbiatissima con te», si legge in molti commenti.

Poi spunta quello del tecnico di palco, Luciano Vallefuoco, che ha spiegato meglio agli utenti inviperiti: «Dal palco i cantanti fanno fatica a capire chi è seduto e dove. Sono accecati dalle luci puntate su di loro. Fanno fatica anche a percepire suoni, perché vengono fuori da volumi assordanti presenti nelle spie. Anni fa Venditti usava rivolgersi ai ragazzi con handicap chiamandoli “ragazzi speciali”, ai quali regalava il cappello», racconta. «Ieri sera, sulla scia del politically correct, ho rispolverato quel termine – aggiunge -. Colpa mia non avere avuto la lucidità di descrivergli nel dettaglio la situazione. Quel ragazzo speciale era particolarmente speciale e le sue urla non erano rivolte a disturbare lo show. Sono riflessi incontrollabili del suo stato di salute Mi sono mosso subito per fare avvisare la famiglia della situazione e abbiamo presentato le nostre più sentite scuse. Con la famiglia del ragazzo è tutto chiarito. Sono sicuro che Venditti si farà in qualche modo perdonare con il diretto interessato».

Il pubblico, però, scrive «delle scuse ce ne facciamo poco. Ero presente, pur amando Venditti come cantautore, ieri mi è letteralmente “scaduto”. Sono rimasta pietrificata dalla sua reazione. Chi scrive di amicizia, amore, rispetto, non può comportarsi così. Il comune dovrebbe denunciare l’accaduto, questa è discriminazione, “bullismo” da parte di chi dovrebbe insegnare educazione e rispetto».

Le scuse di Venditti: «Sono sconvolto, mi dispiace»

«Ho sbagliato». Comincia così il video in cui Antonello Venditti chiede scusa per quanto accaduto. «Pensavo fosse una semplice contestazione politica a cui io sono abituato, quindi ho risposto in maniera molto violenta a questa ragazza».

Venditti ha conosciuto la ragazza, riferisce, e chiede scusa. «Ma più delle scuse – dice – non me la sento. Dico delle cose molto forti durante il concerto e reagisco a qualcosa che nel buio uno non può rendersene conto. Ho fatto ammenda, ma l’ho fatta subito ieri sera dopo il concerto. Sono sconvolto», prosegue l’artista.

I genitori della ragazza: «È stato un malinteso, ci siamo chiariti»

«Con il signor Venditti ci siamo chiariti e per noi e per nostra figlia il problema non sussiste. Abbiamo capito immediatamente che si era trattato di una incomprensione, ingigantita dai social». È quanto dichiarano i genitori della ragazza con disabilità zittita da Antonello Venditti.

Dopo il concerto, riferiscono i genitori della ragazza, il cantante «ci ha chiamato, si è scusato ed è stato molto gentile e affettuoso con noi e con» nostra figlia, continuano i genitori. «Continuiamo a essere tutti suoi grandi fan», concludono.

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Cultura e Spettacoli Foggia

Vieste in Love, la perla del Gargano si prepara: Dargen e Fabrizio Moro tra gli ospiti – FOTO

La Perla del Gargano si prepara a vivere un’altra magica settimana all’insegna dell’amore. Dal 31 agosto al 6 settembre, torna la Vieste in Love, la rassegna che trasforma la città in un palcoscenico a cielo aperto, ricco di musica, arte e spettacoli. La Vieste in Love celebra l’amore in tutte le sue forme: l’amore per un partner, per la famiglia, per la propria terra. Un messaggio universale che risuona nel cuore di tutti.

Ospiti d’eccezione

Quest’anno, la kermesse propone un calendario ancora più ricco e variegato, con ospiti d’eccezione come il comico Maurizio Lastrico, Fabrizio Moro, Dargen D’Amico e il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Ma non solo: spazio anche ai giovani talenti con il Vieste Music Festival e alla tradizione con il Gran Galà dell’operetta.

Strade, piazze e balconi si coloreranno di rosso, il colore dell’amore, grazie alla creatività dei residenti e dei commercianti. E proprio la partecipazione attiva della comunità è uno degli elementi distintivi di questa manifestazione. «La Vieste in Love è diventata un appuntamento fisso per migliaia di persone – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Nobiletti -. Siamo orgogliosi di ospitare un evento così importante che contribuisce a far conoscere la nostra città in tutto il mondo».

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Cultura e Spettacoli Lecce

Dario Stefàno critica la Notte della Taranta: «Non all’altezza delle aspettative»

L’ex senatore della Repubblica e consigliere pugliese, Dario Stefàno, boccia l’evento più importante degli ultimi giorni in Puglia: per lui la Notte della Taranta è un flop, in particolar modo si sofferma sul “deludente”, a suo dire, Concertone a Melpignano.

Il post di Stefàno

«Ho seguito in tv il Concertone della 27ma edizione de La Notte della Taranta, contrariamente agli ultimi anni trascorsi tra gli spettatori sotto il palco. Un mio parere spassionato? Non polemico ma sincero: non è stata all’altezza delle aspettative. A mio avviso sono emerse tante lacune, forse facendo naufragare l’ambizioso tentativo della sperimentazione di un nuovo equilibrio tra innovazione e tradizione. Nei suoni, nelle simbologie, nelle scenografie, nelle coreografie.

L’aver coinvolto, per la prima volta, un dj come Maestro Concertatore, poteva essere una grande intuizione per provare a dialogare meglio con le nuove generazioni ma, forse, necessitava di una maggiore preparazione per non tracimare, così come forse è accaduto, in una direzione che ha finito per esaltare, più di ogni altra cosa, elementi musicali, sonori e ritmici totalmente slegati dalla tradizione salentina, mettendo in evidenza ritmi forzati, poco coesi e spesso incapaci di valorizzare gli stessi brani proposti. Si sono “mixati” momenti di forte e autentica energia, penso alla travolgente pizzica dell’Orchestra Popolare, ma anche passaggi sonori (troppo lunghi) e offerti in una forma incapace di regalare emozioni forti, come eravamo abituati a ricevere.

Al netto delle straordinarie performance di musicisti, coristi e solisti dall’autentica anima salentina, tra gli ospiti hanno brillato Angelina Mango e Gaia, capaci di trasferire sul palco tutta l’energia di una contaminazione culturale, anche linguistica, che è stata cercata, sperimentata, provata, riuscendo a divertire e divertirsi, coinvolgendo il pubblico, così come in parte ha fatto anche Ste, forse grazie al suo stesso profondo legame con il Sud. Se da una parte è encomiabile l’organizzazione di uno spazio che ha permesso di far ballare 200 mila persone, dall’altra è da dimenticare invece la scelta di coinvolgere Geolier, totalmente dissonante con lo spirito della serata, con un’orchestra che è sembrata quasi imbarazzata dall’impossibilità di non poter aggiungere nulla alle basi del rapper napoletano. E il pubblico non lo ha mandato certo a dire… Anche la conduzione di Ema Stokholma è apparsa distante e slegata dalla vivacità dell’evento.

Diciamolo così: la Notte della Taranta 2024, grazie al coinvolgimento di tanti giovani, è stato un evento ricco di spunti e tentativi di contaminazione apparsi un po’ confusi, ma ha mostrato anche i tanti limiti di un’operazione che, provando a conciliare passato e presente, ha rischiato di perdere il filo che lega le diverse culture e tradizioni rappresentate. Un’esperienza sicuramente emozionante, ma che avrebbe beneficiato di una maggiore preparazione nel ricercare elementi di coesione e attenzione ai dettagli musicali. La diretta televisiva, poi, forse ha tolto un po’ di quella spontaneità che è da sempre parte integrante del Concertone, ma non è stato solo per colpa di questa novità che ieri sera tutto è apparso tutto un po’ ingessato», conclude.

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Bari Cultura e Spettacoli

Da Polignano a Sanremo, l’omaggio del teatro Ariston a Domenico Modugno

Un viaggio musicale attraverso l’Italia per celebrare la grandezza di Domenico Modugno. Il Teatro Ariston di Sanremo, tempio della canzone italiana, apre le porte a un tour dedicato al cantautore pugliese, con tappa finale nella sua amata Polignano a Mare.

Protagonista dell’evento, in programma il 30 agosto alle 21:30, sarà Peppe Voltarelli, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Giancarlo De Lorenzo. Dodici brani iconici, riarrangiati per l’occasione, faranno rivivere le emozioni e le sonorità di un’epoca indimenticabile.

«Modugno è stato un ambasciatore della musica italiana nel mondo», ha sottolineato De Lorenzo. Voltarelli aggiunge: «Un omaggio a un uomo che ha raccontato il Sud con autenticità e speranza, unificando la poetica di un’intera generazione».

Il tour, che toccherà cinque regioni italiane, è un’iniziativa fortemente voluta dal Comune di Sanremo e rappresenta un ponte tra le due città, legate dalla figura di Modugno. «Un’occasione unica per valorizzare il patrimonio culturale italiano e per far conoscere la nostra orchestra a un pubblico sempre più vasto», ha dichiarato il sindaco Alessandro Mager.

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BAT Cultura e Spettacoli Video

Andria, a Riccardo Scamarcio il premio “Federico II – Stupor Mundi”: «Mi riempie d’orgoglio» – VIDEO

«Mi riempie di orgoglio». Così Riccardo Scamarcio commenta la decisione di Comune di Andria di assegnargli la prima edizione del premio “Federico II – Stupor Mundi” che verrà consegnato all’attore durante una cerimonia che si terrà stasera, alle 19:30, a Castel del Monte, il maniero voluto proprio dall’imperatore.

A margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è svolta stamattina, Scamarcio, originario proprio di Andria, ha ricordato il «valore profondo» che ha il castello: «Sono cresciuto qui e l’ho frequentato da bambino con mio padre che andava a funghi lì intorno». Il maniero federiciano, ha aggiunto, «è per me un posto magico, dove sognare e sentire questo rapporto con qualcosa di più spirituale. Poi si dice che la murgia abbia il cielo basso. È grazie a questi cieli e a quei momenti vissuti da bambino che forse è nata in me la voglia di confrontarmi con l’arte, con il cinema».

La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha ricordato che il premio “Federico II – Stupor Mundi” è stato istituito l’anno scorso e viene assegnato per la prima volta quest’anno: «Abbiamo scelto di partire proprio da un’eccellenza del nostro territorio», ha affermato riferendosi a Riccardo Scamarcio. «Le pietre di Castel del Monte parlano, come parla la murgia. E parlano altrettanto le storie di tanti che da questa terra si spostano rimanendo sempre ancorati alle loro radici e fanno “storia”, professionalmente e culturalmente e Riccardo è un simbolo di questo», ha concluso la prima cittadina.

Durante la cerimonia di consegna del premio si esibiranno l’Orchestra Città di Andria, diretta dal Maestro Vito Andrea Morra, e Mario Rosini.

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Cultura e Spettacoli Lecce Video

Notte della Taranta, in 200mila a Melpignano ballano a ritmo di tamburello – VIDEO

Notte della Taranta, Gaia canta Mena Mena Mò

Una notte intera a ballare la pizzica in piazza San Giorgio a Melpignano. «Questa sera ci divertiamo», hanno annunciato a inizio serata Angelina Mango, Geolier, Gaia, Ste, Luca Faraone prima di infiammare tutto il popolo della Notte della Taranta straripante di entusiasmo. Melpignano è stata letteralmente presa d’assalto da appassionati del tamburello che hanno danzato e accompagnato le esibizioni degli artisti. Il Concertone, che celebra la pizzica e la cultura popolare salentina, è stato diretto dal maestro Shablo.

Il tema

Il tema dell’edizione 2024 è stato “generazione Taranta, tutti i giovani che hanno conosciuto la Taranta attraverso il rito collettivo nato nella Grecìa salentina nel 1998”. La serata è stata condotta da Ema Stokholma. Indimenticabile il colpo d’occhio della piazza e il gioco di luci che l’ha colorata. Il primo appaluso è stato proprio per il maestro Shablo. «Per me è un grandissimo privilegio poter arricchire una musica così sacra come la pizzica con il mio contributo», ha dichiarato Shablo esaltando ancor più il pubblico. Il concertone si è aperto con la potente Pizzica di Aradeo che nei suoi versi contiene il viaggio del tamburello: “lu tamburrieddhu miu vinne de Roma me l’ha cattatu na napulitana me dice cu lu cantu e cu lu sonu ca quando vene iddra lu pagamu” (il tamburello mio viene da Roma, lo ha portato una napoletana, mi dice di cantare e suonare che quando verrà lui lo pagheremo).

I brani della tradizione

Tre ore di incessante ritmo con 30 brani della tradizione, in un vero e proprio viaggio dalla tarantella del Gargano alla pizzica del Salento. Travolgente la Pizzica di Copertino affidata alle voci dell’Orchestra Popolare tutte le donne, che racconta una storia d’amore forte e passionale che mischia i ritmi della danza con i simboli della cultura salentina.

Angelina sul palco

«Siamo già diventati un unico corpo di ballo, Melpignano è in festa, una cosa bellissima», ha detto Shablo prima di presentare Angelina Mango che ha letteralmente infiammato la piazza con “Su picculina”, cantata in perfetto dialetto salentino e poi ha regalato al pubblico una versione tutta nuova del celebre brano La noia firmato da due ex maestri concertatori Dardust e Madame. «Non sembra nata per questo?», ha chiesto Ema Stoholma rivolgendosi al pubblico. «Siamo tutti nati per condividere la musica e questa ne è la dimostrazione. Qui sto imparando tantissimo. Spogliarsi di tutto e divertirsi», ha risposto Angelina. E poi Geolier, Gaia, Ste e Luca Faraone a rendere speciale la serata. L’orchestra popolare, composta da 21 elementi, è stata diretta dal maestro Riccardo Zangirolami. Grande consenso per i brani hit della storia del Concertone: Lu Ruciu de lu mare con Antonio Amato, Pizzica di Villa Castelli con Alessandra Caiulo, Pizzica degli Ucci con le tre voci maschili dell’Orchestra Galeanda, Amato e Paglialunga, la ballatissima Pizzicarella con Stefania Morciano, Acqua de la Funtana con Consuelo Alfieri. Come da tradizione, ha chiuso il Concertone di Melpignano Calinitta-Buona Notte, inno di saluto partecipato dal pubblico. La Notte della Taranta è uno dei segni più efficaci e potenti della rinascita del Sud.

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Cultura e Spettacoli Puglia

Full immersion pugliese per Elisabetta Gregoraci: le vacanze tra ulivi e pizzica – VIDEO

Full immersion pugliese per Elisabetta Gregoraci: le vacanze tra ulivi e pizzica

Vacanze pugliesi per Elisabetta Gregoraci che ha condiviso su Instagram alcuni dei momenti che sta trascorrendo in Valle d’Itria.

La showgirl si è totalmente immersa nel mood pugliese tra trulli e un giro in bici tra gli ulivi, la tarantella e una frisella a bordo piscina.

Per la conduttrice tv, immancabile, la fotografia a Polignano a Mare: sullo sfondo l’iconica Lama Monachile. Poi una passeggiata a Monopoli e la foto davanti alla Cattedrale. Tappa anche ad Alberobello e non può mancare anche la foto con le luminarie sullo sfondo.

«Ciao Puglia, quanto mi eri mancata», scrive Gregoraci in un post in cui pubblica le foto della sua vacanza pugliese. «W il Sud», aggiunge in una storia.

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Attualità Cultura e Spettacoli Lecce News

Notte della Taranta, “pizzicati” anche i politici: in piazza Emiliano, Decaro e il sindaco di Roma – FOTO

È un successo a tutto tondo la ventisettesima edizione del concertone della Notte della Taranta che si è svolto ieri sera a Melpignano.

In 200mila hanno assistito live all’evento ma la pizzica ha conquistato l’Italia con quasi un milione di spettatori che si sono sintonizzati su Raitre per assistere, in diretta, al concertone con uno share del 9,01% nella prima parte, salito al 10,09% nella seconda.

Tantissimi i volti noti che hanno assistito al concertone in piazza a Melpignano: tanti i politici pugliesi (dalla sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, al primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, fino a Michele Emiliano e all’eurodeputato Antonio Decaro). Tra gli altri anche il professore della “Fisica dell’amore” Vincenzo Schettini e l’allenatore della Nazionale maschile di pallavolo Fefè De Giorgi.

Generazione Taranta: i suoi della tradizione si fondono al linguaggio urban-pop

A Melpignano, ieri sera, è andata in scena l’opera straordinaria di fusione tra i suoni della tradizione popolare salentina e il linguaggio urban-pop della musica contemporanea.

Una sfida per il maestro concertatore Shablo che ha scelto il giovanissimo Riccardo Zangirolami a dirigere l’Orchestra popolare.

Un dialogo costante richiamato anche dalle immagini proposte da Galattico con il violinista di Nardò Luigi Stifani, Giovanna Marini e Tora Marzo, dalle danze della Kameatka, dalla liturgia cosmica tra onde del mare e tramonti rossi, scenografia abbagliante di un percorso sonoro cominciato con la potente pizzica di Aradeo che nei versi annuncia il viaggio: “lu tamburrieddhu miu vinne te Roma me l’ave nduttu na napulitana” (il tamburello mio venne da Roma me lo ha portato una napoletana).

Una grande ragnatela di emozioni

Sono le voci di Antonio Amato, Giancarlo Paglialunga, Salvatore Galeanda, Enza Pagliara, Stefania Morciano, Alessandra Caiulo e Consuelo Alfieri a tessere una grande ragnatela di emozioni con le interpretazioni di Tarantella di San Nicandro, Pizzica di San Marzano, Taranta di Lizzano, Pizzica di San Vito, Pizzica di Villa Castelli, Pizzicarella, L’acqua te la funtana, Pizzica di Taranto, Pizzica di Stifani, Mamma la rondinella, Pizzica degli Ucci.

Tre i brani in grico: Calinitta-Buona Notte, Klama e Pizzica di Cosimino. Altri tre in arbëreshë: Manusaqja, Ec Ec, Lule Lule. Immancabili Lu Ruciu de lu mare e Aria Caddhipulina che fa esplodere la piazza in un tripudio di mani e tamburelli in aria che annullano ogni presenza digitale.

La grinta di Angelina Mango, Gaia e Geolier

Ed è l’architettura sonora dei canti di tradizione a catturare nella grande tela gli ospiti di questa edizione con la travolgente Angelina Mango che interpreta Su Picculina in dialetto salentino e porta sul palco di Melpignano la determinazione della generazione Taranta. Sentimento condiviso con Gaia che si prende la piazza con Mena Mena Mò. E dopo due giorni di prove le giovani talentuose della musica italiana ballano guidate dal coreografo Laccio immergendosi in quadri complessi e dai colori decisi. Incanta Ste con Tammurriata Nera che introduce la capacità di Shablo di mescolare suoni e storie musicali con l’ascolto di Lose Control prima di regalare Taranta di Lizzano e Fuecu con l’inconfondibile estro di Luca Faraone.

C’è ancora quel “tamburello venuto da Roma e venduto da una napoletana” quando in scena entra Geolier che mescola un’altra lingua nella tela, quella napoletana. Dal palco scorge la grande bandiera del Napoli che sventola nel pubblico insieme alla bandiera del Lecce e sigla un’intesa tutta meridionale di sentimento e orgoglio per le radici che supera ogni confine.

Le opere dell’artista internazionale Emilio Isgrò con le sue Cancellature sono copertina preziosa del racconto visual. Tre grandi ragni di cartapesta illuminano la scena che si fa rete di luci sotto la regia del direttore della fotografia Marco Lucarelli.

Tre ore tra pizzica e movimenti urban in diretta Rai

Tre ore di sound intenso per i musicisti dell’Orchestra popolare che dopo 27 anni regalano al pubblico un caleidoscopio di strumenti tradizionali capaci di dialogare con tutti i linguaggi della musica moderna. Tre ore di connessione tra pizzica e movimenti urban anche nella danza e nei costumi che regalano narrazioni visive armoniche.

La diretta Rai condotta da Ema Stokholma porta nelle case degli italiani l’immagine della festa popolare dal piazzale dell’ex convento degli Agostiniani.

Politici, sportivi e vip in piazza

C’è stupore nel parterre degli ospiti quando sui maxi schermi arrivano le immagini della piazza. Il regista Stefano Mignucci manda in onda le sequenze registrate da due speciali droni che immortalano l’enorme afflusso di persone: ci sono il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano insieme al presidente della Fondazione La Notte della Taranta Massimo Bray, l’eurodeputato Antonio Decaro presidente della commissione ambiente del Parlamento Europeo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e per la prima volta la sindaca di Lecce Adriana Poli Bortone, e ancora gli assessori alla Cultura della Regione Puglia Viviana Matrangola, dello Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, della formazione Sebastiano Leo, il direttore di Pugliapromozione Luca Scandale, la presidente dell’Enit Ivana Jelinic, l’allenatore della Nazionale maschile di pallavolo Fefè De Giorgi, il professore di fisica e fenomeno social Vincenzo Schettini.

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BAT Cultura e Spettacoli

Torna a Bisceglie “en blanc”: è già sold out la grande tavolata sociale sul waterfront

Parola in codice: bianco. Una sera di fine estate, il mare, l’atmosfera di festa e convivialità, tra musica e divertimento, senza dimenticare la solidarietà. Il dress code – rigorosamente bianco – aggiunge un tocco di raffinatezza. È questa la ricetta semplice ma ormai consolidata di “Bisceglie En Blanc”, con appuntamento fissato sul waterfront di Bisceglie, in via Nazario Sauro, per martedì alle 20.30.

Il lungomare biscegliese diventerà ancora una volta il ristorante cielo aperto per una cena tutta in bianco, dagli abiti alle tavolate, confermandosi uno degli appuntamenti più attesi e magici dell’estate.

Parola al sindaco

«Siamo lieti che ancora una volta Bisceglie – dichiara il sindaco Angelantonio Angarano – sia la cornice prescelta per questo evento che celebra la gioia dello stare insieme. Anche per questa nuova edizione, tra gli appuntamenti conclusivi del nostro cartellone estivo, non mancherà la nostra presenza. Con grande entusiasmo abbiamo sostenuto questa iniziativa che rappresenta una bella opportunità anche per il turismo, amplificando il fascino speciale del nostro lungomare».

Total white

Le iscrizioni a Bisceglie En Blanc sono terminate nei giorni scorsi: l’evento è già sold out con oltre 1000 partecipanti, a dimostrazione dell’entusiasmo per un’iniziativa molto amata. Del resto il format della cena in bianco è diventato ormai una tradizione conosciuta in tutto il mondo: dall’originale Dîner en blanc nato a Parigi nel 1988.
Grande attenzione sarà prestata alla sostenibilità: niente plastica, niente carta, nessun prodotto usa e getta. I commensali scelgono e portano con sé tutto il necessario per allestire le tavolate: bicchieri di vetro, posate, stoviglie, tessuti e addobbi ad hoc. Anche il cibo viene portato da casa, preparato e condiviso in tavola, oppure i partecipanti possono aderire alle varie opzioni di menù preposte dal servizio catering.

La musica

Per l’edizione 2024 della grande cena, l’ospite musicale sarà Matteo Borghi che insieme alla sua band. La selezione musicale che accompagnerà la serata sarà invece a cura dei dj Ferpier e Ignazio Ricchiuti. A Tommaso Amato il compito di presentare l’evento e guidare i partecipanti nel ricco palinsesto di intrattenimento, fino all’ultimo brindisi sotto le stelle.

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