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Lecce News Salute

Legionella all’ospedale Fazzi di Lecce: stop ai ricoveri in Malattie infettive e Psichiatria

Stop ai ricoveri nei reparti di Malattie infettive e Psichiatria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. È quanto ha disposto l’Asl a seguito dell’accertamento di un caso di positività alla legionella.

Si tratta di un paziente ricoverato da una settimana nel reparto di Malattie infettive che risulta asintomatico ed è stato già sottoposto a terapia.

La positività al batterio è emersa durante il campionamento disposto nella giornata di ieri a carico dei degenti dei due reparti dopo la scoperta nei giorni scorsi di un’elevata contaminazione.

In mattinata si sono svolte le operazioni di bonifica. A metà settimana è previsto un nuovo campionamento, così come contemplato dalle linee guida.

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Bari News Salute

Bari, un sms sui cellulari: “Contatta i nostri uffici sanitari”. L’Asl: «È una truffa»

“Contatta con urgenza i nostri uffici socio sanitari, per una comunicazione importante che la riguarda. Chiama e ascolta al numero…”. È il messaggio – sms o WhatsApp – che diversi utenti residenti a Bari e provincia stanno ricevendo sui propri cellulari che, però, non è stato inviato dall’Asl.

Si tratta, infatti, di un invito fasullo perché non proviene da servizi o uffici dell’Azienda sanitaria barese, come spiegano proprio dall’Asl: «Evitate di rispondere o richiamare», affermano in un post pubblicato sui propri canali social, e «fate molta attenzione perché può trattarsi di un probabile tentativo di truffa».

L’Asl Bari ha segnalato l’accaduto alla polizia postale e «suggerisce ai cittadini di non lasciarsi fuorviare da comunicazioni provenienti da mittenti non ufficiali o non chiaramente identificabili» ricordando che «per le comunicazioni di natura sanitaria non vengono utilizzati mai numeri a pagamento ma esclusivamente numeri verdi gratuiti».

L’Azienda sanitaria locale barese, infine, «invita i cittadini a prestare molta cautela e a denunciare casi di questo tipo all’Autorità preposta».

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Attualità Lecce News Salute

“Fazzi”, dopo la Legionella c’è lo stop all’acqua calda: i sindacati a Lecce invocano test su degenti e medici

Allarme Legionella all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Anna Patrizia Barone, direttore medico del presidio ospedaliero, e Roberta Tornese, dirigente medico, con una nota inviata ai referenti infermieristici delle unità operative di Malattie infettive e Psichiatria, hanno imposto il divieto di utilizzare l’acqua calda sanitaria per l’igiene personale dei pazienti raccomandando di utilizzare l’acqua in bottiglietta per il lavaggio dei denti e le salviettine umidificate per l’igiene. Tutto questo si rende necessario in seguito ai risultati degli ultimi campionamenti effettuati nel reparto di Malattie infettive.

Il sindacato

«Si adottino tutti i provvedimenti necessari per prevenire il rischio Legionella nelle unità operative di Malattie infettive e Psichiatria del “Vito Fazzi” di Lecce. Si provveda, inoltre, a sottoporre il personale sanitario e i pazienti all’esame per la ricerca dell’antigene della Legionella per la sicurezza degli ambienti di lavoro». La richiesta è di Francesco Perrone, segretario regionale del sindacato Fsi-Usae. Asl Lecce fa sapere che sono stati avviati i lavori di bonifica dell’impianto idrico dell’intera palazzina dove si trova l’unità operativa di Malattie infettive. Per oggi è previsto l’intervento di disinfezione con iperclonazione per cui è stato disposto il blocco dei ricoveri. I pazienti ricoverati nel reparto, sottoposti a tutte le analisi necessarie, non sono stati trasferiti e beneficiano di tutta l’assistenza e delle cure necessarie. Dagli esami di laboratorio effettuati emerge che non c’è nessun cluster e che nessuno dei pazienti ricoverati nelle Malattie Infettive e nel servizio pschiatrico di diagnosi e cura presenta sintomatologia da Legionella. Gli esami saranno ripetuti tra 10 giorni. Tutto questo è precisato dall’azienda sanitaria locale. «Nessuna negligenza, né sottovalutazione quindi, ma un iter regolare, nel rispetto di norme e della salute individuale e pubblica», sottolinea Asl Lecce. «La sola bonifica non basta», incalza Perrone.

I luoghi a rischio

La Legionella è una malattia infettiva abbastanza grave. «Da qui l’importanza di contenere la proliferazione incontrollata del batterio Legionella in tutti quei luoghi considerati più a rischio», spiega il sindacalista. Quindi, grande attenzione negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di cura.

Le norme di sicurezza

«Asl Lecce, per rispettare le norme di sicurezza, dovrebbe effettuare l’analisi della Legionella accreditata; munirsi del documento di valutazione del rischio Legionella; creare un registro con gli interventi di gestione ordinari e straordinari degli impianti; garantire interventi di bonifica e trattamenti di prevenzione; attestare gli adempimenti alle linee guida del ministero della Salute con relativo certificato di avvenuto controllo», sottolinea il sindacalista Perrone.

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Brindisi News Salute

San Raffaele a Ceglie, l’Asl pronta a subentrare ma il Tar sospende la delibera

Continua con colpi di scena quotidiani la vicenda del passaggio del centro di riabilitazione di Ceglie Messapica dalla Fondazione San Raffaele alla regione Puglia. Ultima novità in ordine di tempo è la decisione di sabato scorso del Presidente del TAR Lecce, Antonio Pasca, di sospendere la delibera della ASL di Brindisi che estrometteva la Fondazione San Raffaele dalla gestione del Centro a partire dalla data odierna.

La posizione di Amati

Secondo Amati, questa decisione è «un’assurdità logica oltre che giuridica», in quanto permette la continuità di un servizio sanitario con medici privi dei requisiti professionali necessari. «Non penso che il Presidente Pasca avrebbe fatto la stessa cosa se ad aver bisogno di cura fosse stato un suo parente», ha affermato il consigliere regionale.

«Dopo aver appreso – prosegue caustico Amati – l’insufficienza di tutti i requisiti clinico-organizzativi, cosa avrebbero dovuto fare, secondo il Presidente del Tar, la Regione e la ASL? Fare un applauso? Attendere l’udienza del 4 settembre? E nel frattempo magari pregare il buon Dio per tenere i pazienti indenni dalla malattia o magari dalla morte?»

Le perplessità

Il consigliere regionale ha inoltre sollevato dubbi sulla possibilità che un tribunale autorizzi la continuità di un’attività sanitaria condotta da medici non specializzati. «Se in un TAR non vi può essere un Presidente privo della laurea in giurisprudenza, com’è possibile che in un ospedale possano esserci medici privi del diploma di specializzazione nella disciplina specifica richiesta dalla legge?», ha affermato.

Amati ha chiesto all’avvocatura regionale di richiedere la revoca del decreto emesso dal Presidente Pasca, sottolineando come sia in gioco la salute dei pazienti e non l’orgoglio di un singolo magistrato.

Inoltre ha sollevato una questione di responsabilità: «Dovesse succedere qualcosa sino al 4 settembre, chi risponderà delle cure inappropriate ai pazienti? Il TAR di Lecce?»

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Brindisi News Salute

Malasanità in Puglia, Caroli: «Situazione allarmante a Francavilla. Le ispezioni si fanno prima delle tragedie» – FOTO

«In provincia di Brindisi, forse, tutti gli ospedali meriterebbero un’ispezione delle sale operatorie, a cominciare dal Perrino di Brindisi, anche per verificare lo stato dei luoghi e il personale in servizio». Così, in una nota, la denuncia del consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli.

«Le ispezioni – spiega – ordinate dal presidente Emiliano in alcuni ospedali pugliesi vanno a verificare episodi gravi di malasanità: reparti chiusi con pazienti mandati a casa, neonato morto, tumore non diagnosticato».

«C’è una struttura – sottolinea – che merita un’ispezione urgente e sono le sale operatorie dell’ospedale di Francavilla Fontana. C’è bisogno di verificare lo stato dei luoghi, se questi sono idonei agli interventi chirurgici e se gli operatori sanitari presenti sono sufficienti per le esigenze della gestione sanitari ordinaria».

«Così come sollecito – continua – una commissione d’inchiesta sul Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, per questo sto preparando una proposta di legge. Anche per far luce su quanto viene denunciato in questi giorni (medici senza titoli!) e su come sia possibile che in 24 anni nessuno si sia mai accorto di nulla, anzi il San Raffaele veniva considerato un fiore all’occhiello della sanità non solo brindisina, ma pugliese».

«Noi di Fratelli d’Italia – conclude – siamo convinti che le ispezioni non debbano avvenire a posteriori, quando la tragedia si è consumata, ma debbano essere preventive, per evitare che si possano verificare altri casi di malasanità».

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Brindisi News Salute

Amati denuncia: «Al San Raffaele di Ceglie medici senza titolo curavano malati gravi»

Il consigliere regionale Fabiano Amati ha lanciato un allarme gravissimo sulla gestione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Secondo una recente relazione del Dipartimento di prevenzione della ASL di Brindisi, all’interno della struttura sarebbero stati impiegati medici privi dei titoli necessari per svolgere le proprie funzioni.

«Medici che dichiarano di essere specialisti in odontostomatologia e che solo per anzianità di servizio, ma è cosa da dover verificare, potrebbero svolgere le relative funzioni. Medici non idonei alle funzioni di riabilitazione perché con specializzazioni in psicoterapia, medicina dello sport, cardiologia con contratto libero-professionale, anestesia e rianimazione con contatto di consulenza a chiamata, medicina fisica e riabilitazione destinati a guardia attiva pomeridiana o notturna, odontostomatologia, ginecologia e ostetricia, nonché privi di specializzazione», ha denunciato Amati.

Anni di inadempienze

La situazione, secondo il consigliere regionale, sarebbe perdurata per anni, con i pazienti affidati a professionisti non specificamente qualificati. «Certo, si tratta di professionisti che meritano rispetto – chiosa Amati – per tutto ciò che hanno fatto negli anni e depistati da un’attività assunzionale della Fondazione San Raffaele non aderente alla legge. Ed infatti bisognerà capire come e in che modo si potrà salvaguardare il loro apporto nella nuova stagione del servizio pubblico».

Il dito di Amati è puntato contro la Fondazione San Raffaele: il consigliere ha infine annunciato l’intenzione di portare la questione all’attenzione delle autorità, tra cui il Governo, la Procura della Repubblica e il TAR, presso cui a breve si discuterà il futuro del centro.

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Brindisi News Salute

Bimba trasferita da Brindisi a Roma per un intervento, l’Asl: «Garantita assistenza»

«Dopo aver effettuato tutte le indagini necessarie e valutato la possibilità di un intervento chirurgico d’urgenza, accertata l’indisponibilità della sala operatoria per altri interventi in corso, è stato contattato il Policlinico di Bari che ha confermato di poter accogliere la piccola paziente e il personale del Perrino ha subito organizzato il trasferimento protetto in ambulanza a carico della Asl. Tuttavia, i genitori hanno liberamente scelto di portare la bambina all’ospedale Bambin Gesù di Roma, dove era già stata in cura». È quanto precisano dall’Asl Brindisi in riferimento al caso della piccola di 9 anni trasferita dal Perrino all’ospedale della capitale per un intervento chirurgico resosi necessario per una necrosi del gluteo, probabilmente causata da un’iniezione di antibiotico somministrata prima dell’arrivo in ospedale.

«Il personale medico ha agito con la massima tempestività e professionalità», garantiscono dall’azienda sanitaria brindisina sottolineando che «in vista del periodo estivo, con la necessità di garantire le ferie al personale medico e paramedico, la direzione dell’ospedale, in stretta collaborazione con la Regione Puglia, ha adottato tutte le misure necessarie per assicurare il regolare svolgimento delle attività sanitarie».

Dall’Asl Brindisi evidenziano che «durante l’estate l’afflusso di turisti e vacanzieri sul territorio comporta un significativo aumento di richiesta di assistenza» ma «pur nelle difficoltà del momento derivanti dalla nota carenza di medici, situazione peraltro che caratterizza tutti gli ospedali d’Italia», anche nell’assistere la famiglia della provincia di Brindisi «l’ospedale Perrino ha risposto con grande professionalità, impegno e dedizione», concludono dall’Asl.

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Bari News Salute

Manca personale al Policlinico di Bari, nuovo affondo dei sindacati: «Cure a rischio»

Non ci stanno le sigle sindacali del comparto della sanità che lunedì scorso sono state a colloquio con il prefetto di Bari per affrontare la grave carenza di personale, che nelle ultime settimane sta mettendo a dura prova il Policlinico di Bari. Dopo la risposta dell’azienda ospedaliera che aveva chiarito come non ci fosse «nessun rischio per la sicurezza dei pazienti e presto arriveranno i nuovi infermieri e Oss previsti dal piano di assunzioni approvato dalla Regione», le sigle sono tornate all’attacco.

L’emergenza

«Sorprendentemente e diversamente dall’esito dell’incontro con il Prefetto di Bari, il direttore generale del Policlinico, racconta alla stampa la beatitudine degli utenti del Policlinico e del Pediatrico, affermando che va tutto bene e non c’è nessun rischio, sulla sicurezza delle cure per i cittadini. Al netto dei fatti di cronaca quotidiani che la stampa racconta del Policlinico e del Pediatrico, per certa parte, fa bene il Dg del più grande nosocomio pugliese a tranquillizzare gli utenti confidando sulla pazienza e perseveranza del personale sanitario che dell’arte di arrangiarsi alle oggettive difficoltà quotidiane, ne ha fatto una ragione di vita professionale».

Il dossier arrivato sul tavolo del prefetto, ha messo nero su bianco la situazione in cui versa un’elevata percentuale di operatori sanitari (circa il 30% della dotazione organica), in particolare infermieri e operatori socio sanitari, è in uno stato di salute precario con prescizioni lavorative che determinano limitazioni alle loro attività con la conseguenza di oggettive difficoltà per l’azienda (sono in aumento, come riferiscono i sindacati di categoria, le assenze per malattie del personale, dato lo stress psicofisico cui è sottoposto). «Affermare, così come ha affermato il Dg alla stampa, che le cure erogate al Policlinico e al Pediatrico sono sicure e quindi conformi alle “buone pratiche sanitarie” e si effettuano nel rispetto dell’ordinamento scientifico e legale, è una lettura ipocrita della realtà e ne prendiamo le distanze. Le scriventi organizzazioni sindacali, diversamente dal Dg, lavorano all’interno delle corsie ospedaliere, ascoltando i lamenti e le imprecazioni dei cittadini/utenti e di tutti gli operatori stanchi di doversi arrangiare ad un quotidianità insostenibile».

Le misure in campo

Durante l’incontro con il prefetto, la direzione del Policlinico ha illustrato alcuni provvedimenti da attivare per cercare di rimediare alla grave carenza di organico. Tra cui l’attivazione di procedure di reclutamento di personale, la richiesta alla Regione di autorizzare in anticipo il piano di assunzioni previsto per il 2025. Inoltre, come assicurato ai sindacati non dovrebbe essere incrementata nè l’attività operatoria e nemmeno i posti letto all’interno dei reparti.

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Bari News Salute

Emergenza sangue a Bari, interventi sospesi e ospedali al collasso: «Servono soluzioni»

Negli ospedali baresi, così nel resto della regione, c’è una grave carenza di sangue. Tanti sono gli appelli di associazioni e medici che invitano i cittadini a donare, sia nei centri che durante le giornate ad hoc organizzate nelle diverse piazze della città. «C’è una situazione critica in tutta la regione – spiega Angelo Ostuni, direttore del Centro Regionale Sangue – iniziata appena prima di ferragosto, ma che sta continuando ancora».

L’allarme

L’emergenza è reale, tanto che in alcuni ospedali sono stati sospesi gli interventi chirurgici programmati per provare a limitare i danni e supportare i centri più in difficoltà. Per quanto riguarda il capoluogo pugliese, a soffrire maggiormente la carenza di sangue, sono gli istituti più grandi, come l’ospedale “Di Venere” e il Policlinico. Ma l’allarme riguarda anche altri centri della regione, da Foggia a Taranto, ma anche Brindisi e Lecce. «È una situazione che probabilmente negli anni scorsi non avevamo vissuto – aggiunge il medico – L’aspetto poco chiaro è che tutto sommato, dai dati in nostro possesso, le donazioni non sono diminuite complessivamente». Il problema, si ipotizza, potrebbe essere un aumento delle richieste, ma non ci sono certezze in merito.

Tra i gruppi più ricercati ci sarebbero lo 0+ e l’A+, ma l’emergenza è generalizzata.

I possibili interventi

Il problema, sostiene Ostuni in quanto coordinatore regionale dei centri trasfusionali, è che non si tratta di un qualcosa «che si può rincorrere all’infinito, perché la risorsa è preziosa e possiamo ottenerla solo dai donatori, ma i donatori son quelli». Per arginare l’emergenza, dunque, andrebbero individuate altre iniziative che si discostino dalla donazione del sangue. «Uno degli aspetti fondamentali su cui le altre regioni hanno lavorato molto – aggiunge il direttore, è quello dell’appropriatezza della richiesta di sangue, così come si fa con l’utilizzo dei farmaci. Anche il sangue è un farmaco».

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Brindisi News Salute

Manca personale a Brindisi: bimba di 9 anni trasferita a Roma per un intervento chirurgico

Una bimba di 9 anni è stata trasferita dall’ospedale Perrino di Brindisi al Bambin Gesù di Roma per un intervento di urgenza per una necrosi a un gluteo causata da un’infezione seguita all’iniezione di un antibiotico.

Il trasferimento si è reso necessario perché, a quanto si apprende, nel reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale brindisino mancherebbe il personale.

I genitori della piccola, che hanno provveduto a proprie spese al trasferimento della bambina da Brindisi a Roma, hanno dovuto anche farsi carico delle spese per la rimozione dell’apparecchio dentale per effettuare la tac: al Perrino, infatti, non c’era l’odontoiatra.

A Brindisi, ai genitori della bambina è stato comunicato che ci sarebbero state difficoltà a garantire la continuità assistenziale dopo l’intervento perché, tra ferie e malattie, non c’è personale e la Chirurgia plastica è stata accorpata alla Chirurgia generale. I medici brindisini hanno prospettato il trasferimento della piccola al pediatrico di Bari ma i genitori hanno preferito accollarsi le spese per il trasporto al Bambin Gesù di Roma con un mezzo medico privato con a bordo un’infermiera specializzata per non sospendere la terapia con le flebo.

La bambina sarà operata a Roma, dunque, e si cerca di capire a cosa sia dovuta l’infezione: si esclude l’errore umano legato all’iniezione di antibiotico ma qualche perplessità c’è riguardo al farmaco.

Su quanto accaduto è intervenuto il consigliere regionale Paride Mazzotta di Forza Italia che parla di «una circostanza di inaudita gravità». Il forzista annuncia che chiederà un’audizione del direttore generale dell’Asl Brindisi e della Giunta regionale in Commissione Sanità per avere chiarimenti «sullo smantellamento costante dell’ospedale Perrino di Brindisi».

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