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Cronaca Matera News

Policoro, sorpreso con mezzo chilo di hashish in uno zaino: arrestato un 25enne

Un 25enne ghanese, regolare sul territorio italiano, è stato arrestato a Policoro con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il giovane è stato fermato il 19 luglio scorso dagli agenti del locale commissariato che hanno intensificato i controlli anche in considerazione del considerevole aumento del flusso turistico nella cittadina lucana.

In uno zaino il 25enne aveva 500 grammi di hashish. È stato arrestato e condotto in carcere a Matera.

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Ambiente e Sostenibilità Foggia News

Siccità, senza piogge la diga Occhito a secco in 15 giorni: l’allarme di Coldiretti

Entro un paio di settimane la diga di Occhito, nel Foggiano, rischia di esaurire la poca acqua ancora realmente utilizzabile.

È l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia che evidenzia come dagli invasi foggiani siano stati rilasciati altri 14 milioni di metri cubi d’acqua e ne restino solo 80,66.

L’organizzazione dei coltivatori pugliesi torna a chiedere lo stato di emergenza e la dichiarazione di stato di calamità, con gli invasi artificiali del foggiano che «segnano rispettivamente Occhito 68,25 milioni di metri cubi d’acqua, Capaccio 2,46, Osento 1,2 e Capacciotti 8,75 milioni, secondo i dati dell’Osservatorio sulle risorse idriche di Anbi».

A rischio, denuncia l’associazione, la campagna del pomodoro, appena avviata, «con il prodotto in campo che ha bisogno di acqua per arrivare al termine del ciclo produttivo», ma sono «a repentaglio anche i trapianti delle colture in autunno, ortaggi e verdura che vengono messe a dimora ad agosto per raccoglierli in inverno, perché senza acqua gli agricoltori non sono in condizione di avviare l’attività». In Salento «la situazione è emergenziale da mesi», conclude la Coldiretti Puglia.

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News Puglia Salute

Epatite C, in Puglia un piano per l’eradicazione del virus: via ai test rapidi in farmacia

Eradicare il virus Hcv, meglio noto come Epatite C, è l’obiettivo della campagna avviata dai farmacisti pugliesi che, nei prossimi mesi, metteranno a disposizione all’interno delle proprie attività 290mila test rapidi per consentire agli utenti di accertare o escludere il contagio.

Stando a quanto riferiscono Federfarma Bari e l’Ordine interprovinciale dei farmacisti di Bari e Bat, si stima che ad oggi circa 30mila persone in Puglia non siano consapevoli di essere infette e che, grazie a questa iniziativa, avranno a disposizione uno strumento per migliorare la propria condizione di salute.

L’iniziativa, che ha visto una vasta adesione dei farmacisti della regione, è stata definita nei giorni scorsi in un protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Federfarma Puglia, Sunifar Puglia e Assofarm Puglia, con l’ambizioso obiettivo previsto dal “Piano per l’eliminazione del virus Hcv nella Regione Puglia“. Un risultato che si potrà raggiungere grazie alla capillare e omogenea distribuzione del servizio offerto sul territorio dalle farmacie, che garantiscono un eccellente risultato favorito dal forte legame con l’utenza, di cui conoscono bene la storia e i bisogni.

L’azione di contrasto alla diffusione dell’Epatite C sarà sostenuta a settembre anche da una campagna di comunicazione rivolta ai cittadini pugliesi. Al test potranno sottoporsi gli iscritti all’anagrafe sanitaria della Puglia nati tra il 1969 ed il 1989 che non siano già risultati positivi a test precedenti e che non si siano sottoposti al test negli ultimi 6 mesi.

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Cronaca News Taranto

Taranto, mini-crociere con evasione fiscale: impresa nasconde al fisco 750mila euro

Ammonta a oltre 750mila euro l’evasione fiscale di un’impresa tarantina che, formalmente costituita come ente no profit, organizzava escursioni in mare a bordo di imbarcazioni da diporto.

I finanzieri della sezione operativa navale del capoluogo ionico – a conclusione di una serie di controlli – hanno accertato che per tre anni, dal 2021 al 2024, l’impresa non avrebbe dichiarato al fisco ricavi per oltre 750mila euro e avrebbe evaso l’Iva per circa 64mila euro.

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News Politica Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, sigle all’attacco: «Si scelga il nuovo socio senza fare “spezzatini”»

Da un lato i sindacati, dall’altro la politica, per l’ex Ilva è tempo ancora di incertezze. Il governatore Michele Emiliano nei giorni scorsi ha scritto al ministro Urso, chiedendo un tavolo tecnico per affrontare una crisi irreversibile che conta circa 4mila lavoratori in CIGS a cui si aggiungono le 1.500 unità di Ilva in AS e le centinaia di dipendenti dell’indotto. L’obiettivo è la decarbonizzazione, ma come? E con chi? Oggi anche i sindacati insorgono. Gli operai l’Usb scrivono: «Invitiamo il ministro Urso affinché, in vista della scelta del nuovo investitore: tenga bene a mente gli errori del passato», lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Confederale Usb, aggiungendo che «bisogna operare garantendo la tutela dell’ambiente e la tenuta occupazionale».

I posti di lavoro

I sindacati ricordano al ministro ciò che è stato detto appena qualche giorno fa, proprio a Taranto «a proposito del fatto che il riavvio dei tre altiforni rappresenta un passaggio obbligato verso la decarbonizzazione, e circa il mantenimento di tutti i lavoratori. La vendita va fatta in maniera complessiva, assolutamente no al cosiddetto spezzatino». I due sindacalisti osservano che «nel bando i diritti di tutti i lavoratori, diretti, appalto e Ilva in As, devono essere blindati». Un incontro dove ci si aspetta dal ministro delle risposte. «Ci aspettiamo intanto – concludono Rizzo e Colautti – che, a settembre, si riapra un confronto costruttivo sulle nostre proposte: incentivi all’esodo, lavoro di pubblica utilità e riconoscimento lavoro usurante e benefici per esposizione ad amianto».

La posizione della Cgil

Sulla stessa linea anche la Cgil: «Per la Fiom Cgil la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori, la presenza dello Stato nel capitale, gli investimenti per la transizione e la decarbonizzazione prevedono risorse che solo aziende, con una solida struttura finanziaria e know how consolidato nel settore, sono in grado di assicurare e costituiscono prerequisiti necessari per presentare un’offerta per tutta l’ex Ilva», dichiarano in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil.

Uilm: No a nuovo Mittal

Forte anche la posizione della Uilm: «Dopo otto anni per l’ex Ilva è tutto da rifare. Per evitare che si ripetano gli errori del passato, dal governo ci aspettiamo la massima responsabilità nella scelta dell’investitore che comprerà l’ex Ilva. Non potremmo tollerare un nuovo Mittal perché è fondamentale che la più grande azienda siderurgica italiana sia guidata da un Gruppo che abbia la volontà di mettere in campo un piano ambientale», lo afferma il segretario della Uilm Rocco Palombella

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Innovazione News Potenza Sviluppo e Lavoro

Basilicata, in arrivo 9 milioni dal Fondo rurale per le aziende del legno. Cicala: «Preziosi per il territorio»

La Direzione Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata ha recentemente annunciato l’approvazione, da parte della Giunta regionale, del bando relativo alla Sottomisura 8.6 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Basilicata 2014-2022. Questo provvedimento rappresenta un passo significativo per il settore forestale e agricolo della regione, con l’obiettivo di sostenere gli investimenti in tecnologie silvicole e nella valorizzazione dei prodotti forestali.

Obiettivi del bando

L’assessore Carmine Cicala ha sottolineato che il bando mira a finanziare le aziende del settore per il rinnovamento del patrimonio aziendale, attraverso l’acquisto di macchine e attrezzature necessarie agli operatori del settore. Questo intervento non solo favorirà l’innovazione tecnologica, ma contribuirà anche alla valorizzazione dell’ambiente e delle risorse legnose, che sono fondamentali per il territorio lucano. Cicala ha evidenziato come l’agricoltura sia un settore trainante per la Basilicata, e preservare ogni suo aspetto è un dovere della legislatura attuale. La Sottomisura 8.6 offre un’opportunità concreta per le aziende forestali di rinnovarsi e migliorare, garantendo una gestione sostenibile delle risorse naturali e aumentando la competitività sul mercato. L’implementazione di nuove tecnologie silvicole è vista come un modo per aumentare l’efficienza delle operazioni forestali, riducendo l’impatto ambientale e valorizzando il legname lucano, noto per la sua qualità e versatilità.

Le risorse finanziarie

Le risorse stanziate per questo bando ammontano a 9 milioni di euro. Cicala ha invitato tutte le imprese del settore a cogliere questa opportunità per investire nel proprio futuro e in quello della silvicoltura lucana. Le aziende interessate potranno presentare le domande di partecipazione seguendo le modalità specificate nel bando ufficiale, che sarà disponibile sul sito della Regione Basilicata. Ulteriori informazioni e assistenza saranno fornite dagli uffici competenti dell’assessorato all’Agricoltura, garantendo così che le aziende abbiano tutto il supporto necessario per partecipare al bando e sfruttare al meglio le opportunità offerte. «Questo importante provvedimento – dichiara l’assessore Carmine Cicala – mira a sostenere gli investimenti in tecnologie silvicole, nonché nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste Un passo avanti che non solo favorirà l’innovazione tecnologica, ma contribuirà anche alla valorizzazione dell’ambiente e dei prodotti legnosi, preziosi per il territorio».

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News Politica Puglia

Emiliano-Capone, tensione alle stelle dopo l’ennesimo flop nel Consiglio regionale pugliese

Che succede fra il governatore Michele Emiliano e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone? I rapporti fra le due massime cariche istituzionali della Regione sembrano scivolati ai minimi termine. Il culmine s’è raggiunto nell’ultima seduta del Consiglio, una delle più imbarazzanti della storia recente. In un sol colpo il parlamentino è riuscito nell’impresa di non approvare il Documento di economia e finanza (Defr), per legge da adottare entro fine luglio e per giunta sollecitato dalla Corte dei conti. Ma soprattutto il secondo flop consecutivo per le delibere finalizzate a completare l’iter per la richiesta del referendum contro l’autonomia differenziata dopo che nell’ultima seduta qualcuno aveva dimenticato di inserire i nomi dei delegati chiamati a i quesiti al timbro della Cassazione. Insomma due clamorose figuracce per la Puglia al cospetto delle altre quattro Regioni di centrosinistra che hanno già ultimato le procedure per lanciare la crociata referendaria contro la legge Calderoli.

Lo scontro

In una pausa di questo rocambolesco Consiglio regionale il presidente Emiliano ha sgridato platealmente Capone, per giunta in pubblico: «Non sai gestire i lavori del Consiglio – le ha detto visibilmente irritato – Non controlli i numeri della maggioranza e convochi sedute al buio, senza verificare in anticipo presenze e assenze». La presidente salentina non s’è scomposta e ha replicato a tono: «I numeri e l’accordo in maggioranza c’erano eccome – ha risposto a Emiliano – Bastava solo che il tuo vicepresidente non prendesse il capriccio di far invertire l’ordine del giorno piazzando al primo punto il Defr e stracciando l’intesa raggiunta nella riunione dei capigruppo». L’altro giorno, durante la riunione della giunta regionale, Emiliano ha ripreso l’argomento: «La mia maggioranza gode di ottima salute, non ha problemi di tenuta. L’unico problema che abbiamo riguarda la perenne disorganizzazione della presidenza del Consiglio». Per il futuro il presidente ha chiesto alla giunta di inviare d’ora in poi un assessore in Consiglio a vigilare, una sorta di “carabiniere” dell’esecutivo, una “sentinella” che controlli le convocazioni del parlamentino e la verifica dei numeri.

Lo strascico

Nessun commento sull’incidente diplomatico dalla presidente Capone. Anche se da ambienti a lei vicini trapela la delusione per l’attacco ricevuto, ritenuto ingeneroso. Di certo la presidente non ci sta a fare il capro espiatorio di responsabilità altrui. «In primis – sussurra qualcuno – dello stesso presidente Michele Emiliano».

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Cronaca Foggia News

Tragico epilogo a Carpino: trovato senza vita il 90enne scomparso il 10 luglio scorso

Tragico epilogo a Carpino, nel Foggiano, dove è stato trovato senza vita Antonio Draicchio, l’anziano 90enne di cui non si avevano più notizie dal 10 luglio scorso.

L’anziano si era allontanato da casa lungo la strada provinciale 50 in direzione di Monte Sant’Angelo e non aveva fatto ritorno nella sua abitazione.

Dopo la denuncia di scomparsa da parte dei familiari si è messa in moto la macchina delle ricerche che ha visto coinvolti i carabinieri, i vigili del fuoco e tantissimi volontari, tra cui la Pro Loco di Carpino, che hanno battuto il territorio palmo a palmo anche con il supporto di elicotteri e droni. La zona delle ricerche era impervia e non semplice da setacciare per la morfologia dell’area boschiva.

Le ricerche del 90enne sono state poi interrotte dopo sette giorni, come da prassi. Nelle scorse ore, poi, il tragico ritrovamento del corpo senza vita di Draicchio in località Piano Vergate.

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Attualità Foggia News

Siccità e caldo bruciano i pomodori nei campi: più ettari ma cala la produzione

Scatta la raccolta del pomodoro in una delle campagne più difficili di sempre, tra la siccità e il caldo record al Sud che stanno condizionando lo sviluppo delle piante e delle bacche e gli effetti del maltempo al Nord.

La situazione

A fare il primo bilancio è la Coldiretti, in occasione dell’avvio delle operazioni in provincia di Foggia. Oltre a rappresentare un pilastro della dieta Mediterranea, il pomodoro è un comparto chiave dell’agroalimentare con un fatturato nel 2023 di cinque miliardi di euro, settemila imprese agricole, 100 imprese di trasformazione e diecimila addetti, per circa 70mila ettari coltivati.

Sui territori

Dalle prime indicazioni sulla campagna emergono situazioni opposte per Puglia ed Emilia Romagna, le regioni dalle quali vengono circa i due terzi del raccolto. In Puglia all’aumento di oltre il 5 per cento delle superfici investite a pomodoro è assorbito dal leggero calo produttivo, l’Emilia Romagna invece deve fare i conti con il maltempo che, tra alluvioni e grandine, ha ostacolato e ritardato i trapianti, facendo strage di piantine.

Filiera produttiva

Intanto, per promuovere e tutelare la filiera del pomodoro da industria, garantendo il prodotto 100 per cento italiano è stato siglato un accordo tra Coldiretti, Filiera Italia e Anicav (associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), un vero patto di filiera tra produzione agricola e imprese di trasformazione. «Vogliamo promuovere un modello di filiera più equo e trasparente per questo chiediamo all’Europa un passo in avanti sull’origine in etichetta e di applicare il principio di reciprocità, combattendo lo sfruttamento ovunque, in Italia così come nei prodotti importati», ha detto il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini. Un intervento nella direzione del cosiddetto Italian sounding e un’intesa importante che, ha spiegato Marco Serafini presidente Anicav, «vuole accendere i riflettori su una filiera non sempre conosciuta e valorizzata per quello che realmente rappresenta».

Per «sostenere le denominazioni Dop e Igp già presenti, così come le future a partire dalla Puglia», sottolinea l’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.

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BAT Cronaca News

Medico di Trani firmava certificati falsi per una vigilessa milanese: i due finiscono nei guai

Avrebbe preparato dei certificati medici falsi per giustificare l’assenza dal lavoro di una vigilessa. L’asse Trani-Milano finisce in Tribunale. Al centro della vicenda c’è un’agente della Polizia locale di Milano che per un anno e quattro mesi avrebbe usufruito di permessi lavorativi retribuiti, sulla base di certificati considerati falsi dagli inquirenti, redatti da un medico di Trani. E così, il caso è approdato nelle aule del Tribunale tranese. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 24 settembre.

L’inchiesta

Quella della Procura di Trani, fa riferimento a un periodo di sedici mesi, da ottobre 2020 a febbraio 2022, durante i quali si sarebbe verificata l’assenza della vigilessa che, adesso, rischia il processo con le accuse di truffa e falsa giustificazione dell’assenza dal servizio. «In più occasioni – emerge dagli atti ufficiali – il certificato in contestazione è stato redatto da un medico di Trani. E in un caso sarebbe stato predisposto in concorso con il medico». Non sarebbe da escludere che a finire nel mirino della Procura tranese sia stato prima il medico e, poi, la vigilessa. Di sicuro, c’è che il Comune di Milano non ha alcuna intenzione di stare a guardare e ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale.

La delibera

L’Amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, ha infatti approvato una delibera che mette nero su bianco le intenzioni della Giunta, spiegando le motivazioni alla base nel provvedimento. «Secondo quanto indicato dalla Direzione Sicurezza Urbana -si legge nella deliberazione – è opportuna la costituzione di parte civile del Comune di Milano in ragione della gravità della condotta tenuta dall’imputata, che ha causato all’Amministrazione un danno patrimoniale e non patrimoniale». In altre parole, il presunto comportamento illecito della vigilessa avrebbe avuto ripercussioni sul piano organizzativo, ma anche su quello economico. «L’agente della Polizia locale del Comune di Milano – evidenzia il provvedimento – in più occasioni giustificava l’assenza dal servizio con una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, inducendo così in errore il Comune e ottenendo il pagamento delle prestazioni non dovute». Per questo, al di là degli esiti della magistratura, non sarebbero da escludere eventuali azioni disciplinari in ambito professionale, sia nei confronti del medico che della vigilessa. Intanto, il Comune di Milano ha già annunciato battaglia legale per ottenere il risarcimento dei danni.

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