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News Politica Puglia

Udc, Gianfranco Chiarelli è il nuovo commissario regionale del partito in Puglia

È l’avvocato Gianfranco Chiarelli, 66enne originario di Martina Franca, il nuovo commissario regionale dell’Udc in Puglia. A nominarlo il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa.

Chiarelli, in passato, ha rivestito l’incarico di consigliere regionale della Puglia e di deputato nella XVII Legislatura.

L’Udc comunica di aver avviato una riorganizzazione interna del partito nei territori chiamati al voto in vista delle prossime scadenze elettorali nei Comuni e delle prossime elezioni regionali, previste tra novembre di quest’anno e l’autunno del prossimo.

Come accadrà anche a livello nazionale, spiegano dal partito, «la nomina di Chiarelli inaugura un nuovo corso per il partito, in cui si procederà all’innesto di nuove figure in grado di rafforzare la proposta politica della comunità democratico-cristiana, che si riconosce nei valori dello scudo crociato».

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News Politica Puglia

Autonomia differenziata, Emiliano impugna la legge: «Lese le competenze delle Regioni»

«Alle iniziative referendarie già promosse dalle Regioni e dai cittadini italiani, impegnati in una straordinaria mobilitazione per la raccolta di firme, si aggiunge la decisione della Regione Puglia di impugnare la legge Calderoli direttamente dinanzi alla Corte Costituzionale». Lo annuncia il governatore pugliese Michele Emiliano che ha deciso di impugnare la legge “Calderoli” del 26 giugno 2024, recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, per lesione della sfera di competenza delle Regioni, come previsto dall’articolo 127, comma 2, della Costituzione.

La Giunta regionale ha affidato oggi l’incarico all’avvocato Massimo Luciani, uno dei massimi costituzionalisti italiani, e al capo dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza che coordina il gruppo per lo studio dell’autonomia differenziata istituito dal presidente della Regione.

In una nota, la Regione Puglia ricorda che «la Costituzione, all’articolo 116 comma 3, prevede la possibilità che siano attribuite “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” alle Regioni a statuto ordinario, e non certo la possibilità, invece prevista dalla legge Calderoli, del trasferimento di tutte le funzioni concernenti tutte le ventitré materie contemplate dall’articolo 117 della Costituzione, così perpetrando una palese violazione dei princìpi fondamentali di unità e indivisibilità della Repubblica».

Secondo la Regione Puglia, si tratta di una violazione che «si riverbera inesorabilmente sull’ordinamento regionale e sui princìpi supremi di eguaglianza tra i cittadini nell’esercizio dei diritti e nell’assolvimento dei doveri fondamentali». Inoltre, si legge nella nota, «la concessione di maggiori spazi di autonomia, per come realizzata, determinerebbe l’erosione delle risorse che lo Stato impiega per finanziare il fondo perequativo per le Regioni con minori capacità di spesa, impedendo così di finanziare specifici interventi di sviluppo economico e coesione sociale per contrastare gli svantaggi tra territori».

Il presidente Emiliano evidenzia che «c’è un corposo lavoro di approfondimento e studio alla base di questo percorso che si avvale della competenza e autorevolezza in materia del professor Luciani. Questa iniziativa – afferma – nasce con lo spirito di tutelare i cittadini italiani e l’unità stessa del nostro Paese nel rispetto dei principi sanciti dai nostri padri costituenti. Quindi tale impugnativa si affianca alle iniziative referendarie, seguendo un percorso parallelo che va nella stessa direzione e offrendo una strada in più dinanzi alla Corte costituzionale per contrastare gli effetti di squilibrio dell’assetto economico-finanziario delle Regioni e la violazione delle competenze regionali attribuite dalla Costituzione», conclude il presidente della Regione Puglia.

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Brindisi News Politica

Ceglie Messapica, a fine agosto torna “La piazza”: tra gli ospiti Salvini e Tajani

Dal 29 al 31 agosto Ceglie Messapica ospiterà la settima edizione de “La piazza“, la kermesse organizzata da Affaritaliani.it. Tra gli ospiti ci saranno i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e il presidente di Confindustria Emanuele Orsini.

La manifestazione è stata presentata oggi in conferenza stampa dal direttore di Affaritaliani.it, Angelo Perrino. “E mò? Che succede? Dalla Puglia al Sud, dall’Italia all’Europa (e oltre). Sogni e progetti di una notte di fine estate” è il titolo che accompagnerà i dibattiti della kermesse politica nei tre giorni, dove sono attesi tra gli altri, il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione ed il Pnrr Raffaele Fitto e il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Giuseppe Santalucia.

«Abbiamo invitato anche la premier Giorgia Meloni – ha evidenziato Perrino – e aspettiamo la sua risposta. Il fatto che venga in vacanza a Ceglie Messapica ci conforta. Spero che quest’anno vorrà venire, perché noi in sostanza l’abbiamo “battezzata” premier due anni fa. Ci auguriamo che Giorgia possa venire qui a fare un bilancio dei suoi due anni».

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Lecce News Politica

I 14 anni del Movimento regione Salento, Pagliaro: «Pronti alle sfide del futuro»

«Oggi è uno di quei giorni in cui possiamo fermarci a sorridere con orgoglio per ciò che siamo diventati. È un momento per brindare al futuro». Così Paolo Pagliaro, consigliere regionale capogruppo de La Puglia domani e presidente del Movimento regione Salento (Mrs), durante i festeggiamenti per il quattordicesimo “compleanno” del Mrs celebrato venerdì scorso, 2 agosto in discoteca, al Malè di Santa Cesarea Terme.

Un evento organizzato per celebrare quattordici anni di passione, amore, progetti e battaglie per il Salento, un impegno costante sul territorio che non arretra di un centimetro, ma si rinforza e rilancia ogni giorno.

L’evento ha visto una grande partecipazione con tanti dirigenti, militanti, amministratori, sostenitori e amici del Movimento.

«Dopo la battaglia della campagna elettorale delle amministrative, dove abbiamo raggiunto importanti risultati in tutta la provincia – ha affermato Pagliaro -, siamo pronti per le prossime sfide». Il presidente non nasconde l’obiettivo del Movimento regione Salento: «L’anno prossimo, sempre ad agosto – ha detto -, ci ritroveremo qui non solo per celebrare i 15 anni del nostro movimento, ma anche per prepararci alla grande sfida delle prossime regionali. Siamo determinati e pronti a vincere, per continuare a lavorare e restituire a questa terra la dignità e l’identità che le appartengono».

Pagliaro ha ricordato la «strada lunga e difficile» percorsa dal Movimento regione Salento: «Sempre a testa alta, fieri e orgogliosi, abbiamo imparato e combattuto per il riscatto di questa nostra terra e continueremo a farlo, questa è la nostra missione che portiamo avanti solo per amore. Abbiamo vinto battaglie importanti e ogni giorno c’è un tema da affrontare o una causa da sostenere», ha concluso.

La festa è stata un’occasione speciale per stare insieme, accompagnati da buona musica che ha fatto da colonna sonora fino al momento clou del taglio della torta. Tra musica, brindisi, dolci e buoni auspici, l’atmosfera è stata calorosa e festosa.

Militanti e sostenitori hanno rinnovato il loro impegno e la loro passione, pronti a rilanciare con ancora più vigore le battaglie e l’azione politica del movimento, nato per essere il baluardo e la voce di questa terra meravigliosa.

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News Politica Puglia

Autonomia differenziata, boom di firme per il referendum: Puglia seconda in Italia

Stamani la piattaforma del Ministero della giustizia che raccoglie le firme in formato digitale per chiedere il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata potrebbe indicare il superamento delle 500 mila autenticazioni. Un dato non da poco visto che le firme raccolte online sono già certificate, in quanto per apporle è necessario collegarsi con la propria personale e unica identità digitale, a differenza di quelle cartacee che necessitano del nulla osta della Corte di Cassazione che provvede a validare la raccolta.

I dati sui territori

Intanto, seppur in modo parziale giungono i primi dati divisi per territorio e la Puglia risulta essere la seconda regione in Italia con più adesioni, percentualmente alla popolazione residente, dopo la Campania. Mentre una cifra significativa indica che Lazio e Lombardia sono territori dove in molti hanno deciso di firmare per il referendum. Tutti elementi che preoccupano in particolare la Lega che sull’Autonomia ha fatto una battaglia identitaria.

Tuttavia il percorso per giungere alle urne è ancora lungo e soprattutto incerto, visto che la legge è agganciata all’articolo 116 della Costituzione, di conseguenza è necessario il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale, tanto che lo stesso comitato nazionale per il referendum ha eletto quale proprio presidente Giovanni Maria Flick, costituzionalista e accademico, ma anche ex ministro della Giustizia ed ex presidente della Consulta, proprio per garantire a tutto l’iter la massima aderenza alle norme in vigore così da scongiurare il giudizio negativo delle supreme Corti.

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Matera News Politica

Matera si rinnova e presentata la nuova giunta, con il sindaco Bennardi 8 assessori

Il rimpasto della giunta comunale di Matera segna un nuovo capitolo nella storia amministrativa della città dei Sassi. Le novità introdotte dal sindaco Domenico Bennardi, con un taglio netto e una riorganizzazione delle deleghe, aprono scenari interessanti e pongono le basi per una nuova fase di governo.

Le novità

Otto assessori e non nove come nei primi tre mandati. La nuova giunta presenta un mix equilibrato tra esperienza e nuove energie.
Figure consolidate come Antonio Materdomini e Tiziana D’Oppido, entrambi del Movimento 5 Stelle, confermano la loro presenza, garantendo continuità in settori chiave come l’urbanistica e la cultura. Al contempo, l’ingresso di giovani e dinamici assessori come Marina Bianchi, con un forte background nel campo della sostenibilità e dell’innovazione, promette un soffio di aria fresca e un rinnovato impulso alle politiche cittadine.

La nomina di Marina Bianchi alla delega della mobilità, dell’innovazione e della protezione civile è particolarmente significativa. La sua expertise in materia di sostenibilità ambientale e digitale si sposa perfettamente con le sfide che la città di Matera è chiamata ad affrontare, come la transizione verso un modello di mobilità più sostenibile e l’adozione di tecnologie innovative per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Focus sui giovani

L’attenzione verso le giovani generazioni è un altro aspetto che emerge dal nuovo assetto della giunta. La presenza di assessori come Angela Mazzone, con delega alle politiche giovanili, e di Marina Bianchi, con la sua sensibilità verso tematiche sociali e ambientali, dimostra la volontà dell’amministrazione di coinvolgere i giovani nella costruzione del futuro della città.

La nuova giunta si troverà ad affrontare numerose sfide, tra cui la ripresa economica post-pandemia, la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Gli sviluppi

Il primo cittadino ha deciso di revocare le precedenti cariche assessorili a seguito di una grave crisi all’interno dell’amministrazione. Dove da un lato la maggioranza era alla ricerca di un nuovo equilibrio e la minoranza era pronta per la sfiducia con 16 firme.

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Italia News Politica

Nomine in Unione europea, il trasloco di Raffaele Fitto a Bruxelles appeso a un filo

È previsto per i primi giorni della prossima settimana, forse già lunedì, un vertice di maggioranza tra la premier Giorgia Meloni e i due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani.

I nodi

Sul tavolo diverse questioni rinviate dai lunghi viaggi della presidente del consiglio, emerse dopo il G7 di Borgo Egnazia. Tra i temi le nomine nelle aziende pubbliche, a partire dalla Rai, ma anche il recente nuovo tentativo di Fratelli d’Italia di introdurre “una tassazione sugli extraprofitti delle banche” che viene ostacolata con decisione da Forza Italia, visto il pacchetto azionario di Mediolanum detenuto dagli eredi di Silvio Berlusconi. Tuttavia, è la questione delle relazioni europee dopo le elezioni di giugno e soprattutto in seguito al no di FdI al secondo mandato di Ursula Von der Leyen quale presidente della commissione europea che avranno un ruolo centrale durante il vertice.

Le deleghe

Questo perché dall’atteggiamento del governo verso le Istituzioni continentali dipenderà il pacchetto di deleghe che sarà offerto all’Italia da Von der Leyen e quindi, di conseguenza se ci saranno quelle “importanti responsabilità economiche” che il governo si aspetta e che dovrebbero essere assunte dal ministro per gli affari europei, il sud, la coesione territoriale e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Le grane

I grattacapo per Meloni non mancano e il recente battibecco con la presidente della Commissione in seguito al rapporto Ue sui diritti nei Paesi membri con la premier che ha replicato con una lettera alla stessa Von der Leyen fa emergere come il rapporto tra le due leader non sia più idilliaco come ai tempi delle intese sui flussi migratori.

I rumors

Secondo indiscrezioni che filtrano da ambienti Ue se le relazioni non verranno stemperate è probabile che «l’esponente politica tedesca possa riesumare per l’Italia quella delega al Mediterraneo» considerata al ribasso per Palazzo Chigi che, di conseguenza, impedirebbe il trasferimento di Fitto da Roma a Bruxelles.

Visto che, se bisognerà mettere mano alla squadra di governo, considerate le deleghe importanti in campo all’esponente di Maglie, è solo perché Fitto dovrà andare a presidiare quadri economici importanti a partire dallo stesso Pnrr, visto che non è più un tabù parlare di proroga della scadenza del 2026.

Il vertice

Ecco perchè il vertice tra gli alleati diventa fondamentale, considerato anche che bisognerà indicare il nome del commissario con due ipotesi di genere entro il 31 agosto. E non sono pochi quanti ipotizzano un ruolo di mediazione tra Meloni e Von der Leyen di Tajani, proprio per spianare la strada a Fitto.

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News Politica Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, sigle all’attacco: «Si scelga il nuovo socio senza fare “spezzatini”»

Da un lato i sindacati, dall’altro la politica, per l’ex Ilva è tempo ancora di incertezze. Il governatore Michele Emiliano nei giorni scorsi ha scritto al ministro Urso, chiedendo un tavolo tecnico per affrontare una crisi irreversibile che conta circa 4mila lavoratori in CIGS a cui si aggiungono le 1.500 unità di Ilva in AS e le centinaia di dipendenti dell’indotto. L’obiettivo è la decarbonizzazione, ma come? E con chi? Oggi anche i sindacati insorgono. Gli operai l’Usb scrivono: «Invitiamo il ministro Urso affinché, in vista della scelta del nuovo investitore: tenga bene a mente gli errori del passato», lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Confederale Usb, aggiungendo che «bisogna operare garantendo la tutela dell’ambiente e la tenuta occupazionale».

I posti di lavoro

I sindacati ricordano al ministro ciò che è stato detto appena qualche giorno fa, proprio a Taranto «a proposito del fatto che il riavvio dei tre altiforni rappresenta un passaggio obbligato verso la decarbonizzazione, e circa il mantenimento di tutti i lavoratori. La vendita va fatta in maniera complessiva, assolutamente no al cosiddetto spezzatino». I due sindacalisti osservano che «nel bando i diritti di tutti i lavoratori, diretti, appalto e Ilva in As, devono essere blindati». Un incontro dove ci si aspetta dal ministro delle risposte. «Ci aspettiamo intanto – concludono Rizzo e Colautti – che, a settembre, si riapra un confronto costruttivo sulle nostre proposte: incentivi all’esodo, lavoro di pubblica utilità e riconoscimento lavoro usurante e benefici per esposizione ad amianto».

La posizione della Cgil

Sulla stessa linea anche la Cgil: «Per la Fiom Cgil la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori, la presenza dello Stato nel capitale, gli investimenti per la transizione e la decarbonizzazione prevedono risorse che solo aziende, con una solida struttura finanziaria e know how consolidato nel settore, sono in grado di assicurare e costituiscono prerequisiti necessari per presentare un’offerta per tutta l’ex Ilva», dichiarano in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil.

Uilm: No a nuovo Mittal

Forte anche la posizione della Uilm: «Dopo otto anni per l’ex Ilva è tutto da rifare. Per evitare che si ripetano gli errori del passato, dal governo ci aspettiamo la massima responsabilità nella scelta dell’investitore che comprerà l’ex Ilva. Non potremmo tollerare un nuovo Mittal perché è fondamentale che la più grande azienda siderurgica italiana sia guidata da un Gruppo che abbia la volontà di mettere in campo un piano ambientale», lo afferma il segretario della Uilm Rocco Palombella

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News Politica Puglia

Emiliano-Capone, tensione alle stelle dopo l’ennesimo flop nel Consiglio regionale pugliese

Che succede fra il governatore Michele Emiliano e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone? I rapporti fra le due massime cariche istituzionali della Regione sembrano scivolati ai minimi termine. Il culmine s’è raggiunto nell’ultima seduta del Consiglio, una delle più imbarazzanti della storia recente. In un sol colpo il parlamentino è riuscito nell’impresa di non approvare il Documento di economia e finanza (Defr), per legge da adottare entro fine luglio e per giunta sollecitato dalla Corte dei conti. Ma soprattutto il secondo flop consecutivo per le delibere finalizzate a completare l’iter per la richiesta del referendum contro l’autonomia differenziata dopo che nell’ultima seduta qualcuno aveva dimenticato di inserire i nomi dei delegati chiamati a i quesiti al timbro della Cassazione. Insomma due clamorose figuracce per la Puglia al cospetto delle altre quattro Regioni di centrosinistra che hanno già ultimato le procedure per lanciare la crociata referendaria contro la legge Calderoli.

Lo scontro

In una pausa di questo rocambolesco Consiglio regionale il presidente Emiliano ha sgridato platealmente Capone, per giunta in pubblico: «Non sai gestire i lavori del Consiglio – le ha detto visibilmente irritato – Non controlli i numeri della maggioranza e convochi sedute al buio, senza verificare in anticipo presenze e assenze». La presidente salentina non s’è scomposta e ha replicato a tono: «I numeri e l’accordo in maggioranza c’erano eccome – ha risposto a Emiliano – Bastava solo che il tuo vicepresidente non prendesse il capriccio di far invertire l’ordine del giorno piazzando al primo punto il Defr e stracciando l’intesa raggiunta nella riunione dei capigruppo». L’altro giorno, durante la riunione della giunta regionale, Emiliano ha ripreso l’argomento: «La mia maggioranza gode di ottima salute, non ha problemi di tenuta. L’unico problema che abbiamo riguarda la perenne disorganizzazione della presidenza del Consiglio». Per il futuro il presidente ha chiesto alla giunta di inviare d’ora in poi un assessore in Consiglio a vigilare, una sorta di “carabiniere” dell’esecutivo, una “sentinella” che controlli le convocazioni del parlamentino e la verifica dei numeri.

Lo strascico

Nessun commento sull’incidente diplomatico dalla presidente Capone. Anche se da ambienti a lei vicini trapela la delusione per l’attacco ricevuto, ritenuto ingeneroso. Di certo la presidente non ci sta a fare il capro espiatorio di responsabilità altrui. «In primis – sussurra qualcuno – dello stesso presidente Michele Emiliano».

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Matera News Politica

Matera, Bennardi azzera la giunta: «Serve un nuovo impulso all’azione amministrativa»

Nuova scossa nella politica locale. Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, ha deciso di rimescolare le carte in tavola e ha revocato tutte le deleghe degli assessori.

Con un decreto sindacale, il primo cittadino ha messo fine al mandato della giunta in carica, aprendo così una nuova fase per l’amministrazione comunale.

Le dichiarazioni

Le motivazioni alla base di questa decisione sono state chiarite dal sindaco stesso: «la necessità di garantire una maggiore coesione e unità di indirizzo all’interno della maggioranza». Inoltre, Bennardi ha sottolineato «l’importanza di dare un nuovo impulso all’azione amministrativa, in particolare in vista delle sfide che attendono la città nei prossimi anni».

La revoca delle deleghe assessorili rappresenta un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato.

Il sindaco ha infatti sottolineato come questa scelta sia stata presa dopo un’attenta valutazione politica e dopo aver consultato le forze politiche che sostengono la sua amministrazione.

Mercoledì ben sedici consiglieri comunali hanno presentato a loro volta una mozione di sfiducia per il sindaco Domenico Bennardi.

La mozione si basa su una serie di accuse che riguardano principalmente l’immobilismo amministrativo, la crisi interna alla maggioranza e una scarsa capacità di governo da parte del primo cittadino.

L’obiettivo è stato di portare la città dei Sassi alle elezioni anticipate.

Le reazioni

Nelle prossime ore è previsto un vertice di maggioranza per definire la composizione della nuova giunta. Si attendono quindi novità sui nomi dei nuovi assessori e sulle deleghe che verranno loro affidate.

La notizia del rimpasto ha suscitato diverse reazioni nella città. Se da un lato c’è chi apprezza la decisione del sindaco, ritenendola necessaria per dare una nuova linfa vitale all’amministrazione, dall’altro ci sono coloro che esprimono preoccupazione per le possibili conseguenze sulla continuità dei progetti in corso.

Il futuro

La nuova giunta dovrà affrontare numerose sfide, tra cui la gestione dell’emergenza sanitaria, lo sviluppo economico e la valorizzazione del patrimonio culturale. La città di Matera è in attesa di conoscere i nomi dei nuovi assessori e le linee guida della nuova giunta. Intanto, il sindaco Bennardi ha assicurato la continuità dell’azione amministrativa e la volontà di portare avanti i progetti già avviati.

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