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BAT Cronaca

Agguato nella notte a Bisceglie, ferito un uomo in scooter: è in prognosi riservata

Un uomo è stato ferito a colpi d’arma da fuoco mentre percorreva corso Umberto I a Bisceglie in sella al suo scooter.

L’agguato è avvenuto la notte scorsa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per cercare di individuare i responsabili e ricostruire la vicenda.

L’uomo è stato trasportato in ospedale a Bari in codice rosso. È ricoverato in prognosi riservata.

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BAT Cultura e Spettacoli

Lilly Love porta il suo show ad Andria: «Fare la “drag”? È un atto politico» – L’INTERVISTA

Direttamente da Milano, passando per cabaret, videoclip musicali e Vogue, arriva all’Officina San Domenico di Andria. Ballerina di burlesque, dama dell’erotismo, Lilly Love si è esibita sul palco del centro culturale andriese Officina San Domenico arrivando direttamente dal Plastic e La Boum di Milano, passando per Vogue Italia e i videoclip di grandi artisti pop come Myss Keta, Achille Lauro e Power Frances.

Lilly con il suo drag show apre le danze di una nuova stagione del centro culturale e di un percorso curato dal collettivo transfemminista SVERGOGNAT*. Una grande valigia nera aperta sul pavimento. Accanto, un paio di tacchi dorati e un paio rossi. Su una sedia, i jeans e una maglietta nera stropicciata lasciano la scena alle paillettes, alle piume e ai velluti ordinatamente appesi sulle grucce. Una sagoma vestita di una vestaglia di seta giapponese mi dà le spalle. Nello specchio dai bordi illuminati Lilly Love compare e scompare. Un occhio, la bocca, il naso. Lilly Love rinasce ogni notte, disegnata con un pennello sotto le luci a led di un camerino buio e viene alla luce, ma quella stroboscopica, di un palco che acclama il suo drag show.

Come è nata Lilly Love?

Travestirmi è sempre stato il mio modo di esprimermi in totale genuinità. Lo facevo sin da bambino, utilizzando coperte o addirittura buste della spazzatura. Il gioco si è trasformato in folgorazione quando ho visto il primo spettacolo drag a quattordici anni. Ricordo le note di Lady Marmalade e un pensiero che esplodeva in me: “Questo è tutto ciò che voglio fare”. Ho capito che il drag era la mia forma d’arte, perché rendeva reali le fantasie della mia parte femminile. Poi è cominciata la sperimentazione sul make-up, la ricerca di stile, la fascinazione per le showgirl dagli anni Venti agli Cinquanta. Così è nata Lilly Love.

Lilly, il mondo drag è fatto di rituali, sperimentazioni e ricerca di sè. In quindici anni di show sei cambiata molto, basti pensare che sei nata a Cagliari ma adesso vivi a Milano, due realtà completamente differenti. C’è una figura che ha influito più delle altre sulla tua crescita artistica e ti ha accompagnata in questo percorso? Hai una tua “madre drag”?

Mi ritengo anche fortunata perché in Sardegna esiste una scena drag sin dalla fine degli anni Ottanta. La prima drag queen sarda famosissima, in scena dall’89, si chiama Velena ed è pazzesca: lei è stata la madre di tante ed anche la mia. Mi ha fatto capire che avrei dovuto trovare il mio modo di truccarmi e i miei vestiti. In occasione della festa celebrativa del mio decennale di drag nel 2018, l’abbiamo invitata come ospite speciale: è stato un onore averla sul palco con me e scoprire l’evoluzione che c’è stata in questi anni da entrambe le parti.

Lilly, essere una drag queen non è solo una scelta artistica. Significa fare attivismo, rivendicare uno spazio di espressione di sé non convenzionale. Immagino non sia un percorso sempre semplice e lineare. Cosa c’è dietro i sorrisi che porti in scena?

La verità è che all’inizio non è semplice, non è per niente semplice. Devi fare i conti con la scoperta di una parte molto intima che hai paura di mostrare al mondo. Agli inizi, in Sardegna, arrivavo nei locali tante ore prima per prepararmi lontana da occhi indiscreti e tornavo a casa con i miei abiti quotidiani. Lilly Love viveva “chiusa” in un locale. Ma la mia ambizione era far vivere la mia fantasia dall’inizio alla fine. Ricordo la prima volta che è successo: era Halloween, la macchina era parcheggiata sotto casa e dovevo solo scendere le scale ma l’idea che qualcuno potesse vedermi così vestita mi terrorizzava. Quel giorno ho rotto il ghiaccio ed è stata un’emozione fortissima, quasi eccitante. Oggi esco e rientro a casa in full drag a qualsiasi ora del giorno e della notte, prendo i mezzi senza problemi. Vivere a Milano mi ha aiutata, ma per me questo resta un atto politico.

Cosa ti spinge a continuare a farlo, dopo quindici anni?

Salire sul palco significa far esplodere la tua vitalità anche quando sei in una giornata “no”, quando non ti va. Ma a Lilly io devo tanto. Se non fosse per lei non sarei dove sono ora, con il bagaglio di emozioni e relazioni che ho. Lilly mi ha aiutato sia economicamente che psicologicamente, è letteralmente la mia terapia: mi ha permesso di superare i momenti più difficili, come la fine di una relazione o eventi spiacevoli. Insomma, a volte i dubbi non mancano, ma credo facciano parte di ogni percorso che possa dirsi vivo. Quando mi chiedo “perché lo faccio?” ripenso all’entusiamo e all’autenticità di quando, da bambino, ho cominciato a giocare con le bambole.

So che recentemente sei stata ospitata da una quinta elementare di Milano per un corso di makeup creativo. Com’è stato incontrare bambine e bambini?

E’ stata la cosa migliore che abbia fatto in tutta la mia carriera. Sono stata invitata in una scuola privata, nell’ambito di un corso di teatro in cui abbiamo giocato col genere sperimentando con colori, parrucche, glitter e tessuti. A fine anno la classe ha portato in scena questa rappresentazione teatrale e io sono passata a trovarli a sorpresa. Ma la vera sorpresa l’hanno fatta loro a me: mi sono arrivate quindici letterine e in ognuna c’era scritto quanto fosse stato bello per loro sperimentare, fare qualcosa che non avevano mai fatto prima, e che l’avevano raccontato ai loro coetanei ma che questi “non possono capire perché non l’hanno mai fatto”. Mi ha commosso vedere la spontaneità e l’autenticità con cui si sono messi in gioco senza stereotipi, in un luogo sicuro e lontano dai giudizi. E’ quello che da piccolo avevo sempre sognato.

Cosa leggi nello sguardo di chi ti incontra?

Avere una maschera ti dà il potere di vivere la tua fantasia come mai potresti fare nella tua quotidianità e il coraggio di affrontare gli sguardi più perplessi. Mi capita di leggere dissenso ma la maggior parte delle volte ricevo complimenti e occhiolini dai padri di famiglia (ride ndr). C’è un episodio che più degli altri mi fa sorridere: in occasione del pride ero ad Aosta, una realtà non grandissima. Passeggiavo per la strada principale in full drag e ho incrociato lo sguardo di una signora di novant’anni: all’inizio ha sgranato gli occhi, ma poi mi ha sorriso e mi ha fatto l’ok con la mano. Le ho sorriso anche io. Chissà se le ricordavo i suoi tempi, se ha rivisto in me qualcosa della sua giovinezza…

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Barletta, bufera al concerto di Venditti: il cantante zittisce una ragazza disabile poi si scusa – VIDEO

È bufera, sui social, dopo la gaffe di Antonello Venditti che durante il concerto di ieri a Barletta ha zittito una ragazza affetta da disabilità che lo invitava a cantare mentre l’artista romano stava raccontando un episodio della sua vita.

Venditti inizialmente non si è accorto della diversabilità della giovane e l’ha “sfidata”: «Vieni qui, vediamo se c’hai il coraggio», ha affermato. Qualche “buuu” dal pubblico e uno steward sale sul palco per avvisare Venditti che si trattava di una «ragazza speciale». Piccata la replica del cantante: «Ho capito, è un ragazzo speciale, che però deve imparare l’educazione. Non esistono ragazzi speciali. L’educazione è una cosa».

La scena è stata ripresa da molti dei presenti al concerto e diffusa sui canali social scatenando l’ira di tante persone. «Barletta oggi è arrabbiatissima con te», si legge in molti commenti.

Poi spunta quello del tecnico di palco, Luciano Vallefuoco, che ha spiegato meglio agli utenti inviperiti: «Dal palco i cantanti fanno fatica a capire chi è seduto e dove. Sono accecati dalle luci puntate su di loro. Fanno fatica anche a percepire suoni, perché vengono fuori da volumi assordanti presenti nelle spie. Anni fa Venditti usava rivolgersi ai ragazzi con handicap chiamandoli “ragazzi speciali”, ai quali regalava il cappello», racconta. «Ieri sera, sulla scia del politically correct, ho rispolverato quel termine – aggiunge -. Colpa mia non avere avuto la lucidità di descrivergli nel dettaglio la situazione. Quel ragazzo speciale era particolarmente speciale e le sue urla non erano rivolte a disturbare lo show. Sono riflessi incontrollabili del suo stato di salute Mi sono mosso subito per fare avvisare la famiglia della situazione e abbiamo presentato le nostre più sentite scuse. Con la famiglia del ragazzo è tutto chiarito. Sono sicuro che Venditti si farà in qualche modo perdonare con il diretto interessato».

Il pubblico, però, scrive «delle scuse ce ne facciamo poco. Ero presente, pur amando Venditti come cantautore, ieri mi è letteralmente “scaduto”. Sono rimasta pietrificata dalla sua reazione. Chi scrive di amicizia, amore, rispetto, non può comportarsi così. Il comune dovrebbe denunciare l’accaduto, questa è discriminazione, “bullismo” da parte di chi dovrebbe insegnare educazione e rispetto».

Le scuse di Venditti: «Sono sconvolto, mi dispiace»

«Ho sbagliato». Comincia così il video in cui Antonello Venditti chiede scusa per quanto accaduto. «Pensavo fosse una semplice contestazione politica a cui io sono abituato, quindi ho risposto in maniera molto violenta a questa ragazza».

Venditti ha conosciuto la ragazza, riferisce, e chiede scusa. «Ma più delle scuse – dice – non me la sento. Dico delle cose molto forti durante il concerto e reagisco a qualcosa che nel buio uno non può rendersene conto. Ho fatto ammenda, ma l’ho fatta subito ieri sera dopo il concerto. Sono sconvolto», prosegue l’artista.

I genitori della ragazza: «È stato un malinteso, ci siamo chiariti»

«Con il signor Venditti ci siamo chiariti e per noi e per nostra figlia il problema non sussiste. Abbiamo capito immediatamente che si era trattato di una incomprensione, ingigantita dai social». È quanto dichiarano i genitori della ragazza con disabilità zittita da Antonello Venditti.

Dopo il concerto, riferiscono i genitori della ragazza, il cantante «ci ha chiamato, si è scusato ed è stato molto gentile e affettuoso con noi e con» nostra figlia, continuano i genitori. «Continuiamo a essere tutti suoi grandi fan», concludono.

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Canosa, due cani rischiano di annegare in un vascone: salvati dai vigili del fuoco – VIDEO

Paura per due cani di grossa taglia che, stamattina, sono caduti in un vascone che si trova in un villino abbandonato in via Falcone Borsellino a Canosa di Puglia.

Il vascone era pieno di acqua piovana e profondo circa un metro e mezzo. I due cani non riuscivano più a risalire e rischiavano di annegare.

A seguito di una segnalazione sul posto, oltre agli agenti della polizia locale, sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Barletta che hanno soccorso i due cani e li hanno messi in salvo.

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Andria, a Riccardo Scamarcio il premio “Federico II – Stupor Mundi”: «Mi riempie d’orgoglio» – VIDEO

«Mi riempie di orgoglio». Così Riccardo Scamarcio commenta la decisione di Comune di Andria di assegnargli la prima edizione del premio “Federico II – Stupor Mundi” che verrà consegnato all’attore durante una cerimonia che si terrà stasera, alle 19:30, a Castel del Monte, il maniero voluto proprio dall’imperatore.

A margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è svolta stamattina, Scamarcio, originario proprio di Andria, ha ricordato il «valore profondo» che ha il castello: «Sono cresciuto qui e l’ho frequentato da bambino con mio padre che andava a funghi lì intorno». Il maniero federiciano, ha aggiunto, «è per me un posto magico, dove sognare e sentire questo rapporto con qualcosa di più spirituale. Poi si dice che la murgia abbia il cielo basso. È grazie a questi cieli e a quei momenti vissuti da bambino che forse è nata in me la voglia di confrontarmi con l’arte, con il cinema».

La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha ricordato che il premio “Federico II – Stupor Mundi” è stato istituito l’anno scorso e viene assegnato per la prima volta quest’anno: «Abbiamo scelto di partire proprio da un’eccellenza del nostro territorio», ha affermato riferendosi a Riccardo Scamarcio. «Le pietre di Castel del Monte parlano, come parla la murgia. E parlano altrettanto le storie di tanti che da questa terra si spostano rimanendo sempre ancorati alle loro radici e fanno “storia”, professionalmente e culturalmente e Riccardo è un simbolo di questo», ha concluso la prima cittadina.

Durante la cerimonia di consegna del premio si esibiranno l’Orchestra Città di Andria, diretta dal Maestro Vito Andrea Morra, e Mario Rosini.

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Urbanistica a Trani, l’allarme Oikos sui complessi edilizi in zona Colonna: «Fermate lo scempio»

«Qualcuno fermi questo scempio». È il campanello dall’allarme lanciato dall’associazione Oikos sulla trasformazione urbanistica in corso nella zona sud della città, più precisamente nella zona di Colonna, che negli ultimi anni è stata interessata da numerose nuove edificazioni. Si tratta soprattutto di grandi complessi edilizi, giganti di cemento, che stanno snaturando la natura della zona.

La polemica

«Laddove prima c’erano gli spazi verdi privati, ora spuntano villoni e stabili condominiali tra discutibili cessioni volumetriche» scrive Oikos, puntando il dito su «cessioni tra lotti distanti e con diverse destinazioni urbanistiche, SCIA in alternativa a permessi a costruire e volumi che sembrano elevarsi oltre le altezze massime. Lentamente e inesorabilmente – aggiungono gli iscritti – l’aggraziato ed elitario quartiere residenziale si sta trasformando in un quartiere anonimo e con poco verde, grazie agli abbattimenti degli alberi nelle aree pubbliche e private e le costruzioni moderne una attaccata all’altra».

La “città giardino”

Oltre a scagliarsi contro l’amministrazione per l’evoluzione urbanistica, Oikos sottolinea il mancato rispetto nei confronti di Enrico Bovio, ingegnere e architetto barese che ideò la “città giardino” di Colonna. Cugino del filosofo Giovanni Bovio, Enrico è un tranese d’adozione che in città visse a lungo e dove fu sepolto. Tra le sue opere tranesi ci sono il Supercinema, la scuola De Amicis, il liceo De Sanctis e la chiesa Sacro Cuore. «Spiace dover constatare che questo nostro illustre concittadino, citato in numerose riviste specializzate, sia stato dimenticato dai tranesi e finanche dalla commissione toponomastica, che nel 2009 bocciò la richiesta di toponimo. Spiace, soprattutto, assistere impotenti allo stravolgimento della città giardino, sorta a partire dal 1930, in città cemento» conclude Oikos.

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Attualità BAT News

Trani ricorda il carabiniere Luigi De Gennaro: vittima di terrorismo nel 1965

A 49 anni dalla morte, il comando provinciale dei carabinieri della provincia di Barletta-Andria-Trani ricorda Luigi De Gennaro, vittima di terrorismo, a cui il 21 aprile del 2010 fu concessa l’alta onorificenza della Medaglia d’Oro di Vittima del terrorismo dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

De Gennaro morì ad appena 24 anni. Nato a Trani il 29 agosto 1941, si arruolò nell’Arma appena ventenne. Dopo le prime esperienze nei reparti mobili di Palermo e Laives, in provincia di Bolzano, venne destinato nel 1965 alla stazione dei carabinieri di Sesto Pusteria, comune di 1.650 abitanti in Trentino Alto Adige.

Gli anni 1965-1966 sono drammatici: si registra la fase più accesa del terrorismo altoatesino che provoca molti morti tra cui diversi carabinieri.

La sera del 26 agosto 1965 la pattuglia composta dai carabinieri Palmerio Ariu e Luigi De Gennaro è appena rientrata in caserma ma, all’ora di cena, i terroristi aprono il fuoco con un mitra colpendo prima Ariu e poi De Gennaro. Il carabiniere tranese fu colpito da oltre 30 colpi di mitra e morì poco dopo durante il tragitto in ospedale.

Nella motivazione della Medaglia d’Oro a De Gennaro si legge: «Per gli alti valori morali espressi nell’attività prestata presso l’Amministrazione di appartenenza nell’evento occorso in Sesto Pusteria il 26 agosto 1965 quando venne ucciso da alcuni terroristi che esplosero alcuni colpi di mitra contro la caserma dove si trovava».

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Nella Bat un incidente ogni 48 ore: «Subito interventi per la sicurezza stradale»

Un incidente ogni due giorni. Le strade della provincia di Barletta-Andria-Trani sono sempre meno sicure. Il bilancio di fine estate potrebbe delineare una situazione peggiore rispetto a quella dello scorso anno. Lanciano l’allarme le associazioni locali che si occupano di sicurezza stradale. Negli ultimi mesi si sarebbe verificato un aumento del 15% di casi. Eccesso di velocità e distrazione al volante dovuta all’uso del cellulare sono le cause principali. A queste si aggiungono la guida in stato di ebbrezza e l’inosservanza delle norme di sicurezza, come il mancato utilizzo delle cinture. Un altro fattore determinante, tuttavia, è rappresentato da alcune infrastrutture stradali, in particolare nelle aree periferiche e rurali della provincia, dove la manutenzione è carente. L’arteria considerata più pericolosa fra tutte è la SS16. Su questa strada si verificano più incidenti, anche mortali, che spesso restano senza un colpevole. I sistemi di videosorveglianza, infatti, non sempre funzionano regolarmente. E così, molti casi, soprattutto quelli con fuga del conducente, rimangono irrisolti, con i responsabili che non vengono identificati né puniti.

Il record

Il maggior numero di incidenti mortali nella Bat è stato registrato sulle strade extraurbane, raggiungendo quota 71%, seguite dai centri abitati, soprattutto in corrispondenza di incroci e sui rettilinei. La conferma arriva dall’ultimo rapporto annuale sull’incidentalità stradale, elaborato dal Centro di monitoraggio della sicurezza stradale dell’Asset, sulla base dei dati Istat, che, in riferimento al 2023, evidenzia un trend che non accenna a diminuire.

I giovani

Tra gli elementi che emergono c’è anche il comportamento dei giovani al volante. Dal report si nota che una percentuale significativa degli incidenti, circa il 35%, coinvolge conducenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni. E se da una parte le amministrazioni locali e le forze dell’ordine stanno cercando di rispondere all’emergenza intensificando i controlli soprattutto nelle ore notturne e nei fine settimana, dall’altra, le associazioni della Bat ritengono che queste misure non siano sufficienti. «Servono interventi più incisivi – dice Mariangela Delvecchio, referente di un comitato locale che si occupa di fornire supporto alle vittime di incidenti e ai loro familiari – la situazione ormai è fuori controllo nel nostro territorio. Non possiamo permettere che altre vite siano messe in pericolo. La sicurezza stradale deve rappresentare una priorità assoluta per tutti».

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BAT Cultura e Spettacoli

Torna a Bisceglie “en blanc”: è già sold out la grande tavolata sociale sul waterfront

Parola in codice: bianco. Una sera di fine estate, il mare, l’atmosfera di festa e convivialità, tra musica e divertimento, senza dimenticare la solidarietà. Il dress code – rigorosamente bianco – aggiunge un tocco di raffinatezza. È questa la ricetta semplice ma ormai consolidata di “Bisceglie En Blanc”, con appuntamento fissato sul waterfront di Bisceglie, in via Nazario Sauro, per martedì alle 20.30.

Il lungomare biscegliese diventerà ancora una volta il ristorante cielo aperto per una cena tutta in bianco, dagli abiti alle tavolate, confermandosi uno degli appuntamenti più attesi e magici dell’estate.

Parola al sindaco

«Siamo lieti che ancora una volta Bisceglie – dichiara il sindaco Angelantonio Angarano – sia la cornice prescelta per questo evento che celebra la gioia dello stare insieme. Anche per questa nuova edizione, tra gli appuntamenti conclusivi del nostro cartellone estivo, non mancherà la nostra presenza. Con grande entusiasmo abbiamo sostenuto questa iniziativa che rappresenta una bella opportunità anche per il turismo, amplificando il fascino speciale del nostro lungomare».

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Le iscrizioni a Bisceglie En Blanc sono terminate nei giorni scorsi: l’evento è già sold out con oltre 1000 partecipanti, a dimostrazione dell’entusiasmo per un’iniziativa molto amata. Del resto il format della cena in bianco è diventato ormai una tradizione conosciuta in tutto il mondo: dall’originale Dîner en blanc nato a Parigi nel 1988.
Grande attenzione sarà prestata alla sostenibilità: niente plastica, niente carta, nessun prodotto usa e getta. I commensali scelgono e portano con sé tutto il necessario per allestire le tavolate: bicchieri di vetro, posate, stoviglie, tessuti e addobbi ad hoc. Anche il cibo viene portato da casa, preparato e condiviso in tavola, oppure i partecipanti possono aderire alle varie opzioni di menù preposte dal servizio catering.

La musica

Per l’edizione 2024 della grande cena, l’ospite musicale sarà Matteo Borghi che insieme alla sua band. La selezione musicale che accompagnerà la serata sarà invece a cura dei dj Ferpier e Ignazio Ricchiuti. A Tommaso Amato il compito di presentare l’evento e guidare i partecipanti nel ricco palinsesto di intrattenimento, fino all’ultimo brindisi sotto le stelle.

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