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Attualità News Puglia Sviluppo e Lavoro

Crisi idrica, Mercuri: «Qualcuno vuole far morire l’agricoltura pugliese. Sud abbandonato da Roma» – L’INTERVISTA

Il presidente di Confcooperative Puglia, nonché vicepresidente nazionale, Giorgio Mercuri, non le manda a dire sulla questione idrica che ha coinvolto uno dei più grandi bacini d’Europa. Parliamo della chiusura della diga di Occhito lo scorso 13 agosto con la conseguente interruzione della fornitura di acqua al consorzio di bonifica.

«Ci sono notizie che nelle torride settimane di agosto trovano spazio sui giornali solo per un giorno: titoli veloci, che scorrono sui siti web in mezzo a mille altri clic, e l’indomani già non ne parla più nessuno. È la sorte che è capitata a un fatto di cronaca avvenuto nella nostra regione, assolutamente sottovalutato dai media, dall’opinione pubblica e dalla politica regionale e nazionale». Spara a zero Mercuri sulla crisi idrica di Capitanata.

Presidente, lei fa riferimento al tema agricolo.

«Certo! Un fatto che, è bene sottolinearlo, ha delle ricadute pesantissime per l’economia del nostro territorio, che vive prevalentemente di agricoltura e ha primati di tutto rispetto nelle produzioni orticole, cerealicole, sugli ulivi, sugli asparagi e così via».

Fa riferimento ad altre crisi?

«Quando lo scorso anno è mancata l’acqua al Nord, con conseguenze importanti per l’agricoltura e la zootecnia della pianura padana, il Governo è prontamente intervenuto per trovare soluzioni, mentre per il Sud che agonizza a causa della siccità non sembra esserci un’azione finalizzata a consentire di mantenere viva la produzione agricola».

Due pesi due misure?

«Viene da chiederci se non fosse davvero stata una gaffe quella scappata al ministro Lollobrigida quando, in Parlamento, se ne uscì tempo fa dicendo che “quest’anno per fortuna la siccità ha colpito la Sicilia”: già, perché se si fosse verificata nuovamente al Nord l’emergenza idrica, ebbene allora sì che il ministro e il Governo avrebbero avuto il loro bel daffare in queste settimane estive, con un susseguirsi di riunioni e sopralluoghi e incontri con i tecnici per individuare soluzioni».

Cosa, dunque, non è accaduto per il nostro territorio?

«La diga di Occhito ha chiuso da meno di due settimane, la situazione in Capitanata e in Puglia è davvero grave e sembra non importi a nessuno. La raccolta del pomodoro ancora non è terminata, per l’uva si aspettano riduzioni delle rese, per l’olio si prevedono cali significativi. Non solo: tutte le colture autunnali e invernali rischiano di non poter essere raccolte per il semplice motivo che tra luglio e agosto si è potuto piantare solo una minima parte di finocchi, cavolfiori, broccoli, non avendo acqua per irrigare. Raccolti decimati, quindi, e produzioni invernali compromesse».

Ma le ricadute negative sono anche sul lavoro?

«Chiaro: anche a livello occupazionale, la situazione è preoccupante, dal momento che i lavoratori rischiano di non raggiungere nemmeno il numero di giornate utili per maturare il sussidio di disoccupazione. E mentre le condotte d’acqua restano vuote, lasciando senz’acqua 102mila ettari solo nella provincia di Foggia, i progetti delle infrastrutture che andrebbero realizzate per risolvere un’emergenza idrica diventata ormai ciclica, giacciono indisturbati nei cassetti».

E la politica cosa fa?

«Una situazione pesantissima di cui l’amministrazione regionale e gli stessi parlamentari pugliesi sembrano non essere preoccupati. Qualcuno anzi si è detto persino soddisfatto per il recente annuncio di un nuovo stanziamento di fondi per la realizzazione di parchi agrisolari. Viene quasi da sospettare che si voglia accarezzare l’idea che il futuro verso cui il nostro territorio debba andare incontro sia proprio l’abbandono dell’agricoltura. Per scegliere di dedicarsi invece alla produzione di energia attraverso parchi agrisolari, perché è lì che sono state messe risorse, a tutto vantaggio delle aziende multinazionali che verranno a intensificare i loro affari nelle nostre terre».

E le associazioni di categoria?

«Anche i sindacati agricoli sembrano assistere in silenzio al rischio di questo pericoloso avvicendamento, che vede un territorio dalla grande vocazione agricola scegliere del tutto consapevolmente di andare verso un progressivo diminuzione di ettari coltivati, di quantitativi raccolti e di personale impiegato. Già il prossimo autunno saranno tanti i magazzini e i siti produttivi che rischiano di stare fermi perché mancherà il prodotto. Potrebbe essere allora troppo tardi per far scattare l’allarme».

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News Potenza Sviluppo e Lavoro

Venosa, centralinista disabile licenziato dall’Istituto dei Padri Trinitari: è polemica

«Una brutta storia che ha davvero dell’incredibile», con queste parole la Cgil Basilicata denuncia a gran voce il licenziamento di Pietro Griesi, licenziato per “inidoneità permanente alla mansione” da parte dell’Istituto Padri Trinitari di Venosa.

La storia

Il 61enne, con una disabilità motoria, sin dalla data di assunzione risalente a 12 anni fa, ha sempre svolto le mansioni di centralinista al Centro di riabilitazione e di formazione professionale per persone con disabilità della cittadina oraziana. Dopo una malattia superiore a 60 giorni, nel mese di dicembre 2023, il lavoratore viene inviato dal medico competente per certificare il rientro al lavoro e, nonostante la sua condizione fisica non sia mutata rispetto alle precedenti visite che ne avevano certificato l’idoneità sin dalla data di assunzione, viene dichiarato temporaneamente non idoneo alla mansione per un periodo di tre mesi. A marzo 2024 torna a visita e si vede certificare la permanente inidoneità alla mansione.

Le attuali mansioni del centralista prevederebbero, infatti, oltre allo smistamento chiamate, all’accoglienza visitatori, al controllo presenze con i monitor di videosorveglianza e degli accessi, anche la “possibilità che debba intervenire per bloccare eventuali ospiti/pazienti che manifestassero l’intenzione di uscire dalla struttura non accompagnati.

La denuncia

La mansione di centralinista al centro Padri Trinitari è effettivamente incompatibile con i problemi di deambulazione di Griesi se si deve rispettare quanto riportato nel mansionario dell’Istituto. «Mansionario che, presumibilmente, è stato oggetto di una recente modifica, se ad oggi non sono mai stati rilevati problemi. Oltre che l’attuale articolazione della mansione del centralinista ci pare davvero poco rispondente ai compiti normalmente assegnati alla categoria – commenta Cgil Basilicata – ci pare anzitutto inidonea alla sua stessa preparazione specifica, in quanto la gestione di un paziente in “ipotetica crisi” deve essere fatta da personale adeguatamente addestrato».

Nella lettera di licenziamento, a firma del rettore Vito Campanale, è stato spiegato al lavoratore che, essendo le funzioni di centralinista da lui disbrigate il livello più elementare presente nell’organigramma, non sono ipotizzabili ulteriori attività scevre da rischi e pertanto il rettore ha fatto recapitare il licenziamento per sopravvenuta inidoneità. «La vicenda del centralinista rappresenta la punta di un iceberg, più o meno sommerso, di una sorta di sistema ormai radicato nell’Istituto, che rischia di rendere fortemente vulnerabili e spaventati i lavoratori, in quanto continuano a susseguirsi ad un ritmo impressionante contestazioni disciplinari, con conseguenti provvedimenti sanzionatori, licenziamenti, ma anche dimissioni volontarie. Nel numero di diverse decine, sproporzionato rispetto alle unità lavorative», conclude la sigla.

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Ambiente e Sostenibilità Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, Urso: «Valutiamo anche lo stop». Turco: «E i fondi per la decarbonizzazione?»

«La sentenza della Corte Ue per l’ex Ilva si basa su dati superati», dice così il ministro Adolfo Urso in una intervista a Sussidiario.it anticipando il suo discorso al meeting Cl di Rimini e scoppia la bomba. Il rappresentante del governo non ha dubbi e ricorda che sì il governo è pronto ad affrontare l’eventuale chiusura, ma ricorda pure, tranquillo, le decisioni prese: «Sei mesi fa siamo riusciti a prendere il controllo dell’azienda. Abbiamo attivato tutte le procedure per la messa in sicurezza dello stabilimento e la ripresa produttiva e attivato già le procedure per l’assegnazione a nuovi player produttivi», afferma sicuro. Come dire tutto è fatto, dopo la pubblicazione del bando per poter andare avanti e continuare con la produzione. Tutto qua?

La polemica

A questo punto scoppia la polemica. Al senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco l’affermazione del ministro non piace e si chiede perché «sprecare denaro pubblico con i prestiti concessi per oltre mezzo miliardo di euro destinandoli al rifacimento di altiforni nefasti a carbone e alla trasformazione di Afo 2 a inceneritore dove bruciare tonnellate di plastiche?». Per il parlamentare il ministro non fa altro che sponsorizzare un bando di vendita che, al suo interno, non prevede alcuna riconversione industriale, ma solo la continuità dell’attività della fabbrica. E quel bando a suo dire va annullato.

«Chi decarbonizza?»

«La decarbonizzazione di cui parla il ministro non esiste perche’ non finanziata e non programmata. – attacca Turco – Non si comprende chi dovrebbe realizzarla, né tantomeno come, quando e con quali soldi». E ancora il senatore aggiunge: «La verità è che si continuerà a produrre a carbone così come previsto nella nuova richiesta di Autorizzazione integrata ambientale, scaduta a febbraio 2023 e non ancora approvata», continua l’esponente del M5s.

Da qui la richiesta alla Commissione Europea di approfondire dove saranno «destinati gli ingenti prestiti che il governo ha concesso all’Ex Ilva, se sono compatibili con il Next generation EU, se violano la norma sugli aiuti di Stato e se saranno trasferiti sui futuri acquirenti», dice Turco. E in una stoccata finale, difficile da ignorare aggiunge: «Non vorremmo trovarci al termine di questo lungo processo così oneroso per le casse pubbliche con un pugno di mosche in mano e le tante promesse del ministro Urso evaporate al sole d’autunno». La posizione del M5S è chiara, il bando va annullato, prima di ogni altra cosa vanno cercate e annullate le fonti inquinanti e va avviata una riconversione economica.

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News Puglia Sviluppo e Lavoro

Energie rinnovabili, la Puglia al Meeting di Rimini: «Primi per produzione da eolico e fotovoltaico»

Prima regione in Italia per produzione di energia eolica e da fotovoltaico, la Puglia ha presentato i suoi progetti sulle rinnovabili nel corso dell’incontro sul tema “La sicurezza energetica nel Mediterraneo” al Meeting per l’amicizia di Rimini.

In termini di produzione elettrica totale, la Puglia nel 2022 registra un dato di 34.398 GWh, di cui 15,6% da fonte eolica, 12,2% da fonte fotovoltaica, 72,2% da termoelettrico (incluse le energie da biomassa). In termini di capacità installata, la Puglia, con 6.4 GW, è la seconda regione in Italia per Fer elettriche dopo la Lombardia, la prima regione nell’eolico (3,1 GW) e la seconda nel fotovoltaico (3,3 GW). E resta leader in Italia in termini di producibilità complessiva dalle Fer elettriche (eolico e fotovoltaico).

La Puglia è stata così capace di ridurre la sua produzione elettrica da fonti fossili e i suoi consumi energetici: i consumi finali lordi di energia elettrica si sono ridotti del 12% tra il 2012 e il 2019, grazie anche alla riduzione dell’intensità energetica del settore produttivo; a questo risultato hanno contribuito gli aiuti regionali su fondi europei volti all’efficientamento energetico delle imprese e degli edifici pubblici.

Inoltre negli ultimi 10 anni il territorio ha ridotto di un quarto la sua produzione di energia elettrica, grazie soprattutto alla chiusura delle storiche centrali a olio e carbone a Bari e Brindisi.

«Investire nelle energie rinnovabili ha significato sviluppare competenze e ricerca e creare posti di lavoro, trasformando la Puglia in un vero e proprio Hub energetico», ha affermato la direttora del dipartimento regionale Sviluppo economico, Gianna Elisa Berlingerio, che ha ricordato i «numerosi strumenti di sostegno promossi dalla Regione destinati alle imprese per investimenti in energia rinnovabile e autoproduzione energetica. Mentre alle famiglie – ha spiegato – è destinato il reddito energetico, premiato dall’Ue, che fa fronte a quella nuova forma di povertà che è la povertà energetica. Ottenere energia a km0, cioè produrre energia per autoconsumo da fonti rinnovabili per famiglie, imprese ed amministrazioni pubbliche, è un importante obiettivo che questa amministrazione si è posta», ha aggiunto Berlingerio.

«L’altro tema sul quale il governo regionale è concentrato è quello relativo alla filiera industriale dell’energia – ha affermato ancora -: se è vero che il Pniec pone come obiettivo minimo alla Puglia il raggiungimento di 13 GW e che la decarbonizzazione dei processi produttivi hard to abate nonché la possibile desalinizzazione dell’acqua richiedono una maggiore produzione di energia elettrica, al necessario processo di definizione delle aree idonee per gli impianti Fer deve accompagnarsi l’attrazione sul territorio di investimenti per la produzione delle macchine e dei componenti dell’industria energetica. Solo così, oltre che con le giuste compensazioni, il ruolo di Hub energetico del Mediterraneo può ribaltare i suoi vantaggi sul territorio, sulle competenze e in ultima analisi sulle persone».

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News Puglia Sviluppo e Lavoro

Centri per l’impiego: da settembre entrano in servizio 37 nuovi assunti in Puglia

Entreranno in servizio a partire dal primo settembre 33 dei 37 nuovi assunti nell’ambito del piano di potenziamento dei Centri per l’impiego (Cpi) pugliesi. Gli altri 4 cominceranno tra ottobre e dicembre. E sempre a ottobre sono previste altre 12 assunzioni.

A darne notizia è l’assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro, Sebastiano Leo.

Il nuovo personale sarà allocato nei Centri per l’impiego pugliesi che ne hanno più bisogno: in particolare a Francavilla Fontana, Grottaglie, Lucera, Manduria, Manfredonia, Ostuni, San Severo, Taranto e Vico del Gargano.

«Grazie al piano di potenziamento dei Cpi, sviluppato da Arpal sotto il coordinamento del mio Assessorato e della sezione Lavoro, abbiamo trasformato i servizi pubblici per l’impiego con oltre 1000 assunzioni negli ultimi anni, a cui seguirà entro il 2025 una nuova fase di assunzioni», afferma Leo annunciando che «saranno riaperti i termini per colmare il fabbisogno ulteriore di 200 figure».

Al piano di potenziamento, dice ancora l’assessore, «si aggiunge l’ammodernamento infrastrutturale e digitale dei centri».

Leo coglie l’occasione per evidenziare che «il ruolo dei servizi pubblici per il lavoro è già cambiato: da semplici uffici come erano quelli per il collocamento, oggi sono centri con professionisti dotati di particolari competenze, in grado di gestire la presa in carico del cittadino, di offrire un bilancio delle competenze e un servizio di orientamento calibrato sulle necessità della singola persona. Oggi – prosegue – i nostri centri per l’impiego sono protagonisti delle misure di politica attiva che la Regione Puglia è in grado di proporre: si pensi a Gol, si pensi a Garanzia giovani e a tutte le nostre misure che, senza la collaborazione dei centri per l’impiego, sarebbero di difficile attuazione».

Per il presidente del consiglio di amministrazione di Arpal Puglia, Beniamino Di Cagno, «potenziare il nostro qualificato staff è uno dei risultati di cui non possiamo che andare orgogliosi».

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Brindisi News Sviluppo e Lavoro

Brindisi, Sanitaservice: «Ben 60 nuove assunzioni in un momento difficile per l’occupazione»

Una boccata d’ossigeno per il mercato del lavoro brindisino. Sanitaservice Asl Brindisi ha infatti pubblicato la graduatoria provvisoria per l’assunzione a tempo indeterminato e part-time (18 ore settimanali) di 60 nuove unità: 43 ausiliari e 17 impiegati.

«In un momento così difficile per l’occupazione – ha dichiarato Francesco Zingarello Pasanisi, amministratore unico di Sanitaservice – riuscire ad offrire un posto di lavoro a 60 persone è un risultato importante. Questo è stato possibile grazie allo sblocco delle assunzioni deliberato dalla Giunta regionale lo scorso aprile».

Ma le novità non finiscono qui. La delibera ha permesso anche di migliorare le condizioni contrattuali di oltre 370 dipendenti, tra cui 70 ausiliari che sono passati da 18 a 24 ore settimanali e 300 autisti-soccorritori del 118 che ora lavorano 32 ore a settimana.

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Bari News Salute Sviluppo e Lavoro

Carenza di personale al Policlinico di Bari: «Presto nuovi infermieri e oss»

«Non c’è nessun rischio per la sicurezza dei pazienti e presto arriveranno i nuovi infermieri e oss previsti dal piano di assunzioni approvato dalla regione». È quanto assicurano dal Policlinico di Bari a seguito dell’incontro che si è svolto ieri tra i sindacati, la direzione strategica dell’ospedale e il prefetto del capoluogo pugliese Francesco Russo.

Dall’azienda ospedaliero-universitaria fanno sapere che ieri mattina, durante l’incontro convocato proprio su richiesta dei sindacati, sono stati ribaditi «gli impegni già presi anche ai tavoli sindacali».

Nel dettaglio, si legge in una nota del Policlinico, «sono già stati assunti 18 oss e ne arriveranno altri 17, mentre sono 20 gli infermieri con i quali sarà completato il piano assunzionale autorizzato per il 2024. Ci sarà inoltre una rapida sostituzione del personale con lunghe assenze e la direzione si è impegnata a realizzare interventi per migliorare il benessere organizzativo e l’attività assistenziale del personale», concludono dal Policlinico.

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Bari News Salute Sviluppo e Lavoro

Carenza di personale al Policlinico di Bari: i sindacati incontrano il prefetto

«Le carenze di risorse umane impattano negativamente sull’applicazione dei protocolli assistenziali e in generale sull’organizzazione del lavoro». È quanto hanno ribadito oggi i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Fials e Nursind in un incontro con il prefetto di Bari Francesco Russo e con la direzione strategica del Policlinico per fare il punto sulle criticità legate alla mancanza di personale nell’ospedale del capoluogo pugliese e al pediatrico “Giovanni XXIII”.

I sindacati, è spiegato in una nota, hanno «ampiamente evidenziato i problemi causati dall’esiguità delle risorse umane, ovvero, i rischi per i pazienti e i riflessi sul personale».

Per le sigle sindacali «garantire all’utenza accettabili standard quali-quantitativi di assistenza diventa molto difficile, e il recupero psicofisico del personale è precluso dall’eccessivo carico di lavoro». Inoltre, «la carenza di Oss condiziona negativamente le attività professionali degli infermieri, i quali sono costretti a svolgere mansioni non contemplate dal profilo professionale», sostengono.

Al termine dell’incontro, il prefetto di Bari ha assunto l’impegno di «compiere ulteriori approfondimenti e di sensibilizzare anche con altri soggetti istituzionali». Sempre stando a quanto riferiscono i sindacati «la discussione resta comunque aperta per garantire diritti e sicurezza a lavoratori e pazienti».

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Bari News Sviluppo e Lavoro

Confcommercio Bari-Bat, D’Ingeo: «I saldi sono un flop. Per aiutare il commercio si punti sulle periferie»

«Dobbiamo aiutare Bari. La città se lo merita». Nutre speranze positive per il futuro del capoluogo Vito D’Ingeo, presidente Confcommercio Bari-Bat, che a pochi giorni dalla nomina della nuova Giunta comunale si dice pronto ad avere con il sindaco Vito Leccese un incontro per mettere a fuoco i temi del protocollo d’intesa di cui si è già discusso durante la campagna elettorale.

Il futuro del settore

«Dobbiamo far sì che Bari abbia finalmente un futuro più eco-sostenibile» afferma D’Ingeo, ribadendo l’impegno iniziato con il progetto “Cities” per contrastare la desertificazione commerciale e supportare la rigenerazione urbana. L’obiettivo è poter contare su un turismo intenso, come già sta accadendo, riuscendo però a renderlo programmato e organizzato. «Ho apprezzato la squadra di assessori formata dal sindaco – ha aggiunto – e penso faremo un buon lavoro». Per sostenere un settore che è una colonna portante dell’economia del capoluogo pugliese, ma che attualmente sta vivendo un momento delicato, la speranza, per D’Ingeo, è trovare una continuità con la nuova amministrazione e raddrizzare il tiro, partendo dai problemi legati ai mercati cittadini, alla viabilità e alla movida.

La rinascita delle periferie

All’ordine del giorno ormai ci sono le periferie, troppo spesso dimenticate. «Bari non è solo il Murattiano – ha sottolineato D’Ingeo – Va messo in moto un meccanismo che faccia vivere tutta la città e dia al consumatore, anche della provincia, la possibilità di goderne a pieno». Questo andrebbe fatto anche attraverso l’organizzazione di più eventi decentrati. L’importante è trovare un «giusto punto d’incontro sulle richieste di Bari»: dai parcheggi alla viabilità sostenibile, «è necessario organizzare una città che viva in maniera intelligente e dia lustro al Sud».

Il flop dei saldi

In relazione all’economia del capoluogo pugliese, però, c’è un altro aspetto negativo che continua ad affossare i commercianti: i saldi. Iniziati lo scorso luglio, stanno registrando un bilancio particolarmente sconfortante. «Il Murattiano deve diventare un grande centro commerciale all’aperto – ha azzardato il presidente – organizzato affinché possa essere raggiunto in maniera più smart e che sia dotato di più servizi, come ludoteche che accolgano i bambini mentre i genitori fanno acquisti, la chiusura al traffico di alcune vie e la rinascita di via Manzoni». Sarebbero già in programma degli incontri con i responsabili dei diversi settori per discutere sui prossimi passi per risollevare la città.

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Bari News Sviluppo e Lavoro

«La nuova Giunta pensi al commercio. La situazione a Bari ormai è insostenibile». Le associazioni sollecitano interventi risolutivi

Bari ha finalmente la sua Giunta. Il sindaco Vito Leccese ha nominato venerdì gli assessori comunali che lo accompagneranno nel governo della città per i prossimi cinque anni. Ora non resta che aspettare per capire quali saranno le prime mosse della nuova squadra di governo cittadina. Uno dei settori più importanti per Bari è sicuramente quello del Commercio, ora più che mai messo alle strette. Ma cosa si aspettano i rappresentanti di categoria dalla nuova Giunta?

Le parole di Confesercenti

Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari, si è detta felice di poter proseguire il dialogo costruito nel quinquennio precedente e pronta a creare un tavolo di lavoro per continuare ad agire sul solco delle iniziative già intraprese a sostegno del commercio. «È importante comprendere – ha spiegato – come usufruire del turismo, nuova forza per Bari, e usarlo come traino anche per le attività commerciali, rendendolo un’occasione per la città anziché un qualcosa di negativo per residenti e attività». L’importante ora, per Confesercenti, è trovare una sinergia comune per intervenire sui problemi legati a sicurezza, movida, decoro urbano e pulizia del capoluogo. «Relativamente ai rifiuti e al decoro urbano – ha aggiunto – già prima delle vacanze abbiamo avviato un tavolo di concertazione con l’amministrazione, per cui siamo già al lavoro».

Un settore in crisi

«La situazione è diventata insostenibile». A puntare i riflettori sulle difficoltà con cui i commercianti devono quotidianamente fare i conti è Mimmo Tarantini, presidente dell’associazione “La Formica”, che ha affermato di essere già stato contattato da Pietro Petruzzelli, neo assessore allo Sviluppo locale, e da Vito Leccese, con i quali ha fissato un incontro i primi giorni di settembre per definire un piano strategico per il commercio. «Bari è fondata sul commercio – ha sottolineato – In passato degli errori sono stati fatti, ora voltiamo pagina e ricominciamo». Vista la gravità della situazione, per Tarantini è imprescindibile scendere in campo con azioni che riguardino la città a 360 gradi, sopratutto le periferie. «Oggi siamo arrivati alla canna del gas. Non ci accontentiamo più delle promesse, i commercianti sono esausti. Dobbiamo tutti voler bene alla città». L’ambito su cui è necessario intervenire con più urgenza, ha spiegato Tarantini, è quello delle tasse, che «vanno abbassate sin da subito». Un altro punto importante sarebbe l’organizzazione di eventi che permettano alle periferie di risorgere. «La prima cosa che chiederò – ha aggiunto – è quella di organizzare un grande Natale, ma non solo in centro. Gli eventi che coinvolgono il food, ad esempio, attirano tanta gente. Abbiamo bisogno di coinvolgere tutti».

Le congratulazioni

Dalla presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie, sono arrivate le prime congratulazioni per la formazione della nuova squadra: «Le città sono organismi viventi, al pari dei cittadini che le abitano – ha affermato – Ciascuna delle nuove deleghe risponde alle mutate caratterizzazioni di ciascun ambito di competenza, che si arricchiscono di significati e contenuti espressi in termini di esigenze, della città e dei cittadini». La presidente ha poi specificato che la Camera di commercio è pronta a collaborare «in modo propositivo» con il Comune e con la Città metropolitana per promuovere uno sviluppo trasversale e sostenibile.
«La città di Bari si appresta ad affrontare un percorso che la vedrà sempre più proiettata ad essere un punto di riferimento in Italia – ha commentato il presidente della Fiera del Levante, Gaetano Frulli – con obiettivi sempre più ambiziosi e strategici. Siamo fortemente convinti che il sindaco Vito Leccese, con la nuova giunta, saprà affrontare al meglio il tutto, con la giusta visione e le adeguate competenze».

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