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Ambiente e Sostenibilità Brindisi In Primo Piano News

Nell’argento l’antidoto alla Xylella: al via la sperimentazione nel brindisino

Per divorare la Xylella può servire l’argento. È l’ultima scoperta scientifica e ancora sperimentale che sta facendo l’unione Coltivatori Italiani nel brindisino.

Milioni di alberi di ulivi “divorati” dalla xylella, sono lì ancora con le radici dentro la terra del Salento. Non ci sono neanche i fondi per estirparli. Oggi per evitare che il batterio si diffonda c’è una speranza: un battericida, così in Puglia la collaborazione tra il mondo accademico e quello istituzionale ha reso possibile l’avvio della sperimentazione nella zona del Brindisino, dove verrà testato un nanomateriale battericida e funghicida a base d’argento: l’Argirium SUNc che agisce sulla Xylella ed altri batteri patogeni del pomodoro e del tabacco.

La scoperta

A dare notizia della scoperta qualche giorno fa è stata la pubblicazione di un articolo sulla rivista Applied Microbiology and Biotechnology, a firmarlo alcuni ricercatori italiani (Università di Chieti, Perugia e Crea- Consiglio Ricerca in Agricoltura).
I primi alberi ad avere il portentoso (si spera) antidoto contro il batterio sono gli ulivi delle campagne tra Carovigno e Ostuni, provincia di Brindisi. Il lavoro è condotto dalla Società Agrin, sotto la guida del ministero dell’Agricoltura e del direttore scientifico Stefano Convertini, in collaborazione con l’Università di Bari.

Le varie fasi

Al momento il fungicida è stato sperimentato in vitro e funziona appunto anche sui vegetali (da tempo l’argento è usato come battericida), ma bisogna capire adesso sul campo che cosa accade, sia per l’afflusso del nanomateriale fino alla chioma dell’albero, sia per comprendere come modulare il dosaggio, la tempistica, i tempi di efficacia quelli per il monitoraggio. Ma pare insomma che ci siamo. E per gli agricoltori questo significa tirare un sospiro di sollievo.

Si parte da 15

Intanto per adesso si partirà con una quindicina di ulivi, per eliminare alcune variabili relative alla modalità applicativa, ci si concentrerà su esemplari di circa 40 anni, in questa prima fase, dopo con le piante secolari.

Al momento i trattamenti su piante adulte sono stati svolti in maniera endoterapica (o idroponica per assorbimento radicale), cioè iniettando nello xilema della pianta al massimo 1 litro di prodotto, per creare un suo biofilm.

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Attualità News Puglia Sviluppo e Lavoro

Crisi idrica, Mercuri: «Qualcuno vuole far morire l’agricoltura pugliese. Sud abbandonato da Roma» – L’INTERVISTA

Il presidente di Confcooperative Puglia, nonché vicepresidente nazionale, Giorgio Mercuri, non le manda a dire sulla questione idrica che ha coinvolto uno dei più grandi bacini d’Europa. Parliamo della chiusura della diga di Occhito lo scorso 13 agosto con la conseguente interruzione della fornitura di acqua al consorzio di bonifica.

«Ci sono notizie che nelle torride settimane di agosto trovano spazio sui giornali solo per un giorno: titoli veloci, che scorrono sui siti web in mezzo a mille altri clic, e l’indomani già non ne parla più nessuno. È la sorte che è capitata a un fatto di cronaca avvenuto nella nostra regione, assolutamente sottovalutato dai media, dall’opinione pubblica e dalla politica regionale e nazionale». Spara a zero Mercuri sulla crisi idrica di Capitanata.

Presidente, lei fa riferimento al tema agricolo.

«Certo! Un fatto che, è bene sottolinearlo, ha delle ricadute pesantissime per l’economia del nostro territorio, che vive prevalentemente di agricoltura e ha primati di tutto rispetto nelle produzioni orticole, cerealicole, sugli ulivi, sugli asparagi e così via».

Fa riferimento ad altre crisi?

«Quando lo scorso anno è mancata l’acqua al Nord, con conseguenze importanti per l’agricoltura e la zootecnia della pianura padana, il Governo è prontamente intervenuto per trovare soluzioni, mentre per il Sud che agonizza a causa della siccità non sembra esserci un’azione finalizzata a consentire di mantenere viva la produzione agricola».

Due pesi due misure?

«Viene da chiederci se non fosse davvero stata una gaffe quella scappata al ministro Lollobrigida quando, in Parlamento, se ne uscì tempo fa dicendo che “quest’anno per fortuna la siccità ha colpito la Sicilia”: già, perché se si fosse verificata nuovamente al Nord l’emergenza idrica, ebbene allora sì che il ministro e il Governo avrebbero avuto il loro bel daffare in queste settimane estive, con un susseguirsi di riunioni e sopralluoghi e incontri con i tecnici per individuare soluzioni».

Cosa, dunque, non è accaduto per il nostro territorio?

«La diga di Occhito ha chiuso da meno di due settimane, la situazione in Capitanata e in Puglia è davvero grave e sembra non importi a nessuno. La raccolta del pomodoro ancora non è terminata, per l’uva si aspettano riduzioni delle rese, per l’olio si prevedono cali significativi. Non solo: tutte le colture autunnali e invernali rischiano di non poter essere raccolte per il semplice motivo che tra luglio e agosto si è potuto piantare solo una minima parte di finocchi, cavolfiori, broccoli, non avendo acqua per irrigare. Raccolti decimati, quindi, e produzioni invernali compromesse».

Ma le ricadute negative sono anche sul lavoro?

«Chiaro: anche a livello occupazionale, la situazione è preoccupante, dal momento che i lavoratori rischiano di non raggiungere nemmeno il numero di giornate utili per maturare il sussidio di disoccupazione. E mentre le condotte d’acqua restano vuote, lasciando senz’acqua 102mila ettari solo nella provincia di Foggia, i progetti delle infrastrutture che andrebbero realizzate per risolvere un’emergenza idrica diventata ormai ciclica, giacciono indisturbati nei cassetti».

E la politica cosa fa?

«Una situazione pesantissima di cui l’amministrazione regionale e gli stessi parlamentari pugliesi sembrano non essere preoccupati. Qualcuno anzi si è detto persino soddisfatto per il recente annuncio di un nuovo stanziamento di fondi per la realizzazione di parchi agrisolari. Viene quasi da sospettare che si voglia accarezzare l’idea che il futuro verso cui il nostro territorio debba andare incontro sia proprio l’abbandono dell’agricoltura. Per scegliere di dedicarsi invece alla produzione di energia attraverso parchi agrisolari, perché è lì che sono state messe risorse, a tutto vantaggio delle aziende multinazionali che verranno a intensificare i loro affari nelle nostre terre».

E le associazioni di categoria?

«Anche i sindacati agricoli sembrano assistere in silenzio al rischio di questo pericoloso avvicendamento, che vede un territorio dalla grande vocazione agricola scegliere del tutto consapevolmente di andare verso un progressivo diminuzione di ettari coltivati, di quantitativi raccolti e di personale impiegato. Già il prossimo autunno saranno tanti i magazzini e i siti produttivi che rischiano di stare fermi perché mancherà il prodotto. Potrebbe essere allora troppo tardi per far scattare l’allarme».

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Attualità News Puglia

Campagne pugliesi sotto attacco, agricoltori e aziende in difficoltà: ecco la mappa dei fenomeni criminosi

«Ennesimo furto di 40 quintali di uva quando la vendemmia nel foggiano è ormai alle porte. Con la criminalità anche spicciola che rende difficile la quotidianità degli imprenditori in campagna e i raid che sono un fenomeno ormai senza soluzione di continuità, da anni gli agricoltori sono costretti a vigilare di notte: ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno». La denuncia è di Coldiretti Puglia, alla notizia del furto di un quantitativo ingente di uva a San Severo in provincia di Foggia, dove nei giorni scorsi sono stati selvaggiamente tagliati i tiranti di un tendone di uva ai danni di un altro giovane agricoltore.

«Ormai nelle campagne pugliesi le attività criminose sono legate alla “stagionalità” delle produzioni, con squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le ciliegie a maggio, l’uva da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi – afferma Coldiretti Puglia – perché molto apprezzati dai mercati. Infine sradicano e portano via gli olivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne».

«Si moltiplicano i furti di ferro, acciaio, rame, cavi elettrici e telefonici in campagna – aggiunge Coldiretti Puglia – con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni agricole che hanno bisogno di acqua».

«Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati – segnala Coldiretti Puglia – lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, furti di prodotti in campo e delle piantine resistenti a Xylella appena messe a dimora, taglio di ceppi di uva da vino Primitivo, di uva da tavola e tiranti di tendoni, sabotaggi di cantine, taglio e furti di ulivi secolari, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori».

«Le campagne sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, che non si fermano – insiste Coldiretti Puglia – neppure davanti al momento di incertezza con la guerra e l’emergenza che sta arrecando gravi danni alle aziende agricole, anzi si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di mezzi, prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile».

LA MAPPA DEI FENOMENI CRIMINOSI PROVINCIA PER PROVINCIA

BARI E BAT

Non si arresta la strage di ulivi nelle campagne con piante danneggiate, atti vandalici, danni e furti di olivi secolari che hanno spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza.

Dai furti di animali a fini estorsivi fino ad arrivare all’uccisione degli stessi, la criminalità strisciante nelle campagne di Bari e BAT minaccia di aggravarsi con i furti  di tubi e idratanti, fino al saccheggio o al danneggiamento dei pozzi artesiani.

Nel periodo della raccolta delle olive, i predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.

I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di ‘manodopera’ straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.

I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all’imbocco dell’autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell’olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell’ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.

FOGGIA

I comuni maggiormente interessati da questo problema sono Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Poggio Imperiale, ma il fenomeno è diffuso su tutto il territorio provinciale, con una recrudescenza di fenomeni estorsivi con aggressioni che si stanno verificando a Manfredonia.

La tipologia di furti risulta essere di varia natura. Si passa dalla sottrazione del raccolto dalle piante in campo, dagli asparagi ai carciofi, alle aggressioni per il furto dei mezzi agricoli e/o delle attrezzature e/o del bestiame, dei raccolti già messi su cassoni, o addirittura alla sottrazione dei cavi di rame e del ferro. Molto diffusa è la razzia dei mezzi agricoli con la successiva richiesta di riscatto. Si moltiplicano i furti di rame, cavi elettrici e telefonici in campagna con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni ortofrutticole che hanno bisogno di acqua. La criminalità mette le mani anche sulle reti di distribuzione irrigua del Nord Fortore del Consorzio per la bonifica della Capitanata, dopo i furti e i danneggiamenti a pozzi artesiani ed aziende agricole che si sono moltiplicati nelle ultime settimane in tutta la Puglia.

Le campagne foggiane sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, con lo sversamento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.

TARANTO

Raid nei vigneti in provincia di Taranto dove oltre al furto delle barbatelle, ora a sparire, complice il buio della notte, i pali in acciaio degli impianti viticoli. Si registrano furto di mezzi agricoli in aumento soprattutto nell’area orientale e fenomeno di questi giorni il furto delle balle di fieno dai campi durante la notte nell’area foraggiera soprattutto nell’area zootecnica di Mottola. Per non parlare del taglio dei ceppi e dei tendoni dell’uva da tavola e da vino e dei furti di produzioni agricole di pregio che stanno interessando sia la zona orientale a Manduria, Sava, Maruggio che quella occidentale, con in testa Castellaneta, Palagiano e Ginosa.

BRINDISI

I raid nelle campagne con il furto di pali di acciaio dei vigneti sono un fenomeno che prima si registravano solo di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. Si stanno moltiplicando le segnalazioni di scarico notturno di rifiuti nei campi, compreso Eternit e copertoni, mentre gli agricoltori vengono multati e obbligati a provvedere alla rimozione con ditte specializzate.

Si segnalano furti di carciofi, ortaggi, mezzi agricoli quali trattori, scopatrice, furgoni, oltre alla recrudescenza del fenomeno dei furti di ulivi e uva. I mezzi agricoli sono rubati soprattutto durante le ore diurne, nel pieno dello svolgimento delle attività agricole e all’imbrunire si registra il maggior numero di furti di olive.

LECCE

La maggiore incidenza di furti in aree rurali in provincia di Lecce si verificano nell’hinterland della città capoluogo, in particolare nei comuni confinanti con Lecce e immediatamente vicini al confine con la provincia di Brindisi. In questi comuni si sono verificati numerosi casi di furti di pali tutori sia di vigneto che di oliveto, furti di piante di olivo appena trapiantate e di tubi di irrigazione, compreso anche alcuni attrezzi agricoli.

Altri casi si sono verificati nella zona del Capo di Leuca, con irruzioni notturne nelle aziende e furto di gasolio agricolo ed attrezzature.

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Attualità News Puglia

Dal fiume Tara l’acqua per i campi pugliesi, ma il razionamento non è scongiurato

Rinviato il razionamento di acqua per usi agricoli in Puglia. Lo ha stabilito ieri il tavolo tecnico regionale presieduto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, insieme ad Autorità di bacino, Acquedotto pugliese, consorzi di bonifica Terre d’Apulia e società statale Acque del Sud. La situazione resta molto critica, con invasi a secco e livelli di approvvigionamento ai minimi storici. Il quadro più critico si registra nella provincia Bat nei comuni di Canosa, Loconia, Minervino, ma anche in provincia di Taranto fra Castellaneta e Ginosa.

La soluzione

Ciononostante dal vertice, a cui ha preso parte anche rappresentanti della Prefettura della Bat, è spuntata una soluzione ponte in attesa delle piogge o di altre soluzioni. Per compensare la crisi idrica i soggetti presenti hanno chiuso un accordo che prevede un prelievo straordinario dal fiume Tara di circa 1,2 milioni di metri cubi d’acqua onde sopperire al fabbisogno agricolo delle coltivazioni della sesta provincia. In particolare, il Tara ha una capacità di 24 milioni di metri cubi di cui 22 per uso potabile. Da qui l’idea di utilizzare il quantitativo in surplus attingendo 1,2 milioni sui 2 milioni disponibili. L’operazione sarà gestita da Acquedotto pugliese e, per il momento, eviterà il razionamento dell’acqua nelle campagne.

Le prospettive

Tuttavia la stretta non è del tutto scongiurata e tutto dipenderà dall’evolversi della situazione nelle prossime settimane. Non a caso il tavolo tecnico è stato aggiornato a fine agosto. Il consorzio di bonifica unico, dal canto suo, ha assicurato il potenziamento dei prelievi dai pozzi artesiani con controlli straordinari contro i furti di acqua dalle condotte. Veri e propri atti di pirateria che stanno accadendo in una fase di pre-emergenza idrica.

«Siamo moderatamente soddisfatti del risultato – dichiara l’assessore Pentassuglia – ma la situazione resta molto delicata, da anni la Puglia non si trovava alle prese con una siccità così grave. Paghiamo lo scotto di opere idriche progettate e mai realizzate, il mancato completamento degli impianti per il riuso dei reflui dei depuratori, senza contare i fondi stanziati, circa 350 milioni di euro, per la costruzione di tre dissalatori che non sono mai partiti».

I fondi Fsc

Da qui la necessità di sfruttare il via libera del governo centrale ad un’anticipazione dei fondi Fsc per le infrastrutture idriche da 307 milioni di euro che serviranno ad appaltare opere urgenti per aggiustare condotte, tubazioni, impianti di sollevamento ed altre infrastrutture ammalorate che da anni richiedono manutenzione ordinaria e straordinaria. Resta da capire come mai in una regione sitibonda, da sempre non autosufficiente e costretta a chiedere acqua a Campania, Basilicata e Molise, non abbia mai avuto il buon senso di avviare un piano straordinario di interventi per il settore delle infrastrutture idriche.

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Basilicata, dall’agricoltura alla sanità la Giunta Bardi ha designato i nuovi direttori generali

Regione Basilicata, arrivano i nuovi direttori generali. La Giunta regionale ha designato le persone a capo dei vari settori, dall’agricoltura alle attività produttive e alla Sanità. I nomi, proposti dal governatore Vito Bardi, sono stati resi noti ieri. Recepite le indicazioni dei singoli assessori, la Giunta ha condiviso la nomina dopo aver esaminato le candidature in relazione alle professionalità e al rapporto fiduciario.

I nomi

Ecco di chi si tratta: Antonio Altomonte alle Infrastrutture Mobilità, Michele Busciolano all’Ambiente, Territorio ed Energia (ad interim Risorse umane e gli uffici speciali di Presidente politiche culturali, agenda digitale, sicurezza integrata e autonomia locale), Domenico Tripaldi alla Sanità, Antonio Bernardo alle Attività produttive, Alfonso Morvillo alla programmazione (prorogato al 17 ottobre) e Vittorio Restaino all’Agricoltura. Altomonte ha svolto per più di dieci anni attività di gestione di aziende private e di enti pubblici. «Ha evidenziato – si legge nel testo della motivazione che ha portato alla sua nomina – esperienza specifica, in ruoli apicali, nel settore delle dighe (EIPLI), dei lavori pubblici, della progettazione e costruzione di infrastrutture complesse, obiettivo specifico strategico delle politiche regionali». Tripaldi «ha evidenziato una lunga e concreta esperienza sia di amministratore locale che di dirigente del Ministero per l’Economia e le Finanze, ruoli che hanno definito un profilo professionale atto all’assunzione della Direzione Generale di una struttura amministrativa regionale la cui principale criticità è quella del controllo contabile di gestione della Aziende sanitarie locali».

Per Busciolano «le attività di dirigenza, di coordinamento dei Direttori Generali nonché delle complesse e molteplici funzioni connesse finora all’incarico di Capo di Gabinetto del Presidente, di Capo Ufficio Affari Legislativi e Segretario di Giunta nonché di dirigente ad interim di numerosi e importanti uffici regionali svolti fino ad oggi hanno consentito di evidenziare le qualità necessarie alla riassunzione dell’incarico di Direttore generale». Bernardo, dieci anni a capo dell’Autorità di gestione regionale ha consolidato una comprovata ed esclusiva esperienza di programmazione economica e finanziaria, con l’approfondita conoscenza dei complessi sistemi afferenti i Fondi comunitari». Restaino «ha dimostrato competenza nel corso degli incarichi finora svolti con una prolungata esperienza e conoscenza delle strutture della Regione Basilicata e del sistema legato ai fondi comunitari in qualità di Autorità di gestione del Psr Basilicata». Prorogato il contratto a Morvillo che resta alla guida della Programmazione.

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Ambiente e Sostenibilità News Puglia

Siccità, in ginocchio l’agricoltura nazionale. Coldiretti: «Riduzione del 70% del grano»

L’emergenza siccità al Sud Italia sta mettendo in ginocchio l’agricoltura nazionale. Coldiretti lancia l’allarme: i raccolti sono a rischio, con cali drammatici soprattutto per il grano, che potrebbe registrare una riduzione del 70%. Campi bruciati, foraggi esauriti e difficoltà per frutta e ortaggi stanno creando una situazione critica per il settore agricolo.

Le conseguenze sono pesanti non solo per gli agricoltori, ma anche per l’economia del Sud. La siccità ha già causato la perdita di circa 33.000 posti di lavoro nel primo trimestre del 2024, soprattutto nelle regioni meridionali. Le cause sono molteplici: oltre ai cambiamenti climatici, le infrastrutture idriche obsolete e inefficienti aggravano la situazione, con perdite d’acqua ingenti. La Puglia è una delle regioni più colpite, con rese dimezzate e aziende che rinunciano a raccogliere.

Le previsioni per il futuro sono allarmanti, la siccità potrebbe compromettere anche la vendemmia e la raccolta delle olive, con un impatto significativo sull’economia locale. Coldiretti chiede interventi urgenti: sono necessari investimenti per migliorare le infrastrutture idriche, una gestione più efficiente dell’acqua e misure di sostegno per gli agricoltori colpiti da questa grave emergenza.

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Attualità Foggia News

Siccità e caldo bruciano i pomodori nei campi: più ettari ma cala la produzione

Scatta la raccolta del pomodoro in una delle campagne più difficili di sempre, tra la siccità e il caldo record al Sud che stanno condizionando lo sviluppo delle piante e delle bacche e gli effetti del maltempo al Nord.

La situazione

A fare il primo bilancio è la Coldiretti, in occasione dell’avvio delle operazioni in provincia di Foggia. Oltre a rappresentare un pilastro della dieta Mediterranea, il pomodoro è un comparto chiave dell’agroalimentare con un fatturato nel 2023 di cinque miliardi di euro, settemila imprese agricole, 100 imprese di trasformazione e diecimila addetti, per circa 70mila ettari coltivati.

Sui territori

Dalle prime indicazioni sulla campagna emergono situazioni opposte per Puglia ed Emilia Romagna, le regioni dalle quali vengono circa i due terzi del raccolto. In Puglia all’aumento di oltre il 5 per cento delle superfici investite a pomodoro è assorbito dal leggero calo produttivo, l’Emilia Romagna invece deve fare i conti con il maltempo che, tra alluvioni e grandine, ha ostacolato e ritardato i trapianti, facendo strage di piantine.

Filiera produttiva

Intanto, per promuovere e tutelare la filiera del pomodoro da industria, garantendo il prodotto 100 per cento italiano è stato siglato un accordo tra Coldiretti, Filiera Italia e Anicav (associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), un vero patto di filiera tra produzione agricola e imprese di trasformazione. «Vogliamo promuovere un modello di filiera più equo e trasparente per questo chiediamo all’Europa un passo in avanti sull’origine in etichetta e di applicare il principio di reciprocità, combattendo lo sfruttamento ovunque, in Italia così come nei prodotti importati», ha detto il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini. Un intervento nella direzione del cosiddetto Italian sounding e un’intesa importante che, ha spiegato Marco Serafini presidente Anicav, «vuole accendere i riflettori su una filiera non sempre conosciuta e valorizzata per quello che realmente rappresenta».

Per «sostenere le denominazioni Dop e Igp già presenti, così come le future a partire dalla Puglia», sottolinea l’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.

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Ambiente e Sostenibilità News Politica Puglia

L’appello degli agricoltori pugliesi a Decaro: «Lavoriamo insieme per l’Europa del futuro»

«Lavoriamo insieme per un’Europa dell’agricoltura e dell’ambiente». È l’appello che il presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, Gennaro Sicolo, rivolge al neo presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, Antonio Decaro.

Sicolo, nel congratularsi con Decaro, ricorda che il suo ruolo avrà «una stretta attinenza con il futuro dell’agricoltura europea e, naturalmente, con l’avvenire del comparto primario pugliese».

Nella lettera inviata all’ex sindaco di Bari, Sicolo sottolinea che «come agricoltore sarà un piacere e un onore confrontarsi con te su temi di fondamentale importanza per il futuro del nostro settore, come la transizione ecologica e il completamento del percorso del green deal. Sono sicuro – scrive il presidente di Cia Puglia – che, come hai ampiamente dimostrato nel periodo trascorso alla guida dell’amministrazione del Comune di Bari, sarai guidato dalla volontà di perseguire gli obiettivi politici di carattere strategico stabiliti dai nuovi vertici dell’Unione europea per il quinquennio 2024-2029, tenendo conto dell’esigenza di coniugare il processo della transizione ecologica con la necessità di conferire stabilità, resilienza ed equità all’interno del sistema agroalimentare».

Nella sua lettera, Gennaro Sicolo ha messo in evidenza come, negli ultimi anni, le materie agricole siano oggetto di scrupolosa valutazione a livello europeo, non solo nella commissione Agricoltura, ma anche in quella dell’Ambiente la cui guida è stata affidata a Decaro.

«Pertanto – conclude Sicolo – avremo modo di lavorare insieme su importanti dossier che come Cia Agricoltori italiani e Italia Olivicola, che mi onoro di rappresentare, da sempre seguiamo con attenzione, professionalità e spirito costruttivo. Siamo disponibili a collaborare a ogni livello per il miglior esito dei lavori della Commissione».

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