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Cronaca News Taranto

Maruggio, la dottoressa aggredita ritira le dimissioni dopo l’incontro con i vertici Asl

Un lieto fine, almeno per ora, nella vicenda della giovane dottoressa aggredita nella notte tra sabato e domenica scorsa presso il presidio di continuità assistenziale di Maruggio. La specializzanda in Urologia, dopo aver presentato le dimissioni in seguito all’accaduto, ha deciso di ritirarle.

La notizia è stata accolta con sollievo dalla comunità medica e dalle istituzioni. Il direttore generale della Asl di Taranto, Gregorio Colacicco, ha incontrato la dottoressa e ha garantito il massimo supporto, sia psicologico che professionale. «Nessuna dimissione da parte della collega – ha dichiarato Colacicco – ha esaurito i turni di agosto e ne approfitterà per riposare».

L’episodio e le reazioni

La giovane medico era stata insultata e minacciata dai genitori di un paziente, insoddisfatti della diagnosi. L’episodio ha suscitato un’ondata di indignazione e ha riacceso il dibattito sulla violenza ai danni degli operatori sanitari.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso la sua vicinanza alla dottoressa e ha ribadito l’impegno del governo nel contrastare questo fenomeno. «Siamo pronti a valutare ulteriori iniziative per fare in modo che medici e infermieri si sentano protetti», ha dichiarato il ministro.

La Asl di Taranto ha assicurato che saranno adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della dottoressa e di tutti gli operatori sanitari. Inoltre, è stato attivato un percorso di supporto psicologico per aiutare la giovane medico a superare lo trauma.

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News Taranto

Servizio di ristorazione nella Asl di Taranto, il Consiglio di Stato conferma: «Corretto l’appalto alla Ladisa»

La Ladisa Ristorazione si è correttamente aggiudicata il servizio di ristorazione nella Asl di Taranto. Lo hanno stabilito i giudici del Consiglio di stato (terza sezione), respingendo il ricorso della Vivenda spa (in raggruppamento temporaneo di imprese con la Cooperativa di Lavoro Solidarietà e Lavoro Soc. Coop) e confermando la stessa decisione presa mesi fa dal Tar Puglia. Hanno messo così la parola ‘fine’ al contenzioso e dato il via all’esecuzione dell’appalto.

Il ricorso

Il ricorso di Vivenda era finalizzato ad ottenere l’annullamento dell’aggiudicazione e di tutti gli atti di gara e il subentro nell’appalto. La procedura, suddivisa in sei lotti, ha un importo complessivo di 372 milioni 398mila euro, più Iva. Per il lotto 6 si era classificata al primo posto in graduatoria la Ladisa con 99,87 punti e, al secondo posto, Vivenda e Solidarietà e Lavoro con 99,40 punti. Per i giudici romani, “l’appello di Vivenda deve essere dichiarato in parte inammissibile e per il resto respinto”. Per numerosi motivi.

I motivi

Innanzitutto la questione della distribuzione delle colazioni, correttamente eseguita dalla Ladisa (assistita dagli avvocati Angelo Clarizia, Luigi D’Ambrosio, Aldo Loiodice e Saverio Sticchi Damiani, Michelangelo Pinto, Pasquale Procacci): i giudici apprezzano “il trasporto delle derrate attraverso appositi carrelli, senza richiedere che i vassoi, trasportati mediante i carrelli, siano recapitati al letto dei pazienti già completamente assemblati: ciò si spiega – aggiungono – con l’esigenza di modularne il contenuto alle specifiche richieste dei destinatari del servizio”.

C’è poi la questione dei mezzi di trasporto, e in particolare di un furgone e-Ducato, che per la Vivenda non sarebbe adeguato perché non ha la possibilità di refrigerare. I giudici rispondono che, come già aveva sottolineato il Tar, non si esclude che possa essere appositamente modificato per consentire l’alimentazione dei carrelli “termorefrigerati”, durante il trasporto.

Le conclusioni

Un altro punto contestato era la parte dell’offerta relativa al costo del personale: “i rilievi formulati risultano fondarsi su ipotesi valutative, alquanto generiche e parcellizzate di singole voci di costo e su dati non sostenuti in realtà da alcuna prova. Il giudice amministrativo – concludono – non può procedere ad alcuna autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle singole voci, che rappresenterebbe un’inammissibile invasione della sfera propria della Pubblica amministrazione, può solo verificare il giudizio sotto i profili della logicità, della ragionevolezza e dell’adeguatezza dell’istruttoria”.
Per tutte queste ragioni, il Consiglio di Stato respinge il ricorso e conferma la sentenza di primo grado.

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