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«A 10 anni ho vissuto l’incubo del Bayesian al largo di Vieste»: il racconto di un pescatore

«A 10 anni ho affrontato il primo temporale. Una turbolenza mai vista. Abbiamo alzato la vela per tornare a terra ma il vento era così forte che l’ha strappata e siamo riusciti a tornare spinti dalle correnti». È l’esperienza vissuta 70 anni fa da Michele Troia, pescatore 86enne di Civitanova Marche, al largo delle coste di Vieste, in provincia di Foggia.

L’anziano pescatore ricorda l’episodio commentando il naufragio del veliero Bayesian in Sicilia, costato la vita a sette persone.

«Quando in mare ti sorprende una tempesta con vento spaventoso, non c’è niente da fare», racconta all’Ansa Michele Troia: «Tante volte ho temuto per la mia vita», aggiunge.

A 10 anni, Michele Troia era all’inizio della sua attività. «In questi casi – sottolinea – chi sta sulla barca non può fare nulla, è in balia del mare e non gli resta che augurarsi che l’imbarcazione resista e quindi non affondi».

Tra i momenti brutti ricorda anche «un forte vento di maestrale che ci colpì tra la Tunisia e la Sardegna, per raggiungere Cagliari impiegammo tre ore in più, il mare per quanto vento c’era era diventato bianco».

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Editoriali L'Editoriale

I misteri del caso Bayesian

Non è una spy-story, è una tragedia. Eppure, mettendo in fila tutti gli accadimenti, ci sono molte cose fuori posto, molte coincidenze, molte negligenze; insomma, c’è troppo di tutto per essere un destino fatale. Andiamo con ordine: Bayesian è una barca a vela di 56 metri dei Cantieri Perini, di 473 tonnellate, con un albero di 75 metri e con una deriva mobile che può arrivare fino a 9,5 metri di profondità.

La proprietaria è la signora Angela Bacares, contitolare insieme al marito di un impero industriale e assicurativo. Il marito, non è un imprenditore qualsiasi, è Marck Linch, soprannominato il “Bill Gates d’Inghilterra”, è la principale mente della cyber-tecnology britannica e, forse, europea. Per festeggiare la sua assoluzione nel processo che lo ha visto imputato per una presunta frode nella vendita della sua società “Autonomy” alla Hewlett-Packard, per la fantasmagorica cifra di 11,7 miliardi di dollari, ha deciso di organizzare un viaggio a bordo di Bayesian, con gli amici che hanno avuto un ruolo nel processo e con alcuni suoi collaboratori. Hanno aderito all’invito: Chris Morvillo, che guidava lo staff di avvocati della difesa al processo e sua moglie; Ayla Ronald, anche lei avvocato che faceva parte del collegio di difesa; il presidente di Morgan Stanley, Jonathan Bloomer, che nel processo è stato il principale testimone della difesa e sua moglie; James Emsilie, stretto collaboratore di Linch, insieme alla moglie e alla figlia Sophie di un anno. E c’è anche Hannah, la figlia diciottenne di Mark Linch.

Avrebbe dovuto esserci anche Stephen Chamberlain, socio e coimputato insieme a Linch nel processo, ma ha preferito rimanere in Inghilterra.

Bayesian parte da Rotterdam intorno alla metà di luglio e fa rotta verso le Isole Eolie. Durante il tragitto, fa scalo in Normandia, in Portogallo a Gibilterra e arriva in Sicilia, nel porto di Milazzo, nella prima settimana di Agosto. Il 18 agosto Stephen Chamberlain, sta facendo jogging nelle tranquille campagne di Cambridge, mentre attraversa una strada, viene investito da un auto e muore. Anche Stephen Chamberlain non è uno qualsiasi; insieme a Mark Linch, nel 2013 fonda “Darktrace”, una società di cyber-sicurezza che utilizza l’intelligenza artificiale per rilevare gli attacchi informatici. In “Darktrace” entrano ex funzionari dei servizi segreti britannici e israeliani fino ad arrivare al coinvolgimento di sir Jonathan Evans, ex direttore generale dei servizi segreti britannici M15, che entra a far parte del comitato consultivo. “Darktrace” nel 2021 viene quotata in borsa e nel 2022 acquisisce per 50 milioni di sterline la società olandese Cybersprint, specializzata nella gestione di “superfici d’attacco”, aumentando capacità e prestigio internazionale.

Pare che, saputo della morte dell’amico Chamberlain, Mark Linch abbia chiesto all’equipaggio di fare rotta su Palermo, forse per un rientro anticipato in Inghilterra. E, arriviamo alla tragedia, in quello che in molti raccontano come fatalità. Sta di fatto che Bayesian – siamo nella serata di Domenica 18 – molla l’ancora nella rada di Porticello, a poche miglia dal porto sicuro di Palermo. Nella stessa rada è all’ancora un’altra imbarcazione che batte bandiera olandese. C’è un’allerta meteo, tant’è che nessun peschereccio lascia il porto di Porticello in quella notte. La tromba marina arriva alle 3.50; chi sa di mare, sa benissimo che i venti di tempesta si annunciano con un certo anticipo, l’acqua comincia a bollire sino ad arrivare al culmine, dove le onde si alzano a dismisura. Mentre la barca olandese appronta le procedure di emergenza e cioè, salpa l’ancora, sigilla l’imbarcazione e accende i motori, Bayesian rimane incomprensibilmente ancorato, con i motori spenti e, assurdo, con persone in cabina. Viene da pensare che nessuna delle procedure di emergenza sia stata messa in atto. Dalle 3.50 alle 4.06, Bayesian spacca l’ancora, scarroccia per 358 metri e affonda.

Dalla ricognizione del relitto emergono altre sinistre verità: la barca non presenta cedimenti strutturali, l’albero è integro e, assurdo ma vero, la deriva mobile che, se calata per la sua intera profondità avrebbe contribuito a contrastare i forti venti, stava calata a soli 3,5 metri di profondità. In questi venti di tempesta, il comandante della barca olandese, mette in acqua un gommone e salva 15 pesone; dieci sono dell’equipaggio.

Sono curioso di sapere cosa hanno fatto nei venti minuti prima e nei sedici della buriana. Nel frattempo, Recaldo Thomas, il cuoco di bordo, insieme a Linch e alla figlia Hannan, a Bloomer e alla moglie, a Morvillo e alla moglie, sono morti. Se questa è una fatalità io sono Napoleone Bonaparte.

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