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Foggia, troppi detenuti “a passeggio” in ospedale. Sappe: «Stop al turismo sanitario»

La situazione all’interno del carcere di Foggia sta degenerando. L’eccessivo numero di detenuti e i frequenti trasferimenti in ospedale, spesso per motivi non urgenti, stanno mettendo a dura prova il personale carcerario e creando seri problemi di sicurezza.

L’ultimo episodio risale a ieri, quando un detenuto 34enne è stato trasferito al pronto soccorso per una cisti, una condizione medica, quindi, che poteva essere gestita all’interno della struttura. Questo ha costretto tre agenti penitenziari a lasciare incustodite le sezioni del carcere, già sottodimensionate a causa della carenza di personale.

Il sindacato SAPPE denuncia da tempo il fenomeno del “turismo sanitario” carcerario, ovvero la pratica di trasferire detenuti in ospedale anche per patologie non gravi, spesso in assenza di reali necessità. Questa situazione non solo mette a rischio la sicurezza del personale e degli altri detenuti, ma grava anche sulle risorse ospedaliere.

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Foggia, detenuto aggredisce un poliziotto in carcere: colpito con un pugno al volto

Un detenuto con problemi psichiatrici avrebbe aggredito un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Foggia.

Stando a quanto riferisce il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti, il poliziotto sarebbe stato «colpito al volto senza alcun motivo», riportando «conseguenze alla mandibola».

Pilagatti evidenzia che «sono sette i poliziotti che sarebbero in malattia a seguito di danni importanti riportati dalle aggressioni subite da parte dei detenuti, senza contare gli altri che con grande sacrificio, anche emotivo, hanno ripreso comunque a lavorare. Ormai – continua – la tensione e lo stress che si respira tra i poliziotti è alle stelle poiché le continue provocazioni ed aggressioni che rimangono pressoché impunite demoralizzano gli agenti».

Il sindacalista denuncia come «in questo momento le carceri siano in mano ai detenuti: è un dato di fatto poiché i detenuti stanno dimostrando ogni giorno di poter fare quello che vogliono senza alcun contrasto effettivo».

Il Sappe nei giorni scorsi ha rappresentato al sottosegretario alla Giustizia Del Mastro e ai vertici del Dap (dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) «che si potrebbero ridurre dell’80% circa gli episodi di violenza senza nessuna spesa aggiuntiva, ma applicando solamente le leggi che ci sono».

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