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Bari, dopo il caos è stallo nel Movimento 5 stelle: per la Giunta ipotesi Carelli

È stallo nel Movimento cinque stelle barese che ha ormai meno di una settimana per cercare di superare le fratture interne, dopo la decisione dei consiglieri Antonello Delle Fontane e Italo Carelli di uscire dalla maggioranza del sindaco Vito Leccese in protesta contro la scelta dei vertici provinciali di designare assessore Raffaele Diomede (a cui dopo 48 ore di attesa il primo cittadino ha deciso di revocare la delega e procedere per il momento con una Giunta di soli nove assessori). I nodi andranno infatti sciolti entro la prossima riunione dell’assise cittadina che potrebbe essere convocata già il 5 settembre, data in cui toccherà ai consiglieri eleggere finalmente il presidente dell’aula Dalfino e dare avvio a pieno titolo alla macchina amministrativa.

I confronti interni

Negli ultimi giorni si è affacciata sul campo l’ipotesi che l’assessorato mancante possa essere assegnato proprio a Italo Carelli, scelta che per i due rappresentati del Movimento 5 stelle in aula Dalfino potrebbe portate a una ricomposizione del campo largo e al rientro in maggioranza dei pentastellati. Ma le incertezze sono ancora molte e il confronto interno al partito si è trasferito dal capoluogo pugliese a Roma, nelle mani dei vertici nazionali. La partita è molto più ampia e riguarda anche lo scontro interno ulteriore che si sta consumando tra il fondatore del Movimento Beppe Grillo e il leader penstastellato Giuseppe Conte. Visto che un ruolo importante nella vicenda barese è stato sostenuto dai sostenitori di Paola Taverna, vicepresidente vicario nazionale dei pentastellati a cui fa riferimento il coordinatore cittadino e sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, il primo a proporre a Leccese di indicare in giunta Raffaele Diomede. Per il coordinatore regionale del Movimento vicino all’ex premier Conte, Leonardo Donno, la soluzione andrebbe invece ricercata internamente. Per questo sanno salendo le quotazioni dello stesso consigliere Italo Carelli.

Gli alleati

In attesa resta invece il Partito democratico, fiducioso per il momento che ci possa essere una ricomposizione del campo largo, anche se la soluzione sembra per il momento essere ancora lontana. Giovedì dovrebbe esserci un incontro tra Gianfranco Todaro e gli eletti dem in aula Dalfino per fare un punto della situazione e capire chi designare capogruppo e come distribuirsi nelle commissioni. Nonostante sembri certa l’elezione a presidente del Consiglio comunale di Romeo Ranieri, rappresentante di “Con”, formazione politica che fa capo al presidente della Regione Michele Emiliano, bisogna capire come si comporteranno in aula gli eletti vicini al deputato Marco Lacarra che potrebbero invece propendere per l’elezione di Marco Bronzini.

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Bari, dopo il caos in Giunta si cerca l’accordo sulla presidenza del Consiglio comunale

Con la revoca della delega a Raffaele Diomede (M5s), il sindaco di Bari, Vito Leccese, torna al centro delle polemiche dopo che il 17 agosto scorso un altro assessore, Carlotta Nonnis Marzano, si era dimessa ad appena 24 ore dalla nomina per alcuni post pubblicati sui social. Dure sono le reazioni intorno al caos che sta caratterizzando nelle ultime settimane la Giunta comunale.

Le reazioni

«Se le sue intenzioni erano quelle di scrivere una pagina di storia, ebbene il sindaco Leccese è riuscito nel suo intento visto che passerà alla storia per le figuracce collezionate nel giro di poco tempo», dichiarano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Antonella Lella, e i consiglieri comunali Antonio Ciaula, Pino Viggiano e Laura De Marzo. «La Giunta più sgangherata degli ultimi 30 anni», l’ha definita invece Fabio Romito, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, aggiungendo: «Non diteci che non ve lo avevamo detto». Il primo cittadino, intanto, mentre asserisce di aver «ascoltato tutti» e valutato «opinioni e punti di vista», avrebbe dato ampio spazio al dibattito, interno così come esterno. «Ora però – afferma – questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine a questa situazione di incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione».

Il consiglio comunale

Intanto si resta in attesa di un accordo definitivo lla nomina del presidente del consiglio comunale, per il cui ruolo resta in ballo il nome di Romeo Ranieri (esponente di “Con Leccese Sindaco”). «Il problema – spiega Alberto Tedesco, ex senatore e socialista – è che pare venga rimesso in discussione da altre forze politiche. Bisognerà quindi capire se terrà fino in fondo. Io apprezzo lo sforzo del sindaco di accontentare tutti e far quadrare un po’ il cerchio, ma a volte quando si cerca di accontentare tutti sicuramente si scontenta qualcuno».

Queste prime battute, dunque, starebbero risentendo della mancanza di coesione tra le forze politiche, specie tra quelle che sostenevano la vecchia maggioranza del sindaco Decaro. Un accordo per il presidente, intanto, dovrà essere raggiunto entro la convocazione del prossimo consiglio comunale. Servirà, per questo, far quadrare i conti della giunta. «Questa situazione interna al partito dei Cinque stelle era imprevista e imprevedibile – aggiunge Tedesco – Diomede mi era sembrato una buona scelta che potesse dare un apporto significativo».

Il futuro del campo largo

In merito al futuro del campo largo, che dopo le ultime battute è indebolito, Tedesco si dice incerto: «Io già subito dopo il voto ho parlato di fine del campo largo e apertura di un “campo vero”, che sia espressione di forze politiche rappresentative e rappresentanti della comunità che le vota». Quello che ora ci si domanda è se la Giunta barese sarà in grado di proseguire il lavoro in maniera positiva per la città. «Poi ci sono anche queste interferenze di chi inizia a prepararsi per le regionali – aggiunge l’ex senatore – Questo complica le cose». Resta dunque da capire se il Partito democratico deciderà di accettare l’accordo sulla presidenza del consiglio comunale e se i Cinque stelle rientreranno a far parte della maggioranza.

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Bari, Leccese revoca la delega assessorile a Diomede: «Rispetto per la città»

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha revocato la delega a Raffaele Diomede, assessore ai Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza e all’Antimafia sociale.

Diomede era stato indicato, come esterno, dal Movimento 5 stelle e dopo la sua nomina ad assessore gli eletti pentastellati avevano lasciato la maggioranza Leccese in rottura con i vertici locali e regionali del partito.

In una nota, il sindaco di Bari ricorda che da mesi «con attenzione e tanta pazienza» cerca «di comporre prima una coalizione e poi una squadra di governo che rappresenti tutte le sensibilità del campo progressista, ambientalista e pacifista».

Nel ricordare il supporto avuto dagli “alleati”, Leccese evidenzia però che «gli esiti del voto avrebbero potuto consentirmi scelte muscolari, ma ero e sono consapevole che a Bari si scrive qualcosa di più che una storia cittadina. Per questo ho ascoltato tutti e chiesto e valutato opinioni e punti di vista. Ho anche atteso le riflessioni interne alle singole forze politiche e dato ampio spazio al dibattito, interno ed esterno, in maniera trasparente».

Ora, però, «questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine a questa situazione di incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione che c’è, come c’è stata in questi giorni, e già lavora nell’interesse di Bari. Rispetto tutti, ma chiedo anche a tutte le forze politiche di rispettare anzitutto la città».

Leccese ringrazia Diomede per essersi messo a disposizione e chiarisce che «la giunta da oggi lavorerà con nove assessori, come stiamo facendo già in questi giorni e lo farà fino a quando sarà necessario. Da questo momento – prosegue – l’unico nostro obiettivo deve essere quello di lavorare per la città, a cominciare dai quartieri che in questi anni si sono sentiti più trascurati».

Si comincia da San Pio, lunedì prossimo, dove il sindaco si recherà accompagnato dagli assessori della giunta comunale per incontrare la presidente e i consiglieri di Municipio e alcuni referenti di attività e presidi nel quartiere.

Le tensioni nel Movimento 5 stelle e le dimissioni di Diomede prima della revoca

Raffaele Diomede era stato scelto dal sindaco di Bari come assessore esterno dopo l’indicazione del coordinatore provinciale del M5s, Raimondo Innamorato, e l’avallo della vice coordinatrice nazionale Paola Taverna.

L’assessore, però, è stato “sfiduciato” lunedì scorso durante il primo Consiglio comunale dai due consiglieri eletti del M5s, che hanno deciso di dare appoggio esterno alla Giunta Leccese proprio per protestare contro la scelta di nominare Diomede.

Il caso Bari nelle ultime 48 ore è finito anche sui tavoli romani pentastellati, con riunioni e interlocuzioni che, però, non hanno dato alcun esito positivo. Al momento, quindi, il campo largo a Bari tramonta, almeno sino a quando il M5s non avrà risolto i suoi problemi interni.

«Ho rimesso il mandato nelle mani del sindaco Leccese, che con un atto di assoluta fiducia nei miei confronti e nei confronti della mia storia personale, mi aveva conferito, perché ciò che mi ha sempre mosso nella vita è l’impegno verso gli emarginati, i più fragili, i giovani», commenta Raffaele Diomede. «Non ho mai cercato – aggiunge – e mai lo farò, incarichi, prebende o favoritismi politici perchè non vi è bene più assoluto dell’onestà, del sacrificio personale e della solidarietà. Ringrazio il Movimento 5 stelle nella persona dei coordinatori regionale e provinciale, del presidente Conte e della vice presidente Paola Taverna, per aver intuito che in tema di lotta alla mafia e di legalità, più che di incarichi politici, la città di Bari ha bisogno di donne e di uomini di buona volontà con una comprovata esperienza e storia personale».

Donno: «Gravi le dichiarazioni di Delle Fontane»

«Il Movimento 5 stelle ha preso degli impegni con gli elettori e li ritiene sacri e prioritari rispetto a qualsiasi altra considerazione. Le gravi dichiarazioni rese dal consigliere Delle Fontane durante il primo consiglio comunale a Bari hanno sorpreso tutti, in primis i cittadini baresi che hanno dato mandato ai nostri eletti ad essere rappresentati in seno al Consiglio comunale», dichiara il coordinatore regionale del M5s, Leonardo Donno.

«Ringraziamo – aggiunge – il sindaco Leccese per la sua disponibilità e per il desiderio di ricevere il contributo M5S nella sua Giunta. Accettiamo la decisione del nostro Raffaele Diomede di fare un passo di lato: un atto dovuto a seguito della sfiducia dei due eletti in consiglio. Ringraziamo Diomede per la grande responsabilità dimostrata, a tutela dei baresi e della credibilità del Movimento. Lavoreremo, nei prossimi giorni, ad una possibile soluzione interna che ripari il Movimento 5 stelle dall’imbarazzo al quale è stato esposto da atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con la linearità e con i principi e valori che ne ispirano il lavoro».

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Consiglio comunale di Bari: resta in bilico la posizione dell’assessore in quota M5s

Dopo la spaccatura di ieri nel Consiglio comunale e una serie di riunioni che si sono tenute ieri, torneranno a incontrarsi oggi i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, con i vertici baresi e regionali del partito.

Stando a quanto si apprende la posizione dell’assessore Raffaele Diomede, esterno in quota 5 stelle e la cui nomina ha provocato la spaccatura con i due consiglieri eletti, sarebbe ancora in bilico dopo le voci di dimissioni che si sono rincorse ieri sera.

Ieri sera la riunione si è prolungata fino a tarda sera ma non si è ancora arrivati a una soluzione per evitare, come annunciato dai due consiglieri in Aula, che il M5s esca dalla maggioranza di centrosinistra guidata da Vito Leccese.

L’ipotesi che circola negli ambienti politici portano alle dimissioni dell’assessore, ma al momento non sono state decise.

Nella mattinata di oggi è prevista un’altra riunione in casa M5s per sciogliere il nodo e ricucire lo strappo.

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Bari, caos in Consiglio comunale: confronto nel M5s. Diomede verso le dimissioni?

Dopo la decisione del gruppo del Movimento 5 stelle di lasciare la maggioranza Leccese nel Consiglio comunale di Bari, è in corso un confronto tra i pentastellati.

I consiglieri Delle Fontane e Carelli contestano, in particolare, la scelta di affidare un assessorato a Raffaele Diomede, un esterno, che ora pare stia pensando alle dimissioni.

Alle 17 c’è stata una prima riunione online tra gli eletti del Movimento di Bari, a cui hanno partecipato i consiglieri comunali, il coordinatore provinciale Raimondo Innamorato, il senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco e l’onorevole Gianmauro Dell’Olio.

Non si è arrivati ad una decisione, le parti si sono aggiornate a stasera alle 21. Non viene esclusa alcuna ipotesi.

Sinistra italiana: «Non è ammissibile questo inizio di Consiglio»

Su quanto accaduto oggi in Consiglio comunale, intanto, intervengono anche gli altri partiti. «Dopo le elezioni e dopo la formazione della Giunta della città di Bari, non è più tempo di indugiare. Bisogna iniziare a lavorare per dare corpo alle proposte e ai programmi per il futuro della città. Il primo Consiglio comunale dopo le elezioni non può cominciare così», afferma Gaetano Cataldo, responsabile regionale Enti locali di Sinistra italiana.

«Il malumore di chi è in Consiglio all’indomani della formazione del governo cittadino è normale – aggiunge -; meno usuale è la dichiarazione quasi istantanea di estraneità alla maggioranza, pur se comprensibile nella sua dinamica. Buio pesto invece se si volesse provare a spiegare l’ampiezza del voto di astensione sulla proposta di rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio Comunale».

Per Cataldo «la serietà di tutte e tutti, eletti ed elette, amministratori e amministratrici, soggetti politici civici e partiti politici nazionali, passa attraverso la chiara esposizione delle proprie posizioni e non attraverso le “ipotesi di agguato”. Come è noto le astensioni servono a far capire quanto grande può essere il problema in seno a una maggioranza. Si muovono ora i primi passi, quelli che rimangono impressi per lungo tempo, essendo tanti gli occhi curiosi che guardano, dopo venti anni di amministrazione: ecco perché è utile esplicitare cosa non torna. Allo stato attuale si è discusso solo della composizione del governo cittadino».

Il sindaco Leccese, conclude l’esponente di Sinistra italiana, «ha composto una squadra ricalcando uno schema nazionale unitario, che Sinistra Italiana ha condiviso. Bisogna compiere ogni sforzo affinché questo schema unitario, esempio per futuri scenari nazionali e simile ad altre amministrazioni che hanno visto prevalere il campo progressista sulla destra, si mantenga e rafforzi, senza defezioni».

Forza Italia attacca: «Dinamiche vergognose»

Forza Italia, invece, «prende atto con sdegno delle dinamiche paradossali e vergognose che oggi si sono mostrate in Consiglio comunale. Il bene della città è lontano anni luce dal modo di intendere la cosa pubblica del sindaco Leccese e dei suoi precari compagni di viaggio».

I forzisti parlano di «confusione inaccettabile tra ruoli di maggioranza e posizionamenti in opposizione, con uno scambio tra essere e apparire politicamente orrendo» che «disegna un futuro della città a tinte fosche: che visione, che programmi potranno realizzare soggetti affetti da una tale crisi di identità? Senza trascurare la composizione della giunta, nel cui ambito le qualità non contano. Vengono confermati “assessori a vita” i soliti, con l’aggravante, proprio per sancire l’irrilevanza delle loro capacità specifiche, di cambiarli di ruolo e competenze. Forza Italia manifesta la sua solidarietà ai cittadini baresi, impegnandosi fin d’ora a rintuzzare ogni tentativo di mortificazione del diritto alla buona amministrazione della nostra città».

Fratelli d’Italia: «Seduta tragicomica»

«La prima seduta del consiglio comunale» di Bari «dell’era Leccese è stata degna di una sceneggiata da film tragicomico: il capogruppo uscente del Pd parla di “scorrettezza” istituzionale e attacca il sindaco, il M5S non si riconosce nell’assessore in sua quota nominato da Leccese e si definisce né di maggioranza né di opposizione». Lo dichiarano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Antonella Lella, e i consiglieri comunali Antonio Ciaula, Pino Viggiano e Laura De Marzo.

«Se qualcuno aveva dubbi – proseguono – oggi la città ha assistito in diretta streaming alla deflagrazione della maggioranza di centrosinistra al Comune, quella maggioranza “allargata” frutto di un accordo che in barba alle regole della democrazia e di un’etica politica, ha scippato seggi all’opposizione in consiglio comunale in nome di una spartizione di poltrone che dopo circa due mesi dalle elezioni ingessa la città. Una verità che evidentemente fa male a chi, sentendosi intoccabile, pensa di salire in cattedra ignorando fatti oggettivi e dando prova di incoerenza applicando una democrazia variabile: è di maggioranza quando si tratta di spartizione dei posti di potere: diventa opposizione nella suddivisione dei seggi in consiglio comunale a favore di una coalizione mascherata di cui fa parte».

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Bari, il M5s lascia la maggioranza: «Vertici autoritari». Innamorato replica: «Decisione personale»

È polemica all’interno del Movimento 5 stelle di Bari dopo la decisione dei consiglieri comunali Antonello Delle Fontane e Italo Carelli di lasciare la maggioranza del sindaco Vito Leccese nel corso della seduta d’insediamento dell’assise.

I due consiglieri criticano la mossa dei vertici del partito locale per aver scelto Raffaele Diomede come assessore esterno anziché uno dei due eletti.

«All’interno della nostra famiglia del Movimento 5 stelle Bari, qualcuno ha confuso il confronto con l’autoritarismo, ponendosi in antitesi sia con i principi fondanti del Movimento 5 stelle, ma anche con quanto fortemente voluto dal presidente Conte in tema di meritocrazia e valorizzazione degli eletti», scrivono Carelli e Delle Fontane sulla pagina Facebook del Movimento 5 stelle Bari.

«Siamo altresì consapevoli – aggiungono – che vada comunque tutelata l’integrità del campo progressista, che a Bari abbiamo costruito con tanta fatica e che ha portato alla vittoria del sindaco Leccese, integrità purtroppo minata da queste dinamiche interne al Movimento che prima di ogni cosa vanno corrette. L’impegno del nostro gruppo consiliare è quello di favorire l’interlocuzione leale e il dialogo con il sindaco e la sua giunta».

Ma oggi, si legge ancora nel post, «a difesa del nostro presidente Giuseppe Conte, del Movimento 5 stelle e nel rispetto di tutte le persone appartenenti allo stesso che la pensano come noi, che siano attivisti o semplici sostenitori, per colpa di qualcuno che non siede in Aula Dalfino [dove oggi si è svolto il primo consiglio comunale, ndr], il M5s non può, per ora, poter dire di appartenere alla maggioranza che governa la nostra città».

La replica del coordinatore provinciale Raimondo Innamorato

A stretto giro arriva la replica del coordinatore provinciale del Movimento, Raimondo Innamorato, che si dice «sorpreso e dispiaciuto delle dichiarazioni rese questa mattina dal consigliere Antonello Delle Fontane, che devono ritenersi esclusivamente a titolo personale».

Innamorato auspica e suggerisce «responsabilità nell’azione del gruppo consiliare, la stessa che il presidente Conte si è assunto nei confronti dei cittadini baresi e che non può venir meno in virtù di fattispecie assai distanti dal benessere della comunità barese e di quella del Movimento; il tutto – prosegue il coordinatore provinciale dei pentastellati – potrebbe apparire vicino a prospettive e visioni personalistiche, lontane dai principi e dai valori del Movimento 5 stelle e, soprattutto, dal lavoro che oggi siamo chiamati a svolgere esclusivamente nell’interesse della città», conclude.

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Bari, si insedia il nuovo Consiglio comunale ed è rottura nel campo largo: il M5s lascia la maggioranza

Si è insediato stamattina il nuovo Consiglio comunale di Bari e c’è già la prima rottura in maggioranza tra le forze politiche che hanno sostenuto il sindaco Vito Leccese al secondo turno.

Durante la seduta odierna il consigliere Antonello Delle Fontane ha annunciato l’uscita del gruppo del Movimento 5 stelle dalla maggioranza. La decisione è arrivata in seguito alle polemiche interne ai pentastellati sulla nomina ad assessore di un esterno, Raffaele Diomede (con deleghe a Controlli, Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale). Incarico per il quale inizialmente si parlava proprio dello stesso Delle Fontane.

L’attacco in Consiglio è tutto rivolto al segretario provinciale del Movimento 5 stelle, Raimondo Innamorato, reo di aver dimenticato che «le elezioni si vincono con i voti».

Salta l’elezione del presidente del Consiglio comunale

Il Consiglio comunale avrebbe dovuto eleggere oggi anche il presidente ma, come anticipato sulle colonne del nostro quotidiano, non se ne è fatto nulla.

L’elezione del presidente dell’assise slitta, dunque, agli inizi di settembre. Molti consiglieri sono stati sorpresi in periodo di ferie dalla convocazione del primo cittadino e oggi non erano presenti in aula. Per questo pare che il sindaco abbia chiesto di aspettare un momento più favorevole prima di procedere alla designazione del ruolo.

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Bari, il Consiglio comunale è nel caos: non c’è l’accordo per il prossimo presidente

È più di uno scricchiolio quello che percorre in queste ore il campo largo del centrosinistra del neo eletto Consiglio comunale di Bari. Nella prima seduta convocata per mercoledì, i consiglieri saranno chiamati a eleggere il presidente e il vicepresidente dell’assise cittadina. Una votazione dall’esito non così scontato: il sindaco Vito Leccese ha infatti indicato un nome all’aula Dalfino, quello di Romeo Ranieri, primo dei tre eletti della lista “Con”, formazione politica che fa capo al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

L’endorsement è arrivato con il comunicato ufficiale dell’amministrazione nel quale Leccese ha reso nota pochi giorni fa la sua squadra di governo, confidando che «il Consiglio comunale sappia individuare una figura di esperienza che si faccia garante del percorso che attende la città, che ha riposto una così grande fiducia in una ampia coalizione, in parte inedita, che si candida ad essere un modello politico. Per questo immagino, nel rispetto delle prerogative del Consiglio, che il ruolo di Presidente dell’assise comunale possa essere ricoperto da Romeo Ranieri».

La scelta del presidente dell’Aula avviene però a scrutinio segreto da parte di tutti quanti i consiglieri e secondo più di una fonte, il sindaco potrebbe non avere la maggioranza in aula per concretizzare l’elezione di Ranieri. Tra i nomi in lizza per assumere il ruolo di presidente del Consiglio comunale non è mai tramontato quello di Marco Bronzini, eletto con il Partito democratico e vicino al deputato dem Marco Lacarra. Bronzini è uno dei consiglieri più anziani del Comune di Bari, arrivato alla sua quinta legislatura con record di presenze in aula. Se il nodo della presidenza non dovesse essere sciolto durante la prossima seduta, la mancata elezione di Romeo Ranieri segnerebbe un pessimo inizio per la maggioranza che arriverebbe subito dopo i malumori e i mal di pancia legati ad alcune nomine all’interno della Giunta.

Le critiche dei 5 stelle

Nelle scorse ore è finito al centro del dibattito lo “sfogo” del pentastellato Antonello Delle Fontane che ha mal digerito la scelta del suo partito di sottoporre all’attenzione di Vito Leccese il nome di Raffaele Diomede come possibile assessore. Nomina che si è concretizzata escludendo di fatto Delle Fontane dalla squadra di governo della città, nonostante il consigliere sia stato anche in questa tornata elettorale il più suffragato all’interno della lista a 5 Stelle. Non è chiaro se la vicenda avrà delle conseguenze già nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì, quando si dovrà votare anche la fiducia per il sindaco Leccese.

Le civiche

Dure critiche alle scelte compiute da Leccese sono arrivate anche dalla sua lista civica “Leccese sindaco”. «Con la nomina della giunta si conclude un anno politicamente complesso per la nostra Città – scrivono dal comitato “È ora” che aveva sostenuto la civica – La ricerca di replicare l’Unità del campo largo del centrosinistra, a quanto pare, ha richiesto un sacrificio alla lista “Leccese Sindaco” che avevamo contribuito a creare ed animare politicamente. Non possiamo negare di essere sopresi ed anche un po’ delusi dai tempi e dai modi con i quali ci è stata comunicata questa valutazione che contraddice radicalmente il contenuto e gli intendimenti delle consultazioni svoltesi fino a poche ore prima della pubblicazione della squadra del sindaco. Quanto accaduto rischia di mortificare un’esperienza autofinanziata che ha mobilitato cittadini e cittadine – giovani e meno giovani – storicamente lontani dalle dinamiche elettorali. Non possiamo contestare, ovviamente, la volontà di costruire una squadra che allarghi il più possibile il campo della maggioranza della nuova amministrazione; resta l’amarezza per l’utilizzo di metodi e logiche di molte forze e partiti della maggioranza che rischia di privilegiare scelte più di natura tattica e personalistica che politica».

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Bari, ultima riunione per la giunta-ponte: conto alla rovescia per l’esecutivo Leccese

Ultimo giorno di scuola ieri per la giunta ponte di Vito Leccese, l’esecutivo dell’ex amministrazione Decaro prorogato nelle funzioni in attesa della proclamazione degli eletti da parte del Tribunale prevista il 12 agosto. E così ieri gli assessori uscenti, fra cui Petruzzelli, Romano, Palone, si sono riuniti per l’ultima seduta di giunta in attesa che il sindaco Leccese completi le consultazioni e nomini la nuova squadra degli assessori. Un’operazione tutt’altro che semplice visti gli ostacoli che sono spuntati nelle scorse settimane. Il primo cittadino, infatti, s’è trovato nella scomoda posizione di dover accontentare i desiderata della sua coalizione e accettare anche le pretese della convenzione per Bari che fa capo all’avvocato Michele Laforgia.

Il nodo

E proprio quest’ultimo rappresenta probabilmente lo scoglio più insidioso da superare nella formazione della giunta. Leccese ha offerto a Laforgia due postazioni di governo, un assessorato e la presidenza del Consiglio comunale che nei piani dovrebbe essere proprio appannaggio del penalista. In base ai piani l’assessorato dovrebbe andare ai Cinque stelle, uno degli alleati della coalizione Laforgia, che hanno nel frattempo incassato un consigliere in più dal riconteggio dei voti. Così facendo Laforgia, dovendo fare un passo indietro rispetto alla consistenza del M5S, resterebbe all’asciutto con la sola presidenza del consiglio senza la possibilità di sistemare uno dei suoi eletti. Un vulnus che l’avvocato non ha mandato giù tanto da attaccare a muso duro nei giorni scorsi, e anche ieri con post su facebook, l’ordinanza anti-bivacchi a firma del sindaco Leccese che contempla anche il controllo sulla presenza dei clochard. Uno strappo che ha parecchio indispettito Leccese non disponibile ad ulteriori concessioni verso un alleato che «non si sta rivelando leale nei comportamenti».

Le ipotesi

E così in attesa di schiarite, al momento poco probabili, resiste lo schema Leccese illustrato ai partiti nelle consultazioni delle scorse settimane. La nuova giunta dovrebbe assegnare quattro assessori al Pd, due alla lista Decaro, uno a Con e un altro alla civica del primo cittadino più un esterno (probabilmente Ines Pierucci di Avs) oltre all’assessorato ai Cinque Stelle e la presidenza del Consiglio a Laforgia. Il braccio di ferro con quest’ultimo è destinato a tenere banco nel weekend e anche nei prossimi giorni prima delle nomine. Intanto a proposito di nomi il toto assessori vede salire le quotazioni di diversi uscenti, come Petruzzelli, in odore di riconferma e le colleghe Paola Romano e Carla Palone.

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Bari, “apparentamento” Laforgia-Leccese: l’opposizione attacca. L’avvocato: «Siamo in regola»

A pochi giorni dalla proclamazione del nuovo Consiglio comunale non si placano le polemiche delle opposizioni sul mancato “apparentamento” con le liste che al primo turno hanno sostenuto Michele Laforgia.

La polemica

Nel turno di ballottaggio, scrivono in una nota i consiglieri di FdI e Fi, si sarebbe verificata un’anomalia perché «una delle coalizioni non ammesse al ballottaggio, ha dichiarato pubblicamente l’appoggio alla coalizione capeggiata dal PD; senza apparentamento ufficiale». In tal modo, «la coalizione e le liste a supporto di Laforgia, parteciperanno al riparto dei seggi assegnati alle minoranze/opposizioni, sottraendo seggi alle forze politiche che appoggiavano il candidato di centrodestra. In tale situazione per ristabilire un equilibrio politico, proponiamo alle forze in Consiglio che il ruolo di presidente sia assegnato a un esponente della minoranza».

La replica

«Poiché il centrodestra insiste a diffondere sciocchezze elettorali, sono costretto a ripetere quanto avevo già chiarito prima del ballottaggio». Non si è fatta attendere la risposta del penalista Michele Laforgia alla nota del centrodestra sull’apparentamento. «La legge elettorale per i Comuni (artt. 72 e 73 del TUEL) prevede, fra l’altro, che i candidati ammessi al ballottaggio hanno facoltà, entro sette giorni dalla prima votazione, di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle già in coalizione, e che alle liste collegate al sindaco eletto al secondo turno viene assegnato almeno il 60% dei seggi, mentre i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente al risultato già ottenuto. Il cosiddetto “apparentamento”, quindi, non solo è meramente eventuale, ma è rimesso alla scelta dei candidati ammessi al ballottaggio, e non riguarda la distinzione tra maggioranza e opposizione (che, ovviamente, si formano solo dopo la nomina della Giunta e l’insediamento del Consiglio Comunale) e non ha lo scopo di favorire le minoranze, bensì di garantire comunque la maggioranza al Sindaco eletto. Non si comprende, quindi, in virtù di quale principio FdI e Fi di Bari si dolgano del mancato apparentamento, che, peraltro, avrebbe favorito nella ripartizione dei seggi le liste della mia coalizione a scapito di quelle a sostegno di Vito Leccese. Quanto alla Presidenza del Consiglio Comunale, sarebbe comunque opportuno individuare e, auspicabilmente, eleggere, una figura che rappresenti una garanzia per tutti e non solo per la maggioranza o la minoranza».

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