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Defr, autonomia e rimpasto in Giunta: le grane post-vacanze della Regione Puglia

Il Consiglio regionale pugliese scalda i motori in attesa della ripresa dopo la pausa estiva. In primo piano i nodi da sciogliere dopo il mega flop dell’ultima seduta di fine luglio in cui la maggioranza non è riuscita a portare in porto i due provvedimenti più importanti. Il Defr, il documento di economia e finanza, sollecitato dalla Corte dei Conti, che andava approvato entro fine luglio. Ma, soprattutto, la delibera contenente i quesiti referendari per cancellare il ddl Calderoli contro l’autonomia differenziata.

La data

E così già dai primi di settembre, forse proprio martedì 3, sarà convocato il primo consiglio regionale. Un appuntamento decisivo per appianare dissapori e tensioni scoppiate all’interno dei e fra i partiti di centrosinistra. A partire da Azione che aveva chiesto l’approvazione della legge omnibus su nuovi Lea, energia pulita, ed un’altra trentina di emendamenti, in cambio del si al Defr.

I precedenti

Un passaggio saltato dopo la richiesta dei inversione dell’ordine del giorno da parte del vice presidente Raffaele Piemontese. Lo scivolone ha lasciato in eredità una serie di scossoni e la lite a distanza fra il governatore Emiliano e la presidente del Consiglio Loredana Capone, rea a detta di Emiliano di non aver gestito l’aula subendo un accordo capestro, una sorta di ricatto, da parte dei partiti che prevedeva il si al Defr solo dopo l’approvazione del mini omnibus con una sfilza di emendamenti confezionati a misura dei gruppi di maggioranza ed opposizione.

Il chiarimento

Da qui la necessità di un chiarimento fra i due che potrebbe avvenire nei prossimi giorni. Anche perché prima della pausa è stato lo stesso presidente Emiliano ad imporre un controllo più stringente da parte del governo sull’organizzazione dei lavori del Consiglio regionale.

Il mini rimpasto

Altro problema da affrontare sarà il mini rimpasto di Giunta rimasto appeso dopo le nomine delle due assessore ad ambiente e cultura e l’annuncio del passaggio del vice presidente Piemontese dal bilancio alla sanità.

All’appello mancano i Cinque Stelle che in base agli accordi di maggio fra Emiliano e Conte dovevano rientrare nell’esecutivo dopo le bufere giudiziarie al comune di Bari ed alla Regione Puglia. Tanto che il governatore ha tenuto in caldo per la consigliera Rosa Barone la delega al Welfare che già aveva prima delle dimissioni imposte dal Movimento durante la campagna elettorale per la bufera giudiziaria.

Il gruppo dei pentastellati, tuttavia, chiede ad Emiliano di tornare alla situazione ante-dimissioni con la delega alla cultura (nel frattempo ceduta alle neo assessora Viviana Matrangola) per l’ex consigliere delegata Grazia Di Bari, e la vice presidenza del Consiglio a Cristian Casili, altro componente del gruppo giunto al suo secondo mandato. Sul punto Emiliano ha chiesto chiarezza al movimento Cinque Stelle con una decisione definitiva, dentro o fuori, da comunicare a stretto giro.

Nei prossimi giorni la questione, che s’incrocia con le liti scoppiate al Comune di Bari, dovrebbe risolversi sbloccando così anche il nodo dei direttori di dipartimento (le nomine sono state posticipate a metà settembre) con il capo dipartimento Welfare, Valentina Romano, scelta dalla Barone che in caso di non rientro dovrebbe fare le valigie.

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Regione Puglia, Consiglio in ferie ma in maggioranza resta la tensione

Si lecca le ferite la maggioranza alla Regione Puglia dopo il “martedì nero” in aula che ha visto cadere il Defr e le delibere per avviare l’iter referendario contro l’autonomia differenziata. Due capitomboli fragorosi determinati dal clima di guerra civile che si respira fra gli alleati di governo. Ma anche per le scintille che si stanno creando fra Giunta e Consiglio regionale.

Le tensioni

La conferma nella lite in diretta fra il governatore Michele Emiliano e la presidente Loredana Capone accusata di non aver avuto polso nella gestione della seduta sull’approvazione del fondamentale Documento di economia e finanza, saltato per mancanza dei 26 voti necessari per il quorum qualificato. A cui si aggiungono le critiche per una convocazione che non sarebbe stata concordata con la maggioranza. Ieri in giunta regionale Emiliano è tornato sulla figuraccia in aula assolvendo la maggioranza, ma rincarando la dose contro il vertice del parlamentino.

In sua difesa qualcuno degli assessori ha sottolineato, di contro, il presunto errore tattico commesso dal vicepresidente Raffaele Piemontese che ha chiesto di anticipare il Defr al primo punto facendo saltare per aria l’accordo preso con Azione nella conferenza dei capigruppo. Da qui la decisione dell’esecutivo di rafforzare il controllo e avviare un raccordo sistematico con il Consiglio regionale prima dei test importanti in aula.

Le fibrillazioni

Sullo sfondo restano le divisioni interne ai partiti. I Cinque Stelle, ad esempio, con la consigliera Grazia Di Bari che s’è astenuta sul Defr rispetto ai colleghi Cristian Casili e Marco Galante (Rosa Barone era assente): un voto differenziato che segna la profonda insofferenza della consigliera barlettana delusa dalla mancata promozione in giunta e decisa far valere le sue ragioni fino addirittura dall’uscita al M5s. Il tutto mentre l’opposizione critica il sì al Defr espresso proprio dal M5s che formalmente dovrebbe stare all’opposizione di Emiliano.

In questo scenario si inseriscono anche i mal di pancia di Azione che, oltre a rivendicare la decadenza dei direttori generali che hanno sforato la spesa farmaceutica e la rotazione dei capi di dipartimento, ambisce a un assessorato dopo la federazione con la civica Per la Puglia e la creazione di un gruppo da sei consiglieri regionali. Questioni intricate e complesse in cui agiscono veti, dispetti ed interessi di basso cabotaggio. Provvidenziale l’arrivo della pausa estiva con l’attività politico amministrativa che andrà in vacanza fino a fine agosto. Il Consiglio regionale lavorerà a scartamento ridotto per risparmiare su bollette e costi di gestione con chiusura degli uffici programmata dal 9 al 19 agosto.

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