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Insegnante morì dopo il parto a Brindisi: il pm chiede di nuovo l’archiviazione dell’inchiesta

Per la seconda volta, la Procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo aperta a seguito del decesso dell’insegnante Viviana Delego, originaria di Fasano, morta a 42 anni il 22 dicembre 2022 dopo aver dato alla luce due gemelli nell’ospedale Perrino di Brindisi.

Il gip del capoluogo messapico, Vittorio Testi, nel marzo scorso, accogliendo l’istanza dei familiari della donna, aveva rigettato la richiesta di archiviazione presentata dai magistrati disponendo altri tre mesi di indagine. L’obiettivo era accertare, così come chiesto dalla famiglia della vittima, se il trattamento chirurgico a cui fu sottoposta la 42enne, era stato tempestivo e adeguato.

Secondo la Procura dagli ulteriori accertamenti non sarebbero emerse novità rispetto a quanto già emerso sulla base della documentazione presentata dal consulente incaricato e ha chiesto, così, nuovamente l’archiviazione del caso nato dopo la denuncia presentata dal marito della donna.

Secondo quanto ricostruito la 42enne, già madre di una bimba, fu sottoposta a isterectomia a causa di una grave emorragia successiva al parto. Dalla relazione del primario del reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Perrino di Brindisi che la operò, emergerebbe che sarebbe stato il ginecologo di turno a chiedergli di intervenire perché, per sua stessa ammissione, non sarebbe stato in grado di eseguire l’intervento di asportazione dell’utero.

Dopo l’intervento le condizioni della donna peggiorarono e morì cinque giorni dopo aver partorito.

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Caso Nettis, chiusa l’inchiesta: la Procura di Brindisi chiede l’archiviazione per l’unico indagato

Si chiude con la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Brindisi l’inchiesta sulla morte di Patrizia Nettis, la giornalista 41enne originaria di Gioia del Colle trovata impiccata il 29 giugno del 2023 nell’appartamento in cui viveva a Fasano.

La famiglia, rappresentata dal legale Giuseppe Castellaneta, non ha mai creduto alla tesi del suicidio e ha più volte chiesto la riesumazione della salma affinché fosse effettuata l’autopsia.

La Procura indagava per istigazione al suicidio e atti persecutori nei confronti di un uomo, che in passato ha avuto una relazione sentimentale con la giornalista.

Nei mesi scorsi si era svolta una fiaccolata in ricordo di Patrizia, ma anche e soprattutto in nome della verità, quella verità che i suoi genitori continuano a cercare. «Un’indagine parziale, non ci soddisfa affatto, fatta senza rilievi scientifici sul corpo, sui vestiti, nell’abitazione», commenta il padre di Patrizia, Vito Nettis: «Faremo ricorso se la richiesta dovesse essere accettata», annuncia.

Erano state rese note anche le chat dai contenuti sessisti, con insulti nei confronti della donna. Protagonisti dello scambio di messaggi due uomini, il compagno e l’ex, che la sera del 28 giugno sono stati visti litigare con lei sotto casa, in una conversazione e tre dai toni molto accesi. Nella chat i due uomini, con complicità, la chiamano “cosa”.

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