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Cultura e Spettacoli Italia

Sanremo: tornano le nuove proposte, 24 “campioni” in gara. Ecco il regolamento del Festival

Tornano le nuove proposte, 24 “campioni” in gara e un diverso computo delle votazioni: sono le novità del 75esimo Festival di Sanremo che andrà in onda, dall’11 al 15 febbraio 2025, su Raiuno e sarà condotto da Carlo Conti.

È online da oggi il regolamento del Festival della canzone italiana che nell’edizione 2025, la quarta condotta da Conti, prevede prima tutti i campioni in gara, poi le nuove proposte dalla seconda serata e ancora le cover nella quarta serata che precede la finalissima.

Il programma del Festival

Resiste, la scansione delle serate di Sanremo con il nuovo regolamento: nella prima (il martedì) si esibiranno i 24 campioni in gara e le canzoni verranno votate dalla giuria della sala stampa, tv e web. Durante la seconda serata (il mercoledì) si esibiranno 12 campioni, che saranno votati dal pubblico – attraverso il televoto – e dalla giuria delle radio, ciascuno con un peso pari al 50%. Per il ritorno delle nuove proposte, si affronteranno 2 artisti in una prima semifinale, giudicati invece dal pubblico con il televoto, dalla giuria della sala stampa, tv e web e dalla giuria delle radio, determinando così il primo finalista. Identico il meccanismo e lo svolgimento della terza serata (il giovedì), in cui avrà luogo anche la seconda semifinale tra le altre 2 nuove proposte, individuando così il secondo “giovane finalista”.

La serata della cover

La quarta serata (il venerdì) sarà dedicata alle cover: i cantanti in gara, affiancati da un artista ospite, re-interpreteranno una canzone edita, tratta dal repertorio italiano ed internazionale. Le cover – prevede il regolamento – saranno valutate da tutte e tre le giurie: televoto del pubblico, giuria della sala stampa, tv e web e giuria delle radio. I tre sistemi di votazione avranno un peso percentuale rispettivamente del 34, 33 e 33%, dando luogo ad una autonoma classifica di serata dei 24 artisti. Il primo classificato sarà il vincitore della serata delle cover.

Sempre nella quarta serata, si svolgerà la finale per la categoria nuove proposte fra i due contendenti qualificatisi nelle serate precedenti. Le due canzoni saranno votate dal pubblico con il televoto, dalla giuria della sala stampa, tv e web e dalla giuria delle radio, sempre con peso rispettivamente del 34, 33 e 33% sul risultato complessivo della votazione.

La finalissima

Nella finalissima della quinta serata (il sabato) verranno dapprima eseguite nuovamente le 24 canzoni in gara, che saranno votate dalle 3 giurie ancora una volta con un peso di televoto 34%, giuria della sala stampa, tv e web 33 e giuria delle radio 33%. Il risultato di questa votazione sarà sommato a quello delle votazioni nella prima serata e al risultato congiunto delle votazioni nella seconda e terza serata, al fine di determinare una media percentuale delle votazioni e quindi una classifica delle 24 canzoni in gara. Le canzoni nelle prime 5 posizioni in classifica verranno comunicate senza ordine di piazzamento. Dopodiché, riproposizione delle 5 canzoni finaliste e nuova votazione – con stesse modalità per le tre giurie.

Il vincitore

Il risultato di questa nuova votazione in serata sarà sommato al risultato complessivo delle precedenti votazioni (prima serata, seconda e terza serata, quinta serata), così come risultante nella classifica generale parziale stilata in serata, al fine di determinare una nuova media percentuale delle votazioni riferite alle 5 canzoni e quindi una classifica finale delle stesse 5 canzoni. Così da incoronare il vincitore della 75esima edizione del Festival della canzone italiana.

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Attualità Bari Italia News

Pochi centri estivi, così bimbi e ragazzi vengono trascurati

Per le famiglie che non possono permettersi di andare in vacanza, i centri estivi sono una delle poche alternative valide per permettere ai propri figli di trascorrere del tempo libero produttivo al di fuori dell’orario scolastico. Non si tratta di una necessità solo per i genitori, rispetto alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa. L’accesso a questo tipo di attività riguarda direttamente le opportunità a disposizione del bambino, fin dai primi anni di vita. Ma c’è un dato preoccupante: in Italia solo il 9,8% dei minori tra i 3 e i 14 anni frequenta un centro estivo, e le disparità aumentano se si considerano i diversi territori della Penisola.

L’utilità dei centri estivi

I centri estivi, promossi dal comune anche con il supporto di associazioni sociali e sportive, si rivolgono soprattutto a bambini in età prescolare e agli alunni in età dell’obbligo scolastico, specialmente nel primo ciclo di istruzione. Con un target che quindi di solito varia tra i 3 e i 14 anni di età. La loro funzione è aggregare bambini e adolescenti attraverso l’offerta di attività ludiche, sportive, uscite ricreative, gite, laboratori espressivi e manuali, momenti di gioco strutturato e non. Oltre a vere e proprie attività educative e di formazione, particolarmente preziose quando chiude la scuola, nel contrasto di quello che in letteratura viene analizzato come summer learning loss. Vale a a dire la perdita di apprendimenti durante le chiusure scolastiche prolungate, come quelle per le vacanze estive.

Le disparità territoriali

L’offerta di centri estivi e doposcuola è minore al Sud e nei comuni di medie dimensioni. Gli utenti di questi servizi rappresentano circa il 15% dei minori nell’Italia settentrionale. Percentuale che si dimezza in quella centrale (7,5%) e scende al 2,2% medio nei comuni del sud continentale. Tra le regioni spicca il dato dell’Emilia Romagna. Nei comuni di questa regione gli utenti di centri estivi e attività connesse sono 17,6 ogni 100 minori. Un livello cui si avvicinano solo Lombardia (15,9%), Piemonte (15,2%) e Marche (14,5%). Sopra la media nazionale anche Veneto (12,5%), Toscana (11,1%) e Umbria (10,5%). Al contrario, tutte le regioni del sud continentale si attestano al di sotto di questa soglia. Con l’eccezione dell’Abruzzo (8,7 utenti ogni 100 minori), per tutte le altre regioni centro-meridionali la quota scende sotto il 5%. Agli ultimi posti tra le regioni a statuto ordinario si trovano Calabria (2,3%), Puglia (1,6%) e Campania (1,1%). Il dato non migliora se si considerano le città capoluogo. Tra queste è Milano quella con l’offerta più ampia di questo tipo di servizi (34,89 utenti ogni 100 minori). Seguono, con circa 20 utenti per 100 minori, Verona, Parma, Bologna e Fermo.

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Attualità Italia News Puglia

Ferragosto, bollino rosso in 22 città da nord a sud: settimana rovente e traffico in aumento

Settimana rovente questa di Ferragosto. Le temperature sono da record. Oggi, e domani 15 agosto, secondo il bollettino sulle ondate di calore diffuso dal Ministero della Salute, 22 città su 27 sono nel livello di allerta 3 con possibili effetti negativi sulla salute. Si tratta di Ancona, Bari , Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Bollino giallo (allerta 1) per Catania, Civitavecchia, Messina, Pescara e Reggio Calabria. La stessa distribuzione delle allerte si verificherà nella giornata di mercoledì 14 agosto.

Partenze per il ponte di Ferragosto, traffico in aumento: Nel weekend i primi rientri

Anche questo fine settimana di esodo estivo è segnato dalle partenze per il lungo ponte di Ferragosto. Traffico in costante aumento per gli spostamenti dei viaggiatori che sono rimasti nelle grandi città, e che si concedono qualche giorno di riposo per celebrare il 15 agosto in località più vicine.

Immancabili i viaggiatori pronti per mete più lontane. A partire da sabato 17 e domenica 18 sono previsti i primi rientri a casa. spostamenti in netta crescita dai grandi centri urbani in tutta Italia verso le località di villeggiatura, di mare al sud e di montagna a nord e verso i confini di Stato. Gli itinerari interessati sono, in direzione sud, le principali direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, e in uscita dai centri urbani.

L’intensificazione della circolazione nei principali itinerari turistici

  • A2 “Autostrada del Mediterraneo” che attraversa Campania, Basilicata e Calabria;
  • Statali 106 “Jonica” e 18 “Tirrena Inferiore” in Calabria;
  • Autostrade A19 Palermo-Catania e A29 Palermo-Mazara del Vallo in Sicilia;
  • Strada statale 131 “Carlo Felice” in Sardegna; la strada statale 148 Pontina nel Lazio, arteria trafficata che insieme alla SS7 “Appia” assicura i collegamenti tra Roma e le località turistiche del basso Lazio;
  • Itinerario E45 (SS675 e SS3 bis) che interessa Umbria, Toscana, Emilia Romagna e collega il nord est con il centro Italia;
  • Le direttrici SS1 Aurelia (Lazio, Toscana e Liguria), SS16 “Adriatica” ( Puglia , Molise, Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto).
  • Al nord i Raccordi Autostradali RA13 e RA14 in Friuli-Venezia Giulia verso i valichi di confine, la SS36 “del Lago di Como e dello Spluga” in Lombardia, la SS45 “di Val Trebbia” in Liguria, la SS26 “della Valle D’ Aosta” e la SS309 “Romea” tra Emilia-Romagna e Veneto e la SS 51 “di Alemagna” in Veneto.
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Italia Politica

Nomine Ue, spunta il nome unico: per l’Italia il ministro Fitto resta in cima alla lista

Nel giorno in cui il Parlamento inizia la pausa estiva, dopo la corsa forsennata per approvare una decina di decreti alcuni dei quali in scadenza, Giorgia Meloni non riesce a confrontarsi con i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, in quel vertice a tre che si era ipotizzato nei giorni scorsi. Le distanze sono tante, dalla Rai ai balneari per fare solo gli esempi più noti: «è preferibile prendersi qualche giorno di riposo e affrontare i dossier più scottanti dopo la pausa», raccontano alcuni parlamentari.

I nodi

Anche perché la vertenza “spiagge” riguarda i rapporti con Bruxelles, tanto che si fa sapere come arriverà presto un riordino: è il messaggio fatto filtrare sia in direzione delle associazioni di categoria sia della Commissione europea. Ma l’intesa sulla soluzione tra gli alleati ancora non c’è. Se ne riparlerà prima della fine agosto, quando tornerà a riunirsi il Consiglio dei ministri e quella dovrebbe essere anche l’occasione per condividere l’indicazione del commissario italiano da ufficializzare poi a Bruxelles. Il nome in cima alla lista rimane quello di Raffaele Fitto. Con la novità che potrebbe rimanere l’unica proposta, visto che anche altri Stati membri, notano in maggioranza, hanno avanzato una sola candidatura e non due, come chiesto da Ursula von der Leyen per garantire la parità di genere all’interno del nuovo esecutivo europeo.

I dubbi

Certo rimangono i dubbi su come e quando sostituire il ministro plenipotenziario, che gestisce Pnrr, fondi di coesione, il Mezzogiorno e pure i rapporti con la Ue, ma soprattutto in Fratelli d’Italia scommettono che alla fine sarà il ministro pugliese il prescelto, «è bravissimo dalla parte di chi deve chiedere, ancora meglio averlo dalla parte di chi decide», uno dei ragionamenti. Per quanto riguarda, invece, l’attività parlamentare da coordinare alla ripresa, quando sarà da comporre anche la terza legge di Bilancio del governo Meloni, Alfredo Mantovano, raccontano, si è raccomandato coi ministri di non esagerare con gli emendamenti all’ultimo decreto approvato, un omnibus che facilmente si presterebbe, invece, al classico assalto alla diligenza.

La partita

Infine la partita delle tre regioni chiamate al voto in autunno: Liguria, Umbria ed Emilia Romagna che rischiano di non essere favorevoli alla coalizione che guida il governo. Non è ancora stato deciso se alla fine ci sarà o meno un election day o se invece si affronterà una prolungata campagna elettorale che impatterà inevitabilmente sul clima sempre pieno di insidie quando si apre la stagione del bilancio.

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Attualità Italia

“Mini serrata” nei lidi, ombrelloni chiusi per due ore: scioperano i balneari

Balneari in sciopero, in tutta Italia, ma per metà. Contro l’applicazione della direttiva europea Bolkenstein che richiede non più concessioni tramandate da padre in figlio, non più proroghe per i beni demaniali, ma gare pubbliche che garantiscano equa concorrenza, scende in campo Sib e Fiba (i sindacati dei balneari), pronti a scioperare contro il governo. Per due ore oggi gli ombrelloni daranno chiusi fino alle 9.30.

La spaccatura

Assobalneari però non aderisce. E anche all’interno dei sindacati che promuovono la “serrata” degli ombrelloni, c’è chi dice no.

Il caso Brindisi

Basti pensare che Fabrizio Santarsola, aderente al Fiba Confesercenti e titolare di un lido, lungo il litorale di Fasano, in provincia di Brindisi dice che non aderirà, nonostante sia la sua associazione a promuoverlo: «Lo sciopero non è una buona mossa, la mia proposta – spiega l’imprenditore – era di fare già da maggio una campagna d’informazione entrando nel cuore delle persone sulla storia della balneazione attrezzata in Italia». E pi guardano all’Europa aggiunge: «La situazione – prosegue – andava gestita a monte diversamente. Hanno risolto al 100% in Spagna e Portogallo con 75 anni di proroga, in Francia l’ultima parola è del sindaco che decide a chi dare la concessione a chi offre maggiori garanzie: e chi ne offre di più se non un concessionario che conosci da decenni? In Italia c’è un interesse sulla balneazione attrezzata fortissimo. Grossi gruppi industriali stanno comprando alberghi bellissimi, anche in Puglia, ed hanno bisogno dello sbocco a mare».

Locandine e slogan

Intanto chi aderisce allo sciopero ha tappezzato i lidi di manifesti e locandine, l’obiettivo è essere ascoltati dal governo che dovrebbe fare una legge per “superare” la direttiva europea, in quanto è stata fatta una mappatura che dimostra che in Italia la fascia costiera è così lunga che, oltre ai lidi attrezzati e dati in concessioni decennali e più, ci sono anche spiagge libere che possono essere messe a gara. Insomma una norma che non annulli chi ha messo su 30, 40 anni fa lidi attrezzati di tutto punto, certo impiegando risorse economiche, ma anche usufrendo di beni demaniali.

«La posizione dell’Europa sul tema è netta, riteniamo però necessario trovare una mediazione tra i principi europei e i diritti dgli imprenditori italiani, che hanno affrontato importanti investimenti contando sulla continuità, su un patto fiduciario che è venuto meno. Speriamo – dice Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti – che il dossier torni sul tavolo del governo al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa».

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Attualità Italia News

Frasi sessiste in una Manuale di Diritto, le donne magistrato: «Sconcertante»

“I magistrati… appartengono in maggioranza al genere femminile, che giudica di rado in modo eccellente, ma è in equilibrio molto instabile nei giudizi di merito in materia di famiglia e figli… Senza contare che essi appartengono alla categoria degli psicolabili”. È un passaggio dell’edizione 2024 del Manuale di Diritto privato del professor Francesco Gazzoni, destinato alla formazione delle future generazioni di giuristi.

«Profondo sconcerto» per queste affermazioni esprime l’Associazione Donne Magistrato Italiane (Admi) che parla di frasi che «risultano ancora più gravi e pericolose perché provengono da un accademico, pur da tempo in pensione, e sono – si legge in una nota – all’evidenza, espressione di una cultura maschilista, imbevuta di stereotipi di genere, che denigrano, delegittimano ma anche irridono e offendono tutta la magistratura e, soprattutto, quella parte della componente femminile quotidianamente impegnata nella trattazione dei procedimenti delicati che toccano i diritti personali e personalissimi dei cittadini, generando nei lettori e, quel che è più grave nei discenti, una distorta visione dell’esercizio della giurisdizione».

Le magistrate dell’Admi esprimono «forte amarezza» per «la grave svalutazione del significativo apporto di sensibilità, di esperienza e di conoscenza che le magistrate forniscono all’evoluzione della giurisprudenza anche in un settore quale quello della tutela delle persone “vulnerabili”. Lascia increduli – proseguono – non si può celarlo, leggere nel 2024 espressioni che riportano alla mente le obiezioni che negli anni ’50 si levavano dai settori più corrivi della società contro l’ingresso stesso delle donne in magistratura».

Admi auspica «che il mondo accademico si unisca alle preoccupate critiche espresse anche e soprattutto per evitare che, per l’indiscusso prestigio scientifico del suo autore, quelle affermazioni possano concorrere a formare il bagaglio culturale delle prossime generazioni di giuristi in modo così gravemente distorto, lontano dai principi costituzionali e ingeneroso dell’impegno della Magistratura tutta, e della sua componente femminile, volto all’affermazione nella Giurisdizione di quei principi che pensavamo ormai patrimonio culturale comune e per la cui affermazione continueremo la nostra opera di testimonianza».

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Attualità Brindisi News

Brindisi celebra Gandhi, inaugurato il busto donato dall’India

Un omaggio alla pace e alla nonviolenza. Oggi, Brindisi ha accolto un’importante donazione dall’India: un busto in bronzo raffigurante Mahatma Gandhi, collocato nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II. Alla cerimonia, alla presenza dell’ambasciatrice indiana Vani Sarraju Rao e del sindaco Pino Marchionna, la città ha reso omaggio a una delle figure più emblematiche della storia del Novecento.

Gandhi e Brindisi

Il legame tra Gandhi e Brindisi è profondo: nel 1931, il Mahatma scelse proprio la città pugliese come tappa del suo viaggio di ritorno dall’Inghilterra. Il suo saluto con il fazzoletto bianco, rivolto ai brindisini dal molo, è un’immagine indelebile nella memoria collettiva. «Gandhi è un simbolo universale di pace e tolleranza – ha sottolineato l’ambasciatrice Rao -. La sua eredità ci ricorda l’importanza della nonviolenza e dello sviluppo sostenibile, valori più che mai attuali per le nuove generazioni».

Anche il sindaco Marchionna ha espresso la sua gratitudine per questo gesto, sottolineando come la donazione rafforzi i legami tra Italia e India e confermi la vocazione di Brindisi a città di pace. Il busto di Gandhi, identico a quello presente ad Hiroshima, rappresenta un monito a perseguire un futuro di armonia e rispetto reciproco. Un messaggio che risuona con forza in una città che, proprio come il Mahatma, ha sempre creduto nel potere della nonviolenza.

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Attualità Italia News

Tassa di soggiorno, è bufera sul ritocco dell’imposta: aumenti fino a 25 euro

Ha sollevato innumerevoli proteste da parte delle associazioni di categoria l’ipotesi, contenuta nella bozza di decreto nota come “decreto d’agosto”, sulla possibile riforma della tassa di soggiorno. La proposta prevede la possibilità di estendere la tassa a tutti i 7904 comuni italiani che desiderano applicarla, non limitandola più solo ai capoluoghi e ai comuni turistici. Aumenti significativi anche per gli importi: per pernottamenti sotto i 100 euro si pagherebbe fino a 5 euro, per stanze tra 100 e 400 euro fino a 10, per sistemazioni tra 400 e 750 euro fino a 15 euro, e un massimo di 25 euro al giorno per hotel di lusso con tariffe oltre i 750 euro a notte. Un’altra novità riguarda l’utilizzo dei fondi raccolti: gli incassi potrebbero essere destinati non solo al settore turistico ma anche alla gestione dei rifiuti.

Le reazioni

Non c’è solo Federalberghi a essersi scagliata contro l’aumento della tassa di soggiorno, che per l’associazione di rappresentanza degli albergatori «rischia di frenare lo sviluppo del settore turistico», disincentivando i soggiorni dato che «l’imposta di soggiorno, specie per aziende che applicano tariffe non alte, può incidere notevolmente sulla spesa del singolo, di una coppia o di una famiglia per ciascun pernottamento». Anche CNA Turismo e Commercio ritiene opportuno rimodulare l’applicazione della tassa, in particolare per la fascia più bassa di prezzo. A tal proposito propone di limitare a non oltre cinque euro l’importo per le camere dal costo fino a 200 euro. Inoltre, Il gettito della tassa dovrebbe essere imprescindibilmente vincolato ai servizi legati al turismo, a esempio la riqualificazione di luoghi connessi alla mobilità, dalle stazioni ferroviarie agli aeroporti e ai porti.

Le perplessità di Anci

L’associazione nazionale dei Comuni italiani ha espresso preoccupazione sul contenuto della riforma e delle sue possibili conseguenze se non gestite correttamente. «Non siamo contrari a una riforma dell’imposta di soggiorno ma questa bozza di riforma crea molte preoccupazioni e lascia aperte troppe incognite: di gettito, sui controlli, sugli affitti brevi. Così si rischia di creare ancora più problemi ai gestori e ai comuni. Serve un confronto e vanno almeno garantiti i gettiti dei Comuni», ha spiegato il vicepresidente di Anci e sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. «Si immagina – ha proseguito il sindaco – un nuovo schema tariffario (dalla persona al prezzo della camera) senza alcun confronto sulle variazioni di gettito che ne possono derivare. Il rafforzamento dei controlli non viene considerato, mentre il nuovo schema rende inservibili i dati sui pernottamenti fin qui utilizzati. Il rischio di perdite di gettito è quindi molto serio e non può essere trascurato, proprio mentre l’incremento dei flussi turistici è sì una fonte di entrata per le aree più attrattive, ma comporta anche molti costi aggiuntivi per i servizi comunali, dai rifiuti, ai trasporti, alla vigilanza urbana. Mi auguro che il governo eviti mosse affrettate».

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