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Bari, dopo il caos in Giunta si cerca l’accordo sulla presidenza del Consiglio comunale

Con la revoca della delega a Raffaele Diomede (M5s), il sindaco di Bari, Vito Leccese, torna al centro delle polemiche dopo che il 17 agosto scorso un altro assessore, Carlotta Nonnis Marzano, si era dimessa ad appena 24 ore dalla nomina per alcuni post pubblicati sui social. Dure sono le reazioni intorno al caos che sta caratterizzando nelle ultime settimane la Giunta comunale.

Le reazioni

«Se le sue intenzioni erano quelle di scrivere una pagina di storia, ebbene il sindaco Leccese è riuscito nel suo intento visto che passerà alla storia per le figuracce collezionate nel giro di poco tempo», dichiarano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Antonella Lella, e i consiglieri comunali Antonio Ciaula, Pino Viggiano e Laura De Marzo. «La Giunta più sgangherata degli ultimi 30 anni», l’ha definita invece Fabio Romito, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, aggiungendo: «Non diteci che non ve lo avevamo detto». Il primo cittadino, intanto, mentre asserisce di aver «ascoltato tutti» e valutato «opinioni e punti di vista», avrebbe dato ampio spazio al dibattito, interno così come esterno. «Ora però – afferma – questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine a questa situazione di incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione».

Il consiglio comunale

Intanto si resta in attesa di un accordo definitivo lla nomina del presidente del consiglio comunale, per il cui ruolo resta in ballo il nome di Romeo Ranieri (esponente di “Con Leccese Sindaco”). «Il problema – spiega Alberto Tedesco, ex senatore e socialista – è che pare venga rimesso in discussione da altre forze politiche. Bisognerà quindi capire se terrà fino in fondo. Io apprezzo lo sforzo del sindaco di accontentare tutti e far quadrare un po’ il cerchio, ma a volte quando si cerca di accontentare tutti sicuramente si scontenta qualcuno».

Queste prime battute, dunque, starebbero risentendo della mancanza di coesione tra le forze politiche, specie tra quelle che sostenevano la vecchia maggioranza del sindaco Decaro. Un accordo per il presidente, intanto, dovrà essere raggiunto entro la convocazione del prossimo consiglio comunale. Servirà, per questo, far quadrare i conti della giunta. «Questa situazione interna al partito dei Cinque stelle era imprevista e imprevedibile – aggiunge Tedesco – Diomede mi era sembrato una buona scelta che potesse dare un apporto significativo».

Il futuro del campo largo

In merito al futuro del campo largo, che dopo le ultime battute è indebolito, Tedesco si dice incerto: «Io già subito dopo il voto ho parlato di fine del campo largo e apertura di un “campo vero”, che sia espressione di forze politiche rappresentative e rappresentanti della comunità che le vota». Quello che ora ci si domanda è se la Giunta barese sarà in grado di proseguire il lavoro in maniera positiva per la città. «Poi ci sono anche queste interferenze di chi inizia a prepararsi per le regionali – aggiunge l’ex senatore – Questo complica le cose». Resta dunque da capire se il Partito democratico deciderà di accettare l’accordo sulla presidenza del consiglio comunale e se i Cinque stelle rientreranno a far parte della maggioranza.

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Bari, l’assessora Nonnis si dimette dopo le polemiche social per un suo post contro il Papa. Leccese: «Non condivido toni e contenuti»

«In queste ore si è scatenata una polemica politica sulle dichiarazioni rese, in passato, su un social network, dalla dottoressa Nonnis Marzano, da me indicata come assessora nella nuova giunta». Così il sindaco Vito Leccese in merito alla decisione dell’assessora Carlotta Nonnis Marzano, che, nominata ieri dal primo cittadino di Bari, ha deciso di rinunciare alle deleghe dopo le polemiche nate per alcuni suoi post social del passato, uno in particolare contro il Papa.

«Voglio innanzitutto chiarire che non condivido, nei toni e nei contenuti, i post cui le polemiche si riferiscono ma che, d’altra parte, si tratta pur sempre di libere manifestazioni del pensiero». 

«Sono in contatto con la dottoressa Nonnis Marzano, la quale – continua -, consapevole della polemica che si sta sollevando e delle possibili ricadute negative a discapito della serenità di cui ha bisogno per lavorare bene, mi ha comunicato in queste ore di voler rinunciare all’incarico da me conferitole, anche per preservare la sua libertà di pensiero e di parola, e per tutelare la sua reputazione professionale, da sempre riconosciutale in ogni consesso».

«Reputazione e impegno nelle battaglie ecologiste – conclude Leccese – che mi avevano convinto a sceglierla per affrontare le decisive sfide ambientali che la nostra città ha di fronte».

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Bari, mercato di Santo Spirito nel caos. Nazzarini e Montaruli: «Pessimo inizio per Leccese»


«L’Era Leccese a Bari comincia davvero male». Non usano mezzi termini i responsabili regionali di Fiva-Confcommercio e di CasAmbulanti, Andrea Nazzarini e Savino Montaruli, che hanno ricevuto un provvedimento del Comune di Bari relativo al mercato settimanale del mercoledì a Santo Spirito. Provvedimento a firma del dirigente comunale della Ripartizione corpo di Polizia municipale e Protezione civile, datato 8 agosto.

Il problema

Proprio il mercato del quartiere a nord di Bari è stato più volte al centro dell’attenzione a causa delle assegnazioni dei posteggi che, secondo le associazioni di categoria, non rispetterebbero la legge regionale. Lo stesso dirigente comunale, si legge in una nota diffusa dalle sigle sindacali, aveva assicurato che la situazione sarebbe stata risolta in poco tempo eppure, alcuni mesi dopo, «la condizione di palese ed acclarata illegittimità, messa nero su bianco dal competente settore della Regione Puglia che ha dato ragione ai due sindacalisti ed alle procedure di legge da questi indicate per le assegnazioni dei posteggi, non è stata ancora rimossa». Un’illegittimità alla quale si aggiunge ora il trasferimento di alcuni stalli su altre postazioni.

La posizione dei sindacati

Sull’argomento tornano dunque a farsi sentire i sindacati, secondo i quali a Bari «le cose peggiorano di giorno in giorno e ad essere disorientati non sono solamente gli operatori ma anche le associazioni di rappresentanza, completamente estromesse da qualunque confronto e decisione». Il problema risiederebbe nel fatto che, quando il dirigente sottopose all’attenzione dei rappresentanti sindacali la scelta di quel trasferimento, garantì che non ci sarebbero stati problemi nella collocazione degli stalli così come l’ufficio comunale aveva predisposto e come da planimetria. Oggi, invece, nel provvedimento sarebbero menzionate «diverse problematiche ed incongruenze circa l’ubicazione degli stalli collocati davanti i portoni d’ingresso delle abitazioni private che, di fatto, rendevano incompatibile lo svolgimento dell’attività mercatale con la vivibilità dei residenti». Così come incongruenze esisterebbero fra lo stato dei luoghi e la planimetria originariamente fornita dalla stessa ripartizione, «che ha reso necessario, per garantire la continuità dell’attività lavorativa degli operatori esercenti nel mercato in questione, lo spostamento degli stalli individuati in corrispondenza degli accessi alle residenze private sulla via Suor Maria Lucchesi, originariamente non ricompresa nell’area mercatale».

I dubbi sul provvedimento

Andrea Nazzarini e Savino Montaruli si chiedono, dunque, come sia possibile l’adozione di un provvedimento che prevede l’uso di posteggi liberi, ma senza il rispetto delle procedure di bando previste dalla legge regionale, e come si possa prevedere l’inclusione di nuove aree mercatali non contemplate nel trasferimento del mercato. «Ma davvero a Bari si è arrivato a questo punto? – concludono – Non sappiamo se il sindaco Leccese stia ogni tanto negli uffici comunali a rendersi conto di cosa accade, o se stia sempre per strada seguendo le orme del suo predecessore. Sta di fatto che di fronte a tutto questo non si può tacere e chi stia tacendo non sta certo svolgendo dignitosamente il proprio ruolo».

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Fondazioni liriche, sindaci in allarme: con la riforma si perde l’autonomia decisionale

È allarme tra i sindaci delle città che ospitano Fondazioni lirico-sinfoniche per le ipotesi di riforma attualmente in discussione da parte del Governo e che, secondo quanto scritto dai primi cittadini in una lettera aperta al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, toglierebbero autonomia decisionale alle stesse Fondazioni aumentando l’ingerenza di Roma.

La missiva

«Abbiamo appreso dagli organi di stampa che, all’interno della più complessiva ridefinizione del quadro legislativo riguardante lo Spettacolo dal vivo, sarebbe in avanzato stato di definizione anche una significativa riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, la cui rilevanza è storicamente strategica per le Città dove operano, in quanto rappresentano istituzioni culturali identitarie e di decisiva importanza per i territori su cui insistono. Dato l’assoluto protagonismo dei nostri Comuni nella gestione e valorizzazione delle Fondazioni, anche in considerazione del gravoso impegno economico che questo comporta, siamo a chiedere un incontro urgente per affrontare in maniera condivisa criticità e potenzialità inerenti al settore». A firmare la missiva anche Vito Leccese, che ieri insieme con i sindaci e presidenti delle Fondazioni di Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Verona ha partecipato ad un incontro in sede Anci che si è concluso con una lettera inviata al ministro Sangiuliano nella quale si chiede di convocare un incontro per discutere della annunciata riforma, che è all’esame della commissione Cultura della Camera dei Deputati.

L’appello di Leccese

«È inopportuno che per mero esercizio di potere si metta mano alla governance delle Fondazioni liriche, utilizzando vecchi modelli gestionali che pensavamo di aver abbondantemente superato – ha spiegato il sindaco di Bari che è anche presidente della Fondazione lirico-sinfonica Teatro Petruzzelli – Non solo non siamo disposti a tornare indietro, ma anche riteniamo che Fondazioni eterodirette e scollegate dal territorio non abbiano ragione di esistere, poiché non servirebbero al territorio e men che meno alla crescita culturale del nostro Paese». Fiducia nell’ambito della gestione e autonomia sulle scelte di indirizzo delle Fondazioni sono le principali richieste avanzate dai sindaci. «La attuale composizione dei Consigli di indirizzo – afferma ancora Leccese – in cui siedono con competenza i rappresentanti degli enti locali, in sinergia con il Ministero, rappresenta il cuore pulsante dei cittadini e dei territori in cui le Fondazioni operano. Al governo chiediamo fiducia e la giusta autonomia che riteniamo di meritare». In Commissione alla Camera è stato invece sottolineato il consistente sostegno assicurato dallo Stato al settore lirico-sinfonico, che a far data dall’anno 2023 si è assestato nella misura di 200 milioni di euro, anche in considerazione del percorso di rinnovo del contratto nazionale di settore. Somma superiore al sostegno complessivamente assicurato dagli Enti territoriali che, al 31 dicembre 2023, ammonta a circa 104 milioni di euro, di cui circa 57 milioni di euro provenienti dai Comuni e circa 47 milioni di euro dalle Regioni, i quali concorrono per legge.

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