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In Puglia arriva il treno del futuro: collegherà le città all’aeroporto di Brindisi

Una notizia che rivoluzionerà la mobilità in Puglia: a partire dal 2026 sarà possibile raggiungere l’aeroporto del Salento direttamente in treno, senza più attese e disagi. Lo annuncia la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, commentando l’avvio dei lavori di realizzazione di un nuovo binario, raccordi e stazione all’interno dello scalo aeroportuale.

«Un’opera fondamentale – sottolinea Capone – che consentirà di collegare in modo rapido e efficiente le principali città della Puglia all’aeroporto, riducendo notevolmente i tempi di percorrenza. In soli 34 minuti si potrà viaggiare da Lecce, mentre da Brindisi basteranno 10 minuti».

Un progetto ambizioso, finanziato dalla Regione Puglia con 153 milioni di euro, che nasce dalla volontà di colmare un gap infrastrutturale storico e di rendere la Puglia sempre più competitiva a livello nazionale e internazionale. «Se vogliamo davvero crescere e svilupparci – afferma la presidente – dobbiamo investire sulle infrastrutture. Per troppo tempo il Sud è stato penalizzato, ma grazie a uno sforzo congiunto di Regione e istituzioni europee stiamo finalmente recuperando il terreno perduto».

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Emiliano-Capone, tensione alle stelle dopo l’ennesimo flop nel Consiglio regionale pugliese

Che succede fra il governatore Michele Emiliano e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone? I rapporti fra le due massime cariche istituzionali della Regione sembrano scivolati ai minimi termine. Il culmine s’è raggiunto nell’ultima seduta del Consiglio, una delle più imbarazzanti della storia recente. In un sol colpo il parlamentino è riuscito nell’impresa di non approvare il Documento di economia e finanza (Defr), per legge da adottare entro fine luglio e per giunta sollecitato dalla Corte dei conti. Ma soprattutto il secondo flop consecutivo per le delibere finalizzate a completare l’iter per la richiesta del referendum contro l’autonomia differenziata dopo che nell’ultima seduta qualcuno aveva dimenticato di inserire i nomi dei delegati chiamati a i quesiti al timbro della Cassazione. Insomma due clamorose figuracce per la Puglia al cospetto delle altre quattro Regioni di centrosinistra che hanno già ultimato le procedure per lanciare la crociata referendaria contro la legge Calderoli.

Lo scontro

In una pausa di questo rocambolesco Consiglio regionale il presidente Emiliano ha sgridato platealmente Capone, per giunta in pubblico: «Non sai gestire i lavori del Consiglio – le ha detto visibilmente irritato – Non controlli i numeri della maggioranza e convochi sedute al buio, senza verificare in anticipo presenze e assenze». La presidente salentina non s’è scomposta e ha replicato a tono: «I numeri e l’accordo in maggioranza c’erano eccome – ha risposto a Emiliano – Bastava solo che il tuo vicepresidente non prendesse il capriccio di far invertire l’ordine del giorno piazzando al primo punto il Defr e stracciando l’intesa raggiunta nella riunione dei capigruppo». L’altro giorno, durante la riunione della giunta regionale, Emiliano ha ripreso l’argomento: «La mia maggioranza gode di ottima salute, non ha problemi di tenuta. L’unico problema che abbiamo riguarda la perenne disorganizzazione della presidenza del Consiglio». Per il futuro il presidente ha chiesto alla giunta di inviare d’ora in poi un assessore in Consiglio a vigilare, una sorta di “carabiniere” dell’esecutivo, una “sentinella” che controlli le convocazioni del parlamentino e la verifica dei numeri.

Lo strascico

Nessun commento sull’incidente diplomatico dalla presidente Capone. Anche se da ambienti a lei vicini trapela la delusione per l’attacco ricevuto, ritenuto ingeneroso. Di certo la presidente non ci sta a fare il capro espiatorio di responsabilità altrui. «In primis – sussurra qualcuno – dello stesso presidente Michele Emiliano».

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