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Bari, 33 anni fa l’arrivo della Vlora: a Desiati, autore di “Mare di zucchero”, le chiavi della città

Nel 33esimo anniversario dell’arrivo della nave Vlora, con a bordo 20mila profughi albanesi, nel porto di Bari, il sindaco del capoluogo pugliese Vito Leccese ha consegnato a Mario Desiati, autore di “Mare di zucchero“, edito nel 2014 da Mondadori, le chiavi della città.

La Vlora, ha detto Leccese durante la cerimonia, «partì da Durazzo letteralmente ricoperta da migliaia di persone, come un pezzo di frutta assalito dalle formiche: ricordo che quando la vedemmo avvicinarsi al porto di Bari, di fatto lo scafo era letteralmente invisibile, scomparso sotto un brulichio di persone».

Leccese ha confessato che qualche giorno fa, durante la celebrazione eucaristica per la festa patronale di San Nicola a Torre a Mare, il parroco, citando proprio Desiati, ha detto che «i santi più importanti arrivano dal mare, a mani nude ma con il cuore pieno di miracoli». E, in questo senso, il racconto della Vlora che Mario ci ha donato «ha uno straordinario valore i termini di testimonianza e di riflessione collettiva».

Desiati «con uno sguardo poetico e acuto racconta il Sud e il mondo, libero da provincialismi e luoghi comuni», ha affermato Leccese: «La sua scrittura, capace di seminare dubbi e domande – ha aggiunto -, dà voce a sogni universali e aspirazioni legate alla nostra terra di Puglia», ha aggiunto.

Con “Mare di zucchero” Desiati ha scritto «un romanzo che racconta le grandi migrazioni del secondo Novecento attraverso gli occhi di due ragazzi uniti dal desiderio di libertà», ha sottolineato Leccese ringraziando lo scrittore «per averci fatto scoprire la bellezza della nostra terra e la complessità della vita».

Le commemorazioni per il 33esimo anniversario dell’arrivo della Vlora a Bari proseguiranno nel pomeriggio, a San Girolamo, con un momento di riflessione che culminerà con la presentazione della gigantografia dell’iconica foto “Sono persone” scattata da Lorenzo Turi.

Desiati: «La Puglia dopo il 1991 è una Puglia migliore»

«Per me questo riconoscimento è molto emozionante perché Bari è forse la città in cui ho vissuto più a lungo dopo Roma e Berlino», ha ricordato Mario Desiati. «Il collegamento di questa giornata è il mio “Mare di zucchero” che ho inizialmente scritto per un pubblico di ragazzi ma che è stato letto anche da molti adulti. Da pugliese – ha aggiunto -, ritengo che non siamo mai fino in fondo consapevoli di essere in un luogo in cui si incrociano i traffici di tutto il mondo: tutti passano dalla Puglia, l’ho imparato da un grande maestro Franco Cassano, e tutti quelli che ci passano lasciano qualcosa».

Bari, ha detto ancora lo scrittore, «è al centro di grandi connessioni culturali. Proprio in questa città si è cristallizzato qualcosa che discende dal nostro legame speciale con il popolo albanese, siamo come fratelli divisi dal mare. E il mare è nutrimento, sono le persone che sono venute qui: c’è una Puglia prima e dopo il 1991, lo dico sempre, e la Puglia dopo il ’91 è la Puglia migliore».

Desiati ha evidenziato che «chiunque abbia vissuto quei giorni del 1991 in prima linea, come il sindaco, o anche da semplice spettatore, sa che non c’è futuro se non c’è memoria. La memoria è fondamentale, certo, ma non è facilmente trasmissibile perché è facilmente manipolabile: per questo dobbiamo attenerci ai fatti, riflettendo su cosa eravamo prima di allora. La Puglia è sempre stata terra di partenze, terra di emigranti. Ognuno in famiglia ha qualcuno che è dovuto partire».

Lo scrittore ha poi fatto riferimento alla strage di Marcinelle, di cui oggi ricorre il 68esimo anniversario, «ha visto morire moltissimi pugliesi».

La pergamena con le motivazioni del riconoscimento consegnato a Mario Desiati

A Mario Desiati, che nei suoi romanzi racconta il sud e il mondo con uno sguardo poetico e acuto, al tempo stesso dolce e rude, libero da provincialismi e luoghi comuni.

Desiati appartiene a quella generazione di scrittori che hanno portato la terra di Bari e la Puglia fuori da qualsiasi cliché letterario per dar voce ad aspirazioni, pulsioni, sogni universali eppure legati a luoghi e contesti del tutto particolari. La sua è una scrittura che rifugge l’assertività per seminare dubbi e domande e raccontare la complessità partendo da una condizione personale di ricerca costante di senso e di felicità che incrocia grandi questioni sociali e politiche.

Le chiavi della città di Bari vogliono essere insieme il riconoscimento di uno straordinario percorso autoriale e il suggello di un legame che ha radici nella stessa terra, la nostra, bellissima terra di Puglia.

Consegnargli questo riconoscimento nel trentatreesimo anniversario dell’arrivo della Vlora è anche un omaggio al suo “Mare di zucchero”, un romanzo che racconta l’irrompere della storia delle grandi migrazioni del secondo Novecento nella città di Bari attraverso gli occhi di due ragazzi, divisi da qualche chilometro di mare, da lingue e culture diverse e da vite opposte ma accumunati dall’energia inesauribile dell’adolescenza e da quel desiderio di libertà che è la molla dei grandi cambiamenti.

Un romanzo di formazione e di passione, l’incontro di due mondi lontani che brucia ogni distanza nello stesso anelito alla vita e alla scoperta.

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L’arrivo della Vlora a Bari: la foto iconica diventa una gigantografia. A Desiati le chiavi della città

Una data che ha cambiato la storia dell’immigrazione del Novecento e che vede Bari come protagonista assoluta degli eventi.

Era l’8 agosto del 1991 quando nel porto del capoluogo pugliese approdò la motonave Vlora con a bordo 20mila profughi albanesi.

Un evento che mise alla prova le capacità di accoglienza della città capace di dimostrare tutta la sua umanità.

Domani, in occasione del 33esimo anniversario dell’arrivo della Vlora, il Comune di Bari ha deciso di celebrare l’evento con due appuntamenti.

Le chiavi della città a Mario Desiati

Si parte con la consegna delle chiavi della città a Mario Desiati – appuntamento alle 11:30 a Palazzo di Città – autore di “Mare di Zucchero“, pubblicato da Mondadori nel 2014, che ripercorre quegli eventi.

Alla cerimonia interverranno il console di Albania a Bari Artur Bardhi, l’assessore regionale Gianni Stea (che porterà il saluto del governatore), l’assessora alle Culture Ines Pierucci, la consigliera metropolitana delegata alla Cultura Francesca Pietroforte e Gianni Di Cagno, Mimmo Magistro, Luca Turi, Alessandro Piva, Nicola Montano e Saverio D’Alonzo, testimoni dell’evento cui anche l’attuale sindaco Vito Leccese partecipò da giovane assessore della giunta guidata da Enrico Dalfino, oltre ai familiari di quest’ultimo.

La gigantografia dell’iconica foto “Sono persone”

In serata, alle 19, in largo Sono persone 8.8.1991″ (via Vito de Fano 29), a San Girolamo, alla presenza del sindaco Leccese, dell’assessora Pierucci e del presidente di Arca Puglia Centrale Piero De Nicolo, si terrà un momento di riflessione sui valori civili e umani dell’apertura, dell’accoglienza e dell’integrazione.

Per l’occasione il comitato spontaneo che si riunisce presso largo “Sono persone” ha realizzato una gigantografia (180×260 cm) del famoso scatto che testimonia lo sbarco dei 20mila albanesi realizzato da Lorenzo Turi, allora sedicenne.

Il pannello, donato al Comune di Bari, integrerà l’opera “Sono persone 8.8.1991” di Jasmine Pignatelli, installata sulla facciata dell’edificio di edilizia popolare di Arca Puglia Centrale e poi completata con la scultura gemella a Durazzo in Albania in occasione del trentennale dello sbarco della Vlora.

Alla cerimonia parteciperanno, tra gli altri, Lorenzo Turi, Francesco Rossini, rappresentante del comitato spontaneo, Eva Meski, arrivata a Bari con la Vlora e rappresentante dell’associazione “Le Aquile di Seta”, Pino Rana e Filomena Lisco del Circolo Acli La Pira, testimoni dello sbarco, e Jasmine Pignatelli che, insieme a Giuseppe Dalfino, ha coadiuvato e sostenuto le intenzioni del comitato.

A seguire si terrà un reading di Marco Grossi della compagnia Malalingua su letture di don Tonino Bello, con accompagnamento vocale a cappella di Monica De Giuseppe. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Teatro pubblico pugliese.

Il comitato promotore dell’iniziativa è costituito da cittadine e cittadini di Bari, italiani e albanesi, e dai residenti di San Girolamo che perseguono l’obiettivo comune di valorizzare, conservare, tutelare e divulgare i valori di amicizia e accoglienza che l’opera d’arte di Jasmine Pignatelli veicola attraverso le parole tradotte in linguaggio morse pronunciate dall’allora sindaco Enrico Dalfino: «Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza».

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