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Brindisi News Politica

Meloni, al vertice in masseria spunta Fontana: si riapre la partita su Rai e Ue

A sorpresa il vertice, annunciato da settimane, tra la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e il suo vice Matteo Salvini è rimbalzato sulle chat e nelle telefonate tra i dirigenti delle opposizioni perché ai cancelli di masseria Beneficio, dove la premier sta trascorrendo le vacanze con i familiari, si è presentato anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana. «Che c’entra un’alta figura istituzionale in un vertice politico?», si sono chiesti dal campo largo. Anche perché, annusate le voci interne alla maggioranza, Meloni e Salvini si sono affrettati ad allargare telefonicamente la discussione all’altro vice, Antonio Tajani di Forza Italia. Un invito che ha trasformato quello che all’inizio era stato definito “un semplice saluto” in un vero e proprio summit. Tanto che, al termine, Meloni ha aggiornato la discussione al 30 agosto. A Roma questa volta. Una data che segue immediatamente il consiglio dei ministri in cui si dovrà decidere chi indicare a Ursula Von der Leyen quale commissario europeo per l’Italia.

La posizione di Fitto

Una scelta che è stata oggetto dell’incontro di ieri e su cui resta ancora in pole il nome del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Una figura che è nel gradimento della stessa presidente della Commissione europea e su cui Meloni non avrebbe dubbi se non fosse per il grattacapo che seguirebbe circa la distribuzione delle deleghe detenute attualmente dall’esponente politico di Maglie. Incentrato sul dossier europeo e sulle questioni interne come le nomine in Rai e nelle Ferrovie dello Stato – e soprattutto la manovra economica che sarà il cahiers de doléances della ripresa – l’incontro a bordo piscina, tra caffè e apertivo rigorosamente con prodotti pugliesi, si è prolungato dalle 15.30 fino a oltre le 18 ed è stato caratterizzato dalle poche parole pubbliche rilasciate da Meloni.

Il caso di Arianna Meloni

Dichiarazioni circa la polemica che ha investito in questi giorni sua sorella, a cui alcuni esponenti dell’opposizione hanno imputato la presenza “inopportuna” ad un vertice proprio sulle nomine pubbliche. Un’accusa che ha fatto ipotizzare, come scritto ieri dal direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti, una possibile “macchinazione” in atto da parte di alcune forze di opposizione insieme a qualche magistrato per aprire inchieste sui dirigenti di Fdi, a cominciare proprio dalla sorella della presidente del Consiglio. Secondo Meloni «è uno schema già visto con Silvio Berlusconi e se fosse vero sarebbe gravissimo».

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Attualità Bari Cronaca News

Disordini nel carcere di Bari, Caiazza: «È la disfatta dello Stato. Rivolte e suicidi destinati ad aumentare»

«La vicenda di Bari non sorprende affatto. Anzi, sono certo che non si tratterà dell’unico episodio, viste le condizioni in cui vivono i detenuti e le misure recentemente varate dal governo Meloni»: ne è convinto Giandomenico Caiazza, avvocato tra i più affermati in Italia e per lungo tempo presidente dell’Unione delle Camere penali (Ucpi).

Avvocato, che cosa pensa dei fatti di Bari?

«Faccio una premessa: nessun atto di violenza o sopraffazione può essere accettato. Detto ciò, certi episodi drammatici sono la spia di una situazione esplosiva. Eppure qualche esponente del governo Meloni minimizza e si abbandona a dichiarazioni irresponsabili. Il sospetto è che manchi una totale comprensione della realtà».

E qual è la realtà?

«La realtà è fatta di dieci o 12 persone ammassate in celle che ne potrebbero contenere quattro con temperature che, al momento, sfiorano o addirittura superano i 40 gradi. Quelle dei detenuti sono condizioni di vita intollerabili e lesive della dignità umana, nelle quali può succedere qualsiasi cosa. Ecco perché episodi violenti come quello di Bari non sorprendono. Anzi, se ne verificheranno altri, come c’è da aspettarsi che anche i suicidi in cella aumenteranno».

Colpa del governo Meloni?

«La situazione delle carceri è la Caporetto dello Stato italiano. Ma questa disfatta ha molti padri, quindi non solo il governo Meloni. Di sicuro l’attuale esecutivo sembra aver firmato una cambiale con un certo elettorato. E questa cambiale impone parole d’ordine come “niente svuota-carceri” o una concezione della certezza della pena tutta orientata verso il carcere».

Quindi le misure recentemente varate dal governo Meloni per arginare il sovraffollamento sono insufficienti?

«A dir poco. Direi che sono provocatorie. Secondo il ministro Nordio, gli accordi volti a far sì che gli stranieri scontino la pena nel Paese di origine consentiranno di abbattere il numero dei detenuti di 5-10mila unità. Ma il ministro sa che significa identificare uno straniero, stipulare un accordo col suo Stato di provenienza e fare in modo che quest’ultimo gli faccia scontare la pena? Ancora, il ministro parla del trasferimento dei tossicodipendenti dalle carceri alle comunità. Ma sa che queste ultime sono da tempo al collasso? Certi annunci possono convincere chi non conosce la realtà del carcere, non altri. Non è serio dire certe cose».

Lei ha mai visitato il carcere di Bari?

«Con Ucpi e Radicali, oltre che per motivi professionali, ho visitato decine e decine di carceri. Inclusa la casa circondariale di Bari».

E che ricordo ne conserva?

«Ciò che accomuna tutte le carceri è l’odore nauseabondo che si percepisce al loro interno. E poi vedo ancora le persone ammassate, le brandine accatastate, i bagni a vista. Soprattutto, però, ricordo il senso di angoscia e di abbandono dei detenuti».

Una riflessione la meritano le Rems, visto che la rivolta di Bari ha avuto tra i protagonisti un paziente psichiatrico…

«Le Rems dimostrano come, in materia di detenzione, non ci sia una sola cosa dello Stato che funzioni. Perciò parlo di Caporetto dello Stato».

Come se ne esce?

«La proposta Giachetti-Bernardini sulla liberazione anticipata mi sembra ragionevole. Consiste nell’aumentare i giorni di premio per i detenuti, in maniera tale da incrementare le scarcerazioni. Non sarebbe un meccanismo automatico, ma subordinato alla valutazione da parte del giudice e alla valorizzazione del comportamento positivo del detenuto. In questo modo, 10mila persone alle quali restano da scontare pochi mesi di reclusione potrebbero davvero abbandonare le celle».

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Brindisi Italia News

Salvini e Fontana in masseria dalla premier Meloni, poi chiamano Tajani: vertice informale a Ceglie Messapica

Un incontro informale in masseria a Ceglie Messapica con la premier Giorgia Meloni. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è arrivato alle 15 circa, nel resort dove da una settimana soggiorna la presidente del Consiglio. Pochi minuti dopo il suo arrivo si è presentato anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Poi hanno chiamato telefonicamente l’altro vicepremier, Antonio Tajani. Non si esclude un confronto su alcuni dossier che riguardano le nomine Rai, Ue e la manovra. I tre leader del centrodestra avrebbero fatto il punto sui principali temi di attualità politica, in vista della ripresa.

È durato poco più di due ore il vertice politico. Il leader della Lega ha lasciato il resort attorno alle 18.15. All’interno della struttura, nelle campagne del Brindisino, poi il presidente della Camera Lorenzo Fontana, in vacanza in Puglia in questi giorni. A Masseria Beneficio ci sono da giorni anche la sorella della premier Arianna con il marito e ministro Francesco Lollobrigida, il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato.

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Cronaca News Puglia

In aumento i minori denunciati o in cella, in Puglia è boom di ragazzi in carico ai servizi sociali

Altro che decreto Caivano. La norma approvata quasi un anno fa dal governo Meloni non sembra aver placato le baby gang che continuano a imperversare da Nord a Sud. La conferma è contenuta nei dati relativi a minorenni e giovani adulti in carico ai servizi minorili al 15 luglio scorso: in aumento sono sia i ragazzi denunciati penalmente sia quelli reclusi nei 17 penitenziari sparsi sul territorio nazionale. E la Puglia, ovviamente, non fa eccezione.

I numeri

Il dossier restituisce una fotografia impietosa. Nel distretto di Corte d’appello di Bari – che comprende non solo il capoluogo e provincia, ma anche la Bat e il Foggiano – i minori e giovani adulti in carico agli uffici di servizio sociale sono aumentati di 274 unità nel 2024, toccando addirittura quota 1.240. Dati in aumento anche in Salento, dove i minorenni “fragili” sono passati da 380 a 494, facendo segnare un incremento di 114 unità.

Aumento altrettanto evidente, sebbene più contenuto, a Taranto e dintorni, dove i ragazzi in carico agli uffici di servizio sociale sono passati da 218 a 286, cioè 68 in più. Non se la passa meglio il Potentino, dove i ragazzi “difficili” risultano quasi raddoppiati: da 182 a 325 in poco più di sette mesi. Poco incoraggianti anche le statistiche relative alle presenze negli istituti penali per minorenni: al 15 luglio scorso erano 32 gli ospiti del “Fornelli” di Bari e 17 quelli nella struttura di Potenza.

Il decreto Caivano

I numeri certificano il fallimento del decreto Caivano, approvato nell’autunno del 2023 con l’obiettivo di contrastare la criminalità giovanile. Ne è convinto Raffaele Diomede, educatore pedagogista ed esperto in devianza minorile, secondo il quale quella norma ha addirittura compromesso la struttura della giustizia minorile italiana così come concepita dal legislatore che, nel 1988, aveva orientato il processo minorile al superiore interesse del fanciullo. «Quell’approccio – spiega Diomede – subordinava il potere punitivo alla ricerca del percorso migliore per il recupero del giovane. Oggi si ha l’impressione che la legge 159 di conversione del decreto Caivano rinunci a quell’attenzione individualizzata che noi operatori riuscivamo a garantire».

Il carcere

A destare preoccupazione sono anche le risse recentemente scoppiate nel “Fornelli” in cui, come denunciato coordinamento sindacale penitenziario Cosp, si ritrovano minori stranieri non accompagnati, giovani con problemi psichiatrici, ragazzi con alle spalle storie tragiche o dipendenti da alcol, droga e psicofarmaci. «Per loro sarebbe necessario un altro tipo di intervento, dunque non solo la privazione della libertà – continua Diomede – La giustizia riparativa è statisticamente più efficace in termini di diminuzione sensibile delle recidiva rispetto a sbarre e manette».

La proposta

Insomma, servono strategie differenti davanti a una moltitudine di giovani che esprimono il loro disagio picchiando, denigrando, violentando e controllando piazze di spaccio come sul set di “Gomorra”. «Fondamentale è potenziare i servizi dedicati all’area penale minorile e a rischio devianza – conclude Diomede – anche attraverso una serie di interventi strutturati e complementari che non riguardino solo i percorsi formativi, ma che sostengano percorsi culturali e di orientamento alla bellezza, all’affettività, alla dimensione sociale e a quella introspettiva che, dopo la pandemia, rappresenta la principale urgenza da affrontare».

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Ferragosto in Puglia per la premier Meloni: sui social auguri e la foto in piscina con la figlia

“Siate felici con le vostre famiglie, i vostri cari e le persone che amate. Buon Ferragosto a tutti”: ecco il messaggio di auguri postato sui social da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio dei ministri e leader di Fratelli d’Italia, in vacanza in Puglia, ha pubblicato anche una foto che la ritrae mentre gioca nella piscina di una masseria con la figlia Ginevra.

Meloni è già da qualche giorno nel Brindisino, ospite di una masseria di lusso, insieme con la figlia Ginevra e l’ex compagno Andrea Giambruno. Presenti anche Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria di Fratelli d’Italia, e il suo compagno Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura.

Nei giorni scorsi Giambruno e Lollobrigida erano stati avvistati in alcuni negozi del Brindisino mentre erano intenti a fare la spesa. Nessuna traccia di Meloni e della figlia, comparse per la prima volta nello scatto che la presidente del Consiglio ha appena pubblicato sui social a corredo del messaggio di auguri.

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Italia Politica Puglia

Valle d’Itria, blitz nella masseria di Meloni. «È per la sicurezza nazionale»

Con in mano un fantomatico progetto per un innovativo sistema militare per la sicurezza nazionale, ieri mattina due uomini hanno tentato di consegnarlo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, bussando al cancello della Masseria Beneficio, nelle campagne della Valle d’Itria. Dopo aver parcheggiato l’auto davanti all’ingresso dove la premier sta trascorrendo i suoi giorni di vacanza, i due, residenti nella provincia di Brindisi, hanno candidamente citofonato spiegando il loro intento. Dopo il primo “no grazie” pronunciato al citofono la sicurezza si è avvicinata chiedendo cortesemente ai due uomini di spostare l’auto e di allontanarsi.

Il progetto a Crosetto

Stando a quanto dichiarato dalle due persone, il loro obiettivo era far pervenire questo progetto al ministro della Difesa Guido Crosetto che «non può rimanere all’oscuro del suo contenuto». Intanto, il buen retiro della leader di Fratelli d’Italia è già in linea con le tradizioni consolidate da cinque anni di vacanze estive nella stessa location.

Le bontà pugliesi

Anche ieri sono giunti nella masseria, alcuni prodotti tipici pugliesi preparati per la premier che, tra la pace e all’ombra degli ulivi pugliesi, continua a occuparsi dell’agenda di governo e della politica estera soprattutto. Infatti, sempre nella giornata di ieri Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, a cui ha ribadito il convinto sostegno dell’Italia alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all’autodifesa di Israele, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni unite, Unifil, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano. Così come sono giunte le note polemiche su una presunta presenza della sorella, Arianna, a un vertice per le nomine Rai che ha fatto levare gli scudi alle opposizioni. Al termine degli impegni di lavoro, però, Meloni non ha rinunciato a una passeggiata nel centro di Ceglie in compagnia della sorella, che è stata raggiunta dal marito, Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura. Così come ha varcato il cancello il compagno della stessa premier Andrea Giambruno. Le due signore si sono concesse un gelato in centro, per poi far ritorno a Beneficio.

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