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Energia da fonti rinnovabili in Puglia: per i nuovi parchi eolici quasi 4mila posti di lavoro

La transizione ecologica potrebbe essere un buon affare, anche per il mondo del lavoro e, di conseguenza, per il mondo giovanile del sud. Secondo lo studio elaborato, all’inizio di quest’anno, da The European House Ambrosetti, ipotizzando di realizzare in Italia 20 gigawatt entro il 2050, si potrebbero generare circa 27mila nuovi occupati, 1.350 per ciascun gigawatt realizzato.

Il caso pugliese

Per quanto riguarda la Puglia, per lo sviluppo dei due parchi eolici galleggianti proposti dal partenariato Nadara-BlueFloat Energy, ‘Kailia’ al largo della costa di Brindisi e ‘Odra’ al largo della costa meridionale della provincia di Lecce, Ksenia Balanda, direttore generale del partenariato, ricorda che «per la fase di costruzione di ciascun parco prevediamo di occupare 1.500 persone con picchi di 4mila, mentre, durante l’esercizio trentennale, saranno circa 150 gli addetti alla manutenzione di ogni impianto. Poiché serviranno figure professionali, anche specializzate, prevediamo di formare numerose risorse umane presenti sui territori».

Energia meridionale

Insomma, dal punto di vista dell’energia, il Mezzogiorno si conferma essere il serbatoio green del Paese con oltre il 39 per cento del totale dei gigawattore generati da fonti rinnovabili. Proiezioni che fanno immaginare che al sud si possa restare. D’altronde, che l’emigrazione per motivi di lavoro possa essere solo una libera scelta e non più dettata dalla necessità per tanti giovani, soprattutto quanti possiedono qualifiche, specializzazioni e skill, lo conferma anche la congiuntura economica del Mezzogiorno, che dopo un 2023 positivo con il Pil a più 1,3 per cento rispetto al più 0,9 dell’Italia, certifica la crescita anche nel 2024, contribuendo attivamente alla competitività del Paese.

Lo studio

Numeri che emergono dall’ultima edizione del “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo. Dall’analisi emerge una crescita dell’export: nel primo trimestre dell’anno si registra un più 5,8 per cento, in controtendenza con il dato nazionale che vede un calo del 3,5. Aumenta l’occupazione: a fine 2023 nel Mezzogiorno si contano 6,3 milioni di occupati, quasi il 27 per cento del totale Italia, con una crescita maggiore del dato nazionale, più 3,1 contro più 2,1. Si rafforza il tessuto imprenditoriale: nonostante un lieve calo delle imprese, cresce il numero delle società di capitale di oltre il 4 per cento nel primo semestre 2024 rispetto al dato 2023 che segnava più 3,3 in tutta Italia. Infine, al sud a luglio si contano anche 607 piccole e medie imprese innovative, pari al 21 per cento dell’intera Italia e in crescita del 16,3 per cento rispetto all’anno precedente, quando la crescita nazionale è stata del 13,4; le startup innovatine, dal canto loro, sono 3.702, il 28,8 per cento di tutto il Paese e, nonostante un calo, mostrano performance migliori rispetto al dato nazionale con -1,7 contro -7,2 per cento. Se a tutto questo si aggiungono i dati del turismo, l’ottimismo è d’obbligo: con oltre 24,3 milioni di arrivi e 86,1 milioni di presenze, tra cui molti stranieri, si raggiunge quasi la parità con i valori pre-pandemici. Le sole presenze estere hanno già raggiunto il 101 per cento e le previsioni per il 2024 non lasciano dubbi sul pieno recupero di tutti i valori. «Come ormai tradizione, il Panorama di mezz’estate fa il punto sul quadro socioeconomico del Mezzogiorno, sui punti di forza e sulle leve che possono guidarne la crescita», afferma Massimo Deandreis, direttore generale Srm, che aggiunge «Le prime stime 2024 del Pil meridionale, le buone dinamiche dell’export ed il costante rafforzamento del tessuto produttivo confermano la tendenza ad un riallineamento dell’economia del Sud alla media italiana. Ci sono quindi chiari segnali che un processo di convergenza, dopo lunghi anni in cui il Mezzogiorno cresceva sempre meno del resto d’Italia, si è avviato».

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Cronaca Foggia News

Da Foggia a Pescara, sgominata la banda dei furti di rame dalle pale eoliche: 7 arresti

Un’operazione congiunta dei carabinieri di Popoli e Foggia ha portato allo smantellamento di una pericolosa organizzazione criminale dedita ai furti, alle rapine e alle estorsioni. Dodici persone, di cui sette ai domiciliari e cinque con altre misure cautelari, sono finite in manette al termine di un’indagine durata un anno e mezzo.

La banda, composta da dieci uomini e due donne, avrebbe messo a segno oltre 25 colpi nelle province di Pescara, Ascoli Piceno e Foggia, concentrandosi soprattutto sui furti di rame all’interno delle pale eoliche, causando danni per oltre 200mila euro. Ma le loro attività illecite non si limitavano a questo: furti in abitazione, rapine ed estorsioni completavano il loro ampio raggio d’azione.

L’indagine è partita da Manoppello a seguito di un furto di un camion e di diverse bobine d’acciaio ai danni di due aziende. Gli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno ricostruito un’organizzazione criminale ben strutturata, capace di agire con professionalità e rapidità. I membri della banda si occupavano di tutto: dalla pianificazione dei colpi, all’individuazione dei bersagli, fino allo smaltimento della refurtiva.

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