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BAT Cultura e Spettacoli Video

Lino Banfi omaggia il tiratore turco Yusuf Dikec alle “Olimpiadi di Canosa” – VIDEO

Lino Banfi omaggia il tiratore turco Yusuf Dikec alle "Olimpiadi di Canosa"

Il fenomeno social delle Olimpiadi di Parigi 2024, il tiratore turco Yusuf Dikec, ha ispirato anche Lino Banfi. Il celebre attore pugliese, dopo aver espresso i suoi complimenti alla squadra olimpica italiana, ha deciso di omaggiare lo sportivo turco con un video diventato virale sui social.

Durante la festa patronale di Canosa, Banfi si è trasformato in un pistolero d’eccezione, imitando la posa iconica di Dikec: mano in tasca e sguardo concentrato. Il video, accompagnato dalla celebre canzone di Michael Bublé “Feeling Good” e dalla divertente scritta “Olimpiadi di Canosa 2024”, ha divertito il web, con Banfi che sembra aver preso parte a una personalissima edizione dei Giochi Olimpici.

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Bari Sport

Parigi 2024, oro per l’Italvolley. Magistro: «Un successo che rievoca l’impresa europea con l’Amatori Volley Bari»

Erano già nella storia prima di giocare, dopo averlo fatto ne sono diventate a pieno merito: eroine di Italia, leggenda sportiva e orgoglio nazionale, l’Italvolley si aggiudica l’oro alle Olimpiadi di Parigi battendo nettamente per 3-0 gli Stati Uniti (25-18, 25-20 e 25-17). Julio Velasco, diviene così mito e leggenda, perché aveva vinto l’oro olimpico ad Atlanta 1996 con la “Generazione di fenomeni”, la stessa che ha visto trionfare nel maschile un suo allievo, sabato, Andrea Giani con la Francia. È la vittoria della Egonu (da sola ha messo a referto 22 punti) e di tutto un gruppo straordinario, come la stessa Orru; andrebbero citate tutte quante. Ma la musica che speaker e dj del palazzetto francese allestito (perché normalmente viene adibito a zona fieristica) è stata lanciata al termine “Sarà perché ti amo” di Ricchi e Poveri, con le azzurre che si abbracciano è la perfetta fotografia di quanto hanno compiuto. Il primo tifoso delle azzurre il presidente della Repubblica, Mattarella, ha subito scritto :«Strepitoso torneo per l’Italvolley»

La leggenda Velasco

Forse si ritirerà e lo annuncerà dopo aver smaltito la gioia immensa della seconda vittoria olimpica. Ai microfoni Rai ha detto quasi subito dopo aver vinto: «Questa vittoria farà lievitare tutto il movimento. Atlanta ’96? Non ho mai fatto drammi per quella sconfitta. Complimenti anche a Giani» e chissà, aggiungiamo noi, che quest’ultimo campione con i francesi non prenda le sue redini della nazionale maschile o femminile in eredità dal suo maestro.
Anche la Puglia d’oro
Un successo anche made in Puglia perché A 47 anni, Giovanni Miale preparatore atletico (abilitato allenatore) a Taranto e due a Gioia del Colle Oltre alla fisioterapista, Maira Di Vagno, trentenne fisioterapista di Conversano, già nota per il suo lavoro con le nazionali giovanili maschili, è entrata a far parte del team della nazionale femminile voluta per espressa richiesta di Julio Velasco.

Il barese Mimmo Magistro

Già presidente onorario dell’Amatori Volley Bari, Stella d’oro al merito sportivo Coni, ma anche accompagnatore della nazionale olimpica di Volley a Sidney 2000 ai nostri microfoni ha detto: «Congratulazione alle italiane al ct Velasco che hanno sbaragliato le avversarie perdendo un solo set in tutto il torneo e meritando il titolo olimpico. Ho rivissuto quel momento magico del 1984 quando con l’Amatori Volley Bari vincemmo in Germania un titolo europeo e fummo accolti da duemila baresi in aeroporto. Ho vissuto da dirigente della nazionale femminile a Sidney 2000. Spero sia uno spot non solo per pallavolo ma anche per gli altri perché queste ragazze siano prese ad esempio, per spirito, coraggio, abilità e voglia di arrivare in fondo». m.i.

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Puglia Sport

Parigi 2024, l’Italvolley donne a caccia dell’oro: lo staff delle Azzurre parla anche pugliese

L’Italvolley della leggenda vivente Julio Velasco ha compiuto un altro capolavoro, battendo nettamente la Turchia per 3-0 dell’italiano Daniele Santarelli e comunque andrà quest’oggi con gli Stati Uniti che si sono imposti sul Brasile (3-2, ndr), sarà comunque un traguardo storico per le azzurre che non erano mai arrivate in finale. ovviamente l’appetito come si suol dire vien mangiando e ora per le italiane guidate dal commissario tecnico, artefice di quella “generazione di fenomeni” capaci di conquistare svariate medaglie tra europei e mondiali e quella impresa meravigliosa della vittoria ai giochi di Atlanta nel 1996, vorrà provare ad alzare la medaglia più pesante e prestigiosa con le donne.

Ci sarà un pezzo di Puglia nella storica finale che vede protagonista l’Italvolley femminile di Julio Velasco, nello specifico, uno proveniente da Grottaglie, dove ha le sue radici Giovanni, meglio conosciuto come Vanni, Miale, e da Conversano, città di Maira Di Vagno.

‘Vanni il prof’ azzurro

A 47 anni, Giovanni Miale annovera un curriculum con esperienze significative tra serie A1 e A2. Dopo cinque anni come preparatore atletico a Taranto e due a Gioia del Colle, il suo talento lo ha portato a collaborare con squadre di alto livello come Montichiari, Istanbul e con la nazionale della Corea del Sud. Laureato in Scienze Motorie all’Università di Urbino, Vanni Miale è cresciuto in una famiglia di sportivi: suo fratello Claudio è stato un calciatore di spicco, ricoprendo il ruolo di capitano del Taranto e del Brindisi. Lo sport, dunque, è una passione di famiglia che si porta dentro e per lui che ha giocato a 18 anni in serie B1 di pallavolo, proseguire da preparatore nella nazionale maggiore femminile è un premio meritato alla sua costanza e profondo impegno. Il suo viaggio e percorso nel mondo dello sport lo ha portato a far parte di un’avventura incredibile, con l’Italvolley femminile, che domani alle 13 sfideranno le statunitense la medaglia d’oro. Comunque vada sarà scritta una nuova pagina sportiva, anche per Grottaglie e la Puglia.

Di Vagno, da Conversano

Il sogno olimpico di Maira Di Vagno, divenuto realtà. La trentenne fisioterapista di Conversano, già nota per il suo lavoro con le nazionali giovanili maschili, è entrata a far parte del team della nazionale femminile, voluta per espressa richiesta di Julio Velasco. La nomina di Maira Di Vagno, fisioterapista, è stata accolta con grande entusiasmo e orgoglio dal movimento pallavolistico pugliese e dalla sua Conversano che aspetta di riabbracciarla al suo ritorno da Parigi.

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Italia Lecce Sport

Parigi 2024, addio al bronzo per gli azzurri di De Giorgi: Italia-USA 0-3

Dopo aver abbandonato l‘ipotesi oro con la sconfitta contro i padroni di casa, l‘Italvolley del salentino Fefè De Giorgi si sarebbe dovuta “accontentare” di un bronzo. Impresa che, alla South Paris Arena, ha visto gli Stati Uniti aggiudicarsi la medaglia ramata nella pallavolo maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024, superando l’Italia.

Il punteggio dice 3-0 (25-23, 30-28, 26-24), ma gli azzurri, a volte poco lucidi (soprattutto al servizio), hanno dato filo da torcere agli americani che hanno dimostrato un carattere da veri campioni, rialzandosi dopo la sconfitta in semifinale contro la Polonia e regalando ai propri tifosi una gioia immensa.

Matt Anderson e David Smith, veterani della nazionale statunitense, tornano sul podio olimpico per la quarta volta consecutiva, confermandosi tra i migliori pallavolisti al mondo. La loro esperienza e la loro leadership sono state fondamentali per guidare la squadra alla vittoria.

Un match punto a punto che ha tenuto col fiato sospeso il pubblico fino all’ultimo punto. Il secondo set, in particolare, è stato un vero e proprio thriller, con continui cambi di fronte e un finale al cardiopalma. L’Italia, nonostante la sconfitta, esce a testa alta da questa competizione. Gli azzurri hanno lottato fino all’ultimo punto, dimostrando un grande spirito di squadra.

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Potenza Sport

Parigi 2024, Acerenza quarto nella 10 km di nuoto: «Ho dato tutto. La Senna? Non mi ritufferei»

Domenico Acerenza ha chiuso al quarto posto la 10 chilometri di nuoto di fondo nelle acque della Senna alle Olimpiadi di Parigi.

L’atleta lucano è arrivato alle spalle dell’ungherese Kristof Rasovszky che ha vinto la medaglia d’oro, del tedesco Oliver Klemet (argento) e dell’altro ungherese David Betlehem (bronzo).

L’altro italiano in gara, Gregorio Paltrinieri, è crollato negli ultimi metri ed è arrivato nono.

«Ho dato tutto, non posso recriminare nulla»

«Ho dato tutto in questa gara, mi sono divertito molto, la tattica è stata fondamentale e io ho usato tutta la mia esperienza. Comunque ho dato il massimo e per la mia prestazione sono soddisfatto di me stesso». Così Acerenza commenta la sua prova. «Alla fine – afferma – ho cercato di prendere i primi due e speravo che nessuno mi affiancasse perché ero morto, ma quando l’ungherese mi ha affiancato non ne avevo più. Ero finito», aggiunge.

«Non posso recriminare nulla – spiega ancora Acerenza -, nell’ultimo mese ho avuto problemi alla spalla che mi hanno condizionato ma nel complesso sono soddisfatto di quello che ho fatto. Il destino si vede era quello, perché la gara l’abbiamo fatta come era stata preparata. Un quarto posto alle Olimpiadi comunque non è da buttare via».

«La Senna? Bellissima ma non mi ritufferei»

La Senna, in cui si è disputata la gara, è stata al centro delle polemiche durante tutti i giochi per la qualità delle sue acque. Come campo di gara, però, dice Acerenza, è «bellissimo, anche a livello di pubblico. Una delle più belle gare nelle acque libere mai fatte, lasciando le storie dei giorni passati. Ma non mi ritufferei nella Senna, ora speriamo di stare bene nei prossimi giorni sennò qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità»

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Foggia Sport

Parigi 2024, Samele bronzo alle Olimpiadi: «La scherma? Ho iniziato per caso» – L’INTERVISTA

A metà settembre Foggia l’aspetta per una grande festa. Quel bronzo nella Sciabola di Gigi Samele a 37 anni alle Olimpiadi di Parigi era insperato, «…forse per gli altri, ma io ci credevo». Ora però lo attendono le sue meritate vacanze. Le estati di Luigi Samele hanno un solo indirizzo: “Villaggio Calenella” tra San Menaio e Peschici. «Tra gli ulivi e gli affetti della mia famiglia, ho costruito il mio posto preferito, la mia isola felice dove ritrovarmi e rigenerarmi. Sin da bambino, quando ero l’irrefrenabile nipote di nonno Gino e nonna Titina che avevano lì il loro riferimento estivo, Calenella è stata la mia unica passione, un ambiente familiare che sapeva di ulivi garganici e aveva gli amici e le prime avventure da vivere con la consueta vivacità. Perché ero un terremoto, non mi fermavo mai».

Come passava le giornate?

«Con mio fratello Riccardo diciamo che abbiamo fatto “breccia” in vari cuori di passaggio a Calenella: erano lunghe nottate e giornate vissute al massimo, sempre con la voglia di fare scherzi, soprattutto ai malcapitati avventori del villaggio. Le vacanze che comunque non dovevano mai mancare erano però con gli amici del cuore Pasqualino e Luca e la celeberrima “partenza ad occhi chiusi”. Si sceglieva una località e si andava, senza prenotare nulla e casomai cercando un posto di amici dove iniziare a soggiornare. Da lì itinerari e luoghi venivano scelti giorno per giorno.

Insomma come i viaggiatori di una volta.

«Tutto questo indipendentemente dalle risorse finanziare, Italia o estero dovevano essere percorsi senza mete precise, con un’unica prerogativa: trattare dovunque sui prezzi. Alberghi, ristoranti ed attrazioni venivano mercanteggiati con proposte di prezzo e trattative estenuanti fino all’ultimo sconto. Un esempio di foggianità reso anche successivamente celebre da due amici: Pio e Amedeo (che si sono congratulati come sempre anche dopo questo successo ndr). Il ritorno era però sempre a Calenella, perché la voglia di Gargano non è mai mancata».

E la scherma come è arrivata?

«Ho iniziato a fare scherma per caso, ero con mia madre dal barbiere quando il mio primo maestro Vincenzo Acquaviva notò la mia irrequietezza e pregò mia madre di portarmi in palestra per provare a “giocare” con la scherma. Sinceramente non mi importava granché di quello sport ma era un modo per fare casino e correre in uno spazio molto grande, facendo come sempre dispetti a tutti, soprattutto ai ragazzi più grandi. I primi anni e le prime gare sono state assolutamente negative, iniziai con il fioretto ed ero un “pippone” gigantesco. Poi passai alla sciabola e cominciai a farmi notare, anche se il mio pensiero primario era andare in trasferta per fare casino ed “sfondarmi” di sale giochi. Una volta a Rimini, dove si svolgono le finali nazionali under 14, era il momento dei quarti di finale e non mi trovavano più in palestra. Dovevo salire in pedana, ma mi importava talmente poco della gara che ero scappato nella sala giochi sotto il palazzetto. Mi vennero a recuperare i miei genitori e naturalmente persi l’assalto, avendo altri pensieri da supportare».

Quando avvenne la svolta?

«Chi vide qualcosa di speciale in me, ancora adesso devo capire bene come fece, fu l’allora commissario tecnico della nazionale di sciabola Christian Bauer. Mi portò ai mondiali Cadetti a soli 16 anni e vinsi il titolo mondiale, che era anche la mia prima vittoria assoluta in una gara di scherma. Venne poi a parlare con i miei genitori e gli manifestò la sua volontà di portarmi a Roma, alla palestra della nazionale che si trova nel complesso sportivo dell’Acqua Acetosa».

Fu felice di trasferirti nella capitale?

«Non fu facile lasciare Foggia, i compagni di scuola, la mia famiglia, gli amici dell’oratorio di San Michele, dove trascorrevo la gran parte delle mie giornate, tutti quegli affetti che avevo costruito e che mi mancavano al solo pensiero di allontanarmi. Feci questa scelta e finii, dopo il liceo scientifico “Volta”, le scuole dell’obbligo a Roma. Non fu facile ma non avevo alternative».

Dunque partì la maturazione personale?

«Cominciai in quel periodo a capire che lo sport è soprattutto sacrificio, non lasciai Foggia per scelta, era un’occasione che mi era stata creata dagli eventi e sapevo che dovevo sfruttarla. Dopo i primi anni a Roma ed il bronzo alle Olimpiadi di Londra qualcosa si inceppò nel meccanismo strano che regola la vita degli sportivi. Non riuscivo a ritrovarmi, pensai anche di lasciare la scherma. Fu il maestro Andrea Terenzio, foggiano come me, che mi propose di andare da lui a Bologna».

E come andò?

«Inizialmente scettico, accettai la sua proposta e volai in Emilia, dove adesso risiedo e che ritengo la mia seconda casa. Tutto quello che Andrea e la Virtus Scherma ha costruito per me resta la migliore scelta che potessi fare, per la mia vita sportiva e sociale. Poi è arrivato l’amore con Olga Kharlan medagliata a Parigi come me con un bronzo e la scelta di vivere a Bologna come città di residenza. La condivisione di momenti molto difficili, come il dover affrontare il lungo viaggio per riportare parte della sua famiglia con noi dall’Ucraina, ha rafforzato un legame che resta forte nonostante le tante preoccupazioni che ancora oggi subiamo per una guerra assurda e terribile».

E il legame con la tua terra è rimasto?

«Con il trasferimento prima a Roma e poi a Bologna il desidero di riabbracciare la mia terra mi porta a “scappare” in periodi anche non estivi verso il Gargano. Mamma Eleonora e papà Franco ormai vivono a Verona, con i miei fratelli, Francesco e Riccardo. Ritornare a Foggia significa soprattutto vivere l’atmosfera delle feste natalizie con la numerosissima famiglia, 11 cugini, zii e zie difficili da “controllare”, per riabbracciare anche chi ha creduto in me».

E fra quattro anni la rivedremo a Los Angeles?

«Intanto fra un po’, come sempre, tornerò a Calenella per un breve periodo, per poi partire alla volta degli Stati Uniti con Olga per una lunga vacanza californiana. Dopo deciderò cosa fare: a 37 anni gambe, ginocchia e spalla devono dirmi se vorranno ancora supportarmi».

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Attualità BAT News

Parigi 2024, ulivi e piante made in Puglia a Casa Italia: l’allestimento è di un’azienda di Canosa

Tredici pugliesi protagonisti nelle diverse discipline alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ma la Puglia è presente anche a Casa Italia, quartier generale della spedizione azzurra, progettato dallo studio romano “Natura e Architettura”.

Piante e arbusti per adornare il “Prè Catelan”, padiglione in stile Napoleone III immerso nel parco più vasto della città, il “Bois de Boulogne”, sono state fornite dalla Caporalplant, azienda di Canosa di Puglia.

L’obiettivo è stato rappresentare sì lo stile italiano, ma soprattutto quello mediterraneo.

A primeggiare sono l’ulivo, simbolo tra l’altro del G7 a presidenza italiana che ha avuto luogo proprio in Puglia lo scorso giugno, cipressi, ma anche piante mediterranee come oleandri, melograni, corbezzoli, rosmarino, vite, fico e fico d’india.

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Italia Lecce Sport

Parigi 2024, l’Italvolley di De Giorgi si arrende alla Francia e saluta il sogno oro

L’Italvolley del salentino Fefè De Giorgi dice addio al sogno oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Gli azzurri, sconfitti in tre set dalla Francia, non potranno giocarsi la finale e dovranno accontentarsi della finale per il bronzo contro gli Stati Uniti venerdì 9 agosto alle 16.

Italia-Francia 0-3

La squadra di De Giorgi non è mai riuscita a esprimere il proprio gioco, soffrendo soprattutto l’impatto del pubblico francese e la straordinaria prestazione di Ngapeth. Gli azzurri, apparsi imprecisi e sotto pressione, hanno ceduto il primo set 25-20 e, nonostante qualche tentativo di rimonta, non sono riusciti a rientrare in partita, perdendo anche il secondo e il terzo set (25-21, 25-21).

Per l’Italia si tratta della quinta finale per il terzo posto alle Olimpiadi. Un traguardo importante, ma che non cancella la delusione per non aver raggiunto la finale. Gli azzurri avranno l’opportunità di conquistare una medaglia, ma il sapore sarà sicuramente diverso.

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Brindisi Sport

Parigi 2024, si è infortunato Dell’Aquila: il mesagnese salta la finale per il bronzo

Brutte notizie per il taekwondo italiano: il mesagnese Vito Dell’Aquila, campione olimpico a Tokyo 2020, è stato costretto a rinunciare alla finale per il bronzo, nella categoria 58 kg, ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Un infortunio al tendine dell’adduttore della coscia sinistra, rimediato durante la semifinale, ha impedito all’azzurro di proseguire la competizione.

Dell’Aquila, dopo aver superato brillantemente i primi turni, è stato sconfitto dall’azero Magomedov. Nonostante il dolore, ha tentato di proseguire, ma una successiva ecografia ha confermato la gravità dell’infortunio, costringendolo al ritiro.

Una notizia che getta nello sconforto il mondo dello sport italiano e tutti i tifosi che speravano di rivedere Dell’Aquila sul podio. L’atleta pugliese, nonostante la delusione, ha dimostrato grande professionalità e sportività, accettando con dignità questa inattesa battuta d’arresto.

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Brindisi Sport

Parigi 2024, tocca a Dell’Aquila: il mesagnese sul tatami per difendere l’oro di Tokyo

Il gran giorno è arrivato. Oggi Vito Dell’Aquila sale sul tatami per difendere l’oro conquistato a Tokyo. L’artista marziale si presenta tra i favoriti nel taekwondo e non può che essere altrimenti. Nella categoria 58 kg, oltre a essere campione olimpico in carica, è anche il primatista europeo, con il titolo vinto a Belgrado lo scorso maggio.

Il percorso

Vito è un predestinato e fin da giovanissimo mostra un grande talento. Nel 2012, a 12 anni, vince la medaglia d’oro al torneo Kim e Liù, il più grande torneo europeo di taekwondo per piccoli atleti. Poi non si ferma più. Nel 2014, a Baku, diventa campione del mondo nella categoria Cadetti. L’anno successivo, nel 2015, conquista la medaglia d’oro agli Europei Junior. Nel 2017 si consacra. A 17 anni, partecipa sia alla classe Junior, sia Senior. Vince il bronzo ai Mondiali tra i grandi di Muju, in Corea del Sud, e il suo secondo oro continentale agli Europei Junior di Larnaca. Nel 2018 ottiene il terzo posto agli Europei Senior e la sua prima medaglia nel circuito dei Grand Prix a Mosca, un bronzo a 18 anni. Nel 2019, nella sua Puglia, a Bari, vince la medaglia d’oro agli Europei, ottenendo anche la qualificazione diretta tramite ranking ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, poi disputati nel 2021 a causa della pandemia. A fine 2019, al Grand Prix Final di Mosca, dove competono i migliori 16 di ogni categoria, sale sul primo gradino del podio, affermandosi come uno dei migliori nella categoria -58 kg. Alle Olimpiadi giapponesi conquista il primo oro per la spedizione azzurra. La sua medaglia più bella, ottenuta con un percorso netto senza sbavature. Vito si conferma tra i talenti più cristallini della sua generazione dello sport italiano, vincendo nel 2022 il titolo di campione del mondo nella categoria -58 kg a Guadalajara, in Messico. È uno dei pochissimi campioni olimpici azzurri di Tokyo 2020 a laurearsi campione iridato dopo aver vinto i Giochi. Dopo aver ottenuto la qualificazione diretta per i Giochi di Parigi 2024 grazie al ranking, torna sul gradino più alto d’Europa vincendo gli Europei di Belgrado 2024.

L’obiettivo

Non si nasconde il lottatore mesagnese. Entrerà in gara al Grand Palais agli ottavi di finale contro il kazako Samirkhon Ababakirov e i precedenti sorridono all’azzurro con due vittorie in altrettanti incontri. Nell’eventuale semifinale affronterebbe uno tra Lucas Guzman e Omar Salim.

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