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Taranto calcio, Melucci: «Si consegni il titolo sportivo al Comune. Potremo mediare»

«Spero che nessuno stia ancora scherzando sulla pelle dei tarantini, magari immaginando di far fallire la società e ricominciare con minori fardelli e i soliti piagnistei da categorie più basse». Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in relazione alla situazione che sta attraversando la squadra di calcio cittadina a pochi giorni dall’inizio del campionato di Serie C.

Il sindaco rimarca che «al momento, pur avendo dichiarato pubblicamente alla società rossoblù e finanche alla tifoseria organizzata la disponibilità dell’amministrazione comunale a mediare e supportare la delicata transizione, nessuno si è recato a Palazzo di Città a consegnare il titolo sportivo. Ne discende che la nostra azione non può esplicarsi più efficacemente, nelle regole».

Nei giorni scorsi il presidente del Taranto, Massimo Giove, ha annunciato il suo disimpegno dalla società che l’anno scorso ha ben figurato in campionato ma che ora sta attraversando una fase agitata soprattutto a causa dell’utilizzo dello stadio Iacovone, che sarà oggetto di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026.

Melucci spiega che «la Giunta comunale ha approvato nella seduta di ieri la delibera finalizzata all’approvazione della convenzione tra l’Ente civico e il Taranto FC 1927, per la fruizione dell’impianto Erasmo Iacovone sino alla data del 30 settembre prossimo, data oltre la quale lo stadio municipale sarà sottoposto a parziale demolizione e conseguente ricostruzione, secondo il modernissimo progetto di Sport&Salute, per un valore di 60 milioni, a valere sul programma dei XX Giochi del Mediterraneo. Togliamo gli ultimi alibi – insiste il primo cittadino – a chi ha tentato di farci credere di non poter iniziare una stagione sportiva e che uno stadio di calcio nuovo di zecca e confortevole per tifosi e squadra fosse un ostacolo e non, al contrario, una grande opportunità».

Per Melucci «la proprietà con senso di responsabilità e realismo deve chiudere in fretta le trattative che possiamo affermare con certezza sono in atto. E se occorre un surplus di iniziative, si può consegnare in qualunque momento quel titolo sportivo a Piazza Municipio, la casa dei tarantini. Per questo motivo, essendo naturalmente in contatto con i nuovi investitori, ci è sembrato anche che si debbano lasciare le parti serene al lavoro, senza il clamore di manifestazioni che possano allarmare acquirenti forestieri, nell’ottica di mettere in sicurezza solo le sorti del sodalizio rossoblù».

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Taranto calcio, Melucci attacca Giove: «Gestione incresciosa e attacchi insolenti»

«Da nessuna parte si è mai vista una simile incresciosa gestione del calcio e tanta insolenza nei confronti della pubblica amministrazione. Il presidente dimissionario onorasse contratti e stipendi ai propri tesserati, che sta facendo fuggire, nel caso dopo parleremo del resto». Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in riferimento al caos che sta investendo il la squadra ionica dopo le dimissioni del presidente Giove.

Melucci ricorda che «il Taranto Fc 1927 è una società di diritto privato» e dunque «non è nel ruolo della pubblica amministrazione ingerire in questioni private, ancorché connesse a situazioni di un certo interesse per la collettività». L’amministrazione comunale, dunque, prosegue il primo cittadino ionico, «non può che attenersi a questa realtà, evitando di perpetrare quell’immorale andazzo tutto tarantino che salda politica e calcio, strumentalizzando la tifoseria rossoblu. Andazzo nel quale ci sembra di poter affermare che Massimo Giove è stato indiscusso maestro in questi anni», aggiunge nella nota Rinaldo Melucci.

«Il bluff, come era tristemente ovvio, è ormai terminato ed è giusto che ognuno si tenga le responsabilità proprie del ruolo. All’opera di distrazione di massa di Massimo Giove non crede più nessuno. Ciliegina sulla torta a questo giro, non si capisce poi cosa c’entri il Comune di Taranto nel pagamento degli stipendi degli atleti tesserati, quando ancora non è iniziata la stagione, lo stadio è ancora lì e forse sarebbe stato solo saggio eseguire una buona programmazione finanziaria. Magari la prossima volta si chiederà persino all’assessore allo sport di mettere il pallone in rete la domenica, al posto di qualche centravanti», conclude il sindaco di Taranto.

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Ex Ilva, il sindaco di Taranto insiste: «Prima viene la salute, poi i posti di lavoro»

«La salute prima di ogni altra cosa», lo dice il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, anche in attesa dell’appuntamento previsto per il 5 agosto a Roma.

Il bando e le scadenze

Un paio di giorni fa è stato pubblicato il bando dal ministero delle Imprese e del made in Italy – per la cessione dell’ex Ilva di Taranto. Le manifestazioni d’interesse dovranno essere presentate entro il 20 settembre, ed è richiesto un impegno per lo sviluppo della società e delle controllate, ma anche per la decarbonizzazione e per il mantenimento dei livelli occupazionali. I sindacati chiedono che non si facciano gli errori del passato e il sindaco batte sulla sua tesi: «Al centro di tutto deve esserci il bene della comunità. La tutela dell’ambiente e della salute sono dirimenti e vengono prima di tutto il resto, anche dell’occupazione. Mi pare che si sia creato un clima costruttivo, siamo pronti al confronto», dice Melucci sulla ‘nuova’ Ilva. Il governatore è sulla stessa linea, la sua lettera ad Urso è proprio per accellerare sulla decarbonizzazione. Da qui a qualche giorno si capirà il da farsi.

Anche Melucci ha parlato col minsitro: «Serve un accordo di programma fra Governo, Comune, Regione e azienda. Il punto di partenza, ovviamente, deve essere la fabbrica completamente decarbonizzata, altrimenti parliamo del nulla. L’accordo di programma deve garantire lo sviluppo sostenibile della città e del territorio per i prossimi dieci-dodici anni». Melucci lo ribadisce che le risorse non mancano. I fondi ci sono. Serve un partner importante e che non speculi.

L’acciaio green

«Bisogna costruire una serie di azioni che consentano alla fabbrica di produrre acciaio green, avviando nel contempo azioni di risanamento e recupero ambientale. Chiederemo interventi combinati che possano garantire tutti e rilanciare l’occupazione».
Il sindaco in questi mesi ha lavorato e aperto il dialogo anche con i commissari. E, a differenza dei sindacati aggiunge: «Per come è scritto il bando, mi pare che non si voglia favorire un approccio speculativo come quello di ArcelorMittal».

Le sei società

In base a quanto emerso le sei società che avrebbero bussato alla porta – e che ora dovranno mettere nero su bianco il proprio interesse – sono le due indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest, l’azienda canadese Stelco e due italiani per i quali si fanno i nomi di Arvedi e Marcegaglia.

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