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Addio ad Antonio Ciccone, l’artista di San Giovanni Rotondo che padre Pio “inviò” a Firenze

Il pittore Antonio Ciccone è morto a Firenze, all’età di 85 anni, nella sua casa di Via de’ Serragli, dove aveva il luminoso studio e galleria d’arte. Ciccone era nato a San Giovanni Rotondo e si era formato su segnalazione di padre Pio negli studi d’arte di Pietro Annigoni e Nerina Simi e presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Le sue opere

Il suo primo affresco importante è il San Francesco, del 1959, nell’omonima Sala nel convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Tre anni dopo affresca la Resurrezione e nel 1964 le stigmate di san Francesco nel battistero dello stesso Convento. Ed è di questo stesso periodo il tabernacolo con crocifisso in memoria di Carlo Vannucci nel cimitero di Fontebuona e la Crocifissione nella chiesa della Badia Fiorentina. A partire dagli anni Sessanta, il maestro Ciccone inizia a viaggiare in Inghilterra, Irlanda e Stati Uniti.

Ma è a Firenze che incontra e sposa la studentessa d’arte americana Linda Allison Merrill. Con lei si trasferisce nel 1968 a Long Island, dove formano una famiglia interetnica composta di sette figli, prima di rientrare definitivamente in Italia nel 1980. Durante questo periodo Ciccone ha tenuto diverse mostre di successo negli Stati Uniti: a Palm Beach, Chicago e soprattutto nello stato di New York. Particolarmente apprezzati sono stati i suoi ritratti, che in un certo senso caratterizzavano l’opera dell’artista sangiovannese.

L’attività artistica

Nel 1987 Ciccone porta a termine l’affresco della Natività nella chiesa parrocchiale di Ponte Buggianese, vicino Pistoia, e l’anno successivo realizza La Resurrezione, un dipinto di grandi dimensioni commissionato da Giorgio Dal Lago, oggi collocato nel Chiostro del comune di S. Giovanni Rotondo, dove lo scorso 6 luglio è stata inaugurata la sua ultima opera pittorica in tre pannelli, intitolata “Contemplazione sul Gargano: aria, luce e colori”, collocata all’interno della cappella laterale in cui è sepolto fra Daniele.

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Aggressione omofoba nel Foggiano, Rizzi (Arcigay): «Sono all’ordine del giorno» – L’INTERVISTA

Ha suscitato rabbia e scalpore l’aggressione omofoba ai danni del 57enne Michel, cittadino di San Giovanni Rotondo. Due minorenni lo hanno prima colpito al volto e poi hanno infierito con calci e pugni quando la vittima era a terra, causandogli un trauma cranico e lesioni maxillofacciali. Dopo le reazioni istituzionali e il sit-in di solidarietà organizzato nel comune garganico, a parlare è la presidente di Arcigay Foggia “Le Bigotte”, Alice Rizzi.

L’aggressione capita a poche settimane da quella avvenuta a Foggia, in piazza Mercato, altrettanto violenta. È lecito pensare a una sorta di effetto emulazione o c’è dell’altro?

«Più che emulazione esiste un problema serio di omotransfobia. Come associazione, facciamo spesso incontri di sensibilizzazione nelle scuole e qui troviamo ragazzini di terza media che dicono che il pride è una pagliacciata: sono frasi che vengono loro dette e che confermano il problema. Bisogna occuparsene e farlo a livello educativo: l’omofobia nel nostro Paese è un fatto culturale e perché cambi occorre affrontarlo con strumenti culturali».

A proposito del sit-in di solidarietà del 16 agosto: molti sostengono che queste risposte pubbliche, di piazza, siano inefficaci. È così?

«Abbiamo sostenuto la manifestazione delle compagne di Koll.Era proprio perché crediamo che le risposte pubbliche invece siano efficaci, intanto perché ricordano all’aggredito che esistono comunità di persone differenti, poi perché fanno capire agli aggressori che non siamo disposti ad abbassare la testa. Quando poi certi fatti accadono in luoghi simbolo, come avvenuto a piazza Mercato, un posto particolarmente conflittuale, allora le manifestazioni hanno ancora più valore».

Sempre Koll.Era ha parlato di episodi di violenza omolesbobitransfobica all’ordine del giorno. È davvero così?

«Sì, le aggressioni sono all’ordine del giorno, per fortuna non tutte sono così gravi come quella di Michel, tanto che alcuni le chiamano micro aggressioni. Tuttavia, per chi vive la marginalità, queste sono aggressioni a tutti gli effetti che fanno male proprio perché vengono ‘scambiate’ con il gioco, lo scherzo o altro. A queste si aggiungono anche episodi di misoginia e maschilismo, anch’essi frequenti. Spesso sono sottovalutati e sottostimati».

Qual è il problema di questi ragazzini violenti?

«Difficile dirlo. Forse va ricercato nelle famiglie, a scuola. Luoghi in cui spesso il seme dell’omotransfobia germoglia. Purtroppo siamo un Paese che ha un codice culturale bigotto e omofobo. Ma tutto ciò che non cambia è destinato a morire e anche la nostra cultura, a piccoli passi, sta cambiando. Noi dobbiamo accompagnare questo cambiamento».

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Incendio a San Giovanni Rotondo, a fuoco circa 40 ettari vicino la struttura “Angeli di Padre Pio” – VIDEO

Incendio a San Giovanni Rotondo, in zona cappuccini, vicino la struttura "Angeli di Padre Pio"

È di circa 40 ettari l’area interessata da un vasto incendio che si è sviluppato in zona cappuccini, vicino la struttura “Angeli di Padre Pio” San Giovanni Rotondo. Sul posto in queste ore stanno intervenendo i vigili del fuoco, il personale Arif e i volontari della protezione civile di San Marco in Lamis e di San Giovanni. Un canadair, arrivato da Napoli, ha effettuato un primo lancio. Ne sono previsti altri.

Sulla spiaggia di Manfredonia un canadair in azione per domare il fuoco a San Giovanni Rotondo

Notizia in aggiornamento

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Aggressione omofoba a San Giovanni Rotondo: 57enne picchiato da 2 ragazzini

Un grave episodio di omofobia ha scosso la comunità di San Giovanni Rotondo. Nella notte tra il 10 e l’11 agosto, un uomo di 57 anni è stato brutalmente aggredito da due giovani, secondo quanto denunciato dalla vittima, Michel Savino. L’uomo, oltre alle offese, ha riportato un trauma cranico, escoriazioni e un evidente ematoma all’occhio.

«Non posso permettere che episodi come questo restino impuniti», ha dichiarato Michel, che ha sporto denuncia presso le autorità competenti. La comunità locale ha reagito con sdegno e solidarietà. Venerdì sera, in piazza dei Martiri, si è tenuto un sit-in organizzato dall’associazione Koll.ERA, che si batte per i diritti delle persone transgender e LGBTQ+.

Le parole del sindaco

«L’amministrazione comunale si è già attivata in merito alla situazione sicurezza ancor prima che la notizia diventasse di dominio pubblico, ma, per rispetto della vittima, si è deciso di procedere con cautela, seguendo con attenzione il corso delle indagini in atto. È un dovere improrogabile quello di impegnarsi a rendere le nostre strade sicure: in questo momento di profonda riflessione per la nostra città dobbiamo avere il coraggio di esporci, rifiutare a gran voce questo clima di violenza: dobbiamo, ora più che mai, prenderci cura dei rapporti umani che sono alla base della nostra comunità. San Giovanni Rotondo merita un’inversione di tendenza, una rinascita», dichiara il sindaco di San Giovanni Rotondo, Filippo Barbano.

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Don Ciotti nel Foggiano: «Tacere è una colpa, le zone grigie ci distruggono»

Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha lanciato un appello accorato alla comunità foggiana: «Tacere di fronte al crimine è una colpa». Durante un incontro a San Giovanni Rotondo, il prete antimafia ha denunciato la presenza di “zone grigie” che minacciano la bellezza della Puglia.

«Queste forme di violenza – ha affermato Ciotti – non solo non tolgono nulla alla nostra terra, ma la distruggono dall’interno». Domani, il sacerdote sarà a San Marco in Lamis per commemorare il settimo anniversario della strage dei fratelli Luciani, vittime innocenti della mafia. «Vogliamo liberare la bellezza di questa terra – ha dichiarato Libera – e dire un no fermo a mafie e corruzione».

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