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Attualità Italia

“Mini serrata” nei lidi, ombrelloni chiusi per due ore: scioperano i balneari

Balneari in sciopero, in tutta Italia, ma per metà. Contro l’applicazione della direttiva europea Bolkenstein che richiede non più concessioni tramandate da padre in figlio, non più proroghe per i beni demaniali, ma gare pubbliche che garantiscano equa concorrenza, scende in campo Sib e Fiba (i sindacati dei balneari), pronti a scioperare contro il governo. Per due ore oggi gli ombrelloni daranno chiusi fino alle 9.30.

La spaccatura

Assobalneari però non aderisce. E anche all’interno dei sindacati che promuovono la “serrata” degli ombrelloni, c’è chi dice no.

Il caso Brindisi

Basti pensare che Fabrizio Santarsola, aderente al Fiba Confesercenti e titolare di un lido, lungo il litorale di Fasano, in provincia di Brindisi dice che non aderirà, nonostante sia la sua associazione a promuoverlo: «Lo sciopero non è una buona mossa, la mia proposta – spiega l’imprenditore – era di fare già da maggio una campagna d’informazione entrando nel cuore delle persone sulla storia della balneazione attrezzata in Italia». E pi guardano all’Europa aggiunge: «La situazione – prosegue – andava gestita a monte diversamente. Hanno risolto al 100% in Spagna e Portogallo con 75 anni di proroga, in Francia l’ultima parola è del sindaco che decide a chi dare la concessione a chi offre maggiori garanzie: e chi ne offre di più se non un concessionario che conosci da decenni? In Italia c’è un interesse sulla balneazione attrezzata fortissimo. Grossi gruppi industriali stanno comprando alberghi bellissimi, anche in Puglia, ed hanno bisogno dello sbocco a mare».

Locandine e slogan

Intanto chi aderisce allo sciopero ha tappezzato i lidi di manifesti e locandine, l’obiettivo è essere ascoltati dal governo che dovrebbe fare una legge per “superare” la direttiva europea, in quanto è stata fatta una mappatura che dimostra che in Italia la fascia costiera è così lunga che, oltre ai lidi attrezzati e dati in concessioni decennali e più, ci sono anche spiagge libere che possono essere messe a gara. Insomma una norma che non annulli chi ha messo su 30, 40 anni fa lidi attrezzati di tutto punto, certo impiegando risorse economiche, ma anche usufrendo di beni demaniali.

«La posizione dell’Europa sul tema è netta, riteniamo però necessario trovare una mediazione tra i principi europei e i diritti dgli imprenditori italiani, che hanno affrontato importanti investimenti contando sulla continuità, su un patto fiduciario che è venuto meno. Speriamo – dice Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti – che il dossier torni sul tavolo del governo al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa».

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Brindisi News Sviluppo e Lavoro

Ceglie Messapica, sindacati contro “San Raffaele”: «Nessuna apertura sulla vertenza»

È battaglia aperta tra lavoratori, sigle sindacali, esponenti politici e amministratori della Fondazione San Raffaele sul centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Tra atti regionali, provvedimenti governativi e ricorsi al Tar, la polemica non accenna a placarsi: dopo l’incontro che si è svolto in prefettura a Brindisi sulla vertenza dei lavoratori del centro di riabilitazione sanitaria, le segreterie territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciano la chiusura della struttura nel tentativo di mediare nella vertenza in atto.

«Nonostante le ampie garanzie – attaccano le sigle – la vera nota stonata è stata caratterizzata dal management del San Raffaele che non ha mostrato alcun segnale di apertura e collaborazione in merito alle istanze rappresentate dalle organizzazioni sindacali, le quali ovviamente si sono dichiarate insoddisfatte e pronte ad intraprendere tutte le azioni di mobilitazioni necessarie a tutela dei lavoratori, fino ad arrivare allo sciopero».

Richieste inascoltate

Diverse le questioni sollevate dai segretari territoriali «in merito al mancato adeguamento contrattuale e al ritardato pagamento delle spettanze stipendiali del personale a partita Iva fermo al mese di aprile, nonostante la Asl Brindisi versi puntualmente al San Raffaele quanto dovuto».

Dall’altro capo del tavolo, la Asl, che «ha mostrato grande interesse sull’intera vicenda poiché – evidenziano i sindacati – non solo si è trovata a fronteggiare i pignoramenti verso terzi pervenuti a seguito dei decreti ingiuntivi attivati dai lavoratori, ma si sta operando in vista della definizione del piano attuativo regionale con una ricognizione del personale esistente avviando le necessarie interlocuzioni con la regione, per il riconoscimento della copertura finanziaria».

La solidarietà di Amati

Dal consigliere regionale Fabiano Amati arrivano parole di solidarietà: «Una vertenza semplice, con i lavoratori impegnati a collaborare per garantire il futuro pubblico del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, viene complicata dalla prepotenza della Fondazione San Raffaele, incapace di riconoscere che da 24 anni svolge senza alcuna gara una funzione pubblica, che negli anni è stata costantemente remunerata attraverso artifizi e raggiri sui numeri di posti letti, relativa distribuzione dei codici e illegittima compensazione del canone di locazione.

E il tutto in condizioni di assistenza sanitaria decisamente inadeguate e condizioni di lavoro inconcepibili in qualsiasi azienda, figurarsi in una struttura pubblica e pienamente inserita nella rete ospedaliera pubblica. Sono solidale con tutti i lavoratori e le loro ottime rappresentanze sindacali, per l’iniziativa di mobilitazione in atto e per la resistenza a ogni atto subdolo d’intimidazione psicologica».

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Lecce News Sviluppo e Lavoro

Cambio dell’appalto delle mense: scioperano i lavoratori e sit-in davanti all’Asl Lecce

Ieri mattina i quaranta addetti al servizio di preparazione pasti negli ospedali di Galatina, Copertino, Campi Salentina-Nardò e Poggiardo hanno incrociato le braccia per l’intero turno di lavoro e protestato davanti all’Asl di Lecce, per poi essere ricevuti dal dg Stefano Rossi. Sostenuti da Filcams Cgil e Uiltucs Uil, i lavoratori chiedono un salario dignitoso e l’applicazione integrale della clausola sociale nel cambio di appalto.

Un disastro annunciato

«L’aggiudicazione del bando regionale delle mense ospedaliere sta provocando i disastri che avevamo denunciato a gran voce» dicono Daniela Campobasso (Cgil) e Antonella Perrone (Uil). «Col cambio di appalto del lotto 2 e la riorganizzazione del servizio, le condizioni lavorative degli addetti alle mense peggioreranno inevitabilmente.

I contratti peggiorativi

Non c’è accordo con la società subentrante, Vivenda s.p.a. I sindacati parlano di vero e proprio dumping contrattuale. «I lavoratori saranno riassunti con un monte ore lavorativo ridotto del 60 per cento». A ciò si aggiunge l’aggravante dell’aumento delle spese da sostenere per raggiungere i due centri di cottura previsti, uno a Zollino, dove ha sede l’azienda subentrante, e l’altro a Gallipoli, nell’unico ospedale della provincia ove si potranno continuare a preparare i pasti. «Significa andare a lavorare per un pugno di mosche», dicono le sindacaliste. I sindacati hanno indicato ai vertici dell’Asl soluzioni alternative ed ottenuto una proroga sui tempi di avvio del nuovo servizio. Il dg Rossi ha promesso un nuovo incontro il 2 settembre per cercare una soluzione alla complessa e delicata vertenza.

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