Un uomo di 52 anni è ricoverato in ospedale, in gravi condizioni, dopo essere stato accoltellato al culmine di una lite in famiglia a Taranto.
Stando a quanto si apprende l’episodio si è verificato in un appartamento alla periferia del capoluogo ionico. L’autore dell’aggressione sarebbe il patrigno del 52enne, un uomo di 80 anni, arrestato dagli agenti della polizia intervenuti sul posto insieme ai sanitari del 118 che hanno soccorso la vittima.
Il 52enne sarebbe stato colpito al torace ed è ricoverato in prognosi riservata.
«L’abbandono dei rifiuti ormai in Puglia, ma in modo particolare nel Tarantino, è una vera e propria emergenza». Ad affermarlo è il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale, Renato Perrini.
A giugno scorso, ricorda, «lanciai la proposta di un tavolo allargato, partecipato dai Comuni del territorio e coordinato dalla Provincia di Taranto, finalizzato all’adozione di linee comuni e di attività da mettere in campo per far fronte al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, convinto che una conferenza dei servizi potrebbe essere lo strumento giusto per stabilire regole chiare e condivise».
I cumuli di rifiuti, soprattutto nelle campagne pugliesi, non passano inosservati anche ai numerosi turisti che, in questi giorni, transitano sulle strade pugliesi e che sono «sempre molto critici su servizi, igiene e decoro delle aree pubbliche nonostante il bel mare, la buona cucina e la cordiale accoglienza».
Perrini ha preparato un dossier fotografico che consegnerà all’assessora regionale all’ambiente, Serena Triggiani, «perché si renda conto in quali condizioni versano le periferie e le campagne piene di rifiuti».
Proprio all’assessora, il capogruppo di Fratelli d’Italia, chiede «uno sforzo ulteriore affinché destini alla pulizia di queste strade altre risorse straordinarie, così come è stato già fatto in passato e affinché la Regione Puglia attivi e finanzi misure di videosorveglianza per individuare efficacemente gli incivili e punirli con sanzioni più alte».
Ammassate in un container, vendute su un banchetto e lavorate baracche improvvisate senza che fosse rispettata alcuna norma igienica: sono cinque i quintali di cozze sequestrate dalla polizia a Taranto nel corso di controlli effettuati negli ultimi giorni in collaborazione con il personale del dipartimento di prevenzione del settore veterinario dell’Asl ionica.
Nell’area di porta Napoli, in particolare, gli agenti hanno trovato all’interno di un container circa tre quintali di cozze nere in pessimo stato di conservazione conservate a temperatura ambiente e pronte per essere lavorate e messe in commercio. Il prodotto ittico è stato sequestrato e distrutto.
Altri 50 chili di cozze sono stati sequestrati in viale Europa, a Talsano: erano prive di tracciabilità e in precario stato di conservazione, erano state messe in vendita su un banchetto abusivo.
Sulla Circummarpiccolo, infine, in una baracca improvvisata i poliziotti hanno sorpreso quattro giovani che, in pessime condizioni igieniche, erano intenti alle operazioni di lavorazione di mitili sgusciati e confezionati in vaschette in plastica pronti per essere immessi sul mercato. Le cozze per un peso di circa 130 chili, prive di documenti di tracciabilità, sono state sequestrate e distrutte.
Per i ragazzi presenti all’interno del laboratorio abusivo e per il venditore ambulante di Talsano è scattata la denuncia per produzione e commercio di sostanze alimentari nocive e frode in commercio.
«La sentenza della Corte Ue per l’ex Ilva si basa su dati superati», dice così il ministro Adolfo Urso in una intervista a Sussidiario.it anticipando il suo discorso al meeting Cl di Rimini e scoppia la bomba. Il rappresentante del governo non ha dubbi e ricorda che sì il governo è pronto ad affrontare l’eventuale chiusura, ma ricorda pure, tranquillo, le decisioni prese: «Sei mesi fa siamo riusciti a prendere il controllo dell’azienda. Abbiamo attivato tutte le procedure per la messa in sicurezza dello stabilimento e la ripresa produttiva e attivato già le procedure per l’assegnazione a nuovi player produttivi», afferma sicuro. Come dire tutto è fatto, dopo la pubblicazione del bando per poter andare avanti e continuare con la produzione. Tutto qua?
La polemica
A questo punto scoppia la polemica. Al senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco l’affermazione del ministro non piace e si chiede perché «sprecare denaro pubblico con i prestiti concessi per oltre mezzo miliardo di euro destinandoli al rifacimento di altiforni nefasti a carbone e alla trasformazione di Afo 2 a inceneritore dove bruciare tonnellate di plastiche?». Per il parlamentare il ministro non fa altro che sponsorizzare un bando di vendita che, al suo interno, non prevede alcuna riconversione industriale, ma solo la continuità dell’attività della fabbrica. E quel bando a suo dire va annullato.
«Chi decarbonizza?»
«La decarbonizzazione di cui parla il ministro non esiste perche’ non finanziata e non programmata. – attacca Turco – Non si comprende chi dovrebbe realizzarla, né tantomeno come, quando e con quali soldi». E ancora il senatore aggiunge: «La verità è che si continuerà a produrre a carbone così come previsto nella nuova richiesta di Autorizzazione integrata ambientale, scaduta a febbraio 2023 e non ancora approvata», continua l’esponente del M5s.
Da qui la richiesta alla Commissione Europea di approfondire dove saranno «destinati gli ingenti prestiti che il governo ha concesso all’Ex Ilva, se sono compatibili con il Next generation EU, se violano la norma sugli aiuti di Stato e se saranno trasferiti sui futuri acquirenti», dice Turco. E in una stoccata finale, difficile da ignorare aggiunge: «Non vorremmo trovarci al termine di questo lungo processo così oneroso per le casse pubbliche con un pugno di mosche in mano e le tante promesse del ministro Urso evaporate al sole d’autunno». La posizione del M5S è chiara, il bando va annullato, prima di ogni altra cosa vanno cercate e annullate le fonti inquinanti e va avviata una riconversione economica.
Non ci sono feriti ma sono da quantificare i danni causati dall’esplosione di tre bombe carta lanciate la notte scorsa nella villa di Leporano di Massimo Giove, presidente dimissionario del Taranto calcio.
Sull’episodio indaga la Digos.
Giove da tempo è oggetto di accese contestazioni da parte della tifoseria. Nei giorni scorsi si è svolto anche un corteo di protesta in città, terminato con un presidio sotto il Municipio.
Gli inquirenti ipotizzano dunque un collegamento con la crisi del club dopo che Giove ha annunciato il suo disimpegno e la volontà di vendere.
La società rossoblù nella scorsa stagione ha disputato il campionato di serie C ben figurando, ma ora sono sorti problemi in relazione all’utilizzo dello stadio Iacovone, che sarà oggetto di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026.
L’Italia si prepara ad affrontare l’ennesima ondata di calore, con temperature che sfioreranno i 38° in Sardegna e i 37° in molte regioni del Centro-Sud, fra cui Foggia e Taranto. Un’estate che sembra non voler finire, con conseguenze sempre più preoccupanti per la salute e l’ambiente. Secondo le previsioni meteo, i prossimi giorni saranno caratterizzati da caldo torrido e afa, con picchi termici particolarmente elevati in molte città italiane.
Uno studio recente del Joint Research Centre della Commissione Europea ha lanciato un allarme preoccupante: entro il 2100, il numero di decessi legati alle ondate di calore in Italia potrebbe triplicare, passando dagli attuali 10.400 a oltre 28mila all’anno. Anche altri Paesi del Mediterraneo saranno duramente colpiti, con un aumento significativo delle vittime a causa del caldo eccessivo.
Dopo il maltempo, anche la Puglia, con le sue temperature già elevate, sarà una delle regioni più colpite da questa emergenza climatica. Città come Taranto e Foggia potrebbero raggiungere picchi di calore insopportabili, mettendo a rischio la salute dei cittadini e l’ambiente.
Menzione speciale tra le Eccellenze sportive di Puglia per il Tigri Rugby Bari, società che, per la prima volta nella sua storia, è stata promossa nel campionato nazionale di serie B e sarà l’unica pugliese a parteciparvi.
La cerimonia di premiazione della quindicesima edizione del Premio atleta di Taranto si è svolta ieri presso la scuola sottufficiali Mariscuola di San Vito. L’evento è patrocinato dal Comune di Taranto, dalla Provincia e dalla Regione Puglia, oltre che da Sport e salute Puglia.
Premio anche per Mauro Bergamasco, direttore tecnico del Tigri Rugby Bari, che si è aggiudicato il riconoscimento tra gli atleti che si sono distinti a livello nazionale. Stesso premio è andato all’Atalanta calcio.
Ed è proprio Bergamasco a commentare la menzione per le Tigri: è un premio, afferma, «che ci riconosce gli enormi sforzi che abbiamo avuto in questo lungo progetto che ci hanno visto vincitori del campionato di serie C con la promozione in B».
Altri riconoscimenti nella sezione regionale sono andati al Bitonto calcio a 5, allo Junior Handball Fasano, a Paolo Monna e alla calcettista Nicoletta Mansueto.
Alla cerimonia hanno preso parte altri atleti e sportivi di livello internazionale tra cui il coach della nazionale maschile di volley Ferdinando Fefè De Giorgi, i rappresentanti dell’Atalanta calcio, il ginnasta Aldo Castaldo e i nuotatori Marco e Luca De Tullio reduci dalle olimpiadi di Parigi.
Era già stato “ammonito” per i suoi comportamenti ma, nonostante il provvedimento emesso nei suoi confronti, continuava a perseguitare la sua ex compagna. Un 27enne di Taranto è stato arrestato dai carabinieri.
Il giovane si sarebbe presentato presso l’abitazione della donna nel quartiere Tamburi del capoluogo ionico e, dopo una discussione, avrebbe cominciato a prendere a calci e pugni il portone d’ingresso dell’appartamento.
La donna, temendo per la sua incolumità, ha chiesto aiuto al Nue 112 e sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno arrestato in flagranza il 27enne, condotto ai domiciliari in un’altra abitazione.
È morto ieri dopo una lunga malattia Renato Ninfole, “capitano” della torrefazione tarantina. Aveva 85 anni.
L’imprenditore ha guidato per tanti anni la storica azienda di caffè fondata dal padre Ciro che dal cuore della città vecchia, a partire dal 1921, è riuscita a evolversi, rappresentando uno dei simboli produttivi della città dei due mari.
A Renato Ninfole si deve anche la costruzione del moderno stabilimento della più antica torrefazione di Puglia lungo la strada che da Taranto porta a San Giorgio Ionico e il rinnovamento dell’asse produttiva, di commercializzazione e distribuzione del prodotto in tutta Italia.
«Era un uomo libero e per questo amava il mare e il vento – commenta Rossella Ninfole, figlia di Renato e a cui lo stesso aveva passato il testimone circa un anno fa – e come un timoniere esperto aveva condotto l’azienda verso importanti traguardi, scegliendo però di lasciare sempre a Taranto il porto di attracco».
I funerali dell’imprenditore si svolgeranno domani, 22 agosto, alle ore 17, nella chiesa San Francesco di Paola.
Il conducente di un autocarro ha perso il controllo del mezzo che è finito di traverso sulla strada statale 7 Appia in direzione Brindisi nel territorio di Taranto.
A quanto si apprende non sarebbero rimasti coinvolti altri veicoli. Da accertare le cause che hanno provocato l’incidente.
Per permettere le operazioni di rimozione del mezzo pesante si è reso necessario chiudere un tratto della statale e il traffico è stato deviato lungo la complanare con indicazioni sul posto.
Sul luogo dell’incidente sono intervenute le squadre dell’Anas, il 118 e le forze dell’ordine per gli accertamenti della dinamica, la gestione dell’evento e il ripristino della viabilità nel più breve tempo possibile.