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Attualità News Potenza

Maratea, l’ex ministro Fioramonti: «Un porto indecente». La replica: «È un gioiello»

«Al porto di Maratea hanno da sempre attraccato panfili di tutto rispetto e la struttura presenta servizi ottimali. Le dichiarazioni di Fioramonti sono discriminanti e non rispettose dei lavoratori», così, Biagio Salerno, presidente del Consorzio turistico di Maratea risponde all’ex ministro dell’Istruzione che in un post su Facebook ha definito «vergognoso» e «indecente» il Porto di Maratea, invitando gli utenti a non andarci. Non si è fatta attendere nemmeno la risposta di Pasquale Pepe, vice presidente della Regione Basilicata e assessore alle Infrastrutture, Reti Idriche, Trasporti e Protezione civile.

Le accuse

L’ex ministro, arrivato avant’ieri a Maratea, avrebbe ormeggiato nei posti riservati alle barche più grandi e lussuose. «Maratea – si legge nel post pubblicato da Fioramonti – è una cittadina carina e curata, anche se spesso sopravvalutata. Ma devo dire che il porto è davvero indecente, vergognoso: fanno pagare un posto barca 250 euro al giorno, il doppio di Procida e sei volte il porto di Trani. C’è un traffico continuo di barchette che urtano altre barche e non ci sono servizi igienici. Raccomando a chi ama la navigazione di evitare il porto di Maratea. Ci sono tanti posti belli in Italia, dove ti trattano con qualità e professionalità e lo fanno a prezzi decenti».

La risposta di Salerno

È un «comportamento non adeguato a un uomo delle istituzioni, che è stato titolare del dicastero dell’Istruzione», non ha dubbi Biagio Salerno nel commentare il post dell’ex ministro. «Ovvio che le parole di Fioramonti – continua – non sono state prese bene dagli operatori turistici e dai marateoti. Al porto di Maratea hanno da sempre attraccato panfili di tutto rispetto. La struttura offre servizi ottimali, compresi quelli igienici che sono ben tenuti». «Vogliamo discutere di come migliorarli ancora? Facciamolo, siamo aperti al confronto, a giudizi e messaggi costruttivi e non penalizzanti. Forse l’ex ministro non è abituato a pagare i servizi», conclude Salerno. Immediata la risposta di Pepe. A suo avviso, i commenti di Fioramonti su Maratea sono «ingenerosi e fuorvianti».

Qualità e turismo

«La qualità ricettiva di Maratea – evidenzia Pepe – soddisfa gli standard più elevati ed è ogni anno meta di turisti e star internazionali estasiate dal mix di bellezza e accoglienza, unitamente a una pregevole offerta enogastronomica. Il porto è un piccolo gioiellino e non mi risultano criticità per usufruire dei servizi igienici». «Ha ragione Fioramonti – conclude Pepe – quando afferma che in Italia ci sono tanti posti belli, ma tra questi si inserisce anche Maratea e lo straordinario capitale umano di imprenditori, lavoratori e lavoratrici che meritano rispetto».

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Editoriali L'Editoriale

Investimenti, così il turismo può crescere

Sono trascorsi due anni da quando, su queste stesse colonne, si sosteneva la necessità di un salto di qualità per il turismo pugliese. La tesi era semplice: il comparto non può vivere di solo mare ma deve rafforzare i servizi offerti agli ospiti, se davvero vuole contribuire allo sviluppo dell’economia locale e scongiurare il rischio di essere superato da quelli di altre regioni meno affascinanti dal punto di vista naturalistico ma dotate di una cultura dell’ospitalità più solida. Dal 2022 a oggi, però, poco sembra essere cambiato: la Puglia è e resta una delle mete preferite dai turisti, a cominciare dal sottoscritto, ma quello “scatto in avanti” ancora non si è visto. Emblematica è quella frase – “Qui ci pensa il mare” – con la quale il sindaco di Brindisi ha risposto a chi gli contestava i pochi eventi organizzati in città nel corso dell’estate.

La questione può essere analizzata sotto molteplici aspetti, primo tra tutti quello del lavoro. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Osservatorio Aforisma, in Puglia ci sono 13.391 aziende turistiche, pari a poco meno del 7% del totale nazionale, e i dipendenti sono 84mila, cioè il 6% del dato italiano, molti dei quali stagionali. Per questi ultimi la retribuzione media annua è di 9.211 euro, mentre nelle altre regioni si aggira intorno ai 12.800. Impietoso il confronto con Trentino-Alto Adige e Lombardia, dove la paga media tocca rispettivamente 18.349 e 15.549 euro l’anno.

Questo succede perché il comparto è ancora caratterizzato da una fortissima stagionalità legata al mare: molte strutture lavorano soltanto da giugno a settembre, dopodiché la loro attività rallenta fino alla totale sospensione. Nel complesso, l’ambiente del lavoro è problematico, instabile e con una copertura temporale ridotta. Ovviamente la bassa produttività, unita a un lavoro povero e precario se non addirittura irregolare, impedisce al turismo di incidere in misura “pesante” sulla produzione del pil. Il settore rappresenta sì una voce importante dell’economia locale, ma a livello strategico non è in grado di offrire spazi considerevoli. Anche perché presenta molte insidie soprattutto in occasione di crisi economiche globali, pandemie e cali della domanda. Due esempi: il crollo dei visitatori legato prima al Covid, con i lockdown che hanno paralizzato mezzo mondo, e poi alla guerra russo-ucraina, che ha fatto mancare alla Puglia un consistente numero di visitatori provenienti dall’Est europeo. Insomma, sono troppi limiti impediscono al turismo pugliese di diventare il settore di punto dell’economia locale.

Che cosa fare, dunque? Abbandonare il turismo, in un momento in cui la Puglia è la meta più gettonata in Italia, per investire solo ed esclusivamente su industria e manifatturiero, settori che rappresentano da sempre il motore della crescita? Certo che no. Sono due le strade da percorrere. La prima è curare la regione da quella “malattia della spiaggia” che vincola il lavoro di un intero settore al mare e, quindi, a quella stagionalità che non consente di creare ricchezza in modo stabile e duraturo. E, soprattutto, è indispensabile investire nella qualità dei servizi resa agli ospiti, in modo tale da intercettare un turismo altospendente (e non “straccione”, come avviene soprattutto in Salento) e incrementare così la produttività delle aziende. Gli strumenti ci sono: il Fondo rotativo delle imprese turistiche garantisce finanziamenti a tasso agevolato per gli investimenti tra mezzo milione e 10 milioni di euro, il Superbonus turismo 80% assicura un credito d’imposta fino a 100mila euro, i mini-Pia offrono agevolazioni alle aziende che ampliano, ammodernano o avviano il restyling delle strutture. In altre parole, bisogna investire nei servizi. Altrimenti il turismo rappresenterà per la Puglia un’occasione mancata.

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Attualità Bari News

Bari, intensificata la lotta all’abusivismo nel settore ricettivo: tre revoche a luglio

Negli ultimi mesi a Bari sono stati intensificati i controlli sulle strutture ricettive extra alberghiere, registrando risultati significativi nella lotta all’abusivismo. Le attività della polizia locale, concentrate soprattutto su locazioni turistiche, B&B, affittacamere e case vacanza, hanno portato a un netto incremento delle ispezioni e a un conseguente aumento delle violazioni contestate.

Da inizio anno, sono state effettuate circa 100 ispezioni, un numero destinato a crescere ulteriormente entro la fine dell’anno. Queste attività hanno permesso di individuare e sanzionare numerose irregolarità, tra cui l’assenza di autorizzazioni, carenze igienico-sanitarie, abusi edilizi e destinazioni d’uso non conformi. In particolare, nel mese di luglio sono state revocate tre codici identificativi di struttura (CIS) a causa di gravi irregolarità, tra cui la presenza di abusi edilizi e la destinazione d’uso commerciale di immobili adibiti a uso residenziale.

I risultati ottenuti finora sono incoraggianti. L’aumento delle iscrizioni al portale regionale DMS e al portale comunale PayTourist ne è una chiara testimonianza. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga. L’assessore al Turismo, Pietro Petruzzelli, ha sottolineato l’importanza di proseguire con determinazione le attività di controllo e di sensibilizzazione degli operatori, al fine di garantire una crescita sostenibile e di qualità del settore turistico.

«Bari è una città che ha molto da offrire ai turisti – ha affermato Petruzzelli – e vogliamo che questa offerta sia sempre più competitiva e di alta qualità. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che tutti gli operatori del settore agiscano nel rispetto delle norme e degli standard di qualità».

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Attualità BAT News

Il “declino” di Castel del Monte: dopo dieci anni non è tra i siti più visitati d’Italia

Più turisti e meno guadagni. Il bilancio di fine agosto mette in evidenza luci e ombre nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Se da una parte, infatti, il territorio in questi mesi sta registrando un numero maggiore di presenze rispetto al 2023, dall’altra, però, finora sembrerebbe che non sia stato in grado di cogliere pienamente questa sfida, in termini di profitti.

I dati ufficiali

E così, adesso, la Bat si ritrova a dover fare i conti con i primi dati ufficiali. Come quelli del ministero della Cultura relativi a Castel del Monte, uno dei simboli più iconici della Puglia e sito Unesco, che, per la prima volta dopo dieci anni, non è rientrato nella lista dei trenta monumenti statali più visitati d’Italia. Il maniero federiciano resta una delle mete turistiche principali nella Bat, tuttavia, il numero di visitatori ha subito un calo che, in termini di presenze, riporta il sito storico ai livelli dei 2014. «In realtà, non abbiamo notato una differenza netta rispetto agli ultimi due anni – spiega Eleonora Dipilato, guida turistica locale – per questo, ci sembra davvero strano che un luogo così significativo non abbia raggiunto una posizione di rilievo. Noi ce la mettiamo sempre tutta per valorizzare al massimo le potenzialità del territorio. Questa esclusione, però, dovrebbe far riflettere, perché solleva non pochi interrogativi sulla promozione turistica della nostra regione».

La querelle politica

Proprio su questo fronte la questione ha assunto contorni politici in un botta a risposta fra consiglieri regionali. «Sulla gestione di Castel del Monte è necessario fare chiarezza, dal momento che tutti abbiamo un obiettivo: valorizzare il sito e offrire le migliori condizioni a chi viene a visitarlo», dice la consigliera del Movimento 5 Stelle, Grazia Di Bari, che ha chiesto un incontro con tutti gli enti coinvolti per verificare le azioni da mettere in campo. «Apprendo con piacere che una collega del M5S di Andria abbia fatto questa scoperta sensazionale – ribatte il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Tupputi – tuttavia, mi chiedo se sia la stessa collega che ha ricoperto il ruolo di delegata alla Cultura fino a una manciata di mesi fa. E non se ne era accorta?».

Gli altri siti della Bat

Mentre Castel del Monte sembra attraversare una fase di stallo, però, altri siti della provincia, come Canne della Battaglia e il castello di Trani hanno registrato un numero di visitatori in linea con gli anni passati. A questo, si aggiunge un aumento significativo di turisti stranieri, soprattutto francesi, olandesi, spagnoli e inglesi. Un trend che riflette la crescente internazionalizzazione del turismo nella Bat, dove i visitatori stranieri sembrano apprezzare le bellezze del territorio anche più dei turisti italiani. Un fenomeno, questo, in controtendenza rispetto a quello che si sta verificando nelle altre regioni.

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Editoriali L'Editoriale

Le regole che servono al turismo

Siamo lontani dai tempi del Grand Tour, quando pochi aristocratici e intellettuali d’Oltralpe intraprendevano lunghi viaggi in Italia, esaltandosi alla vista delle vestigia dell’antichità e godendo di paesaggi incontaminati. Dopo tre secoli i colti viaggiatori solitari sono stati sostituiti da moltitudini crescenti di turisti che visitano il nostro Paese più o meno alla ricerca delle stesse emozioni.

Nel 1990 varcavano la frontiera italiana circa 60 milioni di turisti stranieri, nel 2023 la cifra è più che raddoppiata con circa 135 milioni di turisti in entrata. Dopo la crisi pandemica, il 2023 è stato un anno da record, superando i dati del 2019, con +3,0 milioni di arrivi (+2,3%) e +14,5 milioni di presenze (+3,3%). L’incremento è anche più netto rispetto al 2022 (+ 13,4% di arrivi e + 9,5% di presenze). Il surplus della bilancia dei pagamenti turistica si attesta a 20,1 miliardi di euro, pari all’1% del pil (da 0,9 dell’anno precedente), annullando le perdite causate dal lockdown e confermandosi al di sopra della media dell’area euro.

Diversi fattori hanno contribuito allo sviluppo dei flussi turistici: in primo luogo l’espansione delle compagnie di trasporto aereo low cost e la disponibilità di nuove rotte, lo sviluppo delle tecnologie digitali (attraverso le piattaforme online, come Airbnb, i turisti possono comparare i prezzi, contattare direttamente soggetti fornitori, visionare le opinioni lasciate da altri utenti), l’adozione di politiche meno rigide per la regolamentazione dei visti di ingresso, la semplificazione dei regolamenti sugli alloggi e lo sviluppo della sharing economy.

Tutto bene si direbbe e invece l’aumento dei flussi turistici oltre un certo limite, causa effetti negativi, sia economici che sociali, creando significative distorsioni. L’offerta di servizi turistici ha, infatti, un notevole impatto con le condizioni di vita della popolazione residente: da un lato genera reddito per chi offre i servizi, dall’altro produce sia effetti di cogestione danneggiando l’ambiente fisico fino a compromettere la stessa soddisfazione dei viaggiatori, sia fenomeni speculativi che modificano l’equilibrio sociale.

L’esperienza di grandi mete turistiche, come Barcellona o Venezia, ci mostra che prima o poi, l’overtourism genera una inconciliabile opposizione di interessi tra la parte di popolazione locale che trae reddito dai servizi turistici, e la parte di popolazione che è esclusa dai diretti vantaggi economici subendo gli effetti negativi. Un conflitto che è conseguenza delle politiche liberiste adottate in questo settore da autorità locali e governi nazionali, nella convinzione che i flussi turistici possano rappresentare un motore di sviluppo economico distribuendo benefici a tutta la popolazione residente. E invece ad un’analisi più attenta i danni causati dall’assenza di regolamentazione possono essere superiori ai benefici ottenuti in termini di reddito. In primo luogo, la presenza crescente di turisti genera fenomeni inflazionistici locali, riducendo la disponibilità di risorse per i residenti e diminuendo il loro potere d’acquisto. Aree cittadine precedentemente residenziali sono “turistificate” con l’espulsione dei residenti per far posto ad alloggi per turisti. Il mercato immobiliare risulta drogato con continui rialzi dei prezzi che danno luogo a bolle speculative.

Il tessuto commerciale locale è stravolto per la scomparsa dei negozi di vicinato sostituiti da brand e catene commerciali multinazionali. L’affollamento genera poi effetti negativi in termini di impatto ambientale, di inquinamento e di gestione del ciclo dei rifiuti. Gran parte delle politiche urbanistiche è rivolta ad infrastrutture destinate a sostenere crescenti flussi turistici, ignorando le esigenze della comunità locale. La concentrazione di investimenti nei centri turistici genera degrado e abbandono nelle periferie. Infine certi tipi di turismo favoriscono lo sviluppo delle attività criminali connesse alla prostituzione, al consumo di alcool o di sostanze stupefacenti.

L’elenco potrebbe continuare, ma l’attento lettore avrà sicuramente inteso che la fortuna di una località baciata dall’interesse turistico può essere solo apparente ed effimera se non è rigidamente regolata l’offerta di servizi. Il modello liberista di sviluppo basato sul turismo non è molto diverso dallo sfruttamento di risorse minerarie, per le inevitabili ripercussioni sull’ambiente e sulla vita dei residenti. E come la monoculture estrattiva, il turismo non regolamentato crea diseguaglianze sociali e impoverisce il territorio esaurendo le risorse locali.

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Attualità News Puglia

Tra turismo e innovazione: la Puglia del futuro al Meeting per l’amicizia di Rimini

La Puglia del futuro si mette in mostra alla 45esima edizione del Meeting per l’amicizia di Rimini che comincia oggi presso la Fiera della città romagnola.

L’evento, in programma fino a domenica prossima, è un importante appuntamento che permette a chi fa politica di sviluppare riflessioni e strategie per il bene comune grazie a dibattiti e confronti di ampio respiro.

Tema del Meeting è, quest’anno, “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?” ed è un invito ad analizzare in modo più attento quello che conta veramente nella vita di una persona e di una comunità.

La Regione Puglia, con “La Puglia del futuro”, intende presentarsi come un territorio in rapida trasformazione, guidato da un’ambiziosa visione di innovazione e sviluppo sostenibile.

Lo stand istituzionale della Regione Puglia

Nello stand istituzionale la Puglia presenta la sua economia moderna e diversificata, che punta a un alto livello di innovazione, incentrata su specializzazioni intelligenti, che si distingue per il significativo impegno negli investimenti in ricerca e innovazione, senza tralasciare le tradizioni, elemento distintivo e identitario del territorio.

Accanto alla Puglia destinazione turistica d’eccellenza, riconoscibile con il brand #weareinPuglia, dunque, viene introdotta la regione come territorio in cui investire, come hub tecnologico e dell’innovazione, come primo spazioporto d’Europa con l’aeroporto Marcello Arlotta di Taranto-Grottaglie e ancora come wedding destination e come regione che ha puntato sul saper fare nel settore dell’agroalimentare, della moda, dell’artigianato e del design, divenuti settori di eccellenza del made in Italy.

«Puglia: Business or Pleasure è il progetto che stiamo sviluppando in collaborazione con Pugliapromozione per diffondere l’idea secondo cui il binomio business-pleasure non è un’alternativa ma una combinazione, capace di promuovere l’autenticità, le bellezze di Puglia e di lavorare altresì sulla reputazione del brand Puglia e sulla promozione di un ecosistema pro business», spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci. Un ecosistema dell’innovazione in cui «il lavoro di università e organismi di ricerca è fortemente integrato con il sistema delle imprese ed è orientato all’offerta e alla produzione scientifica e tecnologica, avvantaggiato dalla rivoluzione digitale avviata con l’Agenda Digitale Puglia 2020», conclude.

Lo stand della Regione Puglia, con una superficie di 60 metri quadrati, è a cura di Pugliapromozione. Gli spazi allestiti hanno l’obiettivo di comunicare l’identità del brand Puglia a un pubblico previsto all’evento di circa 200mila utenti.

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Attualità Lecce News

Rifiuti e parcheggio selvaggio, da Gallipoli a Porto Cesareo: il Salento nella morsa del turismo ”cafone”

Dopo la denuncia di Legambiente Porto Cesareo che aveva parlato di «turismo criminale» perché «consuma e perpetra reati», intervengono i consiglieri di opposizione e del gruppo misto che accusano la sindaca Silvia Tarantino di «scarsa attenzione davanti ad una situazione che sta sfuggendo letteralmente di mano». I consiglieri Eugenio Sambati, Anna Peluso, Francesco Schito, Anna Paladini e Stefano My esprimono molta preoccupazione per i danni che sta subendo Porto Cesareo.

Un paese ferito

«Ci uniamo alla denuncia di Legambiente Porto Cesareo, i danni fisici e d’immagine sono sotto gli occhi di tutti: tratti di muretti a secco distrutti, centinaia di massi sulla spiaggia libera, tonnellate di rifiuti di ogni tipo abbandonati in strada e in spiaggia, segnaletica spaccata, parcheggio selvaggio, campeggio sulle dune, commercio abusivo con gruppi elettrogeni, pozzi neri incontrollati», spiegano i consiglieri. «È uno scenario d’inciviltà sdegnante, stiamo per perdere tutti, il paese è ferito e in sofferenza, le forze sono esigue: pochi gli agenti di polizia municipale, pochi gli ispettori ambientali, scarsa l’attenzione del sindaco davanti ad una situazione che sta sfuggendo letteralmente di mano. Sulla sua pagina Facebook dominano le locandine di eventi d’intrattenimento, nessuna preoccupazione per quello che accade. È accettabile? Non si può andare avanti così», accusa l’opposizione.

Ci tolgono il futuro

Giorni fa, altrettanto dura era stata la denuncia di Legambiente Porto Cesareo che ha scatenato una vera e propria bufera. L’associazione aveva evidenziato che, nonostante l’ultradecennale presenza di un’area marina protetta tra le più grandi d’Italia e di una riserva regionale terrestre di grande valore naturalistico, la realtà non cambia. «Da anni assistiamo ad un uso indiscriminato del territorio e di tutte le risorse ambientali come se non ci fosse un domani, in barba alle leggi di tutela dei parchi e alle basilari norme di pacifica e civile convivenza», l’accusa dei volontari che hanno denunciato il deturpamento della spiaggia e delle dune «ad opera di orde barbariche che non si possono definire turisti, ma teppisti ecologici». «Ci stanno distruggendo il patrimonio naturalistico, ambientale e culturale di inestimabile valore. In buona sostanza ci stanno togliendo il futuro», sostengono i volontari di Legambiente Porto Cesareo.

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Attualità News Puglia

Confindustria Puglia, Salomone: «Qui turismo in buona salute. Merito dell’arrivo di stranieri»

«Al contrario di altre regioni del Mezzogiorno d’Italia, dove purtroppo si è registrato un problema di gestione dell’acqua potabile e non, dovuto anche soprattutto alla siccità, la nostra Puglia sicuramente non sta ancora affrontando questo tipo emergenza, pertanto sotto certi aspetti è stata privilegiata come meta prescelta delle vacanze». A confermare il trend positivo del tacco d’Italia, a dispetto di altre regioni del Sud come Sicilia e Campania, è Massimo Salomone, coordinatore del settore turismo di Confindustria Puglia. Merito dei flussi incoming degli stranieri , soprattutto polacchi, francesi e tedeschi, grazie ai quali «il calo del turismo di prossimità già presente in altre regioni – spiega il coordinatore – potrebbe non aver influito particolarmente».

I dati

Secondo i dati raccolti da Confindustria, i primi sette mesi del 2024 in comparazione allo stesso periodo del 2023 hanno registrato un incremento sia degli arrivi che delle presenze per tutte le province. «La provincia di Bari è quella cresciuta di più complessivamente con un +14,5 % di arrivi e un +14,5% di presenze, insieme alla provincia di Brindisi e alla Valle d’Itria – evidenzia Salomone – Le province di Barletta-Andria-Trani e Lecce sono quelle che invece sono cresciute meno negli ultimi sette mesi e purtroppo si sono posizionate sotto il livello della media della regione. Foggia e Taranto sono cresciute di poco».

La prospettiva

Un’indagine tra gli associati al sistema di Confindustria turismo rivela che, dopo un luglio un po’ altalenante dovuto all’inflazione che persiste, in Agosto si assisterà a un recupero importante. «Siamo fiduciosi che gli arrivi e le presenze degli stranieri riusciranno, come l’anno scorso, a sopperire al calo del turismo degli italiani – afferma Salomone – restiamo peraltro sicuri che da noi in Puglia non ci sia un problema di prezzi alti, sebbene il mese di Agosto sia il più costoso rispetto agli altri mesi estivi, ma siamo altresì convinti che la crisi economica generale stia incidendo sulle scelte delle destinazioni turistiche da parte delle famiglie italiane».

L’ottimismo

Un clima di ottimismo da parte degli operatori che va oltre la canonica settimana di Ferragosto. «Ci aspettiamo una coda più lunga ovvero un proseguimento delle prenotazioni da parte dei turisti stranieri anche nel mese di settembre».

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Attualità News Puglia

Code e rallentamenti sulle statali: il weekend più nero sulle strade della Puglia

Il fine settimana che precede il Ferragosto si conferma il più critico dell’anno sul fronte della circolazione stradale in Puglia. Un bollino che più nero non si può nella giornata di ieri, con code e rallentamenti sulle principali strade delle vacanze. Un bollettino che rischia di diventare ancora più pesante se incrociato col parere dei meteorologi sul week end più caldo del 2024. Gran lavoro anche per la polizia stradale che ha rafforzato il numero di pattuglie sulle principali strade della regione.

Il clou sulla statale 16

Come sempre, la situazione più critica ha riguardato la statale 16, in particolare nel tratto che da Bari porta alle località balneari del Salento. I punti critici sono gli stessi di ogni estate. I primi rallentamenti già ieri mattina, poco dopo le 8, sulla tangenziale barese, all’altezza dei quartieri Japigia (dove le corsie da tre diventano due), San Giorgio e Torre a Mare. Il secondo blocco verso Polignano a Mare e a seguire Monopoli, mete preferite dei “pendolari” del capoluogo. Poi, viabilità più agevole fino a Brindisi dove si sono rivisti gli incolonnamenti, soprattutto all’uscita per il porto. Fino a Lecce la circolazione ha ripreso a scorre anche se a velocità moderata. Situazione un pò meno critica sulla statale 100 che porta verso le località balneari dello Ionio, nel Tarantino e in direzione della statale 106 per la Calabria. I maggiori rallentamenti hanno interessato il tratto dove la carreggiata si restringe e manca il “new jersey” in cemento, in particolare, il percorso compreso tra San Basilio e Mottola.

Code ai caselli e rallentamenti non hanno risparmiato nemmeno l’autostrada A14 all’uscita di Bari e delle altre principali città della regione. Tempi d’attesa decisamente più lunghi per il pagamento dei pedaggi sotto il sole cocente di un agosto poche volte così cocente.

Oggi giornata da bollino rosso

Il grande esodo che precede il Ferragosto proseguirà oggi, giornata da bollino rosso, con un livello di criticità leggermente inferiore perchè si prevede che la maggiore ondata di vacanzieri sia arrivata a destinazione ieri. Ma c’è anche chi all’auto ha preferito il treno per raggiungere le mete dove trascorrere le tanto agognate ferie. Già ieri mattina sul treno intercity partito alle 9 da Bari per Lecce c’era il tutto esaurito con centinaia di turisti in viaggio verso il Salento.

Stop ai mezzi pesanti

Il divieto di transito dei veicoli pesanti è entrato in vigore venerdì dalle ore 16 alle 22, ieri dalle 8 alle 22 e oggi dalle 7 alle 22.00. Anas ricorda di aver potenziato l’impegno del personale su tutto il territorio nazionale e di aver limitato la presenza dei cantieri fino al 3 settembre: sospesi 906 cantieri, il 70% di quelli precedentemente attivi.

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Attualità Brindisi News

Affitti brevi, l’allarme: «Troppe strutture extralberghiere in Puglia. Servono regole»

Nei giorni di protesta dei balneari, proprio mentre la stagione turistica è al culmine, arriva anche la denuncia di Aigo Confesercenti (Associazione italiana gestori ospitalità e ricettività diffusa). Dai dati in possesso dell’associazione nazionale, le imprese attive nel settore degli affitti turistici, come case vacanze, affittacamere e b&b, sono aumentate negli ultimi dieci anni del 147 per cento. La deregolamentazione del mercato degli affitti brevi, quindi, avrebbe creato squilibri significativi, favorendo le attività non imprenditoriali e svuotando molte località di residenti.

Il caso di Brindisi

L’associazione evidenzia: «In Puglia, e anche a Brindisi, la situazione è particolarmente critica. Il rapporto tra strutture alberghiere e non alberghiere nella nostra regione è quasi di 1 a 50, con circa mille alberghi contro oltre 48 mila attività extralberghiere. Questo dato sta passando inosservato nonostante siano numericamente maggiori i rappresentanti di categoria degli albergatori che siedono ai tavoli che contano rispetto a quelli delle categorie degli extralberghieri, pur essendo la maggioranza. Alcune strutture – aggiungono – difficilmente identificabili ma tracciabili, opererebbero in modo non conforme, danneggiando l’immagine della regione, dei comuni e la correttezza degli operatori in regola. Le autorizzazioni spesso vengono concesse senza adeguati controlli».

Urgente un regolamento

L’Aigo Confesercenti evidenzia l’urgenza di regolamentare il settore per promuovere un turismo sostenibile e di qualità, rispettoso sia dei residenti che degli operatori turistici. L’associazione propone diverse misure per affrontare queste sfide: professionalizzazione degli operatori; classificazione delle strutture; attuazione del Codice identificativo nazionale (Cin); controlli rigorosi; immobili conformi alle normative e in regola con le dotazioni di sicurezza. Il decreto legge, entrato in vigore il 15 dicembre 2023, prevede ad esempio l’obbligo per i proprietari degli immobili destinati all’ospitalità turistica o agli affitti brevi (sotto i 30 giorni) di installare almeno un rilevatore di monossido di carbonio e uno di metano o Gpl, oltre a un estintore, in ciascun alloggio.

«L’Aigo Confesercenti invita, pertanto, tutte le parti interessate – afferma il responsabile regionale Michele Piccirillo – a collaborare al fine di garantire un’offerta turistica di alta qualità e sostenibile. La Puglia, con il suo ricco patrimonio naturale e culturale, può continuare a essere una destinazione ambita, ma sono necessari interventi decisi al fine di tutelare la sua reputazione e la qualità dell’offerta extralberghiera. È tempo di cambiare atteggiamento e adottare una prospettiva più costruttiva e orientata al miglioramento della qualità del turismo e delle competenze dei lavoratori del settore, spesso bistrattati ingiustamente».

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