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Promozione, Antonio Del Vecchio dal Levante Azzurro alle giovanili del Monopoli

Nuovo capitolo del mercato in uscita per la Levante Azzurro che, dopo una stagione da protagonista i propri ragazzi sono finiti sul taccuino dei migliori settori giovanili italiani.


Del Vecchio al Monopoli

Antonio Del Vecchio è il sedicesimo colpo in uscita targato Levante Azzurro. Giunto nel 2016, Antonio si è fin da subito fatto notare per le sue grandi qualità. La sua rapidità, unita alla capacità di saltare l’uomo in qualsiasi circostanza, è risultata spesso decisiva per le gare del gruppo 2007, che negli ultimi anni ha regalato ben tre titoli regionali e due podi nazionali. Antonio è stato uno dei massimi protagonisti di un gruppo che ha contribuito in modo importante alla cavalcata trionfale sino alla finale persa del titolo nazionale. L’approdo al Monopoli deve essere un punto di partenza per una carriera alla quale la società della Levante Azzurro augura le migliori fortune. Antonio giocherà nella Primavera 2 del Monopoli. Infine, Antonio aveva recitato al San Nicola la parte del difensore l’estate scorsa, in un cortometraggio sulla vita di Edgar Çani, marcandolo stretto

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Bari Sport

Bari, il portiere Radunovic: «Lotto per il vertice e riprendermi la serie A»

Il portiere biancorosso Boris Radunovic, arrivato in prestito a titolo temporaneo dal Cagliari, con tanta voglia di riscattarsi ha già disputato la prima gara ufficiale con la Cremonese ma sabato c’è il campionato e si gioca con la Juve Stabia. Il nuovo numero uno dei pali presentato oggi in conferenza stampa ha detto sul suo ritardo a venire a Bari nonostante il ds Magalini e il suo vice (Di Cesare) gli stessero facendo già da tempo la corte: «Volevo capire se rientravo nei progetti del Cagliari dove ero stato protagonista in B e poi lo scorso anno dopo qualche partita sono stato sostituito.

C’erano squadre dall’estero interessate, e in Italia ma ho scelto Bari e ho tanta voglia di fare bene». Dal 2015 il portiere è approdato all’Atalanta e girato per alcuni club, Avellino, Salernitana e Cremonese prima di tornare in Serie A all’Hellas Verona nel campionato ’20-’21. E da quella successiva al Cagliari sino alla scorsa stagione, quella della salvezza con mister Ranieri, col quale il rapporto si è evinto si sarà esautorato dopo che gli ha preferito un altro portiere. Ma il numero uno dei biancorossi è motivatissimo: «Ora il passato non conta, sono qui e voglio fare bene. Lo scorso anno ho pagato per un paio di errori che ci stanno fai questo ruolo. Ma credo di essere un portiere di A e lo dimostrerò. Ci sono altre squadre che lotteranno con noi per il vertice e io voglio essere protagonista col Bari».

Una battuta pure se predilige il gioco dal basso o meno: «Mi piace il gioco del basso. Lo scorso anno giocavamo in maniera differente ma sono uno che si adatta e piace giocare con i piedi, oltre a dialogare con i compagni di reparto».

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Fipav Puglia, Indiveri sulle azzurre di Velasco: «Più forti di sempre. Al punto finale ho pianto di gioia» – L’INTERVISTA

Dopo il successo storico alle Olimpiadi di Parigi delle azzurre di Velasco, tutto il mondo e appassionati sportivi si sono commossi e hanno applaudito le gesta compiute. Uno dei primi a lasciarsi andare di gioia è stato il presidente della Fipav Puglia, Paolo Indiveri che ha risposto alle nostre domande.

Una vittoria forse annunciata con Julio Velasco, ma per nulla scontata?

«Lo sintetizzo con due parole: semplicemente straordinarie. Una squadra equilibrata, forte in tutti i reparti. Vero, hanno rispettato i pronostici ma non era semplice e se si considera che hanno perso solo un set, si capisce ancora di più l’entità dell’impresa».

Azzurre guidate da una leggenda vivente quale Julio Velasco, quanto ha influito?

«Julio è stato chiamato dalla Federazione a quattro mesi dall’Olimpiade. Ha lavorato tantissimo sulla teste delle ragazze, ricostruito un gruppo solidissimo e forse la nazionale femminile più forte di sempre anche se ora dovranno continuare. Grandi meriti vanno anche al suo staff e al nostro immenso presidente nazionale Giuseppe Manfredi, tra l’altro pugliese (di Alberobello, ndr)».

Paolo Egonu, stratosferica. Le polemiche scaturite sono fuorvianti e inopportune. È d’accordo?

«Paola è un simbolo della pallavolo. È la giocatrice ad oggi più forte al Mondo. Da sola ha realizzato 22 punti. Ha un talento smisurato e merita questa vittoria olimpica. Sulle questioni politiche non entro neanche nel merito perché lo sport deve restare bellezza assoluta senza strumentalizzazioni».

Alessia Orru, anche lei è stata determinante.

«Il palleggiatore vive in funzione della ricezione delle difese, nel caso specifico lei va oltre gli schemi, è stata bravissima a farsi trovare sempre al posto giusto, a saper leggere i momenti. Velasco ha creato un’alchimia perfetta tra tutte le ragazze: penso alle nostre schiacciatrici quali Sylla e Bosetti con medie impressionanti. Senza dimenticare la nostra leader e libero, Monica De Gennaro, ripagata a 37 anni dei tanti sacrifici, un vero esempio per tante atlete».

È esagerato parlare di “nuova generazione di fenomeni”?

«Dovremmo vedere nell’arco del tempo, ai successivi europei e mondiali. Godiamoci questo oro, un premio alla visione e lungimiranza del presidente federale, ai grandi sacrifici delle atlete, del suo C.t. e staff e così via, di tutti coloro che ci hanno creduto».

Domenica, presidente, è stato impossibile contattarla, immaginiamo il motivo.

«Sono state ore convulse, sul 23esimo punto del terzo set sono scoppiato in lacrime come un bambino, non me ne vergogno. Sentivo tantissimo la gara e avvertivo che mancava qualche minuto al successo. Mia figlia è corsa ad abbracciarmi perché consapevole anche dei miei sacrifici per la pallavolo. È stata una gioia indescrivibile e incomparabile ad altre. Due anni fa la nazionale maschile di un altrettanto grande De Giorgi, mio conterraneo, ci ha fatto emozionare e gioire, domenica è toccato alle ragazze. Mi scuso ai tanti che non ho potuto rispondere, dopo il successo della nazionale giovanile, auspico sempre più che il movimento continui a crescere».

Un successo anche made in puglia, con la Di Vagno e Miale.

«Una gioia condivisa anche per la Puglia con Maira (Di Vagno, ndr) la fisioterapista azzurra e Vanni (miale, ndr) preparatore atletico, entrambi fortemente voluti da Julio Velasco. Quando i particolari fanno la differenza».

Ritiene che la truppa di De Giorgi ha ricevuto critiche troppo severe?

«La nazionale maschile ha disputato una prima parte di Olimpiade straordinaria specie battendo Brasile e Polonia. L’impresa in rimonta ai quarti col Giappone è stata fantastica ma molto dispendiosa e poi abbiamo trovato la Francia di Giani, allievo di Velasco che mi congratulo e vinto con merito. Ma sono sicuro che la Nazionale di Fefè si rifarà, lo ha già dimostrato e con maggiore esperienza si riscatta».

E ora, quando vedremo la Nazionale di Velasco a Bari?

«Non è semplice, ma vedremo magari in un test match dei prossimi Europei, per la maschile o femminile».

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Parigi 2024, oro per l’Italvolley. Magistro: «Un successo che rievoca l’impresa europea con l’Amatori Volley Bari»

Erano già nella storia prima di giocare, dopo averlo fatto ne sono diventate a pieno merito: eroine di Italia, leggenda sportiva e orgoglio nazionale, l’Italvolley si aggiudica l’oro alle Olimpiadi di Parigi battendo nettamente per 3-0 gli Stati Uniti (25-18, 25-20 e 25-17). Julio Velasco, diviene così mito e leggenda, perché aveva vinto l’oro olimpico ad Atlanta 1996 con la “Generazione di fenomeni”, la stessa che ha visto trionfare nel maschile un suo allievo, sabato, Andrea Giani con la Francia. È la vittoria della Egonu (da sola ha messo a referto 22 punti) e di tutto un gruppo straordinario, come la stessa Orru; andrebbero citate tutte quante. Ma la musica che speaker e dj del palazzetto francese allestito (perché normalmente viene adibito a zona fieristica) è stata lanciata al termine “Sarà perché ti amo” di Ricchi e Poveri, con le azzurre che si abbracciano è la perfetta fotografia di quanto hanno compiuto. Il primo tifoso delle azzurre il presidente della Repubblica, Mattarella, ha subito scritto :«Strepitoso torneo per l’Italvolley»

La leggenda Velasco

Forse si ritirerà e lo annuncerà dopo aver smaltito la gioia immensa della seconda vittoria olimpica. Ai microfoni Rai ha detto quasi subito dopo aver vinto: «Questa vittoria farà lievitare tutto il movimento. Atlanta ’96? Non ho mai fatto drammi per quella sconfitta. Complimenti anche a Giani» e chissà, aggiungiamo noi, che quest’ultimo campione con i francesi non prenda le sue redini della nazionale maschile o femminile in eredità dal suo maestro.
Anche la Puglia d’oro
Un successo anche made in Puglia perché A 47 anni, Giovanni Miale preparatore atletico (abilitato allenatore) a Taranto e due a Gioia del Colle Oltre alla fisioterapista, Maira Di Vagno, trentenne fisioterapista di Conversano, già nota per il suo lavoro con le nazionali giovanili maschili, è entrata a far parte del team della nazionale femminile voluta per espressa richiesta di Julio Velasco.

Il barese Mimmo Magistro

Già presidente onorario dell’Amatori Volley Bari, Stella d’oro al merito sportivo Coni, ma anche accompagnatore della nazionale olimpica di Volley a Sidney 2000 ai nostri microfoni ha detto: «Congratulazione alle italiane al ct Velasco che hanno sbaragliato le avversarie perdendo un solo set in tutto il torneo e meritando il titolo olimpico. Ho rivissuto quel momento magico del 1984 quando con l’Amatori Volley Bari vincemmo in Germania un titolo europeo e fummo accolti da duemila baresi in aeroporto. Ho vissuto da dirigente della nazionale femminile a Sidney 2000. Spero sia uno spot non solo per pallavolo ma anche per gli altri perché queste ragazze siano prese ad esempio, per spirito, coraggio, abilità e voglia di arrivare in fondo». m.i.

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Parigi 2024, l’Italvolley donne a caccia dell’oro: lo staff delle Azzurre parla anche pugliese

L’Italvolley della leggenda vivente Julio Velasco ha compiuto un altro capolavoro, battendo nettamente la Turchia per 3-0 dell’italiano Daniele Santarelli e comunque andrà quest’oggi con gli Stati Uniti che si sono imposti sul Brasile (3-2, ndr), sarà comunque un traguardo storico per le azzurre che non erano mai arrivate in finale. ovviamente l’appetito come si suol dire vien mangiando e ora per le italiane guidate dal commissario tecnico, artefice di quella “generazione di fenomeni” capaci di conquistare svariate medaglie tra europei e mondiali e quella impresa meravigliosa della vittoria ai giochi di Atlanta nel 1996, vorrà provare ad alzare la medaglia più pesante e prestigiosa con le donne.

Ci sarà un pezzo di Puglia nella storica finale che vede protagonista l’Italvolley femminile di Julio Velasco, nello specifico, uno proveniente da Grottaglie, dove ha le sue radici Giovanni, meglio conosciuto come Vanni, Miale, e da Conversano, città di Maira Di Vagno.

‘Vanni il prof’ azzurro

A 47 anni, Giovanni Miale annovera un curriculum con esperienze significative tra serie A1 e A2. Dopo cinque anni come preparatore atletico a Taranto e due a Gioia del Colle, il suo talento lo ha portato a collaborare con squadre di alto livello come Montichiari, Istanbul e con la nazionale della Corea del Sud. Laureato in Scienze Motorie all’Università di Urbino, Vanni Miale è cresciuto in una famiglia di sportivi: suo fratello Claudio è stato un calciatore di spicco, ricoprendo il ruolo di capitano del Taranto e del Brindisi. Lo sport, dunque, è una passione di famiglia che si porta dentro e per lui che ha giocato a 18 anni in serie B1 di pallavolo, proseguire da preparatore nella nazionale maggiore femminile è un premio meritato alla sua costanza e profondo impegno. Il suo viaggio e percorso nel mondo dello sport lo ha portato a far parte di un’avventura incredibile, con l’Italvolley femminile, che domani alle 13 sfideranno le statunitense la medaglia d’oro. Comunque vada sarà scritta una nuova pagina sportiva, anche per Grottaglie e la Puglia.

Di Vagno, da Conversano

Il sogno olimpico di Maira Di Vagno, divenuto realtà. La trentenne fisioterapista di Conversano, già nota per il suo lavoro con le nazionali giovanili maschili, è entrata a far parte del team della nazionale femminile, voluta per espressa richiesta di Julio Velasco. La nomina di Maira Di Vagno, fisioterapista, è stata accolta con grande entusiasmo e orgoglio dal movimento pallavolistico pugliese e dalla sua Conversano che aspetta di riabbracciarla al suo ritorno da Parigi.

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Il Bari verso l’esordio stagionale, Longo suona la carica: «Squadra in costruzione ma ambiziosa»

Moreno Longo, prima dell’allenamento di rifinitura e della partenza per Cremona, dove il Bari domani alle 18 giocherà in Coppa Italia, ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulla preparazione e presentare la partita.

«Sono soddisfatto della disponibilità dei ragazzi e ciò agevola un cambiamento radicale. In ogni caso ad agosto il calcio va preso con le pinze perché si è in costruzione e i carichi di lavoro possono spostare gli equilibri. Il percorso sarà lungo e tortuoso», afferma il tecnico biancorosso sottolineando che «manca ancora tanto a livello tattico, siamo alla fase embrionale. Per l’organico stiamo cercando di mettere a posto difesa, tre-quarti e qualcosa a centrocampo».

Domani, il primo impegno ufficiale contro la Cremonese. «Il Bari arriva bene: affrontiamo una delle candidate alla vittoria del torneo ma siamo focalizzati su di noi. A Cremona per fare passi avanti».

Tra i nuovi arrivati, oltre a Lasagna, bene ha fatto anche Sgarbi: «Sono contento per come sta lavorando. Si sta adattando a una categoria nuova. Sa bene che deve migliorare e potrà entrare al meglio negli automatismi». Radunovic? «È un portiere affidabile e si è sempre allenato. Giocherà da subito».

Per quanto riguarda il prossimo campionato di Serie B, mister Longo afferma: «Ci sono davanti, per budget, 6 o 7 squadre. Detto questo noi sappiamo di dover fare benissimo tutto per andare a ritagliarci uno spazio. Il Cittadella ha fatto i playoff e sfiorato la A diverse volte, noi pensiamo a noi. Su alcuni giocatori non puoi competere a certe cifre. Dobbiamo essere bravi a costruire ma non tentare l’all-in per forza. Non sarei venuto a Bari per giocare per la salvezza ma perché sono uno ambizioso».

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Bari, 33 anni fa l’arrivo della Vlora: Leccese presenta la gigantografia – VIDEO

Bari, 33 anni fa l'arrivo della Vlora: Leccese presenta la gigantografia

Dopo la consegna delle chiavi della città a Mario Desiati, questa sera, intorno alle 19, a “Largo Sono Persone” a Bari, alla presenza del sindaco Leccese, dell’assessora Pierucci e del presidente di Arca Puglia Centrale Piero de Nicolo, si è tenuto un momento di riflessione sui valori civili e umani dell’apertura, dell’accoglienza e dell’integrazione, in occasione del 33esimo anniversario della nave Vlora.

Il comitato spontaneo ha prodotto una gigantografia (180×260 cm) del famoso scatto che testimonia lo sbarco dei 20mila albanesi realizzato da Lorenzo Turi, allora 16enne: «Ci avvicinarono con la motovedetta della guardia di Finanza e con Gino Sassanelli ci arrampicammo alle 14:30 su una scaletta e immortalammo quei momenti». Il pannello, donato al Comune di Bari, integrerà l’opera “Sono persone 8.8.1991” di Jasmine Pignatelli, installata sulla facciata dell’edificio di edilizia popolare di Arca Puglia Centrale e poi completata con la scultura gemella a Durazzo in Albania in occasione del trentennale dello sbarco della Vlora.

Alla cerimonia c’erano, tra gli altri, Lorenzo Turi, Francesco Rossini, rappresentante del comitato spontaneo, Eva Meski, arrivata a Bari con la Vlora e rappresentante dell’associazione “Le Aquile di Seta”, Pino Rana e Filomena Lisco del Circolo ACLI La Pira, testimoni dello sbarco, e Jasmine Pignatelli che, insieme a Giuseppe Dalfino, ha coadiuvato e sostenuto le intenzioni del comitato.

Il comitato promotore dell’iniziativa è costituito da cittadine e cittadini di Bari, italiani e albanesi, e dai residenti di San Girolamo che perseguono l’obiettivo comune di valorizzare, conservare, tutelare e divulgare i valori di amicizia e accoglienza che l’opera d’arte di Jasmine Pignatelli veicola attraverso le parole tradotte in linguaggio morse pronunciate dall’allora sindaco Enrico Dalfino«Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza».

Il post di Decaro

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Mitropa Cup, l’unico trofeo internazionale del Bari: il ricordo di Perrone, Terracenere e Lupo

Era il 21 maggio 1990 ed era anche l’ultima partita allo stadio Arena della Vittoria, in seguito nominato stadio “Della Vittoria”, e il Bari allenato da mister Salvemini disputò la sua ultima partita ufficiale in quel fortino, vincendo la Mitropa Cup, l’unico ad oggi della sua storia ultracentenaria, dinnanzi ai quasi 3600 presenti (qualcuno asserisce di più). A sollevare quel trofeo, quel giorno con la fascia da capitano fu Carlo Perrone, in virtù dell’assenza di Giovanni Loseto e Antonio Di Gennaro, ma soprattutto quel “Carletto” come era soprannominato affettuosamente dai tifosi, segnò il gol vittoria al Genoa di Scoglio che consegnò la Mitropa Cup.

Pillole di storia

La Mitropa Cup cessò di esistere nel 1992, anno in cui fu disputata l’ultima edizione vinta dal Borac Banja Luka (che detiene l’originale, squadra bosniaca) ai danni del Lecce. Oltre al Bari le italiane che si sono aggiudicate questo trofeo sono: Udinese, Torino, Pisa, Bologna, Fiorentina, Milan (con Franco Baresi) e Ascoli.

Re Carletto Perrone

Bari è risaputo è una piazza calda che ama il calcio da sempre, passionale e tra le prime cinque per media spettatori e con una storia che avrebbe meritato e meriterebbe tutt’oggi palcoscenici diversi da quello attuale. A raccontare la sua su quella serata memorabile e quella partita contro il Genoa del compianto prof Scoglio è stato Carletto Perrone, nominato affettuosamente dai baresi re Carletto. Perrone ha detto: «Bari per me rappresenta uno dei momenti più importanti della mia carriera. Ho avuto anche la fortuna di giocare in Coppa Uefa con l’Atalanta ma quello è un altro capitolo. L’emozione provata quel 21 maggio 1990, 34 anni fa, resta indelebile. L’unico trofeo internazionale a oggi ancora presente nella storia biancorossa che ho sollevato da capitano con un mio gol ad un grande Genoa. Quella sera credo tuttora che si siano allineati tutti i pianeti astrali e la finale l’abbiamo conquistata noi. Avevo saputo da qualche giorno che sarebbe stata la mia ultima partita col Bari, quindi avevo tante sensazioni dentro avendo vissuto anni incredibili con compagni fantastici e uomini veri. È stata l’ultima partita per me e i miei compagni al “Della Vittoria” perché poi si sarebbe passati al San Nicola. L’assist-meraviglia del gol fu realizzato da Angelo Terracenere, io arrivai subito e freddai il portiere con un cucchiaio prima che lo facesse il grande Francesco Totti. Ancora a distanza di anni rabbrividisco, soprattutto dall’affetto che fummo ricoperti. La speranza è che si ritrovi la Coppa Mitropa (inizialmente chiamata così) e che un giorno non lontano, il Bari possa vincere altri trofei internazionali perché vorrà dire che ci sarà stata festa sugli spalti e nella grande piazza barese. Al Bari che porto nel cuore auguro per ora di ritrovare la la massima serie».

L’altro ex, Fabio Lupo

Carlo Perrone e Fabio Lupo erano e sono legatissimi, avendo giocato a Campobasso assieme. Ma Lupo a Bari ci ha comprato la sua prima casa e successivamente ci tornò per delle docenze di Scienze Motorie a Foggia. Su quella serata magica ha detto: «Per il gruppo fu il coronamento di 2 stagioni fantastiche con una promozione e una stupenda salvezza in A. La vittoria ci diede un’immensa gioia e grande autostima. Chiudemmo in bellezza il grande ciclo storico dello stadio Della Vittoria. Per me fu la definitiva rinascita dopo due infortuni gravi. Ciò che mi rimane più nel cuore è quella foto in cui splende il sorriso buono di Vincenzo Matarrese con la coppa in mano e noi felici intorno a lui come un nostro secondo padre. Il Genoa nella precedente stagione, in cui arrivammo primi alla pari, era stato un nostro grande rivale ed aveva uno squadrone. Sconfiggerli in finale, in uno scontro diretto, era il segnale che aldilà dei numeri i più forti eravamo noi».

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