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Cultura e Spettacoli Lecce

Casarano, a Palese (Unirai) il premio Apulions: «Il legame con il territorio è sacro» – L’INTERVISTA

Se in Rai dopo decenni è caduto un muro, e si è rotto il monopolio sindacale è merito anche di un salentino doc. Francesco Palese infatti è il segretario del nuovo sindacato dei giornalisti Unirai – Figec Cisal. Lo incontro a Casarano dove il giornalista parlamentare di “Rainews24” ritira il premio “Apulions” dedicato ogni anno alle eccellenze del territorio.

Ti è stato consegnato il premio “Apulions 2024”. Che valore ha per te questo riconoscimento?

«Fa sempre piacere tornare a casa e rivivere tanti ricordi legati al mio passato. Bello rivedere tanti amici con cui si è condiviso un percorso. Il legame col territorio per me è sacro».

Perché nasce il sindacato “Unirai”?

«Unirai nasce per dare voce a tutti. A partire da quelle componenti che nel vecchio sindacato non erano messe nelle condizioni di esprimersi. Nasce dal malcontento dei più. Il pluralismo, anche in ambito sindacale, è un valore aggiunto. La creazione di un nuovo soggetto non può che far bene a tutti».

Che momento storico è quello attuale per la Rai? Da mesi assistiamo a tante polemiche su una presunta “TeleMeloni”…

«“TeleMeloni” è stata una bella invenzione, un’idea di marketing, da parte di chi ci ha costruito su una campagna di comunicazione. Mi riferisco ad alcuni gruppi editoriali ben noti, e a qualche partito politico. Le elezioni europee ci sono state. I cittadini si sono pronunciati. Adesso bisognerebbe mettere da parte gli slogan e pensare al futuro di questa grande azienda con oltre 12 mila dipendenti, ma anche con un debito di oltre mezzo miliardo di euro».

C’è stato con il governo Meloni un salto di qualità in quella che viene definita come “un’occupazione” della Rai?

«La legge che disciplina i meccanismi di elezione e nomina della governance è del 2015. Ma solo oggi qualcuno si scandalizza. C’è chi propone di passare alla precedente, mentre dall’Unione Europea arrivano indicazioni molto precise alle quali dovremo adeguarci. Mi limito solo a mettere in evidenza la strumentalità di molte critiche di questi mesi sulla Rai».

Proprio in queste ore si sta discutendo dell’elezione del nuovo Cda. Una corsa contro il tempo?

«La legge affida al parlamento l’elezione di quattro dei sette consiglieri, Ad e Presidente sono di nomina goverrnativa. Sul Presidente serve inoltre un passaggio in Vigilanza, mentre il settimo consigliere, quello che rappresenta i dipendenti, lo abbiamo eletto a maggio. Sono passati due mesi e l’auspicio di molti è non si vada oltre settembre».

Torniamo a Unirai. Qual è il bilancio di questi primi 7 mesi dalla nascita?

«Sono stati mesi di grande lavoro. Non è stato facile guadagnarsi lo spazio necessario per far sentire la nostra voce. Abbiamo incontrato grandi resistenze, a tutti i livelli. Resistenze che probabilmente continueranno e si faranno sempre più forti. Ma siamo pronti a tutte le sfide. Siamo soddisfatti del numero del primo blocco di iscritti, delle iniziative che abbiamo messo in campo e della risposta dei colleghi, nonostante ci sia stato più di qualche tentativo di demonizzare la nuova creatura etichettata in tutti i modi».

Ti riferisci a chi vi chiama “sindacato di destra”?

«Definire “di destra” un sindacato non vuol dire nulla. Se entro in una pizzeria non mi interessa sapere se il pizzaiolo è un comunista. Sono problemi suoi. Mi interessa sapere se la pizza è buona. Facciamo attività sindacale, non siamo un partito e non abbiamo bisogno di collocarci politicamente. Ogni giornalista Rai, come ogni cittadino, può avere le sue convinzioni politiche, ma non deve trasferirle nel suo lavoro, tantomeno nel sindacato. Chi ci etichetta come “sindacato di destra” lo fa per cercare di screditarci. Ma perde tempo».

Si sta aprendo nel tempo un dialogo con il vecchio sindacato Usigrai?

«Ultimamente hanno scritto una lettera piena di attacchi contro di noi. Non mi pare abbiano voglia di confrontarsi sui temi. Addirittura hanno detto che si batteranno in ogni sede per farci avere il minore spazio possibile. Sono ancora nella fase dell’elaborazione, ma arriverà anche quella dell’accettazione della nuova realtà. È stato un peccato però il mancato confronto di questi mesi, noi parliamo con tutti».

Cosa deve fare la Rai per diventare sempre di più servizio pubblico?

«Deve rappresentare tutte le sensibilità che esistono nella società, essendo presente maggiormente sui territori, anche quelli periferici».

Si può immaginare un potenziamento della Rai in Puglia?

«La sede Rai di Bari va valorizzata, come tutte le sedi regionali. Ma la Puglia ha una sua specificità. È un territorio molto esteso, di fatto una macroregione. Non a caso da molti anni c’è chi parla di “Regione Salento”. Andrebbero potenziate le sedi di Bari e Lecce».

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Cultura e Spettacoli Puglia

“La musica è un lampo”, il libro di Stefano Senardi: l’uomo amico delle “stelle”

Sfogliare il libro di Stefano Senardi è una passeggiata indietro nel tempo, mani in tasca, fischiettando. Leggerlo, diventa tornare a casa dopo quella camminata, sedersi in veranda, accendere una sigaretta, ed ascoltare le storie di un uomo che la storia della musica non l’ha solo vissuta, l’ha fatta. Un amore inesauribile, una passione convulsa nata da ragazzino e coltivata negli anni ’70: il paese dei balocchi per un appassionato di concerti e 45 giri. E se immaginassimo Stefano come un giovane – smaliziato – Pinocchio che si sfrega le mani davanti alle luci dei palchi, alle ombre dei locali notturni, all’irresistibile sfavillare delle corde di Stratocaster e Les Paul, verrebbe poi da chiedersi chi mai fosse Lucignolo. Nelle 200 pagine, o poco più, di questo scrigno di carta edito da “Fandango Libri”, la risposta. Le risposte. Innumerevoli sono i compagni di notti e nottate, di eccessi consumati in fretta, di quella febbre emotiva che brucia, di chi, con gli occhi che brillano, non sa dire troppo convinto «domani».

L’ossessione inesauribile

“La musica è un lampo” appunto, un colpo di fulmine, un’ossessione. La stessa che spinge Senardi, appena diciottenne, a saltare su una Citroen Dyan due cavalli per un viaggio senza meta. «Vediamo fin dove la macchina regge». Ai genitori racconta di andare con gli amici a Limone Piemonte, in montagna, per il weekend. Si ritrova invece a Londra, e ci rimane un mese. Forse sulla scia vivida del mito americano di Kerouac, un figlio dei beat, prima ancora di rendersene conto. O magari soltanto per pura incoscienza giovanile e ansia di vivere. Fatto sta che inizia in quel momento un girovagare lungo, lunghissimo. Prima spettatore, no, divoratore di concerti. Una bulimia musicale la sua, insaziabile. Poi il salto “dall’altra parte”. «Uno del pubblico passato a organizzare lo spettacolo, a decidere la trama, un fan diventato produttore e compagno di strada di artisti italiani e stranieri di primo livello» scrive Michele Serra, nella bella introduzione che fa da foyer al libro.

Tra le stelle

Una vita da star, con le star. Dall’amicizia con la Pivano che «era una donna dai mille interessi», fino al legame con Franco Battiato «è stato un mistico in cima alle classifiche senza mai distaccarsi dalle cose materiali»; da Elton John «chi l’avrebbe mai detto che avrei lavorato con lui che ancora oggi resta uno dei miei artisti del cuore?» fino a Madonna che «incrementò le vendite dei lettori VHS le settimane prima del suo concerto a Torino del 1987». Facciamo un gioco: pensate al vostro cantante preferito. Fatto? Nel libro di Senardi un aneddoto su di lui/lei lo trovate. Per tutti – ma soprattutto per i più giovani – la lezione del viveur incallito nelle battute finali: il drink. Stefano beve solo Dry Martini come Hemingway e James Bond. «Oggi si può trovare un Dry Martini decente in diversi posti, un tempo non era così. Bisognava andare nei bar degli hotel 5 stelle per averne uno accettabile».

Tra i ricordi

E poi le foto, tante, e i pass dei concerti, tantissimi. Stefano ragazzo con un foulard al collo e la maglietta della Stella Artois, Stefano a Kovalam Beach, Stefano affascinante in giacca di buon taglio con Robbie Robertson, Stefano accanto a una radiosa Joni Mitchell, Stefano con qualche ruga in più, Stefano con il bastone che lo aiuta a camminare, dopo il problema di salute che ha segnato la sua vita nell’ultimo periodo. Una è la costante tra le variabili dell’ottovolante imponderabile che è stata la sua vita: il sorriso di Stefano. Lo stesso in tutte le foto, aperto e sincero, il sorriso di un bambino che non ha mai smesso di giocare con il suo giocattolo preferito, la musica.

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Bari Cultura e Spettacoli

Monopoli, il “PhEST” torna in grande stile con una retrospettiva su Man Ray

Il PhEST, torna a Monopoli. Il festival internazionale di fotografia e arte riconosciuto per la sua capacità di integrare differenti mondi e visioni, torna ad affascinare il pubblico con una programmazione immaginifica incentrata sul “Sogno”, tema chiave di questa nona edizione con una retrospettiva dedicata a Man Ray. 33 mostre e installazioni di artisti internazionali, un’inedita music line-up, un’autorevole presenza di lecturer ed esperti del settore, una residenza d’artista internazionale, workshop e visite guidate con artisti che esplorano temi contemporanei e prospettive globali. Dal 30 agosto al 3 novembre 2024, la città pugliese di Monopoli diventerà un luogo di dialogo interculturale e le sue strade, le piazze, i palazzi storici e le antiche chiese offriranno ai visitatori e ai tanti appassionati un’esperienza immersiva ed onirica.

Il manifesto

Nell’anno in cui si celebrano i 100 anni del Surrealismo, il cui primo manifesto fu scritto nel 1924 da André Breton, l’edizione 2024 di PhEST celebra l’onnipotenza del sogno, il gioco disinteressato del pensiero e lo esplora in tutte le sue forme. Da qui l’omaggio a Man Ray, geniale interprete della poetica surrealista, nonché autore di una proposta foto-cinematrografica in grado di stravolgere l’impiego del mezzo attraverso una assidua sperimentazione tecnica, con innovativi approdi estetici che cambieranno per sempre la storia della materia. In collaborazione con l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee de “La Biennale di Venezia”, PhEST espone una selezione di fotografie originali tratte dalla mostra “Man Ray, testimonianza attraverso la fotografia” presentata in occasione della Biennale di Venezia 1976. La selezione delle opere della mostra antologica “La révolution du Regard”, a cura di Roberto Lacarbonara e Giovanni Troilo, costituisce un piccolo compendio della vasta esplorazione del medium fotografico, dagli studi sul volto, sul corpo, sulle forme, alle tecniche di stampa in camera oscura di cui Man Ray fu pioniere, come la solarizzazione e la rayografia.

Il direttore artistico

«Le strade sono piene di artigiani ammirevoli, ma di pochi sognatori pratici diceva Man Ray, ma noi quest’anno di sognatori pratici da tutto il mondo riempiremo le strade di Monopoli». Così dichiara il direttore artistico Giovanni Troilo. La mostra avrà sede nel prestigioso Castello Carlo V ma tutta la città sarà coinvolta nella manifestazione. Sono attese esposizioni e allestimenti a Palazzo Martinelli, nella Casa Santa e le sue Stalle, nella Chiesa della SS. Pietro e Paolo e in quella di Sant’Angelo in Borgo, new entry dell’edizione fresca di restauro.

La Warka Tower

A Palazzo Palmieri, quartier generale del festival, sarà allestita la Warka Tower. Progettata dall’architetto Arturo Vittori e presentata alla Biennale di Venezia nel 2012, la Warka Tower è una struttura alta circa 10 metri che raccoglie acqua dall’aria tramite condensazione. Costruita con materiali naturali come bambù e rete di polipropilene, può raccogliere fino a 100 litri al giorno senza elettricità, offrendo una soluzione sostenibile per comunità in regioni aride. Verranno allestite le mostre fotografiche di Nariman Darbandi, César Dezfuli, Bruce Eesly, Ismail Ferdous e tantissimi altri, che saranno presenti il giorno dell’inaugurazione.
Appassionati della fotografia, principianti e mid-career, avranno poi l’opportunità di iscriversi alle “Letture Portfolio” per far conoscere il proprio lavoro ad alcuni dei più riconosciuti esperti dei settori della fotografia, arte ed editoria. Hanno confermato la propria presenza: Sarah Gilbert, The Guardian; Francesca Marani, PhotoVogue; Louise Fedotov-Clements, Brighton Photoworks; Maysa Moroni, Internazionale; Carol Korting, Leica Fotografie Internazionale; Michela Frontino, Il Fotografo; Wiktoria Michalkiewicz, Rezo.pl. L’inaugurazione del festival è prevista per il 30 agosto in Piazza Palmieri.

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Bari Cultura e Spettacoli

Bianca di Notte, la magia delle Grotte di Castellana dopo il tramonto: via alle visite

Un’atmosfera inconsueta per godere dello scenario unico delle cavità carsiche più belle d’Italia. Accade di notte, nelle Grotte di Castellana, quando nelle caverne cala un silenzio avvolgente e la natura dà il meglio di sé offrendo uno spettacolo contemplativo per i sensi dei fortunati visitatori che potranno ammirarla. Dopo il successo della passata edizione, torna “Bianca di Notte” l’iniziativa che per tutto il mese di agosto, ogni settimana spalanca l’ingresso delle Grotte per accogliere i turisti che scelgono il fresco e la bellezza naturale per trascorrere una serata diversa, lontana dal solito caos delle vacanze. Una risposta alla richiesta specifica di tutte quelle persone che, dopo aver trascorso una giornata a mare o in territori particolarmente affollati, scelgono di rilassarsi e dedicarsi a una serata culturalmente significativa.

Il programma

L’iniziativa della società “Grotte di Castellana” prevede una visita completa, in notturna, con partenza alle 20.30, per arrivare sino alla Grotta Bianca, guidati da ogni senso a disposizione. «La visita notturna permette al visitatore di scoprire le grotte da un’altra prospettiva: la vista si adatta all’oscurità, e gli altri sensi – come l’udito ad esempio – diventano più acuti e creano un legame speciale con l’ambiente circostante. Un legame che permette di percepire in modo più intenso ogni suono, ogni profumo, ogni dettaglio, ogni suggestione, sino ad amplificare le emozioni durante tutto il percorso», spiega Serafino Ostuni, presidente della società Grotte di Castellana. È già possibile acquistare i biglietti per le visite del 1-8-15-18-21-25-29 agosto 2024, direttamente nella biglietteria delle Grotte o attraverso il circuito TicketOne.

L’osservatorio

Da segnalare le visite all’Osservatorio astronomico Sirio, un’esperienza emozionante per adulti e bambini sulla terrazza panoramica del Museo Speleologico “Franco Anelli”. “Una notte con Sirio”, è organizzato dall’Associazione Culturale Astronomica Sirio.
Chi vorrà ammirare i corpi celesti, dopo essere stato nel profondo della terra, potrà farlo in queste date: il 2 agosto Osservazione delle stelle e inizio Sciame meteorico delle Perseidi, il 10 agosto le “Stelle cadenti” e la luna al primo quarto; il 16 agosto si potrà ammirare la Luna piena; il 24 agosto l’osservazione delle stelle e luna calante, il 30 agosto sarà la volta della scoperta delle costellazioni, e ancora 13 e 20 settembre. I turni previsti saranno due, 20.30 e 22.30.

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Bari Cultura e Spettacoli

Mike Stern e Randy Brecker in Puglia per l’atteso ritorno del “Beat Onto Jazz”

Il “Beat Onto Jazz Festival” raggiunge quota di ventitré. Tante sono le edizioni del grande evento di musica pugliese, sempre con la lungimirante direzione artistica dell’Avv. Emanuele Dimundo che presiede e coordina l’Associazione InJazz, ente organizzatore del festival. Dici Beat Onto Jazz e racconti una storia che parte da lontano: dal 2001 ad oggi tantissimi i musicisti del panorama internazionale ospitati, come Javier Girotto, Paolo Fresu, Francesco Bearzatti, John Abercrombie, Marc Johnsonn, Jerry Bergonzi, Joey Calderazzo, Roberto Gatto, Pietro Condorelli, Irio De Paula, Bob Mintzer, Mario Stantchev, Jimmy Owens, Fabrizio Bosso e moltissimi altri.

Ai nastri di partenza

Si parte quindi stasera con il trio pugliese di Antonello Losacco, che vede un ospite d’eccezione, fiore all’occhiello del jazz pugliese nel mondo: il pluripremiato sassofonista e compositore Roberto Ottaviano. Un percorso musicale che si muove tra brani originali del leader e standard di particolare spessore. Con Losacco e Ottaviano ci saranno Vitantonio Gasparro al vibrafono e Vito Tenzore alla batteria. Il secondo set sarà appannaggio di un altro gruppo capitanato da un pugliese: il talentuoso e poliedrico chitarrista Antonio Tosques. Un quartetto di star del firmamento italiano – e non solo – del jazz, che vede la leadership dell’eccellente chitarrista, compositore e didatta pugliese Antonio Tosques. Un viaggio tra note della tradizione a quelle della contemporaneità, con un ospite di eccezione: Rosario Giuliani, senza dubbio tra i più acclamati contraltisti della scena musicale internazionale. Una amalgama, accattivante, di melodie e improvvisazioni che lasciano un’impronta duratura. Completano il combo Aldo Vigorito al contrabbasso e Alessandro Napolitano alla batteria. Domani invece l’overture è affidata al quintetto di “all italian star” Womanity, della vocalist partenopea-statunitense Letizia Gambi.

Il venerdì

Un viaggio tra donne, fatto di passione e poesia, energia e femminilità, che affonda nelle radici partenopee, nelle melodie mediterranee, nelle ritmiche americane e che si esprime attraverso il linguaggio universale del jazz. Oltre alla vocalità calda e avvolgente della Gambi, troviamo musicisti di assoluta importanza internazionale: Elisabetta Serio, che è stata al fianco per anni a Pino Daniele, Federica Michisanti, che è fresca della vittoria del Top Jazz, Giovanna Famulari le cui sonorità accompagnano il top della musica internazionale e Elisabetta Saviano, che padroneggia il linguaggio percussivo black. Il repertorio comprende capolavori della musica italiana e napoletana tradotti anche in inglese, arricchito da successi internazionali e brani originali composti da Letizia con la preziosa e prestigiosa collaborazione del suo produttore americano Lenny White. Il secondo set ha invece il profumo leggenda. Scendono in campo Mike Stern e Randy Brecker, con band. Un gruppo stellare, l’evento nell’evento: difficile vedere tutti insieme sul palco nomi di questo spessore.

Un palco di leggende

Mike Stern è pazzesco, semplicemente uno dei più grandi chitarristi jazz della sua generazione. Randy Brecker è un virtuoso della tromba nonché compositore prolifico. Un curriculum da capogiro che vanta palchi e registrazioni con nomi come Horace Silver, Art Blakey’s Jazz Messengers, Charles Mingus, Clark Terry, Joe Henderson e Bruce Springsteen. Un progetto che riporta in auge un grande momento della musica: quello della fusion. Due serate grande musica, aspettando gli appuntamenti del weekend.
L’evento è come di consueto realizzato con il cofinanziamento del Comune di Bitonto e del Consiglio Regionale della Puglia e il sostegno di sponsor tra cui Ellegidue, Conserva Trasporti e Giuale Luce Design Arredo.

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Audio BAT Cultura e Spettacoli

Tra il silenzio e il tuono: Roberto Vecchioni torna in Puglia. Appuntamento a Barletta

Roberto Vecchioni torna in concerto in Puglia. Per tutti gli amanti del “Professore” una festa, imperdibile, un’occasione per riascoltare le canzoni che hanno fatto la storia personale di tanti, in una speciale data estiva. L’appuntamento è a Barletta, nel Fossato del Castello, domenica alle 21.30, con il suo nuovo “Tra il silenzio e il tuono Tour”. Lo spettacolo è organizzato da Aurora Eventi, all’interno della prima edizione dello IOD Festival. I biglietti sono in vendita su ticketone.it, e in tutti i punti vendita del circuito Ticket One.

La band

Vecchioni sarà accompagnato dalla band storica costituita da Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria). È un ritorno al live in grande stile, dopo il successo della partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, nella serata delle cover in duetto accanto ad Alfa, con il brano “Sogna ragazzo sogna”, che dal 6 marzo è sulle piattaforme digitali nella nuova versione.

Il tour

“Tra il silenzio e il tuono Tour” prende il nome dal suo ultimo lavoro letterario, in vetta nella classifica della narrativa italiana. Lo spettacolo, prodotto da DM Produzioni, nella prima parte è dedicato ai brani dell’ultimo album “L’Infinito”, per poi lasciare spazio ad alcuni classici del repertorio del cantautore, in una narrazione che tiene insieme la musica, la parola e l’immagine. Dal 27 febbraio è in libreria l’autobiografia epistolare «Tra il silenzio e il tuono», il nuovo libro di Vecchioni edito da Einaudi. Già dal titolo, autocitazione tratta da “Chiamami ancora amore”, è facile veder emerge il rimando personale, insieme all’analisi dei grandi temi che animano la passione dell’autore: la letteratura, la filosofia, la musica e il cinema.

Le parole

«“Tra il silenzio e il tuono Tour” – spiega il cantautore – è un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi. Il silenzio appartiene all’immaginazione, allo spirito, all’anima, mentre il tuono invece appartiene a quello che ho fatto e mi è stato fatto, cioè alla vita che pulsa molto: l’unico modo per acquietarla è rivolgersi allo spirito. Tutta la prima parte dello spettacolo, infatti, è giocata sull’ultimo disco e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e sé stessi. Emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima, che mostrano come si è arrivati al concetto di infinito attraverso pensieri particolari sull’amore, sul sogno, sull’esistenza, sul dolore, sulla gioia, sulla felicità. E come poi tutte queste piccole cose si siano ricomposte in un’unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta, perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo».

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