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Attualità News Taranto

Pulsano, vacanzieri in fuga: paura per l’amianto nell’aria

Fuga di turisti da Pulsano. Chi ha preso casa o alloggia in hotel, dopo gli esami dell’Arpa che rilevano la presenza di amianto nell’aria, ha paura. Prenotazioni annullate e, ciò che è peggio, persone che vanno via in anticipo chi dalle proprie case di villeggiatura, chi dai villaggi turistici.

Gli esami

L’amianto c’è, non c’è alcun dubbio. Ed è stato sprigionato dalle fiamme, dopo l’incendio del 30 luglio scorso al lido Silvana.

La mappa del veleni

Dopo il fuoco che ha divorato tutto, ricordiamolo, l’Arpa ha disposto un’ispezione con tanto di campionamenti e ha prodotto una relazione in cui si conferma la presenza di fibre di asbesto lungo la strada di viale delle Rose e nell’area Eden Park, così come polveri di amianto sono in prossimità di bungalow e nei pressi dell’hotel parco verde.

«Bonificate le strade»

Non c’è storia per l’Arpa si deve provvedere al risanamento anche delle strade pubbliche aperte al traffico veicolare e pedonale. «Pertanto – scrive Arpa Puglia nel documento – è opportuno che si provveda in tempi brevi alla bonifica dell’area mediante rimozione di tutti i materiali pericolosi presenti, attività che dovrà essere svolta da una Ditta di Bonifica Specializzata. Bisogna inoltre prevedere una messa in Sicurezza di Emergenza al fine di ridurre l’eventuale dispersione di fibre di amianto nella matrice aria. Si ritiene necessario procedere con sollecitudine alla bonifica delle strade pubbliche aperte al traffico veicolare e pedonale in prossimità del sito in oggetto dove sono stati rinvenuti alcuni frammenti».

E’ scritto nell’ordinanza. Non è una previsione allarmistica, ma un dato scientifico. Sia chiaro le fibre di amianto se non si “sfladano” non sono pericolose, ma se si disperdono nell’aria sì.
In fondo il risanamento completo dall’amianto nelle strutture non è mai avvenuto, ma se appunto messe in sicurezza non c’è alcun tipo di problema.

L’ordinanza del sindaco

Intanto il sindaco di Pulsano Pietro D’Alfonso, ha convocato un consiglio comunale il 30 di agosto che ha come tema proprio l’incendio e la bonifica. E ha ordinato l’immediato risanamento con tanto di ordinanza, ad horas, poche ore dopo la relazione dell’Arpa. Di più il Comune non poteva fare. Ma chi ha preso casa in questi giorni di agosto, chi è nei bungalow o in hotel sta andando via, anche perchè è proprio l’area della marina ad essere interessata alla dispersione di amianto nella zona, quella appunto andata a fuoco e che ha protato alla morte di una anziana villeggiante, praticamente rimasta bruciata perchè non ha fatto in tempo a scappare.
Oggi però è davvero il caso di dire che per Pulsano non c’è pace. I turisti non reggono allo stress e alla paura. E la bonifica ha comunque bisogno di sessanta giorni di tempo, prima che sia compiuta. Non è cosa semplice. Ad oggi il paesaggio nella zona è spettrale.
E si fa avanti da parte dei residenti l’idea di costituirsi in comitato. «E’ una tragedia per noi che viviamo qui, non solo per i rischi alla nostra salute, ma anche per tutto ciò che a livello economico comporta questo disastro», dice Lucia D’Ettorre, una delle persone che vivono la marina per tutto l’anno.

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Attualità Lecce News

Rifiuti e parcheggio selvaggio, da Gallipoli a Porto Cesareo: il Salento nella morsa del turismo ”cafone”

Dopo la denuncia di Legambiente Porto Cesareo che aveva parlato di «turismo criminale» perché «consuma e perpetra reati», intervengono i consiglieri di opposizione e del gruppo misto che accusano la sindaca Silvia Tarantino di «scarsa attenzione davanti ad una situazione che sta sfuggendo letteralmente di mano». I consiglieri Eugenio Sambati, Anna Peluso, Francesco Schito, Anna Paladini e Stefano My esprimono molta preoccupazione per i danni che sta subendo Porto Cesareo.

Un paese ferito

«Ci uniamo alla denuncia di Legambiente Porto Cesareo, i danni fisici e d’immagine sono sotto gli occhi di tutti: tratti di muretti a secco distrutti, centinaia di massi sulla spiaggia libera, tonnellate di rifiuti di ogni tipo abbandonati in strada e in spiaggia, segnaletica spaccata, parcheggio selvaggio, campeggio sulle dune, commercio abusivo con gruppi elettrogeni, pozzi neri incontrollati», spiegano i consiglieri. «È uno scenario d’inciviltà sdegnante, stiamo per perdere tutti, il paese è ferito e in sofferenza, le forze sono esigue: pochi gli agenti di polizia municipale, pochi gli ispettori ambientali, scarsa l’attenzione del sindaco davanti ad una situazione che sta sfuggendo letteralmente di mano. Sulla sua pagina Facebook dominano le locandine di eventi d’intrattenimento, nessuna preoccupazione per quello che accade. È accettabile? Non si può andare avanti così», accusa l’opposizione.

Ci tolgono il futuro

Giorni fa, altrettanto dura era stata la denuncia di Legambiente Porto Cesareo che ha scatenato una vera e propria bufera. L’associazione aveva evidenziato che, nonostante l’ultradecennale presenza di un’area marina protetta tra le più grandi d’Italia e di una riserva regionale terrestre di grande valore naturalistico, la realtà non cambia. «Da anni assistiamo ad un uso indiscriminato del territorio e di tutte le risorse ambientali come se non ci fosse un domani, in barba alle leggi di tutela dei parchi e alle basilari norme di pacifica e civile convivenza», l’accusa dei volontari che hanno denunciato il deturpamento della spiaggia e delle dune «ad opera di orde barbariche che non si possono definire turisti, ma teppisti ecologici». «Ci stanno distruggendo il patrimonio naturalistico, ambientale e culturale di inestimabile valore. In buona sostanza ci stanno togliendo il futuro», sostengono i volontari di Legambiente Porto Cesareo.

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Attualità Cultura e Spettacoli News Taranto

“La Notte Bianca degli Ipogei” a Taranto, ecco undici siti mai visti prima

Oggi, dalle 20 all’una di notte apre il percorso della Taranto sotterranea con l’apertura di 11 siti, mai visti prima.

La storia degli ipogei

Undici ipogei aperti straordinariamente e in contemporanea, un evento diffuso di valorizzazione del patrimonio storico e culturale, un’occasione di scoperta di luoghi spesso chiusi o di rara fruizione. Torna “La Notte Bianca degli Ipogei” in programma a Taranto questa sera. L’iniziativa è realizzata con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia e il patrocinio di Comune di Taranto e Confcommercio Taranto.

Il tour mai visto

I visitatori potranno scoprire nella Città Vecchia di Taranto l’ipogeo di Sant’Agostino, di Sant’Andrea degli Armeni (in foto) e di Arco Paisiello. E poi l’ipogeo Portacci, nel cuore di via Duomo, e quelli dei palazzi Antonelli, Barion Santamato, Galizia, Stola e Spartera. Grande interesse anche per l’apertura degli ipogei di via Cava: quello funerario e il frantoio normanno.

Nelle aree sotterranee, inoltre, è prevista la presenza di personale specializzato che accompagnerà i visitatori in questo affascinante viaggio nel passato di Taranto. «Crediamo che questo percorso – spiegano gli organizzatori – sia ricco di potenziale. Per l’unicità dei luoghi e il loro vissuto, ma anche per l’interesse che riescono a suscitare tra chi sceglie di visitarli. Si tratta di un affascinante itinerario tra i più significativi ambienti sotterranei di quella che fu l’Acropoli greca, alcuni dei quali sottostanti i palazzi nobiliari, in cui ammirare tagli di cava e blocchi di età greca, resti di strutture romane e medievali».

Il progetto si caratterizza in quanto tassello fondamentale per la creazione di un prodotto turistico innovativo, complice la valorizzazione di molteplici attrattori culturali che, messi in rete, riescono persino ad amplificare le loro potenzialità. «La messa a sistema degli ipogei – anticipano i referenti di Taranto Grand Tour – vuole essere il primo passo di un progetto ancora più ambizioso: il Museo diffuso degli Ipogei, un ulteriore polo di attrazione turistica della città dei due mari».

Da sottolineare, poi, che non si tratta di una visita guidata tradizionale, dal momento che – mappa alla mano – i visitatori potranno raggiungere in autonomia i vari siti nei quali i singoli addetti forniranno loro tutte le informazioni o racconteranno curiosità legate al luogo. Il giorno dell’evento, dalle ore 19, sarà possibile acquistare i ticket al botteghino presso l’Info Point di piazza Castello o convertire in cartacei i biglietti acquistati online. I posti però sono limitati: la vendita dei biglietti sarà interrotta una volta raggiunta la capienza massima stabilita per ragioni di sicurezza e per garantire la migliore fruizione possibile. A settembre è prevista un’altra data.

Nel frattempo, proseguono anche i tour guidati agli ipogei (con prenotazione obbligatoria): si tratta di quattro itinerari, distinti da altrettanti colori, che richiamano le caratteristiche dei sotterranei del centro storico, dal giallo del carparo al blu del mare su cui si affacciano.

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Attualità Foggia News

Gargano, cede parte della falesia sul versante nord di Vignanotica: nessun ferito tra i bagnanti

Attimi di paura questa mattina nei pressi del versante nord di Vignanotica, a Mattinata, sul Gargano, dove c’è stato il distacco di una parte della falesia.

Il cedimento sarebbe avvenuto mentre in spiaggia c’erano decine di bagnanti, ma fortunatamente nessuno di loro è rimasto ferito.

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Attualità Bari News

Clima, transizione ecologica e ambiente: Elda Perlino sarà la nuova assessora del Comune di Bari

Elda Perlino, già prima ricercatrice del CNR ed esponente storica dell’ambientalismo barese, sarà componente della Giunta del Comune di Bari. Lo comunica il sindaco Vito Leccese. Sarà la nuova assessora al Clima, alla Transizione ecologica e all’Ambiente: Forestazione urbana, Tutela dei Corridoi ecologici, Verde pubblico, Igiene urbana, Benessere degli animali, Politiche energetiche, Parchi. Elda Perlino, inoltre, ha presieduto l’associazione Sviluppo sostenibile, fondata insieme a Maria Maugeri, e ha ricoperto il ruolo di presidente della consulta cittadina dell’Ambiente.

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Attualità Foggia News

Crisi demografica, l’addio silenzioso dei Monti Dauni. L’analisi di Geppe Inserra: «Serve una cabina di regia»

Il blog “Lettere Meridiane” torna sul tema della desertificazione demografica in Capitanata. Lo fa in riferimento ai dati Istat, ma segnalando alcune situazioni che dovrebbero far preoccupare la politica locale che invece «ha obliterato la drammatica questione dello spopolamento dei piccoli borghi, facendoli precipitare in una crisi demografica il cui esito finale non potrà che essere la desertificazione».

Le considerazioni

Scrive Geppe Inserra in riferimento al Subappennino daunio «Questo pezzo di territorio pugliese è stato prima trascurato, poi del tutto dimenticato, come dimostrano le clamorose evidenze statistiche che consentono una immediata comprensione del fenomeno». A corredo dell’articolo di Inserra vengono illustrate alcune mappe coropletiche, ovvero secondo il colore e l’intensità dello stesso a indicano la consistenza di un certo fenomeno nella specifica area. Inutile aggiungere che la mappa, sia pure allargata a tutta la Puglia, evidenzia come le aree demograficamente più critiche si concentrano quasi tutte in provincia di Foggia, e in modo particolare nei Monti Dauni, «con qualche sprazzo di blu anche sul Gargano (Monte Sant’Angelo, Carpino e Rignano Garganico) e nel Tavoliere (Chieuti)».

I dati

In riferimento al confronto dei numeri raccolti ed elaborati da Inserra «i dati numerici fotografano una situazione ancora più drammatica per il subappennino daunio» dove «nella top ten figurano ben nove comuni (Anzano di Puglia, Volturara Appula, San Marco la Catola, Celenza Valfortore, Castelnuovo della Daunia, Panni, Casalnuovo Monterotaro, Bovino, Sant’Agata di Puglia. Al decimo posto il solo comune che non ricade nei Monti Dauni, Rignano Garganico).

Insiste Inserra «c’è un altro dato a confermare che si tratta di un fenomeno territoriale specifico, che riguarda non l’intero territorio regionale e provinciale, ma solo l’area del Subappennino, per la quale andrebbero adottate misure specifiche: nel periodo considerato (2011-2018, ndr), la popolazione di Puglia e in Capitanata è rimasta sostanzialmente stabile, con una lievissima flessione ( meno 0,05 per la regione, meno 0,06 per la provincia di Foggia).

Indice vecchiaia

Una situazione che si rafforza prendendo in considerazione l’indice di vecchiaia, «che l’Istat calcola mettendo in relazione il numero di persone ultra 65enni residenti in un comune con quello dei giovani fino a 14 anni».

In pratica «un indice 100 significa che le due fasce di età si equivalgono, un indice 200 indica invece che gli anziani sono il doppio dei giovani. «Anche in questo caso, nelle prime dieci posizioni della classifica figurano 9 comuni subappennici (Volturara Appula, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, San Marco la Catola, Alberona, Rignano Garganico, Casalnuovo Monterotaro, Carlantino, Volturino) e la sola eccezione è rappresentate dal solo comune pugliese isolano, Tremiti, mentre l’indice provinciale si attesta a 148,94, inferiore a quello pugliese che è invece del 162,50». Infine, Inserra, affronta il terzo indice preso in considerazione, quello dell’esposizione demografica (o indice Idem) umero di residenti, densità di popolazione, superficie abitata e produttiva e vecchiaia della popolazione. Inutile aggiungere che nella graduatoria provinciale i primi 10 comuni a rischio ricadono tutti in Capitanata: Celle di San Vito, Panni, Sant’Agata di Puglia, Faeto, Rocchetta Sant’Antonio, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Bovino, Candela, Accadia.f.str.

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Attualità Brindisi Cronaca News

Esplosione trullo a Cisternino, l’autopsia sulla vittima: schiacciato dalle macerie

Quella mattina, appena in piedi, Nico Salatino è rimasto schiacciato dalle macerie di un trullo crollato, disintegrato, andato in pezzi per quella fuga di gas che aveva preceduto l’esplosione. È il primo risultato dell’esame autoptico eseguito ieri nell’istituto di Medicina legale di Brindisi dal dottor Domenico Urso, incaricato dal pm di Lecce Francesco Carluccio di determinare le cause della morte.

I primi esiti

L’autopsia, iniziata alle 15 e durata alcune ore, ha consentito di confermare i traumi da schiacciamento sul corpo del 55enne ingegnere barese, Nico Salatino, che domenica scorsa ha perso la vita in un trullo a Cisternino, dove si trovava con sua moglie, ospite da alcuni amici. L’esito però va approfondito con esami istologici, sui polmoni ad esempio, per capire se quel gas lo abbia inalato e se si possa ipotizzare l’asfissia. I risultati poi saranno messi assieme a quanto emerso dal sopralluogo su quanto rimasto del trullo. Il medico legale ha in ogni caso 60 giorni per completare la consulenza, mentre la salma è stata già restituita alla famiglia perché celebrino a Bari le esequie, fissate per lunedì alle 17 nella chiesa di Don Guanella.

La moglie

Sta meglio sua moglie, Anna Petruzzelli, anche lei investita dall’esplosione e che subito dopo era stata ricoverata nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi. La 53enne ha subito un intervento chirurgico ad un polmone e ha ancora tre costole rotte, gambe e braccia ustionate, ma fortunatamente risponde bene alle terapie. Anche per lei, inizialmente, si era temuto il peggio. Sono illesi, invece, i due proprietari della struttura, una coppia di amici di Barletta, che avevano ristrutturato da poco il complesso di trulli, e avevano invitato i coniugi baresi per trascorrere una vacanza insieme e festeggiare anche il compleanno di Nico, che sarebbe stato il 13 agosto.

L’allarme

Quella domenica mattina, svegliandosi, Nico e sua moglie avevano avvertito una forte puzza di gas ma non avevano dato particolare peso al fatto, decidendo quindi di alzarsi e andare a fare colazione in cucina. E proprio lì si colloca il punto dell’esplosione che ha coinvolto più da vicino l’uomo, risparmiando sua moglie forse più distante, e la coppia di amici che si trovavano in un altro trullo della stessa struttura, e per questo non hanno riportato danni fisici. Per loro, sicuramente, tanta paura e lo choc di quanto avvenuto.

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Attualità Basilicata News Politica Puglia

Presenze dei parlamentari, qualcuno ha visto Conte? Due meloniani i più stakanovisti

Nel pieno delle ferie è normale vedere il Parlamento chiuso con deputati e senatori in vacanza. Molti di loro, però, spesso e volentieri disertano l’Aula anche quando ci sono i lavori. Pugliesi e lucani? Alcuni sono autentici stakanovisti, come i senatori Ignazio Zullo e Gianni Rosa, entrambi presenza fissa a Palazzo Madama; discorso diverso per il leader pentastellato Giuseppe Conte che alla Camera è finora risultato assente in oltre il 73% dei casi.

A Montecitorio

Per misurare l’assiduità dei parlamentari basta analizzare le statistiche pubblicate sul sito di Montecitorio e su quello di Palazzo Madama. Le note dolenti riguardano innanzitutto l’ex premier Conte che, da ottobre 2022 a oggi, è risultato presente nel 26,68% dei casi e assente nel restante 73,32 (giustificato, però, nel 54,62). Anche altri esponenti del Movimento Cinque Stelle non brillano per assiduità. Si tratta del lucano Arnaldo Lomuti e del salentino Leonardo Donno, che hanno finora totalizzato rispettivamente il 60,26 e il 67,54% di presenze. Discorso simile per la foggiana Carla Giuliano che non va oltre il 68,74. Performance solo leggermente migliori per la tarantina Patty L’Abbate del M5s, il lucano Salvatore Caiata di Fratelli d’Italia e di Rita Dalla Chiesa (nata in Campania ma eletta in Puglia): tutti oscillano intorno al 72% di presenze.

Un autentico stakanovista, invece, è Giandonato La Salandra, deputato di Fratelli d’Italia, in prima linea nel 97,96% dei casi. È nativo di Milano ma eletto in Puglia Alessandro Colucci, onorevole di Noi Moderati, che fa segnare il 97,74% di presenze. Sul terzo gradino del podio dei più assidui, infine, c’è l’altra meloniana Mariangela Matera, originaria di Andria, assente in appena il 2,77% delle circostanze. Buone performance anche per altri volti noti della politica pugliese e lucana come il berlusconiano Andrea Caroppo col 96,13% di presenze, il meloniano Saverio Congedo col 93,77, il democratico Ubaldo Pagano col 92,02.

Qui Senato

Al Senato come alla Camera, è un esponente di Fratelli d’Italia a occupare il vertice della classifica dei parlamentari più “sul pezzo”. Si tratta di Gianni Rosa, lucano di Avigliano, capace di totalizzare il 99,98% di presenze. A tallonarlo sono quattro compagni di partito: il cassanese Ignazio Zullo (99,92%), il barese Filippo Melchiorre (99,49), la tarantina Vita Maria Nocco (99,37) e la foggiana Anna Maria Fallucchi (99,21). Bene anche l’azzurro Dario Damiani, nativo di Barletta, che a Palazzo Madama si è finora visto nel 99,53% dei casi.

A far segnare le peggiori performance tra i senatori pugliesi e lucani sono tre esponenti di diversi partiti. In fondo alla classifica c’è Mario Turco, senatore del Movimento Cinque Stelle che molti danno come candidato alla presidenza della Regione Puglia, che ha finora accumulato l’81,82% di presenze totali; penultimo il leghista salentino Rossano Marti, che si ferma all’86,46%; terzultimo Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama con un passato da ministro per gli Affari regionali e le Autonomie nel secondo governo Conte, che si ferma all’87,95%.

Mancano, invece, i dati sulle performance di Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia e senatore di Forza Italia, al pari di quelli dei ministri Matteo Salvini e Maria Elisabetta Alberti Casellati, originari rispettivamente di Milano e di Rovigo ma eletti in Puglia e in Basilicata.

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Lecce, il lavoro online nasconde la truffa: Gianni e Rosa vittime del “money mule”

Si chiama money mule, letteralmente “mulo di denaro”, la recente truffa online che estorce denaro dietro l’illusione di facili guadagni per lo svolgimento di un semplice lavoro online. Ne sono state vittime anche Gianni e Rosa, che avevano risposto a un annuncio di lavoro.

Il money mule

«Il fenomeno del money mule – spiega Marco Schirosi, commissario capo della polizia di Stato, dirigente della sezione operativa distrettuale per la sicurezza cibernetica di Lecce – si riferisce, in senso stretto, a tutti quei casi che vedono coinvolti soggetti, adescati più o meno consapevolmente, che vengono spinti ad effettuare pagamenti per conto di altre persone, solitamente anonime, trattenendo per sé alcune commissioni. Grazie all’intestazione fittizia di uno strumento di credito, i reali percettori delle somme provenienti da illeciti riescono a nascondere le loro identità».

I casi

Non ne erano certamente a conoscenza Gianni e Rosa. In entrambi i casi, l’adescamento è avvenuto tramite messaggi WhatsApp e poi Telegram da un numero straniero. Gianni è stato contattato per mettere alcuni like su video Youtube. Dopo aver svolto il “lavoro”, ha ricevuto sul proprio conto un bonifico di 5 euro e ha deciso di proseguire. Da quel momento i “criminali” gli hanno chiesto di pagare per poter avere nuove commesse, denaro che gli sarebbe stato restituito con la commissione del 30%. Stessa sorte per Rosa, che invece doveva fare degli ordini attraverso una piattaforma, per poi ricevere i soldi investiti più una commissione. Illusione di un bonifico iniziale di 3 euro e poi l’invito a comprare commesse per poter lavorare. In entrambi i casi le vittime sono state derubate di un centinaio di euro.

I numeri nel 2023

«Proprio per la possibilità di declinarsi in una serie indeterminata di condotte – conferma Schirosi – non è facile tenere una statistica completa del fenomeno. Possiamo dire, però, a titolo di esempio, che nella Provincia di Lecce, nel 2023, si sono registrati 8 casi connessi al fenomeno delle truffe romantiche e 63 casi di truffe da trading online». Oltre a dubitare da lavori che offrono facili guadagni, il suggerimento della Polizia Postale è quello di non cliccare mai su link sospetti e diffidare sempre da persone che non si conoscono direttamente e che chiedono denaro o documenti.

«Nel caso, invece, la truffa fosse già stata consumata – conclude Schirosi – è consigliabile attivarsi per evitare danni ulteriori, per esempio notiziando il proprio istituto di credito, e rivolgersi alla Polizia Postale per formalizzare una denuncia».

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Attualità BAT News

Cupido non ha più le ali, nella Bat è boom di app per trovare l’amore: oltre 7mila iscrizioni negli ultimi mesi

Oltre 7mila nuove iscrizioni durante gli ultimi mesi. Nella provincia di Barletta-Andria-Trani è record di accessi alle app di incontri. L’estate ha contribuito a lanciare quello che può essere definito un vero e proprio trend. L’uso di piattaforme digitali, infatti, è diventato uno degli strumenti più diffusi per conoscere persone e sviluppare relazioni.

Secondo i report di un gruppo di giovani ingegneri informatici della provincia, il numero di utenti attivi sulle principali app di dating nella Bat è cresciuto del 25% fra maggio e luglio. La maggior parte degli iscritti è composta da giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 35 anni: un target che rispecchia la media nazionale. Tuttavia, sta crescendo anche la fascia degli over 40 anni, spinta dalla necessità di recuperare una vita sociale dinamica dopo divorzi o lunghe relazioni finite.

Inoltre, sebbene inizialmente fossero gli uomini a dominare queste piattaforme, ora si osserva un aumento significativo di iscrizioni femminili. Attualmente, le donne rappresentano circa il 45% degli utenti nella Bat, un dato in aumento rispetto al 38% del 2021.

L’analisi

«Le motivazioni che spingono le persone a iscriversi alle app di dating sono molteplici – spiega Pierpaolo Corvasce, ingegnere informatico specializzato nella progettazione di app – una delle principali è la mancanza di tempo per fare nuove conoscenze nei contesti tradizionali, come lavoro, amicizie o eventi sociali. Molti utenti affermano di preferire la praticità delle app di dating, che consentono di entrare in contatto con persone affini in modo rapido ed efficiente».

E la cosa sembrerebbe funzionare. La conferma arriva dai dati del report che evidenziano come circa il 60% degli utenti nella Bat utilizza queste app principalmente per trovare una relazione seria, mentre il restante 40% lo fa per motivi più leggeri, come amicizie o relazioni occasionali. Ma il boom delle app di dating ha avuto un impatto tangibile sia nelle relazioni sociali, sia nell’economia locale. Sono sempre più numerosi i locali che organizzano eventi dedicati agli utenti di queste piattaforme, come “speed dating” e serate a tema. «Stiamo assistendo a un evidente cambiamento culturale – dice Corvasce – l’idea che trovare l’amore o nuove amicizie attraverso uno schermo sia qualcosa di innaturale o imbarazzante sta scomparendo.

Le app di dating stanno diventando parte integrante del tessuto sociale del nostro territorio, influenzando anche i più tradizionalisti e sdoganando ogni tabù».

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