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Addio a Eriksson, il “Cobra” Tovalieri: «A Roma mi fece esordire in Serie A»

Il mondo del calcio da ieri piange lo svedese Sven-Goran Eriksson, il “gentleman” per eccellenza, il signore del calcio perché dovunque allenava aveva modi garbati e trasmetteva la sua filosofia e visione ai suoi calciatori, e perché si è fatto volere bene da tutti.

In Italia è leggenda sponda biancoceleste perché nel 2000 vinse uno scudetto memorabile, ma allenò lasciando ottimi ricordi anche la Roma e la Sampdoria e tanti grandi club blasonati rimpiangono di non averlo mai avuto. Di recente, si era seduto sulla panchina del Liverpool per un giorno, con Jurgen Klopp che gli faceva posto con i suoi ‘Red Devils’ e tifosi del Mondo che si sono commossi, perché consapevoli della malattia che lo stava consumando, quel “maledetto” tumore al pancreas che ha portato via anche Gianluca Vialli (suo ex calciatore alla Sampdoria).

Ma l’ultimo atto d’amore al popolo calcistico, appassionati sportivi che Sven, ci piace chiamarlo come se fosse un amico di tutti, era il suo testamento morale reso pubblico (riportiamo un passaggio): «Ho avuto una bella vita. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo ma la vita riguarda anche la morte. Spero che alla fine la gente dirà, sì, era un brav’uomo, ma non tutti lo diranno». Forse in quest’ultimo passaggio si sbaglia, Eriksson spentosi a 76 anni era un brav’uomo. Il suo curriculum è storia del calcio e abbiamo preferito ricordarlo, omaggiandolo con alcune celebrità ed ex calciatori che lo hanno apprezzato tantissimo.

Il suo amore: Nancy Dell’Olio

Pochi conoscevano Sven-Goran Eriksson come Nancy Dell’Olio, avvocata nativa di New York ma che all’età di 5 anni si trasferì a Bisceglie e la Puglia la porta sempre nel cuore, che l’ha anche nominata sua ambasciatrice nel Mondo. Nancy Dell’Olio donna di immensa e profonda cultura e bellezza, è stata colpita dalla tragica notizia del suo ex amore (forse quello con più passione ma non c’è dato saperlo), seppur si erano lasciati dal 2007 ma come qualcun altro ha scritto erano tornati a sentirsi. La Dell’Olio, nonostante fosse profondamente scossa ci ha svelato un retroscena: «L’ho amato tantissimo e mi resterà per sempre impresso come mi abbia dedicato pubblicamente lo scudetto vinto con la Lazio. Dietro quella vittoria conseguita con grandi uomini e calciatori, lui che è stato il mio uomo, rivelò che fui fondamentale. Non lo ho mai abbandonato: dalle trasferte e all’incredibile rimonta che ha compiuto; forse in pochi ci credevano, io l’ho sempre fatto. Grazie di tutto, Sven».

Antonio Di Gennaro

Antonio Di Gennaro, ex calciatore scudettato del Verona ed anche capitano del Bari, ha detto di Eriksson: «Non ho rimpianti della mia carriera ma sono stato vicinissimo a passare alla sua Roma, poi saltò il trasferimento ma so che mi avrebbe voluto in quella squadra. Quando l’ho trovato da giocatore e lui allenatore, vedevo che era un passo avanti agli altri. Le sue squadre facevano un calcio offensivo, non mollavano mai e trasmetteva senso di appartenenza al club. Lascia un grande vuoto.

Il bomber Maurizio Iorio

Maurizio Iorio, ex centravanti biancorosso ha avuto il tecnico svedese alla Roma: «Ebbi Sven, quando avevo 24 e lui 36 anni e già insegnava calcio. Il dispiacere più grande che avrei voluto dare di più ma fui condizionato da un grave infortunio. Ricordo che eravamo un gruppo fantastico e lui, il nostro primo condottiero, pronti a dare tutto per il nostro tecnico. Ho gioito quando vinse lo scudetto. Il calcio perde un uomo vero, riposa in pace mister».

Sandro il “Cobra” Tovalieri

Sandro Tovalieri, bomber biancorosso lo ha avuto alla Roma: «E stato il mio primo tecnico in ‘A’. Mi fece esordire la prima di campionato in Atalanta Roma. Allenava prima le teste dei giocatori, una persona meravigliosa. Sono molto triste della sua dipartita, ci mancherai, mister».

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Italia News Politica

Rimini, Fitto parla già da commissario. Letta: «In Europa avrai molto da fare»

Nonostante abbia rinunciato al canonico punto stampa con i giornalisti presenti, Raffaele Fitto ieri al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini ha tracciato quelle che sono le linee della sua legacy da ministro per gli Affari europei con deleghe a Sud, Coesione e Pnrr. Un lascito che prelude al trasferimento a Bruxelles quale commissario europeo indicato dal Governo italiano.

La nomina appare, al netto delle procedure comunitarie che vogliono gli esponenti indicati dai 27 Stati membri sottoposti all’esame, attraverso un’audizione, da parte del Parlamento europeo, ormai data per acquisita, tanto che lo stesso ex premier rivolgendosi a Fitto ha detto: «Avrete molto da fare come nuova Commissione».

Parla Fitto

Sono state però le parole del ministro pugliese che hanno chiarito come tutti i dossier comunitari siano alla sua attenzione: a partire da quelli di più stretta osservanza economica, tanto che, incalzato dal presidente della fondazione per la sussidiarietà ed ex numero uno di Cl, Giorgio Vittadini, Fitto ha spiegato sia il ruolo dell’Italia all’interno del quadro economico della Ue, sia le priorità del nuovo esecutivo, che «dovrà fare i conti con i deficit aumentati nel corso degli anni della pandemia». Così come analitica è stata la ricognizione sullo stato di attuazione del Pnrr. Fitto ha ricordato che «l’Italia, insieme a Romania e Grecia, è la nazione che più di altre ha ottenuto fondi dal piano Next generation Eu. Anche se dei 194 miliardi di euro ottenuti 122 sono a debito, quindi da restituire. Per questo, bisogna da un lato tagliare la spesa improduttiva e dall’altro eliminare quei micro-interventi che non aiutano la crescita», facendo intendere che probabilmente non tutti quei prestiti erano necessari. «Non solo – ha sottolineato sempre il ministro – è da porre in evidenza come quei fondi siano legati ad alcune riforme, come quella che riguardano la giustizia civile e penale, ma anche la concorrenza che il governo presieduto da Giorgia Meloni sta portando avanti». Nessun cenno al tema dei balneari.

I fondi di coesione

Un capitolo a parte è stato dedicato dall’esponente di Maglie ai fondi di Coesione che «a differenza del Pnrr che scade a giugno 2026 hanno tempo fino a dicembre 2029». Anche in questo caso, ha puntualizzato Fitto «è utile proseguire sulla strada tracciata dal Governo in carica e cioè di sottoporre progetti, programmi e realizzazioni a una regia coordinata e non diluire gli interventi». Un’impostazione, quella del ministro che non ha trovato opposizione né da parte di Letta né di Cipollone i quali hanno indicato come sia indispensabile «una maggiore integrazione dei cittadini europei» e anche, come ha proposto il dirigente della Bce, la necessità di «una moneta digitale comune per competere sui mercati alla pari con americani e cinesi».

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Italia News Politica

Pnrr, Fitto al Meeting di Rimini: «Stiamo spendendo bene e in tempi rapidi»

«Si parla sempre solo della spesa del Pnrr e non delle riforme, come se questo fosse un piano in cui devi solo spendere, e se non spendi va male. I soldi li stiamo spendendo e anche in tempi rapidi e in modo efficace, ma il tema delle riforme è fondamentale perché queste risorse sono una tantum e vanno spese bene». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, intervenendo al panel “Mercato unico, euro, Pnrr: quale sviluppo economico per l’Ue” nella giornata conclusiva del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e liberazione.

«Si parla solo della spesa, ma noi otteniamo le risorse perché raggiungiamo le rate e le rate sono fatte di decine di obiettivi», ha specificato il ministro pugliese.

«Il rapporto intermedio che la commissione europea ha approvato qualche mese fa dice con chiarezza che l’Italia è il Paese che ha raggiunto il maggior numero di obiettivi e che nella fase di avanzamento e performance del Piano è più avanti», ha poi aggiunto.

«Non lo dico – ha specificato – per alzare le penne, lo dico perché mi dispiace un po’ che nel dibattito italiano questo rapporto sia scomparso nelle nebbie dell’assenza e non venga valorizzato perché non è un risultato del governo, ma del Paese», ha concluso Fitto.

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Cultura e Spettacoli Italia

Sanremo: tornano le nuove proposte, 24 “campioni” in gara. Ecco il regolamento del Festival

Tornano le nuove proposte, 24 “campioni” in gara e un diverso computo delle votazioni: sono le novità del 75esimo Festival di Sanremo che andrà in onda, dall’11 al 15 febbraio 2025, su Raiuno e sarà condotto da Carlo Conti.

È online da oggi il regolamento del Festival della canzone italiana che nell’edizione 2025, la quarta condotta da Conti, prevede prima tutti i campioni in gara, poi le nuove proposte dalla seconda serata e ancora le cover nella quarta serata che precede la finalissima.

Il programma del Festival

Resiste, la scansione delle serate di Sanremo con il nuovo regolamento: nella prima (il martedì) si esibiranno i 24 campioni in gara e le canzoni verranno votate dalla giuria della sala stampa, tv e web. Durante la seconda serata (il mercoledì) si esibiranno 12 campioni, che saranno votati dal pubblico – attraverso il televoto – e dalla giuria delle radio, ciascuno con un peso pari al 50%. Per il ritorno delle nuove proposte, si affronteranno 2 artisti in una prima semifinale, giudicati invece dal pubblico con il televoto, dalla giuria della sala stampa, tv e web e dalla giuria delle radio, determinando così il primo finalista. Identico il meccanismo e lo svolgimento della terza serata (il giovedì), in cui avrà luogo anche la seconda semifinale tra le altre 2 nuove proposte, individuando così il secondo “giovane finalista”.

La serata della cover

La quarta serata (il venerdì) sarà dedicata alle cover: i cantanti in gara, affiancati da un artista ospite, re-interpreteranno una canzone edita, tratta dal repertorio italiano ed internazionale. Le cover – prevede il regolamento – saranno valutate da tutte e tre le giurie: televoto del pubblico, giuria della sala stampa, tv e web e giuria delle radio. I tre sistemi di votazione avranno un peso percentuale rispettivamente del 34, 33 e 33%, dando luogo ad una autonoma classifica di serata dei 24 artisti. Il primo classificato sarà il vincitore della serata delle cover.

Sempre nella quarta serata, si svolgerà la finale per la categoria nuove proposte fra i due contendenti qualificatisi nelle serate precedenti. Le due canzoni saranno votate dal pubblico con il televoto, dalla giuria della sala stampa, tv e web e dalla giuria delle radio, sempre con peso rispettivamente del 34, 33 e 33% sul risultato complessivo della votazione.

La finalissima

Nella finalissima della quinta serata (il sabato) verranno dapprima eseguite nuovamente le 24 canzoni in gara, che saranno votate dalle 3 giurie ancora una volta con un peso di televoto 34%, giuria della sala stampa, tv e web 33 e giuria delle radio 33%. Il risultato di questa votazione sarà sommato a quello delle votazioni nella prima serata e al risultato congiunto delle votazioni nella seconda e terza serata, al fine di determinare una media percentuale delle votazioni e quindi una classifica delle 24 canzoni in gara. Le canzoni nelle prime 5 posizioni in classifica verranno comunicate senza ordine di piazzamento. Dopodiché, riproposizione delle 5 canzoni finaliste e nuova votazione – con stesse modalità per le tre giurie.

Il vincitore

Il risultato di questa nuova votazione in serata sarà sommato al risultato complessivo delle precedenti votazioni (prima serata, seconda e terza serata, quinta serata), così come risultante nella classifica generale parziale stilata in serata, al fine di determinare una nuova media percentuale delle votazioni riferite alle 5 canzoni e quindi una classifica finale delle stesse 5 canzoni. Così da incoronare il vincitore della 75esima edizione del Festival della canzone italiana.

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Brindisi Italia News

Salvini e Fontana in masseria dalla premier Meloni, poi chiamano Tajani: vertice informale a Ceglie Messapica

Un incontro informale in masseria a Ceglie Messapica con la premier Giorgia Meloni. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è arrivato alle 15 circa, nel resort dove da una settimana soggiorna la presidente del Consiglio. Pochi minuti dopo il suo arrivo si è presentato anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Poi hanno chiamato telefonicamente l’altro vicepremier, Antonio Tajani. Non si esclude un confronto su alcuni dossier che riguardano le nomine Rai, Ue e la manovra. I tre leader del centrodestra avrebbero fatto il punto sui principali temi di attualità politica, in vista della ripresa.

È durato poco più di due ore il vertice politico. Il leader della Lega ha lasciato il resort attorno alle 18.15. All’interno della struttura, nelle campagne del Brindisino, poi il presidente della Camera Lorenzo Fontana, in vacanza in Puglia in questi giorni. A Masseria Beneficio ci sono da giorni anche la sorella della premier Arianna con il marito e ministro Francesco Lollobrigida, il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato.

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Attualità Bari Italia News

Pochi centri estivi, così bimbi e ragazzi vengono trascurati

Per le famiglie che non possono permettersi di andare in vacanza, i centri estivi sono una delle poche alternative valide per permettere ai propri figli di trascorrere del tempo libero produttivo al di fuori dell’orario scolastico. Non si tratta di una necessità solo per i genitori, rispetto alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa. L’accesso a questo tipo di attività riguarda direttamente le opportunità a disposizione del bambino, fin dai primi anni di vita. Ma c’è un dato preoccupante: in Italia solo il 9,8% dei minori tra i 3 e i 14 anni frequenta un centro estivo, e le disparità aumentano se si considerano i diversi territori della Penisola.

L’utilità dei centri estivi

I centri estivi, promossi dal comune anche con il supporto di associazioni sociali e sportive, si rivolgono soprattutto a bambini in età prescolare e agli alunni in età dell’obbligo scolastico, specialmente nel primo ciclo di istruzione. Con un target che quindi di solito varia tra i 3 e i 14 anni di età. La loro funzione è aggregare bambini e adolescenti attraverso l’offerta di attività ludiche, sportive, uscite ricreative, gite, laboratori espressivi e manuali, momenti di gioco strutturato e non. Oltre a vere e proprie attività educative e di formazione, particolarmente preziose quando chiude la scuola, nel contrasto di quello che in letteratura viene analizzato come summer learning loss. Vale a a dire la perdita di apprendimenti durante le chiusure scolastiche prolungate, come quelle per le vacanze estive.

Le disparità territoriali

L’offerta di centri estivi e doposcuola è minore al Sud e nei comuni di medie dimensioni. Gli utenti di questi servizi rappresentano circa il 15% dei minori nell’Italia settentrionale. Percentuale che si dimezza in quella centrale (7,5%) e scende al 2,2% medio nei comuni del sud continentale. Tra le regioni spicca il dato dell’Emilia Romagna. Nei comuni di questa regione gli utenti di centri estivi e attività connesse sono 17,6 ogni 100 minori. Un livello cui si avvicinano solo Lombardia (15,9%), Piemonte (15,2%) e Marche (14,5%). Sopra la media nazionale anche Veneto (12,5%), Toscana (11,1%) e Umbria (10,5%). Al contrario, tutte le regioni del sud continentale si attestano al di sotto di questa soglia. Con l’eccezione dell’Abruzzo (8,7 utenti ogni 100 minori), per tutte le altre regioni centro-meridionali la quota scende sotto il 5%. Agli ultimi posti tra le regioni a statuto ordinario si trovano Calabria (2,3%), Puglia (1,6%) e Campania (1,1%). Il dato non migliora se si considerano le città capoluogo. Tra queste è Milano quella con l’offerta più ampia di questo tipo di servizi (34,89 utenti ogni 100 minori). Seguono, con circa 20 utenti per 100 minori, Verona, Parma, Bologna e Fermo.

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Attualità Italia News Puglia

Ferragosto, bollino rosso in 22 città da nord a sud: settimana rovente e traffico in aumento

Settimana rovente questa di Ferragosto. Le temperature sono da record. Oggi, e domani 15 agosto, secondo il bollettino sulle ondate di calore diffuso dal Ministero della Salute, 22 città su 27 sono nel livello di allerta 3 con possibili effetti negativi sulla salute. Si tratta di Ancona, Bari , Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Bollino giallo (allerta 1) per Catania, Civitavecchia, Messina, Pescara e Reggio Calabria. La stessa distribuzione delle allerte si verificherà nella giornata di mercoledì 14 agosto.

Partenze per il ponte di Ferragosto, traffico in aumento: Nel weekend i primi rientri

Anche questo fine settimana di esodo estivo è segnato dalle partenze per il lungo ponte di Ferragosto. Traffico in costante aumento per gli spostamenti dei viaggiatori che sono rimasti nelle grandi città, e che si concedono qualche giorno di riposo per celebrare il 15 agosto in località più vicine.

Immancabili i viaggiatori pronti per mete più lontane. A partire da sabato 17 e domenica 18 sono previsti i primi rientri a casa. spostamenti in netta crescita dai grandi centri urbani in tutta Italia verso le località di villeggiatura, di mare al sud e di montagna a nord e verso i confini di Stato. Gli itinerari interessati sono, in direzione sud, le principali direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, e in uscita dai centri urbani.

L’intensificazione della circolazione nei principali itinerari turistici

  • A2 “Autostrada del Mediterraneo” che attraversa Campania, Basilicata e Calabria;
  • Statali 106 “Jonica” e 18 “Tirrena Inferiore” in Calabria;
  • Autostrade A19 Palermo-Catania e A29 Palermo-Mazara del Vallo in Sicilia;
  • Strada statale 131 “Carlo Felice” in Sardegna; la strada statale 148 Pontina nel Lazio, arteria trafficata che insieme alla SS7 “Appia” assicura i collegamenti tra Roma e le località turistiche del basso Lazio;
  • Itinerario E45 (SS675 e SS3 bis) che interessa Umbria, Toscana, Emilia Romagna e collega il nord est con il centro Italia;
  • Le direttrici SS1 Aurelia (Lazio, Toscana e Liguria), SS16 “Adriatica” ( Puglia , Molise, Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto).
  • Al nord i Raccordi Autostradali RA13 e RA14 in Friuli-Venezia Giulia verso i valichi di confine, la SS36 “del Lago di Como e dello Spluga” in Lombardia, la SS45 “di Val Trebbia” in Liguria, la SS26 “della Valle D’ Aosta” e la SS309 “Romea” tra Emilia-Romagna e Veneto e la SS 51 “di Alemagna” in Veneto.
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Italia Politica Puglia

Valle d’Itria, blitz nella masseria di Meloni. «È per la sicurezza nazionale»

Con in mano un fantomatico progetto per un innovativo sistema militare per la sicurezza nazionale, ieri mattina due uomini hanno tentato di consegnarlo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, bussando al cancello della Masseria Beneficio, nelle campagne della Valle d’Itria. Dopo aver parcheggiato l’auto davanti all’ingresso dove la premier sta trascorrendo i suoi giorni di vacanza, i due, residenti nella provincia di Brindisi, hanno candidamente citofonato spiegando il loro intento. Dopo il primo “no grazie” pronunciato al citofono la sicurezza si è avvicinata chiedendo cortesemente ai due uomini di spostare l’auto e di allontanarsi.

Il progetto a Crosetto

Stando a quanto dichiarato dalle due persone, il loro obiettivo era far pervenire questo progetto al ministro della Difesa Guido Crosetto che «non può rimanere all’oscuro del suo contenuto». Intanto, il buen retiro della leader di Fratelli d’Italia è già in linea con le tradizioni consolidate da cinque anni di vacanze estive nella stessa location.

Le bontà pugliesi

Anche ieri sono giunti nella masseria, alcuni prodotti tipici pugliesi preparati per la premier che, tra la pace e all’ombra degli ulivi pugliesi, continua a occuparsi dell’agenda di governo e della politica estera soprattutto. Infatti, sempre nella giornata di ieri Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, a cui ha ribadito il convinto sostegno dell’Italia alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all’autodifesa di Israele, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni unite, Unifil, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano. Così come sono giunte le note polemiche su una presunta presenza della sorella, Arianna, a un vertice per le nomine Rai che ha fatto levare gli scudi alle opposizioni. Al termine degli impegni di lavoro, però, Meloni non ha rinunciato a una passeggiata nel centro di Ceglie in compagnia della sorella, che è stata raggiunta dal marito, Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura. Così come ha varcato il cancello il compagno della stessa premier Andrea Giambruno. Le due signore si sono concesse un gelato in centro, per poi far ritorno a Beneficio.

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Italia

Caso Toti, Barbano: «I pm prendono sempre in ostaggio l’intera politica»

«Ci sono, nella disavventura giudiziaria e politica di Giovanni Toti, tre indizi che raccontano uno snodo cruciale del trentennale conflitto tra magistratura e politica nel nostro Paese, e che mutano in maniera definitiva il controllo di legalità esercitato dall’azione penale in un controllo di merito orientato alle prescrizioni e agli obiettivi di una ideologia morale». È quanto afferma Alessandro Barbano in un editoriale pubblicato sul quotidiano “Il dubbio“.

«Si tratta – scrive il giornalista – di un passaggio sottaciuto, o quantomeno sottovalutato nel dibattito pubblico, ma che è destinato a produrre nel cosiddetto diritto vivente effetti difficilmente sormontabili, capaci di vanificare l’esito delle riforme pure in fieri della custodia cautelare e di accentuare la subalternità del potere politico a quello giudiziario».

Barbano elenca dunque gli indizi: il primo, afferma, «riguarda l’idea che possa darsi corruzione attraverso atti leciti e finanziamenti regolarmente dichiarati dalla politica». Che, spiega, «la coesistenza di un vantaggio prodotto da un atto amministrativo a un imprenditore, e il finanziamento dell’imprenditore al politico che l’atto ha emanato o intermediato, rappresenti da sola l’elemento oggettivo del reato. La cui natura di scambio tra prestazioni corrispettive viene dedotta dalla relazione umana tra imprenditore e politico, certificata dalle intercettazioni. Questa relazione – prosegue – è considerata insieme essenza del reato, e prova. Che, in una costruzione narrativa del sospetto, piega alla colpevolezza perfino alcune precauzioni di tipo difensivo, come il nascondimento degli smartphone durante gli incontri, messe in atto da una classe dirigente che diffida, temendone non senza fondato motivo, dell’azione della magistratura».

E questo, sottolinea Barbano, è uno «schema interpretativo accusatorio» che «non solo spezza qualunque tassatività dei reati e delle regole processuali, dilatandone i confini su un terreno tipicamente morale, ma instaura un processo alla politica da parte della magistratura, che si sostituisce a quello proprio della democrazia. La mediazione e la risoluzione dei conflitti di interesse diventa così la missione di una giustizia che fa discendere effetti penali da conclusioni morali».

Tra le accuse all’ex governatore ligure c’è la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. In questa ipotesi, dice Barbano, «la tendenza a connotare i fatti della politica con tinte di immoralità trasforma i rapporti economici tra sfera privata e sfera pubblica in spie di mercimoni corruttivi. Nella seconda ipotesi di reato – continua -, e cioè la corruzione per l’esercizio della funzione, il fatto stesso evapora nella mera esistenza di una relazione tra l’imprenditore e il politico, facendone allo stesso tempo elemento oggettivo e soggettivo del reato. Il politico “prezzolato”, censurabile perché ritenuto dedito a scambi affaristici della propria funzione, diventa una nuova fattispecie. Di cui le intercettazioni forniscono un sintomo assunto come prova. L’impatto di un simile approccio sul piano delle relazioni civili di una società non è solo l’evanescenza della politica, ma anche il collasso dell’economia. Perché un’impresa dovrà finanziare la politica, se non nella speranza che l’azione di questa, ferma la legittimità degli atti amministrativi, finisca per favorire i suoi interessi? E quale impresa avrà più interesse a finanziare la politica, se dall’attività di questa non potrà ricavare nessun vantaggio senza commettere un reato? Ma la sterilizzazione dei rapporti tra politica e impresa conduce inevitabilmente alla paralisi economica».

Il secondo indizio della “disavventura” giudiziaria di Toti per Barbano «racconta tutto lo sforzo creativo della magistratura per dare valore cogente a questo paradigma penale/morale, ben oltre il testo della legge. Quando il Riesame di Genova, aderendo in toto alla tesi del pm, motiva la mancata scarcerazione di Toti con la sua incapacità di ammettere il reato, assume l’autocensura morale della propria condotta come l’unica condizione per ritenere insussistente il rischio che il reato si ripeta. Senza ammissione e pentimento, Giovanni Toti conserva intatta la sua tendenza a delinquere. Vuol dire che la sostanza delle norme che disciplinano la custodia cautelare è già divenuta essenzialmente morale, quantomeno nell’interpretazione applicativa che la magistratura ne dà, facendo strame di qualunque presunzione di non colpevolezza. Come se non bastasse, la potenziale pericolosità dell’indagato è desunta da una presunzione oggettiva connessa al mantenimento della carica».

Barbano arriva dunque al terzo e ultimo indizio: «La persistenza dello status di governatore è condizione ostativa per escludere il rischio di reiterazione del reato. Se Toti non si dimette, la corruzione potrebbe ripetersi. Vuol dire – spiega il giornalista – che nell’esercizio stesso della politica c’è una potenzialità criminogena di cui tenere conto nel processo. Ciò serve a legittimare il ruolo di tutela che la magistratura si è autoassegnata, e che senza alcun imbarazzo può essere impiegato come motivazione per giustificare i suoi provvedimenti cautelari. Che riassumono tutte le finalità attribuite un tempo alla pena: la retribuzione, come giusta misura per la colpa morale commessa, la deterrenza che l’esempio proietta nella politica, e la rieducazione che rimette nel circuito civile soggetti ormai consapevoli del disvalore delle proprie condotte. Il giudicato, è il caso di dirlo, è ormai una storia che proprio non riguarda più nessuno», conclude Barbano.

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Italia Lecce Sport

Parigi 2024, addio al bronzo per gli azzurri di De Giorgi: Italia-USA 0-3

Dopo aver abbandonato l‘ipotesi oro con la sconfitta contro i padroni di casa, l‘Italvolley del salentino Fefè De Giorgi si sarebbe dovuta “accontentare” di un bronzo. Impresa che, alla South Paris Arena, ha visto gli Stati Uniti aggiudicarsi la medaglia ramata nella pallavolo maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024, superando l’Italia.

Il punteggio dice 3-0 (25-23, 30-28, 26-24), ma gli azzurri, a volte poco lucidi (soprattutto al servizio), hanno dato filo da torcere agli americani che hanno dimostrato un carattere da veri campioni, rialzandosi dopo la sconfitta in semifinale contro la Polonia e regalando ai propri tifosi una gioia immensa.

Matt Anderson e David Smith, veterani della nazionale statunitense, tornano sul podio olimpico per la quarta volta consecutiva, confermandosi tra i migliori pallavolisti al mondo. La loro esperienza e la loro leadership sono state fondamentali per guidare la squadra alla vittoria.

Un match punto a punto che ha tenuto col fiato sospeso il pubblico fino all’ultimo punto. Il secondo set, in particolare, è stato un vero e proprio thriller, con continui cambi di fronte e un finale al cardiopalma. L’Italia, nonostante la sconfitta, esce a testa alta da questa competizione. Gli azzurri hanno lottato fino all’ultimo punto, dimostrando un grande spirito di squadra.

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