Sono durate diverse ore le operazioni dei vigili del fuoco per spegnere le fiamme che, nella notte, hanno avvolto un tir mentre percorreva la strada statale 16 nel territorio di Bari.
Intorno alle 3 il mezzo, proveniente da Molfetta e carico di generi alimentari e altri beni di prima necessità, è andato a fuoco all’altezza di via Napoli, in direzione sud.
L’autista del mezzo, udita una forte esplosione nella parte sottostante la cabina, ha immediatamente arrestato la corsa e cercato di domare il principio d’incendio con l’estintore che aveva a bordo senza, però, riuscire a contenere il rogo.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con cinque squadre, tra cui due autobotti, due mezzi cosiddetti “movimento terra” (carrelli elevatori e bobcat) e un carro-ara che permette la ricarica delle bombole che permettono agli operatori di respirare.
I vigili del fuoco hanno smassato il carico ed estinto anche i focolai dormienti. Le operazioni di spegnimento sono state rese particolarmente difficili anche per i 400 litri di carburante contenuti nel serbatoio del mezzo pesante.
Alle prime luci dell’alba l’incendio è stato domato e la strada è tornata percorribile. Fortunatamente non risultano esserci feriti.
È più di uno scricchiolio quello che percorre in queste ore il campo largo del centrosinistra del neo eletto Consiglio comunale di Bari. Nella prima seduta convocata per mercoledì, i consiglieri saranno chiamati a eleggere il presidente e il vicepresidente dell’assise cittadina. Una votazione dall’esito non così scontato: il sindaco Vito Leccese ha infatti indicato un nome all’aula Dalfino, quello di Romeo Ranieri, primo dei tre eletti della lista “Con”, formazione politica che fa capo al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
L’endorsement è arrivato con il comunicato ufficiale dell’amministrazione nel quale Leccese ha reso nota pochi giorni fa la sua squadra di governo, confidando che «il Consiglio comunale sappia individuare una figura di esperienza che si faccia garante del percorso che attende la città, che ha riposto una così grande fiducia in una ampia coalizione, in parte inedita, che si candida ad essere un modello politico. Per questo immagino, nel rispetto delle prerogative del Consiglio, che il ruolo di Presidente dell’assise comunale possa essere ricoperto da Romeo Ranieri».
La scelta del presidente dell’Aula avviene però a scrutinio segreto da parte di tutti quanti i consiglieri e secondo più di una fonte, il sindaco potrebbe non avere la maggioranza in aula per concretizzare l’elezione di Ranieri. Tra i nomi in lizza per assumere il ruolo di presidente del Consiglio comunale non è mai tramontato quello di Marco Bronzini, eletto con il Partito democratico e vicino al deputato dem Marco Lacarra. Bronzini è uno dei consiglieri più anziani del Comune di Bari, arrivato alla sua quinta legislatura con record di presenze in aula. Se il nodo della presidenza non dovesse essere sciolto durante la prossima seduta, la mancata elezione di Romeo Ranieri segnerebbe un pessimo inizio per la maggioranza che arriverebbe subito dopo i malumori e i mal di pancia legati ad alcune nomine all’interno della Giunta.
Le critiche dei 5 stelle
Nelle scorse ore è finito al centro del dibattito lo “sfogo” del pentastellato Antonello Delle Fontane che ha mal digerito la scelta del suo partito di sottoporre all’attenzione di Vito Leccese il nome di Raffaele Diomede come possibile assessore. Nomina che si è concretizzata escludendo di fatto Delle Fontane dalla squadra di governo della città, nonostante il consigliere sia stato anche in questa tornata elettorale il più suffragato all’interno della lista a 5 Stelle. Non è chiaro se la vicenda avrà delle conseguenze già nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì, quando si dovrà votare anche la fiducia per il sindaco Leccese.
Le civiche
Dure critiche alle scelte compiute da Leccese sono arrivate anche dalla sua lista civica “Leccese sindaco”. «Con la nomina della giunta si conclude un anno politicamente complesso per la nostra Città – scrivono dal comitato “È ora” che aveva sostenuto la civica – La ricerca di replicare l’Unità del campo largo del centrosinistra, a quanto pare, ha richiesto un sacrificio alla lista “Leccese Sindaco” che avevamo contribuito a creare ed animare politicamente. Non possiamo negare di essere sopresi ed anche un po’ delusi dai tempi e dai modi con i quali ci è stata comunicata questa valutazione che contraddice radicalmente il contenuto e gli intendimenti delle consultazioni svoltesi fino a poche ore prima della pubblicazione della squadra del sindaco. Quanto accaduto rischia di mortificare un’esperienza autofinanziata che ha mobilitato cittadini e cittadine – giovani e meno giovani – storicamente lontani dalle dinamiche elettorali. Non possiamo contestare, ovviamente, la volontà di costruire una squadra che allarghi il più possibile il campo della maggioranza della nuova amministrazione; resta l’amarezza per l’utilizzo di metodi e logiche di molte forze e partiti della maggioranza che rischia di privilegiare scelte più di natura tattica e personalistica che politica».
«Dobbiamo aiutare Bari. La città se lo merita». Nutre speranze positive per il futuro del capoluogo Vito D’Ingeo, presidente Confcommercio Bari-Bat, che a pochi giorni dalla nomina della nuova Giunta comunale si dice pronto ad avere con il sindaco Vito Leccese un incontro per mettere a fuoco i temi del protocollo d’intesa di cui si è già discusso durante la campagna elettorale.
Il futuro del settore
«Dobbiamo far sì che Bari abbia finalmente un futuro più eco-sostenibile» afferma D’Ingeo, ribadendo l’impegno iniziato con il progetto “Cities” per contrastare la desertificazione commerciale e supportare la rigenerazione urbana. L’obiettivo è poter contare su un turismo intenso, come già sta accadendo, riuscendo però a renderlo programmato e organizzato. «Ho apprezzato la squadra di assessori formata dal sindaco – ha aggiunto – e penso faremo un buon lavoro». Per sostenere un settore che è una colonna portante dell’economia del capoluogo pugliese, ma che attualmente sta vivendo un momento delicato, la speranza, per D’Ingeo, è trovare una continuità con la nuova amministrazione e raddrizzare il tiro, partendo dai problemi legati ai mercati cittadini, alla viabilità e alla movida.
La rinascita delle periferie
All’ordine del giorno ormai ci sono le periferie, troppo spesso dimenticate. «Bari non è solo il Murattiano – ha sottolineato D’Ingeo – Va messo in moto un meccanismo che faccia vivere tutta la città e dia al consumatore, anche della provincia, la possibilità di goderne a pieno». Questo andrebbe fatto anche attraverso l’organizzazione di più eventi decentrati. L’importante è trovare un «giusto punto d’incontro sulle richieste di Bari»: dai parcheggi alla viabilità sostenibile, «è necessario organizzare una città che viva in maniera intelligente e dia lustro al Sud».
Il flop dei saldi
In relazione all’economia del capoluogo pugliese, però, c’è un altro aspetto negativo che continua ad affossare i commercianti: i saldi. Iniziati lo scorso luglio, stanno registrando un bilancio particolarmente sconfortante. «Il Murattiano deve diventare un grande centro commerciale all’aperto – ha azzardato il presidente – organizzato affinché possa essere raggiunto in maniera più smart e che sia dotato di più servizi, come ludoteche che accolgano i bambini mentre i genitori fanno acquisti, la chiusura al traffico di alcune vie e la rinascita di via Manzoni». Sarebbero già in programma degli incontri con i responsabili dei diversi settori per discutere sui prossimi passi per risollevare la città.
«La vicenda di Bari non sorprende affatto. Anzi, sono certo che non si tratterà dell’unico episodio, viste le condizioni in cui vivono i detenuti e le misure recentemente varate dal governo Meloni»: ne è convinto Giandomenico Caiazza, avvocato tra i più affermati in Italia e per lungo tempo presidente dell’Unione delle Camere penali (Ucpi).
Avvocato, che cosa pensa dei fatti di Bari?
«Faccio una premessa: nessun atto di violenza o sopraffazione può essere accettato. Detto ciò, certi episodi drammatici sono la spia di una situazione esplosiva. Eppure qualche esponente del governo Meloni minimizza e si abbandona a dichiarazioni irresponsabili. Il sospetto è che manchi una totale comprensione della realtà».
E qual è la realtà?
«La realtà è fatta di dieci o 12 persone ammassate in celle che ne potrebbero contenere quattro con temperature che, al momento, sfiorano o addirittura superano i 40 gradi. Quelle dei detenuti sono condizioni di vita intollerabili e lesive della dignità umana, nelle quali può succedere qualsiasi cosa. Ecco perché episodi violenti come quello di Bari non sorprendono. Anzi, se ne verificheranno altri, come c’è da aspettarsi che anche i suicidi in cella aumenteranno».
Colpa del governo Meloni?
«La situazione delle carceri è la Caporetto dello Stato italiano. Ma questa disfatta ha molti padri, quindi non solo il governo Meloni. Di sicuro l’attuale esecutivo sembra aver firmato una cambiale con un certo elettorato. E questa cambiale impone parole d’ordine come “niente svuota-carceri” o una concezione della certezza della pena tutta orientata verso il carcere».
Quindi le misure recentemente varate dal governo Meloni per arginare il sovraffollamento sono insufficienti?
«A dir poco. Direi che sono provocatorie. Secondo il ministro Nordio, gli accordi volti a far sì che gli stranieri scontino la pena nel Paese di origine consentiranno di abbattere il numero dei detenuti di 5-10mila unità. Ma il ministro sa che significa identificare uno straniero, stipulare un accordo col suo Stato di provenienza e fare in modo che quest’ultimo gli faccia scontare la pena? Ancora, il ministro parla del trasferimento dei tossicodipendenti dalle carceri alle comunità. Ma sa che queste ultime sono da tempo al collasso? Certi annunci possono convincere chi non conosce la realtà del carcere, non altri. Non è serio dire certe cose».
Lei ha mai visitato il carcere di Bari?
«Con Ucpi e Radicali, oltre che per motivi professionali, ho visitato decine e decine di carceri. Inclusa la casa circondariale di Bari».
E che ricordo ne conserva?
«Ciò che accomuna tutte le carceri è l’odore nauseabondo che si percepisce al loro interno. E poi vedo ancora le persone ammassate, le brandine accatastate, i bagni a vista. Soprattutto, però, ricordo il senso di angoscia e di abbandono dei detenuti».
Una riflessione la meritano le Rems, visto che la rivolta di Bari ha avuto tra i protagonisti un paziente psichiatrico…
«Le Rems dimostrano come, in materia di detenzione, non ci sia una sola cosa dello Stato che funzioni. Perciò parlo di Caporetto dello Stato».
Come se ne esce?
«La proposta Giachetti-Bernardini sulla liberazione anticipata mi sembra ragionevole. Consiste nell’aumentare i giorni di premio per i detenuti, in maniera tale da incrementare le scarcerazioni. Non sarebbe un meccanismo automatico, ma subordinato alla valutazione da parte del giudice e alla valorizzazione del comportamento positivo del detenuto. In questo modo, 10mila persone alle quali restano da scontare pochi mesi di reclusione potrebbero davvero abbandonare le celle».
Talento, spirito di abnegazione, perseveranza ed umiltà, alcune delle caratteristiche di Marco Ferretti. Abbiamo intervistato il padre, Nicola essendo il figlio solo 16enne, e che da pochissimo ha firmato il suo primo contratto professionistico alla Spal Calcio, società fondata nel 1907.
Il racconto
Nicola ha raccontato del percorso del figlio: «Marco Antonio Ferretti è un classe 2008 alto 1,85 cm peso 70 Kg. Mancino di piede forte, ma calcia anche di destro. Gli ultimi cinque anni li ha trascorsi nella società Pro Calcio Bari 2010, diretta brillantemente da due uomini di calcio come Antonio Di Gennaro e Michele Andrisani. Marco si è trovato benissimo alla Pro Calcio sposando a pieno la loro filosofia che punta prima di tutto sul rispetto dell’avversario e delle regole. Ha sempre rifiutato di passare ad altre società dilettantistiche facendone una questione di attaccamento alla Pro Calcio, ai suoi dirigenti ed al suo mister Gabriele Iannone che ha il grande merito di aver fiutato le capacità offensive di Marco che lo ha spostato da ruolo di terzino all’attuale ruolo di attaccante o trequartista». Una scelta rivelatasi azzeccata in quanto il ragazzo si è trasformato in assistman, sa leggere tra le linee e finalizzare. Riuscendo a conquistarsi anche la convocazione in nazionale under 16 a Veronello assieme ad altri 32 giocatori, ha infatti rivelato il padre che è stato l’unico ragazzo pugliese scelto a questo giro dal tecnico Gabriele Peccati. Marco prima di approdare alla Spal, aveva fatto provini anche con il Bari, Virtus Entella, Sassuolo, Pisa, Monopoli e Altamura.
Ringraziamenti
Il padre Nicola ha voluto ringraziare anche a nome di Marco: «Ringraziamo di cuore il personal trainer personale di Marco, Onofrio Loseto, ex calciatore professionista che lo ha allenato e aiutato ad irrobustire la muscolatura di tutto il corpo grazie all’uso del trx, evitando l’uso di pesi o palestra perché lo avrebbero limitato in una delle sue doti, quali la progressione in velocità e lavorando sul perfezionamento della tecnica e mentalmente. Grazie mister Onofrio di tutti preziosi consigli e insegnamenti».
Società Polisportiva: Spal
La Spal che milita in C, ha un’organizzazione da club della massima divisione con strutture avanzate che consentono insieme a tecnici qualificati, puntando sulla formazione completa. Il ragazzo frequenterà da settembre il Liceo Scientifico “Antonio Roiti” di Ferrara, dove potrà proseguire gli studi ed alloggerà a “Casa Spal” insieme ad altri atleti. Una scelta che gli consentirà e comporterà ulteriori responsabilità e di adattarsi anche lontano da casa. Sarà anche un momento di condivisione perché avranno la possibilità di condividere talvolta il pranzo e/o la cen anche con i giocatori della prima squadra. La scelta della famiglia e del ragazzo si è orientata verso un club che gli avrebbe potuto consentire di poter completare il suo percorso di studi. Un ultimo ringraziamento il papà di Marco lo ha rivolto al mister Francesco Cava che lo ha allenato all’età di 7 anni circa ed ancora al mister e dirigente della Pro Calcio Bari, Tommy Alessandrino, utilizzandolo quando era sotto età nelle categorie maggiori.
Nella serata del 17 agosto alcuni detenuti della seconda sezione del primo piano della casa circondariale “Francesco Rucci” di Bari hanno preso in ostaggio un infermiere e pestato a sangue un agente di Polizia Penitenziaria, intervenuto per difenderlo. L’operatore sanitario è rimasto ostaggio dei detenuti per più di quattro ore, poi liberato dall’intervento della Digos, dei Carabinieri e degli agenti di Polizia Penitenziaria accorso da tutta la Puglia. Alla luce di tutto questo il presidente Mastrulli del Conaippe chiede più garanzie per il personale, nuove assunzioni di personale e strutture più sicure.
«Se invece di essere un poliziotto penitenziario seduto su una sedia con il volto pieno di sangue e varie escoriazioni sul corpo, fosse stato un detenuto a quest’ora sarebbe intervenuto il presidente della Repubblica, del Consiglio, tutta la politica, eppoi le associazioni, i garanti, e per finire la magistratura con gli avvisi di garanzia». Così in una nota il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (SAPPE), Federico Pilagatti, in riferimento agli ultimi episodi di cronaca accaduti ieri sera in carcere a Bari.
La sconfitta dello Stato
«Invece la rivolta di Bari si è conclusa ancora una volta con la sconfitta dello Stato che permette ai detenuti violenti che si macchiano di reati gravi di fare quello che vogliono, garantendogli praticamente l’impunità e violando con ciò le leggi che valgono solo per i normali cittadini».
La rivolta annunciata
«Era una rivolta annunciata a Bari poiché gli esecutori sono detenuti violenti seriali che stanno facendo il tour delle carceri pugliesi abbattendo i poliziotti uno per uno, a cui invece di applicare le misure previste dalla legge, vengono ospitati nelle normali sezioni detentive in attesa di punizioni che chissà se mai arriveranno».
«Comunque nella serata di ieri sera i 4 partecipanti alla rivolta sono stati trasferiti a Lecce, Trani, Taranto, Foggia e sicuramente ne sentiremo parlare ancora per aggressioni a poliziotti. Peraltro il Capo di questa ribellione è un certo signor Osamede che negli ultimi 50 giorni di detenzione a Bari ha mandato all’ospedale ben 3 poliziotti, però come denunciato dal SAPPE nei giorni scorsi non dovrebbe nemmeno stare nel carcere poiché è disturbato mentale in attesa di un posto nelle Rems, per cui nessun provvedimento disciplinare, anzi lo staff multidisciplinare del carcere dopo l’ultima aggressione di qualche giorno fa ad un poliziotto, ha proposto per lo stesso l’ergoterapia che è una “disciplina riabilitativa che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione, ovvero l’utilizzo delle attività quotidiane, manuali e ludiche” premiandolo, tanto è vero che il detenuto riconoscente per ciò li ha ringraziati con la sommossa”».
«Il SAPPE quindi ritiene che i colpevoli per quanto accaduto ieri sera nel carcere di Bari siano i responsabili regionali della salute che non hanno provveduto a trasferire OSAMEDE in una REMS violando così una norma di Legge, e l’amministrazione penitenziaria che invece di applicare gli articoli 14 bis ord. Pen.(carcere più duro) e 32(trasferimento in sezioni particolari) li lasciano andare in giro per le carceri pugliesi con licenza di uccidere.
I fatti
«Ritornando ai fatti accaduti nella serata di ieri, ci è stato riferito che alla seconda sezione che si compone di tre piani ed un piano terra, erano presenti circa 135 detenuti mentre i poliziotti in servizio erano due. Il tutto è partito dalle 19.30 circa quando i detenuti in questione, visibilmente alterati, si rifiutavano di rientrare nella loro stanza, aggredendo e picchiando selvaggiamente il poliziotto che li invitava a rientrare».
«Subito dopo prendevano con se l’infermiera che si trovava nel piano per la distribuzione della terapia ai detenuti, un sequestro durato pochi minuti poiché si faceva subito avanti un sovrintendente della polizia penitenziaria che si offriva come ostaggio, chiedendo che l’infermiera fosse rilasciata. Una volta ottenuto lo scambio iniziava un lungo negoziato con i vertici del Carcere, mentre venivano richiamati in carcere i poliziotti dalle loro abitazioni e si attivava la procedura per cui partivano da altre carceri della regione altri agenti per fornire supporto ai colleghi di Bari. Infatti ci è stato riferito che a fronte di circa 400 detenuti presenti nel carcere di Bari fossero in servizio non più di una dozzina di poliziotti(14), che si erano anche ridimensionati a causa di un trasporto urgente di un detenuto in ospedale».
«Verso le 22.30 circa la trattativa si concludeva in maniera pacifica e si dichiarava conclusa l’emergenza. Subito dopo i detenuti in questione venivano trasferiti in altre carceri pugliesi ove, se non ci saranno provvedimenti urgenti del DAP, continueranno a creare disordini ed aggredire i poliziotti».
«Il Carcere di Bari così come le carceri pugliesi soffre di un sovraffollamento tra i più alti della nazione, con una capienza regolamentare di circa 260 posti mentre ospita oltre 400 detenuti.
Di contro l’organico della polizia penitenziaria che dovrebbe essere di circa 320 non supera le 230 unità
«Lo stiamo dicendo da mesi, oltre al sovraffollamento che potrebbe essere meglio gestito se i detenuti venissero equamente divisi tra tutte le regioni , il problema della violenza non può essere relegato a semplice fatto di cronaca in cui i poliziotti vengono aggrediti e mandati all’ospedale, poiché delegittimano ll ruolo dello Stato che oltre a garantire il rispetto delle leggi in carcere, deve tutelare anche i detenuti più deboli che sono spesso sopraffatti e soggiogati. Le leggi ci sono bisogna farle rispettare, solo così si diventa credibili e si riacquista la fiducia nelle istituzioni».
A puntare i riflettori sui problemi con cui i commercianti devono fare i conti è Mimmo Tarantini, presidente dell’associazione “La Formica”, che ha già fissato un incontro con Leccese e Petruzzelli
Bari ha finalmente la sua Giunta. Il sindaco Vito Leccese ha nominato venerdì gli assessori comunali che lo accompagneranno nel governo della città per i prossimi cinque anni. Ora non resta che aspettare per capire quali saranno le prime mosse della nuova squadra di governo cittadina. Uno dei settori più importanti per Bari è sicuramente quello del Commercio, ora più che mai messo alle strette. Ma cosa si aspettano i rappresentanti di categoria dalla nuova Giunta?
Le parole di Confesercenti
Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari, si è detta felice di poter proseguire il dialogo costruito nel quinquennio precedente e pronta a creare un tavolo di lavoro per continuare ad agire sul solco delle iniziative già intraprese a sostegno del commercio. «È importante comprendere – ha spiegato – come usufruire del turismo, nuova forza per Bari, e usarlo come traino anche per le attività commerciali, rendendolo un’occasione per la città anziché un qualcosa di negativo per residenti e attività». L’importante ora, per Confesercenti, è trovare una sinergia comune per intervenire sui problemi legati a sicurezza, movida, decoro urbano e pulizia del capoluogo. «Relativamente ai rifiuti e al decoro urbano – ha aggiunto – già prima delle vacanze abbiamo avviato un tavolo di concertazione con l’amministrazione, per cui siamo già al lavoro».
Un settore in crisi
«La situazione è diventata insostenibile». A puntare i riflettori sulle difficoltà con cui i commercianti devono quotidianamente fare i conti è Mimmo Tarantini, presidente dell’associazione “La Formica”, che ha affermato di essere già stato contattato da Pietro Petruzzelli, neo assessore allo Sviluppo locale, e da Vito Leccese, con i quali ha fissato un incontro i primi giorni di settembre per definire un piano strategico per il commercio. «Bari è fondata sul commercio – ha sottolineato – In passato degli errori sono stati fatti, ora voltiamo pagina e ricominciamo». Vista la gravità della situazione, per Tarantini è imprescindibile scendere in campo con azioni che riguardino la città a 360 gradi, sopratutto le periferie. «Oggi siamo arrivati alla canna del gas. Non ci accontentiamo più delle promesse, i commercianti sono esausti. Dobbiamo tutti voler bene alla città». L’ambito su cui è necessario intervenire con più urgenza, ha spiegato Tarantini, è quello delle tasse, che «vanno abbassate sin da subito». Un altro punto importante sarebbe l’organizzazione di eventi che permettano alle periferie di risorgere. «La prima cosa che chiederò – ha aggiunto – è quella di organizzare un grande Natale, ma non solo in centro. Gli eventi che coinvolgono il food, ad esempio, attirano tanta gente. Abbiamo bisogno di coinvolgere tutti».
Le congratulazioni
Dalla presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie, sono arrivate le prime congratulazioni per la formazione della nuova squadra: «Le città sono organismi viventi, al pari dei cittadini che le abitano – ha affermato – Ciascuna delle nuove deleghe risponde alle mutate caratterizzazioni di ciascun ambito di competenza, che si arricchiscono di significati e contenuti espressi in termini di esigenze, della città e dei cittadini». La presidente ha poi specificato che la Camera di commercio è pronta a collaborare «in modo propositivo» con il Comune e con la Città metropolitana per promuovere uno sviluppo trasversale e sostenibile. «La città di Bari si appresta ad affrontare un percorso che la vedrà sempre più proiettata ad essere un punto di riferimento in Italia – ha commentato il presidente della Fiera del Levante, Gaetano Frulli – con obiettivi sempre più ambiziosi e strategici. Siamo fortemente convinti che il sindaco Vito Leccese, con la nuova giunta, saprà affrontare al meglio il tutto, con la giusta visione e le adeguate competenze».
La disperazione di Kevin Lasagna al terzo gol della Juve Stabia. Foto di Tess Lapedota per Passione Bari Radio Selene
Il Bari cade al debutto al San Nicola contro la Juve Stabia che si impone nettamente per 3 a1 con le reti,di Bellich, Folino e Artistico mentre per il Bari al terzo minuto di recupero ha segnato Ricci, quest’ultimo solo per le statistiche.
Cronaca
Al San Nicola è andata in scena la prima di campionato tra Bari e Juve Stabia. Ma era anche la prima anche per Moreno Longo, alla guida dei biancorossi. La cornice di pubblico sempre delle migliori con quasi ventuno mila spettatori, ben 20.957 il dato ufficiale stimato dalla Ssc Bari, con 854 tifosi ospiti.
Nel Bari dal primo minuto Longo ha schierato il 3-4-2-1 con terminale offensivo alto Kevin Lasagna supportato da Sibilli e Sgarbi. Dall’altra parte, l’ex Candellone (centravanti) capitano della Juve Stabia ed Andreoni schierati nel 4-3-1-2 di mister Pagliuca. La gara diretta da Giuseppe Collu della sezione di Cagliari. Dopo un avvio a ritmi alti del Bari, la Juve Stabia ha sorpreso la difesa biancorossa portandosi in vantaggio al 26esimo con Bellich che di testa, sugli sviluppi di un corner battuto da Andreoni, ha staccato più alto della difesa pugliese trafiggendo Radunovic. Il Bari ha comunque provato a reagire. Lasagna, il più pericoloso del Bari, sia con una conclusione ribattuta dalla difesa, sia ispirando Favasuli e soprattutto quando al 39’ si è presentato davanti a Thiam, ma il portiere stabiese ha respinto. Quattro i minuti concessi dal direttore di gara. Intanto al 46eisimo doccia fredda per i baresi perché Folino, con lo stesso schema da calcio d’angolo del primo, ha superato Radunovic fissando il punteggio sul 2 a 0 per la Juve Stabia, a fine primo tempo.
Il secondo gol della Juve Stabia che al ritorno in B, festeggia subito con una vittoria. Foto di Tess Lapedota per Passione Bari Radio Selene
Ad inizio ripresa Longo ha inserito subito Novakovich per Sgarbi, spostando Sibilli a supporto del serbo e di Lasagna. Dall’altra parte: Floriani e Ruggiero sono usciti in favore di Rocchetti e Varnier. Al 52esimo il colpo di testa di Novakovich viene deviato in corner da Thiam. Longo ha gettato nella mischia forza fresche con Maita e Ricci, ai posti rispettivamente di Maiello e Favasuli al 59’. Al 70esimo penultimo slot per mister Longo che ha sostituito Lasagna con Manzari e subito dopo è scattato il coling break. A dieci minuti dal novantesimo Artistico ha segnato il tris approfittando di un errore difensivo di Dorval, in una serata iniziata male e finita peggio per i biancorossi. Al novantesimo Longo ha inserito Morachioli al posto di Sibilli. Il Bari ha accorciato le distanze con Ricci al 93’ ma influente ai fini del gioco. Finisce con la prima sconfitta stagionale e la vittoria della Juve Stabia per 3 a 1 al San Nicola. Il Bari tornerà in campo venerdì prossimo contro il Modena alle 20.30 .
Audio inoltrati dall’interno del carcere di Bari durante la rivolta dei detenuti
È stata domata la rivolta scoppiata nel carcere di Bari “Francesco Rucci” intorno alle 17, che avrebbe coinvolto una trentina di detenuti. Stando alle prime informazioni, i disordini avrebbero riguardato seconda sezione, dove si troverebbero almeno 80 detenuti per reati comuni, alcuni dei quali affetti da patologie anche di natura psichiatrica. Un infermiere era stato preso in ostaggio, poi rilasciato, e almeno un agente di polizia penitenziaria sarebbe rimasto ferito negli scontri. I soggetti implicati sono stati perquisiti e ricondotti nelle celle, mentre i capi rivolta sono già stati trasferiti.
«Avevamo denunciato alcuni giorni fa che sarebbe stato un Ferragosto di sangue – ha affermato Domenico Mastrulli, presidente nazionale del Conaippe – Oggi a Bari è l’ennesima dimostrazione di un’assenza dello Stato. Chiediamo l’invio del Gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria e del gruppo speciale, con l’aiuto e il supporto dell’Esercito intorno al muro di cinta. A Bari in 60 giorni ci sono stati tre tentativi di evasione e multiple aggressioni. Basta, basta, basta. Chiediamo lo stato d’emergenza per le carceri italiane».
Rinforzi sono arrivati a Bari dalle carceri della regione, insieme alle squadre della Digos. Secondo quanto si apprende da fonti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, intorno alle 18:30, nella seconda sezione del reparto media sicurezza, tre detenuti avrebbero rifiutato di rientrare nelle camere di pernottamento al termine della socialità. Si sarebbero impossessati delle chiavi e aperto la porta della cella di un internato che ha aggredito l’addetto alla sezione. L’agente, colpito più volte al volto, è attualmente in pronto soccorso in attesa di effettuare gli accertamenti diagnostici. All’aggressione hanno partecipato anche gli altri tre detenuti, probabilmente in stato di alterazione alcolica.
«Risulterebbe il ferimento di un poliziotto penitenziario. Al carcere stanno affluendo dall’esterno poliziotti penitenziari liberi dal servizio. Si ha il motivato timore che la situazione del carcere di Bari in cui sono allocati detenuti anche appartenenti alle famiglie criminali del territorio possa degenerare ulteriormente ovvero la rivolta in corso possa servire da innesco per altre realtà penitenziarie pugliesi anch’esse in precarie condizioni di organico e di vivibilità», afferma il segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, Leo Beneduci.
Negli scontri sono stati danneggiati suppellettili, letti e alcune brande, usate per scardinare i cancelli. Temporaneamente, intanto, nel carcere di Bari sono attesi rinforzi a sostegno del personale.