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Bari News Politica

Oltre 500mila firme contro l’autonomia differenziata, Decaro: «Il Paese boccia la legge»

«Non è una battaglia di partito, né del sud contro il nord, è una battaglia per il Paese che deve restare unito, nelle scelte, nei diritti, nei salari e nei doveri». Lo afferma l’eurodeputato barese Antonio Decaro commentando il superamento dell’obiettivo delle 500mila firme richieste dalla legge per indire il referendum abrogativo della riforma sull’autonomia differenziata.

Nel sottolineare che «sono tantissimi i cittadini che anche nelle regioni del nord hanno firmato per il referendum», l’ex sindaco di Bari ricorda che dopo Puglia e Toscana, anche la Sardegna ha impugnato la legge facendo ricorso alla Corte Costituzionale. E lunedì sarà la volta della Campania.

«Il Paese ha già decretato il fallimento di questa legge», prosegue Decaro: «Ora – aggiunge – chiediamo che formalmente ci venga data la possibilità di cancellarla ufficialmente».

Poi l’annuncio: «Organizzeremo un grande confronto nazionale tra cittadini, costituzionalisti, governatori e sindaci, di territori del sud e del nord. Ci confronteremo sulle autonomie vere, quelle che servono al Paese e offriremo al Governo una nostra proposta», conclude Decaro.

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Attualità Bari News Politica

Il viceministro Sisto visita il carcere di Bari: «Criticità su sanità, igiene e spazi»

«Ho parlato con tanti detenuti delle varie sezioni, chiedendo loro la situazione dell’istituto di pena. Ho incontrato successivamente il personale dirigente, gli operatori penitenziari, la polizia penitenziaria e i loro sindacalisti: due ore e mezza di confronto franco e proficuo». Lo afferma il viceministro alla Giustizia, il senatore di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, al termine della visita al carcere di Bari nell’ambito dell’iniziativa azzurra “Estate in carcere”.

L’istituto di pena del capoluogo pugliese ospita 391 detenuti su una capienza di 260 circa, con un tasso di sovraffollamento che il viceministro definisce «significativo».

Dai colloqui, spiega Sisto, emerge che «c’è un grande rispetto tra detenuti e polizia penitenziaria e viceversa, e questo è un dato estremamente positivo».

Un «aspetto critico», invece, è rappresentato dalla sanità e in questo, sostiene Sisto, «la Regione Puglia ha le sue precise responsabilità, bisogna porre rimedio e velocemente: mancano 10 infermieri e gli oss richiesti non vengono forniti. Si ha l’impressione, dai racconti di detenuti e personale, che dalla sanità regionale i detenuti vengano considerati “figli di un Dio minore”».

Un altro tema è quello dell’igiene: «Con la direttrice e il provveditore ci si è ripromessi un intervento pronto e deciso», dice il senatore di Forza Italia.

Il terzo dato è quello «trattamentale», afferma il viceministro: «Il carcere di Bari ha luoghi angusti e limitati, i campetti da calcio sono distese di mattoni su cui spesso ci si fa male. Gli spazi hanno una grande rilevanza per le attività scolastiche e culturali. Anche qui, non staremo a guardare. È stata una visita molto utile, anche significativa sotto il profilo umano», conclude Sisto.

Fp Cgil: «Si garantisca il diritto a una vita dignitosa»

Alla visita del viceministro nel carcere di Bari hanno partecipato anche rappresentanti del sindacato Fp Cgil.

«Evidentemente il giro nel carcere ha confermato al ministro quanto, come organizzazione sindacale, avevamo già dichiarato la scorsa settimana dopo la rivolta: sovraffollamento, condizioni strutturali obsolete e inadeguate, carenza di organico del personale di polizia penitenziaria e anche del personale Uepe, così come di di educatori ed assistenti sociali», afferma la segretaria generale Ileana Remini.

Il sindacato non si ritiene soddisfatto dai «generici impegni e a lungo termine presi dal ministro sugli organici della sola polizia penitenziaria». Quello che preoccupa, sottolinea Remini, «è il tentativo di far diventare il carcere e la sanitá penitenziaria terreno di scontro politico: guai a scaricare su medici e personale del comparto sanitario le inefficienze di un sistema dell’esecuzione penale che fa acqua da tutte le parti».

Il sindacato invita a «sbloccare il tetto alle assunzioni più volte promesso e mai portato a termine, in tutta la pubblica amministrazione, favorendo processi di dialogo interistituzionale: più poliziotti, più educatori, più medici, più infermieri, più Oss e ancora un rinnovo contrattuale dignitoso e non più bonus elargiti al di fuori della contrattazione, evitando odiose contrapposizioni tra il personale. Solo così si garantisce il diritto ad una vita dignitosa anche per le persone detenute», conclude Remini.

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Editoriali L'Editoriale

L’agosto difficile dei 5 stelle

Gli account social di Giuseppe Conte hanno perso in questo mese circa 7mila follower. A pagare il dazio più pesante è stato il profilo Instagram che è stato abbandonato da 3.227 follower e mancano ancora una decina di giorni alla fine di agosto. In verità, anche a Beppe Grillo non è andata proprio bene con altrettanti defollowing.

Comunque, a voler essere leggermente superstiziosi, attitudine in politica da sempre molto diffusa, agosto non è proprio un mese fortunato per Giuseppe Conte e per il MoVimento 5 Stelle. Nel 2018 ci fu il tragico crollo del ponte Morandi a Genova che causò non poche difficoltà al neonato esecutivo giallo-verde. L’anno successivo poi, nel 2019, il leader leghista Matteo Salvini, fino ad allora solido alleato, decise di aprire una improvvisa crisi “balneare” che portò alla conclusione anticipata del primo governo guidato da Giuseppe Conte e alla nascita di una nuova maggioranza con l’ingresso del Partito democratico, Articolo Uno e Italia Viva.

Così, la maledizione agostana si è ripresentata con tutto il suo carico di tensioni e fibrillazioni varie anche nel 2022. In quest’ultima occasione fu l’enfant prodige Luigi Di Maio a rinnegare l’ideologia grillina e trascinarsi in Impegno Civico, lista di scopo nata a sostegno dell’alleanza di centrosinistra, una numerosa pattuglia parlamentari grillini.

Questa volta, invece, a rovinare le tre settimane di vacanza che Giuseppe Conte solitamente trascorre nella sua Puglia, ci ha pensato direttamente e senza mezzi termini Beppe Grillo. Il fondatore e garante del M5S ha chiarito che «il simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato, i tre nostri pilastri, non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto in noi l’unica speranza di cambiamento reale».

La risposta di Conte, ovviamente, non si è fatta attendere rimettendo nelle mani degli iscritti la scelta delle nuove regole, nome compreso. Lo scontro a distanza tra i due leader pentastellati però ha eroso, per ora solo di qualche migliaio, la base dei rispettivi account social. Infatti, Giuseppe Conte dal primo al 22 agosto, ha lasciato sul selciato social ben 3.078 follower anche su Facebook che si sommano a quelli persi su Instagram e TikTok. Altrettanto, l’account X di Beppe Grillo è “dimagrito” di 2.174 follower, mentre la pagina Facebook si è assottigliata di altri 1.206 unità. Per ora, va detto, si tratta ancora di poca cosa rispetto ai milioni di follower, ma rimane significativo il fatto che questo calo sia conciso con un nuovo momento di tensione che evidentemente lascia disorientata la base dei militanti e dei follower.

Momenti di tensione anche a Bari, dove la nomina di Raffaele Diomede non è andata giù ai due consiglieri comunali eletti Italo Carelli e Antonello Delle Fontane che, in aperta polemica col segretario provinciale Raimondo Innamorato, hanno deciso di uscire dalla maggioranza del sindaco Vito Leccese: una vicenda che rischia di aprire una frattura insanabile all’interno del M5S anche a livello locale.

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Bari News Politica

Consiglio comunale di Bari: resta in bilico la posizione dell’assessore in quota M5s

Dopo la spaccatura di ieri nel Consiglio comunale e una serie di riunioni che si sono tenute ieri, torneranno a incontrarsi oggi i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, con i vertici baresi e regionali del partito.

Stando a quanto si apprende la posizione dell’assessore Raffaele Diomede, esterno in quota 5 stelle e la cui nomina ha provocato la spaccatura con i due consiglieri eletti, sarebbe ancora in bilico dopo le voci di dimissioni che si sono rincorse ieri sera.

Ieri sera la riunione si è prolungata fino a tarda sera ma non si è ancora arrivati a una soluzione per evitare, come annunciato dai due consiglieri in Aula, che il M5s esca dalla maggioranza di centrosinistra guidata da Vito Leccese.

L’ipotesi che circola negli ambienti politici portano alle dimissioni dell’assessore, ma al momento non sono state decise.

Nella mattinata di oggi è prevista un’altra riunione in casa M5s per sciogliere il nodo e ricucire lo strappo.

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News Politica Puglia

Pnrr, in Puglia i progetti arrancano: messo a gara solo il 25% degli importi

Secondo le elaborazioni contenute nel report della Regione Puglia, basate su dati estratti dalla piattaforma ReGiS coordinata dal Ministero dell’economia e dalla Ragioneria Generale dello Stato, si rileva come lo stato di attuazione dei progetti finanziati dal Pnrr, a gestione ministeriale, in Puglia sia un’operazione complessa per diverse ragioni.

Il problema

C’è un elevato numero di autorità e una complessa gerarchizzazione di soggetti coinvolti che rende farraginoso estrapolare i dati immessi nelle piattaforme di rendicontazione e informative. D’altronde, la stessa fonte primaria, la piattaforma Regis, è affiancata ad altre banche dati quali Bdap e quelle fornite da Italia domani e Anac. Così, vista questa difficoltà è ipotizzabile che i dati registrati a fine dicembre 2023 non siano perfettamente aderenti allo stato di attuazione dei progetti. A fronte di queste considerazioni, emerge che rispetto ai 15.551 progetti finanziati per un costo ammesso complessivo e coperto dai fondi del Pnrr di circa dodici miliardi e 300 milioni di euro, risulta che sono stati messi a gara progetti per un importo di poco superiore a tre miliardi e 35 milioni (appena il 25% del costo complessivo ammesso). Così come i pagamenti effettuati allo Stato ammontano a poco più di mezzo miliardo di euro, equivalente al 30% dell’importo delle gare.

Il territorio

Se si osserva la distribuzione per provincia emerge che Bari ha la massa più consistente di progetti e finanziamenti, pari a quattro miliardi e mezzo di euro, seguita da Lecce con tre miliardi e 300 milioni e da Foggia con due miliardi e 400, mentre quarta è Taranto con un miliardo e 900 milioni, Brindisi con poco più di un miliardo e 100 milioni di progetti e la Bat con un miliardo secco. Per quel che concerne gli interventi secondo le sei missioni originarie del Pnrr, la parte maggiore dei progetti pugliesi è riferita a Istruzione e ricerca con cinque miliardi di interventi, seguono Digitalizzazione e cultura con quasi quattro miliardi e Rivoluzione ecologica con tre e mezzo. Inclusione e Sanità, le altre due missioni del Pnrr, raccolgono rispettivamente 700 e 800 milioni di euro di investimento. Irrilevante la quota destinata a infrastrutture con appena 34 milioni. Infine, sempre secondo l’elaborazione della Struttura speciale di monitoraggio dell’attuazione regionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, allocata nel gabinetto del presidente della Regione, Michele Emiliano, guidato da Roberto Catalano, emerge che la maggior parte dei progetti avviati, cantierizzati e in fase di attuazione, quasi il 50%, è in capo al ministero dei Trasporti e delle infrastrutture, mentre ruotano tutti intorno al dieci per cento gli interventi gestiti dai ministeri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, della Salute e dell’Istruzione del merito. L’8% è del ministero dell’Interno e il quattro e mezzo del dicastero dell’Università e della ricerca. Da rilevare come soltanto poco meno dell’1% dei fondi è gestito dal ministero del Lavoro.

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Attualità Brindisi News Politica

Ceglie Messapica, vacanze finite per Giorgia Meloni: la premier lascia il resort

Giorgia Meloni ha lasciato masseria Beneficio, a Ceglie Messapica, dove ha soggiornato per più di dieci giorni.

Vacanze in Valle d’Itria terminate, dunque, per la presidente del Consiglio.

Stando a quanto si apprende, la premier, con la figlia e l’ex compagno Andrea Giambruno, sarebbe partita all’alba.

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Bari News Politica

Bari, caos in Consiglio comunale: confronto nel M5s. Diomede verso le dimissioni?

Dopo la decisione del gruppo del Movimento 5 stelle di lasciare la maggioranza Leccese nel Consiglio comunale di Bari, è in corso un confronto tra i pentastellati.

I consiglieri Delle Fontane e Carelli contestano, in particolare, la scelta di affidare un assessorato a Raffaele Diomede, un esterno, che ora pare stia pensando alle dimissioni.

Alle 17 c’è stata una prima riunione online tra gli eletti del Movimento di Bari, a cui hanno partecipato i consiglieri comunali, il coordinatore provinciale Raimondo Innamorato, il senatore e vicepresidente del M5s Mario Turco e l’onorevole Gianmauro Dell’Olio.

Non si è arrivati ad una decisione, le parti si sono aggiornate a stasera alle 21. Non viene esclusa alcuna ipotesi.

Sinistra italiana: «Non è ammissibile questo inizio di Consiglio»

Su quanto accaduto oggi in Consiglio comunale, intanto, intervengono anche gli altri partiti. «Dopo le elezioni e dopo la formazione della Giunta della città di Bari, non è più tempo di indugiare. Bisogna iniziare a lavorare per dare corpo alle proposte e ai programmi per il futuro della città. Il primo Consiglio comunale dopo le elezioni non può cominciare così», afferma Gaetano Cataldo, responsabile regionale Enti locali di Sinistra italiana.

«Il malumore di chi è in Consiglio all’indomani della formazione del governo cittadino è normale – aggiunge -; meno usuale è la dichiarazione quasi istantanea di estraneità alla maggioranza, pur se comprensibile nella sua dinamica. Buio pesto invece se si volesse provare a spiegare l’ampiezza del voto di astensione sulla proposta di rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio Comunale».

Per Cataldo «la serietà di tutte e tutti, eletti ed elette, amministratori e amministratrici, soggetti politici civici e partiti politici nazionali, passa attraverso la chiara esposizione delle proprie posizioni e non attraverso le “ipotesi di agguato”. Come è noto le astensioni servono a far capire quanto grande può essere il problema in seno a una maggioranza. Si muovono ora i primi passi, quelli che rimangono impressi per lungo tempo, essendo tanti gli occhi curiosi che guardano, dopo venti anni di amministrazione: ecco perché è utile esplicitare cosa non torna. Allo stato attuale si è discusso solo della composizione del governo cittadino».

Il sindaco Leccese, conclude l’esponente di Sinistra italiana, «ha composto una squadra ricalcando uno schema nazionale unitario, che Sinistra Italiana ha condiviso. Bisogna compiere ogni sforzo affinché questo schema unitario, esempio per futuri scenari nazionali e simile ad altre amministrazioni che hanno visto prevalere il campo progressista sulla destra, si mantenga e rafforzi, senza defezioni».

Forza Italia attacca: «Dinamiche vergognose»

Forza Italia, invece, «prende atto con sdegno delle dinamiche paradossali e vergognose che oggi si sono mostrate in Consiglio comunale. Il bene della città è lontano anni luce dal modo di intendere la cosa pubblica del sindaco Leccese e dei suoi precari compagni di viaggio».

I forzisti parlano di «confusione inaccettabile tra ruoli di maggioranza e posizionamenti in opposizione, con uno scambio tra essere e apparire politicamente orrendo» che «disegna un futuro della città a tinte fosche: che visione, che programmi potranno realizzare soggetti affetti da una tale crisi di identità? Senza trascurare la composizione della giunta, nel cui ambito le qualità non contano. Vengono confermati “assessori a vita” i soliti, con l’aggravante, proprio per sancire l’irrilevanza delle loro capacità specifiche, di cambiarli di ruolo e competenze. Forza Italia manifesta la sua solidarietà ai cittadini baresi, impegnandosi fin d’ora a rintuzzare ogni tentativo di mortificazione del diritto alla buona amministrazione della nostra città».

Fratelli d’Italia: «Seduta tragicomica»

«La prima seduta del consiglio comunale» di Bari «dell’era Leccese è stata degna di una sceneggiata da film tragicomico: il capogruppo uscente del Pd parla di “scorrettezza” istituzionale e attacca il sindaco, il M5S non si riconosce nell’assessore in sua quota nominato da Leccese e si definisce né di maggioranza né di opposizione». Lo dichiarano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Antonella Lella, e i consiglieri comunali Antonio Ciaula, Pino Viggiano e Laura De Marzo.

«Se qualcuno aveva dubbi – proseguono – oggi la città ha assistito in diretta streaming alla deflagrazione della maggioranza di centrosinistra al Comune, quella maggioranza “allargata” frutto di un accordo che in barba alle regole della democrazia e di un’etica politica, ha scippato seggi all’opposizione in consiglio comunale in nome di una spartizione di poltrone che dopo circa due mesi dalle elezioni ingessa la città. Una verità che evidentemente fa male a chi, sentendosi intoccabile, pensa di salire in cattedra ignorando fatti oggettivi e dando prova di incoerenza applicando una democrazia variabile: è di maggioranza quando si tratta di spartizione dei posti di potere: diventa opposizione nella suddivisione dei seggi in consiglio comunale a favore di una coalizione mascherata di cui fa parte».

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Bari, il M5s lascia la maggioranza: «Vertici autoritari». Innamorato replica: «Decisione personale»

È polemica all’interno del Movimento 5 stelle di Bari dopo la decisione dei consiglieri comunali Antonello Delle Fontane e Italo Carelli di lasciare la maggioranza del sindaco Vito Leccese nel corso della seduta d’insediamento dell’assise.

I due consiglieri criticano la mossa dei vertici del partito locale per aver scelto Raffaele Diomede come assessore esterno anziché uno dei due eletti.

«All’interno della nostra famiglia del Movimento 5 stelle Bari, qualcuno ha confuso il confronto con l’autoritarismo, ponendosi in antitesi sia con i principi fondanti del Movimento 5 stelle, ma anche con quanto fortemente voluto dal presidente Conte in tema di meritocrazia e valorizzazione degli eletti», scrivono Carelli e Delle Fontane sulla pagina Facebook del Movimento 5 stelle Bari.

«Siamo altresì consapevoli – aggiungono – che vada comunque tutelata l’integrità del campo progressista, che a Bari abbiamo costruito con tanta fatica e che ha portato alla vittoria del sindaco Leccese, integrità purtroppo minata da queste dinamiche interne al Movimento che prima di ogni cosa vanno corrette. L’impegno del nostro gruppo consiliare è quello di favorire l’interlocuzione leale e il dialogo con il sindaco e la sua giunta».

Ma oggi, si legge ancora nel post, «a difesa del nostro presidente Giuseppe Conte, del Movimento 5 stelle e nel rispetto di tutte le persone appartenenti allo stesso che la pensano come noi, che siano attivisti o semplici sostenitori, per colpa di qualcuno che non siede in Aula Dalfino [dove oggi si è svolto il primo consiglio comunale, ndr], il M5s non può, per ora, poter dire di appartenere alla maggioranza che governa la nostra città».

La replica del coordinatore provinciale Raimondo Innamorato

A stretto giro arriva la replica del coordinatore provinciale del Movimento, Raimondo Innamorato, che si dice «sorpreso e dispiaciuto delle dichiarazioni rese questa mattina dal consigliere Antonello Delle Fontane, che devono ritenersi esclusivamente a titolo personale».

Innamorato auspica e suggerisce «responsabilità nell’azione del gruppo consiliare, la stessa che il presidente Conte si è assunto nei confronti dei cittadini baresi e che non può venir meno in virtù di fattispecie assai distanti dal benessere della comunità barese e di quella del Movimento; il tutto – prosegue il coordinatore provinciale dei pentastellati – potrebbe apparire vicino a prospettive e visioni personalistiche, lontane dai principi e dai valori del Movimento 5 stelle e, soprattutto, dal lavoro che oggi siamo chiamati a svolgere esclusivamente nell’interesse della città», conclude.

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Bari, si insedia il nuovo Consiglio comunale ed è rottura nel campo largo: il M5s lascia la maggioranza

Si è insediato stamattina il nuovo Consiglio comunale di Bari e c’è già la prima rottura in maggioranza tra le forze politiche che hanno sostenuto il sindaco Vito Leccese al secondo turno.

Durante la seduta odierna il consigliere Antonello Delle Fontane ha annunciato l’uscita del gruppo del Movimento 5 stelle dalla maggioranza. La decisione è arrivata in seguito alle polemiche interne ai pentastellati sulla nomina ad assessore di un esterno, Raffaele Diomede (con deleghe a Controlli, Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale). Incarico per il quale inizialmente si parlava proprio dello stesso Delle Fontane.

L’attacco in Consiglio è tutto rivolto al segretario provinciale del Movimento 5 stelle, Raimondo Innamorato, reo di aver dimenticato che «le elezioni si vincono con i voti».

Salta l’elezione del presidente del Consiglio comunale

Il Consiglio comunale avrebbe dovuto eleggere oggi anche il presidente ma, come anticipato sulle colonne del nostro quotidiano, non se ne è fatto nulla.

L’elezione del presidente dell’assise slitta, dunque, agli inizi di settembre. Molti consiglieri sono stati sorpresi in periodo di ferie dalla convocazione del primo cittadino e oggi non erano presenti in aula. Per questo pare che il sindaco abbia chiesto di aspettare un momento più favorevole prima di procedere alla designazione del ruolo.

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Ceglie Messapica, caccia al selfie con Meloni all’esterno della masseria: «Voglio salutarla»

È caccia al selfie con Giorgia Meloni a Ceglie Messapica. La premier sta trascorrendo, ormai da 10 giorni, le vacanze nella masseria Beneficio.

E all’esterno sono tanti i curiosi che vorrebbero vedere Meloni e, magari, scattarsi un selfie con la presidente del Consiglio.

«Io voglio vedere Giorgia. Vi prego. Mi è simpatica», dice Giuseppe, un pensionato di Ceglie Messapica, cercando di convincere il presidio di sicurezza che si trova all’esterno del resort.

«Io questa masseria la conosco da bambino», racconta alle forze dell’ordine il residente della zona nei pochi secondi di conversazione «e ora sono felice del fatto che possa ospitare Giorgia Meloni».

Alla fine Giuseppe si è adeguato, in un clima di convivialità, ai protocolli di sicurezza e ha deciso di “accontentarsi” di un selfie davanti all’ingresso di masseria Beneficio. «Speriamo di poterla vedere in giro o per la manifestazione “La Piazza“. Vorrei stringere la mano alla premier. Solo questo», conclude il pensionato.

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