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Foggia Sport

Poker con brivido dell’Audace a Biella. Il Cerignola batte la Juventus Next Gen

Un Cerignola forza quattro obbliga al ko la Juventus Next Gen. È con i fiocchi l’esordio in campionato dell’Audace che espugna Biella (3-4) con un successo meno rotondo, dopo una mezza sbandata nel recupero. Subito titolare Salvemini in attacco, a comporre la coppia offensiva con Cuppone: Raffaele sceglie anche Martinelli nel trio di difesa. Montero opta per un 3-4-2-1.

Il primo tempo

Avvio di buona lena degli ofantini, subito aggressivi e alla prima occasione, le ‘cicogne’ sbloccano: cross tagliato di Russo, Cuppone accarezza quasi di tacco lasciando senza possibilità di replica Daffara. Schema su angolo bianconero: Puczka di testa manda di un soffio a lato. Il Cerignola raddoppia al minuto 20: Tascone in profondità, Paolucci assiste di fino Salvemini, che non sbaglia. La praticità e l’evidenza della pressione degli ospiti si traduce alla perfezione otto giri di lancette più tardi, quando una ennesima palla recuperata da Ligi trova Paolucci e poi Salvemini: assist per Cuppone che salta il portiere e realizza il tris. La nuova coppia offensiva dell’Audace si presenta già assai tirata a lucido. Dopo una mezzora in grandissima difficoltà, la Juventus Next Gen prova a risalire una corrente fatta di numerosi errori in impostazione. I ragazzi di Montero hanno un sussulto nel finale di frazione, Palumbo tira fuori dal cilindro un sinistro da posizione defilata che si spegne all’incrocio per la rete ad accorciare le distanze (43’). Nemmeno sessanta secondi e l’assolo di Anghelè si conclude con un tiro fuori dallo specchio, ultima annotazione del tempo inaugurale.

Il secondo tempo

Nella ripresa, Salvemini impegna Daffara. Malgrado i cambi, restano abbastanza impacciati i bianconeri; dall’altra parte Gagliano dà il cambio a Salvemini all’ora di gioco. I gialloblù restano in dieci al 63’, quando Ligi trattiene Da Graca al limite dell’area e l’arbitro propende per il fallo da ultimo uomo. Raffaele corre ai ripari, inserendo Visentin e Tentardini in luogo di Cuppone e Russo. Seppur in inferiorità numerica, il poker arriva (74’) su rigore trasformato da Gagliano, provocato da un braccio largo di Scaglia su tiro di Martinelli. Nell’extra time, Amaradio e Scaglia fissano il punteggio sul 3-4.

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Bari Sport

Il sogno del barese Carlucci: «A 51 anni voglio correre la “Spartathlon” in Grecia» – L’INTERVISTA

Con il termine di ‘ultramaratona’ si identificano gare di corsa a piedi che hanno una distanza superiore a 42,195 chilometri, distanza ritenuta ufficiale. dal 1924, della maratona. Una disciplina che ha le sue origini ai ai tempi della Magna Grecia: raccontata da Erodoto narrando di Atena e Sparta. Ai giorni nostri, la più importanti di tali corse è la “Spartathlon historic race” di 246 chilometri.

La nostra redazione ha intervistato l’utlramaratoneta barese, Carlucci, che ha come sogno nel cassetto di percorrerla, ma che nel frattempo ne ha realizzate altre di imprese degne di nota. Il barese Mimmo Carlucci ha dispensato consigli e raccontato della sua passione.

Quando ha iniziato la sua carriera, e ad oggi per qualche società sportiva corre?

«Colgo l’occasione per dire che “ Lo Sport è Vita” e se mi permettete faccio un appello a tutti i genitori: “Fate fare qualsiasi tipo di sport ai vostri figli l’importante è che lo facciano”. Ho iniziato a correre nel 2015 a 42 anni per perdere un po’ di peso, ma l’incontro casuale con un amico (Andrea S.) è stato fondamentale perché allenandoci insieme mi ha insegnato le basi della corsa fino a che nel 2016 decido di partecipare a un ultramaratona, da quel momento ad oggi ne ho finite 93. Sono tesserato Fidal come ‘Runcard’ invece nel campionato Italiano di ultramaratone (Iuta Italia) faccio parte di un gruppo che si chiama, “Be Different Be Ultra” e ne vado orgoglioso».

Quanto tempo settimanale e giornaliero per il tipo di preparazione dura occorre per correre ed arrivare preparati?

«Per arrivare preparati all’ ultramaratona bisogna macinare tanti chilometri in allenamento, quindi in settimana non meno di due ore invece nel weekend il tempo si raddoppia avendo più tempo a disposizione i sacrifici vengono sempre ripagati quindi alla fine c’è solo tanta soddisfazione, la conciliazione con la mia famiglia la trovo allenandomi la mattina presto quando tutti ancora dormono e poi alle gare in trasferta a volte mi fanno da Crew (supporto) o da turisti del posto».

I sacrifici quanto le pesano e come si concilia con la famiglia?

«I sacrifici vengono sempre ripagati quindi alla fine c’è solo tanta soddisfazione , la conciliazione con la mia famiglia la trovo allenandomi la mattina presto quando tutti ancora dormono e poi alle gare in trasferta a volte mi fanno da ‘Crew’ (supporto) e i da turisti del posto».

Tra le sue imprese ha attraversato posti suggestivi: il Gran Sasso, Passatore, Nove Colli e tante altre mete. Ci faccia un bilancio?

«Il bilancio è super positivo Non essendo un atleta professionista ma semplicemente un amatore mi ritengo molto soddisfatto soprattutto per essere riuscito a maggio, a completare la Nove Colli (Cesenatico) lunga 200 chilometri, e dopo 10 giorni la 100 Km del Passatore e poi a luglio la bellissima ultramaratona del Gran Sasso di 50 chilometri».

Prossima impresa da scrivere e sogno nel cassetto da ultramaratoneta.

«Il prossimo obiettivo sarebbe ad aprile la Milano-Sanremo (285 km) però in questa impresa c’è bisogno di crew (suppport) di atleti e di uno sponsor. Il sogno è qualificarsi per parteciparvi e finire la Spartatlhon in Grecia, tra Atene e Sparta per un totale di 246 km che si svolge ad ottobre. Queste corse che vanno oltre la maratona ti consentono di visitare posti bellissimi. Una delle ultramaratone più celebri in ambito internazionale è la Spartathlon. Una corsa suggestiva con partenza dall’Acropoli alla statua di Re Leonida: si possono cimentare solo concorrenti in possesso di requisiti piuttosto selettivi ottenuti in gare di ultramaratona. Gli arrivati vengono premiati al traguardo con una corona di ulivo mentre il vincitore vede impresso il proprio nome in un apposito monumento di marmo bianco rappresentante la figura di Leonida. Già partecipare ad una corsa storica del genere è un successo, poi uno che arriva a podio o vince resta impresso per sempre».

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Bari Sport

Modena-Bari, Novakovich non basta: biancorossi rimontati. Al “Braglia” finisce 2-1

Dopo aver steccato la prima, il Bari rimedia un’altra sconfitta alla seconda giornata in campionato. Non basta Novakovich che apre il match poco dopo il quarto d’ora. A fine primo tempo ci pensa Palumbo dal dischetto a spiazzare Radunovic per il gol dell’1-1 e Mendes nella ripresa piazza la zampata vincente, sfruttando una dormita della difesa biancorossa, che regala la vittoria ai padroni di casa.

La gara

Al “Braglia” è andata in scena la gara tra Modena e Bari. Entrambe le compagini reduci da una sconfitta nella prima giornata.

Longo schiera il Bari con il consueto 3-4-2-1 con Maita al posto di Maiello, acciaccato e davanti Novakovich preferito a Lasagna, ma anche Manzari al posto di Sibilli e Oliveri come esterno al posto di Favasuli. Dall’altra parte mister Bisoli opta per il 4-4-1-1 con Gliozzi terminale offensivo.

Pronti, via il Bari dopo 120 secondi con Sibilli sfiora il vantaggio ma Gagno ci mette la prima pezza. Al 17’ i biancorossi su palla inattiva trovano il vantaggio: Gagno respinge la botta di Pucino, Novakovich arriva prima dei difensori avversari e segna la rete del vantaggio. Al 24’ sempre Novakovich prende palla e tira da lontano ma termina di poco fuori. Due minuti dopo, episodio dubbio, con Obaretin che interviene sulla palla e poi tocca leggermente il giocatore, ma l’arbitro decide che non è rigore dopo aver rivisto l’azione al Var. Al trentaquattresimo Mendes a meno di un metro da Radunovic si fa ipnotizzare. Al 45′ rigore per i padroni di casa, per fallo di Vicari. Alla battuta, due minuti dopo, Palumbo trasforma e pareggia i conti.

A inizio ripresa Longo inserisce Ricci per Dorval. Al 57’ fuori Novakovich e Manzari per Lasagna e Favasuli. Il Modena al minuto 63 la ribalta con Mendes che da due passi mette la zampata vincente con la difesa del Bari complice che assiste senza fermare l’attaccante avversario. A venti dalla fine Longo inserisce Lulic per Maita, e dall’altra parte Bisoli opera un triplo cambio per mantenere il vantaggio. Il Bari nel finale alza il pressing nella metà campo avversaria ma l’azione è disordinata e gli avversari ancora più coperti con Botteghin al posto della punta, Gliozzi. Sei i minuti di recupero concessi dall’arbitro Scatena di Avezzano.

Oltre mille i tifosi i biancorossi che hanno seguito la squadra a Modena.

Bari relegato all’ultimo posto in solitaria, con una gara di anticipo rispetto alle altre dirette concorrenti. Martedì sera, forse per fortuna, si torna in campo al San Nicola contro il Sassuolo dell’ex Fabio Grosso. I tre punti saranno d’obbligo per evitare la crisi. La squadra ha bisogno di rinforzi e, soprattutto, dei primi tre punti.

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BAT Sport

Minervino, il 95enne Angelo Squadrone è oro nella 10 km di corsa su strada

Il 95enne Angelo Squadrone ha scritto un’altra pagina d’oro nella storia dello sport italiano. L’ex colonnello dei paracadutisti, nato a Minervino Murge ma pisano d’adozione, ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali Master di Göteborg, in Svezia, dominando la categoria M95 nei 10 km di corsa su strada con il tempo di 1:49:03.

Un risultato straordinario che conferma come l’età, per Squadrone, sia solo un numero. Con oltre 120 maratone e più di 300 mezze maratone alle spalle, è considerato il maratoneta italiano più longevo ancora in attività. Una passione, quella per la corsa, che lo accompagna da una vita e che ha trasmesso anche ai suoi figli, uno dei quali è a sua volta un campione del mondo di paracadutismo.

«Nonostante l’età avanzata, affronta ogni competizione con la stessa determinazione che ha contraddistinto la sua vita», raccontano i suoi familiari. E la sua storia, infatti, è quella di un uomo tenace e determinato, che ha saputo coniugare una brillante carriera militare con una passione sfrenata per lo sport.

Sposato da oltre sessant’anni, padre di quattro figli e nonno di sei nipoti, Squadrone è un esempio per tutti. La sua vittoria ai Mondiali Master ha fatto il giro del mondo, diventando simbolo di longevità e di come lo sport possa essere un elisir di giovinezza.

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Bari Sport

Bari già al primo crocevia: vincere con il Modena per evitare una crisi precoce

Vincere per scacciare il rischio di una crisi precoce in campionato. L’anticipo della seconda giornata di serie B per il Bari è già un primo crocevia della stagione. Alle 20,30, sul campo dello stadio “Braglia”, i biancorossi sfideranno il Modena reduce, come i pugliesi, da un ko incassato nei primi 90 minuti del torneo. Juve Stabia e Sudtirol hanno infatti condannato, seppur con dinamiche differenti, entrambe le compagini alla sconfitta nel debutto in campionato, mettendone subito in salita il cammino in serie B, insieme alle rispettive ambizioni. L’obiettivo del Bari è dunque ritrovare immediatamente lo spirito e l’identità che avevano caratterizzato in positivo tutto il precampionato, tra partite amichevoli e Coppa Italia. Diversamente, un’altra prova negativa porrebbe seri interrogativi sulla solidità di tutto l’impianto finora costruito.

La probabile formazione

Niente da fare per Maiello. Il centrocampista campano è costretto ad alzare bandiera bianca a causa di un affaticamento muscolare. Il numero 17 non figura nemmeno tra i convocati. Una scelta volta a preservare un calciatore ritenuto fondamentale per gli equilibri del centrocampo e favorita dalla necessità di affidarsi al turnover per effetto dei tre impegni ‘schiacciati’ nell’ultima settimana di agosto. Tornano invece in lista Bellomo, che ha scontato il turno di squalifica, e Oliveri, reduce da un problema all’anca. Proprio il ‘tour de force’ che attende il Bari, unito a scelte di natura tecnica, potrebbe indurre l’allenatore Moreno Longo a varare almeno un paio, se non addirittura tre novità rispetto all’undici mandato in campo sabato scorso contro la Juve Stabia.

In difesa va verso l’esordio Mantovani. L’ex Ascoli dovrebbe essere proposto nel ruolo di braccetto di sinistra al posto di Obaretin, ma non è escluso che il tecnico torinese possa valutare un assetto diverso del pacchetto difensivo. In questo senso non appare solidissima nemmeno la posizione di Pucino. A centrocampo, vista l’assenza di Maiello, è certa una modifica: sulla carta è ballottaggio Maita-Lulić, con il primo favorito.

La speranza è che le sirene di mercato e l’estate passata ai margini del progetto tecnico non abbiano smorzato le motivazioni e l’entusiasmo del numero 4. Grandi manovre nel terzetto d’attacco: Sibilli ha recuperato dal problema alla caviglia sinistra e dovrebbe essere certo del posto. Le altre due maglie, quella del secondo trequartista e della punta, sono contese da quattro calciatori: Sgarbi, Manzari, Lasagna e Novakovich. Nelle scelte sarà con ogni probabilità dirimente il sistema di gioco offensivo. Due le ipotesi sul tavolo: la conferma di due giocatori sotto punta oppure un rifinitore alle spalle di un tandem offensivo, che, in questo caso, potrebbe essere composto da Lasagna e Novakovich, visto all’opera già nel secondo tempo del match contro i campani. Una soluzione tuttavia parecchio azzardata, vista l’assenza di vere alternative in panchina. C’è poi il tema esterni, con Ricci che potrebbe insidiare l’estemporanea titolarità di Dorval sulla corsia sinistra.

Nel Modena Bisoli recupera gli attaccanti Defrel e Pedro Mendes, insieme a Castoro, quest’ultimo reduce da un turno di squalifica. Al Braglia presenti un migliaio di tifosi pugliesi.

I precedenti

In serie B tradizione a favore del Bari, che in 67 partite ne ha vinte 27 contro i 16 successi del Modena, mentre sono 19 i pareggi. Fuori casa, su 31 incroci, solo 6 le affermazioni dei biancorossi, 14 quelle degli emiliani.

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Sport Taranto

Nonno Michele e l’amore per il suo Ginosa: a 97 anni rinnova l’abbonamento

Quando si dice che la passione non invecchia mai. Michele Traetta, 97 anni, da diversi anni continua a rinnovare la propria tessera da sostenitore del Ginosa, squadra della sua città. Anche quest’anno non ha voluto essere da meno e si è fatto immortalare con la tessera della prossima stagione. “Ogni maledetta domenica” lui è lì sugli spalti dell’impianto sportivo della sua squadra del cuore a tifare e soffrire come quando faceva da ragazzo, accompagnato dai suoi giovani figli.

La passione

«In realtà non è mai stato uno sportivo, ha sempre e solo lavorato nel campo agricolo» ci racconta suo figlio Angelo. Quando il signor Traetta era giovane Ginosa era un piccolo centro e c’era ben poco per passare il tempo, l’unica possibilità era rappresentata dalla partita di calcio del Ginosa la domenica «era un piccolo impianto col campo di gioco in terra battuta – prosegue Angelo -Non è mai stato un tifoso accanito, la cosa che lo intrattiene di più è l’atmosfera che si vive allo stadio durante la partita. Quando gli chiedevamo i nomi dei giocatori in campo rispondeva con un perentorio “Eh io che ne so!”». Altro aneddoto divertente che ci viene raccontato da suo figlio è quello riguardante la prima maglia della squadra.

A volte il Ginosa ha giocato in casa non utilizzando la classica maglia a strisce biancoazzurre, al ché il singnor Michele era sovente chiedere a suo figlio o agli altri tifosi «Ma è il Ginosa questo?». Col passare del tempo, la sua “abitudine” è stata trasmessa ai figli che, a loro volta, hanno fatto altrettanto. Il signor Michele nonostante gli acciacchi dell’età ha mantenuto la sua volontà ferrea di andare allo stadio. «Negli ultimi anni hanno realizzato un bell’impianto qui, purtroppo per raggiungere la tribuna dobbiamo salire due rampe di scale. Ogni domenica lo aiuto a salirle, poi una volta su, lo faccio sedere sulla sediolina che mi porto appresso, e si gode lo spettacolo – racconta il figlio Angelo – poi quando il Ginosa gioca fuori casa dobbiamo ricordarglielo, perché ci aspetta con ansia la domenica alle 14.15. Poi se non ci vede arrivare ci arriva la sua chiamata».

Il tifo e l’atmosfera

In realtà quello che nonno Michele, come ormai lo chiamano molti tifosi biancoazzurri, apprezza è l’atmosfera dello stadio, quelle “Angosce che imbiancano i capelli all’improvviso” e quei “gesti giulivi che corrono tra la folla” direbbe Umberto Saba. «Lui era abituato al tifo degli anni ‘80, quando spalti e gradinate erano piene di migliaia di tifosi ginosini, soprattutto nei derby col Laterza. Ora invece sono poche centinaia e ogni volta mi chiede “Ma perché non sono venuti? Che hanno da fare?”. Stessa cosa invece quando sono i tifosi ospiti a essere di più».

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Sport Taranto

Tennis, il martinese Basile è nella storia a 17 anni: fermato solo dal numero 1

Orgoglio di Puglia, il martinese Pierluigi Basile, classe 2007, nato e cresciuto tennisticamente sui campi dello Sporting Club di Martina Franca, nella scuola diretta dal maestro Angelo Sforza, seguito dai maestri Daniele e Giammarco Micolani, da alcuni anni vive e si allena in Umbria. Il suo sogno, alimentato positivamente dalla famiglia, è quello di affermarsi nel mondo della racchetta e con l’ispirazione all’idolo di tutti i giovani tennisti, l’italiano Jannik Sinner, numero uno al Mondo.

Impresa centrata a Todi

Dopo alcuni importanti risultati a livello giovanile (è seguito attualmente dal tecnico federale Alessio Torresi, ndr) si è distinto in occasione del Challenger 75, vinto poi dallo spagnolo, Carlos Taberner contro l’israeliano Rodriguez. Qui “Pigi” ha superato due turni delle qualificazioni, sconfiggendo Aboian e successivamente Rottoli. L’impresa l’ha compiuta battendo il romano Gabriele Pennaforti e diventando così il primo 2007 al Mondo a superare il primo turno di un torneo internazionale arrivando dalle qualificazioni.

Un percorso in salita

In svantaggio di un set (ha perso il primo al tie-break) ha saputo trovare la forza di spingere i sui colpi per imporsi al terzo.

Il percorso di Pierluigi Basile da Martina Franca si è poi interrotto contro Carlos Taberner (già top 100 e oggi 261 delle classifiche Atp) non senza lottare, spinto dai consigli del suo tecnico e dal tifo di Jacopo Berrettini (fratello del più famoso Matteo che nella sua carriera ha anche raggiunto il sesto posto nella classifica mondiale).

Applausi a scena aperta

Il giovane martinese è uscito tra gli applausi ma, visti i recenti risultati, di Pierluigi Basile continueremo sicuramente a parlare. Lo sport inteso come palestra di vita e questo ragazzo che nell’agonismo sta dimostrando la sua straordinaria forza di volontà, risultati alla mano vuole continuare a scrivere la storia. In una partita interrotta anche dalla pioggia, lui non ha avuto paura ed ha battuto il connazionale. Riportiamo tratto da Super Tennis uno stralcio della sua gioia: «Direi che non è male – ha detto ridendo Basile –. Sin dall’inizio ero molto teso e questo ha condizionato un po’. Poi il braccio è andato, non dimenticherò mai questa giornata». Al fianco del pugliese, numerosi supporters della Tennis Training School di Foligno. Pigi è uscito con il numero del torneo, agli ottavi di finale, ovvero con Taberner perdendo in due set (3-6, 3-6) ma lottando su ogni palla e facendo intravedere la sua tecnica contro un big. Con una storia da continuare a scrivere.

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Bari Sport

Bari, Novakovich si presenta: «È una piazza speciale, pronto a dare tutto»

Andrija Novakovich, attaccante serbo-statunitense classe 1996 giunto a Bari in prestito dal Venezia, ha le idee chiare e quest’oggi in conferenza stampa, presentatosi dopo un allenamento che si è prolungato agli ordini mister Longo, ha raccontato le sue prime sensazioni.

Sicuramente per la punta molto strutturata fisicamente ma non un goleador per curriculum, l’impatto nella batosta con la Juve Stabia è stato positivo e ha subito sfiorato il gol con un colpo di testa.

Su cosa è mancato con la Juve Stabia, la punta non ha dubbi: «Abbiamo creato le nostre occasioni. Ma è mancata la lucidità nel vincere le palle sporche in parte l’atteggiamento. Siamo consapevoli che dobbiamo lavorare e possiamo e sappiamo fare molto di più».

Il giocatore ha scelto Bari senza alcun dubbio non appena gli si è presentata la possibilità: «In questo stadio anche se non ero ancora nato, la Stella Rossa Belgrado vinse la Coppa dei Campioni con il Marsiglia. Sono in Italia da anni e ogni volta che ci ho giocato contro mi sono venuti i brividi. Ora indosso questa maglia e darò tutto per fare bene. Il gol? Non è mai stato un problema con il Frosinone di Nesta ne feci 11 ma in generale sono uno che aiuta la squadra».

Il Bari scenderà in campo a Modena venerdì sera. Sul suo impiego il giocatore ha concluso: «Io ho il compito di farmi trovare sempre pronto e sono a disposizione dei miei compagni. Voglio migliorarmi e naturalmente fare gol, ma il primo obiettivo è fare bene con questa squadra».

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Bari Sport

Bari, non si sblocca la trattativa per Anthony Partipilo. Ora il Cesena è in agguato

Incidente di percorso o qualcosa di più profondo? È questo l’interrogativo che in casa Bari anima l’analisi sul debutto da incubo in campionato al ‘San Nicola’ contro la Juve Stabia. L’approccio timido alla gara e l’atteggiamento compassato del primo tempo, entrambi, purtroppo, all’insegna della sorpresa negativa, insieme «all’assenza di avvisaglie», come poi ammesso nel post partita da mister Longo, si inquadrano come fattori che sembrano suffragare la prima tesi, ossia di una ‘scivolata’ nell’ambito di un nuovo percorso. Tuttavia non si possono trascurare elementi che nell’arco dei primi 90 minuti del torneo cadetto, hanno sconfessato la delicata fase di ricostruzione del Bari, che per tutto il precampionato aveva lanciato segnali positivi. Su tutti la capacità di scendere in campo con una precisa identità di gioco, seppur in stato embrionale, facendo dell’intensità e dell’aggressività le doti più spiccate. C’è poi una terza ipotesi sul tracollo contro le ‘Vespe’ e fa riferimento al livello generale di competitività dell’organico a disposizione, partendo dalle nuove linee, per arrivare ai calciatori confermati. In questo caso la tesi rimarcata da Longo anche prima della gara contro i campani: «Ci mancano calciatori che ci facciano fare il salto di qualità» sembra suffragare l’idea di una squadra lontana dal target fissato dal tecnico torinese perché il Bari possa avere gli strumenti giusti per entrare nella bagarre dei playoff, obiettivo della società biancorossa.

Difesa da completare

Il pacchetto di centrali visto all’opera, pur mostrando iniziative gagliarde in costruzione (Obaretin in particolare), ha lasciato molto a desiderare in fase di non possesso e di marcatura. La sensazione è che sia urgente l’inserimento di almeno un nuovo leader tecnico, capace non solo di elevare il tasso qualitativo del reparto, ma anche di alleggerire le responsabilità del neo capitano Vicari, tra i primi a soffrire l’assenza di Di Cesare. In attesa di vedere all’opera Mantovani, la caccia a un braccetto di destra resta aperta: quasi impossibile Biraschi, che ormai sembra destinato all’Empoli, al momento la strada più percorribile appare quella di Veseli, 31enne albanese, svincolato dopo la parentesi al Karagümrük, club dove ha militato anche Lasagna nella scorsa stagione. Un’altro movimento in entrata verrebbe perfezionato solo in caso di uscite.

Il nodo Partipilo

A oggi l’unico elemento che alimenta speranze sul ritorno in biancorosso del 29enne trequartista barese Anthony Partipilo è rappresentato dalla volontà del calciatore di ritornare a casa. Tuttavia la distanza tra domanda e offerta resta notevole: il Parma per ora chiede il pagamento del prestito, il Bari preme invece per un prestito non oneroso, con diritto di riscatto intorno al milione di euro. C’è poi da superare anche l’ostacolo dell’ingaggio (oltre 500mila euro). L’entourage dell’attaccante attenderà dei segnali fino a mercoledì, dopodiché la sensazione è che verranno prese in considerazione altre offerte, su tutte quella del Cesena di Mignani. Per il centrocampo è spuntato il nome di Zuccon, 21enne dell’Atalanta, l’anno scorso in forza al Cosenza. Si lavora a un prestito con diritto di riscatto. Intanto ai saluti Akpa Chuwku: il 19enne centravanti belga giocherà nella Primavera dell’Empoli. Definito un prestito oneroso con diritto di riscatto.

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Foggia Sport

Da Parigi a Celle di San Vito: le vacanze pugliesi dell’astista azzurra Molinarolo

Giornate di relax totale dopo le fatiche di Parigi. Elisa Molinarolo, protagonista nella finale di salto con l’asta in cui ha fatto registrare il suo record personale di 4,70 metri, ha scelto la Puglia per ricaricare le batterie in vista delle prossime sfide che l’attendono.

L’astista azzurra, sesta classificata a Parigi, ha trascorso alcune giornate di vacanza a Celle di San Vito, comune in provincia di Foggia che conta 140 abitanti a quasi 800 metri di altitudine, con panorami mozzafiato sul Tavoliere e il vento fresco che arriva dai boschi circostanti.

Celle di San Vito scoperta grazie al compagno

«Ospitarla a Celle di San Vito è un grande onore», afferma la sindaca Palma Maria Giannini. «Elisa è tra le migliori atlete del mondo ed è anche una ragazza semplice e molto simpatica. È stato il suo compagno, che era già stato qui da noi, a raccontarle di Celle di San Vito poi, insieme, hanno deciso di trascorrere qui una parte delle loro vacanze».

Dalla ginnastica artistica al salto con l’asta

Elisa Molinarolo è nata a Soave, in provincia di Verona, il 29 gennaio 1994. Ha compiuto 30 anni da qualche mese. Quando aveva 3 anni ha iniziato a praticare ginnastica artistica. Nel 2011, invece, è passata al salto con l’asta. È un’atleta delle Fiamme Oro. Nel 2024, prima del sesto posto alle Olimpiadi di Parigi, ha conquistato l’oro al Folksam GP di Stoccolma (indoor) e il bronzo al Meeting Internazionale di Rabat.

«Adesso Elisa è una di noi»

«Celle di San Vito è un piccolo borgo e ci si sta bene, ancora di più d’estate, quando organizziamo una serie di eventi per accogliere chi viene a trovarci», racconta la sindaca.

«Il 14 agosto – ricorda – al concerto di Edoardo Vianello qui a Celle di San Vito c’era tanta gente e anche lui, che ha festeggiato oltre 60 anni di carriera, nel nostro borgo si è sentito come fosse a casa sua. Anche Elisa adesso è diventata una di noi, una persona del paese».

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