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Bari News Politica

Bari, si insedia il nuovo Consiglio comunale ed è rottura nel campo largo: il M5s lascia la maggioranza

Si è insediato stamattina il nuovo Consiglio comunale di Bari e c’è già la prima rottura in maggioranza tra le forze politiche che hanno sostenuto il sindaco Vito Leccese al secondo turno.

Durante la seduta odierna il consigliere Antonello Delle Fontane ha annunciato l’uscita del gruppo del Movimento 5 stelle dalla maggioranza. La decisione è arrivata in seguito alle polemiche interne ai pentastellati sulla nomina ad assessore di un esterno, Raffaele Diomede (con deleghe a Controlli, Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale). Incarico per il quale inizialmente si parlava proprio dello stesso Delle Fontane.

L’attacco in Consiglio è tutto rivolto al segretario provinciale del Movimento 5 stelle, Raimondo Innamorato, reo di aver dimenticato che «le elezioni si vincono con i voti».

Salta l’elezione del presidente del Consiglio comunale

Il Consiglio comunale avrebbe dovuto eleggere oggi anche il presidente ma, come anticipato sulle colonne del nostro quotidiano, non se ne è fatto nulla.

L’elezione del presidente dell’assise slitta, dunque, agli inizi di settembre. Molti consiglieri sono stati sorpresi in periodo di ferie dalla convocazione del primo cittadino e oggi non erano presenti in aula. Per questo pare che il sindaco abbia chiesto di aspettare un momento più favorevole prima di procedere alla designazione del ruolo.

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Bari News Scuola e Università

Sempre più studenti cercano un alloggio ma crescono anche i prezzi per gli affitti: a Bari +11%

Galoppano i prezzi degli affitti per gli studenti. I rincari sono diffusi in tutte le principali città universitarie, con un dato nazionale complessivo che, rispetto a un anno fa, registra un +7% per le singole. Crescita dovuta soprattutto al forte incremento della domanda, in aumento del 27% sul 2023, da parte degli studenti fuori sede alla ricerca di un alloggio per il nuovo anno accademico.

Sono solo alcune delle evidenze emerse dall’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, proptech company specializzata in analisi di dati per il settore immobiliare, che ha esaminato l’andamento dei prezzi e della domanda nel mercato delle stanze nel nostro Paese.

Il primato del Mezzogiorno

La crescita dei prezzi presenta delle specificità territoriali: ci sono infatti alcune aree in cui l’interesse, in un anno, è cresciuto in maniera esponenziale, addirittura in tripla cifra. Gli aumenti più sostanziosi si riscontrano in due capoluoghi del Sud, vale a dire Bari e Napoli, dove la richiesta è salita rispettivamente del 207% e del 185%. «Il boom di ricerche che stanno vivendo le località del Sud, più economiche, e quelle limitrofe a un grande centro come quello di Milano mostra come la domanda si stia spostando verso poli più avvicinabili dal punto di vista della sostenibilità dei costi – spiega Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it – Tanti studenti, non potendo più pensare di sostenere la spesa richiesta nelle città più care, optano per atenei comunque di alta qualità ma più vicini alle loro città d’origine o alternativi alle scelte finora più tradizionali, come possono essere Bologna, Milano e Roma». Interesse che genera però degli aumenti consistenti dei prezzi. Nel capoluogo pugliese il prezzo medio di una stanza singola si aggira attorno ai 357 euro con un aumento rispetto all’anno precedente dell’11%. Per un posto in stanza doppia, invece, uno studente è chiamato a sborsare 210 euro (+9%). Situazione particolare si registra a Foggia dove il prezzo medio per una stanza singola si attesta sui 248 euro, con un calo rispetto all’anno scorso dell’1%, ma a salire sono i prezzi per un posto in stanza doppia: 144 euro a studente con un rincaro rispetto al 2023 del 6%.

Il resto d’Italia

Milano, oltre a essere per distacco la città più cara d’Italia in cui comprare e affittare casa, si conferma il centro più oneroso anche quando si tratta di prendere in locazione una stanza: una singola costa, infatti, 637 euro al mese, in crescita del 4% rispetto a un anno fa. Proprio i prezzi alti scoraggiano tuttavia la domanda, che nel capoluogo meneghino cala dell’1% in 12 mesi. Tutto il contrario di quanto avviene a Roma, dove invece la domanda è in forte crescita (+62%), nonostante canoni che, per una singola, si sono alzati del 9% in un anno, superando di poco il tetto dei 500 euro al mese e fermandosi a 503. Tra le città con un’importante tradizione universitaria, Bologna è al secondo posto per quanto riguarda il costo di una singola, con 506 euro al mese, in rialzo del 5% in un anno a fronte di un interesse in aumento del 7%. Dati in crescita, e in maniera più sostenuta, anche a Venezia (417 euro per una singola, +10% verso l’anno scorso), dove si registra un boom della domanda del 53%. Dopo il podio che ha come protagoniste Milano, Bologna e Roma, in quarta posizione c’è Firenze con i suoi 493 euro, mentre Bergamo e Padova sono molto vicine con 448 e 442 euro e occupano rispettivamente la quinta e la sesta posizione. Settima, invece, Venezia, dove affittare una stanza costa in media 417 euro. Chiudono la top10 tre città con prezzi molto vicini tra loro, sempre al di sopra dei 400 euro: Torino (409 euro), Verona (407 euro) e Napoli (405 euro).

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Bari: spazio a legalità, welfare e ambientalismo nella Giunta Leccese. Iacovone vicesindaca

Riprendere le fila del campo largo con un’amministrazione che ha l’imprimatur politico delle forze laiche e ambientaliste che hanno sostenuto il centrosinistra. È la nuova giunta comunale di Bari che il sindaco Vito Leccese ha presentato stamattina alla città.

«L’obiettivo è stato raggiunto», ha affermato il primo cittadino spiegando che «mi sono confrontato e ho litigato ma alla fine il risultato polito è quello che oggi siamo qui tutti insieme».

Leccese ha parlato di una «scelta di qualità» nelle nomine dei suoi assessori che stanno dimostrando «entusiasmo» per la realizzazione di un «programma politico amministrativo molto ambizioso». L’obiettivo è trasformare Bari in una «città più europea, moderna e sostenibile che possa garantire i diritti di tutti i cittadini a prescindere dal loro luogo di nascita». Leccese ha poi affermato che l’eredità lasciata da Decaro è «importante e difficile da gestire» soprattutto per quanto riguarda il rapporto dell’ex sindaco con la cittadinanza, «straordinario e di forte empatia».

Il sindaco ha ringraziato Michele Laforgia con cui, «seppur in un contesto molto dialettico, abbiamo deciso di continuare la collaborazione e avviare il governo della città insieme. Grazie – ha proseguito – anche ai vertici nazionali dei partiti coinvolti come i 5 Stelle».

Venendo alla Giunta, Leccese ha riferito di aver trattenuto per sé molte deleghe che, però, «saranno distribuite in consiglio comunale tra assessori e consiglieri, personalità che possono coadiuvare».

Dieci gli assessori della Giunta Leccese: Giovanna Iacovone – assessora alla Rigenerazione urbana e sociale, alla prossimità e alla Transizione digitale indicata dall’associazione La Giusta causa – sarà anche vicesindaca. «Ha accettato di fare parte di questa squadra e spero nei prossimi giorni di poter condividere con lei un rapporto ancora più forte», ha detto Leccese, ricordando che «ci siamo conosciuti nel 1990 nella stanza del sindaco perché lei era un giovane avvocato praticante nello studio di Enrico Dalfino. Ci siamo poi ritrovati perché lei era in Legambiente».

Un ringraziamento anche a Elda Perlino – assessora al Clima che ha preso il posto di Carlotta Nannis Marzano dopo le polemiche scatenate da alcuni suoi vecchi post contro il papa – con cui «seppur non in modo quotidiano abbiamo condiviso un percorso». Tra gli obiettivi che si è posta la stessa Perlino ci sono la costituzione di comunità energetiche e di una consulta per l’ambiente estesa a tutti i cittadini.

Domenico Scaramuzzi avrà la delega alla Cura del territorio e si occuperò di opere pubbliche e mobilità sostenibile. Molte «opere sono già state affidate e sono in corso – ha affermato – ma la fase più delicata viene adesso ed è quella esecutiva». Tra le sfide più importanti ci sono Costa Sud, Parco della Rinascita e il Nodo verde. «Dobbiamo mantenere anche un occhio all’ordinario e alla manutenzione di tutti i giorni», ha aggiunto.

Dalla vecchia Giunta Decaro, arriva Carla Palone che avrà la delega alla Viabilità urbana e alla Protezione civile: «Abbiamo lavorato a stretto contatto con Vito [Leccese, ndr]. Tra i suoi obiettivi quello di «rafforzare la task force sull’abusivismo dei b&b e quello ambientale».

Diego De Marzo sarà assessore al Bilancio e alla Fiscalità locale: «Sono onorato e credo che sarà importante trasformare i numeri in servizi». Tra gli obiettivi la «lotta all’evasione fiscale e il miglioramento della riscossione. Potenziare gli sportelli a imprese e cittadini per migliorare la burocrazia».

Dalla Giunta Decaro arrivano anche Paola Romano (assessora alle Culture) – il cui obiettivo sarà «unire le periferie e fare una governance dei grandi contenitori che nella scorsa legislatura siamo riusciti ad aprire e ora dobbiamo gestire» e quello di «portare a casa la candidatura del polo Nicolaiano a patrimonio Unesco» – e Pietro Petruzzelli (Sviluppo locale e Blue economy).

Con Raffaele Diomede (assessore ai Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza e all’Antimafia sociale) i 5 stelle entrano per la prima volta in Giunta. «Abbiamo un esoscheletro solido che ci viene dal protocollo della legalità. Dobbiamo ora dare risposte immediate. Tre punti nei prossimi 100 giorni. Dare attuazione a quello che il sindaco ha tracciato in antimafia con la costituzione della commissione consiliare speciale sull’antimafia sociale. Bari entro fine settembre sarà pronta a erogare i fondi per le circa 2000 famiglie in emergenza abitativa per dare bonus casa. Siamo in contatto anche con la regione e Rosa Barone. Ultimo punto sarà la lotta non repressiva alla criminalità organizzata, potenziando l’agenzia che esiste già. Non possiamo tornare all’uso delle manette e delle sbarre perché non sono metodi efficaci, non è questa la linea da percorrere. Torneremo alla prevenzione le mafie pescano nel disagio sociale, la movida sta diventando pericolosa, le droghe».

Della giunta fa parte anche Elisabetta Vaccarella che ha la delega a Giustizia, Benessere sociale e Diritti civili e Vito Lacoppola, assessore alla Conoscenza.

Il consigliere comunale Lorenzo Leonetti avrà la delega a “sindaco della notte“: a lui spetterà il compito di definire le strategie per il miglioramento della vivibilità urbana degli spazi pubblici interessati dalla “movida“.

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Diritto & Economia

Debiti con l’erario, le strade per raggiungere un accordo con il “Decreto correttivo”

Il “Decreto correttivo al Concordato preventivo biennale” è entrato in vigore il 6 agosto 2024, e introduce una serie di modifiche sostanziali al sistema fiscale italiano. Il decreto apporta numerose novità, tra cui spicca la proroga della rottamazione-quater. Il termine per il pagamento della rata viene posticipato al 15 settembre del 2024 con una tolleranza di 5 giorni. Il decreto introduce anche un nuovo strumento di accertamento, definito informalmente “Accertamento sintetico 2.0” e che manda in pensione il redditometro. Questo meccanismo si attiva quando lo scostamento tra il reddito dichiarato e gli indici presuntivi supera la soglia di 70mila euro. Il reddito complessivo accertabile dovrà eccedere di almeno 1/5 quello dichiarato e, comunque, di almeno 10 volte l’assegno sociale annuo, il cui importo sarà aggiornato biennalmente in base agli indici Istat.

Il concordato preventivo

Per quanto riguarda il concordato preventivo biennale, viene chiarito che i debiti tributari o contributivi da considerare per l’accesso al concordato sono quelli definitivamente accertati o derivanti da atti impositivi non più impugnabili, comunque inferiori a 5mila euro. Non rilevano i debiti oggetto di provvedimento di sospensione o di rateazione fino alla decadenza dei relativi benefici. Inoltre, per le imprese è prevista la possibilità di riportare in avanti le perdite fiscali conseguite nei periodi oggetto di concordato. Il decreto introduce anche una flat tax incrementale per i soggetti ISA e i forfettari. Si tratta di un’imposta sostitutiva opzionale sulla differenza tra il reddito proposto nel concordato e quello conseguito in precedenza. Le aliquote variano in base al punteggio ISA o al regime forfetario. Per i soggetti ISA, l’aliquota è del 10% per punteggi tra 8 e 10, del 12% per punteggi tra 6 e 8, e del 15% per punteggi inferiori a 6. Per i forfetari, l’aliquota è del 10%, ridotta al 3% per le start-up. I termini di versamento dell’imposta sostitutiva sono fissati entro i termini previsti per il versamento del saldo delle imposte sui redditi, con la prima scadenza al 30.06.2025, o con la maggiorazione dello 0,4% entro i 30 giorni successivi.

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Bari, il Consiglio comunale è nel caos: non c’è l’accordo per il prossimo presidente

È più di uno scricchiolio quello che percorre in queste ore il campo largo del centrosinistra del neo eletto Consiglio comunale di Bari. Nella prima seduta convocata per mercoledì, i consiglieri saranno chiamati a eleggere il presidente e il vicepresidente dell’assise cittadina. Una votazione dall’esito non così scontato: il sindaco Vito Leccese ha infatti indicato un nome all’aula Dalfino, quello di Romeo Ranieri, primo dei tre eletti della lista “Con”, formazione politica che fa capo al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

L’endorsement è arrivato con il comunicato ufficiale dell’amministrazione nel quale Leccese ha reso nota pochi giorni fa la sua squadra di governo, confidando che «il Consiglio comunale sappia individuare una figura di esperienza che si faccia garante del percorso che attende la città, che ha riposto una così grande fiducia in una ampia coalizione, in parte inedita, che si candida ad essere un modello politico. Per questo immagino, nel rispetto delle prerogative del Consiglio, che il ruolo di Presidente dell’assise comunale possa essere ricoperto da Romeo Ranieri».

La scelta del presidente dell’Aula avviene però a scrutinio segreto da parte di tutti quanti i consiglieri e secondo più di una fonte, il sindaco potrebbe non avere la maggioranza in aula per concretizzare l’elezione di Ranieri. Tra i nomi in lizza per assumere il ruolo di presidente del Consiglio comunale non è mai tramontato quello di Marco Bronzini, eletto con il Partito democratico e vicino al deputato dem Marco Lacarra. Bronzini è uno dei consiglieri più anziani del Comune di Bari, arrivato alla sua quinta legislatura con record di presenze in aula. Se il nodo della presidenza non dovesse essere sciolto durante la prossima seduta, la mancata elezione di Romeo Ranieri segnerebbe un pessimo inizio per la maggioranza che arriverebbe subito dopo i malumori e i mal di pancia legati ad alcune nomine all’interno della Giunta.

Le critiche dei 5 stelle

Nelle scorse ore è finito al centro del dibattito lo “sfogo” del pentastellato Antonello Delle Fontane che ha mal digerito la scelta del suo partito di sottoporre all’attenzione di Vito Leccese il nome di Raffaele Diomede come possibile assessore. Nomina che si è concretizzata escludendo di fatto Delle Fontane dalla squadra di governo della città, nonostante il consigliere sia stato anche in questa tornata elettorale il più suffragato all’interno della lista a 5 Stelle. Non è chiaro se la vicenda avrà delle conseguenze già nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì, quando si dovrà votare anche la fiducia per il sindaco Leccese.

Le civiche

Dure critiche alle scelte compiute da Leccese sono arrivate anche dalla sua lista civica “Leccese sindaco”. «Con la nomina della giunta si conclude un anno politicamente complesso per la nostra Città – scrivono dal comitato “È ora” che aveva sostenuto la civica – La ricerca di replicare l’Unità del campo largo del centrosinistra, a quanto pare, ha richiesto un sacrificio alla lista “Leccese Sindaco” che avevamo contribuito a creare ed animare politicamente. Non possiamo negare di essere sopresi ed anche un po’ delusi dai tempi e dai modi con i quali ci è stata comunicata questa valutazione che contraddice radicalmente il contenuto e gli intendimenti delle consultazioni svoltesi fino a poche ore prima della pubblicazione della squadra del sindaco. Quanto accaduto rischia di mortificare un’esperienza autofinanziata che ha mobilitato cittadini e cittadine – giovani e meno giovani – storicamente lontani dalle dinamiche elettorali. Non possiamo contestare, ovviamente, la volontà di costruire una squadra che allarghi il più possibile il campo della maggioranza della nuova amministrazione; resta l’amarezza per l’utilizzo di metodi e logiche di molte forze e partiti della maggioranza che rischia di privilegiare scelte più di natura tattica e personalistica che politica».

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Bari, prima convocazione per i neo eletti in aula Dalfino: il 21 agosto l’elezione del presidente in Consiglio comunale

Il primo compito del nuovo Consiglio comunale di Bari, ufficializzato pochi giorni fa dalla commissione elettorale centrale, sarà quello di eleggere il presidente e il vicepresidente dell’aula Dalfino così come previsto dal Testo unico degli enti locali. I consiglieri si riuniranno in prima convocazione mercoledì 21 agosto, alle 9.30. Il sindaco Vito Leccese ha infatti convocato l’assise cittadina, che sarà presieduta dalla consigliera anziana Elisabetta Vaccarella. Tra gli altri punti all’ordine del giorno la convalida degli eletti e il giuramento del sindaco.

I nodi da sciogliere

È invece ancora tutta da giocare la partita per la formazione della nuova Giunta, dopo che nelle scorse ore è ripreso il dialogo tra il sindaco Vito Leccese e il leader della Convenzione per Bari Michele Laforgia. Quest’ultimo ha dichiarato di non ambire a nessun ruolo ma di essere pronto a lavorare per tenere unito il campo largo e per il bene della città. Pare chiaro il riferimento di Laforgia alla carica di presidente del Consiglio comunale più volte ipotizzata per lui, che potrebbe andare invece, secondo le ultime indiscrezioni, al Partito democratico con l’elezione di Marco Bronzini, il più anziano tra i consiglieri con cinque legislature alle spalle e attualmente capogruppo del partito. La sua designazione andrebbe a segnare un punto a favore anche per il deputato dem Marco Lacarra a cui Bronzini è storicamente molto vicino. Sui nomi degli assessori sembrano essere quasi certe le nomine di Pietro Petruzzelli, Elisabetta Vaccarella e Paola Romano, così come una delega potrebbe andare a Lorenzo Leonetti (uomo di Decaro e già presidente del Municipio 1).

Resta da capire se il Partito democratico avrà o meno il quinto assessorato e se un ruolo è riservato al pentastellato Antonello delle Fontante. Il Movimento 5 stelle ha sostenuto al primo turno il candidato Michele Laforgia, salvo poi procedere in autonomia alle trattative con il sindaco Vito Leccese. Adesso che i “laforgiani” sono rientrati in campo bisognerà capire se a loro il primo cittadino assegnerà uno o due assessorati. L’attenzione in queste ore in cui il quadro si è ulteriormente complicato è concentrata soprattutto sugli esponenti delle liste civiche Pierluigi Introna, Diego De Marzo e Romeo Ranieri. Tutti e tre molto quotati per una entrata in Giunta o in alternativa per la carica di presidente dell’Aula Dalfino. Nodo questo che sarà sciolto sicuramente il 21 agosto quando il nuovo Consiglio comunale si riunirà per la prima volta.

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Bari, prove di intesa tra Vito Leccese e Michele Laforgia: si riaprono le trattative

Vito Leccese e Michele Laforgia provano a superare le divergenze degli ultimi giorni. È ripreso il dialogo tra i due leader che ieri pomeriggio si sono incontrati per discutere e chiarire le ragioni delle incomprensioni in merito all’impegno, pubblicamente assunto da entrambi, di governare insieme riunendo tutte le componenti della coalizione progressista con «criteri di rappresentatività, competenza e pari dignità», ha spiegato in una nota il sindaco Vito Leccese.

I nodi da sciogliere

Al centro della discussione il documento che la Convenzione per Bari aveva inviato al primo cittadino. «Ho ribadito la mia volontà di condividere, nel rispetto dei ruoli, le scelte di fondo dell’amministrazione, la definizione del nuovo sistema delle deleghe assessorili, che dovranno garantire innovazione e testimoniare le priorità del prossimo governo cittadino – ha aggiunto Leccese – e le coordinate programmatiche, continuando e ultimando il percorso tracciato nelle settimane scorse».

Un passaggio è stato riservato anche alla contestata ordinanza contenete le misure anti-degrado per le piazze Umberto e Moro. «Abbiamo chiarito le rispettive posizioni in merito alla recente ordinanza, da me assunta, in materia di sicurezza urbana che, trattandosi di un atto a scadenza e di natura assolutamente temporanea e sperimentale, potrà essere opportunamente e utilmente integrata, soprattutto relativamente al potenziamento dei servizi di protezione sociale dei fenomeni di marginalità cittadina. Il dialogo, quindi, non è chiuso. Nelle prossime ore ultimerò le mie valutazioni per garantire alla città una squadra di governo con la quale affronteremo le sfide programmatiche che hanno accompagnato la campagna elettorale».

La Giunta

Riprende dunque anche la discussione relativa alla composizione della nuova squadra di governo. In merito alla quale il penalista Laforgia ha ribadito: «non sono personalmente interessato a nessun incarico e a nessun ruolo, ma sono pronto a compiere ogni sforzo utile per l’unità della coalizione progressista. Nelle prossime ore, verificherò con le forze politiche della Convenzione se vi sono le condizioni per partecipare al governo della città».

Volontà confermata anche dall’ex senatore Alberto Tedesco, che con il gruppo dei socialisti fa parte della Convenzione. «Continuiamo a chiedere al sindaco la composizione di una Giunta di alto profilo, sottraendosi alle prescrizioni del manuale Cencelli, fatta di esponenti all’altezza delle aspettative della città e delle sue potenzialità di sviluppo».

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Bari, c’è il nuovo Consiglio: Pd primo partito e un seggio in più al M5s

Al netto dei riconteggi e delle verifiche è arrivata la composizione ufficiale del Consiglio comunale che occuperà i banchi dell’aula Dalfino per i prossimi cinque anni. Ieri mattina il sindaco Vito Leccese ha firmato il manifesto pubblico relativo alla proclamazione degli eletti così come elaborato dalla Commissione elettorale centrale a seguito delle elezioni dell’8 e 9 giugno scorsi.

I consiglieri

La lista più rappresentata è quella del Partito democratico che ha portato ben dieci consiglieri tra riconferme e new entry: Elisabetta Vaccarella, Pietro Petruzzelli, Lorenzo Leonetti, Paola Romano, Giovanna Salemmi, Michelangelo Cavone, Domenico Scaramuzzi, Antonio Bozzo, Marco Bronzini e Nicola Amoruso. Dalla lista Decaro per Bari tornano in consiglio gli ex assessori Carla Palone e Vito Lacoppola, insieme a Nicola Loprieno, Angela Perna e Pietro Albenzio. Romeo Ranieri, Nicoletta Milone e Francesco Giannuzzi rappresenteranno la lista Con Leccese sindaco. Per Leccese sindaco eletti invece Pierluigi Introna e Grazia Albergo, l’ex presidente del quarto Municipio Ceglie-Carbonara-Loseto. Claudio Schirone è l’unico rappresentate di Noi popolari mentre Diego De Marzo entra con Progetto Bari con Leccese.

Il centrodestra

Sono sette invece i consiglieri dell’opposizione di centrodestra eletti, oltre al candidato sindaco Fabio Romito: Pino Viggiano, Laura De Marzo e Antonio Ciaula tra le fila di Fratelli d’Italia, Valeria Amoruso e Carlo Patruno per la lista Romito sindaco, Giuseppe Neviera per l’Udc e Giuseppe Carrieri unico eletto della lista di Forza Italia.

Lo schieramento Laforgia

Rispetto ai dati forniti subito dopo il primo turno e il turno di ballottaggio c’è una sola modifica nella composizione del Consiglio comunale: un seggio in più al Movimento 5 Stelle, a scapito della lista Laforgia Sindaco. Per i pentastellati entrano in aula sia Antonello delle Fontane che Italo Carelli, entrambi riconfermati dalla scorsa legislatura. Oltre al già candidato sindaco Michele Laforgia le liste a sostegno del penalista al primo turno fanno eleggere Victor Laforgia (lista Laforgia sindaco), Francesca Bottalico (Bari bene comune) e Pasquale Lavopa (Bari città d’Europa). Si dovrà ancora attendere la nomina della nuova Giunta, prevista per oggi, dopo le tensioni interne alla maggioranza, messe nero su bianco proprio dall’avvocato Laforgia in una nota inidirizzata al sindaco Leccese.

Oggi è il giorno della Giunta. Fuori i laforgiani e spazio ai dem


A poche ore dalla nomina della nuova Giunta che affiancherà il sindaco Vito Leccese, ci sono ancora poche certezze sulla squadra e sulle deleghe. A seguito delle polemiche tutte interne al centrosinistra tra il primo cittadino e l’ormai ex alleato Michele Laforgia sulle interlocuzioni “mai riprese” e l’ordinanza anti-degrado delle piazze Umberto e Moro, il campo largo si è ufficialmente spaccato. Non ci sarà, dunque, nessun assessorato per gli esponenti della Convenzione che hanno sostenuto il penalista al primo turno e che inizialmente avevano chiesto almeno due posti in Giunta. Tramontata anche l’ipotesi di affidare a Laforgia il ruolo di presidente del neonato Consiglio comunale, come ribadito dallo stesso avvocato in una dura nota diffusa domenica scorsa per «il mancato gradimento, in qualche caso l’esplicito dissenso, manifestato dalle altre forze politiche».

Le ipotesi in campo

Ad uscire vincitore dal confronto con le altre forze politiche dovrebbe essere il Partito democratico, che oltre ad avere fatto eleggere ben dieci consiglieri dovrebbe avere almeno quattro assessorati, se non addirittura cinque, con deleghe per gli uscenti Pietro Petruzzelli e Paola Romano a cui si dovrebbero aggiungere Elisabetta Vaccarella (la più suffragata tra i dem) e Lorenzo Leonetti già presidente del Municipio 1 nella scorsa legislatura. Resta comunque in campo anche l’ipotesi delega per Giovanna Salemmi. Il rientro in Giunta pare quasi sicuro anche per l’ex assessora alle Culture e al Turismo Ines Pierucci. Nonostante non abbia centrato la rielezione in aula Dalfino, Pierucci è sostenuta da Sinistra Italiana e dai vendoliani, e sul suo ruolo si sono espressi positivamente anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che vedono nell’assessora barese il simbolo della ricucitura a livello nazionale. Verso la riconferma anche i due decariani di ferro Carla Palone e Vito Lacoppola. Un posto nella squadra di Leccese pare assicurato anche per il pentastellato Antonello delle Fontane, dopo che il suo movimento politico si è allontanato da Michele Laforgia e ha continuato a condurre trattative separate direttamente con il sindaco Vito Leccese.

Il centrodestra

Al netto delle nomine, la spaccatura del centrosinistra non è passata sotto silenzio tra le fila dell’opposizione di centro destra. «Evidentemente avevo ragione. In campagna elettorale avevo già detto come sarebbe finita nel centrosinistra: avrebbero litigato prima ancora di iniziare, e così è stato. Laforgia attacca Leccese e si sfila dalla maggioranza, il Pd litiga per un assessorato in più – ha sottolineato Romito – È tornato tutto come prima solo senza Decaro. Ecco perché abbiamo il dovere di continuare a lavorare, per Bari, nonostante il sistema di potere che abbiamo dovuto affrontare». fra.sorr.

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Bari, mala movida e spaccio all’Umbertino. I residenti: «Anche qui serve un’ordinanza»

Non solo piazza Umberto e piazza Moro. Dopo l’ordinanza anti-degrado emanata dal sindaco Vito Leccese per rafforzare le misure di sicurezza nelle due zone, arriva la richiesta di un provvedimento simile anche da parte del Comitato di salvaguardia del quartiere Umbertino, attivo sul territorio dal 2015. Il presidente Mauro Gargano, il vicepresidente Orio Moscelli e la fondatrice Irma Melini, hanno inviato una lettera aperta all’attenzione del primo cittadino. «Le nostre proposte negli anni sono rimaste inascoltate. Abbiamo accolto con favore l’iniziativa dell’ordinanza anti-degrado in piazza Moro: le chiediamo adesso di allargare il raggio di azione anche al nostro quartiere, chiedendo misure più specifiche», scrivono dal Comitato riferendosi in particolare al tema della “mala movida”.

I temi

Diverse le criticità messe in evidenza dal gruppo: dalla raccolta differenziata porta a porta per gli esercenti, «i cui rifiuti oggi rendono insalubri le nostre strade; la richiesta del presidio fisso, o meglio del ripristino del vigile di quartiere, capace di identificare eventuali soggetti pericolosi, ma anche capaci di far sentire presente l’Istituzione comunale all’interno del quartiere; ancora il tema del persistente rumore, antropico e non, abbondantemente oltre soglia; senza parlare dell’illegalità, sotto vari aspetti, che prospera in mancanza dei dovuti controlli e ancora il preoccupante fenomeno dello spaccio di droghe, oramai dilagante, che utilizza anche i nostri portoni». Per il comitato, la zona Umbertina, pur essendo area di pregio artistico, storico, architettonico e ambientale, «è rimasto vittima e ostaggio, proprio a causa della mancata pianificazione territoriale in ordine agli insediamenti delle attività di ristorazione – proseguono i firmatari – del fenomeno della mala movida, soprattutto nel periodo estivo, con tutte le negative conseguenze, anche riguardo al già citato fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e alle violenze di diversa rilevanza penale».

La richiesta

Da qui la richiesta di poter essere ricevuti in delegazione dal sindaco per discutere di persona i problemi che affliggono il quartiere al fine di studiare delle misure di prevenzione e gestione dei fenomeni adeguate. «non comprendiamo perché l’Umbertino non sia destinatario di provvedimenti che tentino di arginare il crescente degrado e le diverse forme di illegalità. Da noi il bivacco diventa caos, sporcizia, spaccio, deregulation. Aggiungiamo che il quartiere è abitato prevalentemente da persone anziane che hanno ormai perso il sonno a causa degli schiamazzi notturni, ma anche da tanti professionisti che hanno paura di rincasare nelle ore serali. Si vive in un clima di insicurezza aggravato proprio dai livelli di spaccio e di consumo di alcol che constatiamo nelle strade e nelle piazze dell’Umbertino».

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Terminal bus a Bari, il cantiere intasa la circolazione: altri divieti in via Capruzzi

Il cantiere per la realizzazione del nuovo Terminal bus nell’area ex “Officine Rialzo” in via Capruzzi, sta creando non pochi problemi alla viabilità. Tanto da spingere la ripartizione Lavori pubblici a emanare un’ulteriore ordinanza per la regolamentazione della circolazione tra via Giulio Petroni e via Devitofrancesco. Il provvedimento si è reso necessario in seguito ad alcune criticità rilevate dai gestori di servizi di trasporto extraurbano.

L’ordinanza

Il provvedimento, offre soluzioni che soddisfano contemporaneamente le esigenze relative alla sicurezza dei pedoni, alla funzionalità dei servizi di trasporto, alla fluidità del traffico veicolare e all’idoneità degli spazi destinati al cantiere.

Fino al 31 dicembre 2024 è istituita una rotatoria all’intersezione tra via Capruzzi e via Giulio Petroni, divieto di fermata ambo i lati su via Capruzzi, nel tratto compreso tra via Devitofrancesco e via Giulio Petroni, divieto di sosta su via Capruzzi, nel tratto compreso tra via Giulio Petroni e il civico 194, divieto di sosta ambo i lati su via Giulio Petroni, nel tratto compreso tra via Capruzzi e il civico 9, nuovi stalli riservati alla fermata autobus su via Capruzzi, lato sud, istituzione temporanea del divieto di fermata ed istituzione di nuovi stalli di fermata autobus su via Capruzzi, lato nord e, infine, il restringimento di carreggiata su via Capruzzi, nel tratto compreso tra via Devitofrancesco e via Giulio Petroni oltre alla graduazione della velocità in avvicinamento per 100 metri all’area del lavori con limite pari a 20 chilometri orari.

È consentita la fermata degli autobus che effettuano servizio di trasporto extraurbano per il tempo strettamente necessario per le operazioni di salita e discesa dei passeggeri e comunque per una durata inferiore ai 10 minuti, mentre sono vietate le operazioni di carico e scarico dei bagagli sul lato sinistro dei mezzi di trasporto.

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