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Bari, polemiche in maggioranza dopo l’ordinanza anti-degrado di Leccese

A poche ore di distanza dall’emanazione dell’ordinanza anti-degrado da parte del sindaco Leccese, sono scoppiate le polemiche. Ma le critiche al provvedimento non sono arrivate soltanto dal centrodestra, che ha definito l’operazione “uno spot elettorale estivo”. Sul tema è intervenuto a gamba tesa anche l’alleato di centrosinistra Michele Laforgia che si è detto “stupito” e “preoccupato”.

La reazione

«Trincerandosi dietro le richieste di Prefetto e Questore di Bari, la Ripartizione Polizia Municipale scrive una ordinanza che il Sindaco Leccese firma – spiega Laforgia – Una ordinanza davvero preoccupante per l’approccio che denuncia da parte degli uffici comunali, capaci non solo di mettere insieme il disordine pubblico e la microcriminalità con la presenza di clochard e senza fissa dimora, ma anche di porre sullo stesso piano il divieto di alcolici e della vendita di bevande in bottiglie di vetro con l’accatastamento di cartoni, indumenti e altri effetti personali su panchine e in angoli diversi delle due Piazze in questione».

Da qui la richiesta a Leccese di ritirare immediatamente l’ordinanza. «Come si possa dare un senso a delle multe comminate a persone senza fissa dimora lo sa solo il comandante della municipale, ma a noi interessa capire oggi cosa pensano Leccese e gli eletti della sua maggioranza di misure simili, che tendono ad additare un senza fissa dimora o una persona con dipendenze come il problema principale dell’ordine pubblico a Bari, e di ricorrere a banali e inutili multe per respingere persone che sono già ai margini della comunità cittadina. Queste persone andrebbero aiutate e sostenute, non punite. Sono misure di facciata, assolutamente inefficaci dal punto di vista della dissuasione».

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Terminal crociere, sprint dei lavori sulla banchina 10 del porto di Bari

Procedono spediti come da cronoprogramma i lavori per la realizzazione del nuovo terminal crociere del porto di Bari, che nel 2025 accoglierà i croceristi sulla banchina 10. Una struttura moderna e polifunzionale al servizio del traffico portuale e dell’intera città.

Il cantiere

Nelle scorse ore gli operai hanno predisposto il solaio del primo impalcato che costituirà la copertura del piano terra (che sarà il livello operativo principale dell’opera). Le attività sono iniziate molto presto ieri mattina, con l’utilizzo di betonpompe e autobetoniere in continuo movimento per garantire un getto continuo di tutta la superficie del solaio. Nei giorni scorsi, invece, si sono svolte le attività di montaggio di tutta la carpenteria con le travi tralicciate, attività propedeutiche ai getti di calcestruzzo.

Il terminal

La struttura si svilupperà su un’area di 3mila metri quadrati. Il progetto prevede la realizzazione di un terminal passeggeri per navi da crociera e traghetti in sostituzione delle strutture tensostatiche e di un prefabbricato leggero che non è più in funzione; nonché per la sistemazione delle aree esterne di pertinenza dello stesso terminal, sulla banchina 10, Molo di Ponente del porto di Bari. Oltre ad accogliere passeggeri e crocieristi, infatti, in occasione di eventi, conferenze e incontri il terminal potrà rapidamente cambiare funzione, grazie alla vasta area di attesa che si trasformerà in un contenitore polifunzionale, accogliente e dotato di tecnologie avanzate. La superficie di copertura attrezzata, inoltre, rappresenterà una quinta facciata del complesso.

Il progetto, sviluppato dall’AdSPMAM, prevede l’utilizzo di materiali e tecniche all’avanguardia per garantire l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, in linea con i principi dell’architettura bioclimatica, finalizzati a sfruttare al massimo le condizioni ambientali naturali, come l’orientamento, la ventilazione, l’illuminazione e il microclima per ottenere un confort abitativo ottimale e ridurre al minimo il consumo energetico. L’obiettivo è creare un edificio che, oltre ad essere estremamente performante, sia in armonia con l’ambiente circostante e sostenibile dal punto di vista energetico.

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Bari News Politica

Bari, “apparentamento” Laforgia-Leccese: l’opposizione attacca. L’avvocato: «Siamo in regola»

A pochi giorni dalla proclamazione del nuovo Consiglio comunale non si placano le polemiche delle opposizioni sul mancato “apparentamento” con le liste che al primo turno hanno sostenuto Michele Laforgia.

La polemica

Nel turno di ballottaggio, scrivono in una nota i consiglieri di FdI e Fi, si sarebbe verificata un’anomalia perché «una delle coalizioni non ammesse al ballottaggio, ha dichiarato pubblicamente l’appoggio alla coalizione capeggiata dal PD; senza apparentamento ufficiale». In tal modo, «la coalizione e le liste a supporto di Laforgia, parteciperanno al riparto dei seggi assegnati alle minoranze/opposizioni, sottraendo seggi alle forze politiche che appoggiavano il candidato di centrodestra. In tale situazione per ristabilire un equilibrio politico, proponiamo alle forze in Consiglio che il ruolo di presidente sia assegnato a un esponente della minoranza».

La replica

«Poiché il centrodestra insiste a diffondere sciocchezze elettorali, sono costretto a ripetere quanto avevo già chiarito prima del ballottaggio». Non si è fatta attendere la risposta del penalista Michele Laforgia alla nota del centrodestra sull’apparentamento. «La legge elettorale per i Comuni (artt. 72 e 73 del TUEL) prevede, fra l’altro, che i candidati ammessi al ballottaggio hanno facoltà, entro sette giorni dalla prima votazione, di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle già in coalizione, e che alle liste collegate al sindaco eletto al secondo turno viene assegnato almeno il 60% dei seggi, mentre i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente al risultato già ottenuto. Il cosiddetto “apparentamento”, quindi, non solo è meramente eventuale, ma è rimesso alla scelta dei candidati ammessi al ballottaggio, e non riguarda la distinzione tra maggioranza e opposizione (che, ovviamente, si formano solo dopo la nomina della Giunta e l’insediamento del Consiglio Comunale) e non ha lo scopo di favorire le minoranze, bensì di garantire comunque la maggioranza al Sindaco eletto. Non si comprende, quindi, in virtù di quale principio FdI e Fi di Bari si dolgano del mancato apparentamento, che, peraltro, avrebbe favorito nella ripartizione dei seggi le liste della mia coalizione a scapito di quelle a sostegno di Vito Leccese. Quanto alla Presidenza del Consiglio Comunale, sarebbe comunque opportuno individuare e, auspicabilmente, eleggere, una figura che rappresenti una garanzia per tutti e non solo per la maggioranza o la minoranza».

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Referendum contro l’autonomia differenziata: in Puglia raccolte quasi 40mila firme

Sono già più di 440mila le firme accertate per il referendum contro la legge dell’Autonomia differenziata in tutta la penisola e aggiornate allo scorso 6 agosto.

Al Sud e nelle isole (222.928 firme totali pari al 50,29%) spiccano i risultati raggiunti dalla Campania e dalla Puglia che hanno rispettivamente raccolto 85.963 sottoscrizioni (pari al 19,39%) e 39.927 (con una percentuale del 9,01%).

Il conteggio è stato elaborato dall’agenzia di stampa Adnkronos e fornito dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale che, con il giurista Massimo Villone presidente e Alfiero Grandi vicepresidente, monitora costantemente i dati inviati dai Comitati locali distribuiti in tutta Italia all’organizzazione.

Le altre regioni

Nel Nord Italia sono state raccolte in totale 129.241 firme (meno che nelle altre aree), per una percentuale del 29,16%. Nello specifico: Valle d’Aosta 403, 0,09%; Piemonte 21467, 5,33%; Liguria 7714, 1,74%; Lombardia, 48661, 11,0%; Trentino-Alto Adige, 2808, 0,63%; Veneto 16085, 3,63%; Friuli-Venezia Giulia 4341, 0,98%; Emilia Romagna 27762, 6,26%. Al Centro: Toscana 25382, 5,73%; Umbria, 5658, 1,28%; Marche 7506, 1,69%; Lazio, 52539, 11,85%. Nel resto del Sud abbiamo ancora Abruzzo 8961, 2,02%; Molise 2950, 0,67%; Basilicata 6576, 1,48%; Calabria 23889, 5,39%; Sicilia 41485, 9,36%; Sardegna 13177, 2,97%.

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Tassa di soggiorno, è bufera sul ritocco dell’imposta: aumenti fino a 25 euro

Ha sollevato innumerevoli proteste da parte delle associazioni di categoria l’ipotesi, contenuta nella bozza di decreto nota come “decreto d’agosto”, sulla possibile riforma della tassa di soggiorno. La proposta prevede la possibilità di estendere la tassa a tutti i 7904 comuni italiani che desiderano applicarla, non limitandola più solo ai capoluoghi e ai comuni turistici. Aumenti significativi anche per gli importi: per pernottamenti sotto i 100 euro si pagherebbe fino a 5 euro, per stanze tra 100 e 400 euro fino a 10, per sistemazioni tra 400 e 750 euro fino a 15 euro, e un massimo di 25 euro al giorno per hotel di lusso con tariffe oltre i 750 euro a notte. Un’altra novità riguarda l’utilizzo dei fondi raccolti: gli incassi potrebbero essere destinati non solo al settore turistico ma anche alla gestione dei rifiuti.

Le reazioni

Non c’è solo Federalberghi a essersi scagliata contro l’aumento della tassa di soggiorno, che per l’associazione di rappresentanza degli albergatori «rischia di frenare lo sviluppo del settore turistico», disincentivando i soggiorni dato che «l’imposta di soggiorno, specie per aziende che applicano tariffe non alte, può incidere notevolmente sulla spesa del singolo, di una coppia o di una famiglia per ciascun pernottamento». Anche CNA Turismo e Commercio ritiene opportuno rimodulare l’applicazione della tassa, in particolare per la fascia più bassa di prezzo. A tal proposito propone di limitare a non oltre cinque euro l’importo per le camere dal costo fino a 200 euro. Inoltre, Il gettito della tassa dovrebbe essere imprescindibilmente vincolato ai servizi legati al turismo, a esempio la riqualificazione di luoghi connessi alla mobilità, dalle stazioni ferroviarie agli aeroporti e ai porti.

Le perplessità di Anci

L’associazione nazionale dei Comuni italiani ha espresso preoccupazione sul contenuto della riforma e delle sue possibili conseguenze se non gestite correttamente. «Non siamo contrari a una riforma dell’imposta di soggiorno ma questa bozza di riforma crea molte preoccupazioni e lascia aperte troppe incognite: di gettito, sui controlli, sugli affitti brevi. Così si rischia di creare ancora più problemi ai gestori e ai comuni. Serve un confronto e vanno almeno garantiti i gettiti dei Comuni», ha spiegato il vicepresidente di Anci e sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. «Si immagina – ha proseguito il sindaco – un nuovo schema tariffario (dalla persona al prezzo della camera) senza alcun confronto sulle variazioni di gettito che ne possono derivare. Il rafforzamento dei controlli non viene considerato, mentre il nuovo schema rende inservibili i dati sui pernottamenti fin qui utilizzati. Il rischio di perdite di gettito è quindi molto serio e non può essere trascurato, proprio mentre l’incremento dei flussi turistici è sì una fonte di entrata per le aree più attrattive, ma comporta anche molti costi aggiuntivi per i servizi comunali, dai rifiuti, ai trasporti, alla vigilanza urbana. Mi auguro che il governo eviti mosse affrettate».

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Bari, case di comunità e condomini sociali hanno ospitato oltre 1.600 persone

In dieci anni la spesa sociale del Comune di Bari è passata da 102 a 195 euro per abitante, un aumento del 91% che colloca il capoluogo pugliese ai primi posti tra le città italiane di medie dimensioni. Oltre 160 i servizi e i progetti attivati, più del 70% dei quali innovativi e sperimentali. Sono solo alcuni dei dati contenuti nella relazione sociale dell’assessorato al Welfare presentata ieri a Palazzo di città, alla presenza di Francesca Bottalico, il direttore sanitario della Asl di Bari Luigi Rossi e altri rappresentanti della Asl, del Ministero della Giustizia, degli operatori sociali, dei sindacati e delle associazioni di categoria, dei consorzi e del mondo della scuola.

Le povertà estreme

L’aumento di servizi e progetti è particolarmente evidente nel contrasto alle povertà estreme. Nel 2023 le Case di Comunità e i condomini sociali hanno registrato un numero di persone accolte pari a 1.638, oltre il doppio rispetto al 2022 (+887). Nel 2014 la città di Bari presentava per lo più campi di emergenza con roulotte e a carattere assistenziale per circa 130 persone per la sola notte, separati per genere e senza possibilità di ospitare minori. Oggi, invece, esiste una rete articolata per la risposta ai bisogni dei soggetti in difficoltà: dai condomini sociali, alle case condivise alle esperienze di co-housing, anche per anziani soli, alle esperienze di housing first, alle misure per autonomia abitativa, agli sportelli di mediazione abitativa supportati da servizi sociali e socio sanitari.

Il pronto intervento sociale

Partito come servizio innovativo nel Comune di Bari, negli anni il PIS è diventato un livello essenziale di prestazioni sociali. Nel 2023 il numero di persone assistite e sostenute è stato pari a 2.309, in netto aumento rispetto al 2022 (+484). Contestualmente, emerge il dato rilevante inerente al nuovo modello attivato del Segretariato sociale con camper e unità di strada decentrati e itineranti e la realizzazione di strumenti digitali e attivazione di un numero unico comunale. Nel 2014, anno di insediamento della prima giunta dell’amministrazione Decaro, il Segretariato sociale del Comune di Bari registrava poco meno di 3.000 contatti annui. Nel 2023 il Segretariato sociale ha registrato poco meno di 14.000 contatti annui e rappresenta il principale hub di accoglienza del sistema cittadino dei servizi sociali. A questa tipologia di servizi si sono aggiunti servizi importanti e unici nella loro strutturazione, come i primi due poli socio-sanitari di prossimità per senza dimora e migranti, le unità di strada notturne e il primo emporio farmaceutico pubblico in Italia. Il polo per la terza età registra invece 600 presenze l’anno, per il 2023.

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Nuova rotatoria in via Capruzzi a Bari: «Rischia di diventare area off-limits per le biciclette»

Preoccupa l’impatto che i lavori in corso per la realizzazione del nuovo Terminal bus e della rotonda attigua in via Capruzzi, potrebbero avere sulla mobilità ciclistica dell’area. A sollevare il problema è il mobility manager barese, oltre che appassionato di bicicletta, Lello Sforza. «Via Capruzzi rischia di diventare molto pericolosa per i ciclisti di tutte le età se i nuovi lavori stradali previsti per effetto della realizzazione del Terminal bus nell’area ex Squadra Rialzo, inclusa la rotatoria all’angolo con via Giulio Petroni, non hanno previsto condizioni di sicurezza per la circolazione delle bici». Secondo i primi rendering del progetto, diffusi dalla stampa dopo l’approvazione dell’intervento, non sembra essere prevista nella rotatoria una corona ciclabile: una pista esterna che separi le biciclette dal flusso veicolare o una corsia interna, oltre a una segnaletica dedicata ai mezzi che renda sicuro l’ingresso nella rotatoria dei mezzi. «Nel progetto questi elementi non sono spiegati – osserva Sforza – via Capruzzi attualmente è molto pericolosa per le biciclette e i lavori in corso non promettono di risolvere la situazione. Anzi, rischiano di rappresentare un tale detrattore, al punto di disincentivare se non espellere la mobilità ciclistica da quell’area, a causa del rischio reale e percepito come tale, di essere investiti».

La situazione

L’organizzazione della viabilità in via Capruzzi è solo una delle tante criticità inerenti la mobilità ciclistica nel capoluogo pugliese, che affondano le loro radici nel passato recente. «In tutti questi anni non sono stati attuati veri interventi per ridurre il traffico autoveicolare – spiega Sforza – è stato dimostrato che la totalità degli spostamenti effettuati in auto in città non supera i cinque chilometri. Si sarebbero dovuti dunque mettere in campo provvedimenti e azioni per fare in modo che le persone fossero disincentivate a usare l’automobile se non strettamente necessario. Questo lo si fa mediante l’offerta di servizi alternativi validi: un sistema di trasporto locale efficiente e disponibile anche nelle ore più tarde della sera (non limitandosi agli abbonamenti a 20 euro), altre forme di mobilità come monopattini e bike sharing. Aver disegnato negli anni passati sulle strade di Bari, con la sola segnaletica orizzontale, delle corsie peraltro valicabili e quindi di per sé pericolose per la sicurezza dei ciclisti, non può essere considerata una medaglia».

La proposta

Per Sforza una delle soluzioni per l’amministrazione dovrebbe essere quella di rispolverare il piano per la mobilità ciclistica presentato la prima volta nel 2013 e successivamente mai attuato. «Occorre pianificare miglioramenti e azioni con i cittadini – conclude – la mobilità ciclistica non è fatta solo da una rete di infrastrutture, ma anche da servizi adeguati a chi si sposta in bici come la possibilità di portare il mezzo sugli autobus e i treni, i posteggi, i luoghi di assistenza. È questo l’appello che rivolgiamo al sindaco Leccese, porre più attenzione al tema e intervenire con competenza e professionalità adeguate».

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Traffico record sulla Ss 16 nel primo weekend di agosto: oltre 300mila transiti a Bari

Weekend di traffico intenso nel primo grande esodo estivo di agosto. Lungo la rete Anas, nel fine primo fine settimana di agosto, si sono registrati volumi di traffico significativi, ma senza particolari criticità. In crescita il traffico rispetto a quello dello scorso fine settimana (+3,25%), il maggiore incremento è stato nella giornata di venerdì (+6,5% rispetto sabato) e si è concentrato tra le 8 e le 18. Nel dettaglio, sono stati rilevati 2,8 milioni di transiti lungo la A2 “Autostrada del Mediterraneo”, che segna un aumento del traffico del +24% rispetto allo scorso fine settimana, perlopiù in direzione sud. In calo il traffico lungo la SS16 Adriatica rispetto a quello dello scorso weekend (-3%), con oltre 2,1 milioni di transiti registrati dai sensori distribuiti lungo sui 1000 chilometri con alcune eccezioni.

Il capoluogo

Come sempre la tratta più intensa risulta quella pugliese con 320.000 transiti a Bari (+2,5%), 68.000 transiti a Barletta (-4%), 113.000 a Molfetta (-4%) e 147.000 a Brindisi (-2%). Nel resto della Ss 16, in particolare, sulla tratta Rimini-Riccione sono transitati 68.000 veicoli (circa il 9% in meno rispetto lo scorso fine settimana), mentre a Falconara Marittima (57.000 veicoli) e a Fermo (55.000 veicoli) il traffico è stato in linea con quello del precedente fine settimana. Infine, in aumento il traffico ad Alba Adriatica (56.000 veicoli).

La dorsale tirrenica

Lungo la costa tirrenica oltre 757.000 i transiti sulla SS1 Aurelia, oltre 682.000 sulla SS148 Pontina, con valori stabili, e 557.000 sulla SS18 Tirrena Inferiore, in aumento del +4%. In particolare, lungo la SS1 Aurelia sono stati registrati 29.000 veicoli presso Ventimiglia, 54.000 tra Livorno e Cecina, 72.000 a Grosseto, 59.000 a Montalto di Castro e 97.000 a Fiumicino. Lungo la costa tirrenica della Campania, sulla SS7 Quater Domitiana, si segnalano 103.000 transiti a Castel Volturno, e 116.000 a Giugliano. Sulla SS18 Tirrena Inferiore i maggiori volumi di traffico sono stati rilevati in Campania a Salerno (147.000) e a Capaccio Paestum (87.000), e in Calabria a San Nicola Arcella (51.000), a Belvedere Marittimo (41.000) e a Vibo Valentia (49.000). Lungo la dorsale appenninica della strada statale 3 bis “Tiberina”, sono stati 59.000 i transiti presso San Gemini, 58.000 a Mercato Saraceno e 38.000 a Ravenna, mentre in Sardegna sulla strada statale 131 Carlo Felice sono stati 94.000 i transiti presso Monastir, 31.000 a Macomer e 29.000 a Sassari. Lungo costa jonica 1,1 milioni di transiti sulla strada statale 106, con picchi di traffico a Reggio Calabria (71.000) e a Simeri Crichi (62.000).

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Sempre più strutture ricettive in Puglia: oltre 110mila posti letto per i turisti

In Puglia, l’offerta turistica è rappresentata da oltre 10mila esercizi ricettivi. Si contano in totale 110.133 unità tra strutture appartenenti al circuito sia alberghiero che extralberghiero. È il dato più significativo che emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, che ha elaborato i numeri più aggiornati sugli hotel, bed&breakfast, case vacanze ed alloggi in affitto, agriturismi, campeggi e villaggi turistici, case per ferie, ostelli per la gioventù presenti in tutto il tacco d’Italia.

Il dettaglio

In particolare, si contano 49 alberghi 5 stelle e 5 stelle lusso; 418 hotel 4 stelle; 415 hotel 3 stelle; 77 hotel 2 stelle; 30 hotel con 1 stella; 81 residenze turistico-alberghiere per un totale di 1.070 alberghi. Di questi ben 338 sono ubicati in provincia di Lecce che sale così sul podio dell’offerta per i turisti; 292 gli alberghi in provincia di Foggia; 185 in quella di Bari; 110 in quella di Brindisi; 101 in quella di Taranto e “soltanto” 44 nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Numeri che certificano una disponibilità di 110.540 posti letto sono, 46.136 camere e 45.888 bagni.

Il settore extralberghiero

L’offerta in Puglia si amplia con le strutture extra-alberghiere: 5.001 alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale; 3.033 bed & breakfast; 774 agriturismi; 223 campeggi e villaggi turistici; 25 case per ferie e 7 ostelli per la gioventù, per un totale di 9.063 unità. Di questi ben 2.932 sono ubicati in provincia di Lecce; 2.560 in quella di Bari; 1.211 in quella di Foggia; 915 in quella di Brindisi; 914 in quella di Taranto e 531 in quella di Barletta-Andria-Trani. I posti letto sono ben 191.242. Sommando i posti letto delle strutture alberghiere si raggiunge quota 301.782.

L’analisi dell’esperto

«La Puglia ha accelerato, e negli ultimi anni ha subìto una specializzazione produttiva basata sul turismo. Si rileva, infatti, una significativa crescita del numero delle imprese nei settori della ricettività, della ristorazione, del terziario e dei servizi. Anche per valorizzare il nostro patrimonio di inestimabile valore: uno “scrigno” di beni materiali ed immateriali. È una terra ricca di storia, di arte, di cultura e di tradizioni, ma non solo. Di generazione in generazione sono state tramandate conoscenze e competenze», spiega il data analyst di Aforisma Davide Stasi. «Di contro, i pugliesi investono ancora troppo poco nella qualità dei servizi resa ai propri ospiti e, pertanto, la redditività non può che restare bassa: è questo il tema cruciale da affrontare per lo sviluppo della Puglia. Intraprendendo un percorso sostenibile, sia dal punto di vista finanziario che da quello ambientale, occorre perseguire un modello di sviluppo che possa far incrementare i ricavi e gli utili delle aziende. Solo così si potranno prevedere nuovi investimenti e, conseguentemente, creare occupazione stabile e non solo stagionale». Da una parte, gli imprenditori lamentano una scarsa programmazione, avviata dagli enti preposti, che in alcuni ambiti viene considerata lacunosa, se non del tutto assente. Gli stessi evidenziano anche di essere lasciati da soli e di doversi spesso affidare al caso. Dall’altra parte, invece, i Comuni e i Gruppi di azione locale (Gal) chiedono una maggiore professionalità da parte degli operatori del settore.

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Costa Ripagnola, l’idea del sindaco metropolitano: «Diventi patrimonio Unesco»

Riconoscere il tratto di litorale di costa Ripagnola patrimonio dell’Umanità Unesco ai sensi della Convenzione sul patrimonio mondiale, naturale e culturale adottata nel 1972. È la proposta avanzata dal sindaco di Bari e metropolitano Vito Leccese, che ha sollecitato la consigliera metropolitana Francesca Pietroforte, delegata ai Beni culturali, e vice presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, a rilanciare l’impegno della Città metropolitana affinché arrivi questo riconoscimento.

Il piano strategico

La decisione è coerente con il nuovo Piano strategico metropolitano, approvato dal Consiglio nei giorni scorsi, che attribuisce al Parco di Costa Ripagnola una valenza strategica trasversale, prevedendo l’inserimento del progetto come passaggio funzionale alla creazione della rete dei parchi della Città metropolitana. Tale progetto, infatti, è considerato fondamentale per l’idea di una valorizzazione integrata della costa come unico waterfront metropolitano che vede proprio nel riconoscimento Unesco della Costa dei Trulli e di Polignano un elemento chiave per la valorizzazione dei territori che si affacciano sul mare.

Il commento

«In termini paesaggistici il tratto di costa tra Cozze e Polignano rappresenta la testimonianza straordinaria di un’antica interazione tra l’uomo e l’ambiente – ha spiegato Vito Leccese – Questo luogo custodisce infatti la relazione che si è sviluppata nel corso del tempo tra i diversi tipi di terreno e la varietà delle coltivazioni: le architetture rurali, la pavimentazione degli spazi aperti residenziali o produttivi, i muretti a secco, i sistemi di canalizzazione e approvvigionamento idrico, i terrazzamenti, i ricoveri temporanei ricavati anche in strutture vegetali o grotte e la particolare vegetazione sono elementi di un contesto paesaggistico unico nella nostra terra, che riteniamo risponda appieno a più di uno dei criteri fissati nelle linee guida Unesco». Costa Ripagnola, peraltro, è un’area già vincolata dal vigente PPTR: il riconoscimento Unesco rappresenterebbe un ulteriore passaggio, importante, per assicurare la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale in essa contenuto. «Il mio auspicio – conclude Leccese – è che parallelamente venga ripreso e concluso nel più breve tempo possibile dal Consiglio regionale l’iter legislativo per l’istituzione del Parco, accogliendo le indicazioni di tutela paesaggistica pervenute dalla Corte costituzionale».

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