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Attualità Lecce News Sport

Domenico Bernareggi, il soldato milanese che scoprì il calcio a Galatina

Una pagina di storia galatinese che sarebbe andata dimenticata se un giorno Massimo Bello, autore del libro Vae victoribus – Guai ai vincitori Storie di Domenico Bernareggi, non avesse deciso di riportare alla luce.

Una storia vera durante la Seconda Guerra mondiale

Una storia incredibile che ha per protagonista un giovane soldato milanese, trovatosi a Galatina quando ancora la Seconda guerra mondiale non era finita. Bernareggi all’età di vent’anni era partito per la guerra in Jugoslavia, dove rimase per un anno. Rientrato a casa per due settimane, fu mandato in Sicilia. Ferito gravemente fu trasportato negli Stati Uniti dove gli fu chiesto di restare, ma lui voleva riabbracciare i suoi affetti e decise di rientrare in Italia. Qui giunse a Galatina, in una struttura adibita a convalescenziario.

La scoperta di quel gioco chiamato calcio

Da questo momento della sua vita lui conosce la sua famiglia “galatinese”, amicizie importanti, l’amore per Fiammetta e scopre la sua passione per il calcio. Quando gli osservatori del Galatina lo videro giocare lo vollero in squadra e da quel momento furono solo vittorie.

«È incredibile come l’idea di scrivere questo libro, nata da una proposta del compianto professor Rino Duma – afferma Bello – mi abbia talmente coinvolto. Ho girato vari archivi in tutta Italia reperendo molto materiale sino al punto da essere contattato, grazie a un post su Facebook, dall’unica parente in vita di Bernareggi, la nipote Enrica».
La storia, che racconta una Galatina fatta di persone, negozi, attività, termina con la morte a soli 24 anni del giovane Bernareggi.

Il gesto che gli costò la vita

La squadra del Galatina si allenava in piazza Cesari, di fronte all’edificio scolastico che ospitava gli uffici degli alleati, tra cui i polacchi. Proprio questi ultimi prendevano in giro i biancostellati mentre si allenavano tant’è che, stanchi degli sberleffi, i giocatori del Galatina lanciarono loro una sfida. Quella memorabile partita terminò con un netto 3-0 a favore dei galatinesi. Furono due i gol segnati da Bernareggi, che in occasione della seconda rete dribblò il portiere e si fermò sulla linea di porta, attendendo l’arrivo del difensore per segnare. Quel gesto acuì il risentimento dei polacchi che, il giorno dopo, si presero la loro vendetta. Secondo l’autore si è trattato del primo caso di morte a causa del calcio documentata. Da settembre, grazie all’amministrazione comunale, la tribuna dello stadio Pippi Specchia sarà intitolata proprio a Bernareggi.

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Attualità Brindisi Cultura e Spettacoli News

G7, la mostra “Sette secoli di arte italiana” fa tre volte boom al castello di Mesagne: qualità, presenze ed eventi

La mostra “Sette secoli di arte italiana” al castello di Mesagne ha registrato tre “boom” significativi, confermando il suo successo e l’attrattiva culturale.

Qualità delle opere

Il primo riguarda la qualità delle 51 opere esposte, curate dal prof. Pierluigi Carofano, con pezzi unici del panorama mondiale. Organizzata da Micexperience Rete d’Imprese e promossa dal Comune di Mesagne e dalla Regione Puglia, la mostra ha attirato l’attenzione per la sua straordinaria bellezza e valore artistico.

Le presenze

Il secondo boom è stato quello delle presenze. Domenica scorsa, centinaia di visitatori hanno scelto di ammirare i capolavori di Leonardo, Raffaello e Artemisia Gentileschi, preferendo la frescura del castello al caldo estivo.

“Agosto in mostra”

Il terzo boom, annunciato durante una conferenza stampa, riguarda le iniziative collaterali denominate “Agosto in Mostra”. Pierangelo Argentieri, presidente di Micexperience, ha dichiarato: «il pubblico di agosto va alla ricerca di occasioni per diversificare il proprio soggiorno, anche in chiave artistica e chiaramente dopo il pubblico del G7, questa mostra ora si propone in maniera autonoma e va segnando numeri da record».

Il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, ha sottolineato: «abbiamo già in mente che il grosso dei visitatori arriverà tra fine settembre e metà novembre come fu lo scorso anno perché il caldo non aiuta, mentre la nostra mostra, climatizzata, presenta un target altissimo sia dal punto di vista della qualità, sia dal punto di vista dell’organizzazione logistica e ciò viene unanimemente riconosciuto».

Il delegato alla Cultura e Turismo del Comune di Mesagne, Marco Calò, ha aggiunto: «stiamo registrando dati confortanti sulla mostra. Questi appuntamenti che sono collaterali, ma non inferiori da un punto di vista qualitativo al target della mostra, servono per raccontarci cosa propone l’evento mesagnese allestito nel castello e diventano attrattori di per sé. L’invito resta unico: partecipare e visitare la mostra».

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Attualità Bari News

Bari, famiglie a rischio sfratto: l’odissea di parco Gentile a Santo Spirito

Una situazione più che mai al limite quella di parco Gentile a Santo Spirito. Più di 180 famiglie vivono ormai in un limbo senza nessuna possibilità di vedere l’uscita ne fondo di un tunnel che si chiama sfratto. Una zona abbandonata a se stessa, quella delle case di Santo Spirito, che sarebbero dovute essere un approdo sicuro per famiglie che hanno creduto alla promessa del Social Housing.

Il social Housing

Si tratta di un contratto con affitto calmierato, dedicato ad edilizia popolare e sovvenzionata. Dopo un primo momento in cui le famiglie hanno gioito nell’avere finalmente un tetto sulla testa da potersi permettere, sono iniziati i problemi.
«Sto qui da 4 anni – racconta il papà di una bambina disabile – avevo fatto un concorso per fitti calmierati e social housing, siamo in tanti ad averlo fatto. Quando abbiamo avuto la casa eravamo felicissimi. Poi l’affitto è iniziato a salire. Abbiamo fatto riunioni, chiesto spiegazioni, ma non ci ha mai risposto nessuno».

Il problema

La quota di locazione ha raggiunto ormai cifre improponibili, ben 727 euro al mese, esorbitante per una zona abbandonata a se stessa, senza servizi, periferica e che sicuramente non è sostenibile per una famiglia che aveva stipulato un canone in Social Housing.

«La situazione è complicata – spiega – l’amministratore di condominio ci ha voltato le spalle, l’azienda di Roma ha già notificato lo sfratto a 20 famiglie, tra le quali la mia. Ho una bambina disabile, sono senza lavoro, se nessuno ci aiuta il 25 settembre sarò in mezzo ad una strada, senza sapere dove andare. Abbiamo fatto domanda di morosità incolpevole, ma non stiamo avendo aiuti dal Comune, anche perchè la Giunta non si è ancora composta».

Il movimento

In aiuto a queste famiglie l’associazione “Lotta per la casa”, che sta organizzando una protesta e un sit-in, per puntare i riflettori su questi nuclei totalmente dimenticati. L’obiettivo è sollecitare un intervento del Comune, che possa intervenire per calmierare gli affitti, magari con fondi Pnrr, e mettere le famiglie nuovamente in grado di poter pagare.

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Attualità Lecce News

Sosta selvaggia a San Cataldo, automobili in doppia fila o a ridosso di curve e incroci: sos al Comune

Soste a ridosso di curve pericolose o nelle immediate vicinanze di incroci e semafori o sotto i cartelli stradali che vengono oscurati. Soste anche sulle strisce pedonali e sui marciapiedi dove sono installati e ben visibili i divieti di fermata. Auto in doppia fila o lasciate davanti a passi carrai, ma non solo. La denuncia è di Davide Stasi, amministratore del condominio “Il Faro”, che ha sottoscritto un documento insieme ad altri 46 condòmini per chiedere all’amministrazione comunale di vigilare affinché siano rispettati limiti, obblighi e divieti.

La trappola

I condòmini del condominio “Il Faro” segnalano ed evidenziano il mancato rispetto del Codice della strada nelle vie Marco Polo, Andrea Doria, Dal Pozzo e Ippolito Desideri. Quest’ultima, in particolare, seppur di proprietà privata, viene presa d’assalto, soprattutto nel fine settimana, da auto di forestieri che rendono difficoltose le manovre di accesso e di uscita delle vetture. «Sempre più spesso, in occasione di eventi e serate musicali, accade di rimanere intrappolati fino a quando non sopraggiunge il proprietario della vettura che ostacola il transito. Il condominio si compone di ben 47 villette a schiera di proprietà di leccesi e non», spiega Stasi. «Sembra che la sosta selvaggia sia consentita. Questo non attiene solo al senso civico di residenti, villeggianti e passanti ma accresce le probabilità che si possano verificare incidenti più o meno gravi. Si chiede, perciò, di porre fine a tali violazioni. E si chiede all’amministrazione comunale e alla polizia municipale di vigilare affinché siano rispettati limiti, obblighi e divieti», afferma Stasi.

Sos al Comune

L’amministratore del condominio “Il Faro” invoca un piano traffico per la marina leccese con un duplice obiettivo: salvaguardare le bellezze naturali come le pinete a tutela della macchia mediterranea e consentire una circolazione più scorrevole, garantendo la sicurezza di mezzi e pedoni. «Si invitano gli enti preposti a formulare contromisure per cercare di mitigare il disagio a cui vanno incontro residenti e villeggianti. Non si può pensare infatti di attuare un “Progetto Via libera” come se le marine leccesi non siano disciplinate da cartellonistica e segnaletica orizzontale e verticale», incalza Stasi che auspica un intervento dell’amministrazione comunale affinché possa trovare una soluzione per risolvere l’annosa questione, tutelando i cittadini senza danneggiare le attività commerciali e i locali serali limitrofi.

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Attualità News Potenza

Tonnellate di rifiuti tossici scoperte negli ex siti di Maratea e Val Basento

La Basilicata, una regione già provata dal sisma del 1980, si trova a fare i conti con una nuova emergenza: quella dell’abbandono e dell’inquinamento delle ex aree industriali. Come denuncia Pietro Simonetti, del Centro Studi e ricerche economiche e sociali, numerosi siti industriali dismessi, sorti nel post-terremoto, sono stati trasformati in discariche a cielo aperto, con gravi ripercussioni sull’ambiente e sulla salute pubblica.

La denuncia

Il caso più eclatante è quello dell’ex Pamafi di Maratea, dove sono state rinvenute migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, a pochi metri dalla spiaggia. Si tratta di un’azienda florovivaistica realizzata dal Conte Rivetti e poi acquisita dalla Regione con i fondi della Cassa Contadina per salvaguardare il territorio di Castrocucco «La Regione, tra contenzioni legali e trattative concluse con intese, non ha ancora rimesso piede nel sito e non ha utilizzato il finanziamento per la bonifica della UE per il riuso e l’attuazione del progetto “la Cittadella dell’Ambiente”. La Regione ha deliberato che il sito conserva 8000 mq di “rifiuti speciali e pericolosi”, ma non è intervenuta ed il Comune neanche», denuncia Simonetti.

Ma non è l’unico esempio. In tutta la regione, da Baragiano ad Atella, passando per Tito, sono stati scoperti depositi illegali di rifiuti, spesso gestiti da curatori e liquidatori che, invece di bonificare i siti, li hanno trasformati in discariche. Un patrimonio immobiliare disperso e saccheggiato. A settembre del 2023 fu scoperto dai Carabinieri di Potenza un deposito di 5000 tonnellate di rifiuti speciali in uno dei 100 capannoni vuoti o non utilizzati censiti in Basilicata.

Il patrimonio

Oltre al problema ambientale, c’è anche quello dello spreco di un ingente patrimonio immobiliare. Centinaia di capannoni industriali, costruiti con fondi pubblici e privati, sono stati abbandonati e saccheggiati, perdendo il loro valore e diventando un peso per l’economia locale.

«La Regione Basilicata – sottolinea Simonetti – possiede un patrimonio immobiliare industriale di oltre 300 milioni di euro, che potrebbe essere riutilizzato per lo sviluppo economico del territorio. Tuttavia, a causa di una gestione inefficiente e di ritardi burocratici, queste risorse sono state in gran parte disperse e depredate».

«Le responsabilità sono molteplici: dalle aziende che hanno abbandonato gli impianti, ai curatori e liquidatori che non hanno adempiuto ai loro doveri, fino alle istituzioni regionali e locali che non sono state in grado di intervenire in modo efficace» ha sottolineato Simonetti.

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Attualità Foggia News

A Lucera si respira aria di Medioevo con il Torneo delle chiavi: vittoria per Porta Foggia

È stata Porta Foggia ad aggiudicarsi per il secondo anno consecutivo il Torneo delle Chiavi, arrivando a collezionare ben otto vittorie e avvicinandosi così al record detenuto da Porta San Severo (vincitrice di nove edizioni). Al secondo posto Porta Albana, al terzo Porta San Giacomo, al quarto Porta Troia e al quinto Porta San Severo.

La kermesse

La 41esima edizione del Torneo delle Chiavi – organizzata dall’Aps Cinque Porte Storiche Città di Lucera in collaborazione con il Comune di Lucera, con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, con il contributo di Fondazione Puglia e Fondazione dei Monti Uniti di Foggia – è andata in scena nella magica cornice dell’Anfiteatro Augusteo di Lucera, facendo registrare il sold out. Prima del torneo, gli atleti delle cinque porte si sono incontrati in Piazza Duomo alle 18 dove hanno ricevuto la benedizione del vescovo, monsignor Giuseppe Giuliano, che ha augurato alla città di essere sempre più aperta, ospitale e accogliente.

A seguire gli atleti hanno sfilato in corteo per le strade della città fino ad arrivare all’Anfiteatro dove hanno gareggiato sfidandosi nei giochi medioevali – il tiro alla fune, l’albero della cuccagna, il tiro con l’arco, la corsa coi sacchi e il lancio del tronco – sotto l’occhio attento dei giudici di gara Lucio Barbaro, Sergio Granieri e Giuseppe Licciardi. La serata è stata molto coinvolgente, grazie anche al contributo dell’esperto e sempre più coinvolgente presentatore Vito De Girolamo, e allo spirito competitivo che spinge le cinque porte a conquistare l’ambito palio della città.

Lo spettacolo

Novità di questa edizione è stato lo spettacolo sul bene e il male, messo in scena da figuranti appartenenti a tutte e cinque le porte, a dimostrazione che il lavoro dei giochi medioevali diventa sempre più corale. «La nostra forza sta nel lavoro corale, siamo riusciti a mettere su una squadra di cittadini attivi che mirano a valorizzare la città di Lucera. Insieme vogliamo continuare a scrivere pagine belle della storia della nostra città e a valorizzarne il patrimonio», ha sottolineato il presidente dell’Aps Cinque Porte Storiche Gianni Finizio che ha aggiunto: «Nel corso del torneo delle Chiavi si vive la competizione, ma durante il resto dell’anno si lavora tutti insieme, dimenticando quasi la propria appartenenza».

Sono tante, infatti, le attività che l’Aps Cinque Porte Storiche Città di Lucera ha messo in campo, tra cui i laboratori e gli incontri didattici con le scuole che hanno l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alla tradizione, al folclore e alla storia della città. Gli “Eventi Medioevali” si sono conclusi ieri con il corteo storico, che ha visto 500 figuranti – tra dame, cavalieri, musici e sbandieratori – partire dalla Fortezza Svevo-Angioina e sfilare lungo le strade della città per giungere in piazza Duomo, dove c’è stata la cerimonia di affidamento della città a Santa Maria.
Sempre in Piazza Duomo il videomapping per raccontare la storia di Lucera, il suo legame con religione, cultura e integrazione, ma anche un nuovo modo di immaginare il futuro della città.

I prossimi eventi

Fino al 31 agosto, nei locali comunali siti in via Zuppetta 5 (ex Gal Meridaunia), sarà possibile visitare la mostra legata alla pubblicazione del volume “Le Chiavi in Palio. Il corteo storico e il torneo delle chiavi della Città di Lucera” curato da Massimiliano Monaco ed edito da Claudio Grenzi.

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Attualità News Puglia

Asl Puglia, sforata la spesa farmaceutica: è rischio licenziamento per i direttori generali

Al via la procedura per licenziare i direttori generali delle aziende sanitarie che hanno sforato la spesa farmaceutica. Dopo un lungo tira e molla la Regione Puglia ha avviato il percorso per dare applicazione alla cosiddetta legge Amati approvata nel 2022 che prevede la decadenza automatica per i manager sanitari che non rispettano i tetti di spesa fissati ogni anno a livello regionale.

L’iter

In questo caso, però, l’attuazione della norma prevede un passaggio aggiuntivo, così come imposto all’epoca dalla presidenza del Consiglio dei ministri alla Regione Puglia pena l’impugnazione della norma regionale fatta approvare dal gruppo di Azione. Ovvero il rispetto della previsione contenuta nel decreto legislativo 171 del 2006 che prima della lettera di licenziamento obbliga le aziende sanitarie ad aprire un confronto con ognuno dei direttori generali, ingaggiati con contratti di tipo privatistico, per valutare il grado di responsabilità degli stessi manager nel surplus di spesa.

Un percorso tortuoso che ha avuto impulso ieri con la comunicazione da parte del direttore del dipartimento salute, dottor Vito Montanaro, del superamento dei tetti prefissati per gli acquisti diretti (destinati agli ospedali) per un ammontare complessivo di circa 184 milioni di euro -un’evidenza nota ormai dal mese di giugno-, e trasmesso il fascicolo al presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano e al vicepresidente e assessore al Bilancio Raffaele Piemontese.

I numeri

In base ai dati su dieci aziende, fra Asl, ospedali ed Ircss, una sola, il Policlinico di Bari, è riuscito a mantenersi nel range di spesa prefissato, ma solo perché ha scaricato parte dei medicinali ad alto costo in capo alla Asl Bari. Di riflesso proprio quest’ultima azienda risulta al primo posto per splafonamento con circa 58 milioni di euro in più, seguita dalla Asl Lecce, 38,6 milioni, quella di Taranto, 28,3 milioni, la Asl Brindisi con 23,9 milioni, la Bati a 18,3 milioni. In fondo alla classifica con un report più che virtuoso l’Oncologico di Bari che ha chiuso con soli 500 mila euro in più del previsto.

L’ultimatum

Adesso i direttori generali avranno circa due settimane per fornire le loro controdeduzioni ai rilievi mossi dalla Regione Puglia, chiamata ad inviare via Pec le contestazioni, prima di chiudere il procedimento. All’esito del contraddittorio, la cui conclusione è fissata per il due settembre, si stabilirà l’elenco dei manager da rimuovere o commissariare. Una decisione, anche qui, tutt’altro che semplice considerando quello che è accaduto nel resto delle regioni.

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Attualità BAT News Puglia

Trani, ex sciala De Simone: da stabilimento di acquacoltura ad area balneabile

Da ex stabilimento di acquacoltura e stabulazione dei mitili ad area accessibile alla libera fruizione balneare. È così che cambierà il volto dell’ex sciala De Simone sul lungomare Cristoforo Colombo di Trani. A stabilirlo è una delibera di Giunta comunale che, con un atto di indirizzo, apre la strada alla messa in sicurezza e alla riconversione di quel luogo. L’area in oggetto è molto ampia: ricopre infatti una superficie di circa 3.000 metri quadrati e comprende piazzali, opere di difesa marina e manufatti legati all’attività coltiva. Su di essa sono ancora presenti le vecchie strutture dell’impianto industriale, dismesso dal 2013, da anni ormai ridotto a rudere, per incuria ed esposizione ai fattori ambientali. Da qui la necessità da parte dell’amministrazione di mettere in sicurezza la zona, consentendone la fruizione e la balneazione.

Il provvedimento

Il sindaco Amedeo Bottaro parla di una «delibera fondamentale per la valorizzazione e la tutela del nostro territorio costiero. Riqualificheremo e apriremo alla pubblica fruizione la sciala De Simone. Ho colto la proposta fattami dall’assessore Mino di Lernia di riqualificare quel tratto di sosta affinché diventi aperto alla fruizione pubblica al più presto. Continuiamo a portare avanti il grande progetto di riqualificazione costiera iniziato 9 anni fa e già sotto gli occhi di tutti.

La sfida

«Al momento è quella di offrire al più presto ai cittadini e ai tanti turisti un’ulteriore area urbana di accesso libero al mare». Gli interventi previsti consentiranno una prima fruizione in sicurezza dell’area in attesa di un suo pieno recupero funzionale e della sua riconversione in spazio urbano costiero pubblico e accessibile.

In prima battuta il sito sarà liberato da rifiuti e macerie accumulatesi negli anni, poi, come si legge nella relazione, «si procederà alla realizzazione di alcuni interventi volti alla messa in sicurezza e alla predisposizione dell’area agli utilizzi futuri».
Le vasche saranno demolite per realizzare un piazzale unico, privo di ostacoli e accessibile. Per l’assessore Mino Di Lernia si tratta di «un passo importante verso il miglioramento della fruizione pubblica della nostra costa. Il mare è patrimonio di tutti e questa delibera potrebbe consentire alla cittadinanza la riappropriazione di un tratto fra i più belli di tutta la costa tranese».

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Attualità Bari Cultura e Spettacoli News

Franco De Giglio, il “Nonno Ciccio” della tv «lo ricorderemo attraverso le sue commedie»

Bari ha perso un altro importante tassello del suo teatro vernacolare. È scomparso ieri, all’età di 79 anni, Franco De Giglio. Conosciuto come il famoso “Nonno Ciccio” nella serie Very Strong family, con la sua celebre frase “Chicca a papà, ma quando si mangia”? interpretava la caratterizzazione dei nonni di tutti noi.

La carriera

Ha saputo spaziare nel mondo della comicità, interpretando nella serie parodia “Er, medici al capolinea”, la parte di Lucia, un infermiere gay che veniva preso di mira dal grandissimo e in egual misura compianto Gianni Colajemma, il malavitoso “Picciafuoco”. Ma la carriera di Franco De Giglio ha origini consolidate fin dagli anni ‘70, quando con l’Anonima Gr, Nicola Pignataro e Teodossio Barresi hanno dato il via al Teatro popolare pugliese. Con Mariolina De Fano e Nicola Pignataro, circa 50 anni fa ha co-fondato il teatro “Purgatorio di Bari”.

Il ricordo di Lia Cellamare

La sua morte ha suscitato un grande cordoglio nel mondo del teatro barese e nel pubblico. Un simbolo del teatro dialettale, contribuendo a mantenere viva la tradizione culturale della sua regione, dedicando gran parte della sua vita artistica al palcoscenico. Tra chi lo ricorda con affetto l’attrice Lia Cellamare, che ha lavorato al suo fianco nel mondo del teatro, ma anche nella sit “Er medici al capolinea” interpretando l’infermiera Jennifer. «Ho un suo vocale di poco prima che ci lasciasse – racconta Lia Cellamare – nel quale mi diceva che mi aveva visto a Forum e, dal letto di ospedale, gli ho fatto fare tantissime risate. Ci eravamo ripromessi di vederci per una pizza, continuerò a dovergliela». Tanti i ricordi che l’attrice ha condiviso con Franco De Giglio, ma quelli più cari sono quelli dietro le quinte. «Ci divertivamo tanto – ricorda – era in grado di darti calma con quella sua voce inconfondibile. Mi ha insegnato la fiducia in me stessa. La prima volta che andai a radio “Made in Italy” ero molto tesa, lui mi ha detto di stare calma, mi suggeriva e mi ha fatto divertire. L’ho sempre visto come un genitore che insegna al figlio a camminare. Non tutti gli attori sono anche insegnanti, ma lui sicuramente lo era». Franco De Giglio non era sono un attore, ma scriveva battute e collaborava nella scrittura delle sceneggiature. «Franco sapeva fare squadra – dichiara -aiutava tutti e sosteneva chi ne aveva bisogno. Noi siamo come i dinosauri, se lasci una bella impronta, quella rimane per sempre. E la sua impronta sarà indelebile».

Il ricordo di Donata Frisini

Donata Frisini, che interpretava la figlia di “Nonno Ciccio”, lo ricorda come una figura paterna, sempre presente, un punto di riferimento. «Il momento più bello con Franco – fa sapere – è quando ha presenziato al matrimonio di mia figlia. Era morto mio padre e mi sembrava di averlo ancora con me tramite lui. Mi ha insegnato la caparbietà, la determinazione e la volontà. Sul set eravamo una famiglia, c’era tutto, anche le liti, ma ci volevamo sempre bene. Nella “Very Strong” io e Manuel facevamo i testi ma lasciavamo a tutti la libertà di costruire il personaggio. Abbiamo pensato subito a Franco per la figura di nonno Ciccio, andammo a vedere una sua commedia e ci è piaciuto tanto nel ruolo. Una persona splendida, disponibilissima, dalla grande professionalità». L’attrice lo omaggerà mettendo in scena, rivisitandola, una delle sue più famose commedie “Non è per l sond, je per l terris”. «L’ultima volta che l’ho incontrato – afferma – ci sedemmo a tavolino e mi disse che voleva fare una nuova commedia ispirata a “Non è per i soldi, ma je per l terris”. In virtù di questo, ho deciso che ne farò una sola rappresentazione, in ricordo di Franco. Il grande dilemma è dove farlo, vista la mancanza di teatri. Devo trovare il luogo giusto, vorrei fare una cosa fatta bene in memoria di Franco».

L’ultimo saluto all’attore sarà oggi. Le esequie si celebreranno questa mattina a Japigia, nella parrocchia di San Marco.

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Attualità News Puglia

Puglia verso il futuro digitale: gara da 240 milioni per l’innovazione

La Puglia investe sul futuro digitale. La Regione ha bandito una gara da 240 milioni di euro per lo sviluppo di servizi e infrastrutture informatiche all’avanguardia. L’obiettivo è chiaro: rendere la regione sempre più competitiva e attrattiva, sia per le imprese che per i cittadini. Grazie a questo investimento, la pubblica amministrazione regionale potrà dotarsi di strumenti tecnologici all’avanguardia, semplificando i processi e migliorando i servizi erogati.

«Con questa gara vogliamo accelerare la transizione digitale della nostra regione – ha dichiarato il presidente Emiliano-. L’innovazione tecnologica è fondamentale per la crescita economica e sociale della Puglia». L’assessore Delli Noci ha sottolineato l’importanza di favorire procedure snelle e trasparenti nell’affidamento dei servizi, per garantire la massima competitività e valorizzare le imprese del territorio.

Le aziende interessate a partecipare alla gara avranno tempo fino al 1° ottobre per presentare le loro offerte. Un’opportunità unica per contribuire alla costruzione della Puglia digitale del futuro.

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