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Bari, Leccese riunisce la Giunta in periferia. Don Gianni: «Serve una rinascita»

Il primo cittadino di Bari, Vito Leccese, oggi è in visita nel quartiere di San Pio che eccezionalmente ospiterà il primo incontro della nuova Giunta comunale. «Un gesto molto bello – commenta il parroco don Gianni De Robertis – un segno di attenzione nei confronti di una parte della città trascurata».

La testimonianza

Un quartiere, quello a nord della città, che vive una realtà delicata e meriterebbe «una rinascita». Intanto dovrebbe partire nei prossimi mesi il cantiere per il progetto “Pinqua” che, finanziato con circa 16 milioni di euro, prevede la realizzazione di due edifici nell’area a nord del quartiere, oltre all’aggiunta di verde ed elementi per la mobilità sostenibile. «Se si vuole un cambiamento non basta un’opera edilizia – aggiunge don Gianni – È necessario lavorare sul tessuto sociale».

Alcuni mesi fa la comunità ha inviato una lettera all’allora sindaco di Bari, Antonio Decaro, in cui si chiedeva, tra le altre iniziative, la presenza di un presidio della Polizia nel quartiere e la riapertura del consultorio familiare. Qualche risposta è arrivata, come la probabile riapertura da parte della Asl del centro, ma non basta. «L’importante è accompagnare il cambiamento – sottolinea il parroco – serve la costanza. Per me, e per i residenti, è un bel segno che la prima riunione di questa Giunta venga fatta proprio qui».

Un quartiere in difficoltà

E di un cambiamento San Pio ne avrebbe particolarmente bisogno. «La gente qui non si sente libera – spiega don Gianni – deve voltare lo sguardo dall’altra parte». Nonostante i grandi spazi che il quartiere del Municipio V offre, il verde e i tanti parcheggi a disposizione, la zona è spesso deserta. Non ci sono bambini che giocano all’aperto o passeggiano con i genitori. «Qui non vive bene. I residenti, se potessero avere un altro tetto, andrebbero via».

Dopo l’incontro in programma oggi, l’auspicio è che in futuro ci sia anche l’occasione per una discussione ufficiale che abbia come focus il futuro di San Pio e in generale delle aree periferiche del capoluogo, un’occasione affinché l’amministrazione abbia un confronto diretto con i residenti per capire quali sono i reali nodi da sciogliere. «Sicuramente chiederemo un incontro, soprattutto per capire in che modo questo progetto intende rigenerare il quartiere», conclude don Gianni De Robertis.

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Attualità Bari News Politica

Proseguono le vacanze pugliesi di Meloni: la premier ospite di Gemmato nel Barese

Qualcuno la voleva in Sardegna, al fianco della sorella Arianna che ha recentemente fatto sapere di aver lasciato lo storico compagno Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura. Altri, invece, la volevano all’Argentario o in costiera amalfitana. In realtà, Giorgia Meloni non avrebbe fatto molti chilometri da masseria Beneficio, il buen retiro dove ha trascorso la prima parte delle vacanze estive. Indiscrezioni la vogliono in provincia di Bari, ospite di Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e responsabile di Fratelli d’Italia in Puglia.

L’amicizia

Ma perché la presidente del Consiglio ha preferito non allontanarsi dalla Puglia? Il motivo, secondo i ben informati, è semplice: Ginevra, la figlia della premier, non avrebbe voluto saperne di dire addio alle amichette del cuore, cioè alle figlie di Gemmato. Ecco perché la premier e il sottosegretario hanno deciso di trascorrere insieme ancora qualche giorno, prima della ripresa dell’attività parlamentare, per la gioia delle figlie.

Il rientro

Qualcuno, inoltre, ipotizza la presenza di Meloni a “La Piazza”, il forum sui temi della politica e dell’economia organizzato da affaritaliani.it a Ceglie Messapica, la stessa località dove la premier ha trascorso la prima parte delle sue vacanze in Puglia. L’indiscrezione non è confermata. È certo, invece, che il prossimo 30 agosto Meloni incontrerà i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini con i quali discuterà delle prossime mosse del Governo. La prima è proprio la designazione del ministro Raffaele Fitto come candidato dell’Italia al ruolo di commissario nell’esecutivo bis guidato da Ursula von der Leyen.

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Bari Persone Storie

A Raffaella Cavone il premio America Giovani: «Già da bambina scrivevo sentenze» – L’INTERVISTA

Cervelli che restano e che colgono le occasioni offerte dal proprio territorio; la bella gioventù che s’impegna e guarda con fiducia a un futuro lavorativo.

Raffaella Cavone ha 22 anni, parla velocemente e con chiarezza e i suoi pensieri manifestano una maturità notevole. È nata a Bari e il suo percorso formativo, fino alla laurea in Legge all’università “Aldo Moro”, è tutto barese e decisamente brillante. Fin qui la storia assomiglia a tante altre, vedi le vicende di quelle ragazze in gamba che non scelgono di frequentare l’università in giro per il mondo.

Cosa c’è di più in questo caso? Un invito speciale dalla Fondazione Italia Usa. Il 9 settembre Raffaella è attesa a Roma, alla Camera dei deputati, per ricevere il prestigioso premio “America giovani” al talento universitario, un riconoscimento per neolaureate e neolaureati meritevoli in diverse discipline: ogni anno mille eccellenze, in Italia, provano un’emozione da ricordare e da far fruttare.

Raffaella, sorpresa? Il 15 aprile scorso ha provato la gioia della laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti, 110 e lode con menzione, e il 15 luglio un’altra notizia tutta da vivere.

«Sono felice e non mi aspettavo una simile chiamata».

La prima cosa che ha fatto?

«Informarmi sulla Fondazione e capire che si tratta anche di una bella opportunità. Non sono ammesse autocandidature. I giovani, oltre a ricevere la pergamena durante la cerimonia, hanno la possibilità di immatricolarsi gratuitamente a un master online in “leadership per le relazioni internazionali e il Made in Italy”. Un corso di specializzazione della durata di 12 mesi. Un bel biglietto da visita per il mondo del lavoro».

Facciamo un passo indietro: si è diplomata al liceo classico “Quinto Orazio Flacco” con indirizzo internazionale e della durata quadriennale, brava anche tra i banchi di scuola?

«Mi è sempre piaciuto studiare, senza mai toglier tempo alle mie passioni come il tennis, il nuoto e la danza. Non sono una secchiona, mi piace la vita sociale ma aprire libri, leggere e imparare cose nuove mi ha sempre affascinata e mi sono entusiasmata verso le materie umanistiche. Da bambina mi divertivo a “scrivere” le sentenze».

Ha vissuto e vive in una famiglia dove il diritto è pane quotidiano. I suoi genitori, entrambi giuristi, l’hanno stimolata?

«Inconsapevolmente, direi. Le dico che mio padre, dopo la maturità, voleva che scegliessi Medicina e mi iscrisse a vari test d’ingresso in diverse sedi, sperando in una mia carriera da medico. L’ho accontentato, ho provato a superare quei test ma nella mia mente c’era già e solo il diritto».

Durante la seduta di laurea magistrale ha affrontato l’argomento della maternità surrogata, la tecnica di fecondazione assistita in cui la donna porta avanti una gravidanza per conto di persone che poi diventeranno i genitori del nascituro. Come mai questa scelta?

«È un tema attuale, solleva dibattiti e mi riferisco alla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile la questione. La discussione di laurea è durata 20 minuti, più del consueto. Mi sono laureata con il professor Domenico Costantino e colgo l’occasione per esprimere la mia riconoscenza nei confronti della formazione dell’università pubblica, spesso sottovalutata; tanti preferiscono andare in altre città».

Le piace la politica?

«Seguo quella nazionale e credo che in questo momento ci sia un problema di governance a livello globale e tutto ricade sulla nostra vita quotidiana».

Cosa vuol fare da grande?

«Vorrei diventare un magistrato. A maggio ho iniziato un tirocinio formativo che consiste nell’affiancare un magistrato. In più sto svolgendo la pratica forense».

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Bari, già aria di contestazione. I tifosi biancorossi: «Tirate fuori i rinforzi»

Esplode la protesta dei gruppi organizzati della Curva Nord di Bari all’indirizzo della proprietà biancorossa. Uno striscione affisso all’esterno dello stadio San Nicola, riporta un testo che non lascia spazio a interpretazioni: «Una società senza monete, una storia che si ripete, tirate fuori i rinforzi!».

Ancora più diretto e senza mezzi termini il comunicato congiunto dei gruppi degli ultras baresi, uscito alle 22:30 precise di domenica 25 agosto: «Errare è umano, perseverare è diabolico», si legge. Pesanti i giudizi dei tifosi biancorossi nei confronti della società nella seconda parte della nota e nel finale l’invito: «Cambiate rotta. E alla svelta. Meglio ancora, vendetela. Bari contro la multiproprietà».

Il malumore dei tifosi era evidente anche nella gara col Modena e sicuramente sarà evidente anche martedì sera contro il Sassuolo al San Nicola.

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Bari Cronaca News

Carabiniere aggredito a Locorotondo, Crosetto: «Maltrattato e offeso lo Stato»

«Inaccettabile il senso di impunità che consente a dei delinquenti di picchiare un carabiniere che sta facendo il proprio lavoro, rappresentando lo Stato. Lo stesso senso di impunità che consente loro di filmare e pubblicare la loro sfacciataggine». Lo scrive su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto, riferendosi all’aggressione di un carabiniere avvenuta a Locorotondo.

«Non è il singolo ad essere stato maltrattato, non è un esponente delle forze di polizia, è lo Stato stesso ad essere offeso», afferma il ministro aggiungendo che «di fronte ad atti così, occorre rispondere con durezza e fermezza, occorre dare l’esempio in modo tale che non accada più, applicando la legge con durezza», conclude.

La Russa: «La giustizia faccia presto il suo corso»

Solidarietà e vicinanza al carabiniere aggredito a Locorotondo arriva anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa che, su Facebook, parla di «donne e uomini in divisa che ogni giorno rischiano la propria vita per garantire la nostra sicurezza».

Le immagini dell’aggressione, conclude La Russa, «sono inequivocabili: la giustizia faccia presto il suo corso rintracciando i responsabili».

Fontana: «Episodio grave»

Vicinanza e solidarietà al carabiniere aggredito a Locorotondo esprime anche il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana che augura al militare «pronta guarigione».

L’episodio, afferma, «è grave. La mia solidarietà a tutte le forze dell’ordine che operano in prima linea per la tutela della sicurezza dei cittadini», conclude.

Piantedosi: «Aggressione inaccettabile, non rimanga impunita»

«Ferma condanna per la vile aggressione subita a Locorotondo dai componenti di una pattuglia dei carabinieri, ai quali esprimo tutta la mia vicinanza ed il mio apprezzamento per lo sforzo profuso nell’occasione». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un post pubblicato su X.

«La violenza che colpisce servitori dello Stato impegnati a garantire la sicurezza dei cittadini – aggiunge – è assolutamente inaccettabile e non deve rimanere senza conseguenze», conclude il ministro.

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Bari, stalli e limitazioni per i locali della movida: ecco le idee del sindaco della notte

Prima interlocuzione tra il consigliere comunale Lorenzo Leonetti, con delega a Sindaco della notte e il sindaco Vito Leccese per presentare un primo resoconto dei sopralluoghi serali avvenuti in questi giorni. Tra le prime attività del consigliere Leonetti c’è stata una ricognizione dei luoghi maggiormente interessati dal fenomeno della movida estiva con l’obiettivo di mappare le principali criticità da evidenziare all’amministrazione comunale.

Il resoconto

Il consigliere ha presentato un documento sintetico con il quale si individuano due problemi relativi alla vivibilità dello spazio pubblico: maggiore sicurezza relativa alla viabilità interna alla città vecchia e una migliore organizzazione degli spazi pubblici con riferimento a una delimitazione delle occupazioni di suolo pubblico delle attività economiche così da salvaguardare la fruibilità dei luoghi da parte di cittadini e turisti ed esercitare un maggiore controllo sullo spazio realmente occupato. Nello specifico, il consigliere Leonetti ha presentato al sindaco un progetto di delimitazione delle occupazioni commerciali mediante l’utilizzo di piccoli stalli a pavimento (cosiddette borchie), che dovranno essere posizionate in corrispondenza delle occupazioni definite con l’ausilio della polizia locale in base alla superficie autorizzata.

Le prossime mosse

Nei prossimi giorni con il coinvolgimento degli assessori e delle ripartizioni interessate si procederà a redigere un piano di lavoro. «Sono i primi giorni di lavoro e le segnalazioni sono tante – spiega Leonetti – Insieme al sindaco e agli assessori competenti stileremo un elenco di priorità in modo da dare subito un segnale di attenzione ai residenti ma anche a tutte quelle attività che rispettano le regole. Nei prossimi giorni organizzeremo incontri con le associazioni di categoria».

Gli esercenti

Per il momento quelle avanzate dal sindaco della notte sono delle proposte che andranno valutate dai rappresentanti degli esercenti. «Aspettiamo una convocazione per parlare dei problemi della movida – spiega Vito D’Ingeo di Confcommercio Bari-Bat – Non è certo una soluzione definitiva al problema, semmai un primo passo per trovare accordi come abbiamo fatto in altre città. Gli stalli non bastano ma occorre organizzare al meglio il servizio di bar, locali e ristoranti. Sono pochi quelli che non rispettano le regole, ripartiamo da loro».

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Caos M5S, adesso la resa dei conti: la questione barese si decide a Roma

Il giorno dopo le turbolente vicende che hanno costretto il sindaco di Bari, Vito Leccese, a dichiarare che «per ora la giunta proseguirà il suo lavoro con nove componenti» nel Movimento 5Stelle è l’ora della resa dei conti.

Lo scenario

Per quanto tutti si trincerino dietro dichiarazioni dai toni morbidi non è da escludere che quel che è accaduto all’interno della maggioranza del capoluogo non si inserisca nella diatriba nazionale che vede contrapposti il fondatore, Beppe Grillo, e il presidente Giuseppe Conte. Visto che un ruolo importante nella querelle barese è stato recitato dai sostenitori di Paola Taverna, vicepresidente vicario nazionale dei pentastellati a cui fa riferimento il coordinatore cittadino e sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, colui che ha proposto a Leccese di indicare in giunta l’esterno Raffaele Diomede. Una scelta contestata dai due eletti in consiglio comunale Antonello Delle Fontane e Italo Carelli. Una presa di posizione che è costata alla maggioranza anche il rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio comunale per timore che alcuni franchi tiratori avessero potuto compromettere l’elezione del civico Romeo Ranieri, dato in pole position dopo che le trattative per assegnare lo scranno più alto delle assise cittadine all’antagonista nello stesso campo largo al primo turno di Leccese, Michele Laforgia, non erano andate a buon fine.

Il fronte barese

Così, il fronte barese nei 5Stelle potrebbe essere avocato proprio nella sede nazionale di via del Campo Marzio dove sia Taverna che Conte dovranno dirimere la questione per far sì che anche i grillini abbiano un loro assessore che, secondo il coordinatore cittadino, Leonardo Donno, dovrebbe emergere da “una soluzione interna”, quindi uno tra Delle Fontane e Carelli, per far posto così in aula Dalfino alla prima dei non eletti, Stefania Maggiore. A meno che il braccio di ferro tra Grillo e Conte non porti a una conta interna, con eventuale ipotesi di scissione, così come viene ipotizzato. Uno scenario che potrebbe vedere la stessa Taverna, grillina della prima ora e fedelissima del fondatore, e con essa i suoi sostenitori, lasciare il Movimento e seguire Grillo. A quel punto anche in Puglia e a Bari la conta sarebbe inevitabile, per quanto nel capoluogo insieme a Donno in molti sono già schierati dalla parte dell’ex premier, così come la maggior parte degli eletti in tutta la Puglia, fatta eccezione per l’ex candidata alla presidenza della Regione, Antonella Laricchia, una delle poche che potrebbe aderire all’eventuale nuova “cosa” di Grillo.

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Attualità Bari Cronaca News

Violenze contro i medici, Palmisano: «Si sottovalutano i rischi per gli operatori» – L’INTERVISTA

«La tragedia di Paola Labriola non è servita a prevenire efficacemente questi fenomeni di violenza nei confronti di operatori sanitari e pubblici ufficiali». A sottolinearlo è il sociologo Leonardo Palmisano.

Cosa c’è all’origine di questi fenomeni?

«Sottovalutiamo i rischi che corrono quotidianamente gli operatori che vengono raggiunti dall’utenza, soprattutto in contesti delicati come quelli sanitari. Ma è solo un pezzo dell’analisi. Importante è la considerazione che hanno le famiglie italiane dei servizi pubblici e quello che pretendono da questi ultimi. I medici vengono aggrediti da quelle stesse famiglie che quando un ragazzino ha problemi a scuola, aggrediscono gli insegnanti e i dirigenti. Il clima culturale che è stato alimentato nel paese è quello di pensare che il servizio pubblico debba risolvere immediatamente qualsiasi problema. E quando questo non avviene si sfocia nella violenza, non solo contro le persone ma anche verso le strutture come i pronto soccorso».

Questo cosa testimonia?

«Vuol dire che tu utente innanzitutto non riesci a capire che la medicina è una scienza e che spesso una persona non può essere salvata, nonostante tutti gli sforzi. E poi emerge il tratto dell’egoismo, che è un’aggravante: se si devastano gli arredi di una guardia medica o di un pronto soccorso, il tuo egoismo arriva fino al punto di mettere fuori gioco una struttura che non serve solo a te ma a tutta la collettività».

Ci può essere una soluzione?

«Forse è arrivato il momento di prendere in considerazione l’idea di non permettere più l’accesso dei parenti dei pazienti dove c’è un livello di prossimità strettissimo con l’operatore sanitario, come avviene in altri stati europei. A questo va affiancata una rieducazione delle persone adulte. Per quanto riguarda invece le aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine, invece, qui la situazione è ancora più incancrenita. Quante volte noi sottovalutiamo i cori contro polizia e carabinieri nelle curve degli stati? Sono decenni che sentiamo i tifosi inveire contro gli agenti. Sono tutti pezzi che alimentano quel sentimento anti statale, molto radicato in Italia. Sono due fenomeni diversi ma che rivelano una cattiva educazione e l’idea che la violenza possa essere l’unica soluzione ai problemi e ai “torti” ricevuti. Bisogna iniziare a lavorare sulla prevenzione della violenza».

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Difesa colabrodo e nessun leader: è allarme in casa Bari a 5 giorni dalla chiusura del mercato

Poco meno di 30 minuti giocati con intensità e fame, come aveva comandato mister Longo. Piccoli spiragli di luce, all’insegna della reazione dopo i tre schiaffi subiti all’esordio. Per il resto soltanto il buio, nella testa e nelle gambe. Il segnale che matura dal “Braglia”, dove il Bari venerdì sera ha subito la seconda sconfitta consecutiva in campionato in due partite, fa suonare forte e chiaro l’allarme rosso: la squadra allestita finora è in evidente difficoltà, con un organico ancora inadeguato a reggere l’urto della categoria, tanto meno a lottare concretamente per i playoff, obiettivo fissato a luglio scorso dal presidente Luigi De Laurentiis.

Difesa colabrodo

Cinque reti subite in 180 minuti, tre delle quali su palla inattiva. Spaventa l’incapacità della squadra di respingere i pericoli creati sul gioco aereo: ai due gol incassati in fotocopia contro la Juve Stabia, sugli sviluppi di calcio d’angolo, ha fatto il paio la rete del sorpasso modenese siglata da Pedro Mendes, lasciato colpevolmente solo da Obaretin in area piccola. Anche contro gli emiliani, il Bari ha sofferto terribilmente i corner, non dando mai la sensazione di una gestione sicura di quel tipo di situazione di gioco. I 90 minuti contro il Modena hanno confermato i limiti manifestati dalla retroguardia anche durante la preseason, ricalcando il copione da horror già recitato dal Bari in fase di non possesso nello scorso campionato, con premi Oscar in negativo assegnati ancora sul piano delle individualità.

Cercasi leader

Lo ha rimarcato anche Longo nel post gara, attraverso la sua proverbiale onestà intellettuale: un fattore che anziché suscitare irritazione dovrebbe al contrario essere apprezzato dalla proprietà, laddove l’obiettivo sia davvero quello di costruire e guardare lontano. Dopo l’addio al calcio giocato di Valerio Di Cesare, il Bari ha perso uno degli ultimi leader, in campo e spogliatoio. Si vive delle solite fiammate estemporanee di Sibilli in fase di costruzione, insieme a un gagliardo Manzari, al “Braglia” in palla, insieme a Oliveri nel primo tempo. Per il resto la sensazione è che ci si limiti a svolgere il compitino, finendo, nel tentativo di puntare al 6 in pagella, per incappare in errori marchiani dal peso specifico rilevante sull’economia del risultato. Le marcature saltate in occasione di tre dei cinque gol subiti nelle prime due partite di campionato sono un dato che fa accapponare la pelle, lasciando sgomento innanzitutto l’allenatore che invece, sin dal ritiro di Roccaraso, aveva dedicato un’attenzione maniacale a ogni situazione di gioco. Fa specie, in tal senso, la grave leggerezza di Vicari, responsabile del fallo da rigore per il gol del momentaneo pareggio dei padroni di casa. Il neo capitano del Bari sta faticando più del previsto nel reggere il peso dell’eredità raccolta dall’ex compagno di reparto. Gli equilibri difensivi al momento sono un’utopia. L’assenza di Di Cesare, unita a quella di nuovi leader tecnici, dei quali per ora non c’è traccia, sta rendendo ancora più complicato il percorso del neo capitano e quello di tutta la squadra.

Promessa non mantenuta

«Quest’anno non ci saranno ritardi nell’allestimento della rosa» aveva annunciato il presidente Luigi De Laurentiis durante presentazione di Magalini e Longo. Mancano cinque giorni alla chiusura del mercato. Il Bari necessita ancora di almeno quattro titolari capaci di alzare il tasso qualitativo: due difensori, un centrocampista e un trequartista. Longo confida nel miracolo. Nel frattempo l’allenatore resta troppo solo nei suoi tormenti.

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Vasto incendio tra Corato e Ruvo di Puglia, in azione due canadair provenienti da Foggia – VIDEO

Vasto incendio tra Corato e Ruvo di Puglia, in azione due canadair provenienti da Foggia

Dalla tarda mattinata di oggi è in corso un vasto incendio tra Corato e Ruvo di Puglia, in alcune località dell’altopiano murgiano.
Per domare il rogo, nel primo pomeriggio sono entrati in azione anche due canadair provenienti da Foggia, che stanno facendo la spola tra il mare di Bisceglie, dove caricano l’acqua, e la zona di San Magno. Sul posto sono al lavoro le squadre dei vigili del fuoco di Corato, Molfetta, operai dell’Arif, volontari federiciani di Andria, oltre a carabinieri forestali e polizia locale.

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