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Bari Sport

Bari, rosa corta e mercato bloccato: solo 16 i calciatori schierati da Longo. Tante ipotesi e nessuna certezza

Una traccia ben definita, disegnata con chiarezza e convinzione durante tutto il precampionato, ma che oggi vacilla, con l’aggravante di non possedere valide alternative capaci di consolidarla e avendo sullo sfondo enormi incognite sull’esito del calciomercato. La vigilia della gara casalinga contro il Sassuolo è già carica di preoccupazioni e incertezze in casa Bari. Le ansie e i tormenti maggiori pervadono soprattutto mister Moreno Longo, alle prese con una situazione delicatissima, che difficilmente avrebbe pronosticato a giugno, quando ha accettato la panchina biancorossa. Il tema riguarda in particolare il tasso qualitativo della squadra, al momento ben al di sotto delle aspettative dell’allenatore piemontese, e di conseguenza il livello di competitività della formazione pugliese in rapporto all’obiettivo playoff, stabilito a motori spenti dal presidente Luigi De Laurentiis. A quattro giorni dalla chiusura della campagna trasferimenti bisogna fare i conti con gravi lacune in tutti i reparti. Non è un caso che l’ex allenatore del Como finora abbia messo in pratica uno spartito fatto di pochissime ‘note’.

Panchina corta

L’impianto di gioco, tecnico e tattico, proposto da Longo trova il suffragio dei numeri relativi alle presenze dei calciatori: su una rosa attualmente composta da 23 tesserati, ha puntato su appena 16 elementi, numero che sale a 18 considerando i dati ufficiali riguardanti il minutaggio. Un segnale chiaro, che indirettamente mette in luce la scarsa qualità della squadra. Come aveva già fatto durante le amichevoli estive, sia in Coppa Italia e sia in campionato ha proposto uno schieramento pressoché identico, soprattutto nei ruoli chiave. Il pacchetto dei 3 difensori è lo specchio dei limiti che in questa fase della stagione vive il Bari: Pucino, Vicari e Obaretin hanno giocato tutte le partite finora disputate dai biancorossi, ufficiali e non.

I segnali di fiducia lanciati nel precampionato, dove per la verità non erano mancate sbavature, si sono spenti inesorabilmente con l’impatto con la serie B, subendo 5 reti in appena due gare. I tre centrali hanno collezionato 270 minuti. Massimo minutaggio anche per Sibilli e Benali. A seguire, tra i più utilizzati, ecco Dorval (180), Lasagna (176), Favasuli (167) e, a sorpresa, Maita (130). Sopra i 100 minuti giocati figurano anche Oliveri (124), Novakovich (121), Maiello (120), Sgarbi (117) e infine Manzari (105). Gli ultimi tre calciatori mandati in campo da Longo sono Ricci (90), Lulic (20) e Morachioli (uno). Zero minuti giocati per Mantovani, Matino, Astrologo, Faggi e Bellomo, oltre ai portieri Pissardo e De Giosa.

I ricambi dell’undici

I dati delle statistiche appena illustrate risentono in alcuni casi di variazioni apportate dall’allenatore, in particolare nell’ultima gara di campionato: è il caso di Maita, partito sempre dalla panchina, ma che contro il Modena ha sostituito l’infortunato Maiello a centrocampo; di Oliveri, titolare contro gli emiliani al posto di Favasuli, fino a quel momento insostituibile in corsia destra; di Manzari, preferito a Sgarbi sulla trequarti, e infine di Novakovich, che ha scavalcato Lasagna nel ruolo di terminale offensivo.

Turnover

Contro il Sassuolo, reduce dal pareggio esterno con il Catanzaro e dalla vittoria casalinga con il Cesena, anche per effetto dei tre impegni ravvicinati in campionato, ma anche per ragioni di ordine tecnico, Longo potrebbe apportare ancora alcune variazioni: in rampa di lancio c’è Mantovani. Anche Ricci scalpita. Verso la conferma Manzari e Novakovich.

Il mercato resta bloccato. Tante ipotesi, nessuna certezza

Quasi 20 giorni senza operazioni di mercato in entrata, con un organico che necessita di almeno altri 4 titolari. Quando mancano solo 4 giorni alla chiusura della finestra estiva della campagna trasferimenti dei calciatori appare inspiegabile l’immobilismo del Bari. L’ultimo movimento perfezionato dal ds Magalini porta la data del 7 agosto, quando il club biancorosso ha ufficializzato l’ingaggio, in prestito secco dall’Ascoli, del centrale di difesa Mantovani, per altro ancora a caccia del debutto. Cosa stia frenando il lavoro del direttore sportivo è un mistero.

Questione di denaro

Voci di corridoio sussurrano di problematiche relative al budget. Circostanza che avrebbe dell’incredibile, dal momento che proprio il presidente del Bari Luigi De Laurentiis, nella prima conferenza stampa della stagione, aveva garantito la stessa capacità economica utilizzata nello scorso campionato, annunciando tempi rapidi nell’allestimento della rosa. Al netto di ipotesi e rumors, c’è però un dato inequivocabile: nonostante le pressioni esercitate, anche mediaticamente, dall’allenatore Moreno Longo, e mentre all’ombra del Vesuvio la ‘sorella maggiore’ del club pugliese è scatenata a suon di decine di milioni per accontentare Conte, il mercato in entrata del Bari resta ancora bloccato. La casella da colmare con urgenza è quella di un difensore.

Le richieste del tecnico

Longo chiede con insistenza un profilo che sia capace di pareggiare il livello tecnico garantito fino a tre mesi fa da Di Cesare. Un principio che l’allenatore vorrebbe fosse fonte di ispirazione per tutte le operazioni mancanti. Il timore infatti è che fino al 30 agosto, proprio a causa di limiti economici, l’area mercato completi sì l’organico, ma con calciatori che non siano in grado di alzare il livello qualitativo e di competitività della squadra. La lista in entrata comprende anche un centrocampista (due in caso di uscite) e un trequartista. Per rinforzare il pacchetto di centrali è tornato di moda il nome di Bettella. Il 24enne del Monza è stato proposto al club pugliese; nella scorsa stagione ha vestito la maglia del Palermo (19 presenze). Oltre al classe 2000 in lizza restano anche Veseli e il polacco Szyminski (Frosinone). Alla porta del Bari ha bussato anche il Genoa per sondare la disponibilità della società biancorossa a valutare il profilo di Masini, 23enne centrocampista, nello scorso campionato in forza all’Ascoli (25 presenze e 2 gol). Sulla trequarti è corsa a due Partipilo-Falletti. In uscita Lulic, Morachioli, Scafetta e Faggi. Oggi è atteso a Bari Luigi De Laurentiis. La speranza è che porti in valigia anche una dote da mettere a disposizione di Magalini, capace di poter imprimere finalmente una svolta ad operazioni indispensabili per permettere a Longo di lavorare con serenità. p.r.

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Cronaca Lecce News

Sorpreso a vendere droga a Supersano: un 24enne finisce agli arresti domiciliari

È stato sorpreso mentre cedeva una dose di marijuana a un acquirente il 24enne arrestato dagli agenti della polizia di Stato a Supersano.

Il giovane era da tempo attenzionato dai poliziotti che, notati una serie di movimenti nei pressi dell’abitazione del 24enne, hanno organizzato dei servizi di osservazione.

Gli agenti, dopo aver assistito allo scambio, hanno seguito e raggiunto l’acquirente che si era allontanato a bordo della sua auto: durante il controllo è stato trovato in possesso dell’involucro contenente marijuana. L’acquirente ha così dichiarato di aver acquistato la droga dal 24enne e i poliziotti hanno deciso di perquisire l’abitazione del giovane.

Qui, nascosti in una scatola di scarpe, sono stati trovati 147 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e 165 euro in contanti, suddivisi in banconote di vario taglio.

Tutto il materiale trovato è stato sequestrato e il 24enne è stato posto agli arresti domiciliari nella propria abitazione.

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Attualità Foggia Lecce News

Grandine nelle province di Lecce e Foggia: la Puglia chiede lo stato di calamità

L’assessorato regionale all’Agricoltura della Puglia ha chiesto al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf) lo stato di calamità per le violente grandinate che hanno colpito i campi delle province di Lecce e Foggia tra maggio e giugno del 2024.

Gravi danni a vigneti, oliveti, alberi da frutto, coltivazioni di cereali e ortaggi si sono registrati, in particolare, nei territori di Nardò, Galatone e Copertino nel Leccese, a Ordona, Ischitella e Vieste in provincia di Foggia ma anche a Trinitapoli, nella Bat.

Nel 2024 sulla Puglia si sono abbattuti 84 eventi estremi

Nel 2024, evidenzia Coldiretti Puglia citando dati Eswd, su tutta la regione si sono già abbattuti 84 eventi estremi «con la siccità che ha ridotto allo stremo le campagne, facendo perdere in media un terzo delle produzioni».

I danni della grandine

Ma è la grandine, in particolare, «uno degli eventi climatici avversi più temuti dall’agricoltura per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo, perché colpisce frutta e ortaggi in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione», sottolinea l’associazione pugliese.

Le grandinate, aggiungono da Coldiretti, si ripetono «sempre con maggiore frequenza» con la dimensione dei chicchi che «risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis».

Per Coldiretti Puglia «siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – insiste l’associazione – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

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Cronaca News Taranto

Avetrana, droga nascosta sotto la sella della bici elettrica: arrestato un 43enne

Consegnava droga con una bicicletta elettrica il 43enne di Avetrana arrestato dai carabinieri della locale stazione con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I militari hanno fermato l’uomo e trovato, in un borsello nascosto sotto la sella, diverse dosi di marijuana perfettamente confezionate e pronte per la vendita.

L’uomo, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, utilizzava la bici elettrica per muoversi più velocemente e dare meno nell’occhio ai posti di controllo.

I militari hanno deciso di estendere la perquisizione a casa del 43enne trovando, nella credenza della cucina nascosti tra gli alimenti, altri 250 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e diverse bustine in plastica utilizzate per il confezionamento delle dosi.

La droga sequestrata, se immessa sul mercato illegale, avrebbe fruttato guadagni per circa duemila euro.

Tutto il materiale trovato è stato sequestrato mentre il 43enne è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione.

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Attualità Foggia News

Maia Rigenera, il Comune di Lucera verso l’ok per l’impianto. I comitati ai cittadini: «Ribellatevi»

Dopo anni di polemiche, stop, minacce occupazionali, studi istituzionali, report professionali e prescrizioni di Arpa, Ager con tanto di pause e chiusura estiva, voluta dall’allora sindaco Antonio Tutolo, per via delle nauseabonde emissioni odorigene che derivavano da Contrada Ripatetta, il Comune di Lucera parrebbe orientato ad approvare l’impianto anaerobico di compost di Maia Rigenera, ex Bioecoagrim.

Le proteste

Il Comitato Lucera Non Tace ODV col suo referente Francesco D’Angelo però non ci sta. «Il Comune sembra proseguire nel solco delle tante “distrazioni ambientali” delle passate amministrazioni e orientato a dare il suo parere positivo all’approvazione del progetto senza un dibattito approfondito nel Consiglio comunale. Né poteva esserci, visto che i consiglieri sanno poco o nulla del progetto, del suo impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica. E non risulta che stiano valutando attentamente la pubblica utilità del progetto. Finora si sono limitati ad ascoltare supinamente la decantazione della bontà del progetto da parte del diretto interessato (Maia Rigenera), rassegnati o velatamente favorevoli all’approvazione del progetto. In questo contesto “distratto” è apprezzabile lo sforzo del presidente della Commissione Speciale Ambiente e Salute Pubblica che ha invitato un organismo scientifico terzo accreditato quale l’Isde a fornire, nel merito, un’informazione più obiettiva e meno di parte».

La mobilitazione

Secondo il comitato i giochi sembrano fatti, a loro avviso la cittadinanza «è assopita nella sua indolenza». «Ogni volta che si ripresenta “la puzza”, grossolane eruzioni verbali di leoni della tastiera in pantofole si sprecano nella vetrina accattivante dei social dove questi effimeri fuochi di paglia si consumano nella durata di qualche click, lasciandosi dietro solo “la puzza”, il vuoto di iniziative e l’autocompiacimento».

Il comitato invita i lucerine e le lucerine a scuotersi e a mobilitarsi «facendo sentire forte il loro afflato collettivo ai politici locali contro la realizzazione dell’impianto Maia Rigenera nell’agro lucerino». «Va rotto il silenzio della comunità che altrimenti renderà tutti colpevoli di aver lasciato svendere la tutela dell’ambiente dell’ambiente, del proprio territorio, la salvaguardia della salute pubblica e il futuro delle prossime generazioni per meno di trenta denari», è la chiosa.

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Attualità Bari News

Bitonto sommersa dai rifiuti, il consigliere Natilla: «Sconvolto dagli abbandoni». Chieste misure drastiche

Il consigliere comunale di minoranza Franco Natilla ha lanciato nuovamente un grido d’allarme sulla grave situazione di abbandono di rifiuti che sta interessando il territorio bitontino. Dopo aver ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini, Natilla ha effettuato un sopralluogo in diverse zone della città, documentando con foto e video la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto.

Le strade invase

«È inaccettabile che un pugno di incivili deturpino il nostro territorio e inquinino l’ambiente – ha dichiarato Natilla – Ho visitato strade come via Megra, via Traiana e la Poligonale e sono rimasto sconvolto dalla quantità di rifiuti abbandonati».

Le richieste

Il consigliere ha inviato una nota al sindaco Ricci, chiedendo un intervento immediato e deciso. Tra le proposte avanzate con urgenza, Natilla ha chiesto di incrementare le attività di controllo del territorio, utilizzando fototrappole, droni e pattuglie. Il consigliere ha anche proposto di pubblicare con cadenza mensile un resoconto delle sanzioni ai trasgressori, diffondendo le immagini dei responsabili, nel rispetto della privacy.

Le denunce

Natilla ha invitato il sindaco a denunciare i colpevoli alle autorità competenti, ricordando che l’abbandono di rifiuti è un reato punibile con l’arresto e una salata multa: inoltre ha proposto di coinvolgere la Polizia Provinciale in azioni di contrasto al fenomeno. «Non possiamo più tollerare questa situazione – ha affermato Natilla – È necessario un intervento deciso e coordinato di tutte le istituzioni coinvolte per ripulire il nostro territorio e punire i responsabili». Infine l’appello a un’azione urgente: «Non è più tempo di indugiare – ha concluso Natilla – Bisogna passare all’azione con grande decisione e determinazione».

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Attualità Foggia News

Workshop, degustazioni e laboratori: Vieste celebra “La Settimana dell’Olio”

La Settimana dell’Olio è molto più di un evento, è un viaggio immersivo nel mondo dell’oro verde con la sapiente guida di esperti di fama nazionale ed è, soprattutto, un’occasione di confronto e crescita per tutti, in modo particolare per i produttori locali che sempre più puntano alla qualità. Con questo obiettivo si apre oggi a Vieste l’ottava edizione de “La Settimana dell’Olio”.

Il programma

La cinque giorni che si chiuderà il 30 agosto e che prevede 22 appuntamenti che porteranno appassionati e curiosi alla scoperta dell’olio extra vergine di oliva: workshop con degustazioni, assaggi guidati, laboratori, show cooking, incontri a tema, concerti, laboratori e mercatini. A fare da sfondo all’evento saranno luoghi suggestivi come uliveti secolari, frantoi, trabucchi, agriturismi e piazze della capitale del turismo pugliese.

Le dichiarazioni

«Saranno tante le occasioni per avvicinarsi al mondo dell’olio extra vergine di oliva», ha spiegato la direttrice organizzativa dell’evento Sabrina Pupillo, che ha dichiarato: «Anche quest’anno attraverso La Settimana dell’Olio diffonderemo la cultura dell’olio extra vergine di oliva tra i turisti presenti a Vieste, creando consumatori consapevoli in grado di dare il giusto valore a questo prezioso alimento, e tra i produttori che potranno avere sempre maggiori strumenti conoscitivi per continuare a migliorare le proprie produzioni da un punto di vista qualitativo e commerciale, come sta avvenendo negli ultimi anni grazie anche a questo importante appuntamento. La presenza di importanti ospiti, non solo del settore olio ma dell’enogastronomia in generale, consentirà di dare una maggiore eco all’evento e la giusta collocazione all’olio extra vergine di oliva: non un condimento o un alimento a sé stante, ma un ingrediente caratterizzante di ogni piatto. Le attività esperienziali previste accompagneranno i partecipanti alla scoperta di Vieste».

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Bari News Puglia

Carabiniere aggredito a Locorotondo, il sindacato: «Un codice rosso anche per noi» – L’INTERVISTA

«L’episodio dell’aggressione di Locorotondo fotografa la grande insicurezza in cui è costretto a lavorare il personale militare e delle forze di polizia in generale». Parte da qui l’analisi di Cataldo Demitri, segretario regionale per la Puglia del Nuovo sindacato Carabinieri.

Qual è la situazione per voi militari e poliziotti?

«Il personale delle forze di polizia non è per nulla tutelato. Le regole di base del nostro ingaggio sono antiquate e non adatte a fronteggiare le molteplici situazioni che ci si presentano tutti i giorni nello svolgimento del nostro lavoro. Il caso di Locorotondo è solo l’ultimo di una serie di episodi quotidiani che vedono protagonisti gli operatori delle forze di polizia. Veniamo continuamente insultati e aggrediti, oltre ad agire in contesti pericolosi e violenti».

Quali sono le regole?

«La linea guida principale a cui ci dobbiamo attenere è di evitare in tutti i modi possibili di arrivare al contatto con il soggetto che viene fermato. Ormai gli agenti hanno paura a intervenire per garantire la sicurezza e prevenire e reprimere i reati, anche perché qualsiasi conseguenza è a carico nostro. Sono situazioni che demotivano il personale. Ogni minimo errore può scatenare una denuncia, un processo penale, provvedimenti disciplinari, blocchi di carriera. A cui vanno aggiunte le spese legali e le conseguenze economiche e psicologiche. L’operatore di polizia può essere sospeso e subisce una serie di svantaggi».

Per garantire la sicurezza degli agenti recentemente è stato introdotto l’utilizzo dei taser. Quali sono le linee guida che dovete seguire per utilizzarlo sul campo? Serve davvero a tutelare agenti e militari?

«Il taser è uno strumento valido perché evita il contatto tra operatore di polizia e soggetto fermato, respingendo la violenza. Ma nasce già come estrema ratio per bloccare qualcuno. Il suo utilizzo, infatti, non è così immediato poiché innanzitutto vanno rispettati tre principi: la proporzionalità rispetto al pericolo, la necessità dell’uso e l’adeguatezza. Oltre a questo, l’utilizzo del taser per l’operatore di polizia si divide in cinque passaggi obbligatori: l’individuazione del pericolo, l’annuncio dell’utilizzo, mostrare l’arma al soggetto, fare un avvertimento con puntamento nei confronti del soggetto e infine l’uso vero e proprio con l’esplosione dei due dardi. Tutti questi passaggi vanno espletati nell’arco di pochi minuti e l’operatore di polizia deve decidere velocemente e in situazioni di pericolo (sia per sé che per la persona sulla quale si sta intervenendo) se ricorrere al taser oppure no. Questo strumento va utilizzato con cautela anche per salvaguardare la vita altrui, non possiamo prevedere in anticipo come il soggetto reagirà alla scarica elettrica. Per quanto riguarda l’Arma dei carabinieri, al momento l’abilitazione all’uso del taser è prevista solo per i nuclei radiomobili e non per i militari dei comandi stazione. Anche se l’amministrazione sta progressivamente agendo per estendere anche a loro l’utilizzo. Ma resta la paura da parte degli operatori a utilizzarlo».

Come mai?

«A luglio del 2024 in Alto Adige due militari hanno usato il dispositivo su un soggetto che si era reso estremamente violento e a seguito di questo dopo due ore è morto in ospedale. Certo è un mezzo che lo Stato ci fornisce ma come conseguenza di questo episodio c’è stata una campagna mediatica a suo sfavore, i colleghi sono stati sottoposti a indagine e a provvedimenti disciplinari. Automaticamente ci ritroviamo sempre in svantaggio. Gli operatori di polizia non possono utilizzare i mezzi perché sono più i rischi a cui vanno incontro che i benefici. Le forze di polizia dovrebbero garantire la sicurezza dei cittadini ma allo stato attuale delle cose non riescono nemmeno a proteggere loro stessi».

Quali potrebbero essere allora le soluzioni per tutelare gli operatori della sicurezza?

«Andrebbe proposto un dispositivo simile al Codice rosso che viene applicato in caso di violenza sulle donne, sia fisica che verbale, certo con tutti gli adeguamenti e gli aggiustamenti del caso. Noi operatori di polizia non possiamo toccare nessuno, e va bene, ma allora nemmeno noi dobbiamo essere toccati perché quando siamo in servizio rappresentiamo lo Stato che deve garantire l’incolumità di tutti. Il mio appello come rappresentate sindacale della regione Puglia è quello di attenzionare tutti questi episodi che si verificano, perché tutti i giorni migliaia di carabinieri vengono aggrediti fisicamente. Fa più scalpore un militare che utilizza il taser e provoca un danno, involontario, che un violento che picchia un agente. E aggiungo un ultimo elemento: queste persone sanno che se si macchiano del reato di oltraggio a pubblico ufficiale non sono esposti a chissà quali conseguenze, non sempre vengono arrestati e se lo sono riconquistano la libertà quasi immediatamente. Tra l’altro perché esista la fattispecie del reato devono esserci per forza più persone. Se l’oltraggio avviene magari in una strada buia e senza testimoni, non possiamo rivalerci legalmente».

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Attualità Lecce News Salute

“Fazzi”, dopo la Legionella c’è lo stop all’acqua calda: i sindacati a Lecce invocano test su degenti e medici

Allarme Legionella all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Anna Patrizia Barone, direttore medico del presidio ospedaliero, e Roberta Tornese, dirigente medico, con una nota inviata ai referenti infermieristici delle unità operative di Malattie infettive e Psichiatria, hanno imposto il divieto di utilizzare l’acqua calda sanitaria per l’igiene personale dei pazienti raccomandando di utilizzare l’acqua in bottiglietta per il lavaggio dei denti e le salviettine umidificate per l’igiene. Tutto questo si rende necessario in seguito ai risultati degli ultimi campionamenti effettuati nel reparto di Malattie infettive.

Il sindacato

«Si adottino tutti i provvedimenti necessari per prevenire il rischio Legionella nelle unità operative di Malattie infettive e Psichiatria del “Vito Fazzi” di Lecce. Si provveda, inoltre, a sottoporre il personale sanitario e i pazienti all’esame per la ricerca dell’antigene della Legionella per la sicurezza degli ambienti di lavoro». La richiesta è di Francesco Perrone, segretario regionale del sindacato Fsi-Usae. Asl Lecce fa sapere che sono stati avviati i lavori di bonifica dell’impianto idrico dell’intera palazzina dove si trova l’unità operativa di Malattie infettive. Per oggi è previsto l’intervento di disinfezione con iperclonazione per cui è stato disposto il blocco dei ricoveri. I pazienti ricoverati nel reparto, sottoposti a tutte le analisi necessarie, non sono stati trasferiti e beneficiano di tutta l’assistenza e delle cure necessarie. Dagli esami di laboratorio effettuati emerge che non c’è nessun cluster e che nessuno dei pazienti ricoverati nelle Malattie Infettive e nel servizio pschiatrico di diagnosi e cura presenta sintomatologia da Legionella. Gli esami saranno ripetuti tra 10 giorni. Tutto questo è precisato dall’azienda sanitaria locale. «Nessuna negligenza, né sottovalutazione quindi, ma un iter regolare, nel rispetto di norme e della salute individuale e pubblica», sottolinea Asl Lecce. «La sola bonifica non basta», incalza Perrone.

I luoghi a rischio

La Legionella è una malattia infettiva abbastanza grave. «Da qui l’importanza di contenere la proliferazione incontrollata del batterio Legionella in tutti quei luoghi considerati più a rischio», spiega il sindacalista. Quindi, grande attenzione negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di cura.

Le norme di sicurezza

«Asl Lecce, per rispettare le norme di sicurezza, dovrebbe effettuare l’analisi della Legionella accreditata; munirsi del documento di valutazione del rischio Legionella; creare un registro con gli interventi di gestione ordinari e straordinari degli impianti; garantire interventi di bonifica e trattamenti di prevenzione; attestare gli adempimenti alle linee guida del ministero della Salute con relativo certificato di avvenuto controllo», sottolinea il sindacalista Perrone.

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Serie C, debutto convincente per il Monopoli: Colombo stende la Turris. È 2-0

Buona la prima! Il Monopoli sbanca il “Liguori” di Torre del Greco con il punteggio di 2-0 e incassa i primi tre punti, grazie ad una gara ben condotta e messa in discesa già nella prima frazione grazie al doppio vantaggio firmato da Vazquez e Pace.

La partita

A sorpresa Colombo stravolge la formazione per giocare con i tre under dall’inizio. Esordio da titolare per Scipione a destra al posto di Viteritti. Cristallo occupa invece la posizione di braccetto destro. Pronti via e dopo quattro minuti il Monopoli alla prima occasione passa in vantaggio. Borello lavora un bel pallone a destra e serve Cristallo che di prima intenzione telecomanda la sfera sulla testa di Vazquez che insacca sul secondo palo. Il gol mette subito sui binari giusti la gara per gli ospiti che difendono ordinati e conducono la gara su ritmi bassi spingendo la Turris a scoprirsi. La reazione dei corallini è tutta in una conclusione fuori misura di Porro dalla distanza. La gara scivola in totale controllo per i ragazzi di Colombo che al 36’ mettono ancora paura alla Turris con Borello che da dentro l’area perviene alla conclusione ma Marcone è attento e respinge. Sul corner successivo il gabbiano raddoppia. La palla calciata da Scipioni arriva a Pace che strozza il tiro col mancino dal limite dell’area. La sfera, complice anche una deviazione maldestra sulla linea di Cocetta, termina nel sacco. La rete non sembra saziare gli ospiti. Pace è scatenato e al 40’ in contropiede si mette in proprio e dopo una lunga cavalcata perviene al tiro debole e centrale, facile per l’estremo campano.

Le squadre vanno al riposo con il Monopoli meritatamente in vantaggio 2-0. In avvio di ripresa i biancoverdi si fanno ancora vedere in avanti con Borello che ruba palla a centrocampo e si invola verso l’area di Iuliano, subentrato a Marcone, ma il suo sinistro dal limite dell’area non inquadra la porta. In campo c’è solo una squadra. Al 13’ Battocchio si inventa un lancio di cinquanta metri per Scipioni che attacca lo spazio, controlla bene ma il suo tiro da posizione defilata termina al lato. Nell’ultimo quarto d’ora Colombo, nonostante la squadra abbia rischiato poco o nulla fino a quel momento, preferisce coprirsi con l’inserimento di un centrocampista in più (Bulevardi) ed il passaggio ad un compatto 3-5-1-1. Mossa preventiva che risulterà poi inutile perché la Turris gioca gli ultimi dieci minuti in inferiorità numerica a causa dell’espulsione comminata a Cocetta per doppia ammonizione.

Passerella finale

Conte ridisegna la Turris con il 4-3-1-1 con l’obiettivo di non subire altre reti. Colombo concede la passerella finale a Cellamare ed all’esordiente De Palo. Dopo quattro minuti di recupero l’arbitro decreta la fine delle ostilità e la prima vittoria stagionale in campionato per il gabbiano.

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