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Bari Sport

Bari, rosa corta e mercato bloccato: solo 16 i calciatori schierati da Longo. Tante ipotesi e nessuna certezza

Una traccia ben definita, disegnata con chiarezza e convinzione durante tutto il precampionato, ma che oggi vacilla, con l’aggravante di non possedere valide alternative capaci di consolidarla e avendo sullo sfondo enormi incognite sull’esito del calciomercato. La vigilia della gara casalinga contro il Sassuolo è già carica di preoccupazioni e incertezze in casa Bari. Le ansie e i tormenti maggiori pervadono soprattutto mister Moreno Longo, alle prese con una situazione delicatissima, che difficilmente avrebbe pronosticato a giugno, quando ha accettato la panchina biancorossa. Il tema riguarda in particolare il tasso qualitativo della squadra, al momento ben al di sotto delle aspettative dell’allenatore piemontese, e di conseguenza il livello di competitività della formazione pugliese in rapporto all’obiettivo playoff, stabilito a motori spenti dal presidente Luigi De Laurentiis. A quattro giorni dalla chiusura della campagna trasferimenti bisogna fare i conti con gravi lacune in tutti i reparti. Non è un caso che l’ex allenatore del Como finora abbia messo in pratica uno spartito fatto di pochissime ‘note’.

Panchina corta

L’impianto di gioco, tecnico e tattico, proposto da Longo trova il suffragio dei numeri relativi alle presenze dei calciatori: su una rosa attualmente composta da 23 tesserati, ha puntato su appena 16 elementi, numero che sale a 18 considerando i dati ufficiali riguardanti il minutaggio. Un segnale chiaro, che indirettamente mette in luce la scarsa qualità della squadra. Come aveva già fatto durante le amichevoli estive, sia in Coppa Italia e sia in campionato ha proposto uno schieramento pressoché identico, soprattutto nei ruoli chiave. Il pacchetto dei 3 difensori è lo specchio dei limiti che in questa fase della stagione vive il Bari: Pucino, Vicari e Obaretin hanno giocato tutte le partite finora disputate dai biancorossi, ufficiali e non.

I segnali di fiducia lanciati nel precampionato, dove per la verità non erano mancate sbavature, si sono spenti inesorabilmente con l’impatto con la serie B, subendo 5 reti in appena due gare. I tre centrali hanno collezionato 270 minuti. Massimo minutaggio anche per Sibilli e Benali. A seguire, tra i più utilizzati, ecco Dorval (180), Lasagna (176), Favasuli (167) e, a sorpresa, Maita (130). Sopra i 100 minuti giocati figurano anche Oliveri (124), Novakovich (121), Maiello (120), Sgarbi (117) e infine Manzari (105). Gli ultimi tre calciatori mandati in campo da Longo sono Ricci (90), Lulic (20) e Morachioli (uno). Zero minuti giocati per Mantovani, Matino, Astrologo, Faggi e Bellomo, oltre ai portieri Pissardo e De Giosa.

I ricambi dell’undici

I dati delle statistiche appena illustrate risentono in alcuni casi di variazioni apportate dall’allenatore, in particolare nell’ultima gara di campionato: è il caso di Maita, partito sempre dalla panchina, ma che contro il Modena ha sostituito l’infortunato Maiello a centrocampo; di Oliveri, titolare contro gli emiliani al posto di Favasuli, fino a quel momento insostituibile in corsia destra; di Manzari, preferito a Sgarbi sulla trequarti, e infine di Novakovich, che ha scavalcato Lasagna nel ruolo di terminale offensivo.

Turnover

Contro il Sassuolo, reduce dal pareggio esterno con il Catanzaro e dalla vittoria casalinga con il Cesena, anche per effetto dei tre impegni ravvicinati in campionato, ma anche per ragioni di ordine tecnico, Longo potrebbe apportare ancora alcune variazioni: in rampa di lancio c’è Mantovani. Anche Ricci scalpita. Verso la conferma Manzari e Novakovich.

Il mercato resta bloccato. Tante ipotesi, nessuna certezza

Quasi 20 giorni senza operazioni di mercato in entrata, con un organico che necessita di almeno altri 4 titolari. Quando mancano solo 4 giorni alla chiusura della finestra estiva della campagna trasferimenti dei calciatori appare inspiegabile l’immobilismo del Bari. L’ultimo movimento perfezionato dal ds Magalini porta la data del 7 agosto, quando il club biancorosso ha ufficializzato l’ingaggio, in prestito secco dall’Ascoli, del centrale di difesa Mantovani, per altro ancora a caccia del debutto. Cosa stia frenando il lavoro del direttore sportivo è un mistero.

Questione di denaro

Voci di corridoio sussurrano di problematiche relative al budget. Circostanza che avrebbe dell’incredibile, dal momento che proprio il presidente del Bari Luigi De Laurentiis, nella prima conferenza stampa della stagione, aveva garantito la stessa capacità economica utilizzata nello scorso campionato, annunciando tempi rapidi nell’allestimento della rosa. Al netto di ipotesi e rumors, c’è però un dato inequivocabile: nonostante le pressioni esercitate, anche mediaticamente, dall’allenatore Moreno Longo, e mentre all’ombra del Vesuvio la ‘sorella maggiore’ del club pugliese è scatenata a suon di decine di milioni per accontentare Conte, il mercato in entrata del Bari resta ancora bloccato. La casella da colmare con urgenza è quella di un difensore.

Le richieste del tecnico

Longo chiede con insistenza un profilo che sia capace di pareggiare il livello tecnico garantito fino a tre mesi fa da Di Cesare. Un principio che l’allenatore vorrebbe fosse fonte di ispirazione per tutte le operazioni mancanti. Il timore infatti è che fino al 30 agosto, proprio a causa di limiti economici, l’area mercato completi sì l’organico, ma con calciatori che non siano in grado di alzare il livello qualitativo e di competitività della squadra. La lista in entrata comprende anche un centrocampista (due in caso di uscite) e un trequartista. Per rinforzare il pacchetto di centrali è tornato di moda il nome di Bettella. Il 24enne del Monza è stato proposto al club pugliese; nella scorsa stagione ha vestito la maglia del Palermo (19 presenze). Oltre al classe 2000 in lizza restano anche Veseli e il polacco Szyminski (Frosinone). Alla porta del Bari ha bussato anche il Genoa per sondare la disponibilità della società biancorossa a valutare il profilo di Masini, 23enne centrocampista, nello scorso campionato in forza all’Ascoli (25 presenze e 2 gol). Sulla trequarti è corsa a due Partipilo-Falletti. In uscita Lulic, Morachioli, Scafetta e Faggi. Oggi è atteso a Bari Luigi De Laurentiis. La speranza è che porti in valigia anche una dote da mettere a disposizione di Magalini, capace di poter imprimere finalmente una svolta ad operazioni indispensabili per permettere a Longo di lavorare con serenità. p.r.

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Bari Sport

Serie C, debutto convincente per il Monopoli: Colombo stende la Turris. È 2-0

Buona la prima! Il Monopoli sbanca il “Liguori” di Torre del Greco con il punteggio di 2-0 e incassa i primi tre punti, grazie ad una gara ben condotta e messa in discesa già nella prima frazione grazie al doppio vantaggio firmato da Vazquez e Pace.

La partita

A sorpresa Colombo stravolge la formazione per giocare con i tre under dall’inizio. Esordio da titolare per Scipione a destra al posto di Viteritti. Cristallo occupa invece la posizione di braccetto destro. Pronti via e dopo quattro minuti il Monopoli alla prima occasione passa in vantaggio. Borello lavora un bel pallone a destra e serve Cristallo che di prima intenzione telecomanda la sfera sulla testa di Vazquez che insacca sul secondo palo. Il gol mette subito sui binari giusti la gara per gli ospiti che difendono ordinati e conducono la gara su ritmi bassi spingendo la Turris a scoprirsi. La reazione dei corallini è tutta in una conclusione fuori misura di Porro dalla distanza. La gara scivola in totale controllo per i ragazzi di Colombo che al 36’ mettono ancora paura alla Turris con Borello che da dentro l’area perviene alla conclusione ma Marcone è attento e respinge. Sul corner successivo il gabbiano raddoppia. La palla calciata da Scipioni arriva a Pace che strozza il tiro col mancino dal limite dell’area. La sfera, complice anche una deviazione maldestra sulla linea di Cocetta, termina nel sacco. La rete non sembra saziare gli ospiti. Pace è scatenato e al 40’ in contropiede si mette in proprio e dopo una lunga cavalcata perviene al tiro debole e centrale, facile per l’estremo campano.

Le squadre vanno al riposo con il Monopoli meritatamente in vantaggio 2-0. In avvio di ripresa i biancoverdi si fanno ancora vedere in avanti con Borello che ruba palla a centrocampo e si invola verso l’area di Iuliano, subentrato a Marcone, ma il suo sinistro dal limite dell’area non inquadra la porta. In campo c’è solo una squadra. Al 13’ Battocchio si inventa un lancio di cinquanta metri per Scipioni che attacca lo spazio, controlla bene ma il suo tiro da posizione defilata termina al lato. Nell’ultimo quarto d’ora Colombo, nonostante la squadra abbia rischiato poco o nulla fino a quel momento, preferisce coprirsi con l’inserimento di un centrocampista in più (Bulevardi) ed il passaggio ad un compatto 3-5-1-1. Mossa preventiva che risulterà poi inutile perché la Turris gioca gli ultimi dieci minuti in inferiorità numerica a causa dell’espulsione comminata a Cocetta per doppia ammonizione.

Passerella finale

Conte ridisegna la Turris con il 4-3-1-1 con l’obiettivo di non subire altre reti. Colombo concede la passerella finale a Cellamare ed all’esordiente De Palo. Dopo quattro minuti di recupero l’arbitro decreta la fine delle ostilità e la prima vittoria stagionale in campionato per il gabbiano.

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Potenza Sport

Serie C, il Potenza agguanta il Messina allo scadere: in Sicilia finisce 2-2

Inizia con un pareggio il campionato del Potenza di Pietro De Giorgio. I lucani trovano il gol del 2-2 contro il Messina a tempo praticamente scaduto. Dopo essere passati in vantaggio nel primo tempo grazie al solito Salvatore Caturano, i lucani vengono rimontati dalla doppietta di Gennaro Anatriello. Nell’ultima azione e dopo il rosso a Manetta, Bruno Verrengia segna del definitivo 2-2 al ‘San Filippo-Scoglio’ di Messina.

Primo tempo

I lucani partono bene e creano la prima occasione già al quarto. Caturano cerca subito il gol, ma Curtosi blocca la conclusione senza troppi problemi. Il Messina risponde al 20esimo. Pedicillo arriva al limite e calcia a giro sul secondo palo, ma Cucchietti respinge. Due minuti dopo il portiere rossoblù blocca in due tempi una conclusione di Frisenna dal limite. Al 29esimo passa in vantaggio il Potenza grazie a Salvatore Caturano. Dopo il tocco corto di D’Auria da angolo, Felippe crossa per il capitano rossoblù, che di testa anticipa Curtosi in uscita e segna la rete dell’1-0. I ritmi si abbassano, con il Messina che non riesce a creare nuovi pericoli. Il Potenza va vicino al raddoppio al 44esimo con una doppia occasione. Curtosi prima respinge una conclusione di D’Auria, poi sul prosieguo dell’azione l’ex Turris calcia alto. Dopo 4 minuti di recupero, l’arbitro Molfetta fischia la fine del primo tempo. Potenza meritatamente avanti grazie al gol di Caturano.

Secondo tempo

Nella ripresa cambia il copione, con il Messina che parte fortissimo. Al 50esimo arriva la rete del pareggio. Pedicillo serve Anatriello che deposita in rete da pochi passi. Cinque minuti dopo arriva il sorpasso dei siciliani. Ancora protagonisti Pedicillo e Anatriello che sfruttano una difesa del Potenza decisamente ferma. Secondo assist per il classe 2003 ancora per Alatriello che insacca di testa. Il Potenza prova ad alzare il baricentro per cercare la rete del pareggio. Le occasioni non arrivano fino al 90esimo. Nei 7 minuti di recupero i lucani assediano il Messina che si rintana nell’area di rigore. Al 95esimo Manetta, già ammonito, viene espulso per un fallo al limite dell’area. Dal calcio piazzato seguente, Firenze pennella sulla testa di Bruno Verrengia, che a tempo scaduto segna il 2-2. Molfetta fischia poi la fine: il Potenza si salva all’ultimo respiro.

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Potenza Sport

Serie C, il Picerno dà spettacolo: l’Avellino demolito 4-1. Volpicelli, che doppietta

Inizio da favola per il Picerno che si mette alle spalle una settimana movimentata. In un ‘Curcio’ sold-out, i lucani di Francesco Tomei asfaltano 4-1 l’Avellino. Protagonista della sfida Emilio Volpicelli. Arrivato per far dimenticare Murano, l’ex Pineto segna una doppietta all’esordio dopo il gol iniziare siglato da Gabriele Pagliai. Nel finale l’Avellino accorcia le distanze con Gabriele Gori, ma poi Pablo Vitali la chiude con un gran gol. Buona la prima per i rossoblù.

Primo tempo

Dopo appena un minuto il Picerno prova a far male. Pagliai serve Santarcangelo che gira di prima, ma Iannarilli blocca. I ritmi sono bassi, con i rossoblù che provano a fare la partita. Al 17esimo Petito si costruisce una grande occasione. Solito strappo sulla trequarti avversaria, arriva al limite e calcia di sinistro, ma Iannarilli respinge. Quattro minuti più tardi arriva la risposta dell’Avellino. Russo spizza per Patierno che calcia di prima intenzione, ma la palla termina sull’esterno della rete. Con il passare dei minuti, i campani aggrediscono più alti e provano a proporre gioco, ma i ritmi rimangono bassi e non arrivano occasioni pericolose. L’arbitro Turrini concede quattro minuti di recupero. Al duplice fischio, Picerno e Avellino rientrano negli spogliatoi sul punteggio di 0-0.

Secondo tempo

I lucani partono fortissimo all’inizio della ripresa. Già al 48esimo una grande occasione. Santarcangelo appoggia a rimorchio per Petito che calcia di prima, ma Iannarilli devia in angolo la palla destinata sotto la traversa. Le squadre si allungano, ma non ne beneficia lo spettacolo. I lucani sempre padroni del gioco, ma l’Avellino prova a far male in verticale. Al 61esimo esordio per Volpicelli, arrivato per sostituire Murano. Una manciata di minuti dopo si sblocca la gara. Gabriele Pagliai raccoglie una palla sulla trequarti, sterza sul destro e fulmina un non irreprensibile Iannarilli con un diagonale che termina nell’angolino. Primo gol tra i professionisti per il classe 2002.

Dieci minuti dopo il Picerno raddoppia. Azione confusa nell’area dell’Avellino: Volpicelli colpisce la traversa, sulla respinta Vitali sbatte di nuovo sul legno e poi è proprio il subentrato ad appoggiare in rete. Primo gol per il nuovo acquisto rossoblù. La risposta dell’Avellino arriva all’84esimo: Redan ci prova da posizione defilata, ma Summa blocca. Due minuti dopo il portiere del Picerno esce male, Frascatore prova il tap-in ma Allegretto evita la rete. All’87esimo la chiudono i lucani. Grande azione di contropiede, con Maiorino che serve Volpicelli: Iannarilli spiazzato e doppietta personale per il classe 1992. Dopo il terzo gol, i lucani staccano la spina e i campani provano un disperato forcing finale.

L’Avellino la riapre al 90esimo. Russo batte un angolo, Gabriele Gori svetta più in alto di tutti e fulmina Summa per la rete del 3-1. Due minuti ci riprova, calcia a giro dal limite e colpisce il palo. Nell’ultimo minuto di recupero, il Picerno segna il quarto gol. Vitali dribbla un avversario, scarta anche Iannarilli e deposita in rete la palla del definitivo 4-1.

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Bari Sport

Bari, già aria di contestazione. I tifosi biancorossi: «Tirate fuori i rinforzi»

Esplode la protesta dei gruppi organizzati della Curva Nord di Bari all’indirizzo della proprietà biancorossa. Uno striscione affisso all’esterno dello stadio San Nicola, riporta un testo che non lascia spazio a interpretazioni: «Una società senza monete, una storia che si ripete, tirate fuori i rinforzi!».

Ancora più diretto e senza mezzi termini il comunicato congiunto dei gruppi degli ultras baresi, uscito alle 22:30 precise di domenica 25 agosto: «Errare è umano, perseverare è diabolico», si legge. Pesanti i giudizi dei tifosi biancorossi nei confronti della società nella seconda parte della nota e nel finale l’invito: «Cambiate rotta. E alla svelta. Meglio ancora, vendetela. Bari contro la multiproprietà».

Il malumore dei tifosi era evidente anche nella gara col Modena e sicuramente sarà evidente anche martedì sera contro il Sassuolo al San Nicola.

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Bari Sport

Difesa colabrodo e nessun leader: è allarme in casa Bari a 5 giorni dalla chiusura del mercato

Poco meno di 30 minuti giocati con intensità e fame, come aveva comandato mister Longo. Piccoli spiragli di luce, all’insegna della reazione dopo i tre schiaffi subiti all’esordio. Per il resto soltanto il buio, nella testa e nelle gambe. Il segnale che matura dal “Braglia”, dove il Bari venerdì sera ha subito la seconda sconfitta consecutiva in campionato in due partite, fa suonare forte e chiaro l’allarme rosso: la squadra allestita finora è in evidente difficoltà, con un organico ancora inadeguato a reggere l’urto della categoria, tanto meno a lottare concretamente per i playoff, obiettivo fissato a luglio scorso dal presidente Luigi De Laurentiis.

Difesa colabrodo

Cinque reti subite in 180 minuti, tre delle quali su palla inattiva. Spaventa l’incapacità della squadra di respingere i pericoli creati sul gioco aereo: ai due gol incassati in fotocopia contro la Juve Stabia, sugli sviluppi di calcio d’angolo, ha fatto il paio la rete del sorpasso modenese siglata da Pedro Mendes, lasciato colpevolmente solo da Obaretin in area piccola. Anche contro gli emiliani, il Bari ha sofferto terribilmente i corner, non dando mai la sensazione di una gestione sicura di quel tipo di situazione di gioco. I 90 minuti contro il Modena hanno confermato i limiti manifestati dalla retroguardia anche durante la preseason, ricalcando il copione da horror già recitato dal Bari in fase di non possesso nello scorso campionato, con premi Oscar in negativo assegnati ancora sul piano delle individualità.

Cercasi leader

Lo ha rimarcato anche Longo nel post gara, attraverso la sua proverbiale onestà intellettuale: un fattore che anziché suscitare irritazione dovrebbe al contrario essere apprezzato dalla proprietà, laddove l’obiettivo sia davvero quello di costruire e guardare lontano. Dopo l’addio al calcio giocato di Valerio Di Cesare, il Bari ha perso uno degli ultimi leader, in campo e spogliatoio. Si vive delle solite fiammate estemporanee di Sibilli in fase di costruzione, insieme a un gagliardo Manzari, al “Braglia” in palla, insieme a Oliveri nel primo tempo. Per il resto la sensazione è che ci si limiti a svolgere il compitino, finendo, nel tentativo di puntare al 6 in pagella, per incappare in errori marchiani dal peso specifico rilevante sull’economia del risultato. Le marcature saltate in occasione di tre dei cinque gol subiti nelle prime due partite di campionato sono un dato che fa accapponare la pelle, lasciando sgomento innanzitutto l’allenatore che invece, sin dal ritiro di Roccaraso, aveva dedicato un’attenzione maniacale a ogni situazione di gioco. Fa specie, in tal senso, la grave leggerezza di Vicari, responsabile del fallo da rigore per il gol del momentaneo pareggio dei padroni di casa. Il neo capitano del Bari sta faticando più del previsto nel reggere il peso dell’eredità raccolta dall’ex compagno di reparto. Gli equilibri difensivi al momento sono un’utopia. L’assenza di Di Cesare, unita a quella di nuovi leader tecnici, dei quali per ora non c’è traccia, sta rendendo ancora più complicato il percorso del neo capitano e quello di tutta la squadra.

Promessa non mantenuta

«Quest’anno non ci saranno ritardi nell’allestimento della rosa» aveva annunciato il presidente Luigi De Laurentiis durante presentazione di Magalini e Longo. Mancano cinque giorni alla chiusura del mercato. Il Bari necessita ancora di almeno quattro titolari capaci di alzare il tasso qualitativo: due difensori, un centrocampista e un trequartista. Longo confida nel miracolo. Nel frattempo l’allenatore resta troppo solo nei suoi tormenti.

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Lecce News Sport

Serie A, seconda sconfitta per i giallorossi: Inter-Lecce 2-0. Sintesi del match

Dopo la brutta sconfitta in casa contro l’Atalanta, i giallorossi non invertono il trend negativo e in un San Siro sold-out non vanno oltre il 2-0. I nerazzurri si impongono sul Lecce con i gol di Darmian al 5′ e con il rigore trasformato da Calhanoglu, dopo un grave errore di Gaspar. La seconda giornata di Serie A 24/25 si chiude con ancora 0 punti e un ultimo posto in classifica per gli uomini di Gotti.

Formazioni ufficiali

INTER (352): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Di Marco; Taremi, Thuram. Allenatore: Inzaghi.

LECCE (4231): Falcone; Gendrey, Gaspar, Baschirotto, Gallo; Ramadani, Pierret; Banda, Rafia, Dorgu; Krstovic. Allenatore: Gotti.

Sintesi del match

Primo tempo
Dopo un continuo possesso, al 5′ la sblocca Darmian: cross sulla sinistra di Di Marco, spizza di testa Taremi che, involontariamente, offre un assist facile facile per la testa dell’esterno ex United. Inter-Lecce 1-0. Continua l’assedio degli uomini di Inzaghi che, al 14′, sfiorano il raddoppio con Barella che raccoglie una respinta di Falcone e ci prova in sforbiciata, salva di testa Baschirotto. Dopo il solito cooling break al 25′, succede poco altro nell’afa milanese; ammonizione di Gallo al 30′ e una buona occasione di Rafia che viene fermata dall’ottimo intervento difensivo di Calhanoglu. Finisce 1-0 il primo tempo dopo i 2 minuti di recupero assegnati dall’arbitro Di Marco.

Secondo tempo
Parte in attacco l’Inter che, al 49′, con Thuram sfiora il 2-0, il francese non scarta il cioccolatino offerto da Barella e spara di poco a lato con il piede debole. Al 51′ Banda, quasi da metà campo, fa partire un cross verso la testa di Baschirotto, il difensore colpisce ma il tiro è troppo debole per impensierire Sommer. Un minuto più tardi succede il panico nell’area di rigore giallorossa: incertezza difensiva di Gaspar che sfiora la caviglia di Taremi, l’ex Porto da terra serve Thuram, murato da Falcone. Attacca il Lecce: prima Ramadani da fuori area col sinistro, poi cross di Gallo per Krstovic che non ci arriva. Al 60′ giallo per Banda e al 62′ fuori proprio lui e Rafia, dentro Pierotti e Tete Morente.

Al 66′ Pierret mette un buon cross in area, sbuca il solito Krstovic che colpisce bene, la blocca il portiere svizzero. Solo un minuto dopo arriva il calcio di rigore per l’Inter: Gaspar trattiene vistosamente Thuram e il direttore di gara concede il penalty dagli 11 metri. Calhanoglu spiazza Falcone e fa 2-0. All’84esimo Gotti inserisce Berisha e Coulibaly per Krstovic e Pierret. All’87’ arriva il vero primo tiro in porta degli ospiti con Dorgu che, con un sinistro dal limite, impegna i guantoni dell’estremo difensore nerazzurro. Al 92′ arriva una seconda occasione per riaprila, stavolta con Berisha che fa partire un gran tiro rasoterra, si tuffa e devia in angolo Sommer. Dopo i 6 minuti di recupero, termina 2-0 fra Inter e Lecce a San Siro.

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Foggia Sport

Poker con brivido dell’Audace a Biella. Il Cerignola batte la Juventus Next Gen

Un Cerignola forza quattro obbliga al ko la Juventus Next Gen. È con i fiocchi l’esordio in campionato dell’Audace che espugna Biella (3-4) con un successo meno rotondo, dopo una mezza sbandata nel recupero. Subito titolare Salvemini in attacco, a comporre la coppia offensiva con Cuppone: Raffaele sceglie anche Martinelli nel trio di difesa. Montero opta per un 3-4-2-1.

Il primo tempo

Avvio di buona lena degli ofantini, subito aggressivi e alla prima occasione, le ‘cicogne’ sbloccano: cross tagliato di Russo, Cuppone accarezza quasi di tacco lasciando senza possibilità di replica Daffara. Schema su angolo bianconero: Puczka di testa manda di un soffio a lato. Il Cerignola raddoppia al minuto 20: Tascone in profondità, Paolucci assiste di fino Salvemini, che non sbaglia. La praticità e l’evidenza della pressione degli ospiti si traduce alla perfezione otto giri di lancette più tardi, quando una ennesima palla recuperata da Ligi trova Paolucci e poi Salvemini: assist per Cuppone che salta il portiere e realizza il tris. La nuova coppia offensiva dell’Audace si presenta già assai tirata a lucido. Dopo una mezzora in grandissima difficoltà, la Juventus Next Gen prova a risalire una corrente fatta di numerosi errori in impostazione. I ragazzi di Montero hanno un sussulto nel finale di frazione, Palumbo tira fuori dal cilindro un sinistro da posizione defilata che si spegne all’incrocio per la rete ad accorciare le distanze (43’). Nemmeno sessanta secondi e l’assolo di Anghelè si conclude con un tiro fuori dallo specchio, ultima annotazione del tempo inaugurale.

Il secondo tempo

Nella ripresa, Salvemini impegna Daffara. Malgrado i cambi, restano abbastanza impacciati i bianconeri; dall’altra parte Gagliano dà il cambio a Salvemini all’ora di gioco. I gialloblù restano in dieci al 63’, quando Ligi trattiene Da Graca al limite dell’area e l’arbitro propende per il fallo da ultimo uomo. Raffaele corre ai ripari, inserendo Visentin e Tentardini in luogo di Cuppone e Russo. Seppur in inferiorità numerica, il poker arriva (74’) su rigore trasformato da Gagliano, provocato da un braccio largo di Scaglia su tiro di Martinelli. Nell’extra time, Amaradio e Scaglia fissano il punteggio sul 3-4.

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Sport Taranto

Taranto si arrende solo su rigore. Il Giugliano lo castiga con l’ex Romano

Con onore il Taranto cede le armi al Giugliano, che si impone di misura per 1-0, per giunta su calcio di rigore. In molti avrebbero immaginato un risultato più ampio, per gli evidenti problemi di formazione dei rossoblù. Dunque merito ai ragazzi di Carmine Gautieri, per avere giocato a testa alta e a viso aperto. Il primo Taranto della stagione è piaciuto, ma è chiaro che ci sia tanto lavoro da fare. Le premesse sono buone e si può lavorare con serenità nonostante la battuta d’arresto. Nel suo 4-3-3, il tecnico incastona Del Favero tra i pali, Mastromonaco, De Santis, Matera ed Enrici in difesa. A centrocampo agiscono Verde, Fiorani e Schirru, mentre il tridente offensivo è composto da Fabbro, De Marchi e Garau.

Il primo tempo

Schirru, arrivato 24 ore prima, vorrebbe impressionare subito il suo allenatore e dopo due primi calcia dai venti metri con palla che si alza sin troppo sulla traversa. I tarantini continuano a trovare spazio tra le linee campane. Garau scalda il piede al 10’, evidentemente non a sufficienza perché la sfera prende la stessa strada della conclusione del compagno di squadra. Un sensibile miglioramento arriva al 16’, perché Schirru chiama Barosi alla parata in presa bassa. Il Giugliano denuncia qualche problema di troppo, pensando di poter fare del Taranto un fiero pasto. Audaci, ma ingenui gli ionici, che al 29’ vanno sotto per un calcio di rigore decretato perché Verde allarga troppo le braccia. Romano, ex di turno, si porta sul dischetto, e batte Del Favero. Il centrocampista non esulta, nel rispetto dei suoi vecchi tifosi. Sotto di un gol, ma non esiste deficit nel coraggio e un tentativo nasce al 41’ sul cross di Fiorani per De Marchi anticipato dalla difesa di casa.

Il secondo tempo

Il Taranto della ripresa è ancora reattivo e al 7’ sfiora la marcatura. Fiorani prova il destro, Barosi respinge in angolo. Il cross dalla bandierina è presa di De Santis, la cui deviazione aerea fa terminare il pallone contro il palo. Si infrange sul legno la più grande delle occasioni. Con il passare dei minuti si affievolisce l’azione.del Taranto può affiorare il maggiore tasso tecnico delle tigri del tecnico Bertotto. Ciuferri, al 24’, scorge lo spazio per calciare e pensa di essersi guadagnato un buon 8 in pagella, ma Del Favero interviene alla grande e si guadagna, lui, la sufficienza. È il momento di retrocedere a difesa del proprio estremo difensore. Il Taranto lo comprende e con ordine cede una decina di metri del proprio baricentro. Njambe, al 31’, spara di destro, la sfera non inquadra la porta. Ciuferri si è legato al dito la parata di qualche minuto prima e ci riprova al 35’: Del Favero è attento e si oppone ancora con efficacia. Tempo due minuti e Njambe potrebbe raddoppiare, ma laddove non arriva Del Favero c’è De Santis, lesto sulla linea bianca a conservare il minimo svantaggio. Spinto dalla disperazione, il Taranto si procura un’ultima chance al 93’. Simone percorre un corridoio centrale, arriva al limite e lo circondano in tre e prima che sia troppo tardi conclude costringendo Barosi a tuffarsi per la deviazione oltre il fondo.

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Bari Sport

Il sogno del barese Carlucci: «A 51 anni voglio correre la “Spartathlon” in Grecia» – L’INTERVISTA

Con il termine di ‘ultramaratona’ si identificano gare di corsa a piedi che hanno una distanza superiore a 42,195 chilometri, distanza ritenuta ufficiale. dal 1924, della maratona. Una disciplina che ha le sue origini ai ai tempi della Magna Grecia: raccontata da Erodoto narrando di Atena e Sparta. Ai giorni nostri, la più importanti di tali corse è la “Spartathlon historic race” di 246 chilometri.

La nostra redazione ha intervistato l’utlramaratoneta barese, Carlucci, che ha come sogno nel cassetto di percorrerla, ma che nel frattempo ne ha realizzate altre di imprese degne di nota. Il barese Mimmo Carlucci ha dispensato consigli e raccontato della sua passione.

Quando ha iniziato la sua carriera, e ad oggi per qualche società sportiva corre?

«Colgo l’occasione per dire che “ Lo Sport è Vita” e se mi permettete faccio un appello a tutti i genitori: “Fate fare qualsiasi tipo di sport ai vostri figli l’importante è che lo facciano”. Ho iniziato a correre nel 2015 a 42 anni per perdere un po’ di peso, ma l’incontro casuale con un amico (Andrea S.) è stato fondamentale perché allenandoci insieme mi ha insegnato le basi della corsa fino a che nel 2016 decido di partecipare a un ultramaratona, da quel momento ad oggi ne ho finite 93. Sono tesserato Fidal come ‘Runcard’ invece nel campionato Italiano di ultramaratone (Iuta Italia) faccio parte di un gruppo che si chiama, “Be Different Be Ultra” e ne vado orgoglioso».

Quanto tempo settimanale e giornaliero per il tipo di preparazione dura occorre per correre ed arrivare preparati?

«Per arrivare preparati all’ ultramaratona bisogna macinare tanti chilometri in allenamento, quindi in settimana non meno di due ore invece nel weekend il tempo si raddoppia avendo più tempo a disposizione i sacrifici vengono sempre ripagati quindi alla fine c’è solo tanta soddisfazione, la conciliazione con la mia famiglia la trovo allenandomi la mattina presto quando tutti ancora dormono e poi alle gare in trasferta a volte mi fanno da Crew (supporto) o da turisti del posto».

I sacrifici quanto le pesano e come si concilia con la famiglia?

«I sacrifici vengono sempre ripagati quindi alla fine c’è solo tanta soddisfazione , la conciliazione con la mia famiglia la trovo allenandomi la mattina presto quando tutti ancora dormono e poi alle gare in trasferta a volte mi fanno da ‘Crew’ (supporto) e i da turisti del posto».

Tra le sue imprese ha attraversato posti suggestivi: il Gran Sasso, Passatore, Nove Colli e tante altre mete. Ci faccia un bilancio?

«Il bilancio è super positivo Non essendo un atleta professionista ma semplicemente un amatore mi ritengo molto soddisfatto soprattutto per essere riuscito a maggio, a completare la Nove Colli (Cesenatico) lunga 200 chilometri, e dopo 10 giorni la 100 Km del Passatore e poi a luglio la bellissima ultramaratona del Gran Sasso di 50 chilometri».

Prossima impresa da scrivere e sogno nel cassetto da ultramaratoneta.

«Il prossimo obiettivo sarebbe ad aprile la Milano-Sanremo (285 km) però in questa impresa c’è bisogno di crew (suppport) di atleti e di uno sponsor. Il sogno è qualificarsi per parteciparvi e finire la Spartatlhon in Grecia, tra Atene e Sparta per un totale di 246 km che si svolge ad ottobre. Queste corse che vanno oltre la maratona ti consentono di visitare posti bellissimi. Una delle ultramaratone più celebri in ambito internazionale è la Spartathlon. Una corsa suggestiva con partenza dall’Acropoli alla statua di Re Leonida: si possono cimentare solo concorrenti in possesso di requisiti piuttosto selettivi ottenuti in gare di ultramaratona. Gli arrivati vengono premiati al traguardo con una corona di ulivo mentre il vincitore vede impresso il proprio nome in un apposito monumento di marmo bianco rappresentante la figura di Leonida. Già partecipare ad una corsa storica del genere è un successo, poi uno che arriva a podio o vince resta impresso per sempre».

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