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Bari, già aria di contestazione. I tifosi biancorossi: «Tirate fuori i rinforzi»

Esplode la protesta dei gruppi organizzati della Curva Nord di Bari all’indirizzo della proprietà biancorossa. Uno striscione affisso all’esterno dello stadio San Nicola, riporta un testo che non lascia spazio a interpretazioni: «Una società senza monete, una storia che si ripete, tirate fuori i rinforzi!».

Ancora più diretto e senza mezzi termini il comunicato congiunto dei gruppi degli ultras baresi, uscito alle 22:30 precise di domenica 25 agosto: «Errare è umano, perseverare è diabolico», si legge. Pesanti i giudizi dei tifosi biancorossi nei confronti della società nella seconda parte della nota e nel finale l’invito: «Cambiate rotta. E alla svelta. Meglio ancora, vendetela. Bari contro la multiproprietà».

Il malumore dei tifosi era evidente anche nella gara col Modena e sicuramente sarà evidente anche martedì sera contro il Sassuolo al San Nicola.

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Bari, stalli e limitazioni per i locali della movida: ecco le idee del sindaco della notte

Prima interlocuzione tra il consigliere comunale Lorenzo Leonetti, con delega a Sindaco della notte e il sindaco Vito Leccese per presentare un primo resoconto dei sopralluoghi serali avvenuti in questi giorni. Tra le prime attività del consigliere Leonetti c’è stata una ricognizione dei luoghi maggiormente interessati dal fenomeno della movida estiva con l’obiettivo di mappare le principali criticità da evidenziare all’amministrazione comunale.

Il resoconto

Il consigliere ha presentato un documento sintetico con il quale si individuano due problemi relativi alla vivibilità dello spazio pubblico: maggiore sicurezza relativa alla viabilità interna alla città vecchia e una migliore organizzazione degli spazi pubblici con riferimento a una delimitazione delle occupazioni di suolo pubblico delle attività economiche così da salvaguardare la fruibilità dei luoghi da parte di cittadini e turisti ed esercitare un maggiore controllo sullo spazio realmente occupato. Nello specifico, il consigliere Leonetti ha presentato al sindaco un progetto di delimitazione delle occupazioni commerciali mediante l’utilizzo di piccoli stalli a pavimento (cosiddette borchie), che dovranno essere posizionate in corrispondenza delle occupazioni definite con l’ausilio della polizia locale in base alla superficie autorizzata.

Le prossime mosse

Nei prossimi giorni con il coinvolgimento degli assessori e delle ripartizioni interessate si procederà a redigere un piano di lavoro. «Sono i primi giorni di lavoro e le segnalazioni sono tante – spiega Leonetti – Insieme al sindaco e agli assessori competenti stileremo un elenco di priorità in modo da dare subito un segnale di attenzione ai residenti ma anche a tutte quelle attività che rispettano le regole. Nei prossimi giorni organizzeremo incontri con le associazioni di categoria».

Gli esercenti

Per il momento quelle avanzate dal sindaco della notte sono delle proposte che andranno valutate dai rappresentanti degli esercenti. «Aspettiamo una convocazione per parlare dei problemi della movida – spiega Vito D’Ingeo di Confcommercio Bari-Bat – Non è certo una soluzione definitiva al problema, semmai un primo passo per trovare accordi come abbiamo fatto in altre città. Gli stalli non bastano ma occorre organizzare al meglio il servizio di bar, locali e ristoranti. Sono pochi quelli che non rispettano le regole, ripartiamo da loro».

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Bari News Politica

Caos M5S, adesso la resa dei conti: la questione barese si decide a Roma

Il giorno dopo le turbolente vicende che hanno costretto il sindaco di Bari, Vito Leccese, a dichiarare che «per ora la giunta proseguirà il suo lavoro con nove componenti» nel Movimento 5Stelle è l’ora della resa dei conti.

Lo scenario

Per quanto tutti si trincerino dietro dichiarazioni dai toni morbidi non è da escludere che quel che è accaduto all’interno della maggioranza del capoluogo non si inserisca nella diatriba nazionale che vede contrapposti il fondatore, Beppe Grillo, e il presidente Giuseppe Conte. Visto che un ruolo importante nella querelle barese è stato recitato dai sostenitori di Paola Taverna, vicepresidente vicario nazionale dei pentastellati a cui fa riferimento il coordinatore cittadino e sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, colui che ha proposto a Leccese di indicare in giunta l’esterno Raffaele Diomede. Una scelta contestata dai due eletti in consiglio comunale Antonello Delle Fontane e Italo Carelli. Una presa di posizione che è costata alla maggioranza anche il rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio comunale per timore che alcuni franchi tiratori avessero potuto compromettere l’elezione del civico Romeo Ranieri, dato in pole position dopo che le trattative per assegnare lo scranno più alto delle assise cittadine all’antagonista nello stesso campo largo al primo turno di Leccese, Michele Laforgia, non erano andate a buon fine.

Il fronte barese

Così, il fronte barese nei 5Stelle potrebbe essere avocato proprio nella sede nazionale di via del Campo Marzio dove sia Taverna che Conte dovranno dirimere la questione per far sì che anche i grillini abbiano un loro assessore che, secondo il coordinatore cittadino, Leonardo Donno, dovrebbe emergere da “una soluzione interna”, quindi uno tra Delle Fontane e Carelli, per far posto così in aula Dalfino alla prima dei non eletti, Stefania Maggiore. A meno che il braccio di ferro tra Grillo e Conte non porti a una conta interna, con eventuale ipotesi di scissione, così come viene ipotizzato. Uno scenario che potrebbe vedere la stessa Taverna, grillina della prima ora e fedelissima del fondatore, e con essa i suoi sostenitori, lasciare il Movimento e seguire Grillo. A quel punto anche in Puglia e a Bari la conta sarebbe inevitabile, per quanto nel capoluogo insieme a Donno in molti sono già schierati dalla parte dell’ex premier, così come la maggior parte degli eletti in tutta la Puglia, fatta eccezione per l’ex candidata alla presidenza della Regione, Antonella Laricchia, una delle poche che potrebbe aderire all’eventuale nuova “cosa” di Grillo.

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Attualità Bari Cronaca News

Violenze contro i medici, Palmisano: «Si sottovalutano i rischi per gli operatori» – L’INTERVISTA

«La tragedia di Paola Labriola non è servita a prevenire efficacemente questi fenomeni di violenza nei confronti di operatori sanitari e pubblici ufficiali». A sottolinearlo è il sociologo Leonardo Palmisano.

Cosa c’è all’origine di questi fenomeni?

«Sottovalutiamo i rischi che corrono quotidianamente gli operatori che vengono raggiunti dall’utenza, soprattutto in contesti delicati come quelli sanitari. Ma è solo un pezzo dell’analisi. Importante è la considerazione che hanno le famiglie italiane dei servizi pubblici e quello che pretendono da questi ultimi. I medici vengono aggrediti da quelle stesse famiglie che quando un ragazzino ha problemi a scuola, aggrediscono gli insegnanti e i dirigenti. Il clima culturale che è stato alimentato nel paese è quello di pensare che il servizio pubblico debba risolvere immediatamente qualsiasi problema. E quando questo non avviene si sfocia nella violenza, non solo contro le persone ma anche verso le strutture come i pronto soccorso».

Questo cosa testimonia?

«Vuol dire che tu utente innanzitutto non riesci a capire che la medicina è una scienza e che spesso una persona non può essere salvata, nonostante tutti gli sforzi. E poi emerge il tratto dell’egoismo, che è un’aggravante: se si devastano gli arredi di una guardia medica o di un pronto soccorso, il tuo egoismo arriva fino al punto di mettere fuori gioco una struttura che non serve solo a te ma a tutta la collettività».

Ci può essere una soluzione?

«Forse è arrivato il momento di prendere in considerazione l’idea di non permettere più l’accesso dei parenti dei pazienti dove c’è un livello di prossimità strettissimo con l’operatore sanitario, come avviene in altri stati europei. A questo va affiancata una rieducazione delle persone adulte. Per quanto riguarda invece le aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine, invece, qui la situazione è ancora più incancrenita. Quante volte noi sottovalutiamo i cori contro polizia e carabinieri nelle curve degli stati? Sono decenni che sentiamo i tifosi inveire contro gli agenti. Sono tutti pezzi che alimentano quel sentimento anti statale, molto radicato in Italia. Sono due fenomeni diversi ma che rivelano una cattiva educazione e l’idea che la violenza possa essere l’unica soluzione ai problemi e ai “torti” ricevuti. Bisogna iniziare a lavorare sulla prevenzione della violenza».

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Bari Sport

Difesa colabrodo e nessun leader: è allarme in casa Bari a 5 giorni dalla chiusura del mercato

Poco meno di 30 minuti giocati con intensità e fame, come aveva comandato mister Longo. Piccoli spiragli di luce, all’insegna della reazione dopo i tre schiaffi subiti all’esordio. Per il resto soltanto il buio, nella testa e nelle gambe. Il segnale che matura dal “Braglia”, dove il Bari venerdì sera ha subito la seconda sconfitta consecutiva in campionato in due partite, fa suonare forte e chiaro l’allarme rosso: la squadra allestita finora è in evidente difficoltà, con un organico ancora inadeguato a reggere l’urto della categoria, tanto meno a lottare concretamente per i playoff, obiettivo fissato a luglio scorso dal presidente Luigi De Laurentiis.

Difesa colabrodo

Cinque reti subite in 180 minuti, tre delle quali su palla inattiva. Spaventa l’incapacità della squadra di respingere i pericoli creati sul gioco aereo: ai due gol incassati in fotocopia contro la Juve Stabia, sugli sviluppi di calcio d’angolo, ha fatto il paio la rete del sorpasso modenese siglata da Pedro Mendes, lasciato colpevolmente solo da Obaretin in area piccola. Anche contro gli emiliani, il Bari ha sofferto terribilmente i corner, non dando mai la sensazione di una gestione sicura di quel tipo di situazione di gioco. I 90 minuti contro il Modena hanno confermato i limiti manifestati dalla retroguardia anche durante la preseason, ricalcando il copione da horror già recitato dal Bari in fase di non possesso nello scorso campionato, con premi Oscar in negativo assegnati ancora sul piano delle individualità.

Cercasi leader

Lo ha rimarcato anche Longo nel post gara, attraverso la sua proverbiale onestà intellettuale: un fattore che anziché suscitare irritazione dovrebbe al contrario essere apprezzato dalla proprietà, laddove l’obiettivo sia davvero quello di costruire e guardare lontano. Dopo l’addio al calcio giocato di Valerio Di Cesare, il Bari ha perso uno degli ultimi leader, in campo e spogliatoio. Si vive delle solite fiammate estemporanee di Sibilli in fase di costruzione, insieme a un gagliardo Manzari, al “Braglia” in palla, insieme a Oliveri nel primo tempo. Per il resto la sensazione è che ci si limiti a svolgere il compitino, finendo, nel tentativo di puntare al 6 in pagella, per incappare in errori marchiani dal peso specifico rilevante sull’economia del risultato. Le marcature saltate in occasione di tre dei cinque gol subiti nelle prime due partite di campionato sono un dato che fa accapponare la pelle, lasciando sgomento innanzitutto l’allenatore che invece, sin dal ritiro di Roccaraso, aveva dedicato un’attenzione maniacale a ogni situazione di gioco. Fa specie, in tal senso, la grave leggerezza di Vicari, responsabile del fallo da rigore per il gol del momentaneo pareggio dei padroni di casa. Il neo capitano del Bari sta faticando più del previsto nel reggere il peso dell’eredità raccolta dall’ex compagno di reparto. Gli equilibri difensivi al momento sono un’utopia. L’assenza di Di Cesare, unita a quella di nuovi leader tecnici, dei quali per ora non c’è traccia, sta rendendo ancora più complicato il percorso del neo capitano e quello di tutta la squadra.

Promessa non mantenuta

«Quest’anno non ci saranno ritardi nell’allestimento della rosa» aveva annunciato il presidente Luigi De Laurentiis durante presentazione di Magalini e Longo. Mancano cinque giorni alla chiusura del mercato. Il Bari necessita ancora di almeno quattro titolari capaci di alzare il tasso qualitativo: due difensori, un centrocampista e un trequartista. Longo confida nel miracolo. Nel frattempo l’allenatore resta troppo solo nei suoi tormenti.

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Carabiniere aggredito a Locorotondo, il sindacato: «Servono misure urgenti» – VIDEO

Carabiniere aggredito a Locorotondo, il sindacato: «Servono misure urgenti»

«Un episodio grave e inaccettabile» quello di un carabiniere aggredito l’altra sera a Locorotondo, nel Barese. Una denuncia che arriva dal sindacato italiano militari dell’Arma, Sim carabinieri. Una aggressione registrata in un video pubblicato sui social.

«Non possiamo più attendere: chiediamo un immediato incontro con il Governo per discutere misure urgenti a tutela delle forze di polizia. I nostri colleghi non possono essere carne da macello», dichiara Antonio Serpi, segretario del sindacato criticando la riforma Cartabia che ha «ampliato il novero dei reati per i quali l’imputato può chiedere la sospensione del processo e la messa alla prova includendo anche quello di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, riducendo di fatto le conseguenze per chi aggredisce le forze dell’ordine».

Bisogna fare attenzione anche «alle future iniziative legislative, come lo svuota carceri, che creano preoccupanti segnali per la sicurezza degli operatori di polizia. È imprescindibile un intervento normativo del Governo affinché vengano tutelate adeguatamente le forze dell’ordine». 

Il Segretario Generale Nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario, Mastrulli: «Siamo profondamente sconcertati»

«Siamo profondamente sconcertati dall’ennesimo episodio di violenza contro le nostre forze dell’ordine, questa volta avvenuto a Locorotondo (Bari). Un carabiniere è stato aggredito durante l’esercizio delle sue funzioni, un attacco non solo alla sua persona, ma a tutti coloro che ogni giorno mettono la propria vita a rischio per garantire la sicurezza di tutti noi. Come sindacato di polizia, COSP esprimiamo la nostra piena solidarietà al collega coinvolto e condanniamo con fermezza qualsiasi atto di violenza contro chi veste una divisa. La sicurezza dei cittadini è prioritaria e non può essere messa in discussione da atti di violenza gratuita. Chiediamo un’azione decisa e tempestiva per identificare e punire i responsabili, affinché situazioni del genere non si ripetano mai più. È ora di dire basta». Domenico Mastrulli Segretario Generale Nazionale del CoSP coordinamento sindacale penitenziario e Presidente Nazionale del Conaippe Confederazione Autonoma Italiana polizia penitenziaria.

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Bari News Politica

Bari, dopo il caos in Giunta si cerca l’accordo sulla presidenza del Consiglio comunale

Con la revoca della delega a Raffaele Diomede (M5s), il sindaco di Bari, Vito Leccese, torna al centro delle polemiche dopo che il 17 agosto scorso un altro assessore, Carlotta Nonnis Marzano, si era dimessa ad appena 24 ore dalla nomina per alcuni post pubblicati sui social. Dure sono le reazioni intorno al caos che sta caratterizzando nelle ultime settimane la Giunta comunale.

Le reazioni

«Se le sue intenzioni erano quelle di scrivere una pagina di storia, ebbene il sindaco Leccese è riuscito nel suo intento visto che passerà alla storia per le figuracce collezionate nel giro di poco tempo», dichiarano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Antonella Lella, e i consiglieri comunali Antonio Ciaula, Pino Viggiano e Laura De Marzo. «La Giunta più sgangherata degli ultimi 30 anni», l’ha definita invece Fabio Romito, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, aggiungendo: «Non diteci che non ve lo avevamo detto». Il primo cittadino, intanto, mentre asserisce di aver «ascoltato tutti» e valutato «opinioni e punti di vista», avrebbe dato ampio spazio al dibattito, interno così come esterno. «Ora però – afferma – questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine a questa situazione di incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione».

Il consiglio comunale

Intanto si resta in attesa di un accordo definitivo lla nomina del presidente del consiglio comunale, per il cui ruolo resta in ballo il nome di Romeo Ranieri (esponente di “Con Leccese Sindaco”). «Il problema – spiega Alberto Tedesco, ex senatore e socialista – è che pare venga rimesso in discussione da altre forze politiche. Bisognerà quindi capire se terrà fino in fondo. Io apprezzo lo sforzo del sindaco di accontentare tutti e far quadrare un po’ il cerchio, ma a volte quando si cerca di accontentare tutti sicuramente si scontenta qualcuno».

Queste prime battute, dunque, starebbero risentendo della mancanza di coesione tra le forze politiche, specie tra quelle che sostenevano la vecchia maggioranza del sindaco Decaro. Un accordo per il presidente, intanto, dovrà essere raggiunto entro la convocazione del prossimo consiglio comunale. Servirà, per questo, far quadrare i conti della giunta. «Questa situazione interna al partito dei Cinque stelle era imprevista e imprevedibile – aggiunge Tedesco – Diomede mi era sembrato una buona scelta che potesse dare un apporto significativo».

Il futuro del campo largo

In merito al futuro del campo largo, che dopo le ultime battute è indebolito, Tedesco si dice incerto: «Io già subito dopo il voto ho parlato di fine del campo largo e apertura di un “campo vero”, che sia espressione di forze politiche rappresentative e rappresentanti della comunità che le vota». Quello che ora ci si domanda è se la Giunta barese sarà in grado di proseguire il lavoro in maniera positiva per la città. «Poi ci sono anche queste interferenze di chi inizia a prepararsi per le regionali – aggiunge l’ex senatore – Questo complica le cose». Resta dunque da capire se il Partito democratico deciderà di accettare l’accordo sulla presidenza del consiglio comunale e se i Cinque stelle rientreranno a far parte della maggioranza.

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Bari Sport

Modena-Bari, Novakovich non basta: biancorossi rimontati. Al “Braglia” finisce 2-1

Dopo aver steccato la prima, il Bari rimedia un’altra sconfitta alla seconda giornata in campionato. Non basta Novakovich che apre il match poco dopo il quarto d’ora. A fine primo tempo ci pensa Palumbo dal dischetto a spiazzare Radunovic per il gol dell’1-1 e Mendes nella ripresa piazza la zampata vincente, sfruttando una dormita della difesa biancorossa, che regala la vittoria ai padroni di casa.

La gara

Al “Braglia” è andata in scena la gara tra Modena e Bari. Entrambe le compagini reduci da una sconfitta nella prima giornata.

Longo schiera il Bari con il consueto 3-4-2-1 con Maita al posto di Maiello, acciaccato e davanti Novakovich preferito a Lasagna, ma anche Manzari al posto di Sibilli e Oliveri come esterno al posto di Favasuli. Dall’altra parte mister Bisoli opta per il 4-4-1-1 con Gliozzi terminale offensivo.

Pronti, via il Bari dopo 120 secondi con Sibilli sfiora il vantaggio ma Gagno ci mette la prima pezza. Al 17’ i biancorossi su palla inattiva trovano il vantaggio: Gagno respinge la botta di Pucino, Novakovich arriva prima dei difensori avversari e segna la rete del vantaggio. Al 24’ sempre Novakovich prende palla e tira da lontano ma termina di poco fuori. Due minuti dopo, episodio dubbio, con Obaretin che interviene sulla palla e poi tocca leggermente il giocatore, ma l’arbitro decide che non è rigore dopo aver rivisto l’azione al Var. Al trentaquattresimo Mendes a meno di un metro da Radunovic si fa ipnotizzare. Al 45′ rigore per i padroni di casa, per fallo di Vicari. Alla battuta, due minuti dopo, Palumbo trasforma e pareggia i conti.

A inizio ripresa Longo inserisce Ricci per Dorval. Al 57’ fuori Novakovich e Manzari per Lasagna e Favasuli. Il Modena al minuto 63 la ribalta con Mendes che da due passi mette la zampata vincente con la difesa del Bari complice che assiste senza fermare l’attaccante avversario. A venti dalla fine Longo inserisce Lulic per Maita, e dall’altra parte Bisoli opera un triplo cambio per mantenere il vantaggio. Il Bari nel finale alza il pressing nella metà campo avversaria ma l’azione è disordinata e gli avversari ancora più coperti con Botteghin al posto della punta, Gliozzi. Sei i minuti di recupero concessi dall’arbitro Scatena di Avezzano.

Oltre mille i tifosi i biancorossi che hanno seguito la squadra a Modena.

Bari relegato all’ultimo posto in solitaria, con una gara di anticipo rispetto alle altre dirette concorrenti. Martedì sera, forse per fortuna, si torna in campo al San Nicola contro il Sassuolo dell’ex Fabio Grosso. I tre punti saranno d’obbligo per evitare la crisi. La squadra ha bisogno di rinforzi e, soprattutto, dei primi tre punti.

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Bari, Leccese revoca la delega assessorile a Diomede: «Rispetto per la città»

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha revocato la delega a Raffaele Diomede, assessore ai Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza e all’Antimafia sociale.

Diomede era stato indicato, come esterno, dal Movimento 5 stelle e dopo la sua nomina ad assessore gli eletti pentastellati avevano lasciato la maggioranza Leccese in rottura con i vertici locali e regionali del partito.

In una nota, il sindaco di Bari ricorda che da mesi «con attenzione e tanta pazienza» cerca «di comporre prima una coalizione e poi una squadra di governo che rappresenti tutte le sensibilità del campo progressista, ambientalista e pacifista».

Nel ricordare il supporto avuto dagli “alleati”, Leccese evidenzia però che «gli esiti del voto avrebbero potuto consentirmi scelte muscolari, ma ero e sono consapevole che a Bari si scrive qualcosa di più che una storia cittadina. Per questo ho ascoltato tutti e chiesto e valutato opinioni e punti di vista. Ho anche atteso le riflessioni interne alle singole forze politiche e dato ampio spazio al dibattito, interno ed esterno, in maniera trasparente».

Ora, però, «questo tempo è scaduto e ho il dovere di mettere fine a questa situazione di incertezza politica per dare spazio e tempo al lavoro dell’amministrazione che c’è, come c’è stata in questi giorni, e già lavora nell’interesse di Bari. Rispetto tutti, ma chiedo anche a tutte le forze politiche di rispettare anzitutto la città».

Leccese ringrazia Diomede per essersi messo a disposizione e chiarisce che «la giunta da oggi lavorerà con nove assessori, come stiamo facendo già in questi giorni e lo farà fino a quando sarà necessario. Da questo momento – prosegue – l’unico nostro obiettivo deve essere quello di lavorare per la città, a cominciare dai quartieri che in questi anni si sono sentiti più trascurati».

Si comincia da San Pio, lunedì prossimo, dove il sindaco si recherà accompagnato dagli assessori della giunta comunale per incontrare la presidente e i consiglieri di Municipio e alcuni referenti di attività e presidi nel quartiere.

Le tensioni nel Movimento 5 stelle e le dimissioni di Diomede prima della revoca

Raffaele Diomede era stato scelto dal sindaco di Bari come assessore esterno dopo l’indicazione del coordinatore provinciale del M5s, Raimondo Innamorato, e l’avallo della vice coordinatrice nazionale Paola Taverna.

L’assessore, però, è stato “sfiduciato” lunedì scorso durante il primo Consiglio comunale dai due consiglieri eletti del M5s, che hanno deciso di dare appoggio esterno alla Giunta Leccese proprio per protestare contro la scelta di nominare Diomede.

Il caso Bari nelle ultime 48 ore è finito anche sui tavoli romani pentastellati, con riunioni e interlocuzioni che, però, non hanno dato alcun esito positivo. Al momento, quindi, il campo largo a Bari tramonta, almeno sino a quando il M5s non avrà risolto i suoi problemi interni.

«Ho rimesso il mandato nelle mani del sindaco Leccese, che con un atto di assoluta fiducia nei miei confronti e nei confronti della mia storia personale, mi aveva conferito, perché ciò che mi ha sempre mosso nella vita è l’impegno verso gli emarginati, i più fragili, i giovani», commenta Raffaele Diomede. «Non ho mai cercato – aggiunge – e mai lo farò, incarichi, prebende o favoritismi politici perchè non vi è bene più assoluto dell’onestà, del sacrificio personale e della solidarietà. Ringrazio il Movimento 5 stelle nella persona dei coordinatori regionale e provinciale, del presidente Conte e della vice presidente Paola Taverna, per aver intuito che in tema di lotta alla mafia e di legalità, più che di incarichi politici, la città di Bari ha bisogno di donne e di uomini di buona volontà con una comprovata esperienza e storia personale».

Donno: «Gravi le dichiarazioni di Delle Fontane»

«Il Movimento 5 stelle ha preso degli impegni con gli elettori e li ritiene sacri e prioritari rispetto a qualsiasi altra considerazione. Le gravi dichiarazioni rese dal consigliere Delle Fontane durante il primo consiglio comunale a Bari hanno sorpreso tutti, in primis i cittadini baresi che hanno dato mandato ai nostri eletti ad essere rappresentati in seno al Consiglio comunale», dichiara il coordinatore regionale del M5s, Leonardo Donno.

«Ringraziamo – aggiunge – il sindaco Leccese per la sua disponibilità e per il desiderio di ricevere il contributo M5S nella sua Giunta. Accettiamo la decisione del nostro Raffaele Diomede di fare un passo di lato: un atto dovuto a seguito della sfiducia dei due eletti in consiglio. Ringraziamo Diomede per la grande responsabilità dimostrata, a tutela dei baresi e della credibilità del Movimento. Lavoreremo, nei prossimi giorni, ad una possibile soluzione interna che ripari il Movimento 5 stelle dall’imbarazzo al quale è stato esposto da atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con la linearità e con i principi e valori che ne ispirano il lavoro».

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Ambiente e Sostenibilità Bari News

Bari, nel Municipio 4 differenziata al 62%. Leccese: «Prossima tappa Torre a Mare»

A meno di un anno dall’attivazione del servizio, la raccolta porta a porta ha raggiunto il 62% nel Municipio 4 di Bari che comprende i quartieri di Carbonara, Ceglie, Loseto e Santa Rita.

È quanto emerso durante un incontro che si è svolto stamattina tra il sindaco Vito Leccese, l’assessora comunale all’Ambiente Elda Perrino, i vertici di Amiu Puglia e il dirigente della ripartizione comunale Ambiente.

All’avvio del servizio, nell’ottobre del 2023, si registrava una percentuale di raccolta differenziata del 22,44%. Dai dati raccolti 15 giorni fa, invece, emerge che la percentuale nel territorio municipale si attesta al 62,04%.

Proprio in virtù di questi numeri, Leccese ha sollecitato l’avvio del servizio di raccolta porta a porta anche a Torre a Mare: tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre saranno calendarizzate le attività di comunicazione e distribuzione del materiale per procedere a pieno regime con il servizio nei primi giorni di novembre.

Intanto, è in fase di progettazione la possibilità di attivare il porta a porta anche per le utenze non domestiche, sul quale si sta facendo uno studio specifico.

Leccese: «Il servizio funziona»

«I dati registrati fin qui dicono chiaramente che la raccolta porta a porta funziona», afferma il sindaco Vito Leccese. «Questo – aggiunge – non può che spingerci a fare di più e meglio per puntare a una copertura totale dell’area urbana nei prossimi anni. Un’operazione che può avvenire solo trovando soluzioni di contrasto ai comportamenti scorretti da parte di alcuni cittadini e premiando chi comprende appieno l’opportunità di questo servizio per il bene della città».

Torre a Mare è stata scelta come prossima tappa «anche per rispondere al più presto al fenomeno della migrazione dei rifiuti dai Comuni limitrofi in cui il porta a porta è attivo», conclude il sindaco.

Perlino: «Il Comune al lavoro su iniziative di contrasto all’inciviltà»

«Perché il servizio sia, non solo efficiente, ma anche efficace – aggiunge Perlino – è necessario accompagnare l’ordinario funzionamento delle attività con iniziative parallele destinate al coinvolgimento di cittadini e realtà dei territori e agevolando il servizio con la possibilità di attivare centri di recupero mobili per la raccolta differenziata nelle aree con maggiori criticità legate all’abbandono di rifiuti e ingombranti».

A tal proposito, a seguito delle numerose segnalazioni ricevute in questi giorni, il Comune sta valutando «iniziative di contrasto all’inciviltà di alcuni in alcune strade del quartiere San Paolo. Abbiamo già attivato un confronto costruttivo con Amiu per i prossimi step da affrontare. Siamo certi che, con lo sforzo e la collaborazione dei cittadini, gli obiettivi potranno essere raggiunti con successo e soddisfazione», conclude l’assessora.

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