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Ordinanza anti-degrado a Bari, Laforgia: «Incomprensibile, discrimina i fragili»

Michele Laforgia torna sulla questione dell’ordinanza anti-degrado emanata nei giorni scorsi dal sindaco di Bari, Vito Leccese, e che già nei giorni scorsi aveva criticato.

Un’ordinanza, afferma in una nota siglata anche dall’associazione “La Giusta causa” e dall’ex assessora al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico, che resta «incomprensibile», che tradirebbe il principio di condivisione e che «non risponde a una improvvisa emergenza» ma che pone «rimedio a condizioni di degrado risalenti nel tempo».

L’ordinanza resterà in vigore fino al prossimo 30 settembre. Il provvedimento prevede il divieto, dalle 20 alle 7, di vendere e somministrare per l’asporto bevande in bottiglie o contenitori di vetro nelle aree del centro cittadino, e vieta la “realizzazione di giacigli di fortuna e l’accatastamento di beni” quali “coperte, cartoni e carrelli per il trasporto”. Sono previste anche sanzioni.

«Non occorre particolare preveggenza per immaginare l’inefficacia di siffatti divieti e, nella migliore delle ipotesi, il semplice spostamento di giacigli di fortuna, masserizie e persone a pochi isolati di distanza, magari in zone ancora più degradate: così discriminando ancora una volta i gruppi socialmente ed economicamente più fragili», evidenzia “La Giusta causa” che si chiede come mai, come primo atto il sindaco «abbia inteso esordire nel suo mandato non già con un intervento dedicato alle analoghe e non meno pressanti emergenze presenti nelle declamate periferie, bensì alla zona più centrale della città».

La Giusta causa, Laforgia e Bottalico, scrivono nella nota, dubitano «dell’opportunità di iniziare ancora una volta dal centro e non dalle zone più trascurate e dai cittadini dei quartieri che da anni lamentano di essere stati dimenticati».

Sotto accusa c’è anche il metodo seguito per l’adozione del provvedimento. «Abbiamo appreso dell’ordinanza dal comunicato stampa del Comune», si sottolinea nella nota senza che ci sia stata «alcuna condivisione, neppure informativa, con le altre componenti della coalizione».

L’associazione rivendica «il diritto e il dovere di esprimere le nostre opinioni sul governo della città indipendentemente dalle maggioranze e dalle contingenze politiche. Si chiama cittadinanza attiva, ed è il cuore della partecipazione democratica».

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Bari, ultima riunione per la giunta-ponte: conto alla rovescia per l’esecutivo Leccese

Ultimo giorno di scuola ieri per la giunta ponte di Vito Leccese, l’esecutivo dell’ex amministrazione Decaro prorogato nelle funzioni in attesa della proclamazione degli eletti da parte del Tribunale prevista il 12 agosto. E così ieri gli assessori uscenti, fra cui Petruzzelli, Romano, Palone, si sono riuniti per l’ultima seduta di giunta in attesa che il sindaco Leccese completi le consultazioni e nomini la nuova squadra degli assessori. Un’operazione tutt’altro che semplice visti gli ostacoli che sono spuntati nelle scorse settimane. Il primo cittadino, infatti, s’è trovato nella scomoda posizione di dover accontentare i desiderata della sua coalizione e accettare anche le pretese della convenzione per Bari che fa capo all’avvocato Michele Laforgia.

Il nodo

E proprio quest’ultimo rappresenta probabilmente lo scoglio più insidioso da superare nella formazione della giunta. Leccese ha offerto a Laforgia due postazioni di governo, un assessorato e la presidenza del Consiglio comunale che nei piani dovrebbe essere proprio appannaggio del penalista. In base ai piani l’assessorato dovrebbe andare ai Cinque stelle, uno degli alleati della coalizione Laforgia, che hanno nel frattempo incassato un consigliere in più dal riconteggio dei voti. Così facendo Laforgia, dovendo fare un passo indietro rispetto alla consistenza del M5S, resterebbe all’asciutto con la sola presidenza del consiglio senza la possibilità di sistemare uno dei suoi eletti. Un vulnus che l’avvocato non ha mandato giù tanto da attaccare a muso duro nei giorni scorsi, e anche ieri con post su facebook, l’ordinanza anti-bivacchi a firma del sindaco Leccese che contempla anche il controllo sulla presenza dei clochard. Uno strappo che ha parecchio indispettito Leccese non disponibile ad ulteriori concessioni verso un alleato che «non si sta rivelando leale nei comportamenti».

Le ipotesi

E così in attesa di schiarite, al momento poco probabili, resiste lo schema Leccese illustrato ai partiti nelle consultazioni delle scorse settimane. La nuova giunta dovrebbe assegnare quattro assessori al Pd, due alla lista Decaro, uno a Con e un altro alla civica del primo cittadino più un esterno (probabilmente Ines Pierucci di Avs) oltre all’assessorato ai Cinque Stelle e la presidenza del Consiglio a Laforgia. Il braccio di ferro con quest’ultimo è destinato a tenere banco nel weekend e anche nei prossimi giorni prima delle nomine. Intanto a proposito di nomi il toto assessori vede salire le quotazioni di diversi uscenti, come Petruzzelli, in odore di riconferma e le colleghe Paola Romano e Carla Palone.

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Bari, mala movida e spaccio all’Umbertino. I residenti: «Anche qui serve un’ordinanza»

Non solo piazza Umberto e piazza Moro. Dopo l’ordinanza anti-degrado emanata dal sindaco Vito Leccese per rafforzare le misure di sicurezza nelle due zone, arriva la richiesta di un provvedimento simile anche da parte del Comitato di salvaguardia del quartiere Umbertino, attivo sul territorio dal 2015. Il presidente Mauro Gargano, il vicepresidente Orio Moscelli e la fondatrice Irma Melini, hanno inviato una lettera aperta all’attenzione del primo cittadino. «Le nostre proposte negli anni sono rimaste inascoltate. Abbiamo accolto con favore l’iniziativa dell’ordinanza anti-degrado in piazza Moro: le chiediamo adesso di allargare il raggio di azione anche al nostro quartiere, chiedendo misure più specifiche», scrivono dal Comitato riferendosi in particolare al tema della “mala movida”.

I temi

Diverse le criticità messe in evidenza dal gruppo: dalla raccolta differenziata porta a porta per gli esercenti, «i cui rifiuti oggi rendono insalubri le nostre strade; la richiesta del presidio fisso, o meglio del ripristino del vigile di quartiere, capace di identificare eventuali soggetti pericolosi, ma anche capaci di far sentire presente l’Istituzione comunale all’interno del quartiere; ancora il tema del persistente rumore, antropico e non, abbondantemente oltre soglia; senza parlare dell’illegalità, sotto vari aspetti, che prospera in mancanza dei dovuti controlli e ancora il preoccupante fenomeno dello spaccio di droghe, oramai dilagante, che utilizza anche i nostri portoni». Per il comitato, la zona Umbertina, pur essendo area di pregio artistico, storico, architettonico e ambientale, «è rimasto vittima e ostaggio, proprio a causa della mancata pianificazione territoriale in ordine agli insediamenti delle attività di ristorazione – proseguono i firmatari – del fenomeno della mala movida, soprattutto nel periodo estivo, con tutte le negative conseguenze, anche riguardo al già citato fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e alle violenze di diversa rilevanza penale».

La richiesta

Da qui la richiesta di poter essere ricevuti in delegazione dal sindaco per discutere di persona i problemi che affliggono il quartiere al fine di studiare delle misure di prevenzione e gestione dei fenomeni adeguate. «non comprendiamo perché l’Umbertino non sia destinatario di provvedimenti che tentino di arginare il crescente degrado e le diverse forme di illegalità. Da noi il bivacco diventa caos, sporcizia, spaccio, deregulation. Aggiungiamo che il quartiere è abitato prevalentemente da persone anziane che hanno ormai perso il sonno a causa degli schiamazzi notturni, ma anche da tanti professionisti che hanno paura di rincasare nelle ore serali. Si vive in un clima di insicurezza aggravato proprio dai livelli di spaccio e di consumo di alcol che constatiamo nelle strade e nelle piazze dell’Umbertino».

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Bandiera palestinese a Palazzo di Città a Bari: «Il sindaco esponga anche quella d’Israele»

Leccese esponga a Palazzo di Città anche la bandiera israeliana. È l’invito del console onorario dello Stato di Israele di Puglia, Basilicata e Molise, Luigi De Santis, rivolto al primo cittadino di Bari che stamattina ha esposto sul balcone del proprio ufficio la bandiera della Palestina.

Il primo cittadino di Bari, afferma De Santis, «ha deciso tra i suoi primissimi atti di esporre la bandiera palestinese sul balcone del proprio ufficio in Comune. Mi piace ricordare che quella sede è la sede di tutti i cittadini baresi che non devono essere costretti a vedere esporre quella bandiera senza necessariamente condividere questa iniziativa».

Il sindaco Vito Leccese «che conosco come uomo moderato e di buon senso – prosegue il console d’Israele – non ho dubbi non avrà quindi problemi nell’esporre anche la bandiera israeliana per restituire a quei luoghi istituzionali l’imparzialità dovuta. Oltre ai sentimenti di pace da tutti auspicabili – conclude – lodevole sarebbe stato opportuno anche citare gli ostaggi civili israeliani che sono da tempo in mano ai terroristi, ho paura che anche questa occasione sia andata persa».

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Bari, la bandiera della Palestina a Palazzo di Città: «Bisogna fermare il massacro»

«Esporre la bandiera palestinese sulla facciata del Palazzo di Città è un modo per porre l’attenzione sul dramma di un intero popolo». Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, dopo che sul balcone del suo ufficio è stata esposta la bandiera della Palestina.

Leccese ha così accolto la richiesta dei rappresentati della comunità palestinese a Bari che hanno invitato la città a partecipare «al programma delle iniziative della settimana della cultura palestinese».

Il primo cittadino barese sottolinea che «riportare la pace in Palestina significa riportare la pace in Medioriente. Bisogna fermare il massacro del popolo palestinese con un cessate il fuoco definitivo: è l’unica strada per immaginare un futuro che passi, finalmente, per il riconoscimento di due popoli e due Stati. Bari, città di pace, parteciperà alla settimana della cultura palestinese in programma a fine settembre».

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Bari, 33 anni fa l’arrivo della Vlora: Leccese presenta la gigantografia – VIDEO

Bari, 33 anni fa l'arrivo della Vlora: Leccese presenta la gigantografia

Dopo la consegna delle chiavi della città a Mario Desiati, questa sera, intorno alle 19, a “Largo Sono Persone” a Bari, alla presenza del sindaco Leccese, dell’assessora Pierucci e del presidente di Arca Puglia Centrale Piero de Nicolo, si è tenuto un momento di riflessione sui valori civili e umani dell’apertura, dell’accoglienza e dell’integrazione, in occasione del 33esimo anniversario della nave Vlora.

Il comitato spontaneo ha prodotto una gigantografia (180×260 cm) del famoso scatto che testimonia lo sbarco dei 20mila albanesi realizzato da Lorenzo Turi, allora 16enne: «Ci avvicinarono con la motovedetta della guardia di Finanza e con Gino Sassanelli ci arrampicammo alle 14:30 su una scaletta e immortalammo quei momenti». Il pannello, donato al Comune di Bari, integrerà l’opera “Sono persone 8.8.1991” di Jasmine Pignatelli, installata sulla facciata dell’edificio di edilizia popolare di Arca Puglia Centrale e poi completata con la scultura gemella a Durazzo in Albania in occasione del trentennale dello sbarco della Vlora.

Alla cerimonia c’erano, tra gli altri, Lorenzo Turi, Francesco Rossini, rappresentante del comitato spontaneo, Eva Meski, arrivata a Bari con la Vlora e rappresentante dell’associazione “Le Aquile di Seta”, Pino Rana e Filomena Lisco del Circolo ACLI La Pira, testimoni dello sbarco, e Jasmine Pignatelli che, insieme a Giuseppe Dalfino, ha coadiuvato e sostenuto le intenzioni del comitato.

Il comitato promotore dell’iniziativa è costituito da cittadine e cittadini di Bari, italiani e albanesi, e dai residenti di San Girolamo che perseguono l’obiettivo comune di valorizzare, conservare, tutelare e divulgare i valori di amicizia e accoglienza che l’opera d’arte di Jasmine Pignatelli veicola attraverso le parole tradotte in linguaggio morse pronunciate dall’allora sindaco Enrico Dalfino«Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza».

Il post di Decaro

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Bari, con la tassa di soggiorno incassati 2,7 milioni in 10 mesi: oltre 645mila i turisti in città

Oltre 2,7 milioni di euro. È quanto il Comune di Bari ha incassato tra il primo ottobre del 2023 e il 2 agosto scorso con la tassa di soggiorno pagata da chi è arrivato in città come turista.

È uno dei dati resi noti nel corso della riunione tra il sindaco di Bari, Vito Leccese, e il comitato di indirizzo per l’applicazione dell’imposta di soggiorno di cui fanno parte tecnici, esperti e rappresentanti delle associazioni di categoria come Confesercenti, Confindustria, Confcommercio e Federalberghi.

In città, nel periodo in esame, sono arrivati più di 645mila turisti mentre sono stati poco meno di 1,4 milioni i pernottamenti registrati.

L’incontro è servito a condividere un’analisi dei flussi turistici registrati negli scorsi mesi, estrapolati dalla piattaforma Paytourist, e programmare servizi più efficienti in base alle segnalazioni raccolte per meglio gestire i proventi dell’imposta di soggiorno.

Secondo quanto emerso, il 37% dei turisti arriva dall’Italia, seguiti da polacchi, francesi, tedeschi, statunitensi, rumeni, ungheresi, argentini, brasiliani, cechi, australiani, belgi e canadesi.

Tra i visitatori il 37,85% è rappresentato da famiglie, il 36,59% da gruppi e il 25,56% da persone singole. Il 65,17% degli arrivi registrati riguarda persone di età compresa tra i 24 e i 58 anni.

«Il turismo è una grande opportunità – ha detto il sindaco nel corso dell’incontro – che può portare ricchezza al nostro territorio ma, se non adeguatamente governato, rischia di determinare problemi per visitatori e residenti. L’impegno – ha promesso Leccese – è contemperare gli interessi e i diritti di tutti cercando di valorizzare le opportunità legate allo sviluppo turistico e limitarne le criticità connesse».

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Bari, polemiche in maggioranza dopo l’ordinanza anti-degrado di Leccese

A poche ore di distanza dall’emanazione dell’ordinanza anti-degrado da parte del sindaco Leccese, sono scoppiate le polemiche. Ma le critiche al provvedimento non sono arrivate soltanto dal centrodestra, che ha definito l’operazione “uno spot elettorale estivo”. Sul tema è intervenuto a gamba tesa anche l’alleato di centrosinistra Michele Laforgia che si è detto “stupito” e “preoccupato”.

La reazione

«Trincerandosi dietro le richieste di Prefetto e Questore di Bari, la Ripartizione Polizia Municipale scrive una ordinanza che il Sindaco Leccese firma – spiega Laforgia – Una ordinanza davvero preoccupante per l’approccio che denuncia da parte degli uffici comunali, capaci non solo di mettere insieme il disordine pubblico e la microcriminalità con la presenza di clochard e senza fissa dimora, ma anche di porre sullo stesso piano il divieto di alcolici e della vendita di bevande in bottiglie di vetro con l’accatastamento di cartoni, indumenti e altri effetti personali su panchine e in angoli diversi delle due Piazze in questione».

Da qui la richiesta a Leccese di ritirare immediatamente l’ordinanza. «Come si possa dare un senso a delle multe comminate a persone senza fissa dimora lo sa solo il comandante della municipale, ma a noi interessa capire oggi cosa pensano Leccese e gli eletti della sua maggioranza di misure simili, che tendono ad additare un senza fissa dimora o una persona con dipendenze come il problema principale dell’ordine pubblico a Bari, e di ricorrere a banali e inutili multe per respingere persone che sono già ai margini della comunità cittadina. Queste persone andrebbero aiutate e sostenute, non punite. Sono misure di facciata, assolutamente inefficaci dal punto di vista della dissuasione».

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Bari, 33 anni fa l’arrivo della Vlora: a Desiati, autore di “Mare di zucchero”, le chiavi della città

Nel 33esimo anniversario dell’arrivo della nave Vlora, con a bordo 20mila profughi albanesi, nel porto di Bari, il sindaco del capoluogo pugliese Vito Leccese ha consegnato a Mario Desiati, autore di “Mare di zucchero“, edito nel 2014 da Mondadori, le chiavi della città.

La Vlora, ha detto Leccese durante la cerimonia, «partì da Durazzo letteralmente ricoperta da migliaia di persone, come un pezzo di frutta assalito dalle formiche: ricordo che quando la vedemmo avvicinarsi al porto di Bari, di fatto lo scafo era letteralmente invisibile, scomparso sotto un brulichio di persone».

Leccese ha confessato che qualche giorno fa, durante la celebrazione eucaristica per la festa patronale di San Nicola a Torre a Mare, il parroco, citando proprio Desiati, ha detto che «i santi più importanti arrivano dal mare, a mani nude ma con il cuore pieno di miracoli». E, in questo senso, il racconto della Vlora che Mario ci ha donato «ha uno straordinario valore i termini di testimonianza e di riflessione collettiva».

Desiati «con uno sguardo poetico e acuto racconta il Sud e il mondo, libero da provincialismi e luoghi comuni», ha affermato Leccese: «La sua scrittura, capace di seminare dubbi e domande – ha aggiunto -, dà voce a sogni universali e aspirazioni legate alla nostra terra di Puglia», ha aggiunto.

Con “Mare di zucchero” Desiati ha scritto «un romanzo che racconta le grandi migrazioni del secondo Novecento attraverso gli occhi di due ragazzi uniti dal desiderio di libertà», ha sottolineato Leccese ringraziando lo scrittore «per averci fatto scoprire la bellezza della nostra terra e la complessità della vita».

Le commemorazioni per il 33esimo anniversario dell’arrivo della Vlora a Bari proseguiranno nel pomeriggio, a San Girolamo, con un momento di riflessione che culminerà con la presentazione della gigantografia dell’iconica foto “Sono persone” scattata da Lorenzo Turi.

Desiati: «La Puglia dopo il 1991 è una Puglia migliore»

«Per me questo riconoscimento è molto emozionante perché Bari è forse la città in cui ho vissuto più a lungo dopo Roma e Berlino», ha ricordato Mario Desiati. «Il collegamento di questa giornata è il mio “Mare di zucchero” che ho inizialmente scritto per un pubblico di ragazzi ma che è stato letto anche da molti adulti. Da pugliese – ha aggiunto -, ritengo che non siamo mai fino in fondo consapevoli di essere in un luogo in cui si incrociano i traffici di tutto il mondo: tutti passano dalla Puglia, l’ho imparato da un grande maestro Franco Cassano, e tutti quelli che ci passano lasciano qualcosa».

Bari, ha detto ancora lo scrittore, «è al centro di grandi connessioni culturali. Proprio in questa città si è cristallizzato qualcosa che discende dal nostro legame speciale con il popolo albanese, siamo come fratelli divisi dal mare. E il mare è nutrimento, sono le persone che sono venute qui: c’è una Puglia prima e dopo il 1991, lo dico sempre, e la Puglia dopo il ’91 è la Puglia migliore».

Desiati ha evidenziato che «chiunque abbia vissuto quei giorni del 1991 in prima linea, come il sindaco, o anche da semplice spettatore, sa che non c’è futuro se non c’è memoria. La memoria è fondamentale, certo, ma non è facilmente trasmissibile perché è facilmente manipolabile: per questo dobbiamo attenerci ai fatti, riflettendo su cosa eravamo prima di allora. La Puglia è sempre stata terra di partenze, terra di emigranti. Ognuno in famiglia ha qualcuno che è dovuto partire».

Lo scrittore ha poi fatto riferimento alla strage di Marcinelle, di cui oggi ricorre il 68esimo anniversario, «ha visto morire moltissimi pugliesi».

La pergamena con le motivazioni del riconoscimento consegnato a Mario Desiati

A Mario Desiati, che nei suoi romanzi racconta il sud e il mondo con uno sguardo poetico e acuto, al tempo stesso dolce e rude, libero da provincialismi e luoghi comuni.

Desiati appartiene a quella generazione di scrittori che hanno portato la terra di Bari e la Puglia fuori da qualsiasi cliché letterario per dar voce ad aspirazioni, pulsioni, sogni universali eppure legati a luoghi e contesti del tutto particolari. La sua è una scrittura che rifugge l’assertività per seminare dubbi e domande e raccontare la complessità partendo da una condizione personale di ricerca costante di senso e di felicità che incrocia grandi questioni sociali e politiche.

Le chiavi della città di Bari vogliono essere insieme il riconoscimento di uno straordinario percorso autoriale e il suggello di un legame che ha radici nella stessa terra, la nostra, bellissima terra di Puglia.

Consegnargli questo riconoscimento nel trentatreesimo anniversario dell’arrivo della Vlora è anche un omaggio al suo “Mare di zucchero”, un romanzo che racconta l’irrompere della storia delle grandi migrazioni del secondo Novecento nella città di Bari attraverso gli occhi di due ragazzi, divisi da qualche chilometro di mare, da lingue e culture diverse e da vite opposte ma accumunati dall’energia inesauribile dell’adolescenza e da quel desiderio di libertà che è la molla dei grandi cambiamenti.

Un romanzo di formazione e di passione, l’incontro di due mondi lontani che brucia ogni distanza nello stesso anelito alla vita e alla scoperta.

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Bari, il quartiere San Paolo in festa per il nuovo murales di Santa Rita

Ieri pomeriggio, sotto il caldo sole estivo, centinaia di fedeli si sono riuniti nel giardino di via Giovanni Candura per l’inaugurazione del tanto atteso murales dedicato a Santa Rita nel quartiere San Paolo di Bari.

Realizzato dagli artisti Cesare Bettini, Andrea Buscaroli ed Eleonora Belluso, l’opera è stata fortemente voluta dalla comunità locale, come ha sottolineato Michele Genchi, coordinatore del Comitato Santa Rita. All’evento era presente anche il sindaco Vito Leccese, che ha voluto esprimere la sua vicinanza alla comunità.

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