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Brindisi Cultura e Spettacoli

Torre Canne, da Diletta Leotta ad Anna Dello Russo: l’esclusivo party di Sgura

Diletta Leotta e suo marito Karius, ex portiere del Liverpool, Anna Dello Russo, l’ex direttrice di Vogue barese, l’influencer Chiara Biasi, ex di Simone Zaza, i creatori di Dsquared2, pare ci fossero anche Elodie e Iannone. Questi sono solo alcuni degli oltre 300 invitati all’esclusivo party del famoso fotografo pugliese Giampaolo Sgura.

Per i suoi 50 anni, il fotografo fasanese ha deciso di festeggiare, proprio vicino la sua terra natia, a Cala Maka beach a Torre Canne e poi nell’esclusiva discoteca a cielo aperto, al Badawi a Fasano.

Diletta, da giorni in Puglia, ha sfoggiato diverse foto in modalità relax, altre culinarie, fra cui un piatto di orecchiette con pomodorini e ricotta, altre con il suo partner. Più riservati altri famosi ospiti di cui non sappiamo con certezza fossero all’evento.

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Cultura e Spettacoli Lecce Video

Nel Salento torna Bande a Sud nel segno delle “collisioni”: tra gli ospiti Nicola Piovani – VIDEO

Torna “Bande a Sud“, il festival degli immaginari bandistici giunto alla dodicesima edizione che, dall’8 al 16 agosto prossimi, si terrà a Trepuzzi e nella Marina di Casalabate, nel Leccese.

Il festival, diretto dal Maestro Gioacchino Palma e realizzato dal Comune di Trepuzzi con il supporto della Regione Puglia e grazie al contributo di numerose realtà territoriali, è diventato in pochi anni un appuntamento fisso con la grande musica nazionale e internazionale, da godere in piazza, gratuitamente, assaporando prodotti del territorio e scoprendo piccole realtà interne ma anche costiere del Nord Salento, che sempre più vogliono curare la propria offerta e la propria tipicità.

L’immaginario e la pratica della banda come patrimonio da salvaguardare, riscoprire, narrare, è punto nodale delle azioni di “Bande a Sud” che, fin dalla sua prima edizione del 2012, ha portato in piazza musica, tradizione, magia, trasformando ogni volta Largo Margherita a Trepuzzi nel centro pulsante degli immaginari bandistici del Sud.

Il filo conduttore dell’edizione di quest’anno si riassume nella parola “Collisioni“.

La prima collisione è nella stessa origine delle bande del Sud, formazioni di artigiani e lavoratori che, dopo le fatiche del lavoro, si riunivano per studiare e suonare le grandi partiture e per esibirsi in piazza per colmare l’assenza al Sud dei teatri e della magia che l’Opera e le grandi stagioni dei concerti potevano trasmettere nei maggiori centri metropolitani.

Ora come allora, per “Bande a Sud”, “collisioni” significa generare un cortocircuito virtuoso e assistere ad una scintilla in grado di sorprendere. Ed è quello che avverrà ad ogni appuntamento in cui sarà possibile rivivere una “collisione”, per raccontare quanta meraviglia si possa generare da uno “scontro”.

Si parte l’8 agosto con una collisione suggestiva e inedita: l’incontro tra il repertorio di musica sacra proposta dall’Ensemble di fiati “Tito Schipa” e dal Coro “Jubileum”, diretti da Francesco Muolo e i mondi mediorientali di Nabil Bey (Radiodervish).

Tra gli ospiti Bandakadabra e Chromophobia il 10 agosto. Il giorno successivo sarà la volta di Nicola Piovani con il suo “Note a Margine”.

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Bari Cultura e Spettacoli

A Terlizzi torna il “Sovereto Festival” con un ricco programma. Tra gli ospiti i Radiodervish

È in programma da venerdì a domenica, a Borgo Sovereto (Terlizzi, BA) la dodicesima edizione di “Sovereto Festival”, con un ricco programma di concerti, presentazioni, laboratori e mostre. La manifestazione, diretta per il secondo anno dal musicista Giovannangelo de Gennaro dell’Associazione Culturale Calixtinus. Il borgo, tetro dell’evento, è un piccolo gioiello che nasconde e custodisce le radici della città di Terlizzi. Crocevia di rotte antiche e moderne, nel corso dei secoli ha ospitato pellegrini e viandanti in cammino per cercare un contatto con la spiritualità in un luogo sacro.

Venerdì

Il programma dell’edizione ‘24 aprirà le danze venerdì alle 19. Nei pressi di Suberito bar, il laboratorio di lettura teatralizzata “La fuga di Pulcinella” a cura di BimBumBam (per bambini dai due anni in su) e alla stessa ora nei giardini di Villa Lamparelli la presentazione del libro “Solo i santi non pensano” (Fandango 2024) con Mattia Tortelli e Rosy Paparella, a cura di Un panda sulla luna. Alle 20.30 sul palco Meridiano (atrio del Santuario) La cantiga della Serena presenterà “La Novia”. Alle 22 sul palco Parallelo (Via Santuario di Sovereto), spazio a Enza Pagliara Quartet. Un affresco sonoro di rara bellezza che riecheggia la potenza espressiva del canto folk, riprendendo canti dimenticati della tradizione salentina.

Sabato

Secondo giornata del festival in programma sabato, dalle 10 alle 13, Villa Lamparelli, il seminario di musiche del Mediterraneo a cura di La cantiga de la Serena. Alle 19, nei pressi di Suberito bar, BimBumBam propone la Caccia al Tesoro (per bambini dai quattro anni in su); alla stessa ora in Villa Lamparelli la presentazione di “Oro Forca Fiamme” (Mondadori 2024) con l’autore Marcello Introna e Rosanna De Leo, a cura di Un panda sulla Luna. Alle 20.30 sul palco Meridiano (atrio del Santuario) Glauco Zuppiroli e Daniela Fini in “Amate sillabe, di amore e di vita nella confusione del tempo”, un reading per voce e contrabasso. Alle 22 sul palco Parallelo (Via Santuario di Sovereto), Angela Esmeralda Quartet in “Santoceano, il sofisticato progetto personale della cantautrice Angela Esmeralda Pepe, una delle voci più intriganti della scena musicale pugliese.

Domenica

Domenica la chiusura in grande stile. Alle 19 (traversa Santuario di Sovereto), l’Associazione Bib-Balfolk propone un laboratorio di danze francesi. Alla stessa ora nei pressi di Suberito bar vi sarà il Laboratorio Creativo dedicato alla creazione di girandole con materiali riciclati a cura di BimBumBam (per bambini dai quattro anni in su) e nel giardino di Villa Lamparelli la presentazione di “L’iliade cantata dalle dee” (Solferino 2024) con l’autrice Marilù Oliva e Elvira Zaccagnino, a cura di Un panda sulla luna. A seguire alle 20.00 il talk ”Appia Work in progress”, a cura dell’Associazione Cacciatori d’Ombra, che organizza anche la mostra fotografica visitabile nelle tre giornate del Festival in Villa Lamparelli. Alle 21 sul palco Meridiano (atrio del Santuario), Scibinico Way. Un pellegrinaggio musicale tra suoni, strumenti, lingue e spiritualità provenienti da luoghi fisici e interiori, attorno all’idea del cammino come fonte di ricerca. Alle 22.30 sul palco Parallelo (Via Santuario di Sovereto), i Radiodervish in “Cuore Meridiano”. Un gioiello musicale che comprende brani di autori mediterranei che hanno plasmato l’anima e la sensibilità dei Radiodervish.
Inoltre, tutti i giorni a partire dalle 18.00 il Borgo sarà popolato da una serie di altre iniziative come il mercatino delle autoproduzioni con stand di produttori e artigiani locali, il Bistrot Ethnic Cook a cura dell’Associazione afro-brasiliana ORIGENS e la mostra fotografica Appia Work in Progress a cura dell’Associazione Cacciatori d’Ombra.

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Cultura e Spettacoli Foggia

Lucera, Franco Arminio e Ginevra Di Marco insieme sul palco tra note e parole

Dopo la magia calviniana degli “Amori difficili” portata in scena da Isabella Ragonese e Rodrigo D’Erasmo, l’ottava stagione della rassegna curata da Fabrizio Gifuni e Natalia Di Iorio “PrimaVera al Garibaldi” promuove oggi, alle 21.30, in prima regionale pugliese, all’Anfiteatro Augusteo di Lucera, lo spettacolo-concerto “È stato un tempo il mondo”, con la poesia intensa di Franco Arminio e la canzone popolare di Ginevra Di Marco. La sua voce inconfondibile, una delle interpreti più raffinate della musica italiana, si unisce a quella di Franco Arminio, lo scrittore dei paesi, il cantore dei borghi sul limite della sparizione, che è stato definito da Roberto Saviano «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato».

Dietro lo spettacolo

Il titolo dello spettacolo è̀ stato un tempo il mondo è ispirato a un verso di una canzone dei “CSI” – storica formazione guidata da Giovanni Lindo Ferretti – di cui hanno fatto parte sia Ginevra Di Marco che Francesco Magnelli, ideatore della messa in scena, presente sul palco insieme ad Andrea Salvadori ad eseguire le musiche dal vivo. Il frutto della composita formazione, che unisce il mondo poetico con quello delle note, è uno spettacolo-concerto in cui l’incontro e lo sguardo etico di questi artisti genera un viaggio introspettivo per ricordarci cosa è stato il mondo e cosa sta diventando, attraverso canzoni e poesia popolare, momenti intimisti e di festa. Bellezza e ferite, passato e presente, incanto e disincanto, risuoneranno in un luogo unico e carico di storia come l’Anfiteatro augusteo di Lucera.

La protagonista

«Siamo vicini nello sguardo sulla vita, l’essere sensibili al silenzio, ai margini, al non clamore, alla bellezza dei paesi abbandonati, al sacro che ci sta intorno e che la nostra vita frenetica non contempla più, visioni che invece sentiamo essere motivo e scopo, tra gli altri, della nostra musica» dichiara Ginevra Di Marco sotto lo spettacolo prodotto da IMARTS. Fiorentina, cantante elegante, nel suo percorso si confronta con diversi artisti italiani e internazionali in un scambio musicale e umano. Appare nel 1993 quando partecipa come ospite in Ko de mondo, primo disco dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente album “In quiete”, registrato dal vivo, la si può considerare prima voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del gruppo. Nella sua produzione da ricordare il disco “Quello che conta”: le più belle canzoni di Tenco, reinterpretate e vestite con un nuovo abito musicale. Un delicato equilibrio che non tradisce lo spirito originale, permettendo sempre alla loro essenza più profonda di affiorare.

Il protagonista

Franco Arminio ha vinto due volte il Premio Stephen Dedalus. Con la sua ultima opera letteraria, edita da Bompiani, “Canti della gratitudine”, Arminio consegna il frutto di anni di ascolto di se stesso e del mondo, la summa di ciò che ha imparato nel suo cammino attraverso città e paesi: la parola poetica dispiega la sua forza trasformativa, da esperienza intima si fa comunitaria e ci chiede di essere pronunciata come sfida all’indifferenza, come forma di resistenza, come il più salvifico dei contagi.

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Bari Cultura e Spettacoli

Con le orecchiette la Puglia alla conquista del mondo, Nunzia: «È lo scudetto che ci contraddistingue»

Se si parla di Puglia a qualcuno dell’altra parte del mondo, che non c’è mai stato, sicuramente verrà di abbinarla a uno dei suoi prodotti principe: l’orecchietta. Un prodotto che piace perchè semplice, genuino, fatto solo con due ingredienti e che si sposa benissimo con tutti i tipi di cottura, al forno, in bianco con le rape e col classico sugo domenicale. Ma l’orecchietta sta diventando qualcosa di più, è un’icona, un must e un trend che sta spopolando sempre più sui social. E qui il prodotto si abbina a un volto che è divenuto famoso come simbolo di baresità, Nunzia Caputo, conosciuta come la “regina delle orecchiette”.

Un personaggio emblematico di Bari, che ha saputo portare la tradizione culinaria pugliese a un pubblico internazionale. La sua storia è un racconto di passione, tradizione e innovazione, che si intreccia con esperienze personali e professionali significative.

Una tradizione familiare

Fin da piccola, Nunzia è stata immersa nella tradizione della pasta fatta in casa. A soli sei anni, sua nonna le insegnò a fare le orecchiette, un momento che segnò l’inizio del suo legame con la cucina. Nonostante le resistenze iniziali, Nunzia oggi riconosce il valore di quell’insegnamento, che non solo le ha trasmesso una tecnica, ma anche un amore profondo per la cucina e la condivisione. Le sue orecchiette, fatte con semola di grano duro e acqua, sono il simbolo di Bari e rappresentano un piatto semplice ma ricco di sapore e salute.

La carriera

La carriera di Nunzia è decollata grazie a una serie di incontri fortunati e collaborazioni. La sua apertura verso gli altri le ha permesso di stringere legami con personaggi noti, come Stefano Gabbana, e di partecipare a eventi di grande rilevanza, inclusi matrimoni di alto profilo in India. La sua partecipazione a questi eventi non è solo un riconoscimento del suo talento, ma anche un’opportunità per promuovere la cultura gastronomica pugliese a livello globale.

L’impatto sociale

Nunzia non si limita a preparare orecchiette; è attivamente coinvolta in iniziative di volontariato, lavorando con anziani e giovani in difficoltà. Ha avviato corsi nelle scuole per insegnare l’arte della pasta, sottolineando l’importanza della manualità e della tradizione. Tuttavia, esprime preoccupazione per la perdita di queste competenze tra le nuove generazioni, spesso distratte dai dispositivi tecnologici. Credere fermamente nel potenziale delle orecchiette. La sua missione è quella di preservarle e promuoverle, lavorando per migliorare l’immagine della Puglia nel mondo. «L’Orecchietta è simbolo di Bari perchè è semplice ma è anche un piatto di salute e sapori, come siamo noi. Questo è lo scudetto barese che ci contraddistingue».

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Brindisi Cultura e Spettacoli Video

Savelletri, la grande festa della conduttrice Rai Monica Setta per i suoi 60 anni – VIDEO

La conduttrice Rai Monica Setta ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno in una cornice da sogno: la Masseria Torre Maizza a Savelletri, in Puglia. Una festa indimenticabile, ricca di dettagli lussuosi e momenti di gioia, che la stessa Setta ha voluto condividere con i suoi fan sui social.

Tavole imbandite con oltre 2mila rose, candele che creavano un’atmosfera magica e fuochi d’artificio che illuminavano il cielo: così Monica Setta ha festeggiato insieme agli amici più cari. La conduttrice ha sfoggiato un abito rosso scintillante, da vera protagonista della serata.

Un compleanno speciale

Ma questo compleanno è stato ancora più speciale. Oltre a festeggiare un traguardo importante come i 60 anni, Monica Setta ha voluto brindare anche al successo del suo nuovo programma “Storie di donne al bivio”, che ha fatto il suo debutto in prima serata su Rai 2.

Dopo aver festeggiato il compleanno dello scorso anno a Monopoli, Setta è tornata nella sua terra natale, Brindisi, per celebrare questo importante traguardo. La giornalista, scrittrice e conduttrice, nota al grande pubblico per programmi come “Unomattina in famiglia” e “Generazione Z”, ha voluto condividere la sua gioia con le persone a lei più care, in un’atmosfera di festa e convivialità.

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Cultura e Spettacoli Puglia

Oltre 2,2 milioni di spettatori per Battiti Live: l’edizione 2024 si chiude con numeri da record

Con una media di 2 milioni e 266mila spettatori in ogni minuto di ogni puntata e del 19,42% di share, con punte del 21,6% sul pubblico attivo, nell’ultima andata in onda ieri sera su Canale 5, si chiude con numeri da record la 22esima edizione del Cornetto Battiti Live.

Numeri che hanno consacrato Battiti Live non solo come il festival musicale più visto e più amato dell’estate italiana con punte di share media che hanno sfiorato il 25%, un quarto dei telespettatori italiani nonostante la concomitanza televisiva con le attesissime Olimpiadi di Parigi. Numeri ancor più eclatanti sul pubblico giovane: media del 29.5% sul target 15-19 anni, con puntate che hanno superato il 43% di share.

Un successo incredibile, che conferma la costante e continua ascesa del programma.

«Non possiamo che essere orgogliosi ed emozionati di fronte a questi numeri», commenta Marco Montrone, presidente di Radio Norba. «Condivido le parole del direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, che ringrazio insieme a tutta Mediaset per aver creduto in noi. Quello di Battiti è un successo oltre ogni aspettativa, che conferma quanto il brand Battiti Live sia ormai consacrato e parte integrante dell’estate italiana. Possiamo tranquillamente affermare che questa è stata l’edizione della consacrazione. Voglio dedicare questo successo a tutto lo straordinario team di professionisti che con senso di appartenenza, passione e dedizione ha lavorato a questo grande show. Grazie ai nostri partner commerciali ed istituzionali, agli artisti che hanno calcato il nostro palco e al nostro straordinario pubblico, che ci ha donato il suo tempo e il suo consenso».

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Cultura e Spettacoli Taranto

Leporano, a San Lorenzo notte di stelle al Canneto Beach con Tony Humphries e Ste

Una “notte di stelle” al Canneto Beach di Leporano il 10 agosto prossimo con Tony Humphries e Ste che faranno ballare il pubblico con il loro sound travolgente.

Il primo dj e produttore nato a Brooklyn, tra i progenitori della musica house, l’altra cantautrice napoletana di origini africane: entrambi saranno ospiti della rassegna “Canneto Sound Fusion“, organizzata in partnership con l’Its Academy Mobilità (apertura porte alle 22, start ore 23).

Nella sua carriera, Tony Humphries ha realizzato più di 200 remix. Tra i tanti artisti, sono da ricordare i suoi primi lavori per Mtume, che gli fece vincere il suo primo disco d’oro, per Donna Summer, Jungle Brothers, Queen Latifah. In anni più recenti, ha collaborato con Boy George, Dimitri from Paris, Inner City, Brand New Heavies, Adeva, Cure, Lil Louis, Ultra Natè, Joe Smooth, Style Council.

Il primo ingaggio arriva nel 1975, ma soltanto qualche anno dopo, quando cessa la sua esperienza con la redazione del Daily News, decide di intraprendere definitivamente la strada del disc jockey.

Inizia la longeva collaborazione con la famosa emittente newyorkese, radio Kiss FM e, nell’82, diventa resident nello Zanzibar Club, dove rimarrà per molti anni, lavorando anche in altri club illustri. Tra tutti, lo Studio 54 di New York. Contestualmente, esporta in Europa il cosiddetto “Garage Sound di New York“: sia al Ministry of Sound di Londra che all’Echoes di Rimini. Dopo la parentesi europea, torna in America per lanciare la “Yellorange“, una delle etichette house più prestigiose, che poi nel 2005 passerà il testimone alla “Tony Records”, che ottiene in pochissimo tempo ottimi risultati.

Stephani Ojemba, in arte Ste, è invece una cantautrice che, negli ultimi tempi, sta spopolando sui social. La sua musica unisce proprio tutti e l’influenza della città partenopea che l’ha accolta emerge nella maggior parte dei suoi brani.

Ste ha 25 anni, è nata a Lagos, in Nigeria, ma proprio per le difficoltà nella vita nel Paese d’origine, la sua famiglia ha deciso di migrare in Italia, dove la cantautrice è cresciuta con la mamma. È stata proprio una famiglia napoletana ad aiutarle a integrarsi. La passione per la musica nasce durante l’infanzia: prende parte a recite, cori e progetti scolastici in cui può mostrare il suo talento. La carriera inizia nel 2022 con il primo inedito, “Ansia“, in cui parla di aspetti nascosti della sua vita e del suo carattere. Seguono “Ki lo sa” e “Red“. Oltre ai brani, su TikTok si diletta anche nelle cover di canzoni note. Le sue ispirazioni sono Mina e Pino Daniele.

La lunga Notte di San Lorenzo al Canneto Beach proseguirà con il sound dei djs Giorgio Vinciguerra e Chevaline, pronti a far ballare in questo attesissimo appuntamento estivo.

Prevendite sull’app “Canneto Beach“. Info: 099 5332037.

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Cultura e Spettacoli Italia

Quel sognatore di André Breton. Cent’anni del Manifesto surrealista

La vita come un gioco a credito. E man mano che l’esistenza la guardiamo in faccia, quel credito inizia a perdersi. Derubricato, si esaurisce; corroso dalla marea, instancabilmente puntuale, del tangibile. A cent’anni dalla prima stesura del “Manifesto del Surrealismo” di André Breton, il quadro “L’incontro degli amici” di Max Ernst può rappresentare un buon punto di partenza per analizzarlo. Nella scena sono dipinti scrittori e artisti del movimento, alcuni comodamente seduti su delle sedie – invisibili – in primo piano, altri in piedi alle loro spalle, e ancora facce fumose sullo sfondo. La parodia confusa di una foto di gruppo, una montagna innevata sotto un cielo nero, il mondo astratto del sogno che ingoia tutto, tutti. Anche chi il quadro lo guarda. Lo spettatore preso dal bavero della giacca e trascinato di peso nell’opera. La magie, direbbero a Parigi. Ed è un po’ quello che fa lo stesso Breton nella sua opera, gioca ad essere un illusionista, cammina all’indietro, dando le spalle alla tecnica e a tutte le sue declinazioni, un ritorno – occhi spalancati – al fantastico, all’onniscenza smisurata di chi sa ancora desiderare. Il Manifesto è una critica feroce alla società del tempo, la condanna senza appello a logica e razionalità che limitano la libertà dell’individuo, soffocandone la creatività, la proposta di un approccio spontaneo al “fuori”, basato sull’esplorazione del subconscio.

Le immagini

Le immagini surrealiste secondo Breton funzionano come quelle dell’oppio: non è l’uomo a evocarle ma gli si offrono spontaneamente, dispotiche. Non c’è possibilità di governarle, né tantomeno congedarle; la volontà propria è inerme, nessuna possibilità di scelta, l’evoluzione incontrollata dell’uomo in vittima e carnefice, insieme.

Il linguaggio

E poi il linguaggio. Il senso di prigionia indotto dal reale, la volontà ferma di rottura liberatoria dai vincoli razionali. «Un’altra costrizione non meno rigorosa e che provavamo il bisogno irresistibile di scuotere è quella che lo spirito critico esercita sul linguaggio e, in maniera generale, sui più variati modi di espressione» scrive Breton. Il surrealista deve vivere sul filo di un delicato equilibrio. Evadere, evitando la trita quotidianità, vincendo il rischio di rimanere ostaggio degli stati allucinatori, del fascino dell’universo profondo trovato in sé stesso, dove l’artista si avventura per dar vita all’opera.

L’oracolo

Tutto in funzione del “l’altrove”, la terra promessa, la profezia con cui si conclude il libro. «Quest’estate le rose sono azzurre; il bosco è vetro. La terra drappeggiata nelle sue fronde mi fa tanto poco effetto come un fantasma. Vivere e cessare di vivere sono soluzioni immaginarie. L’esistenza è altrove».

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Cultura e Spettacoli Lecce

Casarano, a Palese (Unirai) il premio Apulions: «Il legame con il territorio è sacro» – L’INTERVISTA

Se in Rai dopo decenni è caduto un muro, e si è rotto il monopolio sindacale è merito anche di un salentino doc. Francesco Palese infatti è il segretario del nuovo sindacato dei giornalisti Unirai – Figec Cisal. Lo incontro a Casarano dove il giornalista parlamentare di “Rainews24” ritira il premio “Apulions” dedicato ogni anno alle eccellenze del territorio.

Ti è stato consegnato il premio “Apulions 2024”. Che valore ha per te questo riconoscimento?

«Fa sempre piacere tornare a casa e rivivere tanti ricordi legati al mio passato. Bello rivedere tanti amici con cui si è condiviso un percorso. Il legame col territorio per me è sacro».

Perché nasce il sindacato “Unirai”?

«Unirai nasce per dare voce a tutti. A partire da quelle componenti che nel vecchio sindacato non erano messe nelle condizioni di esprimersi. Nasce dal malcontento dei più. Il pluralismo, anche in ambito sindacale, è un valore aggiunto. La creazione di un nuovo soggetto non può che far bene a tutti».

Che momento storico è quello attuale per la Rai? Da mesi assistiamo a tante polemiche su una presunta “TeleMeloni”…

«“TeleMeloni” è stata una bella invenzione, un’idea di marketing, da parte di chi ci ha costruito su una campagna di comunicazione. Mi riferisco ad alcuni gruppi editoriali ben noti, e a qualche partito politico. Le elezioni europee ci sono state. I cittadini si sono pronunciati. Adesso bisognerebbe mettere da parte gli slogan e pensare al futuro di questa grande azienda con oltre 12 mila dipendenti, ma anche con un debito di oltre mezzo miliardo di euro».

C’è stato con il governo Meloni un salto di qualità in quella che viene definita come “un’occupazione” della Rai?

«La legge che disciplina i meccanismi di elezione e nomina della governance è del 2015. Ma solo oggi qualcuno si scandalizza. C’è chi propone di passare alla precedente, mentre dall’Unione Europea arrivano indicazioni molto precise alle quali dovremo adeguarci. Mi limito solo a mettere in evidenza la strumentalità di molte critiche di questi mesi sulla Rai».

Proprio in queste ore si sta discutendo dell’elezione del nuovo Cda. Una corsa contro il tempo?

«La legge affida al parlamento l’elezione di quattro dei sette consiglieri, Ad e Presidente sono di nomina goverrnativa. Sul Presidente serve inoltre un passaggio in Vigilanza, mentre il settimo consigliere, quello che rappresenta i dipendenti, lo abbiamo eletto a maggio. Sono passati due mesi e l’auspicio di molti è non si vada oltre settembre».

Torniamo a Unirai. Qual è il bilancio di questi primi 7 mesi dalla nascita?

«Sono stati mesi di grande lavoro. Non è stato facile guadagnarsi lo spazio necessario per far sentire la nostra voce. Abbiamo incontrato grandi resistenze, a tutti i livelli. Resistenze che probabilmente continueranno e si faranno sempre più forti. Ma siamo pronti a tutte le sfide. Siamo soddisfatti del numero del primo blocco di iscritti, delle iniziative che abbiamo messo in campo e della risposta dei colleghi, nonostante ci sia stato più di qualche tentativo di demonizzare la nuova creatura etichettata in tutti i modi».

Ti riferisci a chi vi chiama “sindacato di destra”?

«Definire “di destra” un sindacato non vuol dire nulla. Se entro in una pizzeria non mi interessa sapere se il pizzaiolo è un comunista. Sono problemi suoi. Mi interessa sapere se la pizza è buona. Facciamo attività sindacale, non siamo un partito e non abbiamo bisogno di collocarci politicamente. Ogni giornalista Rai, come ogni cittadino, può avere le sue convinzioni politiche, ma non deve trasferirle nel suo lavoro, tantomeno nel sindacato. Chi ci etichetta come “sindacato di destra” lo fa per cercare di screditarci. Ma perde tempo».

Si sta aprendo nel tempo un dialogo con il vecchio sindacato Usigrai?

«Ultimamente hanno scritto una lettera piena di attacchi contro di noi. Non mi pare abbiano voglia di confrontarsi sui temi. Addirittura hanno detto che si batteranno in ogni sede per farci avere il minore spazio possibile. Sono ancora nella fase dell’elaborazione, ma arriverà anche quella dell’accettazione della nuova realtà. È stato un peccato però il mancato confronto di questi mesi, noi parliamo con tutti».

Cosa deve fare la Rai per diventare sempre di più servizio pubblico?

«Deve rappresentare tutte le sensibilità che esistono nella società, essendo presente maggiormente sui territori, anche quelli periferici».

Si può immaginare un potenziamento della Rai in Puglia?

«La sede Rai di Bari va valorizzata, come tutte le sedi regionali. Ma la Puglia ha una sua specificità. È un territorio molto esteso, di fatto una macroregione. Non a caso da molti anni c’è chi parla di “Regione Salento”. Andrebbero potenziate le sedi di Bari e Lecce».

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