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Sport Taranto

Taranto calcio, Melucci: «Si consegni il titolo sportivo al Comune. Potremo mediare»

«Spero che nessuno stia ancora scherzando sulla pelle dei tarantini, magari immaginando di far fallire la società e ricominciare con minori fardelli e i soliti piagnistei da categorie più basse». Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in relazione alla situazione che sta attraversando la squadra di calcio cittadina a pochi giorni dall’inizio del campionato di Serie C.

Il sindaco rimarca che «al momento, pur avendo dichiarato pubblicamente alla società rossoblù e finanche alla tifoseria organizzata la disponibilità dell’amministrazione comunale a mediare e supportare la delicata transizione, nessuno si è recato a Palazzo di Città a consegnare il titolo sportivo. Ne discende che la nostra azione non può esplicarsi più efficacemente, nelle regole».

Nei giorni scorsi il presidente del Taranto, Massimo Giove, ha annunciato il suo disimpegno dalla società che l’anno scorso ha ben figurato in campionato ma che ora sta attraversando una fase agitata soprattutto a causa dell’utilizzo dello stadio Iacovone, che sarà oggetto di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026.

Melucci spiega che «la Giunta comunale ha approvato nella seduta di ieri la delibera finalizzata all’approvazione della convenzione tra l’Ente civico e il Taranto FC 1927, per la fruizione dell’impianto Erasmo Iacovone sino alla data del 30 settembre prossimo, data oltre la quale lo stadio municipale sarà sottoposto a parziale demolizione e conseguente ricostruzione, secondo il modernissimo progetto di Sport&Salute, per un valore di 60 milioni, a valere sul programma dei XX Giochi del Mediterraneo. Togliamo gli ultimi alibi – insiste il primo cittadino – a chi ha tentato di farci credere di non poter iniziare una stagione sportiva e che uno stadio di calcio nuovo di zecca e confortevole per tifosi e squadra fosse un ostacolo e non, al contrario, una grande opportunità».

Per Melucci «la proprietà con senso di responsabilità e realismo deve chiudere in fretta le trattative che possiamo affermare con certezza sono in atto. E se occorre un surplus di iniziative, si può consegnare in qualunque momento quel titolo sportivo a Piazza Municipio, la casa dei tarantini. Per questo motivo, essendo naturalmente in contatto con i nuovi investitori, ci è sembrato anche che si debbano lasciare le parti serene al lavoro, senza il clamore di manifestazioni che possano allarmare acquirenti forestieri, nell’ottica di mettere in sicurezza solo le sorti del sodalizio rossoblù».

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Bari Sport

Cremonese-Bari: Longo sceglie i fedelissimi per l’esordio stagionale in Coppa Italia

Tutti a disposizione di mister Longo in vista dell’esordio stagionale del Bari, in programma questo pomeriggio contro la Cremonese di Stroppa, match valido per i trentaduesimi di Coppa Italia. Per la sfida contro i grigiorossi, il tecnico piemontese dovrebbe varare la linea della continuità e dare fiducia all’11 titolare che si è visto quasi sempre nel precampionato, con l’ormai canonico 3-4-2-1.

I probabili 11

In porta esordio ufficiale per Radunovic, arrivato da una settimana in prestito dal Cagliari. Davanti al serbo linea a tre con Pucino e il giovane Obaretin ai fianchi dell’esperto Vicari, alla prima da capitano. Solo panchina per Mantovani, fisicamente un po’ indietro. Nella linea a quattro nessun dubbio con Maiello e Benali a comporre il duo di mediani, mentre sulle fasce Favasuli a destra e Dorval a sinistra. In avanti fiducia a Sibilli, che un anno fa di questi tempi decise il match di campionato con una zampata sul finire del primo tempo su assist di Morachioli, e Sgarbi dietro a Lasagna. Giornata speciale per l’attaccante ex Carpi e Udinese, che festeggia oggi il trentaduesimo compleanno. Dalla panchina lo statunitense Novakovich, così come Maita ormai declinato al ruolo di gregario di lusso.

La Cremonese

Tanta scelta, invece, per l’ex tecnico del Foggia Stroppa. Tanti esordi nel match col Bari, su tutti quelli di Fulignati e Vandeputte, presi a peso d’oro dal Catanzaro. Solo panchina per l’ex obiettivo del Bari De Luca, così come per i nuovi arrivati Bonazzoli e Barbieri. In conferenza stampa, Stroppa ha spiegato di voler fare a tutti i costi risultato pieno: «Siamo ancora in piena progressione di lavoro, ma col Bari sarà una partita vera. Abbiamo fatto un buon precampionato, potremo testare a che punto siamo contro una nostra concorrente e sono curioso di vedere che risposte avremo». Parole al miele per i biancorossi: «Sfideremo una squadra competitiva, perché per me il Bari è una delle candidate ad andare in serie A. Ha tenuto parecchi giocatori degli anni scorsi, ha pagato lo scotto dell’ultima stagione e quindi avrà un approccio migliore. Per quanto riguarda le contromisure, cercheremo di ovviare alle qualità del Bari mettendo in campo le nostre, cercando di portare a casa il risultato». Insomma, sarà sfida vera.

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Italia Lecce Sport

Parigi 2024, addio al bronzo per gli azzurri di De Giorgi: Italia-USA 0-3

Dopo aver abbandonato l‘ipotesi oro con la sconfitta contro i padroni di casa, l‘Italvolley del salentino Fefè De Giorgi si sarebbe dovuta “accontentare” di un bronzo. Impresa che, alla South Paris Arena, ha visto gli Stati Uniti aggiudicarsi la medaglia ramata nella pallavolo maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024, superando l’Italia.

Il punteggio dice 3-0 (25-23, 30-28, 26-24), ma gli azzurri, a volte poco lucidi (soprattutto al servizio), hanno dato filo da torcere agli americani che hanno dimostrato un carattere da veri campioni, rialzandosi dopo la sconfitta in semifinale contro la Polonia e regalando ai propri tifosi una gioia immensa.

Matt Anderson e David Smith, veterani della nazionale statunitense, tornano sul podio olimpico per la quarta volta consecutiva, confermandosi tra i migliori pallavolisti al mondo. La loro esperienza e la loro leadership sono state fondamentali per guidare la squadra alla vittoria.

Un match punto a punto che ha tenuto col fiato sospeso il pubblico fino all’ultimo punto. Il secondo set, in particolare, è stato un vero e proprio thriller, con continui cambi di fronte e un finale al cardiopalma. L’Italia, nonostante la sconfitta, esce a testa alta da questa competizione. Gli azzurri hanno lottato fino all’ultimo punto, dimostrando un grande spirito di squadra.

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Bari Sport

Il Bari verso l’esordio stagionale, Longo suona la carica: «Squadra in costruzione ma ambiziosa»

Moreno Longo, prima dell’allenamento di rifinitura e della partenza per Cremona, dove il Bari domani alle 18 giocherà in Coppa Italia, ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulla preparazione e presentare la partita.

«Sono soddisfatto della disponibilità dei ragazzi e ciò agevola un cambiamento radicale. In ogni caso ad agosto il calcio va preso con le pinze perché si è in costruzione e i carichi di lavoro possono spostare gli equilibri. Il percorso sarà lungo e tortuoso», afferma il tecnico biancorosso sottolineando che «manca ancora tanto a livello tattico, siamo alla fase embrionale. Per l’organico stiamo cercando di mettere a posto difesa, tre-quarti e qualcosa a centrocampo».

Domani, il primo impegno ufficiale contro la Cremonese. «Il Bari arriva bene: affrontiamo una delle candidate alla vittoria del torneo ma siamo focalizzati su di noi. A Cremona per fare passi avanti».

Tra i nuovi arrivati, oltre a Lasagna, bene ha fatto anche Sgarbi: «Sono contento per come sta lavorando. Si sta adattando a una categoria nuova. Sa bene che deve migliorare e potrà entrare al meglio negli automatismi». Radunovic? «È un portiere affidabile e si è sempre allenato. Giocherà da subito».

Per quanto riguarda il prossimo campionato di Serie B, mister Longo afferma: «Ci sono davanti, per budget, 6 o 7 squadre. Detto questo noi sappiamo di dover fare benissimo tutto per andare a ritagliarci uno spazio. Il Cittadella ha fatto i playoff e sfiorato la A diverse volte, noi pensiamo a noi. Su alcuni giocatori non puoi competere a certe cifre. Dobbiamo essere bravi a costruire ma non tentare l’all-in per forza. Non sarei venuto a Bari per giocare per la salvezza ma perché sono uno ambizioso».

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Potenza Sport

Parigi 2024, Acerenza quarto nella 10 km di nuoto: «Ho dato tutto. La Senna? Non mi ritufferei»

Domenico Acerenza ha chiuso al quarto posto la 10 chilometri di nuoto di fondo nelle acque della Senna alle Olimpiadi di Parigi.

L’atleta lucano è arrivato alle spalle dell’ungherese Kristof Rasovszky che ha vinto la medaglia d’oro, del tedesco Oliver Klemet (argento) e dell’altro ungherese David Betlehem (bronzo).

L’altro italiano in gara, Gregorio Paltrinieri, è crollato negli ultimi metri ed è arrivato nono.

«Ho dato tutto, non posso recriminare nulla»

«Ho dato tutto in questa gara, mi sono divertito molto, la tattica è stata fondamentale e io ho usato tutta la mia esperienza. Comunque ho dato il massimo e per la mia prestazione sono soddisfatto di me stesso». Così Acerenza commenta la sua prova. «Alla fine – afferma – ho cercato di prendere i primi due e speravo che nessuno mi affiancasse perché ero morto, ma quando l’ungherese mi ha affiancato non ne avevo più. Ero finito», aggiunge.

«Non posso recriminare nulla – spiega ancora Acerenza -, nell’ultimo mese ho avuto problemi alla spalla che mi hanno condizionato ma nel complesso sono soddisfatto di quello che ho fatto. Il destino si vede era quello, perché la gara l’abbiamo fatta come era stata preparata. Un quarto posto alle Olimpiadi comunque non è da buttare via».

«La Senna? Bellissima ma non mi ritufferei»

La Senna, in cui si è disputata la gara, è stata al centro delle polemiche durante tutti i giochi per la qualità delle sue acque. Come campo di gara, però, dice Acerenza, è «bellissimo, anche a livello di pubblico. Una delle più belle gare nelle acque libere mai fatte, lasciando le storie dei giorni passati. Ma non mi ritufferei nella Senna, ora speriamo di stare bene nei prossimi giorni sennò qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità»

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Foggia Sport

Parigi 2024, Samele bronzo alle Olimpiadi: «La scherma? Ho iniziato per caso» – L’INTERVISTA

A metà settembre Foggia l’aspetta per una grande festa. Quel bronzo nella Sciabola di Gigi Samele a 37 anni alle Olimpiadi di Parigi era insperato, «…forse per gli altri, ma io ci credevo». Ora però lo attendono le sue meritate vacanze. Le estati di Luigi Samele hanno un solo indirizzo: “Villaggio Calenella” tra San Menaio e Peschici. «Tra gli ulivi e gli affetti della mia famiglia, ho costruito il mio posto preferito, la mia isola felice dove ritrovarmi e rigenerarmi. Sin da bambino, quando ero l’irrefrenabile nipote di nonno Gino e nonna Titina che avevano lì il loro riferimento estivo, Calenella è stata la mia unica passione, un ambiente familiare che sapeva di ulivi garganici e aveva gli amici e le prime avventure da vivere con la consueta vivacità. Perché ero un terremoto, non mi fermavo mai».

Come passava le giornate?

«Con mio fratello Riccardo diciamo che abbiamo fatto “breccia” in vari cuori di passaggio a Calenella: erano lunghe nottate e giornate vissute al massimo, sempre con la voglia di fare scherzi, soprattutto ai malcapitati avventori del villaggio. Le vacanze che comunque non dovevano mai mancare erano però con gli amici del cuore Pasqualino e Luca e la celeberrima “partenza ad occhi chiusi”. Si sceglieva una località e si andava, senza prenotare nulla e casomai cercando un posto di amici dove iniziare a soggiornare. Da lì itinerari e luoghi venivano scelti giorno per giorno.

Insomma come i viaggiatori di una volta.

«Tutto questo indipendentemente dalle risorse finanziare, Italia o estero dovevano essere percorsi senza mete precise, con un’unica prerogativa: trattare dovunque sui prezzi. Alberghi, ristoranti ed attrazioni venivano mercanteggiati con proposte di prezzo e trattative estenuanti fino all’ultimo sconto. Un esempio di foggianità reso anche successivamente celebre da due amici: Pio e Amedeo (che si sono congratulati come sempre anche dopo questo successo ndr). Il ritorno era però sempre a Calenella, perché la voglia di Gargano non è mai mancata».

E la scherma come è arrivata?

«Ho iniziato a fare scherma per caso, ero con mia madre dal barbiere quando il mio primo maestro Vincenzo Acquaviva notò la mia irrequietezza e pregò mia madre di portarmi in palestra per provare a “giocare” con la scherma. Sinceramente non mi importava granché di quello sport ma era un modo per fare casino e correre in uno spazio molto grande, facendo come sempre dispetti a tutti, soprattutto ai ragazzi più grandi. I primi anni e le prime gare sono state assolutamente negative, iniziai con il fioretto ed ero un “pippone” gigantesco. Poi passai alla sciabola e cominciai a farmi notare, anche se il mio pensiero primario era andare in trasferta per fare casino ed “sfondarmi” di sale giochi. Una volta a Rimini, dove si svolgono le finali nazionali under 14, era il momento dei quarti di finale e non mi trovavano più in palestra. Dovevo salire in pedana, ma mi importava talmente poco della gara che ero scappato nella sala giochi sotto il palazzetto. Mi vennero a recuperare i miei genitori e naturalmente persi l’assalto, avendo altri pensieri da supportare».

Quando avvenne la svolta?

«Chi vide qualcosa di speciale in me, ancora adesso devo capire bene come fece, fu l’allora commissario tecnico della nazionale di sciabola Christian Bauer. Mi portò ai mondiali Cadetti a soli 16 anni e vinsi il titolo mondiale, che era anche la mia prima vittoria assoluta in una gara di scherma. Venne poi a parlare con i miei genitori e gli manifestò la sua volontà di portarmi a Roma, alla palestra della nazionale che si trova nel complesso sportivo dell’Acqua Acetosa».

Fu felice di trasferirti nella capitale?

«Non fu facile lasciare Foggia, i compagni di scuola, la mia famiglia, gli amici dell’oratorio di San Michele, dove trascorrevo la gran parte delle mie giornate, tutti quegli affetti che avevo costruito e che mi mancavano al solo pensiero di allontanarmi. Feci questa scelta e finii, dopo il liceo scientifico “Volta”, le scuole dell’obbligo a Roma. Non fu facile ma non avevo alternative».

Dunque partì la maturazione personale?

«Cominciai in quel periodo a capire che lo sport è soprattutto sacrificio, non lasciai Foggia per scelta, era un’occasione che mi era stata creata dagli eventi e sapevo che dovevo sfruttarla. Dopo i primi anni a Roma ed il bronzo alle Olimpiadi di Londra qualcosa si inceppò nel meccanismo strano che regola la vita degli sportivi. Non riuscivo a ritrovarmi, pensai anche di lasciare la scherma. Fu il maestro Andrea Terenzio, foggiano come me, che mi propose di andare da lui a Bologna».

E come andò?

«Inizialmente scettico, accettai la sua proposta e volai in Emilia, dove adesso risiedo e che ritengo la mia seconda casa. Tutto quello che Andrea e la Virtus Scherma ha costruito per me resta la migliore scelta che potessi fare, per la mia vita sportiva e sociale. Poi è arrivato l’amore con Olga Kharlan medagliata a Parigi come me con un bronzo e la scelta di vivere a Bologna come città di residenza. La condivisione di momenti molto difficili, come il dover affrontare il lungo viaggio per riportare parte della sua famiglia con noi dall’Ucraina, ha rafforzato un legame che resta forte nonostante le tante preoccupazioni che ancora oggi subiamo per una guerra assurda e terribile».

E il legame con la tua terra è rimasto?

«Con il trasferimento prima a Roma e poi a Bologna il desidero di riabbracciare la mia terra mi porta a “scappare” in periodi anche non estivi verso il Gargano. Mamma Eleonora e papà Franco ormai vivono a Verona, con i miei fratelli, Francesco e Riccardo. Ritornare a Foggia significa soprattutto vivere l’atmosfera delle feste natalizie con la numerosissima famiglia, 11 cugini, zii e zie difficili da “controllare”, per riabbracciare anche chi ha creduto in me».

E fra quattro anni la rivedremo a Los Angeles?

«Intanto fra un po’, come sempre, tornerò a Calenella per un breve periodo, per poi partire alla volta degli Stati Uniti con Olga per una lunga vacanza californiana. Dopo deciderò cosa fare: a 37 anni gambe, ginocchia e spalla devono dirmi se vorranno ancora supportarmi».

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Lecce Sport

Lecce, 36 milioni per il Via del Mare. Damiani: «Si farà la copertura totale»

Qualche mese fa sembrava solo un sogno irrealizzabile del presidente del Lecce, Sticchi Damiani, il quale, però, non ha mai smesso di perseguirlo assieme alle istituzioni preposte. Oggi la svolta decisiva. Nella mattinata è stato firmato il decreto con il quale è stato approvato il secondo stralcio del programma delle opere infrastrutturali occorrenti allo svolgimento della XX Edizione dei Giochi del Mediterraneo, prevista a Taranto per il 2026.

Il provvedimento fa seguito al decreto dello scorso 16 aprile che aveva approvato interventi per 168 milioni di euro, e ora assegna ulteriori 107 milioni di euro per i Giochi. Ciò significa che ai primi 11 milioni di euro già autorizzati se aggiungono ulteriori 25, che consentiranno un completo restyling del Via del Mare e la totale copertura dello stesso.

Le parole del presidente

«Speravo fin dall’inizio – il commento di Sticchi Damiani – che i Giochi del Mediterraneo potessero rappresentare una opportunità per un profondo riammodernamento del Via del Mare, fino a sognare la copertura totale del nostro impianto, che lo renderà più moderno, funzionale, accogliente e fruibile per i nostri tifosi. Grazie allo sforzo di tutte le Istituzioni con cui in questi mesi ho avuto un confronto costante e sempre costruttivo, siamo riusciti ad ottenere un risultato clamoroso per la nostra città che ci consentirà sia di avere un impianto all’avanguardia sia anche di ospitare un evento sportivo di prestigio internazionale».

«Un sentito ringraziamento al Ministro Raffaele Fitto e al Commissario Straordinario Massimo Ferrarese per la sensibilità istituzionale
dimostrata e l’impegno profuso ed ai Ministri Andrea Abodi e Giancarlo Giorgetti per il fondamentale apporto nel perfezionamento dell’iter, d’intesa con la Regione Puglia», conclude il presidente.

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Lecce Sport

Lecce, ecco tutti i numeri di maglia dei giallorossi per la stagione 2024/25

Lunedì, 12 agosto, i giallorossi affronteranno la prima vera sfida stagionale, contro il Mantova, per i 32esimi di Coppa Italia. L’US Lecce ha, quindi, ufficializzato tutti i numeri di maglia che i ragazzi di mister Gotti avranno per la stagione 2024/25.

Ecco il nuovo numero 1 affidato al portiere tedesco Früchtl, Falcone riprende la 30; Krstovic con la 9, Morente si appropria della 7 che era di Almqvist. Il nuovo roccioso difensore leccese Gaspar riceve la 4 e Berisha la 5.

Tutti i numeri di maglia

PORTIERI: 1.Früchtl. 30.Falcone, 32.Samooja, 98.Borbei.

DIFENSORI: 4.Gaspar, 6.Baschirotto, 13.Dorgu, 17.Gendrey, 24.Lemmens, 25.Gallo, 26.Smajlović, 28.Esposito, 42.Addo.

CENTROCAMPISTI: 5.Berisha, 8.Rafia, 10.Oudin, 14.Helgason, 18.Faticanti, 19.Listkowski, 20.Ramadani, 29.Maleh, 34.Daka, 36.Marchwiński, 75.Pierret, 77.Kaba, 83.Samek.

ATTACCANTI: 7.Morente, 9.Krstovic, 11.Sansone, 22.Banda, 23.Burnete, 27.McJannet, 31.Persson, 33.Salomaa, 50.Pierotti.

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Bari Sport

Bari, ecco tutti i numeri di maglia dei biancorossi per la stagione 2024/25

Sabato prossimo il Bari di mister Longo  è atteso al suo esordio stagionale, contro la Cremonese, in occasione dei 32esimi di finale di Coppa Italia FrecciaRossa. I biancorossi hanno così scelto i numeri di maglia che indosseranno durante la stagione 2024/25.

A sorpresa Lasagna vestirà la maglia numero 15, mentre Novakovich sosterrà il peso della 9; la maglia 27 sarà sulle spalle di Favasuli, a Sgarbi la 11, ad Obaretin la 55, per Manzari la 18, mentre Oliveri opta per la 7. L’ultimo arrivato in casa biancorossa, Mantovani, avrà in dote la 3.

Tutti i numeri di maglia

PORTIERI: 1.RADUNOVIC, 22.PISSARDO, 33.DE GIOSA

DIFENSORI: 3.MANTOVANI, 5.MATINO, 16.ASTROLOGO, 23.VICARI, 25.PUCINO, 31.RICCI, 55.OBARETIN

CENTROCAMPISTI: 4.MAITA, 7.OLIVERI, 8.BENALI, 17.MAIELLO, 26.LULIC, 27.FAVASULI, 80.FAGGI, 93.DORVAL

ATTACCANTI: 9.NOVAKOVICH, 10.BELLOMO, 11.SGARBI, 14.MORACHIOLI, 15.LASAGNA, 18.MANZARI, 20.SIBILLI, 28.AKPA-CHUKWU

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Bari Sport

Il Bari prova a pescare in casa Cremonese: nella lista acquisti Falletti e Buonaiuto

Sono i giorni più caldi di calciomercato con novità che arrivano minuto dopo minuto. Il Bari si sta muovendo in maniera spedita, avendo chiuso l’arrivo di Valerio Mantovani in prestito secco dall’Ascoli. Il centrale romano è il nono arrivo dell’era Magalini-Di Cesare, l’ufficialità è arrivata ieri sera e l’ex Salernitana e Ternana sarà a disposizione per il match di Coppa Italia di sabato pomeriggio alle ore 18:00 contro la Cremonese. Proprio in casa grigiorossa è finito il mirino dell’area tecnica biancorossa, con due giocatori graditi e attualmente sotto osservazione.

Idea Buonaiuto e Falletti

Come noto mister Longo ha richiesto due trequartisti per completare l’organico nel reparto avanzato, dopo gli arrivi di Sgarbi e Manzari. Due nomi molto graditi a Magalini sono Cristian Buonaiuto e Cesar Falletti, entrambi in uscita dalla Cremonese. Operazioni non semplici, visti gli alti costi legati agli ingaggi dei due calciatori, tuttavia il club grigiorosso aprirebbe a una soluzione in prestito. Al momento non ci sono trattative in corso, ma soltanto un gradimento naturale visto che si tratta di due dei migliori calciatori della categoria nel ruolo. Soprattutto Falletti è fortemente apprezzato per la sua duttilità e visione di gioco, ma allo steso tempo è il profilo più complicato perché è stato comprato dalla Cremonese appena otto mesi fa con cifre molto importanti per la Serie B. Il Bari studia le mosse, con Buonaiuto nome da tenere in considerazione insieme a quello di Partipilo che smania dalla voglia di tornare nella sua città, ma al momento ha come priorità il completamento del reparto difensivo.

Le mosse in difesa

Dopo l’arrivo di Mantovani, Magalini e Di Cesare sono al lavoro per un altro centrale che affianchi Vicari nell’undici titolare. Innanzitutto va registrata una forte soddisfazione per quanto fatto finora, in quanto si ritiene Mantovani un giocatore molto importante e capace di poter offrire più soluzioni a mister Longo, visto che l’ex Torino può essere impiegato indifferentemente sia sul centro-destra che sul centro-sinistra. Al momento non c’è fretta, anzi la strategia del Bari è quella dell’attesa. L’area tecnica biancorossa confida di sbloccare qualche situazione sfruttando dinamiche di mercato, che portino giocatori oggi irraggiungibili a dei parametri più normali per le casse di un club di B. In tal senso va registrata l’apertura di Biraschi, che si è detto disponibile a scendere di categoria per il Bari, qualora non arrivino proposte concrete dalla Serie A. Molto più complicato, invece, Ceccherini che è ad un passo dalla firma con l’onnipresente Cremonese. Una strategia rischiosa quella del Bari, che però è stata già adottata fruttuosamente per Radunovic. Diventa, invece complicatissimo sbloccare che Veroli, seppur il Cagliari abbia dato apertura al prestito oneroso. Sul giocatore ex Catanzaro si è aperta un’asta, con la Samp avanti rispetto a Frosinone e Bari. Da monitorare anche Fontanarosa dell’Inter, offerto ai biancorossi nelle scorse ore.

Le uscite

In attesa dell’ufficialità della cessione di Zuzek in Turchia, che frutterà alle casse biancorosse una buona cifra, si continua a lavorare per svuotare la rosa dagli esuberi. Achik ha avuto una richiesta dall’Ascoli, mentre Matino – che non figura attualmente tra i giocatori in uscita – ha qualche richiesta dal Girone C di Serie C. Si cerca una sistemazione per Astrologo, Scafetta e Morachioli, mentre Faggi ha convinto tutti e dovrebbe restare come jolly di centrocampo.

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